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Anna la cameriera

By 18 Giugno 2017Dicembre 16th, 2019No Comments

Voglio raccontarvi la storia di Anna, la cameriera del bar vicino al mio ufficio.

Anna &egrave la classica figa che anche se non sa lavorare bene come altre, viene preferita perché attira i clienti per l’avvenenza.
Una teoria vecchia come il mondo ma che da sempre i suoi frutti.
Non che Anna non fosse gentile, educata o lavoratrice, però era sicuramente meno sveglia di altre ragazze che portarono i varo curriculum.
La differenza tra loro e Anna era semplicemente questa: una ventitreenne ricciolona mora di 174 cm , il viso un po’ da porca (nonostante fosse in realtà addirittura timida) , un sedere che sembrava chiedere sculaccioni a tutte le ore del giorno, e dulcis in fundo una sesta di seno (SESTA) che captava gli sguardi anche di chi non entrava al bar.
Capirete bene che dei 4 posti di lavoro disponibili, le “normali” dovessero lottare per gli altri tre perché lei aveva delle carte vincenti!
Anna &egrave fidanzata credo da un paio d’anni con Paolo, un bel ragazzo ,un pochino tronista (super lampadato e fisicato) , ma educato e gentile; Paolo &egrave chiaramente invidiatissimo perché lei &egrave veramente una figa spaziale.
Invidiato dagli amici, invidiato da tutti i clienti del bar, invidiato dai vicini di casa di Anna, invidiato dagli amici di Anna, invidiato dal sottoscritto e invidiato da Salvo (il cognato del titolare del bar) che lavora alla cassa in vari orari della giornata.
&egrave invidiatissimo anche perché quando escono lei &egrave sempre vestita con vestitini e scollature che farebbero tirare il cazzo ad un morto, quindi la gente si gira proprio per strada a guardarla.

Salvo &egrave il classico “viscidone” che non fa altro che conoscere donne del giro dei night e simili.
Ha almeno il buon gusto di tenere nascosta la cosa, ma tra maschi si sa di queste cose si parla.

Squadra e vorrebbe scoparsi tutte le ragazze del bar, ma chiaramente per lei perde la testa (vi assicuro che la perderebbe chiunque).
&egrave anche alto poco più di 160, così, per aggiungere un dettaglio non da poco.
Con il passare del tempo notavo che lui non perdeva occasione per cingerle i fianchi, cercare un contatto fisico, e lei che in totale buona fede non si rendeva conto che lui lo facesse con bramosia e non diceva nulla.
Era anche furbo Salvo, perché quando veniva Paolo ci parlava tranquillamente e stava ben attento ad evitare alcuni atteggiamenti.
Una sera sentì Anna parlare con una collega dicendole che aveva visto un ciondolo nella gioielleria accanto e che le piaceva un sacco, ma che Paolo non voleva spendere tutti quei soldi, nonostante piacesse anche a lui, “anche perché mi finisce proprio in mezzo alle tettone ahahah” concluse Anna parlando con la collega.
A Salvo quasi si annebbi’ la vista a sentire quella frase.
Il tarlo si era insinuato nella sua mente.
Lasciò passare qualche giorno ed una sera, sapendo che Paolo era fuori nei giorni successivi, le disse “Anna, ma cosa ne dici se dopodomani sera andiamo a mangiare una cosa fuori a cena? Vorrei parlarti di una cosa di lavoro, cosi ne approfittiamo per mangiare bene. Chiaramente non dirlo alle tue colleghe!”
Lei, ingenua, gli rispose “che bello! Si grazie! Di cosa devi parlarmi?”
Lui gliss’ dicendole che ne avrebbero parlato a cena , ma in realtà non aveva proprio nulla da dirle.
Perlomeno di inerente al lavoro…
Arrivò la sera della cena e le mand’ un sms “ti vesti sempre alla grande, non fare che stasera mi fai fare brutta figura eh! Andiamo in un super ristorante!”
Lei lesse l’sms e quasi si emozion’, era di una famiglia abbastanza umile e non era abituata a certi contesti, quindi si vestì con un tubino nero che vi lascio solo inmaginare ed un tacco esiguo, per non mortificare troppo Salvo con la differenza di altezza.
Arrivò a prenderla sulla sua Audi Q5 e rimasea bocca aperta quando salì in macchina “Anna, così però se ti porto a cena ti guardano tutti ed io mi ingelosisco eh!” Lei rise e gli disse di smetterla che si imbarazzava.
Prima di partire le diede un pacchetto nel quale c’era il ciondolo che lei desiderava: “Salvo ma stai scherzando?? &egrave fantastico lo guardavo da giorni ma quel tirchio di Paolo non ha voluto comprarmelo! Però non posso accettarlo figurati!”
Lui insistette dicendole che lo aveva comprato perché pensava le stesse bene e valorizzasse “questo stupendo décolleté” indicando le tettone in vista.
Lei si imbarazz’ e dopo le frasi di circostanza accettò il regalo, ma Salvo le chiese di poterglielo mettere lui al collo.
Lei gli disse che era il minimo, lui si sporse verso il suo sedile e lei lo stesso; vide quelle tettone da una posizione privilegiata, le agganci’ la collana e furbescamente la accompagn’ fino al ciondolo che si incastrava in mezzo al seno, in modo da poterlo sfiorare per bene.
Lei arross’ tanto e specchiandosi
sporse in avanti il petto.
Salvo era in preda ad un’eccitazione quasi incontrollabile, mise in moto la macchina e partì in un locale sul mare, con una terrazza a sfioro sull’acqua.
La scena al ristorante era degna di un cinepanettone: il bassottino tarchiatello con i soldi con una figa strepitosa che gli lasciava quasi 15 cm con i tacchi!
La gente chiaramente si girava a guardarli, il cameriere che li accompagn’ al tavolo fece un sorriso enorme a lei che ricambi’, arrivati li salutò regalando nuovamente a lei un grande sorriso, nuovamente ricambiato da lei che civettava.
“Guarda che lo dico a Paolo che stai sorridendo un po troppo al cameriere eh!” scherzò Salvo (ingelosito dalla situazione), ma lei ribatt&egrave subito “ahahah ma smettila! E poi Paolo mica lo sa che siamo a cena insieme, geloso com’&egrave! ”
“Ci credo che &egrave geloso, guarda qua…”
Iniziarono a mangiare e bere vino, scherzarono tutta la sera, lui liquid’ il discorso lavorativo con un progetto futuro non meglio specificato, e lei ci casc’ senza alcun dubbio.
Durante tutta la cena lui la sfiorava, e verso fine cena complice le luci basse le passò un paio di volte la mano sulla coscia.
Lei la prima volta rimase stupita ma la seconda già meno. Si accorse di come lui le guardasse costantemente quel seno che sembrava strabordare dal vestito, e pensò che forse aveva sbagliato abbigliamento.
Si alzarono dal tavolo del ristorante e si spostarono nella zona lounge del locale, su un divanetto; quella fu la goccia che fece traboccare il vaso, lui si avvicinava sempre più e complici i due digestivi ed il vino della cena lei opponeva meno resistenze ai suoi continui contatti, che erano diventati ormai palpeggiamenti.
Si avventur’ ad un certo punto sul seno, prendendo il ciondolo “certo che ti dona davvero questo ciondolo, poi qua in mezzo… il cameriere non faceva altro che guardartele stasera!” e con questa scusa ci metteva le mani e trastullava, mentre lei un po’ ridacchiando faceva finta di spostargli le mani e gli rispondeva “ma figurati, ci sono abituata ad avere gli sguardi degli uomini addosso… mica mi dispiace eh!”
A questa frase lui perse il lume della ragione, la guardò negli occhi e le disse “andiamo via” ; pagarono, si misero in macchina e lui spesso le toccava le cosce senza trovare quasi più resistenza.

Arrivati all’ingresso della città le disse “andiamo in terrazza da me a bere una cosa adesso” senza lasciarle la possibilità di rispondere, nonostante lei rimase un po’ interdetta.
Arrivati sotto casa, entrarono in ascensore e lei sembrava un po spaesata e indecisa, ma lui la distrasse dicendole “guarda qua, ci credo che tutti ti guardano, con questo vestitino che ti fascia il culo e queste tettone che non vedono l’ora di essere liberate!” e lo fece soppesandole.

Una volta entrati in casa andarono nella terrazza del suo attico e continuarono a bere, ma i discorsi erano ormai un po disinteressati a causa della troppa tensione nell’aria.
Ad un certo punto lui sparì qualche secondo, e lei da dietro si sentì avvolta con lui che le disse all’orecchio “mettiti comoda e le abbass’ la zip del tubino, arrivò a metà schiena e sganci’ il reggiseno, lo tolse e le strinse da dietro quella mammelle giganti.
“Cazzo sono enormi!”

Lei era un po’ rigida, ma lui le andò davanti e guardandola negli occhi la baci’ in bocca quasi travolgendola.
Lei provava reazioni contrastanti: da una parte Salvo le faceva ribrezzo, brutto basso e viscido, ma dall’altra aveva saputo eccitarla tutta la sera ed ora aveva la figa fradicia e voleva che lui la scopasse.
Lui si sbotton’ i pantaloni e guardandola negli occhi le disse “quelle labbra sono fatte apposta per succhiare cazzi, datti da fare!” … lei si avventò sopra ed iniziò a succhiarglielo, nel mentre pensava “per’, un mezzo nano ma con un bel cazzo!” lui nel frattempo le strizzava le tettone e farfugliava, le spingeva la nuca più in fondo possibile e si godeva la sua bocca e la sua lingua, ma la voglia di spogliarla era troppa quindi dopo un paio di minuti si stacc’, la fece alzare, le tirò giù del tutto il vestito e le strapp’ letteralmente il perizoma, la fece appoggiare sul divanetto e infilandole due dita nella figa bagnata e tirandole un po’ i capelli le disse “sei un lago, hai voglia che ti scopi eh?”
“Si, si scopami Salvo, dammelo!”
Con questa frase il suo cazzo decoll’ definitivamente e la penetrò con un colpo secco sentendo che a lei mancò il fiato per un secondo; iniziò a fotterla, alternava pompate fortissime e momenti dove esplorava con calma le zone più irraggiungibili della sua figa…
S “Non sai da quanto sognavo di scoparti, sai quante seghe ti ho dedicato?”
A “immagino, da quanto ce lo hai duro!”
S “si, ti immaginavo nuda con queste tettone che ballano, proprio come ora! ”
A “strizzamele, mungimi, sono la tua vacca!”
S “si troietta, siii che ti mungo! Sai quanti mi invidiano ora, di quelli che vengono al bar… ”
A “si? E dimmene qualcuno, mi eccita un casino sapere chi vorrebbe scoparmi… ”
S ” che puttana! Potrei dirtene decine… potrei iniziare dai ragazzini delle superiori che vengono la mattina, per passare a clienti insospettabili che vengono con mogli e figli, ai signori anziani che si toccano il cazzo da dentro le tasche mentre ti guardano…”
A “oooohhhh siiii, raccontami ti prego… i ragazzini li sento anche io, sento tutto quello che dicono!” … mentre parlavano lei era talmente eccitata che le colavano gli umori dalle gambe, e Salvo rincarava la dose
S “si, li sento anche io, quelli si ammazzeranno di seghe tutti i giorni pensandoti… poi hai presente Fabrizio, quello che viene ogni mattina con la moglie e la bambina? Ogni giorno quando viene a pagare non manca mai la battuta su di te, come stamattina che mi ha detto z98;ieri ho scopato mia moglie pensando alla nostra Anna! Ahahahz99;”
A “cazzo che porco, fatti raccontare cosa pensa e poi dimmelo! Poi? Chi sono i vecchi?”
S “i vecchi son tanti che fantasticano, ma un paio mi dicono ogni giorno qualcosa su di te, tipo oggi signor Francoz98;oggi quella camicia esplode, falle sbottonare un paio di bottoni a quella troietta che il caff&egrave te lo paghiamo il triplo!z99;, oppure quello grassissimo, signor Nicola che ogni giorno mi dice z98;spero sempre che si bagni la camicietta e sotto non abbia il reggiseno!z99;… come vedi tutti vogliono fotterti!”
A “oooh , ooooh si, tutti vogliono scoparmi? Li eccitano le mie tettone, quelle che stai strizzando tu, porco! Daiii, spingi spingiiii… fammi venireee, daiiiii”
Lui aumentò un po’ il ritmo e lei pochi secondi dopo urlò come una forsennata e si accasci’ sul divano, ma lui continuava a scoparla, e le disse “andiamo dentro sul letto” ; la port’ sul letto, la mise a pancia in su perché voleva guardarla mentre la scopava, la baci’ e lo infil’ nuovamente dentro, nel frattempo lei continuava a godere e fantasticare
A “chissà, magari uno di questi giorni metto un reggiseno bianco un po trasparente e bagno un pochino la camicia bianca, vediamo quanti ne faccio impazzire!”
S “tanti, e la sera ti dedicheranno un sacco di seghe troia!”
A “si, si… che bello, scopala questa troia!”
S “si… si che ti scopo… siii, ti voglio venire su quelle tettone!!”
Quindi si stacc’, la fece inginocchiare, lei lo guardava negli occhi con la lingua di fuori, gli prese il cazzo in mano, alternava la sega alle succhiate, lo incitava a sborrarle addosso, continuò a segarlo finch&egrave non sentì che lui si irrigid’ e gli url’
A “daiii, sborra la tua tettona, spruzzami tutta!!”
Lui emise dei grugniti da animale e le sborr’ una quantità enorme di sborra sulle tettone e sul viso, lei continuava a segarlo e si spalmava lo sperma addosso…
S “sei proprio una vacca!”
A “amo essere scopata come una troia!”

Si fece una doccia, lui le chiamò un taxi e la mandò a casa proprio come si fa con le puttane.
Salutandosi lei gli disse “purtroppo non ho più le mutande, speriamo il tassista non se ne accorga!” , gli sorrise e prese l’ascensore.

Il giorno dopo a lavoro passò una giornata intera ad entrare in bagno ad asciugarsi la figa.

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riccardottantadue@gmail.com .

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