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Com’è iniziato un affaire

By 10 Agosto 2022No Comments

“Il modo in cui scegli un amante può avere un percorso lungo e confuso nonché sconcertante anche per sé stessi. Invece scegliere il candidato per un’avventura di una notte è molto più semplice. Se hai voglia di scopare, è necessario trovare un maschio che piaccia, e se è arrapato, e la maggior parte degli uomini etero lo sono, allora sei fortunata. Una ragazza deve solo fargli sapere che è disponibile e che è anche, diciamo, un po’ volenterosa. Non devi preoccuparti se è intelligente o stupido, arrogante, rumoroso, bugiardo o vive con sua madre, i fin dei conti non stai costruendo una relazione, stai solo cercando un po’ di divertimento. L’unica opportunità che la natura ha dato alle donne rispetto agli uomini è che di solito possiamo trovare un compagno di giochi se lo vogliamo davvero”
Questo è stato il consiglio datomi al telefono da una mia intima amica mentre stavo andando a cena in un ristorante dove era necessario un certo livello di eleganza degli abiti indossati.
Quella sera mi sentivo veramente figa. Non sapevo se fosse per la voglia che avevo o se fosse il mio look molto raffinato ed i miei vestiti da gran sera estremamente eleganti.
Quella notte particolare volevo un bel maschio che mi piacesse alla follia e che mi soddisfacesse non solo con le parole ma anche con i fatti.
Era un modo di reagire il cercare di tagliare con la vita fatta fino a quel momento. Avevo litigato all’inizio della giornata con il mio ragazzo. Non era finita per niente di importante, ma era una di quelle cose che si stavano venendo a creare da un po’ di tempo. Il mio ex era un bravo ragazzo, ma stava diventando noioso e io non ero dell’umore per annoiarmi, quindi ho deciso che era ora di cambiare. Forse andare avanti sarebbe stato il massimo per entrambi ma non era ora di farlo.
Avrei voluto andare con la mia amica in un locale dove una volta al mese si organizzava una notte per single nella sala banchetti e quella notte sembrava essere quella giusta per soddisfare la mia curiosità.
Quando sono arrivata, ho pagato il coperto, ho ricevuto due biglietti per un drink gratuito e sono entrata. L’ambiente mi ricordava lo stile di un ballo di fine anno delle superiori, pieno di studenti maggiorenni anche se quella sera era riservata a persone con più di trent’anni.
Avevo poco più di trentatré e non era di certo una ragazzina, ma ero una delle donne più giovani presenti.
Gran parte delle persone erano donne dall’aspetto attraente, ma gli uomini sembravano essere più giovani e non c’era disponibilità di abbinamenti adatti alla mia età.
In effetti quel locale era nient’altro che un punto di incontro di alta classe, ma per me andava bene ed era il motivo per cui ero lì.
Essere qui tra le più giovani aveva il suo vantaggio, sapevo che questo mi dava dei vantaggio ed ero un obiettivo di tanti maschi, praticamente per qualcuno un qualcosa su cui piantare la sua bandiera.
Per far sì che qualcuno attaccasse discorso sono andata al bar e dalla piccola pochette ho preso dei bigliettini personali che ho scambiato durante alcuni calici di Chardonnay con gli uomini presenti. Nessuno di quelli mi andava ed allora ne ho lasciato qualcuno sul bancone sapendo che gli squali non avrebbero tardato a girarmi intorno. Questo pensiero ed il mio modo di fare che sapeva di troia, mi ha eccitato. La mia mossa di essere andata al bar ha incuriosito diversi uomini, sia più grandi età sia più giovani, sono venuti a chiedermi di ballare e li ho accontentati, altri mi hanno offerto da bere ma ero già un po’ brilla ed ho rifiutato.
Non mi dispiaceva diventare un po’ sbronza ma non volevo essere così completamente ubriaca da prendere una decisione di cui mi sarei pentita in seguito se avessi potuto evitarla.
Dopo essere tornata al bar dopo aver ballato con un gentiluomo di mezza età, ho sentito una voce dietro di me chiedere “C’è spazio sul tuo carnet da ballo per farne uno con me?”
Mi sono girata incuriosita ed ho visto un uomo dall’aspetto simpatico e piacevole che mi sorrideva ed aveva un sorriso di quelli che le donne chiamano ‘assassino’. Lui all’aspetto sembrava più giovane di me, in quel momento ho immaginato fosse poco più che ventenne e dallo stato di eccitazione unito alla voglia di fare sesso, ho capito subito che sarei stata disposta a dormire con lui se non avessi rilevato difetti di personalità o avversione verso qualcuno o qualcosa. il mio istinto mi diceva che aveva del potenziale pur non essendo incredibilmente bello o qualcosa del genere. Senza dire una parola, mi sono lasciata scivolare giù dallo sgabello del bar e mi sono allontanata voltandomi per guardare alle spalle e vedere se mi stava seguendo.
Sono stata fortunata per la combinazione di situazioni in quel momento.
Il DJ stava suonando della musica lenta, il che per me andava bene. Ho pensato che niente avrebbe impressionato il mio giovane sconosciuto come un caldo profumato corpo femminile stretto contro di lui. Il mio pensiero in realtà era vero perché in pochi minuti mi sono accorta della sua erezione intrappolata tra i nostri corpi. Poiché lui non si allontanava da me, ed io tanto meno, ho capito che era il momento di godermi quel bel cazzo grosso pur sotto i pantaloni che mi dava una bella sensazione. Nel tentativo di fargli capire che ero veramente interessata, ho appoggiato la testa sulla sua spalla e, quando la musica è finita, mi sono fermata alcuni secondi trattenendolo con le braccia prima di allontanarmi da lui. Quando l’ho lasciato, abbassando le braccia, ho fatto un passo indietro, l’ho guardato facendo il mio sorriso più innocente che potessi facendogli capire che mi era piaciuto sentire il suo cazzo.
“Perché non troviamo un tavolo invece di sederci al bar?” gli ho suggerito sapendo che se lui fosse venuto con me ne avrei avuto il controllo.
“Sì” mi ha risposto con una certa sorpresa “Naturalmente, sarebbe fantastico”. Ho capito che era imbarazzato ma anche attratto da me.
Siamo tornati al bar per raccogliere le nostre cose e ordinare un altro paio di drink. Il suo braccio era intorno alla mia vita, niente di troppo intimo e gliel’ho consentito solo per quel tanto che bastava per assicurarmi che fosse interessato a me. Quando siamo andati a ordinare le bevande, ha insistito per pagarle e io non ho discusso. Gli ho detto che stavo bevendo Chardonnay e lui ha scosso la testa per disapprovare.
“Lo Chardonnay è buono, ma tu meriti di meglio. Ho sentito che qui fanno un malvagio Bellini. Ti va di provarne uno?”
Ho risposto che mi sarebbe piaciuto berne uno ed a convincermi è stata la frase “ti meriti di meglio”. Ho avuto in quel momento una strana sensazione di sicurezza e mi sono detta che quel ragazzo era tranquillo, senza eccessi e non dimostrava eccessiva sicurezza di sé. Dal modo di fare e di comportarsi ho intuito fin da subito che non era un giocatore e ciò lo rendeva più attraente perché proprio di farmi scopare da qualcuno che lo fosse non mi andava. Ho sempre avuto una certa diffidenza verso quel tipo di persone poiché di solito sono soggetti aggressivi, egocentrici ed autoindulgenti e per di più tutto deve essere fatto come loro vogliono. Questi aspetti, in una certa misura ed in determinati momenti possono essere sopportabili, ma non è sempre divertente essere vittime delle loro piccole fantasie. Loro hanno il vizio di insistere nel fare domande per sapere cosa ti piace di più quando fai sesso.
L’approccio di quell’uomo è stato diverso, non mi è sembrato uno da una botta e via.
Quando mi ha proposto il Bellini al posto dello Chardonnay per me era la stessa cosa, cambiava il gusto, ma in realtà non so se fosse migliore uno oppure l’altro, però so che a chi lo beve dà un tocco di classe.
Ovviamente quel cocktail faceva sentire speciale una ragazza e nel berlo, quel ragazzo, mi stava davvero cominciando a piacere.
In lui ho visto delle incertezze nel comportamento che mi ha affascinato ed io, qualunque cosa fosse successo quella notte, non mi davo per una donna scontata.
Il sesso mi sembra sempre migliore quando ti senti desiderata, al contrario di quando ti senti come se fossi solo una figa a caso in attesa di essere scopata.
Seduti al tavolo nelle nostre poltrone, sorseggiando i nostri drink, chiacchierando e flirtando, mi ha chiesto se in quel locale ci andassi spesso.
La domanda è di quelle fatte a tranello e poiché ero in vena di dire la verità ho risposto che conoscevo il locale per nome ma non ero mai entrata e non ci avevo mai passato una sera. Ero sicura che se lui avesse chiesto a tre quarti delle donne presenti quella notte se fossero state lì altre volte avrebbero senz’altro detto di no anche se erano clienti abituali. Per un momento ho cercato di trovare una risposta opposta però mi sono detta che se avessi detto semplicemente di no, poteva sembrare che ero una timidona, una donna di oltre la trentina che cerca di comportarsi da innocente ed ingenua. Se invece avessi detto di esserci stata più volte, non sarebbe vero, e non avrebbe avuto senso. Quindi gli ho detto la verità “No, mai prima d’ora, ma l’avevo ho sempre desiderato e che mi trovavo in imbarazzo a chiedere a una qualcuna delle mie amiche di accompagnarmi e che avevo scartato l’idea di venire da sola, però stasera ho preso il coraggio a quattro mani, come si suole dire, ed ho deciso di farlo e vedere cosa sarebbe successo”
“Beh, felice che tu l’abbia fatto. Sono felice di essere qui e di averti incontrato” mi ha detto sorridendo timidamente, poi ha sollevato il bicchiere nella mia direzione ed ha esclamato “Alla mia buona fortuna!”
Anche io ho sollevato il bicchiere ed ho picchiettato leggermente il suo.
Non so quale senso abbia dato a quel gesto ma in quel momento mi sono sentita ad aver fatto un accordo con lui. Era un accordo sott’inteso per fare sesso che fino a quel momento ero incerta se farlo, poi volevo farlo veramente. Quando ho brindato alla sua fortuna, a meno che qualcosa non fosse andato terribilmente storto nei momenti successivi, lui sarebbe stato davvero fortunato ed io avrei scopato, sarebbe stata una vittoria per entrambi.
“Che dici di te?” ho chiesto “Anche questa è la tua prima volta qui?”
“No, sono venuto un paio di volte prima di oggi ma non ho mai incontrato nessuno prima d’ora però per qualche motivo ho provato a ritornare perché mi è venuta voglia di provarci ancora una volta. Non so se sarà l’ultima”
“Ah|” ho sussurrato “La vecchia filosofia ‘se all’inizio non ci riesci, prova, riprova ancora’ mi sa che vale anche per te, o sbaglio?”
“Sì, hai ragione! Stasera è andata bene” ha confessato con un po’ di esitazione.
Quelle sue parole mi sono sembrate sincere e mi è venuto di allungare una mano, ho appoggiato la punta delle dita sul dorso della sua mano guardandolo come se cercassi qualcosa e con un tono distratto gli ho detto “Lo penso anch’io” e l’ho guardato sorridendo mettendoci un po’ di civetteria femminile che in questi casi può essere decisiva.
Da qual momento è stata tutta una formalità. Abbiamo ballato un valzer da parte mia in modo civettuolo senza voler apparire, uno all’altro, troppo ansiosi mentre ballavamo sapendo bene ciò che entrambi, ormai, sapevamo sarebbe successo.
Quando ci siamo alzati per ballare mi sono avvicinata a lui il più possibile, ho stretto le mie braccia intorno a lui con gli avambracci messi verticalmente sulla sua schiena e le mie mani sulle sue spalle, ho appoggiato la guancia sulla sua spalla, la nuca contro il suo collo.
Erano segnali di arrendevolezza e non so se una ragazza può dare un segnale più forti di questi.
Con tutto ciò che ho fatto, ho supposto dia averlo sedotto ma probabilmente non del tutto ma qualcosa ha fatto effetto. Infatti lui mi ha abbracciato saldamente con un braccio intorno alla mia schiena e l’altro in diagonale sulla parte superiore e la mano quasi sul mio collo. Lui è stato molto discreto e delicato. Ero tanto vicina a lui che potevo sentire ogni suo respiro per non parlare del cazzo duro ancora una volta stretto tra noi che mi ha dato una sensazione inquietante nello stomaco che solitamente ho quando sono pronta per fare sesso a cui è seguito un forte tremito che ha percorso la schiena.
Quel ballo mi è sembrato un preliminare pubblico fatto di gesti lenti, intimi, sensuali.
Quando la musica si è fermata, gli ho preso la mano e l’ho ricondotto al tavolo e lì mi sono fermata e voltandomi a guardarlo tenendolo ancora per mano. Ho pensato che il passo successivo dipendesse da me poiché era ora di fare sul serio e mi è venuto da proporre “Vorrei andarmene da qui, sai! Vorresti andare in un posto un po’ più privato?”
Lui ha inarcato leggermente le sopracciglia ed ha annuito con la testa.
Appena raccolte le nostre cose ha posto la domanda “Sai dove possiamo andare?”
Ho replicato “Abbiamo tre opzioni: casa tua, casa mia, o possiamo prendere una stanza qui” ufficializzando la mia voglia e piacere di stare con lui. Più lo guardavo più mi piaceva accoppiarmi con lui.
Andando al garage interrato dove aveva la sua auto, lui si è offerto di accompagnarmi a casa sua spiegando che era piccola e non ben tenuta. Io mi sono messa di fronte a lui, mi sono alzata in punta di piedi e l’ho baciato. ‘E stato un bacio lento, morbido e lungo, di quelli che non si dimenticano facilmente.
“Da te va bene, tesoro! Conosco le case degli uomini e sono tutte uguali, tutte disordinate e ti dirò che mi sentirei nervosa se non fosse un po’ disordinato. Comunque non preoccuparti”
Lui si è offerto di portarmi a casa sua ma gli ho detto che non ero preoccupata a lasciare la mia macchina in quel garage incustodito. Ho allora proposto di andare avanti lui e farmi strada e io seguirlo tenendoci in contatto con i telefoni cellulari. Lui, molto carinamente, mi ha dato il suo numero e siamo saliti in auto e ci siamo avviati. A quell’ora non c’era molto traffico quindi è stato facile seguirlo anche se, un paio di volte, ci hanno separato i semafori ma lui accorgendosi di ciò ha accostato e mi ha aspettato.
Durante il viaggio ho avuto il tempo di riflettere su quello che era appena successo stupita di quanto facilmente tutto fosse andato bene.
Ho ripercorso con la mente tutti gli avvenimenti della sera in cui ero letteralmente appena entrata dalla porta di quel locale ed ho subito incontrato qualcuno che sembrava essere proprio colui che stavo cercando. Lui mi è apparso di punto in bianco, si è avvicinato e mi ha chiesto di ballare, poi mi ha fatto una corte spietata ed il bello è che lui non sembrava nemmeno sapere che lo stava facendo.
A ciò sono seguiti gli ultimi momenti riallacciandosi a quel momento in cui provavo un tipo diverso, forse mai sentito, di eccitazione decisamente speciale. Stavo seguendo un perfetto sconosciuto nel suo appartamento dove, speravo, ci saremmo accoppiati come me che le avrei dato sia la figa che il culo e lui finalmente quel magnifico cazzo.
Oltre al mio vestito, era giusto per quella sera, anche il perizoma molto striminzito nonché il delicato reggiseno e le calze con balza elastica di pizzo. Quando le ho indossate avevo pensato alla mia comodità non per stuzzicare gli uomini. Indossare cose del genere sotto un vestito mi fa sempre sentire sexy ed anche quando sono in cerca di prede volendo sentirmi sexy e desiderabile.
Guidando la mia auto ho pensato che tra poco avrei levata il vestito e mi immaginavo presentarmi ai suoi occhi, bella, sexy e seducente.
Quando ho visto la sua macchina accostarsi al marciapiede mi sono fermato dietro di lui ed ho capito che eravamo vicino a casa sua perché ha spento al motore e l’ho fatto anche io. Quando ho aperto la portiera lui era accanto alla mia auto, mi ha preso per mano, mi ha aiutato a scendere facendo un gesto di classe facendomi sentire ancora una volta una persona speciale.
Con il suo braccio dietro la mia schiena e la sua mano sul mio fianco, abbiamo camminato in silenzio verso quella che sembrava essere una casa singola divisa in più appartamenti. Aperta la porta principale siamo entrati in un piccolo ingresso ed abbiamo percorso una stretta rampa di scale fino a casa sua. Quando siamo entrati, mi sono guardata intorno vedendo la cucina. Il tavolo era disordinato, ma il resto non era così come mi aveva fatto credere. Mi aspettavo di vedere calzini e biancheria intima appallottolati gettati sul pavimento. Sembrava che l’unica biancheria intima che sarebbe stata gettata sul pavimento sarebbe stata la mia e, onestamente, non vedevo l’ora di levarmela.
Mi sono tolta la lunga giacca che faceva da soprabito, lui l’ha presa ed è andato ad appenderla mentre io ne ho approfittato per gironzolare in soggiorno a curiosare. Ho appoggiato la borsa sul pavimento accanto al divano e poi mi seduta in attesa che tornasse. Ritornato da me mi ha chiesto se volessi un drink.
“Non ho i componenti e le dosi per un Bellini, ma ho Scotch, Canadian Whisky e vodka. C’è anche della birra, ma tu non mi sembri una bevitrice di birra”
“Se hai una Ginger Ale, gold possibilmente, oppure un Highball, andrà bene” gli ho detto.
Mi sono riseduta ed ho aspettato che tornasse con le bevande.
Lui si è seduto accanto a me ed io mi sono appoggiata a lui che mi ha messo un braccio intorno alle spalle. Seduti abbiamo sorseggiato i nostri drink ed abbiamo fatto due chiacchiere. Questo mi ha portato a pensare che avessi capito male tutta la situazione iniziata in quel locale.
Alla fine ha deciso di fare la sua mossa. Si è chinato su di me per darmi un bacio ed io gli ho messo una mano sul petto per trattenerlo. Forse lui ha pensato che stessi cercando di fermarlo ma non era mia intenzione farlo. Ho solo fatto un sorso del mio drink, mi sono chinata ed ho appoggiato il bicchiere sul pavimento di fianco al divano. Quando mi ha visto fare quella mossa con il bicchiere deve aver intuito tutto e si è rincuorato facendo anche lui la stessa mossa. Io non avevo fatto altro che levarci di torno i bicchieri ed essere liberi di muoverci a nostro piacimento.
Posati i bicchieri, ci siamo raddrizzati, ed io mi sono girata leggermente verso di lui e lui mi ha rimesso il braccio intorno alle spalle chinandosi per darmi un bacio. Stavolta non c’era la mano a fermarlo, anzi, gli ho fatto scivolare un braccio intorno alla schiena e l’altra l’ho posata sotto la nuca.
È stato l’inizio di un abbraccio molto accogliente.
Ho inclinato un po’ la testa aspettando il suo bacio e nel momento in cui le nostre labbra si sono incontrate, senza perdere tempo, ho fatto scivolare la lingua nella sua bocca cercando la sua tenendolo stretto a me mentre le nostre lingue facevano l’amore l’una con l’altra, accarezzandosi, sondando e scivolando l’una sull’altra.
Il battito del mio cuore ha subito accelerato ed ho sentito una sensazione propria delle mie tette con i miei capezzoli che iniziavano a indurirsi. A seguire c’è stato un lieve tremore nell’addome così come l’ho sempre provato durante l’eccitazione. Sapevo di essere pronta e tutto quello che sarebbe successo da quel momento in poi sarebbe stato piacere puro.
Quando le nostre labbra si sono separate, ho sentito la punta delle sue dita sfiorarmi dolcemente la guancia fino alla fronte e scostare leggermente i capelli prima di baciarmi sul collo ad partire dalla mascella, poi si è spostato alla base del collo, infine ha premuto le labbra nell’incavo della gola dandomi brividi ad ogni passaggio, è andato a mordicchiare delicatamente il lobo dell’orecchio ed allora mi sono sentita gemere ad alta voce ed è stato dato alle contorsioni leggermente i fianchi, inizialmente leggere, e piegare le gambe in risposta alla stimolazione. Una sua mano ha, prima sé passata sul ginocchio, poi lentamente si è fatta strada nell’interno della coscia accarezzandomi.
Mi contorcevo ancora un po’ godendomi il puro piacere dell’attesa. La sua mano è passata oltre la balza in pizzo della calza ed ho sentito la pancia contrarsi quando ha toccato la mia carne nuda.
Ero contenta di aver indossato le calze invece dei miei soliti collant, la sensazione in quei momenti è stata esplosiva.
Appena la sua mano è entrata sotto la calza, la sua mano ha indugiato come fosse una persona timida che non volesse entrare in una casa, ma non ha rinunciato ad accarezzare la mia pelle sensibile della parte interna della coscia prima di andare avanti. Ho fatto un brusco respiro quando ha iniziato a passare la mano sul tessuto ricamato del cavallo del perizoma che copriva la mia figa.
A quel punto ero così eccitata che solo quel movimento sul ricamo bastava a farmi venire.
Togliendo la sua mano dall’inguine ha aperto la parte superiore del mio vestito aderente. Io mi sono chinata in avanti affinché per lui fosse più facile aprire la zip. Senza fretta ha levato il vestito dalle mie spalle, poi mi ha aiutato a tirare fuori le braccia dalle maniche ed infine mi sono sollevata leggermente per aiutarlo a farlo scorrere fino alle ginocchia, infine sedendomi di nuovo, sollevando prima una gamba, poi l’altra, lui è riuscito a levarlo completamente dal mio corpo.
Ero così nuda con solo gli indumenti intimi e le scarpe.
Lui mi ha preso il vestito dalle mani e, piegandolo disordinatamente, lo ha posato su un tavolo lì vicino.
Mi è piaciuto che anche in un momento come questo fosse rispettoso dei miei vestiti così come lo era stato nei miei confronti fino a quel momento.
Quando si è voltato di nuovo verso di me, ho cercato di assumere una posa il più civettuola possibile.
Non ho mai detto di essere bellissima, ma seduta lì con solo le scarpe décolleté a tacco alto da 10, calze, perizoma e reggiseno, sapevo che mi stavo presentando con un’immagine allettante. Allungando le braccia dietro la le spalle, ho sganciato il reggiseno, ho abbassato le spalline e l’ho fatto cadere sul mio grembo posandolo vicino al vestito.
Circa il resto dei miei indumenti, sapevo bene che il perizoma sarebbe stato levato prima che la notte finisse.
Quell’uomo, di cui ancora non conoscevo il nome, ha fatto scivolare di nuovo il suo braccio intorno a me per farmi avvicinare a lui e baciarmi.
Mentre le nostre lingue si sono accarezzate sensualmente, l’altra sua mano mi ha accarezzato le tette massaggiandole delicatamente e tenendo il capezzolo tra due dita me lo ha stretto ma non molto.
Cosa sia successo non so ma mi sono sentita lentamente, e beatamente, travolta ed inghiottita da un’ondata di sensazioni erotiche dovute anche ai suoi baci che partendo dal mio labbro inferiore sono andate sul mento e poi la gola ed infine raggiungere finalmente le tette.
La sua lingua ha stuzzicato deliziosamente i miei capezzoli uno alla volta, girandoci intorno, succhiandoli nella sua bocca e rilasciandoli ed allo stesso tempo leccandoli. Una delle sue mani è scivolata nelle mie mutandine accarezzandomi la figa scivolando tra le labbra, cercando e trovando il clitoride per premerlo delicatamente.
Non ho resistito e l’ho lasciato fare accasciandomi sul divano, gemendo piano, praticamente indifesa sotto le sue dolcissime cure.
Sono riuscita a passare le mie mani sulla sua schiena sopra la sua maglietta.
Da qualche parte nella mia mente mi chiedevo perché indossasse ancora la maglietta e, mentre il suo dito continuava a manipolare il clitoride, ho smesso di preoccuparmene diventando ancora più eccitata perdendomi nelle delizie sensuali che stavo vivendo.
Lui ha ripreso a baciarmi ripartendo dalle tette ripercorrendo il precedente percorso discendente, scollatura, gola, mento, labbra.
Arrivato alle labbra sono tornata in vita gettandogli le braccia al collo, abbracciandolo in modo aggressivo poiché lo desideravo, poi con ancora le nostre labbra unite e le nostre lingue impegnate in giochi erotici, ho ritratto le braccia e le ho fatte scivolare tra di noi per slacciargli la cintura ed anche la parte anteriore dei pantaloni aprendola più che potevo. È stato così che ho raggiunto il suo cazzo eretto stringendolo forte.
Ero eccitatissima e lo scopo della mia serata con lui stava per concretizzarsi. Spettava a lui appoggiarsi all spalliera del divano ed abbandonarsi ai piaceri sessuali.
Ho mosso lentamente la mano su e giù sul cazzo e, smettendo di baciarmi, si è appoggiato allo schienale regalandomi una visione fantastica facendomi sentire una regina.
Quel cazzo era eretto, forte e dall’aspetto pulito regalandomi un brivido. Quel suo membro era come una sorta di calamita che mi attraeva e mi attirava a lui.
Mi sono spostata di nuovo sul divano, poi ho spinto sul suo fianco per indicargli di spostarsi per darmi spazio. Fatto questo, mi sono chinata e gli ho baciato l’oggetto dei miei desideri.
Una volta che le mie labbra hanno toccato la cappella ho sentito un qualcosa che mi ha impedito di fermarmi.
Inclinando la testa di lato, ho iniziato a far scorrere le labbra su e giù sull’asta, baciando e leccando mentre lo accarezzavo, di tanto in tanto, con la guancia come fa un gatto intorno a qualcosa che gli piace.
Quando l’ho sentito gemere ho capito che era ora di fare sul serio e lasciare i giochi preliminari.
Mi sono fermata a lungo per baciare la cappella un’altra volta, poi ho preso il suo cazzo nella mia bocca il più a fondo possibile senza soffocare, ed ho iniziato a muovere la testa su e giù lentamente. Per tutto il tempo del pompino, la mia lingua lo ha accarezzato e leccato per quanto quel cazzo turgido era lungo, eretto che non dava cenni di flessione.
A lui il mio lavoro piaceva ed ho sentito la sua mano poggiarsi sulla mia schiena e poi spostarsi sul mio collo fino alla nuca. Ho pensato per un momento che avrebbe preso alcuni ciuffi dei miei capelli oppure che avrebbe provato a piantare suo cazzo in fondo alla mia bocca.
Io odio entrambe queste due cose ed ero conosciuta per usare i denti minacciando di mordere se qualcuno avesse cercato di infilarmi il cazzo in gola. Lui, invece, mi ha passato semplicemente la mano tra i capelli teneramente, scendendo di tanto in tanto ad accarezzarmi le guance.
Infine c’è stato un suo irrigidimento, un grugnito quando mi sono arrivate in bocca parecchie gocce di sperma che ho deglutito velocemente con grande piacere.
So che a molte donne non piace ingoiare ma sinceramente non le ho mai capite. Voglio dire che se ti prendi il cazzo in bocca, tanto vale lasciarlo sborrare dentro, e se ti viene in bocca tanto vale ingoiarlo.
Si sappia che mi ha sempre eccitato ed avuto un piacere particolare, il sapere che il sapere che alla maggior parte dei ragazzi piace quando fai i pompini e, dal momento che non li farò solo a chi mi piace, perché non dovrei renderlo il migliore possibile per lui facendogli vedere che ingioio la sua sborra?
Ecco il motivo per cui anche la sborra di quest’uomo l’ho ingoiata.
Finito il pompino, mi sono seduta soddisfatta ed ho allungato la mano per recuperare il mio drink che ho ruotato nel bicchiere prima sorseggiarlo in bocca per risciacquarla, quindi ho trangugiato il resto con un sorso abbondante. Quando ho posato il bicchiere vuoto, lui mi ha raggiunto e si è sdraiato mettendomi una mano dietro al collo e mi ha baciato.
Come sempre è stato unico e fantastico il bacio di un ragazzo quando ti bacia appena finito di succhiargli il cazzo e ciò ha reso migliore quell’uomo che avevo al mio fianco deducendone che l’incontro al bar non era stato un errore.
L’ho guardato nell’abbottonarsi i pantaloni e ne sono rimasta delusa poiché mi ha lasciato capire che per lui fosse già tutto finito e dovevo essere preparata a questo. Non avevo notato che non aveva chiuso la cerniera lampo e non aveva allacciato la cintura, si era semplicemente alzato e mi aveva teso la mano. Io ho afferrato le sue mani protese e lui mi ha aiutato a rimettermi in piedi. Mentre stavo lì mi ha messo le mani sulle spalle, si è sporto in avanti e mi ha baciato.
Quello che mi ha dato era un tipo diverso di bacio, gli altri erano pieni di lussuria sfrenata, questo sembrava trasmettere una passione gentile e delicata. Incredibile ma vero, mi sono sentita sciogliere e come si suole dire il mio stomaco era pieno di farfalle. Anche se avevo dieci anni più di lui che tra di noi le sensazioni provate si fossero invertite, in quel momento sembrava che lui fosse un uomo ed io una ragazza; strano ma vero. Lui aveva preso il comando e per questo mi piaceva immensamente.
“Perché non andiamo di là?” mi ha chiesto dopo il bacio “Staremo più comodi”
Era l’invito a trasferirci in camera sua.
Ero senza fiato, tutto ciò che ho potuto fare era annuire con la testa.
Lui ha circondato con un braccio la mia schiena e mi ha accompagnato nella sua camera da letto dove ho trovato un letto matrimoniale ampio.
Non potevo trovare sorpresa migliore che un letto come quello, bello ampio ed anche ben fatto con lenzuola pulite e tutta in ordine.
Dei due mi sentivo la più giovane, la ragazzina pronta da scopare che non aspetta altro che il suo maschio lo faccia.
Lui ha aperto la porta della camera da letto guidandomi all’interno mentre accendeva la luce. Lasciando la porta socchiusa, si è avvicinato a me da dietro e mi ha accolto tra le sue braccia incrociandole attorno alla mia pancia parlandomi piano nell’orecchio prima di baciarmi.
“Lascio le luci accese o spente?”
“Spente” ho risposto.
Quando faccio l’amore mi piace al buio. Trovo molto bello e piacevole nel non vedere i movimenti delle mani che brancolano e percorrono il mio corpo così come le labbra appassionate che spuntano dal nulla.
Ho sempre separato il fare l’amore da un veloce rotolamento sul letto per farmi una scopata e relativo orgasmo, in tal caso non me ne frega niente dell’illuminazione perché è una questione tutta di ormoni e fisico. Fare l’amore è qualcos’altro, qualcosa di etereo, sensuale. Quella notte volevo essere amata e non scopata o solo penetrata.
Alla domanda sulle luci accese ha risposto “Possiamo scendere a compromessi? La lampada sul tavolino accanto al letto ha una luce davvero fioca. A me piacerebbe poterti vedere”
La sua proposta mi ha lasciato senza poter fare una replica. Mi sono limitata ad annuire con la testa. Lui si è avvicinato alla lampada per accenderla e poi ha spento la plafoniera. Aveva ragione, la lampada era fioca e per di più era colorata di blu, somigliava ad una luce notturna ed il bagliore blu dava una bella atmosfera erotica.
Finalmente ha iniziato a spogliarsi e l’ho aiutato a levarsi la camicia e la maglietta intima, a slacciarsi di nuovo i pantaloni. Rimasto con i boxer, ho visto che il suo cazzo era eretto ma non completamente, ma ho immaginato che non ci sarebbero stati problemi perché precedentemente non avevamo finito in alcun modo di fare sesso e poi era giovane e si sarebbe ripreso rapidamente.
Mi sono seduta sul bordo del letto per levarmi le scarpe ed anche lui sedendosi al mio fianco si ha levato scarpe e calzini, si è poi messo in piedi e si ha abbassato i pantaloni e la biancheria intima, da ciò ho capito che era pronto come lo ero io a fare affari di sesso. Poi si è alzato dal letto e si è messo in ginocchio davanti a me.
Si può intuire cosa stava per succedere.
All’altezza a cui si trovava ha messo le mani sui miei fianchi e mi ha baciato l’ombelico e con la punta della lingua mi lo ha solleticato in modo decisamente squisito.
La mia pancia si è contratta ed ho cercato di reprimere una risatina.
Poi ha abbassato la fine fettuccia elastica del mio perizoma e per facilitare lo scorrimento verso il basso per levarlo, mi sono appoggiata all’indietro sui gomiti ed ho sollevato i fianchi. Quando il perizoma è arrivato alle ginocchia, mi sono seduta nuovamente sollevando le gambe con i piedi uniti e le ho sollevate affinché potesse sentire il profumo dei miei umori.
Prima che abbassassi le gambe, lui si è chinato baciandomi delicatamente con le labbra all’interno delle mie cosce e da lì la lingua ha tracciato un percorso fino alla mia figa che l’aspettava. Appena arrivato ho visto che ha baciato le labbra esterne prima di infilare la lingua nello spazio tra di esse e nel salire si è soffermato sul clitoride. Quando ne è entrato in contatto, ho fatto un lungo profondo sospiro ed ho avuto una breve serie di brividi che mi hanno fatto scendere dai gomiti per sdraiarmi sulla schiena. Con le mani ho stretto le lenzuola per il forte piacere che lui mi stava dando. Per favorire la leccata ho ritratto le ginocchia indietro il più possibile verso di me respirando in modo irregolare torturata deliziosamente dalla sua lingua che ruotava e mi accarezzava intorno al mio grilletto e talvolta entrava dentro a frugarmi ma non era l’unica cosa che mi esplorava, c’erano anche le dita che periodicamente spingeva dentro muovendole con movimenti circolari e poi ritraendole.
Per tutto il tempo la lingua e le dita si sono prese cura del mio clitoride portandomi ad alti livelli la mia eccitazione.
In me ho sentito qualcosa che si accumulava, qualcosa che aveva bisogno di un rilascio e quel rilascio si presentava sotto forma di una vibrazione al corpo intero, sussulti delle gambe, del sedere ed ho avuto un orgasmo che tanto desideravo. Quando ho avuto la sensazione che sarei arrivata alla fine ho stretto i denti, mi sono agitata come un a****le ferito prima di emettere una serie di gemiti, singhiozzi respiri profondi, mentre la parte inferiore del mio busto sembrava sconvolta da un’ondata di spasmi.
Non sapevo dove appigliarmi e mi è venuto da allungare una mano per incrociarla con una delle sue.
Con quel gesto volevo che lui condividesse con me quel bellissimo orgasmo che aveva creato.
Se la notte fosse finita proprio lì sarei stata più che felice.
Quando l’effetto dell’orgasmo ha cominciato a placarsi a stento mi sono ritrovata sdraiata, respirando affannosamente, momentaneamente in uno stato di incoscienza, stringendogli ancora la mano.
Ho sentito la sua mano muoversi nella mia, ho sollevato la testa ed ho aperto gli occhi.
Lui era in piedi di fronte a me con il cazzo completamente eretto che sporgeva e pareva il bompresso si un veliero.
Ero ben cosciente che la notte non sarebbe finita in quel momento, il meglio doveva ancora venire.
Mi sono girata sul letto rotolando fino al centro del materasso e gli ho teso le braccia, lo volevo vicino a me a contatto con la mia pelle e volevo che sentisse i miei profumi ed il mio calore. Ovviamente gli ho dato una infinità di baci.
Lui si è accostato a me, ha fatto scorrere le mani sulle mie tette e poi si è chinato per rispondere ai miei baci. Ho così potuto assaporare me stessa sulle sue labbra e sulla sua lingua rendendo quel giovane uomo ancora più interessante.
Anche io non sono stata da meno di lui. Gli ho fatto scivolare una mano sul torace ed ho iniziato ad accarezzargli il cazzo e le palle. Lui ha risposto abbassandosi per baciarmi le tette facendo lo stesso lavoro già eseguito con la lingua così abilmente sul mio clitoride che ha ripetuto sui miei capezzoli, premendoli e facendosi strada avanti e indietro su di essi risvegliando le sensazioni orgasmiche che avevano appena iniziato a svanire. Nello stesso tempo una delle sue mani stava stimolando la mia figa.
Era arrivato il momento per essere scopata, i tempi erano maturi per la chiavata.
Lui lo ha capito e si è messo in posizione da missionario fermandosi per un ultimo bacio prima di iniziare la penetrazione, poi appoggiandosi su un gomito, tenendo il suo cazzo con una mano lo ha diretto nel punto giusto.
Sentendo la cappella passare ripassare sulle grandi labbra mi ha fatto avere un grande brivido.
Quando ha centrato l’obiettivo, ha spostato i fianchi in avanti spingendo il cazzo dentro di me ed ho trovato che abbia fatto la penetrazione in modo squisito confermandomi quanto fosse il mio amante preferito.
Una volta accoppiato a me, mi ha fatto sollevare leggermente la schiena per mettere le mani e le braccia sotto di me. Lui si è sostenuto sui gomiti mentre mi abbracciava.
In questa posizione ho preso delle spinte lunghe, lente e piacevoli.
Affinché potessi sentirlo tutto fino alla bocca dell’utero, ho sollevato le gambe incrociando le caviglie sulla sua schiena stringendolo a me.
Mi sono così sentita libera di ruotare i miei fianchi da un lato all’altro andando incontro ad ogni suo movimento in avanti con un mio movimento affinché mi riempisse. Ciò ha causato una pressione sempre maggiore sulla mia figa e soprattutto sul mio clitoride gonfio.
Il mio orgasmo è resuscitato rapidamente con sensazioni molto forti e maggiormente lussuriose. Quando è arrivato mi sono fatta trovare pronta a liberare tutto ciò che mi passava in testa senza più controllo.
Continuando a scoparmi a fondo, mi sono sentita rabbrividire, poi ho avuto una specie di sensazione di nausea e di sconvolgimento della mia pancia, infine un’ondata di indefinibili sensazioni di estasi mentre il mio secondo orgasmo consecutivo mi ha travolto. Le mie braccia e le mie gambe si sono strette ulteriormente strinsero intorno a lui ed ho reclinato la testa all’indietro.
Mi sono sentita gridare qualcosa di incomprensibile ma decisamente erano delle parolacce.
Per reazione al mio orgasmo, il mio amante ha accelerato i suoi movimenti in me.
Anche se avevo il cervello offus**to, sapevo che stava andando al gran finale, cercando disperatamente di unirsi a me nel mio orgasmo.
Ero troppo esausta a quel punto per fare qualcosa di più oltre che sdraiarmi lì e prenderlo felicemente, godendomi totalmente il suo sesso.
Il suo cambio di ritmo, le spinte vigorose, mi hanno aiutato a prolungare l’orgasmo fino all’inevitabile fine.
Mi ha dato un paio di spinte improvvise e profonde in me, ognuna caratterizzata dalla sensazione della pulsazione del suo cazzo che avrebbe voluto eruttare tantissimo, era comunque un segnale che indicava una prossima sborrata dentro di me.
Siamo così rimasti aggrappati l’uno all’altro cercando di riprendere fiato.
Avevo ancora le braccia e le gambe avvolte intorno a lui e con una mano che gli massaggiavo la schiena. Lui mi ha baciato sul collo, poi si è avvicinato alle mie labbra e ci siamo baciati come due ottimi amanti. Era un bacio umido, profondo ed indagatore che conteneva la promessa di un bis in futuro non lontano. É stato il tipo di bacio che mi ha fatto sapere che non mi considerava solo una figa ed un culo ma che mi considerava qualcosa di speciale.
Per me è stata una serata quasi perfetta.
Quando si è staccato da me, mi sono messa su un fianco, passandomi il braccio intorno. Il suo petto era stretto contro la mia schiena e la mia mano stringeva la sua. Si è chinato e mi ha baciato sulla guancia per poi mormorare “E pensare che tutto ciò che volevo fare era ballare con te e questo ha portato a tutto questo”
“Sei deluso?” gli ho chiesto.
“No, assolutamente no!” ha risposto rapidamente e dopo una piccola pausa “Mi stavo solo chiedendo se ci vedremo di nuovo”
Goffamente, mi sono spostata sulla schiena tenendo sempre la sua mano che ho portata alle labbra per baciarla, poi gli ho sorriso “Dipende da te, tesoro, ma lo spero davvero”
La sua replica è stata il baciarmi appassionatamente ancora una volta.
Era la risposta che aspettavo e rassicurata mi sono rannicchiata contro di lui.
Lui è stato così fantastico che avevo già deciso: il mio ex stronzo fidanzato era fuori dalla mia vita e l’indomani ho rotto definitivamente con lui.
Quando mi sono sentita rilassata gli ho chiesto il nome.
“Mi chiamo Gianni”
“Io sono Lorella” ho risposto e contemporaneamente “Piacere!” e siamo scoppiati a ridere.
Levandomi dal letto e guardandomi intorno ho visto che avrei voluto rifare il letto era di tirare le coperte fino al cuscino. Forse a lui era una cosa di scarso interesse ma un’altra sua mante lo avrebbe notato ed allora ho soprasseduto.
Nelle ore ed anche nelle giornate seguenti ho capito che stando con lui, ho capito che c’era un vero futuro per me nel stare con quel ragazzo anche se aveva dieci anni, quasi undici anni meno di me con cui avrei potuto passare dei bei momenti insieme.
La nostra vita prosegue e lui è sempre molto virile come la prima notte e lascio perdere i pettegolezzi sulla nostra differenza di età.
Ogni tanto rifletto sulla fortuna avuta e su quella sera quando sono uscita in cerca di una distrazione incontrando qualcuno che mi ha fatto sentire bene con me stessa.
Non ho mai chiesto a Gianni se fosse lì per lo stesso mio motivo.
A volte la vita funziona meravigliosamente.

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