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Racconti Erotici Etero

Campioni del Mondo 2006

By 30 Giugno 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

Ciao a tutti, mi chiamo Matteo ed &egrave la prima volta che scrivo su questo magnifico sito che ho conosciuto da poco; un sacco di racconti veramente molto belli e intriganti. Anch’io voglio raccontare una mia esperienza, che mi &egrave capitata realmente!
Ma prima mi presento: ho 26 anni, sono alto 1,75, castano, occhi verdi, fisico asciutto e scolpito (risultato di anni di nuoto e di palestra), carnagione scura e volto molto attraente e giovanile con un bel nasino alla francese; in pratica il tipico maschio mediterraneo. Adoro lo sport e l’altra attività che preferisco in assoluto &egrave senza dubbio fare sesso. Considero scopare un gioco e trovo che la fica sia la cosa più bella del mondo. Naturalmente sono favorevole a esperienze di gruppo e sono incline a cercare sempre nuove avventure.
Ma ora veniamo al dunque.
Quello che racconto &egrave ciò che mi &egrave accaduto l’anno scorso nel mese di luglio, un giorno che difficilmente scorderemo (io in particolare). Era lunedì 10 luglio 2006, il giorno dopo la vittoria della coppa del mondo di calcio. Quella sera io e i miei amici avevamo deciso di andare al Circo Massimo per festeggiare i giocatori dell’Italia che si sarebbero presi il loro momento di gloria davanti a milioni di romani e non solo.
Dopo aver parcheggiato l’auto fuori dalle Mura Aureliane e aver deciso che, nel caso ci fossimo persi di vista, ci saremmo ritrovati presso la mia auto, ci incamminammo verso il Circo in mezzo a una ressa spaventosa di tifosi venuti da tutta Italia (chi c’&egrave stato si ricorda il casino che c’era!). Alla fine riuscimmo a sistemarci piuttosto lontano dal palco, a ridosso delle transenne. Quando i primi giocatori cominciarono a sfilare si precipitarono tutti in avanti, noi compresi, per avvicinarsi più possibile e fu allora che persi di vista i miei amici.
Mi ritrovai all’improvviso pressato tra una calca di persone, impossibile andare oltre.
Mi guardai intorno ma non riuscii a vederli. In compenso mi ritrovai accanto ad una ragazza veramente carina.
Alta 1 metro e 60 circa, 19, massimo 20 anni, aveva lunghi capelli mori e lisci, occhi verdi un po’ a mandorla e un corpo veramente mozzafiato: magra, spalle larghe, una bella terza abbondante e un culo sodo e rotondo da sballo.
Ma la cosa che più mi colpì di lei fu che, fatta esclusione per le scarpe da tennis e un paio di pedalini rosa cortissimi, gli unici altri ‘indumenti’ che portava erano due bandiere dell’Italia!!! Una era arrotolata su se stessa e le fasciava le tette, annodata sulla schiena, mentre l’altra era avvolta intorno ai fianchi e sistemata a mo’ di asciugamano quando si esce dalla doccia. Oltretutto era anche abbastanza corta (le finiva una ventina di cm. sopra il ginocchio), lasciando intravedere per buona parte le gambe lisce e abbronzate.
Mentre i calciatori sfilavano sul palco e il frastuono diveniva sempre più intenso, non potevo fare a meno di dividere il mio sguardo tra gli eroi della nazionale e la pelle scura e liscia di quella provocante tifosa, messa in risalto dai colori vivaci della nostra patria.
Oltre al cellulare legato a un laccetto intorno al collo, notai che aveva un bel tribale in fondo alla schiena e un brillantino al naso che completavano il suo ‘abbigliamento’. Quella tipa era veramente intrigante!
Si vedeva chiaramente che non portava reggiseno, però mi incuriosiva sapere se anche sotto l’altro tricolore non ci fosse nulla. Ad un primo sguardo sembrava effettivamente di no, ma ne ebbi la conferma solo un paio di minuti dopo, quando, saltando tutti insieme al ritmo di ‘popopopopopopo’, lei non si accorse che la bandiera le era calata lungo i fianchi, scoprendole un bel pezzo di culo. Approfittando del momento mi scostai per guardarla davanti e notai un bel ciuffo di peluria corvina che faceva capolino da sotto il tricolore.
Sentii l’eccitazione aumentare ancora di più.
Purtroppo, probabilmente d’istinto, la ragazza si ricompose velocemente mentre continuava a saltare e a cantare a squarciagola.
Comunque a quel punto ne ero sicuro; sotto quella bandiera era come mamma l’ha fatta!
Continuammo ad agitarci e a fare casino mentre i giocatori, a turno, alzavano la Coppa del Mondo. Poi, voltandomi per l’ennesima volta verso la tipa, colsi dal suo labiale una frase del tipo: ‘Porca troia, non vedo un cazzo’. Effettivamente la sua altezza non le permetteva di vedere molto.
Senza quasi pensarci mi avvicinai al suo orecchio e le chiesi se voleva salirmi sulle spalle.
I suoi occhi si illuminarono, mi fece un sorriso grosso quanto una casa e mi disse: ‘si si ok grazie!’
Mi chinai a terra e mi si mise a cavalcioni sulle spalle. Mi sollevai, facendola svettare sopra le teste di quella marea di persone. Sentivo chiaramente la pella calda della sua fica sulla mia schiena e la sua peluria solleticarmi il collo. Un sogno!
Cominciò ad urlare e strepitare come una scalmanata, inveendo contro la madre di Zidane e cantando ‘We are the champions’.
La tenni sulle spalle fino a quando tutti i calciatori se ne furono andati. Quando la feci scendere avevo le spalle e le braccia letteralmente a pezzi.
Mentre la folla cominciava lentamente ad andarsene, la tipa mi disse che aveva perso il suo gruppo di amici e che doveva assolutamente ritrovarli perché altrimenti avrebbero perso il treno per tornare a casa.
‘Comunque mi chiamo Matteo’ le dissi.
‘Hai ragione, non ci siamo ancora presentati. Ilaria’ mi disse stringendomi la mano. Poi prese il cellulare e tentò di chiamare i suoi amici. Io feci lo stesso, ma non riuscimmo ad effettuare nessuna chiamata (probabilmente con migliaia di persone che tentavano di chiamare, il traffico telefonico era andato in tilt).
‘Conviene allontanarci da qui’ le suggerii io, ‘andiamo verso la mia macchina, magari lì i cellulari prendono. E poi &egrave lì che ci siamo dati appuntamento coi miei amici nel caso ci fossimo persi’.
‘Noi invece non ci abbiamo pensato, forse abbiamo fatto una cazzata. Comunque va bene, facciamo così’.
Attraversammo insieme tutto il circo verso la fermata metro ma, una volta raggiunta la strada asfaltata, ci trovammo imbottigliati tra una fiumana di gente e pressati come acciughe.
Con mia grande sorpresa Ilaria mi prese la mano e le nostre dita si intrecciarono. Forse, semplicemente, non voleva perdermi di vista, o forse’ La cosa comunque era alquanto piacevole!
Dopo dieci minuti, forse un quarto d’ora, riuscimmo finalmente ad uscire da quella bolgia soffocante.
‘Cazzo, sono zuppa di sudore’.
‘Anch’io’.
‘E mi avranno toccato il culo almeno una ventina di volte. I romani sono proprio dei maiali’
‘E non hai visto ancora niente’, pensai io.
Decisi di portarla verso il chioschetto più vicino e di offrirle qualcosa, tanto per ingraziarmela ancora un po’.
All’incrocio tra il Circo Massimo e via delle Terme di Caracolla dei ragazzi su un camioncino innaffiavano la gente che passava con una specie di idrante. Io e Ilaria ci finimmo proprio sotto e ci beccammo una bella sventagliata d’acqua fresca. Io mi bagnai, ma Ilaria era letteralmente fradicia. Però, esaltati da tutta quella folla festeggiante non ce ne preoccupammo minimamente, anzi, per dirla tutta, fu anche un vantaggio, visto che le bandiere bagnate di Ilaria aderirono perfettamente alle sue forme e il colore bianco del tricolore divenne trasparente, finendole in mezzo al culo e lasciando intravedere le sue splendide chiappe quasi come se fossero scoperte. La sua pelle e i suoi capelli bagnati poi, la facevano ancora più attraente di quello che era.
Ci fermammo ad un chiosco e comprammo un paio di panini e due bottigliette d’acqua. In pochi minuti avevamo già finito tutto, così decidemmo di fermarci ad un altro chioschetto per fare il bis. Naturalmente offrii sempre io. Poi continuammo ad allontanarci dal Circo Massimo, cercando durante il tragitto di metterci in contatto con le rispettive comitive (più lei che io, a dire la verità) ma senza successo (e vaiiii!).
Mentre ci avviavamo verso la macchina mi disse che era abruzzese e che frequentava il primo anno di università a Teramo, dove condivideva un appartamento con un’altra matricola.
‘E quanti esami hai dato finora?’
‘Bhee’ solo uno’.
‘Ti sei iscritta l’anno scorso e finora hai dato solo un esame?’
‘Il fatto &egrave che il sabato e la domenica lavoro in un pub e poi, almeno due volte a settimana vado in discoteca e torno a casa la mattina alle sette. E poi, sai com’&egrave, all’università girano un sacco di bei ragazzi e capita di fare piacevoli conoscenze’ cio&egrave, mi capisci!’, disse con tono malizioso.
‘Ti capisco, ti capisco’ risposi sorridendole.
‘Cio&egrave, il tutto per dire che, tra un impegno e l’altro, di tempo per studiare me ne rimane veramente poco’.
‘Però per fare altre cose te ne rimane eccome’ pensai io.
‘E tu saresti venuta dall’Abruzzo ‘vestita’ così?’.
‘Ovviamente no. Mi sono spogliata nella toilette del treno prima di arrivare a Roma e ho lasciato i vestiti nello zaino di una delle mie amiche. Questo &egrave un altro motivo perché devo rintracciare la mia comitiva, altrimenti oltre al treno di ritorno perdo anche i vestiti’.
Tra una chiacchiera e l’altra raggiungemmo la mia auto. La avevo parcheggiata in un vicoletto deserto fuori dalle mura Aureliane. Ilaria provò di nuovo a chiamare, ma niente.
Avevamo entrambi le gambe a pezzi e ci sedemmo in macchina.
Non appena si fu seduta, Ilaria si voltò verso di me e mi sorrise. ‘Grazie di tutto, comunque’ mi disse, ‘come posso sdebitarmi?’
‘Mah, non lo so, dammi un bacio!’ le risposi scherzando.
‘Mi sembra proprio il minimo che possa fare”
Cogliendomi del tutto alla sprovvista mi mise una mano dietro la testa e mi tirò a se, baciandomi in bocca.
Io rimasi letteralmente a bocca aperta e lei ne approfittò per infilarci dentro tutta la lingua.
Iniziammo a limonare teneramente, le nostre lingue si intrecciarono a mezz’aria, mentre le mie mani cominciarono a farsi strada sul suo corpo.
Aveva detto che un bacio era il minimo che poteva fare’ Beh, allora le avrei fatto dare il massimo!!!
Le baciai il collo e poi le piegai le braccia sopra la testa, iniziando a leccarle le ascelle depilate. Il sapore del suo sudore mi fece rizzare il cazzo nei jeans. Con l’altra mano le tolsi il tricolore di sopra e le tette, pressate sotto la bandiera, schizzarono fuori in tutta la loro esuberanza. Cominciai a massaggiarle, erano gonfie, sode e i capezzoli turgidi. Aumentai il ritmo mentre continuavamo a baciarci e i primi gemiti di piacere uscirono dalla sua bocca carnosa e spalancata.
Mi tolse la maglietta e ricambiò il massaggio, facendo scivolare le mani lungo le mie spalle e fermandosi poi sui pettorali.
Io intanto con la mano sinistra avevo iniziato a carezzarle la coscia. Senza pensarci troppo feci scorrere la mano fin sotto l’altra bandiera, fino a che le mie dita non si posarono sul suo soffice tappetino di peli; erano già fradici, non so se di sudore o di piacere, ma la cosa non mi interessava.
Cominciai a massaggiarle il clitoride e poi, lentamente, feci scivolare il dito medio nel buco della fica. Ilaria ebbe un sussulto ed emise un gridolino. ‘Sei un porco” mi disse ansimando.
Io le sorrisi senza rispondere e al primo dito ne aggiunsi un secondo, poi un terzo e un quarto e il suo volto divenne una smorfia di puro godimento. Sapevo che stava per venire e cercai di ritardare quel momento ancora un po’.
Le tolsi le dita dalla passera e le ficcai la testa tra le gambe. Subito le mie narici si riempirono del fragrante odore di fica. Poggiai le labbra aperte sul suo sesso e sentii la folta peluria solleticarmi il palato. Chiusi la bocca e tirai lentamente. Alcuni peli mi rimasero in bocca. Istintivamente li mandai giù e li sentii scendere con difficoltà lungo l’esofago.
Mentre Ilaria cercava di allargare le gambe più che poteva, io le mordicchiavo il clitoride alternando veloci colpetti di lingua sul buco della passera.
Alzai la testa un istante per compiacermi dell’espressione di goduria stampata sul suo volto. Aveva gli occhi chiusi e la bocca spalancata, i gomiti erano poggiati sul finestrino aperto, mentre le gambe erano poggiate una sullo sterzo e l’altra dietro il poggiatesta del mio sedile.
‘Ancora ancora ancora ti prego” strillacchiò con aria supplicante e io, naturalmente’ continuai.
Questa volta però feci sul serio. Poggiai di nuovo le labbra sulla fica e gliela succhiai senza ritegno. Purtroppo il divertimento durò poco, dato che Ilaria esplose in un orgasmo stratosferico pochi secondi dopo con un urlo di puro piacere. Sentii il suo succo caldo e amarognolo scivolarmi in bocca copiosamente e ingoiai fino all’ultima goccia.
Ricominciammo a baciarci in bocca con più foga di prima. Sentivo il cazzo premere contro i jeans, e il desiderio di possederla si faceva sempre più pressante. Ilaria sembrò leggermi nel pensiero, visto che, nel turbinio delle nostre lingue che si intrecciavano, mi slacciò i pantaloni e li calò, lasciandomi in boxer. Per qualche istante massaggiò la mia verga da sopra le mutande poi, accorgendosi che di lì a poco le avrei bucate per quanto ce l’avevo teso, mi abbassò anche i boxer, facendo schizzare fuori il mio cazzo in tutta la sua lunghezza. Le nostre labbra si staccarono e lei lo ammirò con malizia, sorridendomi.
Senza dire nulla iniziò a massaggiarmi le palle con la mano sinistra, facendo scomparire le dita tra la mia peluria, mentre con l’indice e il pollice dell’altra mano snudò lentamente la cappella, già bella gonfia e bagnata.
Senza aspettare altro se lo infilò in bocca e iniziò a spompinarlo per bene.
La ragazza ci si metteva d’impegno, anche se me ne hanno fatti di migliori. Nella foga delle succhiate sentivo i suoi denti che strusciavano sul glande e sul filetto, provocandomi brividi freddi di piacere e di fastidio al tempo stesso.
Decisi allora che era venuto il momento di scoparla sul serio.
Le sciolsi anche l’altra bandiera dai fianchi e la feci salire a cavalcioni sopra di me. Ilaria mi prese il cazzo e se lo appoggiò sul buco della fica, lasciando che il suo stesso peso la facesse impalare sul mio cazzo. Lo sentii entrare velocemente e senza il minimo sforzo nella sua passera ormai fradicia di umori, fino a quando le sue grandi labbra non sfiorarono le mie palle.
A quel punto la afferrai per i fianchi e iniziai a pomparla facendola salire e scendere lungo la mia asta. Lei ansimava e gemeva di piacere e io più di lei.
Continuammo questo piacevole giochetto per alcuni minuti, poi capii che con quel ritmo sarei durato ancora poco, quindi rallentai leggermente l’amplesso, cercando di resistere più che potevo. Continuai a scoparla per un altro minuto, cercando di trattenermi con tutte le forze.
‘Sto per venire’ le dissi quando mi accorsi di aver quasi raggiunto il limite, piazzandole le mani sulle chiappe e spingendo verso l’alto per farla uscire.
Con mia sorpresa Ilaria mi prese le mani e le rimise sui suoi fianchi, spingendole in basso e facendo sparire di nuovo il mio cazzo nella sua fica. Mi fece un sorrisetto da vera porcellina e ricominciò a cavalcarmi come una forsennata.
Ormai stavo per scoppiare e, visto che voleva divertirsi fino in fondo, decisi di accontentarla. Raggiunsi il punto di non ritorno e con un lungo gemito liberatorio le venni in fica con un copioso fiotto di sborra, poi un altro, un altro e un altro ancora. Sentivo ondate di piacere invadermi mentre riempivo il suo corpo col mio caldo succo. Ilaria rimase ferma a prendersi il mio sperma, ansimando e gemendo come una porca. La tenni bloccata su di me fino a quando non ebbi eiaculato fino all’ultima goccia.
Alla fine ci separammo, ci rivestimmo (lei ovviamente con le sue bandiere) e restammo stravaccati sui sedili a riprendere fiato.
Dopo poco provò a richiamare la sua comitiva e questa volta risposero. Si misero d’accordo su dove incontrarsi.
Ci scambiammo i numeri di cell e ci salutammo.
Uscì dalla macchina e, prima di allontanarsi correndo, si mise persino a ringraziarmi.
Mi sentivo sfinito dalla giornata ma completamente appagato. Non riuscivo ancora a crederci. Avevo festeggiato la vittoria dell’Italia e mi ero scopato una bellissima, perfetta sconosciuta! Una giornata indimenticabile!
Una ventina di minuti dopo raccontai tutto ai miei amici increduli, poi risalimmo sulla macchina e girammo per tutta Roma a suonare clacson e a festeggiare per il resto della notte.

Mi farebbe piacere conoscere qualche giovane autrice o visitatrice di questo sito (etero o bisex), per semplice amicizia e ‘gioco’. Se qualche ragazza di Roma e dintorni, carina e mooolto disinibita della mia età o anche più piccola vuole conoscermi, mi scrivesse pure senza problemi: timal80@yahoo.it

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