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Racconti Erotici Etero

Che bona la madre del mio amico! Parte 5

By 13 Luglio 2017Dicembre 16th, 2019No Comments

Il giorno seguente, il mio amico mi chiese come mai non fossi andato a trovare sua madre durante il fine settimana. Evidentemente, la madre del mio amico, per non fargli sospettare nulla, aveva detto che non ero andato a trovarla. Ora toccava a me togliere ogni dubbio al mio amico!

“Sì, scusami, ma sabato sera in disco ho conosciuto una MILF che mi ha invitato a casa sua. Sai come sono fatto, non potevo rinunciare a quella opportunità” gli dissi mentre avevo in mentre sua madre a pecorina sul letto sul quale dormiva con il cornuto del marito.
“Ah, capisco. Spero che almeno tu l’abbia sfondata come si deve”, mi disse lui ignaro del fatto che stessi parlando di sua madre.
“Non sai quanto, amico”.

I giorni passavano senza darmi l’opportunità di scoparmi la madre del mio amico. Io e lui avevamo gli stessi turni al lavoro e, quando eravamo liberi, uscivamo insieme, cosa che mi impediva di rimanere da solo con sua madre. Ogni tanto mi capitava di scopare qualche ragazza conosciuta in disco, ma non era la stessa cosa come con la madre del mio amico. Lei aveva esperienza e solo con la bocca riusciva a farmi provare un piacere che le ragazze non riuscivano a darmi, soprattutto perché si limitavano ad un pompino di pochi minuti e ad una scopata come le altre.
Mi dovevo accontentare delle seghe immaginando la madre del mio amico in quelle posizioni che avevano fatto parte delle mie seghe e che, in parte, ero riuscito a realizzare.
Avevo una grandissima voglia di riscoparla come quel grandioso weekend che avevo passato con lei, ma mi sembrava che le opportunità fossero finite, fin quando non mi si ripresentò un’occasione che non potevo perdere.
Io e il mio amico avremmo dovuto fare un viaggio di lavoro e voleva che andassi a casa sua con la mia macchina, la parcheggiassi lì e poi prendessimo la sua perché più adatta a fare viaggi più lunghi.
Mi fece accomodare a casa sua, dicendomi che avrebbe dovuto fare un’ultima telefonata di lavoro prima di partire.

“Tua madre non c’&egrave?” gli chiesi con la speranza di rivederla prima di partire in modo da potermi segare su di lei una volta arrivati a destinazione.
“Si sta facendo un bagno”, mi disse componendo un numero sul cellulare.
“Ah, volevo almeno salutarla”.
“Tranquillo, tra poco dovrebbe uscire”.

Detto questo, entrò in cucina chiudendo la porta e cominciò a parlare con il suo collega.
Con il cazzo gonfio, mi diressi verso il bagno e, dopo aver bussato, aprii la porta.
La visione che mi si presentò davanti fu spettacolare: la madre del mio amico era nella vasca piena di schiuma che copriva le sue tettone che avevo succhiato e palpato e in mezzo alle quali avevo messo il mio cazzo che tanto amava succhiare.
Appena mi vide, spalancò gli occhi.

“Ma sei matto! Mio figlio &egrave in casa!”, mi disse notando subito il gonfiore nei miei pantaloni.
“Sì, lo so, ma &egrave in cucina a parlare con qualcuno di lavoro. Tranquilla”.
“Esci subito da qui prima che ci veda!”.
Non sembrava molto convinta, tant’&egrave che non staccava gli occhi di dosso dal cazzo che non vedeva l’ora di essere liberato da quei pantaloni e di entrare in quella meravigliosa bocca che mi aveva fatto tanto godere giorni fa.
“Signora, &egrave solo che sarò via per molti giorni e, visto che non la vedo da tanto, volevo salutarla”.
“Sì, salutarmi! Dai, vieni qui e facciamo in fretta”.

Mi sedetti accanto alla vasca e, finalmente, potei toccarle di nuovo quelle tettone. Le presi entrambe con le mani e cominciai a palparle. Mi avvicinai ancora di più a lei e cominciai a succhiarle le tette, prendendo in bocca quei capezzoli corti che si inturgidirono a contatto con la mia lingua, succhiandoli e leccandoli mentre tenevo in mano quelle tettone.
Massaggiando una tetta con una mano, con l’altra cominciai a scendere giù bagnandomi il braccio (avevo una maglietta a maniche corte, quindi non c’era il rischio che il mio amico notasse la maglia bagnata) fino ad arrivare alla sua figa che cominciai a massaggiare facendola mugolare.

“Oh, sì, continua così…” mi disse mordendosi il labbro e tenendo la sua mano sulla mia pancia.
“Signora, ora devo proprio andare…”. Avevo smesso di massaggiarle la figa.
“No, proprio ora? Continua…”
“Non ha appena detto che dovevamo fare in fretta? Suo figlio &egrave di là…” le dissi con malizia. In realtà non volevo mica staccarmi dal suo meraviglioso corpo.
“Bastardo”, mi disse sorridendomi, capendo il mio gioco.

A quel punto, lei inarcò la schiena dandomi la possibilità di mettere nella sua figa le mie due dita che muovevo su e giù facendola gemere dal piacere.
Strinse i miei capelli nelle sue mani e mi disse di continuare. Più aumentavo il ritmo, più si muoveva nella vasca rischiando di bagnarmi.

“Oh, sì… bravo… continua… più forte… mmm…”.

Il mio indice e il mio medio erano dentro la sua figa mentre con il pollice le sgrillettavo il clitoride.
Appena finii di sgrillettarla, lei mi disse di alzarmi. Ero pronto ad andarmene quando, sporgendosi dalla vasca, mise la mano sui miei pantaloni cominciando a sbottonarli.

“Signora, ma credevo… oh… mmmm… cazzo”.

Senza farmi finire la frase, lo prese in bocca e cominciò a succhiarlo con avidità dimostrandomi che il mio cazzo le era mancato come mi era mancata lei.

“Signora… mmm… quanto mi era mancato… mmm… il suo pompino” le dissi mugolando frasi sconnesse.
“A me era mancato questo bel cazzo giovane che ora &egrave tutto mio”.

Lo riprese in bocca ricominciandolo a succhiare mentre io le palpavo le tette con una mano mentre l’altra la tenevo dietro la sua testa aiutandola nel movimento del pompino. Muoveva la bocca su e giù senza far uscire il mio cazzo dalla sua bocca con tutta la pre sborra spalmata sul mio cazzo.

“Signora… mmm… sto per venire!”.

Fregandosene del mio avvertimento e senza togliere il mio cazzo dalla sua bocca, lei cominciò a succhiare ancora più forte facendomi schizzare una gran quantità di sborra che tenne in bocca.

“Apra la bocca e mi faccia vedere…”.

Spalancò la bocca e, tirando fuori la lingua, vidi che sopra c’era tutta la mia sborra che lei fece colare per la maggior parte sulle tette. La restante, la ingoiò davanti a me guardandomi negli occhi.

“Quanto mi era mancato questo succo. Il tuo cazzo &egrave ancora sporco, mi tocca ripulirlo”.

Prese in bocca il mio cazzo (ormai barzotto e colante di sborra) e, a colpi di succhiate, me lo ripulì tutto indurendomelo di nuovo.
Dopo aver leccato la cappella, mi disse di andare. In fretta e furia mi abbottonai i pantaloni e, con il fiatone, mi diressi subito in soggiorno sedendomi sul divano.
Il mio amico uscì dalla cucina giusto qualche minuto dopo, lamentandosi della lunga telefonata.

“Mi dispiace di averti fatto aspettare, ma non riuscivo a scrollarmi di dosso il nostro collega”.
“Oh, figurati, ho passato il tempo guardando un po’ la tv…”.
“Mia madre non &egrave ancora uscita dal bagno?”.
“No, perché?”.
“Subito dopo aver attaccato il telefono al nostro collega, ha chiamato mio padre. Tra pochi giorni sarà qui”.

Il viaggio di andata lo passai a ripensare a quello che era successo con la madre del mio amico poco prima, ma anche con il pensiero che, con l’arrivo del marito, le scopate sarebbero potute diminuire.

Continua…

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