Skip to main content
Racconti Erotici Etero

Anai’s (seconda parte)

By 10 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

La notte trascorse tra mille pensieri, Anaìs si alzava continuamente dal letto per andare a bere, in preda ad un senso di sconvolgimento interiore mai provato prima, o forse a ripensarci bene solo un volta avava provato una sensazione quasi uguale, durante la sua relazione, anni addietro, con la contessa Arzini, ma anche in quel caso il suo era un sentimento quasi di dominio passivo, succube di una donna perversa e sadica ma a cui lei non riusciva a negargli niente. Il mattino dopo verso le 10,00 bussarono alla porta, ancora in vestaglia Anaìs andò ad aprire, era il garzone del fioraio, che riconobbe dalle scarpe sempre uguali, dato che era coperto quasi interamente da un enorme fascio di rose rosse: ‘ per me ? ‘ chiese..’ si ‘rispose il ragazzo. Appena dentro si affrettò a togliere il bigliettino che vi era attaccato per leggerlo ‘ ad una donna unica’Gaspar ‘ Non solo affascinante, audace, sensuale, ma anche galante e conoscitore dei più intriganti metodi di seduzione nonostante la sua giovane età. Riponendo il bigliettino tra le sue cose più care, dispose le rose in un vaso di cristallo in bella mostra sul tavolo del soggiorno; dopo si sedette alla sua scrivania con il buon intento di terminare uno scritto che si trascinava da circa un mese, ma ad ogni parola scritta si fermava portata via dalla realtà da quei pensieri intensi e morbosi che le affollavano la mente, e le turbavano l’animo. Verso sera, erano da poco passate le 19,00, bussarono di nuovo alla porta; era un ragazzo che senza dire una parola le porse un biglietto e poi volò via per le scale senza voltarsi indietro. Senza nemmeno chiudere l’uscio Anaìs aprì la piccola busta in preda ad uno stato d’ansia: ‘ verrò stasera alle 21,00’Gaspar ‘. Richiudendo la porta si poggiò ad esse con la schiena e chiuse gli occhi, ora le sembrava stesse volando sopra i tetti di Parigi, e dall’alto scorgeva i tetti del quartiere di

MontMatre..la Senna, e sempre più leggera saliva in alto, mai aveva provato queste sensazioni, ma allora’era proprio innamorata? Già da una ventina di minuti era sotto la doccia, stava immobile con il viso rivolto verso il getto d’acqua assaporando il delicato contatto che l’acqua tiepida le procurava sulla pelle mentre in piccoli rivoli dalla schiena le scendeva sulle piccole ma sode natiche, dopo essersi asciugata

rimanendo nuda si mise davanti allo specchio rimirando il suo corpo, e non potette far a meno di pensare che quello stesso corpo era stato in passato strumento di piacere di alcune delle più belle donne di Parigi, e in rare occasioni anche di facoltosi ed eccentrici uomini. Ed ora? Ora stava per donarsi ad uno sconosciuto, un ragazzino conosciuto appena due giorni fa che non sapeva nemmeno chi fosse veramente o che facesse nella vita. Ma subito gli vennero in mente i suoi modi che rasentavano il più perfetto dei galatei, la sua dialettica precisa e fluida come solo una persona colta e di un rango altolocato poteva essere provvisto, e poi’..e poi il suo cuore le parlava chiaro, no..non poteva che essere così, ne era fortemente attratta’innamorata? Quella era una parola di cui Anaìs aveva paura, quindi cercava di non pronunciarla mai, na tantomeno di pensarla. Dopo essersi cosparsa delle solite creme tonificanti, che oltre che far diventare la sua pelle liscia le lasciavano addosso un profumo terribilmente eccitante, mise un paio di calze nere a rete con maglie strette tenute su da un reggicalze,e un piccolissimo slip sempre di colore nero. Una camicetta di seta nera sottilissima e stretta, al punto che i suoi capezzoli appuntiti sembravano due chiodini, dato che non indossava il reggiseno; poi infilò una gonna sopra il ginocchio con uno spacco sul lato sinistro che mostrava la gamba coperta dalla calza, ma arrivava così in alto che il lembo di coscia nudo al di sopra del reggicalze se si sedeva veniva notato provocantemente. Mancavano cinque minuti alle 21,00, Anaìs era terribilmente nervosa, ed il leggero suono del campanello la fece sobbalzare dalla sedia dove era seduta; andò ad aprire, era lui, elegantissimo, pochi convenevoli sull’uscio, poi lo fece accomodare. ‘ ti ho portato un regalo’ le fece Gaspar, in evidente imbarazzo Anaìs riuscì a dire solo ‘ ma’non dovevi ‘ Gaspar la condusse davanti allo specchio, le sue mani si strinsero sulle sue spalle e facendole dei dolcissimi complimenti sul suo abbigliamento, la invitò a chiudere gli occhi. Anaìs sorrise’ed obbedì, qualunque cosa lui le avrebbe chiesto in quel momento lei lo avrebbe accontentato. Sentì le sue mani cingergli il collo, poi una sensazione di freddo come qualcosa di metallico le fosse stato appoggiato sulla pelle, un piccolo brivido la percorse” puoi aprire gli occhi ‘ le disse Gaspar, non appena li aprì, Anaìs rimase a bocca aperta per la meraviglia, intorno al suo collo pendeva un collier meraviglioso, che terminava con un ciondolo a forma di stella in cui era incostonato un rubino rosso meraviglioso. ‘ Ma..ma..&egrave stupendo ‘ cominciò a balbettare per la grande emozione Anaìs: ‘ &egrave il minimo che potevo fare per te’oltre che amarti dal primo momento che ti ho vista’ disse Gaspar con una dolcezza ed una sincerità infinita, ed un tono di voce così intenso e profondo che al solo sentirlo faceva accapponare la pelle per l’emozione. Anaìs fece per girarsi verso di lui con l’intenzione di gettargli le braccia al collo e baciarlo’baciarlo così intensamente che il bacio del giorno prima sarebbe stato solo un misero ricordo. Ma Gaspar la anticipò chinando la testa verso il suo collo e posando leggermente le sue labbra su di esso cominciando un piccolo tormento erotico fatto di sensuali baci e leggeri aliti, Anaìs portò la testa all’indietro dimostrandogli la sua più completa sottomissione ad ogni suo desiderio. Le mani di Gaspar passarono sui piccoli e sodi seni di Anaìs, dapprima stuzzicandoli da sopra la camicetta, poi con sapienti mosse la sbottonò, e con leggeri tocchi delle dita cominciò dapprima a solleticarle i capezzoli, che a quel punto erano diventati così duri che, ad ogni tocco , Anaìs emetteva un gridolino di piacere. Lei teneva sempre gli occhi chiusi, anche quando la mano di Gaspar percorrendo lo spacco della gonna arrivò fino all’attaccatura del reggicalze, fino alla zona nuda, prima le carezzò il suo interno, poi si spostò tra le sue gambe. Un fantastico tocco, le sapienti dita strofinavano il sesso di Anaìs da sopra le mutandine, che non tardarono a bagnarsi notevolmente; quando poi scostando il piccolo lembo di stoffa furono a contatto con le labbra del suo sesso già turgide di piacere e percorsero tutto lo spacco spingendosi un po’ verso l’interno del sesso, Anaìs emise un gridolino un po’ più forte dei precedenti abbandonandosi completamente con la schiena sul petto del giovane con le braccia che le penzolavano sui fianchi, e contemporaneamente aprì la bocca passandosi la lingua sulle labbra con un movimento sensuale e perverso, Gaspar la prese in braccio, e mentre le loro labbra si incontravano per la prima volta quella sera dando inizio ad un bacio lungo ed intenso, fece pochi passi e la adagiò sul grande divano. Fattala distendere le tolse la gonna ‘ sei fantastica ‘ eslamò rimanendo ad ammirare la figura della donna, poi cominciò a togliersi la giacca, poi la camicia; Anaìs si mise seduta e con le mani iniziò a sbottonargli i pantaloni, che in un batter d’occhio furono arrotolati ai piedi di Gaspar, rimase per alcuni minuti ad ammirare il sesso dell’uomo che era già svettante, niente di particolare, ma aveva una figura bellissima; non era molto lungo, ma bello largo e diritto, aveva un glande violaceo, lucidissimo per l’eccitazione,ed era molto più grosso della circonferenza del pene, e la fessurina in punta era così larga che Anaìs non potette far a meno di immaginare quando da quella fessura sarebbe esplosa l’ondata di piacere, la immaginò paragonabile al getto di una piccola fontana aperta al massimo, e le brillarono gli occhi a quel pensiero; e poi i testicoli’grossi e turgidi, la sua sottile mano andò ad impugnare il sesso di Gaspar alla base cominciando a scappellarlo con dei movimenti lenti, mentre l’altra mano andò a poggiarsi sui grossi testicoli cominciando anche lì un leggero carezzare alternando delle piccole strizzatine che facevano emettere al giovane dei leggeri mugugni di piacere. Poi alzando lo sguardo verso di lui e fissandolo intensamente avvicinò il suo viso al pene, dischiudendo le labbra prese in bocca la grossa cappella, ma senza stringerla, ci alitava sopra mentre con la lingua disegnava dei cerchi intorno ad essa facendoci colare sopra la sua abbondande salivazione, poi di colpo si abbassò ancora e buona parte del grosso pene sparì nella sua bocca, fu allora che chiuse gli occhi percorsa da calde ondate di piacere.

Fine seconda parte

Leave a Reply