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Racconti Erotici Etero

Casa Mista

By 8 Novembre 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Salve a tutti i miei 25 lettori, sono Mattia matricola della facoltà di medicina. Ho superato il test d’ammissione questo settembre, e adesso dopo il primo mese di lezioni penso di poter cominciare a scrivere la mia piccola esperienza di vita.
Mi sembra corretto però cominciare col presentarmi, il mio nome lo sapete già, vi dirò quindi che ho 20 anni, una normale carriera scolastica alle spalle, e di fronte alla domanda post maturità del cosa farò da grande ho semplicemente risposto con le stesse parole pronunciate da mio padre 35 anni fa: il Medico.

Per il resto sono alto 1.70 fisico atletico, il tipico palestrato con tartaruga e annessi e connessi, chiunque mi considera un bel ragazzo, ho avuto anche alcune esperienze come modello’e da sempre sono circondato da un nugolo di ragazze; ma oggi sono però ‘fidanzatissimo’.
Ho conosciuto la mia ragazza un anno e mezzo fa ed è stato subito Amore, capirete che avendo all’epoca 18 anni lei non sia grandissima, anzi a dirla tutta non è nemmeno maggiorenne, ha compiuto 18 anni un settimana fa, e come potreste immaginare essendo lei, come me del resto una ragazza del sud, era vergine e completamente digiuna di tutto ciò riguardasse il sesso; ma non è sicuramente della sua prima volta che voglio parlarvi, perdonatemi, ma la considero come qualcosa di troppo privato per parlarne al pubblico.

Come detto, ho superato i test di medicina questo settembre, ciò ha dato inizio alla mia carriera universitaria, ma non solo mi ha obbligato a trasferirmi. Potrete capire le difficoltà di partire via dalla famiglia, dalla vita di una piccola cittadina siciliana, dalla ragazza di cui ero innamoratissimo, dalla mammina che mi vizia’di fondo però non ero così depresso.

Mi sono sistemato, di fondo abbastanza bene, mia madre mi ha trovato una sistemazione ottima, sto in pensione, con una camera singola, con letto matrimoniale, in una villetta bifamiliare, mi puliscono la stanza, mi lavano le robe, me le stirano, mi cucinano’ho una sala relax con televisore 52 pollici, dvd, tv satellitare internet, e chi più ne ha più ne metta. Ma non è certo questo che rende la mia sistemazione meravigliosa, come ho accennato prima mi trovo in una villetta bifamiliare, una metà è adibita a dormitorio femminile, l’altra doveva essere adibita a maschile ma ‘sfortunatamente’, la proprietaria non è riuscita ad affittare le altre camere che a tre ragazze1, e vi assicuro che convivere con tre ragazze non è affatto male. Comunque comincio col presentarvele:

Carolina, una bionda bergamasca, non una bellezza folgorante, ma comunque un bel tipetto, occhi castani, seni, beh per utilizzare una sua frase ‘quando distribuivano le tette ero in bagno’, ma a conti fatti un’onesta seconda, un fisico non eccezionale, ma sicuramente nulla da buttare, e anche lei ‘fidanzatissima’.
Marica, bresciana, il classico esempio di bellezza nordica, bionda occhi verdi stupefacenti, ma non stupefacenti come per dire belli, stupefacenti come le droghe, non c’è ragazzo che non le vada dietro, e lei da brava femme fatale si fa rincorrere all’infinito’ e quindi assolutamente libera e disinibita, unica presenza ingombrante il padre che la stravizia e la considera ancora come la sua bambolina, quando ha già 19 anni.
Elisa, mediterranea, bruna napoletana, un viso che non è che spicchi troppo, ma due seni, una perfetta terza misura, ma se proprio cercate la sua migliore virtù dovete rallentare ed aspettare che vi sopravanzi, dio santo ha il più bel culo che abbia mai visto, neppure il Palladio avrebbe saputo fare meglio, due rotondità così perfette da sembrare essere state tracciate col compasso, e una naturale predisposizione all’ancheggiamento che ne fa una dea tentatrice; in fin dei conti è la meno bella delle tre ma in sensualità le sopravanza di tre lunghezze. Purtroppo anche lei fidanzata, ma con ragazzo in loco, e che per la cronaca passa più notti nella stanza di lei che nel suo appartamento.

E se ciò non vi fosse bastato, c’è tutto il settore femminile della casa con 6 camere tutte occupate.
Ma non dimentichiamoci che sono ‘fidanzatissimo’.
1 le ragazze sono diventate poi quattro quando si è aggiunta una olandese in erasmus, ma leggerete di lei solo tra qualche capitolo.

per info,suggerimenti, varie ed eventuali scrivetemi pure alla mail xabara8666@libero.it Spero che il mio prologo vi abbia ingolosito abbastanza, proseguo quindi con il racconto vero e proprio.

Passata la prima settimana di lezione, con alti e bassi, per carità dovuti dopo tutto all’ambientamento, al cibo che non è certo quello che cucina la mamma, alla ragazza lontana, al vivere con tre ragazze, cosa che comporta incidenti del tipo accappatoi svolazzanti dal bagno alla camera, o i tanga multi colori lasciati a stendere sui porta asciugamani del bagno, e naturalmente dopo il duro studio che accompagna i buoni propositi delle prime giornate di studio, è finalmente arrivato il week-end.
Così per premiarci tutti abbiamo deciso di passare il sabato sera in una disco vicino casa, era la prima vera uscita serale dal nostro arrivo, se si eccettua la birra la pub del mercoledì, dove degli amici tifosi mi avevano trascinato per vedere una partita, per cui abbiamo deciso di rimanere vicino casa.

Come potete immaginare il buttafuori vedendomi avvicinare con due ragazze, Elisa era con ragazzo, mi ha fatto subito entrare, anche se come ho scoperto solo dopo, essendo una piccola disco l’ingresso era gratuito. Comunque comincio subito a ballare stretto a Carolina, mentre Marica è già scappata per trovare chi le offrisse da bere. D’altronde l’idea che ballassimo insieme non era nemmeno nostra ma dei rispettivi ‘coniugi’, che così speravano che ci controllassimo a vicenda, è proprio vero che la strada che porta all’inferno è lastricata di buone intenzioni, ma questa è un’altra storia.

La serata andava bene, mi stavo divertendo, la disco era stracolma, e vi erano anche molti miei colleghi, c’era chi urlava, chi beveva, chi ballava, chi si baciava, insomma tutte le espressioni di vita che potreste osservare in ognuna di quelle bolge infernali che noi giovani prediligiamo come templi del divertimento; e anch’io non ero da meno degli altri.
Al terzo cocktail, la mia vescica mi obbligo ad allontanarmi dalla pista per raggiungere i bagni; alla mia sinistra si snodava l’interminabile coda delle ragazze in attesa, io invece procedevo spedito, come una su volante con le sirene accese sulla corsia preferenziale durante una coda, chissà perché noi uomini riusciamo a farla così velocemente, ‘forse perché sporcate tutto e nemmeno vi fermate a pulire!’, così mi ha poi risposto Carolina, e in effetti il bagno del locale era ridotto a una cloaca a cielo aperto; schivai istintivamente i vespasiani a muro sotto i quali si erano formate una serie di pozzanghere giallastre, e mi diressi ai cessi chiusi, il primo era occupato, il secondo completamente otturato, stavo per usufruire del terzo quando, quello per disabili, che a parte la strana forma della tazza ha il privilegio di essere il locale più spazioso, quando entra dalla porta esterna una ragazza, una bella ragazza castana, snella, e con una mini a girofiga paurosa, che dopo un istante necessario a farle percorrere il mio stesso pensiero si avvicinò a me e mi chiese disperata:
-Ti prego fammi entrare mi scappa da morire-.
A dirla tutta scappava anche a me, ma la cavalleria non è ancora morta del tutto, lei entro e due minuti dopo riuscì molto più sollevata, e mi ringrazio:
-Grazie mille, non sapevo come fare la coda di là è infinita, grazie! Grazie! Grazie!-
Io facendo il disinvolto:
– ma che vuoi che sia-
-ma non scherzare metà dei maschi della disco mi avrebbero cacciata via, l’altra metà si sarebbe comportata da cafone, e giusto che ti ripaghi della tua cortesia-
Così dicendo mi afferro la mano e mi fece entrare con lei nella toilette, e richiuse la porta col chiavistello, e senza darmi il tempo di aprir bocca si inginocchiò davanti a me, mi slaccio la patta dei pantaloni e tirò fuori il mio arnese che per la sorpresa e per la rapidità della sua azione non aveva avuto il tempo di indurirsi fino a raggiungere la sua massima grandezza, ma lei si compiacque molto di questo e alzando gli occhi mi sussurro:
-che bello ancora così piccolo, non ti preoccupare ci penso io a farlo crescere-
Furono le ultime parole che pronunciò, dopodiché la sua lingua fu troppo impegnata in altre faccende per formulare qualsiasi suono che non fosse un mugolio di piacere.
Nonostante la situazione non fosse delle migliori, per via della scomodità del luogo e del rischio di essere scoperti lei se la prese comoda gustandosi il pompino, in effetti mi sarei aspettato che se lo ficcasse veloce in bocca e aspirasse così forte da farmi venire il più presto possibile, invece cominciò a baciare la punta della cappella e da li scese a leccare il frenulo avendo ben cura di lubrificarlo al massimo con abbondante saliva, quindi proseguì a baciare e leccare tutta la parte inferiore dell’asta fino ad arrivare alle palle mi lecco lo scroto e poi prese ad una ad una le mie palle se le infilò in bocca una alla volta e le succhio, provocandomi un brivido mai provato, piccolo appunto la mia ‘fidanzatissima’ non ama particolarmente il sesso orale per cui mi spompina molto di rado e solo come ‘premio’, per cui quella bocca sconosciuta che mi ringraziava in quella maniera non poteva che portarmi al settimo cielo; intanto lei continuava e dopo essere risalita su fino alla cappella con la stessa serie di baci e leccatine dell’andata aveva preso in bocca la mia intera cappella e invece di succhiare come fanno quasi tutte aveva iniziato a leccarmela come fosse un gelato, o se preferite il celeberrimo calippo, come avrete capito nonostante le mie seghe mentali volte a ritardare al massimo l’inevitabile ero al limite dell’orgasmo e glielo dissi, lei di tutta risposta mi ingoio l’intero cazzo in bocca fino in gola per due volte di fila dopodiché lo sfilo e torno a stimolarmi il frenulo con la punta della lingua, ero convinto che avrei cominciare a schizzare non appena fossi uscito dalla sua bocca invece, la sua lingua contro la punta del mo cazzo aveva rallentato il mio orgasmo che montava, ero convinto di stare venendo eppure lei era riuscita a farmi durare un altro paio di minuti facendo montare al massimo il mio piacere come se ad ogni suo colpo di lingua, il mio sperma che saliva su fin dalle palle si fosse fermate prima della cappella e li si stesse ammassando pronto a schizzare fuori tutto insieme alla prima occasione, e così è stato finalmente raggiungevo l’orgasmo come se fosse una liberazione, ho urlato come mai avevo fatto prima, meno male che la musica aveva attutito il tutto, altrimenti’lei intanto appena vide partire il primo schizzo si fiondo rapace a bocca aperta sulla mia cappella accogliendo per intero il primo schizzo e gli altri due che lo seguirono senza perdersi niente e bevendo poi il tutto, d’altronde doveva poi tornare a ballare e farlo col colto coperto di sperma sarebbe stato poco corretto.
Lei si risistemo davanti allo specchio pulendosi la bocca sul lavandino, piccoli optional della toilette per disabili, mentre io mi riprendevo, stavo per uscire quando io la afferrai la mano, almeno per salutarla, lei si voltò e mi disse:
-Niente stronzate tipo ci vediamo, o dammi il numero, domani mi trasferiscono, vado in missione per l’esercito; di solito non faccio di queste cose, ma sta sera sono particolarmente eccitata, è l’ultima libera uscita per un bel pezzo, grazie di essere stato così gentile-
Mi diede un bacio sulla guancia e sparì.
Io non dissi nulla, non la salutai nemmeno, d’altronde le sue parole non ammettevano repliche.

La rividi solo fuori dalla disco, mentre tornavo a casa, era ferma al marciapiede si avvicinò un gippone militare dal quale scesero due ragazzoni sul metro e novanta in mimetica e anfibi, due soldatacci insomma, che appena videro quella che appena mezz’ora prima stava in ginocchio a spampinare il mio cazzo, scattarono sull’attenti e mentre il primo tornava la posto di guida il secondo si affannava ad aprirle lo sportello e in perfetto rigore marziale richiuse c dicendo ‘Prego signor tenente-.

per info,suggerimenti, varie ed eventuali scrivetemi pure alla mail xabara8666@libero.it
L’indomani mattina, mattina si fa per dire mi alzai a mezzogiorno, feci una bella doccia e mi preparai ad uscire.
Ero stato infatti invitato ad una grigliata a casa di due miei colleghi, fratello e sorella, ultimi discendenti di una stirpe di medici, avevano casa libera perché i genitori erano via tutto il weekend per un convegno.
I due pargoli avevano quindi deciso di sfruttare l’occasione per organizzare una bella festicciola con colleghi così da poter mettere in mostra la loro bella villa. Naturalmente oltre a me erano invitate anche le mie coinquiline.

Quando arrivai non credetti ai miei occhi, mi avevano detto che avevano una bella casa, ma io non pensavo certo una reggia, l’unica cosa che non ho contato sono state le camere da letto, posso però dirvi che c’erano, ampio giardino con campo da tennis, piscina, palestra, sauna, jacuzzi, soggiorno con megaschermo e biliardo’una goduria pazzesca.
E poi i padroni di casa erano degli ottimi anfitrioni, lui Alfredo la mia età il classico tipo che ci prova con tutto ciò che respira, ma difficilmente conclude qualcosa, almeno finchè non parla di casa sua o non mette in mostra la sua cabrio, sulla sorellina come potrete immaginare mi soffermo un po di più, di un anno più grande di me bassina, 1,50-1,55, ma è raro non trovarla una decina di centimetri più su dacchè porta i tacchi, pure a lezione, solo quella domenica dati gli svariati bagni in piscina portava le infradito, capelli corvini e occhi castani, un fisico perfetto, magra ma non anoressica, polpacci tonici da atleta, un seno ben più che florido una quarta misura, come poi mi ha confessato, sufficiente a tenerla a galla anche nell’acqua pesante della piscina, e naturalmente un bel culetto a mandolino. Insomma indiscutibilmente un bel bocconcino, ma io sono sempre ‘fidanzatissimo’ , ah quasi dimenticavo ha anche un nome:Giovanna.

Dopo una giornata campale, di mangiate, bevute, e divertimenti folli, mentre le mie coinquiline sfinite andavano via e molti altri salutavano con la stessa intenzione mi si avvicina Alfredo proponendomi di rimanere anche per cena, per poi vedere un film sul megaschermo, lui da solo non sarebbe certo riuscito a farmi fermare, ma con l’aiuto della sorellina fu molto più facile convincermi. Eravamo rimasti in una decina, equamente distribuiti, e un paio di coppiette già formate, finita la cena partì la proiezione, io mi trovavo su una poltrona un pò defilata, l’avevo scelta tatticamente, infatti scegliere il film erano state le ragazze’come previsto la scelta era caduta su una commediola d’amore melenso, e francamente fin troppo prevedibile.
Stavo sonnecchiando, lo ammetto, quando sentii una mano posarsi sulla mia spalla, era Giovanna, che mi chiamava in disparte.
-Film orribile, vero?- chiese,
-in effetti si- risposi
-ti andrebbe di fare la jacuzzi?-
La domanda mi strani, era l’unica cosa che Alfredo ci aveva vietato così le dissi:
-ma Alfredo non vuole-
-mio padre non vuole, ma se lo faccio io’-

La seguii nella sala palestra, l’acqua era già calda, il che sapeva di premeditazione, ma feci il finto tonto, mi andai a cambiare in bagno ed entrai per primo nella vasca in costume, godendomi le bollicine dell’idromassaggio. Non attesi molto solo qualche minuto e Giovanna entro anche lei nella jacuzzi aveva un costume rosso, come quello che aveva tenuto il resto della giornata, ma se quello era un normale bikini, ora indossava un fenomenale tanga, ma mi ci volle un po per accorgermene: lei era entrata in palestra con l’accappatoio indosso, e si era avvicinata alla vasca come in un defilè di moda, sfilando solo per me, avvicinandosi aveva aperto i lembi dell’accappatoio un paio di volte per poi richiuderli velocemente in uno spettacolo di vedo non vedo, tremendo, intanto io bestemmiavo il mio fratello minore che non voleva rimanere nel costume. Lei, intanto, con la massima naturalezza aveva smesso l’accappatoio del tutto e l’aveva poggiato su un tavolino accanto alla vasca, prima aveva intinto il sua alluce nell’acqua come se temesse che fosse gelida e poi si era finalmente immersa sempre dandomi la dolce visuale dei suoi seni, quindi come se l’accappatoio stesse per cadere dal tavolino si volto di colpo e si piego per afferrarlo e impiego degli infiniti istanti per posizionarlo meglio. Così mi ritrovai davanti i suoi splendidi glutei perfettamente separati da una strisciolina di tessuto rosso talmente sottile da lasciare intravedere tutto ciò che è possibile vedere di una donna in quella posizione quando osservi da qualche centimetro di distanza.

Quando si rigiro feci finta di niente, e anzi con la massima indifferenza le dissi:
-bel costume ma non ti strizza un po troppo-
E lei andandosi a controllare immediatamente il reggiseno,
-beh è un regalo e hanno sbagliato la taglia, ma non volevo cambiarlo così lo uso solo per certe occasioni-
– ma no tranquilla e bellissimo, e poi capita spesso che qualcosa sfugga-
– e già-
-già specie se si sta tentando di sedurre qualcuno- dissi gettando la maschera da ingenuo.
-beh si ma anche a te qualcosa rischia di sfuggire-
La ragazza era più sveglia del previsto, in effetti si era accorta della mia erezione che stentava ad essere contenuta dal mio costumino a slip stile tuffatore.
-beh, evidentemente non mi sei poi così indifferente-
Lei mi rispose slacciandosi il sopra e lancia dolo via
-e cosi lo sono un po di più?-
-si-
E mi si avvicino fino a sfiorare con i suoi seni il mio petto ripetendomi la sua domanda, sta volta però non risposi, mi chinai a baciarla e lei rispose al mio bacio. Aveva un buon sapore in bocca, continuando a baciarla iniziai a toccarle le tette, qualcosa di stupendo grandi, morbide, calde, le strizzai per un po per il mio piacere, poi iniziai a torturarle i capezzoli cosa che le provoco un gemito e se fino a quel momento l’azione l’aveva vista un po passiva ora mi accarezzava i capelli con tale foga da non permettermi di staccarmi dalla sua bocca, io intanto avevo preso i suoi capezzoli tra pollice e indice e avevo iniziato a strizzarli dolcemente e torcerli, fino a farli diventare duri. Riuscii a staccarmi dal suo bacio e mi chinai a baciare quelle due splendide tette, e i loro capezzoli, mentre la mia mano era scesa sotto il livello dell’acqua ad accarezzarle la patatina lei continuava a gemere per le mie carezze e i baci, ma si dava anche da fare, era riuscita a far scivolare via i miei slip e aveva iniziato ad accarezzarmi.
Continuammo così per qualche minuto poi lei si alzo per togliere il tanga che nel frattempo era andato ad infilarsi tra le grandi labbra dando vita ad un’opera d’arte di rara bellezza, stava per riaccucciarsi in acqua ma la fermai e rimasi in adulazione della sua splendida fighetta, era completamente depilata con due labbra gonfie di desiderio, e proprio sotto il monte di venere si intravedeva il cappuccetto del clitoride. Lei pudicamente cercava di coprirsi ma io glielo impedii, non riuscivo a smettere di ammirarla:
– le dissi è tutta colpa della morale cattolica, la vagina è sempre stata venerata in quanto origine del mondo, c’è perfino un bellissimo quadro di Coubert su di lei-
Ma evidentemente il suo imbarazzo era troppo cosi smisi di ammirarla mi piegai in avanti e cominciai a baciargliela, gliela leccavo, devo ammetterlo un po alla buona, sempre colpa della mia ‘fidanzatissima’, che non è contraria solo a fare il sesso orale, ma anche a riceverlo, ma con un po di fortuna ottenni i miei risultati iniziò a mugolare di piacere poi a mandare urletti ogni volta che la mia lingua le massaggiava il clitoride. Ma dopo qualche minuto mi stacco di forza e tornò a immergersi completamente:
– se no disturbiamo la proiezione- disse quasi scusandosi.
Prima avevo accennato al fatto che fosse un’atleta, si vedeva dal suo fisico, ma certo non sapevo che fosse un’apneista, ne che fosse un’ottima apneista e me ne dette un’ottima prova, infatti con mia immensa meraviglia si immerse e cominciò un lungo pompino subacqueo, talmente lungo che a un certo punto la afferrai per le spalle per farla riemergere, dopo la prima boccata d’aria mi chiese:
-stai venendo-
-no mi stavo preoccupando, ma quanto fai in apnea?-
-nella statica sei, sette minuti-
-allora ci rivediamo tra otto- le dissi rispingendola giù per proseguire il suo lavoro, certo non lavorava bene quanto il tenente della sera prima, ma il coefficiente di difficoltà faceva certo la sua parte. Riemerse dopo sette minuti e 23 secondi, ma potevo tenerle il muso? Mi baciò, estrasse dalla tasca dell’accappatoio un condom e me l’infilò con maestria senza neanche farlo riempire d’acqua,allargo le sue gambe mettendole a cavallo delle mie e calò su di me, era molto stretta per cui non appena entrò dentro la cappella mandò un gemito di dolore, ma ben presto scese giù spedita fino a che non l’ebbe tutto dentro, era veramente stretta e ci mise un minuto buono per abituarsi ad avermi tutto dentro e ad iniziare a muoversi, ami io non mi lamentavo mi sentivo in paradiso, in quel piccolo caldo buco, nonostante la gomma di mezzo; finalmente iniziò a muoversi, dapprima lentamente con movimenti dolci e costanti poi iniziò ad aumentare il ritmo fino a raggiungere un ritmo folle, al quale non riuscii a resistere a lungo e esplosi in lungo orgasmo dentro di lei, anche lei era ben avanti e probabilmente le avrei ricambiato il favore portando anche lei all’orgasmo se non fosse stato per il clacson della macchina dei suoi genitori tornati nel momento sbagliato. La salutai con un bacio veloce e una tastata sul sedere, raccattai la mia roba e scappai via come un ladro.
Tornato a casa pensavo di andare a dormire dopotutto l’indomani avevo lezione.

Ma questo è l’argomento del prossimo capitolo, a presto.
Ah quasi dimenticavo per info,suggerimenti, varie ed eventuali scrivetemi pure alla mail xabara8666@libero.it

Skype

Son tornato a casa che era ormai passata la mezzanotte, speravo di poter finalmente riposare dopo la notte precedente passata in discoteca e la festicciola.
Entro in casa e com’era prevedibile trovo tutto spento, le ragazze dormono, e da un pezzo anche, io mi dileguo su per le scale e mi infilo in camera, metto il pigiama e sto per infilarmi a letto, quando vedo il monitor del mio PC lampeggiare ‘hai 18 conversazioni perse’, era la mia ragazza che mi aveva sentito la sera prima e da un giorno intero non aveva mia notizie, controllo e nonostante l’ora è ancora connessa, la video chiamo.

Oh le meraviglie della scienza, se penso a mio nonno in Libia durante la guerra, dato due volte per morto a casa dai bollettini, ma vivo e vegeto e impossibilitato a comunicare con la famiglia se non per lettere la maggior parte delle quali andavano perse, o a mia nonna che riceveva notizie di mio padre, anche lui studente fuori sede che non la poteva chiamare più di una volta la settimana dalle cabine pubbliche, un po più fortunato mio fratello maggiore partito per l’università 5 anni fa e che col cellulare poteva essere rintracciato più spesso, a scapito però della bolletta.
Oggi però io posso molto di più, sto ore in video chiamata senza spendere una lira, certo sarebbe preferibile averla qui la mia ragazza, magari con un bel teletrasporto, ma via assicuro che anche le video chiamate hanno il loro fascino, non mi credete, continuate a leggere.

Lei risponde quasi subito, è in camera sua con un pigiamino con i cuoricini che le ho regalato io; piccolo inciso, scusate se non ve la descrivo ma dopo tutto è la mia ‘fidanzatissima’, e mi tiene il broncio.
-Ciao Amore-
-‘-
-Amore come stai? Io sono stanchissimo-faccio finta di niente,
-‘-
-la festa di oggi è stata stupenda, non puoi capire cosa non aveva Alfredo in villa, c’era di tutto abbiamo perfino fatto la Jacuzzi –
-‘-continua il broncio
-e poi non puoi immaginare quante belle ragazze ci siano da queste parti, un mare e veramente stupende, ieri in disco non sai quante ci hanno provato, ma io le ho tutte mandate via, sono stato bravo vero? ‘
-Te le potevi pure fare- è incazzatissima, ma ormai conosco la procedura.
-ma che dici Amore lo sai che amo solo te, e poi che ti è successo perché sei così arrabbiata-
-‘-
– dai non ce l’avrai mica con me, che ti ho fatto-
-ma sai che ore sono? Sono le due, sono 26 ore che non ci sentiamo, e hai pure il coraggio di dirmi che mi ami??????????????? Ho pensato di tutto, se mi amassi davvero mi chiameresti ogni ora, non ti faresti sentire dopo due giorni alle due del mattino- ha urlato tutto d’un fiato.
– ma da tesoro lo sapevi cosa avevo da fare io oggi, e sapevi anche che mi si è rotto il carica batterie del cell e l’ho scarico, e sai anche che domani lo vado a comprare, e che oggi non ero a casa per la festa, ed eri stata tu a raccomandarmi tanto di andarci-
– si ma la festa è finita nel tardo pomeriggio Carolina è tornata a casa per cena- dannata lingua lunga di Carolina
-ma Tesoro Amore, la festa per tutti è finita per cena, ma Alfredo mi ha invitato a cenare lì, e sai quanto mi fa schifo quello che cucinano qui, poi abbiamo visto un film, lunghissimo quando è finito ci siamo accorti che era tardissimo, non c’erano più autobus e non sapevo come tornare, me la sono fatta tutta a piedi, c’era un vento e si è messo pure a piovere, mi sono bagnato tutto- tossisco per finta- forse mi sono preso pure un malanno.-
-Amore noooooooooo- centro il pulcino bagnato vince sempre.
– ma non ti preoccupare ora che sono qui a casa a parlare con te mi sento già meglio-
– Amore sai vorrei essere li per curarti io, e ti farei vedere come sarebbe veloce la tua ripresa-
– lo sai vorrei averti anch’io qui-
-lo sai che ti farei prima ti asciugherei tutto tutto , poi ti abbraccerei forte forte per scaldarti e poi ti coccolerei per tutta la notte-
-uhm che bello-
– si amore mio, mi siederei in braccio a te sul letto sotto le coperte e ti coprirei di baci-
-tesoro mi sembra di sentire le tue labbra sulle mie-
– tesoro, sai sono già dieci giorni che sei via, e mi manchi tanto, ma tanto-
-anche tu mi manchi, vorrei averti qui sotto le coperte con me e fare l’amore con te fino all’alba-
– anch’io tesoro, ma non si può finchè non torni-
-e chi l’ha detto?-
– ma amore non ci possiamo vedere prima ‘
– si tesoro ma possiamo farlo anche così, mentre io sono qui e tu lì-
-non capisco tesoro-
– va bene facciamo così, facciamo un giochino, ti va? Facciamo che le tue manine sono le mie-
– ma io sono tutta tua-
– facciamo che io posso controllare le tue manine, e tu le mie, capito?-
-noooo-
-fa niente proviamo lo stesso ok? Inizio io poi quando hai capito puoi cominciare anche tu in qualsiasi momento d’accordo-
-ok-
-allora fammi vedere le mie belle manine sul video, sai che hai proprio delle belle manine, e sai qual è la cosa più bella, è che faranno esattamente ciò che dico loro di fare giusto?-
-mmmmm si??-
-allora mi sembra che tu senta caldo, diamo il primo ordine a queste belle manine, dai sfiliamo via la felpa del pigiamino-
-Matti’-
-hai dimenticato le regole io ordino loro fanno-
-va bene-
E così davanti alla webcam il mio amore si sfila lentamente la felpa del pigiama e appena l’elastico che la chiude sotto passa la linea delle spalle le due splendide tette del mio amore ballonzolano fuori come due dolci meloni maturi
-ma sono cresciute dall’ultima volta che le ho viste-
-no-
-ma sembrano più grandi giuro, ma c’è qualcosa che non va, già c’è proprio qualcosa di sbagliato, dove sono finiti i tuoi splendidi capezzolini????-
-Matti’, e se ti sentissero i miei-
-ma non dormono di sotto? E poi chi se ne frega, lo sanno che ti amo, ed è stato tuo padre a comprarti la webcam, allora dove sono andati i tuoi splendidi capezzolini? Ma adesso li ritroviamo, manine, andatemi a cercare i capezzolini-
-Matti!!!!!!!!!-
-hai dimenticato le regole io ordino loro fanno, e poi vale anche il contrario, allora voi due al lavoro-
Cosi le manine iniziarono ad accarezzare i seni, certo non con la stessa maestria delle mie, ma le avrei addestrate a dovere.
-allora prendeteli tra indice e pollice fino a che non vengono fuori belli grandi; amore guardali come sono belli vorrei tenerli tra le labbra e succhiarteli piano piano, e vorrei sentirti lanciare i tuoi mugolii di piacere, si come questi amore, mmm ti piace amore questo gioco vero?-
-si tesoro-
– dai continuiamo alzati in piedi, Fatto? Manine che ne dite di sfilare via i pantaloni del pigiama, dai da brave, tesoro che mutandine hai messo-
– sono slip tesoro, sai per stare più comoda non le deve mica vedere nessuno-
– e chi sono io nessuno? Ma guarda che sono bellissime, girati, hai un culetto stupendo te l’ho mai detto che hai un culetto stupendo-
– un milione di volte-
-manine giù anche glie slip, dai così bravissime, inizio ad adorarvi sempre di più ora che siete così ubbidienti, amore girati dai e mettiti sul letto cosi dai da brava, fammi guardare per benino, allarga un po’ le gambe dai-
-Matti daiiii-
– ho capito-
-bene, grazie amore-
-manine sulle ginocchia e spingete, ma non cosi a chiudere, verso l’esterno ad aprire-
-matti dai, stiamo esagerando-
-amore, lo sai che ti amo vero? E tu mi ami?-
-certo, ma-
-allora tesoro è l’unico modo per noi di fare l’amore questo sai, e poi siamo fortunati pensa se non avessimo la webcam’ avanti manine aprire e tu lo sai che ti adoro quando fai l’imbarazzata ma ora sorridi-
Intanto anch’io avevo tolto i pantaloni e avevo cominciato ad accarezzarmi.
– e no non va bene così il gioco vuole che quelle sono sotto il mio controllo, toglile da li e tienile bene in vista-
-ma amore, niente amore sono le regole-
– se perfida-
-anche tu-
– comunque è un bel gioco-
– già manine dobbiamo far diventare meno perfida la vostra padroncina, e penso di saper come fare, allora la sinistra su accarezza i seni, destra giù così piano da brava come farei io dal solco dei seni giù all’ombelico un po di solletico e ancora giù al cespuglietto, amore ma adesso che non ci sono io a curarti l’aiuola come fai? Ci riesci da sola, avvicinati un po alla webcam, vediamo come ti è venuto il lavoro’sei stata brava sai, ma non ti illudere il giardinaggio resta il mio hobby, dai manina giù da brava ad accarezzare la patatina da brava così come farei io, dai perfetto così, bravissima entra piano piano un solo dito per ora vai-
– Matti facciamolo insieme-
-cosa?-
-come cosa?-
-Amore se vuoi farlo basta dare i giusti ordini-
– ok , manona giù ricomincia ciò che facevi prima, dai, ma perché non si muove hei non è giusto deve obbedire ai miei ordini-
– si ma devi essere più precisa non sa cosa fare-
– allora, manona afferra il mio bel pisellone, così da brava inizia ad andare su e giù piano mi raccomando-
-manina, no ti sarai mica fermata dai aggiungi un ditino dentro da brava cosi continua a muoverti, vai un po’ più veloce, vai così brava-
-mmm, manona mmm, manona vai anche tu più veloce da brava-
-mmm, manina un altro dito vai veloce,mmm veloce veloce, più veloce ancora-
– manona siiiiii, manona vai velocissima siiii, velocissima-

Ci urlammo addosso i nostri orgasmi io schizzai e colpii in pieno la webcam e crollai sul letto disteso e pure lei, dopo qualche istante sollevai appena il capo e la vidi carponi sul letto avvicinarsi al PC con le tette che pendevano giù come grappoli d’uva matura dalla pergola
-Amore ma quanto ne hai fatto è tutto per me vero-
Poso la sua lingua sulla monitor e lecco tutto lo sperma che impiastricciava il mio.
-ti amo tesoro notte-
-ti amo anch’io notte-.

per info,suggerimenti, varie ed eventuali scrivetemi pure alla mail xabara8666@libero.it

Notte di tempesta

Prima di proseguire col racconto volevo rispondere pubblicamente ad un lettore che impudicamente mi chiedeva se raccontassi di fatti reali, stavo per spedirgli la mail di risposta quando ho capito che fosse meglio pubblicarla in allegato al mio racconto così da non essere costretto a rispondere ad altre mail simili. Per quelli di voi a cui non può fregare niente di questo discorso consiglio di passare senza indugi al prossimo capoverso.
Eccovi allora la mia risposta:
non so risponderti, vedi il confine tra realtà e fantasia è molto labile.
Cosa puoi tu dire che sia vero? Un numero limitatissimo di cose, beh per cominciare tutto ciò che ti è accaduto, puoi dire che è vero, il caffè che sorseggi, la merda che calpesti, la pizza per cena, la multa sul parabrezza, la scopata di ieri sera con tua moglie, o se sei più sfortunato la sega fatta magari leggendo i miei racconti, e poi a parte ciò che ti capita direttamente cos’è mai vero?
Il tuo amico che ti racconta della bionda che si è fatto ieri sera mente o è sincero? Sapresti dirmelo?
Il telegiornale che ti dice qualcosa mente o dice il vero?
Io non lo so, quello che posso dirti riguarda esclusivamente i miei racconti, sono veri o sono falsi?
Per cominciare i nomi sono chiaramente di fantasia, così come l’ambientazione dei racconti non è certo quella reale, al quarta inquilina non è certo olandese, ma è comunque una straniera in erasmus.
però ti assicuro che la casa di cui parlo esiste, e pure il cesso della discoteca, e skype, e la jacuzzi…
Come vedi tutto è una semplice commistione di fatti reali legati dalla fantasia per farne un racconto, verità e bugia che si incontrano e si scontrano, magari non sono accaduti nello stesso ordine in cui le ho raccontate, magari non nello stesso periodo, magari non con le persone di cui ho tracciato un profilo del racconto, magari alcune provengono dalla mia diretta esperienza personale, magari da esperienze vissute da amici, ma documentate.
non ci stai capendo niente vero? preferiresti ti dicessi che è la cronaca di fatti realmente accaduti, oppure che sono un ragazzino brufoloso che ha fatto un collage di scene da film porno?, non so fai tu, mettila come preferisci.
se ti eccita di più pensare che sia tutto vero è tutto vero. Se no è vero il contrario.
In ogni caso ricorda sempre che se raccontassi di fatti reali, ti direi che non lo sono perché non vorrei che qualcuno mi riconoscesse, di fondo viviamo ancora in un mondo in cui la morale cristiana imperversa ancora, per cui certe cose si fanno ma non lo si fa sapere in giro. Se al contrario mi fossi inventato tutto di sana pianta, allora non farei altro che provare a convincerti del fatto che le mie menzogne sono reali’per cui a buon intenditor poche parole.
E se dopo queste mie parole pensi che sono solo un povero stronzo, ricorda che scrivo per mio piacere personale, e quello che ho detto sopra è solo perché tu mio lettore non possa dalla mie parole e dai miei scritti penetrare mai fino a me.

E adesso sia per chi si è letto il papello di sopra, si per chi molto più sbrigativamente è saltato a questo capoverso dedico il prossimo capitolo del mio racconto, naturalmente con un po più di gratitudine per chi si è spremuto le meningi per comprendere, ma in questo caso sono sicuro che chi ha letto saprà apprezzare molto meglio l’intero racconto.

Capirete che la mattina successiva sia stato alquanto arduo alzarsi, capir poi cosa volesse dire il prof di microbiologia, fu del tutto impossibile, ma come tutte le cose anche lezioni ebbero termine, potei così tornare a casa a riposare. La mia vita proseguiva come se quel week-end di follia fosse terminato e non dovesse ritornare mai più, perfino la mia ‘fidanzatissima’ nel mio rapporto giornaliero su skype non aveva fatto alcun accenno al sesso telefonico della sera prima1, così mi ritrovai a studiare la sera quei capitoli spiegati dal mio prof la mattina stessa, e non avendo capito nulla a lezione pensate abbia potuto capire di più da solo nella mia cameretta? ricorsi allora al migliore aiuto che uno studente possa richiedere: l’aiuto del collega; d’altronde avendo il collega nella camera accanto’
Così chiamai Carolina pregandola di aiutarmi un po con lo studio, naturalmente si fece pregare ma alla fine acconsenti.
Iniziò a rispiegarmi la lezione del giorno, quando cominciò a piovere, io non ci feci assolutamente caso, ero troppo intento a seguire le spiegazioni di Carolina.
Finito di studiare un’oretta dopo e Carolina mi propose allora di guardarci un film insieme, in effetti era un pezzo che si vantava della sua collezione di DVD, ma non ne avevamo mai visto uno, andò un attimo in camera sua e tornò con una custodia porta Cd, io intanto avevo avvicinato la scrivania col mio PC al letto così da poter guardare il film con la massima comodità, anche se poi decidemmo di sistemare il portatile sul comodino così da averlo in una posizione migliore. Finito il film cominciò a parlare come se proprio non volesse andarsene a dormire e pure era tardi, e l’indomani avremmo avuto lezione molto presto. Ma cacciarla mi sembrava ingiusto, specie dopo che mi aveva aiutato con lo studio, così chiacchieravo, ma senza darle troppa corda, ma lei continuava a parlare, il dialogo si era ridotto ad un suo monologo, io mi limitavo ormai ad annuire passivamente, non ce la facevo più troppo sonno così le dissi francamente:
-Caro, sono stanchissimo andiamo a dormire-
-certo, si lo so che è tardi è solo che-
-che cosa?-
– ma non senti fuori?-
-cosa?-
-Piove-
-e allora?-
E le mie parole furono sottolineate da un bel lampo, seguito poco dal fragore del tuono.
-bello dissi io , ma è caduto lontano, vero Caro?-
– si ma è proprio questo-
-questo cosa?-
-mi fanno paura-
– i fulmini?-
-dai non ridere , ne ho paura da quando ero piccola, e per farmi dormire i miei erano costretti a farmi dormire nel lettone tra di loro, anche quando poi sono cresciuta-
-e ora che non ci sono più i tuoi vorresti dormire qui con me?-
-sei troppo gentile non avevo il coraggio di chiedertelo vado a prendere le mie cose-
E scappo via fuori dalla stanza facendo finta di non cogliere l’ironia nelle mie parole, ma come facevo a dirle di no, e poi forse le follie del weekend non erano destinate ad esaurirsi.

Carolina tornò indossando il suo pigiama verde mela, lo stesso con cui aveva fatto colazione la mattina stessa, certo non è che fosse l’immagine della sensualità, ma l’idea di dormire con lei certo mi eccitava. Ci coricammo e lei per dimostrarmi la sua gratitudine mi stampo un bel bacione sulla fronte, dopo di che si rintanò nella sua metà del letto e mi diede la buona notte, evidentemente il mio dopo barba non faceva più effetto.
Mi stavo per addormentare quando caddero una dozzina di fulmini in rapida successione, sembrava l’ultima scarica di fuochi d’artificio di capodanno, nulla di sensazionale, ma lei mi saltò letteralmente addosso, e tremava di paura, io la cinsi e provai a rincuorarla, ma a ogni mio dai che sono finiti un nuovo lampo veniva giù per smentirmi, non sapevo che fare era abbracciata a me, a dirla tutta mi stava stritolando, tremava, ma sentivo il suo calore, i suoi seni premuti contro il mio petto, le sue gambe intrecciate con le mie, e lei che piangeva di puro terrore, non avevo la più pallida idea di cosa fare, il suo viso era a pochi centimetri dalla mia faccia, così feci ciò che mi suggeriva l’uccello e la baciai, per un istante, ma per uno solo lei continuò a tremare e piangere, anche se i suoi singhiozzi venivano coperti dalle mie labbra, poi come se un argine si fosse rotto, o un lago fosse tracimato, smise di piangere e ricambio il mio bacio con una passione e un desiderio che mi stupirono, per la prima volta in vita mia mi sembrò di assumere un ruolo veramente passivo durante un rapporto, era lei che mi voleva molto più di quanto fossi io a volerla, e l’adrenalina che i fulmini le suscitavano certo non migliorarono le cose.
Mi schienò e mi si mise a cavalcioni, aveva staccato la sue labbra dalle mie giusto il tempo di cambiare posizione, poi tornò a baciarmi, se possibile ancora con maggiore passione e violenza di prima, mi infilava la lingua in bocca come se questa fosse una terra da conquistare, con una foga tale che non avevo mai visto, eppure di baci ne avevo dati; e mentre continuava a baciarmi mi afferro le mani e se le portò sotto il sopra del suo pigiama, e me le porto sui suoi seni e me li fece stringere, non potevo neppure decidere se sfiorarle i capezzoli o strizzarle le tette, era lei a tenere le mie mani e a obbligarle fisicamente a sottostare ai suoi comandi continuò a baciarmi e a farmi tastare le sue tette solo per qualche istante ancora, quindi si stacco dalle mie labbra e mi lascio le mani, che continuarono a tastarla secondo il suo volere, sollevo il suo culetto dal mio bacino, mi calo i pantaloni ed estrasse il mio arnese, abbasso appena i suoi pantaloni e scosto le mutandine, e senza altri indugi si impalò su di me, stavo per muovermi dentro di lei, quando mi blocco sul letto facendo leva con tutto il peso del suo corpo sul mio bacino e con le mani sulle mie spalle, mi mantenne giù fermo, e allento piano la stretta, allora non mi mossi capendo l’antifona, quando si sentì pronta iniziò a cavalcarmi secondo il suo piacimento, con ritmo variabile, cominciava piano poi sempre più veloce come una cavallerizza al galoppo, facendo perno sulle ginocchia sollevava e riabbassava il culo ad un ritmo forsennato, ed io che le stavo dentro e sottostavo alle sue voglie ero in estasi, il suo movimento era così repentino e la sua figa così stretta che quando si risollevava dopo ogni affondo il mio cazzo non ne fuoriusciva ma veniva come risucchiato dal sottovuoto ed io ne godevo come un pazzo, poi abbassava il ritmo della sua cavalcata ma ogni volta che riscendeva per rinfoderare il mio cazzo lo faceva con una tale violenza da farmi male, mi stava letteralmente saltando sulla pancia. Come ben capirete nonostante i miei sforzi non riuscii a trattenermi a lungo e dopo l’ennesimo suo affondo le grugnii addosso il mio orgasmo, lei si fermò, assaporandosi uno ad uno i miei schizzi dentro di lei, presi dalla foga non avevamo nemmeno preso la precauzione di mettere un profilattico, quando senti che non avevo più sborra da donarle si sollevo da me.

Ero spaventato non sapevo come l’avrebbe presa, dopo tutto era anche lei fidanzata, e in ogni caso mai mi sarei aspettato da un ragazza come lei un comportamento sessuale così selvaggio, ma mi sorprese, scese giù fino al mio cazzo che sporgeva molliccio dall’elastico dei pantaloni, e me lo prese in bocca, lo succhio senza complimenti, sembrava che volesse gonfiare un palloncino al contrario, nel senso che invece di gonfiare succhiava, e succhiava fortissimo, come per rivoltare i miei coglioni, teneva le labbra premute contro la mia cappella, e non si muoveva, non muoveva la bocca né mi permetteva di muovermi, non avevo mai subito un tale trattamento, ma mi tornò duro in un baleno. Appena decise che mi fosse tornato duro abbastanza mi saltò di nuovo addosso si infilò di nuovo il mio cazzo duro dentro e ricominciò a scoparmi con i suoi ritmi indiavolati come se nulla fosse cambiato, come se non fossi mai venuto, ricominciò a saltarmi addosso, ma adesso, dopo esser venuto tutto questo mi dava quasi una sensazione di fastidio più che di piacere, provai allora a farla rallentare un po perciò le poggiai le mai sui fianchi, per riprendere un po il controllo della situazione, ma questo a lei non piacque per niente, si fermo, giusto il tempo di afferrarmi le mani bloccarmele l’una contro l’altra e portarmele piegandomi i gomiti dietro il collo, in questo modo nonostante fossi molto più forte di lei poteva facilmente tenermi a bada con una mano sola, volevo dimenarmi, ma non lo feci, di fondo non mi stava mica derubando, mi stava semplicemente scopando e se le piaceva farlo così che continuasse pure, basta che alla fine mi rimanesse qualcosa tra le gambe, se non altro per pisciare.
Almeno l’istante di pausa mi aveva permesso di fare innalzare la mia libido, dopo il normale calo post-orgasmico, così ripresi a godere del suo trattamento e non mi lamentati poi più di tanto. Continuò a scoparmi con violenza, a saltellarmi in grembo senza ritegno, il mio piacere montava, e il suo anche il basso grugnito che aveva accompagnato il nostro amplesso da parte sua fino ad allora era lentamente cresciuto fino a diventare un ruggito di leonessa affamata quando raggiunse il suo orgasmo buttando indietro la testa, venne e sentii perfettamente gli spasmi dei suoi muscoli vaginali che strizzavano il mio uccello dentro di lei in maniera spasmodica, seguendo le sua contrazioni convulse, e venni anch’io di nuovo dentro di lei, con un orgasmo improvviso e non voluto, che mi lasciò svuotato. lei invece perfettamente appagata si accasciò su di me sentivo il suo respiro affannoso uscire dalle sue labbra a pochi centimetri dal mio orecchio sinistro farsi sempre più calmo finchè non si ridusse ad un sussurro impercettibile, si era ripresa e come se niente fosse stato si rialzo in piedi sul letto, calò un’ultima volta i pantaloni del pigiama e gli slip dandomi la fugace visione della sua passerina gonfia del mio sperma, si riaggiusto mutandine e pigiama e usci dalla mia stanza per tornare a dormir nella sua.

La tempesta di lampi fuori era finita.

Per tutto il tempo che avevamo scopato non mi disse una parola, nè ne disse mai dopo a proposito dell’accaduto.

Come sempre in attesa del prossimo capito per suggerimenti domande varie ed eventuali scrivetemi pure alla mail xabara8666@libero.it

1 ma in effetti lo posso chiamare sesso telefonico se non si è svolto al telefono? Propongo un sondaggio mandatemi le vostre mail per dare un nome al tipo di sesso praticato da me nel capitolo intitolato skype, la migliore definizione verrà scelta per sostituire quella di sesso telefonico in questo capitolo.
Grazie a una partita di calcetto

La mia vita continuava a scorrere tranquilla, tra studio divertimenti vari, alti e bassi con la fidanzatissima lontana, insomma la mia quieta vita di studente universitario continuava lungo i binari della normalità, Carolina non aveva mai accennato a quello che era successo quella sera, ne le altre mie coinquiline avevano mai dato ad intendere che avessero capito che era successo qualcosa.

La mia vita come detto procedeva normalmente, una sera Carolina e Marica mi proposero di uscire a bere qualcosa, nulla di eccezionale, ma francamente ero un po stanco e proprio non mi andava di uscire, ma di rimanere a letto, così rifiutai, loro si impuntarono ma non riuscirono a farmi cedere, così dopo preghiere varie uscirono dalla mia camera, Marica uscendo mi disse:
-Spero proprio che Elisa e Marco non ti facciano dormire-.
In effetti quella sera Marco doveva restare a dormire dalla sua ragazza, ma francamente la loro camera stava al piano di sopra, e certo quella non era certo la prima sera che restava a dormire con lei, per cui mi preparai per andare a dormire.

Uscendo le ragazze tentarono un ultimo disperato appello, ma ormai ero in pigiama, anche se erano solo le dieci, mi sdraiai a letto e stavo rileggendo degli appunti quando sentii Elisa al piano di sopra urlare, non mi preoccupai perché capii quasi subito che stava litigando con il suo ragazzo, capitava raramente, ma capitava, e certo non ero interessato ad origliare, così infilai le cuffie dell’ipod aspettando che finissero.

Saranno passate un paio di canzoni che sento bussare alla porta, era Elisa, indossava una vestaglia a motivi floreali che non le avevo mai visto, entro e mi chiese:
-Matti scusa, ti ho disturbato con le mie urla?-
-ma no tranquilla capita anche a me di litigare con la mia lei, faccio un po meno casino, ma va bene lo stesso-
-scusa ancora, è solo che Marco è un bastardo, sai che ha fatto’ senti dopo che mi ha detto che veniva qui sta sera gli amici gli hanno proposto di andare a giocare una partita di calcetto, e lui ha accettato, quello stronzo se n’è andato a giocare nonostante mi avesse promesso che veniva da me-
-dai magari viene più tardi-
-no non viene perché finisce tardi, deve fare la doccia, poi è stanco, tanto poi ch’è tutto il weekend libero’ solo scuse, solo scuse si è perfino dimenticato del nostro anniversario-
-ma non è stato una decina di giorni fa’-
-si ma di un altro, comunque ero scesa solo per chiederti di farmi un favore, saliresti un attimo su in camera mia?-
– certo, come posso aiutarti? Di nuovo con la lampadina da cambiare-
-non proprio-
Non disse nulla salendo le scale, io non feci troppe storie, essendo l’unico uomo di casa capita che le ragazze mi disturbino per delle sciocchezze, e da vero galantuomo, mi do sempre da fare, e poi sarebbe bastato salire le scale dietro di lei per ripagarmi del disturbo, se ben ricordate infatti elisa ha un culo fenomenale, non ho mai visto nulla di simile, e vi posso assicurare che quella rampa di scale salita tutta due gradini dietro di lei mi permetteva di gustarne la bellezza.
Entrai in camera sua sempre dietro di lei, e mi si presentò davanti una gran bella situazione, Eli aveva sistemato la sua camera proprio bene benino, nonostante fosse sempre la stessa camera in cui ero entrato solo nel primo pomeriggio per farmi prestare una matita, ora sembrava di stare in tutt’altro posto. Eli infatti aveva messo nuove lenzuola rosso peccato in bella vista, l’abat-jour era coperta con una maglia rossa, che ne attenuava la luminosità, la camera era disseminata di candele accese, e sul comodino c’erano in bella vista dell’olio per massaggi, una serie di ciotoline piene di nutella, panna e miele, come ho poi avuto l’opportunità di appurare; e poi c’era un cestino pieno di preservativi, e un cazzetto di gomma non più lungo di 13 cm e non più spesso si un paio di dita.
Eli mi aveva permesso di osservare per bene la stanza prima di iniziare a parlare, con un po di imbarazzo e le gote arrossate:
-Matti, vedi sta sera doveva essere una serata speciale, prima ti ho parlato di un anniversario, vedi due anni fa io e Marco abbiamo fatto per la prima volta l’amore, come giustamente dicevi prima una decina di giorni dopo di esserci messi insieme, e io volevo organizzargli una bella seratina, ma quell’imbecille preferisce correre dietro ad un pallone, ma gliela faccio vedere io, avevo deciso di fargli un bel regalo, ma visto che lui non c’è lo faro a qualcun altro, così gli ho detto, e lui sai che mi ha risposto, che non l’avrei fatto. Ma io me ne frego di quello stronzo avevo deciso di fare una cosa sta sera e se lui non c’è la farò con un altro, ecco perche ti ho chiesto un aiuto.-
– e io sono qui pronto ad aiutarti-
-vedi so che non ti dispiaccio di essere una bella ragazza, e che tu non vedi la tua ragazza da un pezzo-
-tutto indubbiamente vero-
-Matti vedi io sta sera avevo deciso di cedere ad una cosa che Marco mi chiedeva da un pezzo, ma che non ho voluto mai fare, sai ci ho messo un po per convincermi, non è stato facile e so che se non lo faccio sta sera non lo farò mai più ecco perché voglio che tu mi aiuti alla faccia di quel bastardo-
-dimmi di che si tratta e faro di tutto per accontentarti-
– Matti oggi avevo deciso di fare l’amore in maniera diversa-
-in maniera diversa come-
-in maniera diversa, volevo farlo da dietro-
-alla pecorina?- adoro fare il finto tonto,
-Matti diamine volevo fare sesso anale con Marco, ci ho messo mesi per convincermi, mi sono informata, ho comprato ciò che serviva per preparami, ho fatto training autogeno per fargli questo regalo e quel bastardo mi lascia in asso per una stupida partita’ Matti vorresti essere tu a prendere la mia seconda verginità-
– si ma con Marco come la mettiamo?-
– non lo saprà mai ‘
– e se mai lo fate poi, magari se ne accorge- faccio solo un po il prezioso
-non se ne accorgerà mai, allora ci stai, o vado dal primo che capita?-
-se la metti così, meglio io che qualche estraneo, sarà il nostro piccolo segreto, ricordati che anche io sono fidanzatissimo-
-certo, però tutto si dovrà svolgere come dico io-
-cioè?-
-cioè, dovrà essere come sarebbe stato se al posto tuo ci fosse Marco, e non crederai che l’avrei fatto con lui così gratis, persino lui doveva meritarselo, quindi pensa tu-
-e allora?-
– beh per cominciare se vorrai scoparmi dovrai prima fare una cosina per me-
– cioè? –
– cioè dovrai prima farmi raggiungere l’orgasmo, voi maschietti siete troppo egoisti, per ciò se mi vuoi dovrai prima darti da fare, e ti avverto che Marco in due anni che stiamo insieme è riuscito a farmi venire non più di un paio di volte-
– adoro le sfide-
-insomma ci stai?-
-certo-
-farai tutto ciò che ti chiedo-
-naturalmente-
-e se dovesse farmi male ti fermerai?-
-se me lo chiedi, e a patto che non sarai così egoista da lasciarmi andare via insoddisfatto-
-Va bene-
E per tutta risposta slegò la cintura della vestaglietta e ne scostò i lembi, sotto aveva solo gli slip, i suoi seni erano completamente nudi, veramente uno spettacolo, due piccole opere d’arte, una terza buona che sfidava la forza di gravità, con due piccoli capezzoli, ancora non eretti e due areole rosee né troppo grandi né poco.
Si accorse del mio interesse e disse togliendo del tutto la vestaglia:
-Allora ti piacciono?, strano però tutti dicono di preferire questo-
E si voltò, mostrandomi i suoi due splendidi glutei perfettamente separati dal filetto del perizoma rosa di pizzo che indossava, mi venne subito duro solo a guardarlo; mi avvicinai a lei che rimaneva voltata le poggiai la mano sulla nuca e iniziai a farla scendere lungo la sua colonna vertebrale, scesi giù fino alla leggera rientranza che ha prima di attaccarsi al bacino, e proseguii sfiorando la sua pelle discostandomi da quel punto di una spanna lungo un perfetto arco di cerchio, strizzai tra le mie dita quelle due chiappe perfette e sode mentre la mia lingua si intrufolava nel suo orecchio e i denti andavano a stuzzicarle il lobo continuai a baciarla sul collo, e la feci girare, stavo per baciarla sulla bocca quando lei mi fermò puntando l’indice sulle mie labbra
– Sta sera no- disse quasi scusandosi.
Allora la feci sdraiare sul letto e ricominciai a baciarla mi occupai un po dell’altro orecchio, quindi ridiscesi sul suo collo e mi fermai sul suo sterno senza decidermi quale delle due montagnole scalare per prima, alla fine scelsi la destra, le mie labbra si muovevano di bacio in bacio come le gambe di un alpinista risalivano il suo seno, e quando raggiunsero la cima lei inarcò con uno spasmo la schiena nel sentire la mia lingua scorrere sul suo capezzolo perfettamente eretto, e lanciò uno splendido urletto quando a stringerlo furono i miei incisivi; passai quindi sull’altro seno, e assaporai anche l’altro capezzolo, mentre la mia mano la massaggiava dolcemente da sopra il pizzo delle mutandine.
La mia bocca continuava ad esplorarla, portandosi sempre verso l’equatore, mi soffermai solo un attimo a solleticarle l’ombelico, e alla fine raggiunsi l’orlo delle mutandine, passai il mio naso fra l’odoroso avvallamento che rivelava le sue grandi labbra e cominciai a leccarla da sopra la stoffa per farla aspettare un po; quando capii che non ce la faceva più che voleva sentire la mia lingua perfettamente sul suo sesso, le dissi di togliersi il perizoma, lei lo fece, ebbi così la splendida vista della sua patatina, sopra il monte di venere aveva un leggero boschetto di pelo ritagliato a forma di cuore, ma sotto era perfettamente depilata, ma non mi soffermai ad ammirarla, lei mi voleva e anch’io.

Iniziai a leccarla con piccoli colpetti di lingua così da far dischiudere completamente le grandi labbra e dare il tempo al clitoride di sollevarsi, intanto il mio indice iniziò ad entrarle dentro, presto raggiunto dal medio, stavo per prendere il cazzetto dal comodino, ma lei mi fermo:
-quello è per dopo- disse
Continuavo a frugarla dentro, infilando sempre più in profondità le mie dita dentro di lei, certo l’avrebbe allargata meglio il cazzetto ma non l’avrebbe stimolata alla stessa maniera, cercavo di trovarle il punto G, mentre continuavo a leccarla, e a gustare il suo sapore, e il mio naso strusciava contro il suo monte di venere.
Non ci volle molto a farle indurire il clitoride, poggiai allora le mie labbra tutt’intorno e iniziai a stimolarlo con la punta della lingua ottenendo un’intera sinfonia di gemiti.
Le mie dita la frugavano in profondità, e la mia lingua alternava la stimolazione del clitoride a lunghe lappate all’intera patatina, lei se la godeva bellamente e sottolineava i momenti migliori inarcando completamente la schiena. io la leccavo da una decina di minuti e i suoi sospiri continuavano ad aumentare, la mia mano sinistra poggiata sul suo seno sentiva il suo cuore andare a mille e io continuavo a leccarla e a masturbarla, finchè dopo una serie di leccate particolarmente veloci mi afferro i capelli tirandomeli per farmi avvicinare ancora di più alla sua passerina, e io di contro iniziai a muoverle le dita dentro ad una velocità folle, e anche la mia lingua roteava come impazzita, continuo a tirarmi i capelli mentre urlava al cielo il suo orgasmo, sentii in pieno le contrazioni spasmodiche della suoi muscoli vaginali e continuai a leccare più dolcemente, mentre lei andava via via rilassandosi.

Sollevai il mio viso solo un paio di minuti dopo, lei era rossa in viso e ansante, le concessi ancora qualche istante per riprendersi completamente, e mi spogliai fino a quel momento ero ancora completamente vestito’

Mi spogliai del tutto, e lei sembro contenta della mia dotazione, senza dire una parola prese un profilattico dl comodino e me l’infilo con indubbia maestria, speravo me lo sponpinasse un po, ma non lo fece invece prese l’olio per massaggi e inizio a ungere ulteriormente il mio pisello, non c’era preoccupazione nei suoi occhi, ma una voglia matta di farsi inculare da me, e soprattutto di rifarsi del suo ragazzo.
Quando le sembrai abbastanza lubrificato si girò e si mettendosi alla pecorina, prese dell’altro olio e stava per portarselo sul buchetto, ma la fermai, avvicinai la mia bocca al suo buchetto e iniziai a leccarlo, questa mia iniziativa le piacque è molto, almeno a giudicare dai suoi risolini e urletti, quando mi sembro essersi ammorbidito mi feci versare dell’olio sulle dita e le massaggiai per bene il buchetto, partendo dall’esterno iniziavo ad insinuare le mie dita dentro di lei così da prepararla per benino, non sarebbe stato affatto uno scherzo infilare il mio pisello là dentro era molto stretta, e nonostante tutto tesa, me ne accorgevo anche solo con le dita.

Era finalmente, pronta o almeno mi ero stufato di preliminare, ero entrato in camera sua già da tre quarti d’ora e dovevo proprio sfogarmi. Le infilai sotto la pancia un paio di cuscini così da farla stare più comoda e mi misi dietro di lei. Appoggiai la mia cappella al suon buchino vergine e iniziai ad esercitare una lieve pressione, il buchino non resistette molto, lei doveva essersi rilassata e io riuscivo a entrare lentamente, ma cedeva, con un ultimo affondo entrai completamente dentro di lei, che rispose appena con un urletto di dolore, solo lo sfintere era stretto ma dentro aera caldo e accogliente. Mi fermai completamente dentro di lei per farla abituare e preso il cazzetto dal comodino lo infilai nella sua fighetta che lo accolse perfettamente iniziai a muovere il cazzetto, restando sempre fermo dentro di lei, quando prese a vibrare, non so come ma l’avevo acceso; lui vibrava e lei gemeva, io lo sentivo vibrare attraverso la stretta intercapedine tra i due buchi, e iniziai a muovermi dentro il suo bel culetto, al primo affondo lanciò un urlo di piacere stupendo che si ripeté ancora e ancora, mentre continuavo a muovermi dentro di lei, purtroppo però non riuscii a durare che qualche minuto dentro di lei ì, il suo buchetto così stretto mi stimolava in maniera incredibile e di fondo avevo il cazzo duro ormai da un’ora, lo tirai fuori quasi del tutto per rinfornarlo con foga una, due, tre volte e finalmente le sborrai dentro fu stupendo, fui scosso da brividi di piacere mai provati, finchè non mi accasciai su di lei.
Le rimasi dentro finchè non fu completamente mollo.
Elisa mi ringrazio dicendo di aver goduto molto, ma non essendo venuta riprese a masturbarsi col cazzetto, non sapevo se restare, ma ci pensò lei a mandarmi via: con un bacio sulla guancia mi mise alla porta nudo come un verme e col preservativo usato ancora addosso, ma dopo tutti i patti erano patti e io posso raccontarvi che ho sverginato il più bel culo che possiate immaginare.

Come sempre, per consigli, domande varie ed eventuali scrivetemi alla mai xabara8666@libero.it

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