Skip to main content
Erotici Racconti

Ammaliata e dominata

By 4 Settembre 2017Febbraio 4th, 2023No Comments

Da qualche tempo si proferiva parlottando parecchio in città di quell’uomo che si era trasferito da poco nella vecchia villa sul colle. Io lo avevo visto solamente una volta durante il tempo in cui andavo a fare compere per mia madre, lo avevo adocchiato sostare dalla collina nella sua automobile rossastra e in quella circostanza mi ero ipnotizzata nell’osservare il percorso di quel mezzo di trasporto, che pochi minuti dopo si era fermato nella piazza a pochi metri da me. L’uomo che ne scese poteva avere una quarantina d’anni d’età o forse anche più, ricordo oggigiorno che aveva un corpo scarno con i capelli corti e nerissimi, gli occhi viceversa erano d’una tonalità marrone molto intensa con la bocca carnosa e ben disegnata. Il mio spirito avventato e irriflessivo di diciannovenne in quella contingenza si risvegliò, perché in quel momento fui subito portata a farmi notare da lui. Non so se la vicenda francamente mi riuscì, eppure so soltanto che quello che appresi quella sera mi sconcertò, anche se non fece che accrescere sviluppando il mio interesse verso quell’uomo.

Io ero in cortile con la mia amica Sonia, nel tempo in cui le stavo raccontando del mio incontro mattutino. Sta’ attenta, sai girano strane voci su di lui, sembra che di sera si muova con la sua autovettura cercando una ragazza, che consenziente diventi sua compagna di letto per quella notte, m’aveva lei scrupolosamente riferito avvisandomi. Una volta accettato, sarà lui a decidere quanto durerà la passione, perché il suo passaggio si è avvertito in diversi luoghi dove ha tra l’altro spezzato numerosi cuori di ragazze. Tu sei già persa’ – informandomi in conclusione di quest’ultimo aspetto troncò il discorso.

Io quella stessa notte lo sognai, vagheggiai che lui m’agguantava mentre facevo la spesa dandomi appuntamento per quella notte. La sua voce era affettuosa e fervida, azzarderei riferire libidinosa, il suo fiato vibrava nelle mie orecchie. Bruscamente mi svegliai, ma sperimentai quel sogno ripetutamente, finché non iniziai a gironzolare di notte di nascosto, senza che mia madre notasse nulla, se non la mia agglomerata stanchezza. Di frequente, m’accasciavo negli angoli bui dei vicoli pensando a lui in silenzio per captare magari il rombo d’un motore in arrivo, poi iniziavo a toccarmi sfregandomi in maniera depravata e lasciva le mani sul pube, facendo uscire i miei fluidi cercando di soddisfarmi con quel godimento solitario.

Poi, in maniera inattesa, in una notte accadde l’inimmaginabile. Stavo già tornando verso casa, ormai convinta che non si sarebbe mai presentato da me, fino a che non mi voltai di scatto spontaneamente. Poco dopo avvertii il rumore d’una macchina, i fari nel vicolo, infine una frenata brusca. Io restai lì ferma, mentre lo osservavo scendere dalla macchina, lui mi venne accanto e mi enunciò:

‘Sei vergine?’.

In realtà non gli servì la mia risposta, perché lo comprese subito, come capì dai miei occhi il mio assenso cupido e smanioso. Mi fece accomodare sedere sul sedile posteriore e guidò fino alla villa, dopo mi bendò conducendomi in una stanza. Quando mi tolse la benda io ero nuda sotto delle coperte, mentre lui era vestito là in piedi accanto al letto, rimosse le coperte e annunciò:

‘Fa’ quello che vuoi, io starò qui’.

Io cercai di restare disinteressato e imperterrita, malgrado ciò suoi occhi mi eccitavano in maniera smodata assieme al suo sguardo indagatore e alla sua placida impassibilità. Iniziai sennonché a toccarmi, a mettere l’indice fra le grandi labbra, prima solo superficialmente, poi di fronte al suo sguardo compiaciuto sempre più forte, facendo penetrare un dito dentro, fintanto che i suoi occhi scrutavano il mio corpo e la mia mano abbondantemente impregnata delle mie secrezioni che continuava a sfregare e a penetrare. Successivamente m’accorsi che lui s’avvicinava e che cominciava a spogliarsi lentamente chiedendomi:

‘Come ti chiami?’.

‘Marina’.

‘Molto bene Marina, oggi perderai di certo qualcosa, ma ne imparerai indubbiamente delle altre. Quella che perderai sarà naturalmente la verginità, perché non la riavrai più, ciononostante imparerai a riconoscere che cos’è il piacere, e tutto questo non ti farà di certo recriminare né rimpiangere ciò che avevi prima’.

Ormai lui era completamente nudo, io vedevo il suo cazzo eretto, e questo m’eccitava sempre di più fino a quando non si collocò in piedi sul letto porgendomi il suo cazzo fra le labbra. Io glielo succhiai golosamente, assimilai anche il nettare che ne fuoriuscì, poi fu lui ad alimentarsi dei miei fluidi con la sua lingua attraverso le pareti della mia fica, sul mio clitoride, e il liquido che ormai bagnava completamente l’interno delle mie cosce, mentre lui gioiva nutrendosi dei miei gemiti libidinosi. Io non ne potevo più, volevo passare all’atto fisico vero e proprio, perché il desiderio d’essere penetrata mi faceva venire il capogiro, così mi spostai lievemente da lui che nel contempo si stese fra i cuscini e mi guidò sopra di sé, verso lo scettro poderoso del piacere. All’inizio sentii un po’ di dolore, poi i suoi movimenti esperti e sinuosi mi fecero passare il primo attimo d’inatteso sgomento.

Io captavo distintamente il suo cazzo che sprofondava nella mia accogliente fica, cogliendo quella penetrazione come una lenta implosione percuotendomi il basso ventre scompigliandomi radicalmente le membra. In quell’occasione i miei gemiti diventavano costantemente più forti, così come il piacere che avvertivo pienamente salire ed espandersi, fino a che non raggiunse il culmine e godetti assetata del piacere che stavo ricevendo, sentendolo in ultimo arrivare all’estasi sotto di me. 

Non ebbi neppure il tempo di rendermene conto che ricevetti il suo irrefrenabile e veemente amplesso sopra le tette, in quanto la sua sborrata fu densa, gustosa e piacevole. Era la prima volta che un uomo mi scaricava addosso la sua linfa vitale cospargendomela addosso, quel nettare lattiginoso che quasi tutte le donne adorano osservare e talune pure ingoiare. Questo lascivo, sregolato e vizioso pensiero mi provocò sennonché un’inconsueta e sconosciuta scarica scombussolandomi ulteriormente le idee, con il quale raggiunsi definitivamente l’orgasmo lasciandomi interamente permeare da quell’inedito, meraviglioso e novizio piacere. 

{Idraulico anno 1999} 

Leave a Reply