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Racconti Erotici Etero

Arredare la casa

By 5 Settembre 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Tutti dicono che il difficile sia trovare casa, io penso invece che il difficile sia arredarla. Avevo da poco acquistato un nuovo appartamento, non enorme ma discreto (80mq), era il mio nido; finalmente avevo un casa che potesse definirsi tale ma per quanto l’idea stessa di possederla fosse accogliente mancavano ancora molte e molte cose perchè lo diventasse oggettivamente.
Trovare i mobili era diventata un impresa, sopratutto perchè lavoravo praticamente ogni giorno fino allo sfinimento inoltre dopo tutta la fatica fatta per acquistarla non volevo riempire casa mia di soli mobili IKEA. La mia fortuna fu avere una collega appassionata di mobili che conosceva di persona quasi tutti i mobilieri della zona e riusciva a farmi avere appuntamenti anche dopo le 17 grazie alle sue conoscenze.
Uno degli ultmi introvabili tasselli che mi mancavano per completare la mia alcova era un armadio che si potesse definire tale: non volevo uno di quelli sciatti armadi monocolore con le ante sottili e i pomelli in metallo; avevo sapiente mischiato vecchio e nuovo per l’intero mobilio della casa e l’armadio era proprio la pennellata finale che doveva completa il quadro. La ricerca mi porto in un pomeriggio autunnale in un negozio della zona indutriale di Bologna, apparentemente questo negozio non sembrava certo nulla di speciale ma a detta della mia collega era un tesoro nascosto della città quindi findandomi del suo giudizio entrai.
Varcata la porta d’ingresso mi trovai in un locale ampio e spazioso, ben illuminato con alle pareti diversi pezzi di mobilio alcuni per il mio occhio inersperto anche di un certo valore, per terra tappeti con attorno divanetti di diversi stili. Nell’angolo del salone una scrivania dove sedeva una donna che intenta ad osservare lo schermo di un pc, risvegliata dal suono delle mie scarpe sul parquet si alzo e si diresse verso di me. La guardai avvicinarsi e la osservai attentamente, indossava un abito corto poco sopra al ginocchio con una fantasia azzurro acqua e verde su fondo marrone. Il vestito le fasciava i fianchi mettendo in evidenza le sue forme da donna vera, con un po’ di carne nei punti giusti e con una terza scarsa ma soda di seno. Nel salire con gli occhi arrivai ad incrociare il suo sguardo e ci fissammo intensamente per tutto il tempo che fu necessario perchè lei mi arrivasse accanto, questo mi fece suonare un campanello d’allarme. Due persone se non si conoscono non si fissano negli occhi per più di qualche istante quel nostro sguardo era durato troppo per essere “solo” uno sguardo.
Si presento come la titolare del negozio, le feci subito i complimenti per lo stile dei pezzi esposti e passai a spiegarle il mio problema esistenziale. Le inizialemente forse scambiandomi per un cliente qualunque mi mostro armadi comuni o antichi ma intuiva dalla mia espressione che non ero convinto. Fini di mostrarmi i mobili che aveva esposti ma non avevo prestato troppo attenzione a tutti i dettagli che mi raccontava dato che da una prima occhiata avevo già capito che li non c’era ciò che cercavo. Per non essere sgarbato continuavo a fare finta di essere interessato godendomi la sua compagnia oltre che guardare il suo corpo. In un paio di occasione ebbi come l’impressione che lei si fosse accorto di come il mio occhio cadesse nella scollatura, ma di certo non fece nulla per nascondersi ai miei sguardi.
“Non la convince nulla?” esordi distraendomi dai miei pensieri, “No, mi spiace non vedo quello che cercavo…”le risposi e nuovamente cercai i suoi occhi e ci guardammo, non avevo quasi più dubbi c’era una alchimia tra noi ma temevo di sbagliarmi.
A quel punto si girò e si avviò verso la scrivania dicendomi di seguirla così feci, mentre la seguivo mi disse che si ricordava di avere un magazzino un altro armadio che forse poteva interessarmi ma che doveva controllare. Si chinò per prendere dal cassetto il raccoglitore con l’elenco dei mobili in magazzino, lo scorse poi si girò e mi guardo raggiante negli occhi dicendo “c’è ancora, andiamo?”
Ovviamente accettai, lei prese le chiavi si diresse a chiudere la porta d’ingresso l’orario di apertura era passato da un po’, poi mi fece strada verso una porta portava nel magazzino del retro. Entrammo, accese le luci e vidi molti altri mobili questa volta disposti in modo più disordinato lei si fece strada con fare sicuro fino a quando non ci trovammo davanti ad un armadio a doppia anta con i pomelli in legno, leggermente sverniciato ma che mostrava ancora i segni di un decoro di vari colori.
“Lo comprai anni fa, ma nessuno l’ha voluto pochi capiscono la sua bellezza…” e cosi dicendo di avvicino al legno e ci posò sopra la mano, invitando pure me a fare lo stesso; mi accostai a lei e appoggiai il mio palmo sull’armadio, il legno era leggermente ruvido ma da una senzazione di possenza. “E’ meraviglioso…” disse lei, a quel punto osai qualcosa che ancora oggi mi stupisce: le poggiai l’altra mano sulla schiena, lei per tutta risposta si appoggio con entrambe le mani all’armadio; allora inizia a massaggiarle la schiena fino a portarmi dietro di lei, avvicinai le mie labbra e le baciai il collo. Lei ebbe un brivido, inarcò la schiena mostrandomi tutta la sua gola che iniziai a baciare in preda alla passione. Le mie mani ora non si accontentavano più della schiena e scivolavano lungo i suoi fianchi fino ad insinuarsi sotto il suo vestito. Raggiunsero presto le mutandine senta che lei avesse nessuna reazione se non quella di spingere i suoi fianche contro i miei. Le sfilai le mudandine lasciandole cadere tra le sue decoltè marroni.

Continua, intanto per commenti e consigli: scaltro,jack@gmail.com
spero di ricevere molte vostre mail.
Scaltro

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