Skip to main content
Racconti Erotici Etero

Buonasera don

By 11 Settembre 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Erano le 21.00 passate e l’orologio non avrebbe più permesso a chiunque di bussare alle porte degli appartamenti per la consueta benedizione natalizia, così una volta entrato in ascensore premette il tasto che l’avrebbe riportato al piano terra per poi dirigersi solitario verso casa, ma prima di arrivare all’ingresso il mezzo fece una sosta al secondo piano e una volta aperta la porta entrò la figlia di Gianni, un negoziante del paese che assieme a tutta la sua famiglia aveva da sempre partecipato con passione a molte attività oratoriali.
Quando Ilaria si presentò davanti ai suoi occhi il sacerdote non riuscì a trattenere lo sguardo e sentendosi quasi obbligato la dovette guardare per tutta la sua statura, gli pareva leggermente più alta di quanto se la ricordasse e sotto la luce bianca del neon sembrava quasi un’altra persona. Incuriosito da questa particolare sensazione la osservò con più attenzione e si accorse che i capelli lisci e neri erano tutti tirati dietro alle spalle tenuti insieme da due mollette bianche, la matita scura risaltava i suoi grandi occhi verdi mentre il resto del trucco rendeva il suo candido viso ancora più morbido, la sua bocca, invece, era contornata da un lucidalabbra velato da brillantini che risplendevano ad ogni suo movimento unendosi in un amabile gioco con lo scintillio dei grandi orecchini tondi che risaltavano ancor di più la sua provocante acconciatura. Nonostante fosse vestita in modo tremendamente sexy non pareva volgare, la giacca corta e nera partiva dal collo avvolgendolo con una fascia di pelliccia bianca e poi scendeva sul suo torso ammorbidendo le vistose curve sul petto, le gambe invece erano perfettamente allineate e si slanciavano sinuose sotto la leggera minigonna nera che mostrava tutto il loro splendore, i collant scuri esaltavano ancora di più la sensualità della ragazza che terminava con degli splendidi stivali neri completi di un tacco molto alto. Aveva 23 anni ed era al culmine della bellezza, il suo sorriso sincero e praticamente perfetto riusciva a farla apparire ancora più splendida di quello che era e non sarebbe servito nemmeno il delicato profumo femminile che aleggiò nel piccolo locale per far impazzire i sensi del religioso, ma la fragranza che arrivò alle narici del prete aveva reso l’atmosfera ancora più inquietante.
Con un riso sorpreso, ma nello stesso tempo malizioso, la ragazza esclamò “buonasera don” ben sapendo come l’istinto maschile suscitasse un inevitabile interesse nel momento in cui si faceva apprezzare per tutta la sua femminilità, “ciao Ilaria”, rispose il prete leggermente imbarazzato dall’essere stato colto in flagranza di reato mentre si rendeva conto che una confessione prima del natale sarebbe stata d’obbligo per rimanere puro di fronte a Dio.
Non voleva però far credere alla ragazza che l’avesse osservata per un suo scopo personale pertanto cercò di confondergli i pensieri: “Allora stasera esci con il ragazzo, ma così non è un pò troppo?” lei sorrise nuovamente: “no don ti sbagli, mi sono lasciata con Luca e ora vado a casa di Alice per poi andare a ballare, ma non ho intenzione di commettere alcun peccato” il prete si mise a ridere e poi aggiunse “dovrebbe essere sempre così, Dio ti vede bella per quello che sei, non per come ti comporti” “ma l’uomo non la pensa come Dio” ribatté lei lasciando nuovamente una leggera titubanza nell’espressione del sacerdote. La giovane sapeva perfettamente cosa stava facendo, aveva sempre provato uno strano piacere insieme ad una particolare eccitazione nel vedere gli uomini cadere fra le sue parole assecondandola in ogni frase solo per permettersi di osservarla ancora, e lei si crogiolava fra le sue perversioni sentendosi tremendamente bella e potente di fronte alla voglia di sesso degli spettatori, poteva chiedere qualsiasi cosa ed essere accontentata, poteva anche scoparseli se avrebbe voluto e nello stesso modo lasciarli andare via tremendamente eccitati sapendo che quella sera avrebbero pensato solo a lei. Ma qui c’era davanti un prete, tutto sommato sempre un uomo, ma che per vocazione non poteva permettersi di averla, eppure, dopo aver analizzato lo sguardo del prevosto, ebbe un forte brivido e presero vita pensieri di scene private che soltanto il suo segreto sapeva che erano esistite, immagini troppo eccitanti per non provare a tentare di realizzarle.
Il silenzio per un attimo calò sopra le loro teste, le porte si aprirono e i due uscirono dall’ascensore, lei si avvicinò di pochi centimetri verso il sacerdote e mentre lo scalpitio dei tacchi rimbombava sotto l’androne accennò un discorso molto cordiale sul clima per aprire una conversazione durante il percorso che li avrebbe portati fino al cancello: “fa freddo stasera Don vero?” “si molto, questo è davvero un inverno molto freddo” subito dopo il prete pensò che forse Ilaria avrebbe voluto un passaggio fino a casa dell’amica visto il modo in cui era vestita e immaginando la lunga strada “vuoi un passaggio?” le chiese, e gli occhi di lei si illuminarono accettando senza esitare, solo dopo la risposta di Ilaria il religioso si accorse dell’errore e della tentazione che avrebbe avuto nel momento in cui la ragazza si sarebbe seduta al suo fianco, ma tutto sommato pensò che il peccato era già stato commesso e che riguardare non avrebbe creato altri problemi con il Signore.
L’uomo riprese subito il discorso scacciando quei pensieri “a parte la retorica cristiana, ma visto il modo in cui sei vestita stasera rischi di prenderti l’influenza con questo freddo!”, “come ti ho detto prima i ragazzi non vogliono vedere la donna con una veste lunga!” ribatté lei quasi scocciata, “ma non avevi detto che non volevi pensare ai ragazzi stasera?” “si, ma come si fa a non pensarci, se c’è un bel ragazzo l’occasione va colta al volo” stupito dalle risposte decise da parte della giovane il prete manifestò il suo disappunto dicendole “non ti facevo così intraprendente sai, quando sei in oratorio hai tutto un altro aspetto”, la ragazza si accorse che la discussione stava prendendo una giusta piega e la cosa la rendeva particolarmente euforica, pertanto rispose immediatamente: “sono più intraprendente di quanto lei crede” ma il sacerdote non cadde nella trappola: aveva capito che il comportamento di Ilaria in oratorio era ben diverso da quello serale dove sostituiva l’idea di brava ragazza con la provocazione continua “dovresti essere anche meno carnale e meno provocante, l’amore è un’altra cosa e dovresti provarla” “credimi, so cos’è l’amore ma ahimè la tentazione a volte è troppo forte” e dette queste parole la ragazza aprì la portiera accomodandosi nella fiat punto.
Gli interni dell’automobile erano semplici e mal curati, il cruscotto di plastica grigio scuro era pieno di polvere e i tappetini distesi in modo disordinato erano ricoperti da molteplici granelli di sabbia; i sedili invece non avevano quelle sporgenze avvolgenti presenti su tutte le macchine sportive nelle quali era abituata a salire e l’odore dell’ambremagique alla vaniglia non riusciva a sovrastare il suo dolce profumo, tuttavia si sentì subito a suo agio e si mise comoda distendendo le gambe per metterle bene in vista, voleva essere ancora guardata, voleva vedere se la tentazione maschile era forte anche per un prete e rimase per pochi secondi seduta sola in macchina attendendo impaziente l’arrivo del curato, ma non appena il sacerdote aprì lo sportello il suo dubbio venne chiarito: gli occhi del sacerdote per pochissimi istanti percorsero ancora una volta il nylon delle calze e lei si lasciò scappare un sorriso maligno coscente che se fosse stato un uomo normale si sarebbe già sottomesso ai suoi voleri, ma qui si trattava di un prete e doveva ancora capire quando la volontà del rifiuto avrebbe ceduto dinnanzi ai suoi sogni.
Il religioso riprese il colloquio subito dopo aver acceso l’auto: “la tentazione va eliminata non assecondata!” lei, invece, osò ancora di più, voleva intuire se era scaltro e disponibile e perciò gli disse: “ma anche tu cedi qualche volta…” ma non terminò la frase facendogli così immaginare il finale. Il prete offeso e impaurito dal fatto che lei avesse nuovamente percepito le intenzioni dei suoi sguardi rispose con una domanda “cosa vorresti dire?” seguì solo un secondo di silenzio, Ilaria non sapeva se svelare il tutto o se giocare ancora un pò, se era troppo presto oppure il momento giusto per calcare la mano, ma poi dato che il viaggio sarebbe stato molto breve prese coraggio e si convinse che o sarebbe andata come voleva oppure tutto sarebbe comunque rimasto racchiuso nelle sue fantasie: “mi hai guardato più di una volta stasera….” e si girò verso i suoi occhi per incontrare l’espressione impaurita e disagiata di un uomo che non dovrebbe peccare, ma che aveva già ceduto per più di una volta in pochi minuti. Lei con molta malizia gli rispose con uno sguardo particolarmente provocante: l’aveva colto nel segno, l’aveva lasciato senza parole, aveva scoperto il suo peccato e dunque si preoccupò di tranquillizzarlo “non ti preoccupare, so che sono bella, poi sono donna e tu sei un uomo e quindi ci sono abituata..”, ma nonostante il tono di voce molto basso il prete diventò più imbarazzato di prima e si trovò davanti a delle scuse le quali si conclusero con un secco rifiuto: “e chi ti dice che non mi piaccia, lo hai detto tu, sono intraprendente” “Ilaria!” fu il rimprovero dell’uomo, ma il desiderio ormai lo turbava, aveva il cuore che balbettava un misto fra paura ed eccitazione: quella ragazza così bella e sexy lo stava facendo vibrare e per un attimo desiderò di possederla. Lei ,invece, rapita dal gioco riprese la conversazione “come fate voi preti a rimanere casti?” “è difficile, ma la tentazione va respinta” e con voce sensuale Ilaria gli chiese “respingeresti anche me?” a quella domanda il prete diventò paonazzo: “no” pensò, ma in realtà doveva essere un “si” e ripensò ancora, troppi secondi di silenzio e lei comprese tutto, appoggiò la sua dolce e delicata mano calda su quella del sacerdote che teneva la leva del cambio, lui sospirò come se volesse far esplodere tutti gli insegnamenti della dottrina cristiana, ma le sensazioni e i brividi che correvano sulla schiena fermarono le parole, lei invece sorrise compiaciuta, lo guardò nuovamente negli occhi dove riconobbe la paura di provare nuove emozioni, pertanto prese la grande mano del religioso posandola sulle sue gambe lisce e volutamente fece uscire un soffice gemito che rappresentava il sussulto che le percosse lo stomaco, era tremendamente eccitata dall’atmosfera che aveva creato, pensava ad un prete che non aveva saputo rinunciare alla bellezza del suo corpo e che era riuscita a far esplodere l’istinto maschile anche di chi non poteva permettersi di lasciarselo scappare.
Il collant rendeva il tutto gradevole al tatto, invogliava la brama del religioso che avrebbe desiderato passare la mano sulla coscia d’Ilaria massaggiandola con forza, voleva prenderla e stringerla fra i polpastrelli per sentirla sua ma la paura di esagerare prese il sopravvento e si limitò solo ad una piccola carezza, la ragazza però accompagnava ancora i gesti dell’autista con le sue sottili dita e fece un cenno a salire verso l’inguine, lui non esitò: strinse con più forza provocandole un’altra palpitazione e la mano robusta iniziò ad ascendere lentamente fra le espressioni di piacere d’Ilaria: “continua…, vieni su così” disse lei quasi sussurrandolo provocandogli così l’immediata erezione, la voce della ragazza, infatti, era particolarmente eccitante e piena di piacere e lui avrebbe continuato ad avanzare sulla coscia solo per il particolare sapore che aveva il suono delle sue parole.
La gonna che si spostava seguendo i gesti del sacerdote metteva sempre più in mostra la carnagione chiara della ragazza, la pelle era particolarmente liscia e soffice dando un’idea immaginaria di quella delicatezza che insieme al lento movimento per avanzare verso l’interno della gamba gli fecero venire la pelle d’oca. Ormai era arrivato all’altezza dell’inguine, non riusciva ancora a vedere il tipo di perizoma indossato ma poteva sentire sul dorso della mano il calore che ne usciva e per un attimo si stupì di percepire la leggerezza dell’intima stoffa a lato delle sue dita, arrossì immediatamente credendo nuovamente di aver esagerato e sperava che quella dolce sensazione fosse solo frutto della sua immaginazione, sperava che lei non avesse avuto la medesima percezione e che non lo rimproverasse per aver abusato della sua cortesia: in quel istante avrebbe voluto soltanto togliere la mano per non ricadere ancora nell’imbarazzo, ma l’ardore che aveva avvolto le sua dita era più il deciso dei suoi desideri per cui rimase in quella posizione curioso di scoprire se il piacere sarebbe andato oltre.
La macchina procedeva distratta su una strada secondaria completamente avvolta dalla brina, i fari si rispecchiavano sul ghiaccio illuminando più del solito il contorno del marciapiede e il rumore cupo del motore indicava l’andatura lenta della punto; il ticchettio della freccia inserita, invece, continuava a martellare il vetro del cruscotto ma la concentrazione dei due occupanti non permetteva di udire alcun suono al di fuori dei loro piaceri. Fortunatamente il generale inverno giocò a loro favore, il gelo che aveva già attanagliato le autovetture parcheggiate ai lati della carreggiata avrebbe fatto rinunciare chiunque volesse uscire per fare anche una breve passeggiata, così anche il tenue traffico serale era praticamente ridotto al nulla e tutto si svolse senza essere notati da alcun occhio indiscreto.
La mano prensile che percosse l’interno coscia d’Ilaria era un turbine di scosse che salivano con essa, anche la percezione di essere sempre più scoperta mostrando la sua carne la stimolava più del dovuto,ma nel momento in cui il prevosto arrivò vicinissimo alla sua fica si fermò: ‘dio toccami!’ esclamarono i suoi pensieri rapiti dall’incredibile eccitazione, però dalla bocca sensuale non uscirono parole, si limitò soltanto a mordersi delicatamente il labbro superiore per poi percorrerlo con la punta della lingua contrastando la naturale essiccazione. Fu solo allora che i pensieri razionali ripresero ad esplorare tutta la sua pelle rimettendo ordine ad un corpo che si era emozionato più del dovuto lasciandola stupita e quasi imbarazzata poiché non l’era mai successo di essere così bagnata nei primissimi preliminari, eppure questa volta la provocazione, seppur breve, aveva sorpassato i suoi limiti e non sarebbe riuscita a fermare il desiderio di sentire le grandi dita del suo uomo tormentarle il clitoride, voleva ardentemente che lui giocasse con il proprio intimo, voleva farlo eccitare insieme con lei in modo da reprimere ogni suo eventuale rifiuto e mentre i maliziosi pensieri scorrevano veloci i suoi grandi occhi riuscivano solamente a fissare lo sguardo voglioso del prete.
Si ricordò per un attimo che le sue dita guidavano ancora la mano del religioso che strinse a se in modo da prevenire ogni eventuale mossa errata, mentre osservava divertita il viso impaurito dell’autista si face scappare un sorriso tentatore che già si pregustava i fremiti futuri e con l’altra mano si spostò delicatamente il perizoma, poi dolcemente impartì il suo ordine: ‘vai su e giù’ rapita dall’immaginario entusiasmo colto appena prima di percepire le reali sensazioni di piacere, subito dopo accompagnò delicatamente le dita del sacerdote verso il sesso per poi spingerle bruscamente fra le sue calde labbra e nonappena sentì nel suo intimo il fervore maschile mollò immediatamente la presa lasciando così libero arbitrio alle fantasie del prevosto. Il dito medio del sacerdote percorse lentamente dal basso verso l’alto la sua fessura umida provocandole un susseguirsi di brividi violenti che salivano vertiginosamente la spina dorsale, i polmoni rimasero senza respiro fino a che il polpastrello sfiorò il clitoride facendola tremare e istintivamente la sua bocca si aprì per prendere l’aria che finora era mancata creando un soffice suono che rappresentava tutto il suo piacere; l’ossigeno appena inspirato schiarì le emozioni intense apparse nella sua pelle e con le ultime forze riprese il controllo di se portando la sua mano impulsiva sul polso dell’uomo trattenendolo con prepotenza, la mente, invece, rinvenendo dal suo torpore stilò parole in modo molto sensuale: ‘continua lì’ così’ e immediatamente lo stimolante dito del prete iniziò a giocare con la parte più erotica del suo corpo, il moto perpetuo che scorreva fra il suo piacere aumentava sempre d’intensità e lei muoveva leggermente il ventre assecondando le mosse del suo amante, socchiuse gli occhi e si abbandonò sul sedile per assaporare i dolci sapori che le stavano percuotendo il palato, le sue mani avvinghiavano il sedile per sedare la loro voglia di passare sopra la sua carne e i denti stringevano le labbra quasi a sopprimere la vellutata sofferenza che la faceva godere, involontariamente iniziò ad isolare il mondo esterno concentrando tutti i suoi pensieri sui sensi del corpo già completamente concesso al piacere del religioso e immancabilmente, come un lampo, si alzò quel desiderio di essere presa con forza per sedare la bramosità del suo amante.
Poteva captare i sogni del sacerdote che crescevano insieme al ritmo del suo dito, sentiva sempre di più il suo petto duro formicolare di tentazione e avrebbe desiderato essere toccata dalla mano maschia per viziare anche quella voglia sempre più sfrenata, ma gli ordini del suo uomo imponevano solo al clitoride di godere del suo desiderio facendola cadere sotto la perversa mania virile che non assecondava ogni suo capriccio. La sua mano, invece, cedette alla tentazione e mollò la presa sul sedile portandosi sopra la giacca per stringere forte il seno” troppo presto’ pensò, e con un grande sforzo aprì le palpebre in modo da percepire nuovamente il mondo esterno che l’avrebbe aiutata a scacciare l’impulsività lasciando il posto alla riflessione, sorrise nuovamente immaginando le intenzioni che la proiettavano ad un immediato futuro e dunque fermò il dito del prete.
Lui ne rimase sconcertato, non capiva se aveva sbagliato qualcosa oppure se la ragazza aveva deciso di terminare i giochi una volta scoperto che poteva prendere possesso anche degli istinti di una persona votata alla castità, ma i suoi dubbi svanirono appena incontrò l’espressione divertita e maligna di Ilaria che nascondeva le perfide immagini appena fantasticate. Lei ripose la mano dell’autista sulla leva del cambio per poi solleticare il braccio maschile sfiorandolo con le proprie unghie e mentre la sua bocca si avvicinava lentamente all’orecchio del sacerdote fece un breve respiro sussurando il comando ‘adesso io e te andiamo a casa tua’ e, approfittando anche del leggero smarrimento del sacerdote che non fece alcun cenno, passò delicatamente la punta della lingua sul collo mascolino che con un movimento fulmineo assecondò le gelide sensazioni. Socchiuse per un attimo le palpebre assaggiando ogni piccola sfumatura del gusto che lasciava la pelle vigorosa sulle sue labbra, si lasciò rapire anche dal profumo naturale dell’uomo che ogni volta la drogava stringendola a se come in un morsa. Un attimo e si fermò sgranando gli occhi: ‘accelera!’ fu l’ultima parola pronunciata in quella macchina.
Davanti alla casa parrocchiale sembrava ci fosse uno strano silenzio, tutto era relativamente calmo dato l’orario che spezzava perfettamente la cena con i preparativi per la serata, si intravedevano soltanto le luci delle case attraverso le fessure delle tapparelle abbassate che rasserenarono il prevosto poiché c’era meno possibilità di essere notato con la ragazza ed egli sapeva anche che nel caso ci fossero stati sguardi indiscreti poteva sempre dire che la giovane era andata da lui per aiutarlo a preparare il classico programma domenicale dileguando così ogni possibile sospetto. A tenerlo sulle spine però era il silenzio di Ilaria che pareva determinato e sicuro senza lasciar sfuggire nessun pensiero, appena parcheggiò la macchina lei scese in fretta senza guardarlo e con il solito passo deciso lo distanziò portandosi subito davanti al cancello d’ingresso. Intimidito da quella energia il sacerdote cercò più volte gli occhi della giovane che ogni volta evitava di proposito il contatto visivo, solo dopo aver aperto la porta di casa come un perfetto cavaliere lei ricambiò la cortesia lasciando un tenero sorriso per omaggiare il gesto gentile del suo accompagnatore.
La casa era piuttosto buia ma ben arredata, la grande passione del prete per l’antiquariato metteva in risalto la bellissima fattura dei mobili rustici tutti fatti in legno massello e tenuti alla perfezione, su ogni ripiano era presente un centrino bianco e i numerosi soprammobili erano tutti in cristallo, argento e alluminio lucido, mentre l’aria aveva il sapore di cera neutra che rendeva la mobilia perfettamente lucida. Per un attimo Ilaria pensò che quel arredamento era sinonimo di lussuria e i suoi diabolici pensieri collegarono quella sensazione alla tentazione carnale del religioso rafforzando l’immagine peccatrice che si era creata analizzando le abitudini del sacerdote, pertanto ne uscì nuovamente la curiosità di provare a percepire nuovamente l’eccitazione provocata dal proibito e liberò tutta la sua malizia: camminò verso il salotto buio facendo oscillare la gonna in modo da attirare lo sguardo su di essa, si fermò davanti al soggiorno e passò delicatamente la mano sul divano in microfibra per solleticare il tatto grazie alla soffice tenerezza che traspirava dal particolare tessuto, rimase a guardare interessata la mobilia e fissò la scacchiera in legno con i pezzi posizionati su una partita non finita, dietro di se poteva scorgere il suo uomo mentre appoggiava l’aspersorio finché la luce non si accese per far apparire il giallo tenue che colorava i muri mettendo in risalto la perfetta replica della Notte Stellata di Vincent; “puoi accendere anche la luce se vuoi” disse con voce divertita il sacerdote convinto che una volta a casa fosse lui a guidare i giochi della coppia, ma scacciò quell’idea appena vide Ilaria irrigidirsi, lei si girò di scatto come se qualcosa l’avesse punta nell’orgoglio e con fare molto deciso avanzò verso il prete facendo tuonare i tacchi sulle piastrelle lucide. Senza distogliere lo sguardo dagli occhi impauriti del prevosto spense nuovamente la luce e fece un ultimo passo, ormai erano faccia a faccia in una distanza troppo compromettente per chiunque, entrambi sentivano il profumo dell’altro e potevano persino ascoltare il proprio respiro passare attraverso quell’atmosfera tagliente, l’occhiata molto severa di lei in opposizione ai dubbi di lui la rendevano ancora più accattivante rispetto a come appariva un momento prima, Ilaria teneva i suo grandi rubini puntati sugli occhi castani del prete che prima abbassò lo sguardo e poi osservò dubbioso la caparbietà della giovane donna, pochi istanti irresistibili e la voglia sfrenata prese il sopravvento, Ilaria si aggrappò alla camicia nera dell’uomo tirandola verso di se e successivamente posò con veemenza le sue labbra su quelle dell’amante, in quel bacio non riuscì a sentire il tremolio e i brividi che le bloccavano lo stomaco e che le facevano saltare il cuore come quando baciava Luca, ma percepiva un senso di superiorità che prendeva una forma tremendamente eccitante, le emozioni che padroneggiavano erano solamente dovute al tatto che conquistava la passione sulle labbra, nella lingua e che scorreva fino al sesso già eccitato dall’incontro con le dita. Non era certo il primo bacio per entrambi, le labbra si alternavano con estrema facilità al gioco forte del desiderio e la sintonia era troppo precisa per essere casuale creando un movimento delicato e impudente allo stesso tempo insieme a quell’avidità di chi vuole raggiungere il piacere puramente fisico.
Le braccia della ragazza si staccarono dal vestito e scivolarono dietro il collo del sacerdote per poi abbandonarsi al piacere del sapore che aveva afferrato il palato, lui istintivamente prese i fianchi della giovane e li portò a contatto con il proprio corpo, poi delicatamente iniziò a passare le mani sulla schiena di Ilaria e lentamente scese verso i glutei. Questa volta non c’era stato bisogno di una guida, la ragazza aveva risvegliato completamente l’indole del maschio che aveva di fronte, si faceva toccare con la voglia di essere presa fra le sue mani e dondolava il ventre trovando la completa provocazione fra le voglie del padrone di casa: le dita dell’uomo scavalcarono la gonna e si infilarono all’interno per ritrovare il contatto con la pelle privata; un sussulto le percorse il sesso, “prendimi” sembrava gridare il suo desidero, ma la ragione le suggerì di staccare il bacio.
Fece un giro su se stessa quasi danzando in una musica che scorreva fra le sue fantasie sotto l’effetto euforico di una scossa più divertente di quella che aveva immaginato, questa volta sorrideva contenta, era sicura di essere arrivata al punto di non ritorno, tanto è vero che non aveva più bisogno di essere provocante per stanare la virile morbosità del suo compagno, poteva avere tutto e rimanere tranquillamente se stessa, felice solo al pensiero per quello che avrebbe preso di li a poco. Si tolse velocemente il giubbotto lanciandolo sul divano scoprendo l’indescrivibile soavità della sua camicetta bianca, lui la osservava da dietro scoprendo i dettagli formosi che il tessuto lasciava trasparire, era leggermente aderente sulle spalle e poi scendeva stretta sui fianchi senza forzare la fisionomia, si poteva facilmente immaginare il ventre perfetto della giovane che era esaltato dal bianco del vestito indossato, e mentre i suoi occhi scrutavano contenti un corpo rubato ai sogni erotici Ilaria si voltò verso di lui: i quel momento il prete fece fatica a deglutire, lo sguardo venne rapito dalle braccia fini che terminavano sui larghi polsini allacciati, il colletto invece era sottile e apriva i primi due bottoni che lasciavano intravedere il decolté anticipando un seno alto, prosperoso e poco ingombrante, sostenuto da un reggiseno in pizzo bianco che si intravedeva nella leggera trasparenza lasciata dalla camicia. Il lucidalabbra sulla bocca rendeva il sorriso sincero ancora più splendido; ogni movimento della giovane pareva rallentare il tempo e qualsiasi mossa faceva parte di un quadro impressionistico di una raffinatezza unica, era la bellezza a rappresentare le linee di un fisico superiore alla sola visione e pareva rasentare una perfezione che pochi avevano avuto il piacere di descrivere, era come sentirsi piccolo di fronte alla vastità del mondo e non capiva come tutto questo poteva provocare quella felicità che i suoi occhi e il suo cuore si lasciavano sfuggire in modo troppo sincero, e soprattutto, non comprendeva se era in grado di sostenerla.
Si presero per mano e scivolarono sul divano distesi l’uno sopra l’altra in un silenzio assordante fatto da pensieri comuni che venivano espressi in contemporanea, le dita scorrevano leggere accarezzando i visi mentre gli occhi si fissavano fra voglie e apprensioni che vibravano nello stomaco e terminavano fra le mani le quali scorrevano delicatamente nei capelli attraversando il collo e solleticando l’anima, risero entrambi prima di essere prede di un bacio pieno di sentimento.
Il respiro si fece più affannoso e il desiderio sembrava passare nelle vene rendendole più focose, la frenesia slacciava velocemente i bottoni delle camice che impedivano di osservare il corpo tanto atteso e una volta finito allargarono il tessuto soffermandosi a guardare bramosi la pelle del partner, strinsero i denti e deglutirono ancora con fatica, poi con decisone presero possesso della carne facendo scorrere le mani attorno al torace per lenire la voglia del tatto. Ilaria si morse il labbro inferiore quando ebbe nel palmo la sensazione di un petto villoso e ben curato da una discreta fisionomia muscolare molto mascolina, inoltre, sebbene la pelle fosse comunque morbida, le dava l’idea di caparbietà che aveva sempre cercato ma che finora non aveva mai trovato fra i ragazzi avuti. Il prete, invece, non riuscì a respirare quando sentì fra le dita la delicatezza di un corpo vivo che modellava tutte le statue in pietra finora vedute, possedeva una tenerezza che appariva in ogni centimetro percorso dalla sua mano, chiuse gli occhi e evitò di proposito il seno passandoci a lato, scese sul ventre sempre più velocemente e staccò le mani simultaneamente con quelle della ragazza per poi aprire le palpebre osservando così l’espressione della giovane, risero insieme per i gesti in contemporanea che stavano sintonizzando l’orchestra che avrebbe composto l’opera migliore che avesse mai suonato.
Ancora un piccolo bacio prima di dare vita alla sinfonia in modo tale da imprimere il loro sapore sul proprio palato e poi i polpastrelli del prete iniziarono a percorrere la schiena della ragazza per raggiungere l’attaccatura del reggiseno il quale si liberò di scatto sciogliendo i suoi capricci, con molta prudenza il sacerdote le tolse l’intimo e rimase fisso sulle alture che li si presentarono davanti, non poteva credere che fra qualche attimo avrebbe preso possesso delle fantasie nate nell’ascensore anche se era troppo presto per esprimerle tutte nella loro durezza, perciò riportò la concentrazione sul collant della ragazza accarezzandolo appena sopra il ginocchio, l’andatura verso l’alto del dito leggero era decisamente più lenta di quella in automobile e Ilaria riusciva a percepire distintamente ogni fervore che passava sulla pelle, con lo sguardo scrutava gli occhi del religioso i quali erano concentrati sulla bellezza delle gambe appena dominate e parevano volersi prendere tutto quello che il corpo femminile riusciva a concedere, egli giocava maliziosamente con le voglie della giovane e ardeva nei pensieri mentre il dito percorreva l’interno coscia, ma una volta arrivato all’inguine si staccò come a chiedere in silenzio se era possibile andare oltre. Ilaria sorrise soddisfatta per l’opera del sacerdote e allargò le gambe per concedere il piacere della sua carne, ma l’amate ignorò appositamente il gesto per provocare la giovane passando soavemente l’indice sulle labbra rosa che lei solleticò con la punta della lingua, successivamente il dito riprese a scendere lentamente attraverso il collo e iniziò a percorrere il suo decolté avvicinandosi flemmatico al seno, la punta del polpastrello leggermente umida lasciava dietro di se una traccia di ghiaccio che contrastava con il calore della passione quando, con estrema calma, scivolava fra i capezzoli sfiorandoli per infuocarli all’istante; Ilaria strinse con forza il labbro inferiore cercando di trattenere il gemito scaturito dal brivido partito dal petto, ma non si accorse che immancabilmente emise comunque il suono sensuale e, impulsivamente, socchiuse gli occhi abbandonandosi nella morbidezza del divano. Ormai era rapita completamente dalla sua eccitazione, dalla pelle partiva l’esigenza di gustare tutto il sapore del sesso e le dita del sacerdote che stuzzicavano sapientemente le estremità del seno erompevano in sussulti e formicolii che danzando nella giovane anima mordevano ogni tentavo di resistenza imprigionandolo nelle fauci dell’erotismo.
Lui invece si divertiva a spaziare la sua malignità su un corpo di cui era l’unico proprietario, sapeva perfettamente che ogni suo gesto veniva percepito attraverso sconfinati fremiti sensuali, sapeva che lei si concedeva in tutto il suo splendore per essere dominata dai capricci erotici della sua mente e ne gustava ogni momento ascoltando i piaceri di Ilaria che uscivano sottoforma di soavi vibrazioni sonore che cullavano i timpani, era tremendamente eccitato dalla disponibilità della ragazza che avrebbe fatto passare la sua lingua lentamente su ogni centimetro della sua pelle per gustarsi tutto il suo sapore ed una volta uccisa la prima timidezza decise di seguire alla lettera la sua idea. Si alzò e prese con dolcezza la mano destra della ragazza portandosela sulla bocca, lentamente assaporò il dolce indice che lei aveva trascinato sulle labbra dell’uomo mentre lo guardava piegarsi per apprezzare anche le parti meno erotiche della sua pelle, il leggero solletico che la superficie della lingua provocava sui suoi morbidi polpastrelli arroventava ancora di più la sensazione di sudditanza che era impressa nei suoi pensieri: osservare come veniva apprezzata in ogni sua piccola parte faceva ardere tutto il suo piacere più intimo.
Il sacerdote giocò prima con il dito e poi con l’intera mano assaporando lentamente ogni singolo tratto e poi ripassando velocemente sugli stessi millimetri quasi come volesse addentare quella voglia di avere dentro se tutto il giovane corpo, flemmatico, scese sul polso soffermandosi per stuzzicare una delle parti più sensibili del piacere e Ilaria nel sentire l’inizio del vellicamento socchiuse gli occhi aprendo di un poco la bocca quasi per cercare l’ossigeno rubato dal suo piacere già tremendamente eccitato.
L’uomo aveva intenzione di prendersi cura di ogni particolare pertanto giocò maliziosamente con la propria lingua alternandola alle sue labbra per farle cadere lentamente sul braccio percorrendo un’immaginaria linea gelida che aumentava i bollori della pelle. Riusciva a sentire tutto il sapore del corpo della sua partner animata dalla follia sensuale, aveva un gusto fine che prendeva il palato e scivolava fino al sesso che piacevolmente soffriva per questa innata lentezza, sentiva il respiro di Ilaria farsi sempre più affannato per ogni centimetro percorso e immaginava i suoi occhi chiusi prendersi ogni vibrazione uscita dalla sensualità dei movimenti. La lingua sfiorò delicatamente la spalla e le labbra si appoggiarono su di essa avvicinandosi soavemente al collo, il profumo della pelle stavolta era mischiato al sapore della dolce colonia versata prima di uscire di casa, l’odore che attraversava le narici era decisamente stimolante ma il gusto dell’acqua profumata non dava giustizia alla piacevole fragranza, tuttavia, nonostante il cattivo sapore, decise comunque di lasciare il segno anche sul collo baciandolo teneramente. Ilaria deglutì con fatica prima di sollevare di poco la testa per lasciare spazio alle labbra del prete, la parte morbida della lingua lasciava una sensazione vellutata che rabbrividiva la pelle del collo e poi saliva lentamente verso la sua bocca, la lingua prima percorse il labbro inferiore e poi passò su quello superiore aumentando la voglia di prendersi nelle carezze sulla bocca, in seguito le labbra dei due amanti si sfiorarono più volte lasciandosi infine cadere in un bacio pieno di tenerezza. Appena terminato lei aprii gli occhi per osservare lo sguardo del suo uomo desiderosa di sapere se anche lui avesse avuto la stessa sensazione piacevole che le aveva invaso il palato, voleva anche comunicare tutta la sua volontà nel continuare l’eccitante gioco di lingua che lui aveva messo da parte per baciarla e trovò immediatamente il pieno assenso del prete.
Le labbra ripresero a scendere soavemente sul collo e poi passarono sul decolté, i respiri si fecero sempre più intensi man mano che il piacere cadeva verso il seno e poi si soffocarono quando la lingua sfiorò uno dei capezzoli arroventandoli ancor di più sotto il ghiaccio del piacere, il sacerdote assaggiò con pazienza i fremiti che partivano dal petto e gli udiva sentendo le note uscire dalla bocca della giovane che con gli occhi chiusi immaginava ardere nel ventre le immagini del futuro. Con forza mise le mani sui capelli del suo amante e spinse leggermente la testa verso il ventre in modo che il sacerdote spostasse più in basso le sue attenzioni. Il prete assecondò le volontà della sua ragazza e iniziò a scherzare con l’addome asciutto di Ilaria, ma mano a mano che scendeva i pensieri che riportavano le azioni future iniziarono ad essere troppo forti trasformandosi nella paura di sbagliare passi fondamentali.
Non si accorse, però, che l’istinto possedeva una forza maggiore della ragione e si ritrovò troppo velocemente sulla cinta della gonna, smise pertanto di sprofondare verso i sogni più nascosti e ancora schiavo della presa di Ilaria alzò la testa cercando di il consenso attraverso le espressioni della giovane, gli occhi della ragazza non nascondevano la voglia maligna di essere assalita dal quel gioco sensuale, il mezzo sorriso insieme allo sguardo penetrante non lasciavano alcun dubbio e chiedevano con foga di essere liberata da quel inutile vestito che paradossalmente era diventato troppo scomodo da indossare, lentamente le dita del prete sfilarono il bottone delle minigonna mentre le braccia di Ilaria anziché tentare di fermare la mano si stesero sul cuscino del divano in modo da lasciare libero spazio ai polpastrelli dell’amante. L’uomo prese la gonna dai lati e la fece scivolare sulle gambe perfette della sua amante e poi la lanciò al centro della sala senza preoccuparsi di dove sarebbe caduta, si concesse una piccola tortura per tenersi la curiosità di osservare il sesso di Ilaria, guardò prima l’espressione felice della ragazza e poi scorse tutto il corpo con gustandosi ogni sfumatura della pelle e infine si posò sul bel perizoma: rimase sorpreso di come anche l’intimo fosse comunque in linea con la sua bellezza e nonostante il colore nero la trasparenza faceva intravedere tutta la sua passione.
Timidamente la mano si appoggiò nella parte superiore del collant e accarezzando l’interno coscia salì dolcemente verso l’inguine, Ilaria socchiuse gli occhi per sentire meglio ogni passo che le dita percorrevano e questa volta, senza indugi, il terzo dito del prete entrò con durezza nella fessura.
La ragazza ebbe un violento fremito che le fece nuovamente mancare il fiato, il sesso era ancora più focoso dei minuti precedenti passanti in auto e la passione che travolgeva i due amanti era decisamente più calorosa rispetto a prima, forse perché erano in casa e non potevano essere notati da nessuno o forse perché prima era solo l’antipasto ed ora erano arrivati all’inizio della seconda portata, ma il respiro di Ilaria si fece più intenso e assecondava i movimenti del sacerdote ondulando il suo bacino. Il prete dal canto suo cercò immediatamente il piacere più intimo per solleticare con veemenza la passione di Ilaria, gli piaceva vedere la ragazza contorcersi fra le sue perversioni mentre emetteva gemiti di piacere “si… così… da bravo” erano le uniche parole che le erano uscite mentre con un mano si teneva il seno e con l’altra si accarezzava il corpo, era in preda alla dominazione del prevosto e la sua mente godeva sempre più ogni volta che i suoi occhi si aprivano per vedere un prete sottomesso all’istinto di possederla.
Voleva essere scopata, voleva sentirlo dentro di lei, voleva vedere il suo uomo possederla e usare il suo corpo come strumento diabolico del piacere, ma il piacere si fece attendere ancora un attimo prima che l’uomo si convincesse di aver domato la follia della ragazza, rimase nel suo gioco ancora per pochi secondi e fu un potente schiocco quando entrò con il dito nel corpo della giovane, in quel momento il sacerdote sentì un’ondata di calore avvolgergli i polpastrelli e percepì l’immediato irrigidirsi dei muscoli femminili che inarcarono la schiena di Ilaria, il respiro si interruppe per un istante per poi esplodere con un suono liberatorio, Ilaria spalancò gli occhi e per osservare il suo amante, “scopami!” ordinò senza esitazioni e l’uomo spinse con forza tutto il suo dito per penetrare nella totale essenza del piacere, era dentro di lei.
Ilaria si attorcigliava tra le sue voglie e i cuscini del divano mentre sentiva il dito perforare la sua prelibata concessione, sentiva le scosse vibrare forti su tutto il corpo, gemeva senza pensieri catturata dalla perversione del sacerdote che aveva dominato con la sua bellezza, sentiva appagarsi la voglia di sesso mentre aumentava la tortura verso i due secondi più intensi. Non avrebbe permesso al suo amante di cavarsela con quel poco, voleva sentire anche il suo ardore facendolo uscire dall’anima e si era promessa di avviarsi verso il punto di non ritorno per poi iniziare a torturare il proprio uomo. Con l’ultimo scampolo di volontà si accorse che i fremiti erano diventati più forti del previsto in tempi decisamente più rapidi del solito, non gli era mai successo ma la mente realizzava che il vietato si era piegato al suo volere e questo aumentava d’intensità ogni vibrazione che si scaturiva dal suo sesso.
Così prese con forza la mano del sacerdote e la tolse dalla sua carne, osservava l’uomo con lo sguardo sicuro e nello stesso tempo rassicurante presa da un’innata follia che traspariva le sue voglie, il suo amante divertito la lasciava fare quasi ipnotizzato dal suo sguardo desideroso di provare ad assecondare le perversioni della sua amante. Ilaria si alzò mettendosi in ginocchio sui cuscini guardando in faccia il prevosto, accarezzò con la lingua le sue labbra e poi si propose in un piccolo bacio, successivamente accarezzo il petto del suo uomo assaporando le leggere forme mascoline, sentiva i muscoli irrigidirsi sotto il solletico delle sue mani, riusciva a percepire divertita le vibrazione che provocavano i suoi gesti e voleva possedere lentamente tutto quello che uomo poteva darle.
Con delicatezza le mani scesero sul ventre fino ad arrivare alla cintola dei pantaloni, mentre le dita iniziarono a slegare la cintura gli occhi dei due amatori si osservarono, i primi pieni di stupore i secondi pieni di malizia, lei sorrideva sorniona notando come il sacerdote fosse incantato dai suoi gesti, vedeva lo stupore nel suo sguardo ma l’istinto umano non permetteva di fermare le dita che stavano calando i pantaloni.
Si fermò e osservò l’ardore fra gli stretti slip neri, si morse la lingua stupita dal gonfiore che il fuoco aveva creato e il suo istinto fece partire un pensiero di possessione che nessuna le avrebbe portato via, con fermezza tolse dunque gli slip e li lanciò al centro della sala e poi si concentrò sul piacere, formulò fra le sue idee tutta la diabolica malizia dalla quale partorì l’intenzione di far soffrire il suo amante fino a farlo scoppiare per lei e poi la sua tenera mano prese con delicatezza il sapore dell’uomo.
Accarezzò tutta la sua virilità compiaciuta per averla tutta per se, ci giocava e godeva ad ogni espressione compiaciuta del suo uomo che fremeva ad ogni gesto, sapeva perfettamente come far tremare un uomo ma questa volta era decisa a farlo cadere dal piacere, così iniziò tutto con una lentezza provocante che lentamente aumentava la voglia amplificando ogni piccola scossa, le dita iniziarono a muoversi più velocemente senza però sfociare nella brutalità, il palmo voleva assaporare tutta la durezza del piacere e si gustava tranquillamente la sensazione di dominio che dava la sua femminilità, ogni carezza provocava una dipendenza sempre maggiore della propria pelle e Ilaria aumentava la sua perfidia ogni qualvolta capiva che il suo dominio cresceva.
Mentre muoveva la mano perpetua e ascoltava il piacere del suo uomo osservava il sesso quasi ipnotizzata, ogni secondo che passava con gli occhi fissi l’istinto che chiedeva di possedere tutta la mascolinità diventava sempre più forte finchè non dovette cedere alla tentazione aprendo la bocca e abbassandosi.
Era enorme, e più lo sentiva dentro più voleva leccarlo fino a farlo scoppiare. Sentiva il suo uomo gemere per il piacere, sentiva che le sue labbra e la sua lingua erano uno strumento perfetto per assecondare le sue voglie e più percepiva il piacere più si lasciava prendere dalla dipendenza dei suoi movimenti, capiva ogni secondo di più di aver lasciato tramortiti i sensi del prevosto il quale si era abbandonato con disinvoltura alle estreme emozioni procurate dalla dolcezza di Ilaria.
Il tutto continuò per alcuni minuti aumentando sempre di più la piacevole tortura che alzava la pressione del fuoco, ma Ilaria non voleva che terminasse in quel modo, anzi, queste persecuzioni sarebbero dovute servire per avere in cambio quelle stesse delicatezze che l’avrebbero fatta vibrare, pertanto fece uno sforzo e smise di possedere con le sue labbra il sesso del suo uomo, alzò la testa e lo guardò dritto negli occhi, il viso di lui era stralunato e chiaramente sconvolto dalle emozioni, ci mise qualche secondo per rimettere ordine ai suoi pensieri e Ilaria sorrise soddisfatta del lavoro compiuto, dopodichè lui, senza dire una parola, la sdraiò nuovamente sul cuscino del divano e dopo un breve bacio si abbassò sulle gambe facendo scorrere lentamente la lingua verso l’inguine.
Il calore aumentava sempre più mentre la bocca si avvicinava al suo umore, godeva soltanto per ciò che sarebbe successo e ne gustava ogni sillaba captando i sapori già provati sulle papille del sacerdote, la lingua si avvicinava sempre di più al fulcro dei sentimenti e sebbene la velocità era sempre la medesima ogni centimetro pareva essere attraversato con una lentezza che toglieva il respiro finché le dita dell’uomo non spostarono il perizoma per appoggiare le labbra sulla parte più intima.
La lingua iniziò delicatamente a passare su tutta la fessura privata e Ilaria inspirò profondamente prima di gemere per il forte brivido che le percorse il ventre, inconsciamente mise la mano sui capelli del suo amante per accompagnare la testa sul suo sesso, non avrebbe mai permesso che qualcosa irrompesse nel movimento euforico e continuava a comandare le azioni del partner, con le altri dita, invece, si strinse il seno e poi socchiuse gli occhi per concentrarsi sul profumo delle proprie emozioni, il respiro era profondo e doveva continuamente inumidire le labbra con la lingua che poi stringeva fra i denti prima di deglutire, non riusciva a trattenere le sue sensazioni mentre il gioco del suo uomo con estrema delicatezza stuzzicava il punto più sensibile aprendo e chiudendo le labbra per gustarsi ogni suo centimetro, il tutto faceva parte di una squisitezza quasi mai provata dominata da un senso di conquista che aumentava il contorno sensuale, ad ogni piccolo movimento le scosse si alternavo a piacevoli scherzi fra caldo e freddo per avvolgerla in un vortice di passione tanto dolce quanto lo era il suo uomo. Irrefrenabile era la parola che avrebbe detto se solo la sua mente non fosse presa da spasmi di assoluto piacere scaturiti da una perfetta affinità fra organi e pelle, profumi e sapori e persino respiri, nulla era imperfetto se non la perfezione troppo accentuata, nulla era sbagliato e tutto faceva parte dell’opera lenta e veloce che si alternava in modo casuale e particolarmente eccitante.
Abbandonata completamente nel gusto del suo dolce amante si gustava tutto quello che un uomo può esaltare in una donna con vibrazioni che aumentavano sempre di più quel senso di accoglienza che aveva dentro di se.
La lingua scherzava con il punto prediletto del piacere, si gustava tutta la concentrazione istintiva di Ilaria che teneva la testa appoggiata su di essa in modo da non farsi scappare nulla, e lui faceva scivolare la sua bocca lungo la fessura per poi riprendere la perversione appositamente interrotta, gli pareva di sentire i brividi che scorrevano lungo tutto il corpo della sua giovane donna attraverso la strana aria che avvolgeva la carne mentre l’anima scuoteva le emozioni dell’eros che non avrebbe fatto altro che continuare la loro personale sinfonia.
Ora sentiva la passione salire fra le onde del cuscino su cui era appoggiato, sentiva il vortice in piena forza prendere tutto quello che era attorno e portarlo al culmine della propria essenza, ma non doveva finire così, si staccò un attimo per far calare la bramosia che scorreva nelle vene di Ilaria la quale dopo alcuni secondi riaprì gli occhi sostituendo l’istinto con l’ultimo barlume di ragione rimasta.
Era stato tutto fantastico, le scosse insistenti la facevano vibrare come non le era mai capitato, la dolcezza insieme alla voracità del suo uomo erano in perfetta sintonia con i suoi desideri che la costringevano a rendersi schiava di un piacere immenso che saliva fino in gola quasi a scoppiare, e ora che aveva assaporato il gusto del sacerdote non desiderava altro che essere completamente posseduta, avere dentro lo strumento massimo della virilità ed essere il suo oggetto del piacere
Fu un secondo lento nel sentire la lunghezza del maschio percorrere tutta la propria femminilità, il gusto di un leggero dolore, di un velato piacere di un brivido interno caldo e freddo solcare le colline del corpo, la sensualità nell’accendere ogni parte della pelle e rendere tutto armonico, sinuoso, forte e delicato mentre si sente ardere la gola, lo stomaco e il cuore; lui e lei erano lo strumento del piacere dell’altro.
L’uomo si allacciò il penultimo bottone della camicia nel più completo silenzio, da quando aveva esaurito la voglia di Ilaria si concentrò solo su se stesso in preda al panico dei pensieri che ripassavano il suo voto alla castità nuovamente violato, si sentiva il mondo cadere addosso, sentiva la fede vacillare come se avesse mentito a se stesso e a Dio e percepiva gli occhi di Ilaria fissi sulla sua schiena mentre si sistemava per andare dall’amica come se fossero gli occhi del demonio. D’improvviso la giovane si alzò dal divano, il suono dei tacchi che scalpitavano sul pavimento riecheggiava nelle orecchie del sacerdote aumentando d’intensità ad ogni passo: ‘io vado’ disse lei con voce ferma, lui quasi si spaventò e faticò per aprire la bocca, ‘ti do un passaggio…’ fu la frase che ne uscì dalla voce flebile, ma Ilaria sorrise e rispose ‘non ho bisogno di nessun passaggio’ e si allontanò appoggiando delicatamente la porta.
Ripiombò un silenzio assordante che rimbalzava fra le mura’ di lei rimase solo il suo profumo rappreso in ogni fibra della casa, un profumo che ormai era impresso nella sua anima, un profumo troppo gradevole per non essere notato dalla mascolinità della trinità.

Leave a Reply