Ho deciso di scrivere , di raccontare, alcune mie esperienze. Non ho il dono di una buona penna, ma farò il possibile per descrivere al meglio le situazioni, le sensazioni, per dar vita nel modo migliore a questi ricordi.
Oggi ho superato i 30 anni, e guardandomi non lo direste, ma ho avuto e continuo ad avere delle belle soddisfazioni. Sono piacente, ma non certo un modello: statura medio bassa, un po’ di pancetta, lineamenti del viso dolci e due grandi occhi azzurri, spesso porto i capelli lunghi. Un modo di fare garbato e galante, almeno all’inizio’
La prima esperienza che voglio raccontare è di diverso tempo fa, avevo, se non ricordo male, 25 anni , lei si chiamava Assia’
Sono su un treno locale che mi sta portando in provincia, verso Torre Annunziata. Il mare scorre alla mia destra e penso ai contorni della cazzata che sto facendo’ 24 ore fa ero al pc , in chat, a parlare di fotografia e musica con questa ragazza, Assia; mi dice che le piacciono le foto vintage di playboy, quelle con le modelle in carne e dai seni molto grandi’ ovviamente le chiedo il perché, ed arriva la risposta scontata: anche lei ha i seni molto grandi, TROPPO grandi dice, e si rivede in questi canoni di bellezza ahime non più di moda. La conversazione vira prepotentemente sulle tette di Assia, che si scoprono essere di una sesta misura e belle sode’
– Non ci credo, devo vederle!
– Non ho problemi ‘ mi dice ‘ quando vuoi.
Ed eccomi qui, sul treno che mi porta da lei e dalle sue enormi tette. Ma ci sarà davvero lei ad aspettarmi? E se fosse uno scherzo per questo stupido credulone arrapato? O peggio ancora, se trovassi un maniaco?
Ma ormai sono qui, e la curiosità è troppa, per non parlare dell’eccitazione. Ecco la mia stazione, scendo, spero per il meglio. Non so che aspetto abbia. Fuori alla stazione ci sono poche persone, nessuna ragazza, la cosa non promette bene. La chiamo, mi dice che sta arrivando.
Ecco, vedo arrivare una bella moretta, un po’ in carne ma niente male! Sto per avvicinarmi a lei, quando sento una voce che mi saluta da dietro
– Ciao Giò!
Mi giro, ed eccola li. Purtroppo, ad essere sincero, non sono le tette la cosa di maggior nota. La ragazza è piuttosto in sovrappeso. Eppure’ due occhi stupendi, grandi, luminosi’ ad oggi non ricordo di che colore fossero, forse azzurri o verdi, ma ricordo il magnetismo irresistibile che emanavano.
– Ciao ‘ rispondo come un cretino, dopo averla fissata qualche secondo di troppo
E solo in quel momento, passo a guardarle la camicetta, tutta abbottonata fin sotto la gola. Le tette, enormi, ci sono davvero.
Dopo un secondo d’imbarazzo tipico del primo incontro dal vero di una conoscenza in chat, ci scambiamo due baci e un sorriso. Eccoci qui, eccomi qui, in un posto che non conosco, con una persona che non conosco, che non trovo molto attraente ma che mi sta dominando con lo sguardo. E sono qui, da vero porco, per le sue enormi tette’
Non parliamo molto, lei si attacca al mio braccio e cominciamo a camminare. Mi chiede giusto del viaggio, se sono deluso da lei (le dico, in tutta sincerità, che ancora non so risponderle’) e intanto vedo che mi conduce verso il mare, verso una spiaggia’
Non oso chiederle che programmi abbia, mi lascio guidare, ora sulla sabbia, verso degli scogli. Saranno le 17, non si vede un’anima in giro, solo in mare si vede qualche pescatore in barca. Lei ora mi conduce oer mano, stiamo camminando sugli scogli neri, verso il mare, sembra conoscere bene questo posto. Arrivati alla fine della scogliera c’è un gruppo di scogli più basso, un angolo appartato tra Vesuvio e mare, un posto fantastico. Mi siedo, e lei si siede di fronte a me.
Non parliamo, lei mi guarda e basta.
Passa un minuto, credo, mi perdo in quegli occhi. E non mi accorgo che le sue mani stanno scorrendo sui bottoni della sua camicetta. I suoi occhi si abbassano, e mi guidano verso la camicetta ormai quasi del tutto aperta, e verso la scollatura più generosa che abbia mai visto. Oh cavolo, sono davvero enormi come diceva! Ancora non parliamo, ma il suo sguardo mi dice di avvicinarmi mi guida a pochi centimetri da lei.
Ora mi prende le mani, e se le posa sui fianchi’ come se eseguissi un numero certo ma mai provato, le mie mani scorrono da sole sulla sua schiena mentre continuo a sostenere il suo sguardo. Arrivo al reggiseno, e senza pensarci troppo lo slaccio. Assia mi aiuta, sfilando un braccio alla volta, anche dalla camicetta, che poi reinfila. Ecco, ora i suoi occhi mi dicono di abbassare il mio sguardo, e non vedevo l’ora: che spettacolo!
Tonde, enormi: le areole dei capezzoli saranno grandi quanto un cd, penso, di un rosa chiaro ma netto. La pelle è liscia, senza una smagliatura, nonostante l’evidente peso.
– Ora toccami.
Le mie mani fredde incontrano i suoi seni caldi. Il mio tocco è leggero ma cerco di ricoprire tutta la superficie che posso, di raccogliere a piene mani tutto quel ben di dio. Adesso sono quei capezzoli grandi e turgidi ad attirare il mio sguardo, non vedo altro, non esiste altro, al mondo. Le barche, il sole alle nostre spalle, le centinaia di migliaia di anime che gravano su questo grande golfo di Napoli: sono al centro di questo universo, e mi sembra di stringere tra le mani il centro di questo universo.
– Ora baciale ‘ mi dice, – leccale – , insiste.
Lo so, sembra un ardito ed improponibile parto della fantasia di un produttore di commedie americane. Ma sta succedendo a me, su questa spiaggia: una ragazza che conosco virtualmente da un giorno, e realmente da meno di 30 minuti, mi sta ordinando di leccarle le tette, le tette più belle mai viste prima. Ed è solo l’inizio.
Sto ancora lottando con il peso e la grandezza di quelle enormi delizie, che ecco che mi dice che vuole scopare. Qui? Sulla spiaggia? Di giorno?
Proprio qui, adesso.
Non aspetta un mio parere, si richiude la camicetta e mi prende la mano. Ci alziamo , e torniamo verso la sabbia, ma non verso la strada.
Puntiamo verso una piccola duna, dove i pescatori hanno tirato su le piccole barche e le reti.
La spiaggia sembra ancora deserta, ma sono considerazioni che la mia ospite non sembra nemmeno lontanamente fare. Superiamo la duna, e ci ritroviamo in un altro piccolo angolo appartato che questa sorprendente spiaggia ha da offrire.
Io mi siedo, ma lei no. Si sta slacciando i pantaloni. Istintivamente guardo a destra e sinistra per vedere se arriva qualcuno, e intanto lei ha già abbassato jeans e mutandine (non ho nemmeno idea di che biancheria indossasse!). Apre anche la camicetta e resta così, in piedi per qualche secondo, con la camicetta aperta e i pantaloni abbassati alle caviglie. Sarà l’eccitazione o non so cosa, ma penso di averla giudicata troppo male prima: è alta, piacevolmente formosa anche sui fianchi e le cosce, e quegli occhi’ sono bassi ora, e mi sfuggono’? Ora è impacciata, non sa cosa fare, è li nuda davanti a me e non sa cosa fare.
Ora sono io che cerco i suoi occhi
Mi alzo, prendo le sue mani, sono davanti a lei, e la bacio. C’è un desiderio di dolcezza nelle sue labbra: ora è timida, la ragazza sconosciuta nuda davanti a me, sulla spiaggia.
Ci abbracciamo e ci baciamo, lei nuda e io vestito.
Sono tremendamente eccitato.
Continuo a baciarla, e la stringo a me. Sento i suoi seni grandi e duri contro il mio petto, ora accarezzo il suo sedere’ ed ora lentamente comincio a insinuare una mano davanti, tra le sue cosce. Mi aspettavo si ritraesse un po’, e invece schiude leggermente le gambe, con un piccolo sospiro, e allora accarezzo più forte’
Si scosta un po’, mi sorride, e mi guarda. Eccola tornata, la sua sicurezza, eccolo di nuovo il suo sguardo magnetico!
Ora sono le sue mani a muoversi sulla mia cinta, ci litiga un po’ e finalmente mi apre i pantaloni, e subito giù anche i boxer.
– Guarda ora ‘ mi dice
Si inginocchia, mi tiene entrambe le mani su cazzo e palle. Comincia a leccare molto lentamente il glande, un tocco leggerissimo e lento. Metto le mani sulla sua testa, ma non le impongo alcun ritmo, le lascio esprimere il suo talento’
Ora la sua lingua insiste di più, più forte e più veloce, poi finalmente comincia a succhiarmelo: la giusta pressione delle labbra, un fantastico tocco di lingua’ il pompino perfetto!
Si stacca, continua a leccarlo guardandomi negli occhi, e poi si gira
– Prendimi da dietro, scopami a pecora
Vorrei leccargliela anch’io, ma è già in posizione, vuole il mio cazzo, e io non la faccio attendere.
Sono in ginocchio dietro da lei, che si gira per guardarmi. Struscio il glande sulle sue labbra depilate, si bagna in fretta, ed entro. Ha una fica davvero stretta, ma calda, bollente, e il suo bacino mi segue, inghiotte il mio cazzo.
Spingo piano, lentamente, aspettando che la fica si dilati per bene, e quando la sento più rilassata comincio a pomparla forte. Ora la tengo per i fianchi, e lei non mi guarda più, la sua testa è appoggiata sulla sabbia, sulle braccia conserte. La sento gemere, forte, mentre mi sbatte il culo contro. Sento la sua fica stringersi di nuovo, contrarsi, e bagnarsi ancora di più.
Voglio venire anch’io, ma non nel preservativo, così esco dalla sua fica bagnata, mi alzo e mi sposto davanti a lei. Sfilo il preservativo, lei è ancora a pecora, e adesso ha il mio cazzo in faccia. Mi guarda.
– Vuoi sborrarmi in bocca?-
Non aspetta una risposta, adesso il suo pompino è senza leccate, senza preliminari, dritto in gola, tutto in gola. Pochi minuti di quel fantastico lavoro di bocca, e vengo, copiosamente, dentro di lei’