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Racconti Erotici Etero

ANGELO DIABOLICO

By 6 Marzo 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

Una serata di questo lungo inverno gelido.
Un uomo sulla quarantina, gli occhiali indossati con noncuranza, una camicia blu con gli automatici, un paio di jeans scuri con i bottoni.
Una donna appena più giovane, capelli neri, occhi verdi, pantaloni a vita bassa e un pullover di lana corto, che lascia intravvedere la pallida pelle della vita, e il ciondolo luminosissimo a forma di stella, indossato come fosse un collare.
Un’auto comoda e calda, la radio che trasmette una musica sensuale, blues, il rumore monotono del motore ad alta velocità.
Un’autostrada buia, tre corsie, traffico scarso.
Atmosfera rilassata, serena, complice.
‘Ho fame’ e dicendolo distoglie lo sguardo dall’uomo e lo posa fuori sulla campagna, come attraversata da un pensiero irrealizzabile.
La mano di lui che supera il bracciolo, si avvicina a lei, morbida la accarezza sui capelli, scivola sulla spalla, le circonda il collo. Delicata, una coccola.
Lei si volta, lo sguardo scintillante, di smeraldo, gli occhi si agganciano un attimo, quelli profondi castani si perdono in quelli verdi, un sorriso da gatta si delinea sulle labbra carnose di lei.
Un brivido lo scuote. Pregusta, immagina, capisce.
Elettricità.
Passione.
Odore di femmina.
Un desiderio la invade, spasmodico.
Un’idea le è giunta improvvisa, e accoglie la mano di lui tra le sue, la porta alla bocca e lenta ne succhia il pollice, tenendo il viso fisso in quello di lui, che tenta di concentrarsi alla guida.
Un sospiro. Lui sa.
Lei solleva il bracciolo, scosta la cintura di sicurezza, si abbassa, la mano di lui sulla schiena.
Con una mano scioglie i pantaloni elastici, sulla schiena si scopre il bordo di pizzo dell’intimo.
Lei sa che lui sta sbirciando, un occhio alla strada, l’altro magicamente attratto da ciò che intravvede al di sotto.
Con l’altra mano e un movimento lento lei fa saltare uno ad uno gli automatici della camicia.
tac
Tac
TAc
TAC
Ognuno sembra risuonare più alto nell’atmosfera ovattata e nel buio.
I sensi si acuiscono. Il calore aumenta.
La mano libera accarezza il torace, cerca le parti sensibili e la bocca si avvicina a lambire, succhiare mordicchiare,
poi sul collo, il lobo dell’orecchio, respiro caldo appena soffiato
mentre la seconda mano si avvicina al centro della pulsante vitalità, ne percepisce il calore, sfiora, preme e lo sente crescere sotto di sé, voglioso, caldo.
Un sospiro più profondo, un movimento del bacino, la mano penetra sotto il pizzo e accarezza la carne soda, liscia, vellutata e’ bollente, la mano si fa esigente, stringe, urgente.
E’ora. Lei può. Scioglie i bottoni dei jeans, lo libera lentamente.
Slowly.
Sssslllooowwwwllllyyyyy.
Svetta. Duro e turgido.
Un soffio fresco sulla sommità. Un brivido.
Lo accoglie nella calda bocca. Un brivido.
Lenta, centimetro dopo centimetro dentro di sé,mentre la lingua lo accarezza guizzante.
La mano di lui risale la schiena, sotto il morbido maglione, strappando brividi, raggiungendo i capelli.
Una lenta carezza, profonda, sensuale.
Raggiunge i capelli, si posa sul capo.
Guida, mentre la bocca si fa esigente, i movimenti sempre più profondi e rapidi, e il bacino si agita.
Il membro cresce, si fa duro e sempre più voglioso. Il ritmo cresce, la danza si fa frenetica.
Tlac tlac
Tlac tlac
Tlac tlac
La freccia.
Una piazzola deserta e buia. L’unica luce proveniente dall’autoradio e dai fari delle auto che sfrecciano ben oltre i limiti di velocità e illuminano l’abitacolo in maniera irreale, ingannando la vista come se fosse un antico film in bianco e nero.
Una frenata.
Un sorriso. Ampio. Nascosto, pieno di lui.
Lei ha raggiunto esattamente ciò che voleva.
Farlo impazzire.
Vedere sul suo volto quello sguardo quasi smarrito, ad un passo dal baratro, come se guardasse ben al di là di dove è, dello stretto abitacolo, e avesse raggiunto un angolo inesplorato di paradiso, pronto per essere toccato, assaporato, vissuto.
Silenzio, musica. E nel silenzio i respiri di entrambi
Adesso lui vorrà prendersi quello che lei gli ha mutamente promesso, e quello che è suo.
La mano sul collo stringe, afferra i capelli, tira lievemente.
La bocca si dischiude, arresta il movimento, lenta ripercorre a ritroso lo spazio guadagnato.
Sul fondo degli occhi verdi aleggia una fiamma di sfida, un sorriso da femmina in calore, non appena lo sguardo si solleva e si posa negli occhi di lui.
La mano risale sul seno, lo afferra, lo palpa, trasmettendo il movimento, mentre lei si scosta e si adagia sulla schiena, abbassando il sedile.
Si strappano quasi gli abiti dalla pelle bollente, fremente ed impaziente di unirsi.
Una pozza d’acqua rovente,
un’asta potente
amore dirompente
scorre immantinente.
Due cuori in subbuglio, il battito all’unisono, il ritmo crescente, passione bruciante.
Gli occhi spalancati, i respiri ansanti sempre di più.
‘Ricordati la promessa’ sussurra lei caldamente.
‘Mio angelo diabolico, come farei a dimenticarla?’
Una risata sommessa, quasi soffocata dalla passione.
Un movimento rapido, contrario, lui che sale, lei che scende.
E di nuovo in bocca. Potente, pulsante, la sensazione di un risalire, un rifluire all’interno.
La lingua assapora, caldo a fiotti.
La gola beve. Tutto.
La lingua lecca. Asciuga. Tutto.
Un gran senso di liberazione e di pace lo pervade, ma sa che lei è lì, ancora lì, sospesa in attesa di librarsi, tanta era la voglia di lei che non è riuscito a trattenersi, tanto lei lo fa uscire di senno, folle di desiderio.
Una gatta bambina, una donna puttana, un’amante moglie. Tutto in una, morbida, calda, giocosa, allegra e piacevole.
Lei risale indietro sul sedile abbassato, lo supera, si adagia su quello posteriore. Gambe aperte, invitante, sorriso malizioso, ancora quello sguardo di sfida’.
Lui si tuffa, inebriato da QUEL profumo’ insieme fragole e limone e cannella e arance, dolce come il miele, nettare divino.
Lecca, lui. Succhia il bottoncino. Bagna la mano nel copioso succo di lei, che inarca la schiena e solleva il collo, inerme, indifesa, offerta completamente. E guarda. Lo sguardo danza al ritmo della lingua di lui, cui presto si aggiunge il pollice, che penetra dolcemente alla ricerca di quel punto misterioso.
Sa di averlo trovato, il respiro di lei si fa ansante, sincopato, quel suo modo tutto particolare di godere, mossa da brividi che la scuotono tutta, la bocca che cerca a parole un’entità superiore, mentre davanti a lei c’è il diavolo tentatore.
La fruga, la morde, la succhia, sempre più rapido, sempre più profondo, finché il respiro pare come fermarsi, un lungo attimo, un lungo rabbrividire, un lamento quasi, i muscoli che si tendono, mentre le con le mani sul capo hanno guidato tutti i suoi movimenti, facendo a tratti la gatta che usava le unghie per avvicinare, a tratti la bimba che accarezzava, a tratti la puttana che chiedeva di godere con quelle mani.
Con la gola riarsa per il piacere provato e i versi incontrollati, con le ondate successive che si susseguono fino a lasciarla esausta, spossata, appare la bimba nuda, che ha freddo e con sguardo smarrito chiede coccole, come se l’esperienza fosse stata più grande di lei.
E lui la accoglie contro di se, cullandola e scaldandola fino alla completa ripresa, accarezzandole lievi i capelli, il fianco, la gota, rigando lievemente con le unghie in un dolce grattino.
I vetri appannati hanno cura del loro tesoro, e lo celano agli occhi indiscreti dei fari che passano, mentre le due figure si ricompongono, riprendono il loro posto, allacciano la cintura di sicurezza.
Lei sorride. ‘Andiamo a casa amore mio? Quando smetteremo di fare queste ragazzate in giro, rischiando di farci cogliere da qualcuno che può non capire come una passione così forte non possa essere trattenuta?’ Adagia il capo sulla spalla di lui e gli accarezza il braccio, mentre l’auto riprende la sua strada, veloce nella notte.
Lui le accarezza il mento. ‘Amore mio, vita mia’. Ti prometto che non smetterò mai di volerti in ogni singolo istante della mia vita, finché avrò respiro, perché, come sai bene, anche quando il fisico è spossato dalle molte ore d’amore, la mente continua a voler stare dentro di te, in un orgasmo infinito. Mia.’

A lui. Che sa. Che c’è. Che sopporta. Che ama. Ricambiato.

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