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Racconti Erotici Etero

Cognata maiala

By 1 Gennaio 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Sono sposato con mia moglie Lucrezia da 15 anni, da 5 ci siamo trasferiti in una casa alla periferia della città, un antico casolare di campagna ereditato da mia moglie e dalla sorella Carla e finemente ristrutturato, composto da due appartamenti limitrofi divisi su due piani e con un grande giardino in comune. Io ho 41 anni, mia moglie 38, le mie due figlie Enrica e Gaia rispettivamente 13 e 15. L’altro appartamento è occupato dalla famiglia di mia cognata, di 36 anni, che comprende il marito Filippo, di 39 anni, ed il figlio Piergiulio di 14.
La vita condominiale è sufficientemente tranquilla. Le due sorelle sono abbastanza affiatate e non si fanno prendere dalle gelosie che spesso allignano dentro le famiglie. E lo stesso clima vige tra le mie figlie e il cuginetto. Tra me e mio cognato Filippo, invece, solo rapporti di cordialità formale. Filippo è un bell’uomo, molto raffinato ed elegante, ma non leghiamo molto, perché lo trovo poco socievole.
Per quanto condividiamo lo steso casolare, non mi sono fatto una idea precisa dei rapporti intimi di Carla e del marito. Quello che so è frutto di qualche confidenza di mia moglie che, sia pure in maniera criptica, mi ha fatto intendere che il bel Filippo lascerebbe un po’ a desiderare a letto e che Carla avrebbe cercato conforto e distrazione in qualche relazione extramatrimoniale. Solo allusioni, ma piuttosto eloquenti, perché alle mie richieste di particolari mia moglie mi ha sempre risposto in maniera tranchant:
‘Mia sorella fa quello che vuole della sua vita ‘. Non sono cose che ti riguardano ‘.’.
Certo, non erano fatti miei, ma vedevo mia moglie piuttosto preoccupata per la stabilità matrimoniale della sorella. E comunque, l’idea che mia cognata metteva la corna al marito non era una notizia che poteva lasciarmi indifferente, un po’ per la curiosità un po’ morbosa di saperne di più, un po’ per l’idea inedita che mi potevo fare di lei. Una bella gnocca, ben messa fisicamente e molto disinvolta nell’atteggiarsi, che non potevo fare a meno di ammirare quando la vedevo girare per casa e nel giardino in panta-jeans corti e stretti e con magliette attillatissime. Sapere che, pur salvando tutte le buone apparenze borghesi, la cognata si faceva chiavare da estranei me la faceva improvvisamente apparire come una gran porcona e guardare con malcelata bramosia. Anche se, conoscendo gli stretti rapporti tra le due sorelle e il temperamento non tenero di mia moglie, tenevo sotto stretto controllo ogni impertinente pensierino.
Ma certe cose sembrano guidate dalla fatalità. Un pomeriggio all’inizio dell’estate 2004, capitò che sia mia moglie Lucrezia sia mio cognato Filippo fossero fuori per impegni di lavoro e che, nello stesso tempo, le mie figlie e mio nipote fossero andati a trovare i nonni. Quel pomeriggio Carla era intenta nelle pulizie di casa, mentre io mi davo da fare in giardino per ripulire e preparare e la piscina per l’estate, avendo indosso solo un paio di vecchi slip da mare.
Ero intento nelle mie faccende quando mi sentii chiamare dalla finestra:
“Bruno, scusa, puoi venire un momento?… Mi si è scoppiata una lampada, ho paura a metterci mano con la corrente elettrica’.”.
Era mia cognata che chiedeva aiuto. Abbandonato il mio lavoro in un attimo sono entrato in casa di Carla e non ho potuto fare a meno di notare che i suoi abiti erano ancora più succinti del solito e mettevano in bella mostra una mercanzia di valore. I pantaloncini corti fasciavano due cosce e due chiappe ben tornite che mia cognata esibiva con grande fierezza. La maglietta, oltre ad essere corta ed a scoprirle tutta la pancia, era anche trasparente, nel senso che lasciava vedere benissimo le aureole delle tette ed i capezzoli tanto appuntiti che sembravano dover bucare da un momento all’altro la stoffa.
E’ inutile dire che, a quella vista, il mio cazzo ha iniziato a gonfiarsi agitandosi e gonfiandosi dentro gli slip. Istintivamente ho cercato con la mano di addomesticarlo e sistemarlo meglio. Carla ha colto al volo il mio movimento e mi ha fatto un sorrisetto molto allusivo e malizioso, confermandomi l’idea di una porcona tutta da scoprire; poi, è salita sculettando sulla scaletta per indicarmi la lampadina bruciata e, nel ridiscendere, ha strofinato a bella posta il suo culo sul rigonfiamento dei miei slip, provocandomi un brivido repentino ed un ulteriore irrigidimento dell’uccello.
Sono salito io sulla scaletta, indugiando un po’ nello svitare e nel cambiare la lampadina, con il cazzo inalberato proprio all’altezza della sua faccia. Sentivo che Carla mi guardava in mezzo alle gambe con evidente bramosia, ma proprio per quello esibivo con ancora maggiore disinvoltura quel bozzo che sembrava dover scoppiare da un momento all’altro. E, sinceramente, non so sino a quando avrei potuto resistere in quella posizione se, d’un tratto, con una naturalezza sconvolgente, mia cognata non vi avesse appoggiato la bocca, poi avesse tirato fuori il cazzo ingrifato ed avesse cominciato a far scorrere la lingua lungo tutta la sua lunghezza soffermandosi sulla cappella, e, aiutandosi con le mani, non si fosse lanciata in un fantastico pompino.
Carla succhiava e contemporaneamente andava su e giù con la testa aumentando sempre di più il ritmo fino che, urlando, le ho scaricato in bocca un fiume di sborra che ha lei bevuto avidamente leccandosi le labbra.
Sono ridisceso dalla scaletta, ho abbracciato e baciato Carla e le ho tolto tutto di dosso. Finalmente potevo ammirare quelle sue meravigliose tette, toccarle, strizzarle, leccarle i capezzoli. Carla iniziava ad ansimare dal piacere, poi piano piano sono sceso fino ad arrivare alla sua micia completamente depilata che grondava di umori. Ho iniziato a leccarla soffermandomi a lungo sul clitoride che era diventato come un cazzo in miniatura.
Mia cognata è andata su di giri e ha iniziato a urlare:
“Dai, prendimi. Prendimi tutta. Infilami il tuo cazzone dentro. Lo voglio tutto”.
Si è coricata sul tappeto, sono rimasto a guardarla un attimo. Era stupenda, irresistibile. Mi sono chinato su di lei e delicatamente ho iniziato prima a strofinare il mio cazzo sulle tette, sulla pancia e sulla figa, poi sono entrato in lei senza fatica, tanto era lubrificata.
Sentendo il mio randello entrarle dentro, Carla ha esclamato:
“Ooooohhhh … sìììììì ‘.. finalmenteeee ‘.. sììììì… Tutto dentro. Dì la verità, che aspettavi questo momento’. Dai, dacci dentro, Bruno, voglio godere con te. Riempimi tutta’ sìììì.”
Iniziando il su e giù dentro di lei le ho risposto:
“E tu cognatina sporcacciona, da quanto aspettavi questo momento?…. Perché non l’hai preso prima? Dì anche tu la verità’. Si vede che Filippo non ti soddisfa, vero?….”.
Mi ha risposto, tra un gemito ed un altro:
‘Uhmm’ quello?….. se aspetto lui ‘. è meglio che faccio un voto di castità’. ‘
Ho colto l’occasione per farle confessare le corna che metteva al marito:
‘Ah ‘. ci riforniamo fuori casa, eh? ‘. Maialona che non sei altra! ‘ e che bisogno c’è? ‘ potevi cercare in famiglia, no?’
Mi ha risposto con un ghigno:
‘Eh sì’ e quella gelosona di mia sorella? ‘ Comunque, non perderti in chiacchiere ‘. approfittiamone oggi, che chissà quando ci ricapita ‘ dai, su, chiavamiii!!!’
Carla assecondava i miei movimenti spingendo il bacino verso l’alto per ricevere il cazzo più in fondo. Ho smesso per un attimo di pompare e ho tirato fuori il cazzo da lei. L’ho girato a quattro zampe e sono rientrato nella sua figa da dietro riprendendo a spingere, mentre contemporaneamente con le mani le stropicciavo le tette. Lei spingeva più in lato il culo in modo che il mio cazzo le toccava il collo dell’utero. Ad ogni spinta che le davo Carla gemeva dal piacere e mi incitava:
“Daiiii’ daiiiii’ cosììììì’ sìììì ‘. continuaaaa… spingiiiiii. Fammi godere, porcoooo!!!”.
Carla era una troia scatenata. Ho aumentato il ritmo, volevo riuscire a godere con lei. Spingevo, spingevo avanti e indietro sempre più velocemente. Per un attimo ci siamo fermati entrambi, poi contemporaneamente abbiamo ripreso a muoverci e, dopo poco, siamo scoppiati in un orgasmo lungo e meraviglioso, sembrava che i fiotti di sborra che le scaricavo non finissero più.
Siamo rimasti pochi minuti distesi sul tappeto, poi Carla ha cominciato ad accarezzarmi il petto:
“Mi piacciono gli uomini con tanto pelo sul petto ‘”
Al che ho subito aggiunto malizioso:
” e col cazzo bello grosso’.’
Lei ha confermato:
‘Sissignore, mi piacciono gli uomini pelosi e cazzuti come te!…’
Così dicendo ha appoggiato la sua lingua sul mio petto andando a titillare i miei capezzoli, poi scendendo piano piano in basso. Il mio coso si era nuovamente ridestato e, molto rapidamente, ha preso la forma di un matterello. Carla lo ha baciato sulla punta, poi è scesa a solleticare le palle con la lingua e intanto mi ha detto civettuola:
“Come sono grosse! Mmmm’. chissà quanta sborra hanno ancora dentro!… Credo che me ne puoi dare ancora un po’, vero?’
Con la punta della lingua è risalita lungo tutta l’asta e si è soffermata sulla cappella cercando di infilarsi nel buchetto sulla punta. Se lo è ingoiato ancora fino alle tonsille, ma dopo averlo succhiato per un po’, rimanendo un attimo a guardarlo con ammirazione, mi ha detto:
“Senti Bruno, vedi come te l’ho fatto ridiventare duro!…. Mi è venuta voglia di averlo dietro ‘ su, dai, riempimi il culo!’
Detto fatto, si è voltata e mi ha piazzata il bel buco nero all’altezza della bocca: un invito imperioso a ficcarci la lingua! Sollecitato e umettato dalla lingua, l’ano di Carla ha cominciato ad allentarsi e dilatarsi, quindi vi ho infilato un dito movendolo delicatamente per non farle male, poi due, infine tre.
A questo punto il suo culo era pronto per ricevere il mio bastone. Carla si dimenava e gemeva dal godimento quando ho sostituito alle dita il cazzo. Con una leggera spinta ho fatto entrare la cappella, con altri due colpi secchi sono arrivato a fine corsa con le palle che sbattevano sulle sue natiche.
Ho cominciato il su e giù mentre Carla urlava:
“Sììììì’. Che bel cazzone che ha il mio cognatone!.. mmm ‘. Dai, Bruno, rompimi il culo’. E scaricami dentro la tua sborraaaa!!!”.
E poi altre parole incomprensibili. Era veramente invasata, godeva come una maialona. Ho aumentato le spinte e intanto con una mano ero arrivato a toccarle la figa fradicia di umori; con un dito l’ho prima penetrata, poi sono passato a stuzzicarle il clitoride. Carla è scoppiata in un orgasmo lungo, interminabile, mentre io continuavo a stimolarle il clitoride e a stantuffare con il cazzo nel culo. Il su e giù del mio cazzo si è fatto sempre più veloce, fino a quando non le ho allagato lo sfintere con un fiume di sborra.
Siamo rimasti ancora un pò distesi sul tappeto, e in quei minuti non ho potuto fare a meno di considerare come Carla fosse una vera e propria sanguisuga, esigente ed insaziabile. Ci siamo rivestiti e, prima di congedarmi, lei si è avvinghiata a me con un lungo bacio appassionato:
‘Sei un porco, Bruno! ‘. Mi hai fatto godere come non mi è accaduto mai prima ‘. Ma ho visto che anche a te non è dispiaciuto affatto ‘. Che ne dici se, di tanto in tanto ‘?’
Le ho sorriso:
‘Ma certo, maialona mia! ‘. Credo che le occasioni non ci mancheranno ‘. Certo, bisogna stare un po’ attenti’ tua sorella ‘ tuo marito’.’
Mi ha risposto un po’ piccata, ma risoluta:
‘Che cazzo vanno trovando quei due? ‘. Quello che gli diamo, tu a mia sorella, io a mio marito, è già tanto ‘. Non credi che abbiamo diritto ad un piccolo diversivo, ad un innocente capriccio, ogni tanto?….’
Mentre già mi dirigevo verso l’uscita, ho annuito vistosamente con la testa significandole che aveva ragione, quindi le ho sorriso aggiungendo:
‘Mi pare giusto, condivido ‘. quando vuoi ‘ quando puoi ‘ cognatina ‘. un fischio e sono a te … ma, scusa, per un diversivo, un capriccio, ogni tanto, non ti basto io? ‘ perché devi darla a degli sconosciuti?….’
In quel momento sentivo ipocritamente di fare la mia buona azione, come se mi sacrificassi per evitare tragedie familiari e togliere qualche preoccupazione anche a mia moglie.
La porcona di mia cognata mi ha lanciato un’occhiata assassina e, gorgogliando lascivamente con la voce, ha sghignazzato:
‘Mi hai appena fatto assaggiare il tuo bel cazzo e già vuoi l’esclusiva ‘ porco di un bastardo! ‘ guarda che ti prendo in parola! ‘ ma tu te la senti di saziarmi di cazzo?’
Mi lanciava una sfida cui non potevo sottrarmi. Ho levato il pollice in alto come per dirle che ero d’accordo, le ho schioccato un bacio da lontano e sono uscito con la testa ancora frastornata, contento di essermi ingroppata la gnoccona di mia cognata, ma anche consapevole di essermi caricato del compito improbo e rischioso di dover soddisfare la voracità della cognata troia, senza scoprirmi e senza venir meno ai miei doveri verso la sorella.


roki_rae@hotmail.it

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