In questa giornata invernale un po’ noiosa mi sono ritrovata a pensare al passato, a quella volta in cui mi trovai in campeggio in Croazia…
Da ragazza ero molto magra; alta 165, snella, con il seno appena accennato, il corpo sinuoso e dall’apparenza acerbo, i capelli castano scuro appena sulle spalle mi donavano un aspetto tenero e dimostravo meno anni di quelli che avevo. Gli occhi sempre sorridenti, la pelle morbida e lo sguardo sembrava quello di una bambina curiosa.
Sapevo che questi aspetti mi rendevano attraente, mi rendevano desiderata pur senza fare nulla per ostentare la mia bellezza, il corpo emanava spontaneamente quel muto e silenzioso desiderio.
Il mio modo di pormi con semplicità, poi, spesso disarma l’interlocutore che forse non sa cogliere il calore del mio cuore e l’amore che emana la mia anima. Bisogna entrare nelle mie grazie per potermi sentire sciogliere e aprirmi anche intimamente.
Bisogna entrare nelle mie grazie per poter leggere il mio cuore, poter sentire il mio desiderio, per potermi amare.
Un giorno di qualche anno fa allora18enne, ero in vacanza in un campeggio croato e, giunto al termine l’ennesimo giorno, mi stavo facendo la doccia, sola, in quelle docce pubbliche di un campeggio naturista.
Godevo nel sentire l’acqua appena tiepida scivolarmi addosso gustando il giusto sollievo dalla calura del giorno appena passato. I miei pensieri correvano alle persone che aveva incontrato, agli amici con cui avrei condiviso la cena e, immersa in quei pensieri cominciai ad insaponarmi il corpo. Mente le mani ricoprivano di schiuma la pelle mi tornarono in mente le sensazioni che avevo provato vedendo i ragazzi nudi, alcuni eccitati altri che cercavano di attirare la mia attenzione; gli occhi si chiusero per immergermi meglio nelle immagini nel mentre, di istinto, la mano si fermò più sotto, insaponando i peli che sembravano disegnati a contorno della fighetta, fino ad arrivare alle labbra della mia parte più intima per fermarsi qualche attimo in più. Ecco i brividi correre lungo la spina dorsale ed espandersi velocemente a tutta la pelle che rispose immediatamente. Il bacino iniziò a muoversi lento mentre le dita iniziarono a stimolare ancor più intimamente la natura segreta che seppur percorsa dall’acqua scrosciante ora cominciava a bagnarsi di ben altri liquidi.
Il corpo si muoveva quasi autonomo, ansimavo debolmente, l’altra mano andò su uno dei seni stringendolo e percependo il capezzolo diventare durissimo.
In quella situazione con gli occhi chiusi e in preda a quelle intense sensazioni non mi resi conto che qualche gemito forse era diventato più forte e nemmeno mi accorsi di un uomo che avvicinandosi alle docce e sentendo i gemiti mi stava osservando, anch’egli nudo. Sorpreso da quello che sentiva osò spingersi oltre il separé per sbirciare.
Lui aveva ormai 68 anni, un uomo gradevole anche se i segni del tempo erano presenti sul suo corpo.
Vide la mia figura dal corpo acerbo accarezzato dall’acqua, la testa rivolta in alto assorta nella mia visione con una mano che torturava un capezzolo su quel seno appena accennato e l’altra stringeva e spingeva due dita nella mia parte più intima.
Quell’uomo ebbe un’erezione che nemmeno si aspettava d’avere tanto era il tempo in cui i desideri non gli nascevano spontanei.
Pensava che io lo avessi sentito e così non vedendo reazioni in me ma, al contrario, continuavo a darmi piacere iniziò a toccarsi.
Anche se al momento ancora ignara della sua presenza sapevo che non potevo dilungarmi a lungo nel piacere solitario perché potevano arrivare altre persone a farsi la doccia, posi fine a malincuore alla fantasia donandomi un dolce e silenzioso orgasmo.
Quando aprii gli occhi ebbi un sussulto, stupita nel vedere quell’uomo eccitato che si toccava, mi fece subito cenno di non urlare. La situazione era imbarazzante ma lui non mi incuteva timore e nel vederlo nudo, indifeso, con la sua virilità tra le mani mi fece pure tenerezza così allungai una mano afferrandogli il membro.
Lui prese coraggio, a sua volta mi toccò il delicato seno, tirò i capezzoli scatenando un altro brivido in me; brivido che riconobbi subito come scintilla che accende il fuoco nella pancia e, quando il fuoco nella pancia mi si accende perdo il senso della ragione e il rischio di essere scoperta alimenta ulteriormente questo desiderio.
Decido di agire, mi chino e passo delicatamente la lingua sulla cappella come se fossi una gattina affamata di latte, poi lo avvolgo con le labbra salendo e scendendo lungo l’asta mentre le mani giocano con i testicoli dell’uomo che ora è costretto ad appoggiare la schiena per paura di cadere.
L’acqua scorre sui nostri corpi accesi dal desiderio e dalla inaspettata situazione.
Lui è al settimo cielo non avendo neppur immaginato quella situazione, la sua mente è ferma e senza pensieri, semplicemente vive quelle sensazioni inusuali, inaspettate e fantastiche.
Muovo le labbra e la lingua con creatività portando l’uomo al massimo nelle sue sensazioni tanto è vero che ritrovando un guizzo di giovinezza, prende l’iniziativa.
Mi fa alzare, mi guarda con occhi sorridenti e complici, io so che con i capelli bagnati sembro ancor più giovane, mi attira a se mentre io non riesco a staccarmi dal membro che continuo tenere in una mano.
Mi fa girare, mi abbraccia appoggiando la sua virilità nel solco delle natiche e lo favorisco piegandomi in avanti per sentirla ancor meglio.
Sono molto eccitata, sarà stata la giornata in cui mi sono è sentita desiderata dai ragazzi, sarà stato l’appagamento che mi sono data da sola, ma in quel momento ero così eccitata da desiderare subito quell’uomo che, vuoi l’età, vuoi il suo modo aggraziato e privo di forzature, mi sentii libera di scegliere.
L’acqua mi scorreva sulla schiena mentre ero appoggiata con le mani alla parete del fondo doccia piegata in avanti. Lui mi ha afferra ai fianchi con una mano e con l’altra ha guidato il suo membro nel mio corpo. Lo stavo aspettando! Desideravo essere presa da lui, e piegandomi ancor di più mi aprivo donandomi totalmente.
Era bagnatissima e lui entrò in un sol colpo e grazie ai miei incitamenti prese a stantuffarmi velocemente.
Per sentirlo meglio mi alzai in punta di piedi e a volte allungavo una mano tra le cosce per soppesargli i testicoli. Si stava avvicinando il momento del piacere per entrambi, lo capii dall’irruenza e dall’ansimare dell’uomo e così anche io mi lasciai avvincere dal piacere proprio quando lui deponeva dentro me tutto il suo piacere.
Rimasi ferma assaporando le ultime contrazioni del sesso di quello sconosciuto, lo sentii perdere consistenza e aspettai che fosse lui a staccarsi per assaporare anche quegli istanti in cui il desiderio si attenua e le vibrazioni dell’eccitazione si trasformano in pace per il corpo e la mente.
Il cazzo usci moscio da me, sentii qualcosa colarmi tra le gambe ma le sorprese non erano finite. Inaspettatamente l’uomo si chinò dietro di me mi leccò intimamente come per ringraziarmi con quel gesto animale che nessuno mi aveva mai fatto dopo aver avuto un rapporto.
Pochi minuti e si alza, si avvicina alle mie labbra e ci baciammo mischiando i nostri umori.
In quel modo ci siamo scambiati tutto di noi, le emozioni, il desiderio, gli umori, un po’ di sentimento e il piacere. Un ultimo sguardo sorridente, sapevamo di essere stati fortunati per quei minuti strappati alla routine giornaliera ed era ora di uscire dalle docce e tornare alla normalità della vita del campeggio. Ognuno per la propria strada e chissà se ci rincontreremo e se succedesse chissà se ci sarà la stessa emozione…..
Sempre bello leggere i tuoi racconti, spero di non aspettare tanto per il prossimo capitolo
Storia interessante e piacevole lettura. Spero continui con il 10 capitolo
Racconti intriganti e piacevoli nella lettura complimenti. Aspetto da tempo e spero arrivi il terzo capitolo con finale
Grazie Rebis
Bellissima storia, molto realistica