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Erotici Racconti

Come si cambia

By 19 Gennaio 2021Gennaio 30th, 2023No Comments

Mario da qualche tempo non adempie né soddisfa più come una volta il mio ciclico appetito sessuale. A ben vedere, considerando oggigiorno la questione, rammento che da novelli sposi ero sempre io ad arrendermi e a cedere per prima. Mio marito è sempre stato un tipo focoso, incontenibile e istintivo con un inarrestabile e un irrefrenabile voglia di fare l’amore in qualsiasi momento della giornata e in qualunque luogo. Attualmente, dopo quasi quindici anni di matrimonio, le cose sono però indubbiamente cambiate: lui è sempre debilitato, indifferente e stanco, mentre in me è divampato inaspettatamente il fuoco dell’incontinenza e della lussuria. Ho sempre voglia di scopare, però la cosa bizzarra e insolita è che lo voglio fare ogni volta con un partner differente. Io sono Gaia, ho quarantasette anni e abito in un paese alle porte di Reggio Calabria, adoro parecchio quando un uomo mi eiacula sulla fica e pure in bocca, poiché m’attrae vedere quel gesto e in aggiunta a ciò, mi piace riscontrare appieno il gusto dello sperma del maschio. Inizialmente, in verità disdegnavo ed evitavo fare i pompini, forse perché mio marito m’introduceva il pene in gola scambiando la mia bocca per una vagina, di conseguenza a me in amore piace condurre il gioco e non il contrario.

Io lavoro attualmente presso un affermato studio notarile assieme a cinque colleghe, tra l’altro una più donna di malaffare, lasciva, depravata e viziosa dell’altra, anche se non si direbbe. Potete persino immaginare i discorsi che nascono e che in seguito scaturiscano, durante una comune giornata di lavoro: l’argomento principale naturalmente è il sesso e tutto ciò che con quest’ultimo concerne avendo pertinenza e riferimento. Fra colleghe, infatti, ci confidiamo e ci sfoghiamo liberamente appena ci è possibile, anche perché fra di noi si è creata una profonda e sincera amicizia. Adesso che ricordo bene è stata sennonché Lucrezia a guastarmi e a pervertirmi in maniera definitiva, è lei che m’ha consigliato di tradire mio marito, per riscoprire la naturale indole e stoffa di donna, per risvegliare opportunamente la mia sessualità che da ormai troppi anni giaceva confinata in un remoto angolo della mia mente. Io ho tradito Mario per la prima volta con Alex, il ragazzo di Lucrezia, più giovane di me di quattro anni, il quale m’ha maneggiato e trattato da vera puttana senza tuttavia ledere né offendere il mio animo dolce e sensibile. Io ho amato Alex con tutta me stessa, lasciando cadere ogni tabù e ogni freno inibitorio, che finora m’impedivano trattenendomi di compiere le manie e le perversioni più sfrenate e smodate. Alex è stato il primo uomo a violare la mia verginità anale: ho provato un piacere indescrivibile nel farmi dapprima sodomizzare e dopo accogliere in bocca il suo cazzo. A questo punto ho perso il lume della ragione, sono diventata una mala femmina con una fortissima e terribile voglia di scopare e di godere a più non posso.

In questi mesi d’esperienze extraconiugali ho assaporato lo sperma di molti ragazzi, concedendo loro tutta me stessa nelle posizioni e nelle situazioni più impensate e inattese. Certo è, che gli uomini, beninteso non tutti, una volta raggiunto l’orgasmo non si preoccupano di fare godere la propria partner, perché la maggior parte di loro m’ha inondato di sperma addirittura durante i preliminari, prima che potessi eccitarmi e scatenarmi a dovere. Solamente con due ragazzi ho goduto veramente, raggiungendo sia l’orgasmo clitorideo che quello vaginale, di Manuele in particolare, ricordo il tocco deciso e vellutato della sua lingua che si posava dolcemente sulla mia fica, in quanto lui era un vero artista nell’arte del leccare, un ragazzo sensibile e tenero, con il quale ho partecipato alle più belle scopate della mia carriera di novella zoccola. Soltanto al pensiero si lubrifica al presente la fica nominando quella notte d’inverno passata in casa sua.

Mario era all’estero per motivi di lavoro, cosicché invitai il mio amante a trascorrere una nottata indimenticabile fra le mura di casa mia. In quel periodo nevicava quando Manuele arrivò, io lo feci accomodare offrendogli subito una tazza di cioccolata calda fumante. Non appena terminammo di bere, presi il mio stallone per mano conducendolo nella stanza da letto. Manuele aveva un fisico normale però asciutto, un metro e ottanta centimetri d’altezza, gli occhi neri e pungenti, i capelli lunghi e credetemi, non esagero per niente, quasi venti centimetri di palo sul quale sacrificare il mio corpo. Lui non era come gli altri, sapeva ascoltarmi, coccolarmi, comprendermi e considerarmi, non s’avventava diritto sulla mia fica toccandomela brutalmente e incivilmente come facevano tutti gli altri. Manuele era dolce, sensuale e anche un po’ timido, dapprincipio mi baciava sulla bocca, sul collo, pennellando la mia pelle con la sua lunga e vogliosa lingua.

Io sentivo il suo respiro su di me, il suo odore selvatico di maschio eccitato penetrarmi nelle narici esaltando e inebriando la mia mente d’oscenità e di sconcezze. Lui m’accarezzava, mi stringeva con tenerezza arrecandomi elettrizzanti brividi che partivano dalla nuca, che scendendo lungo la spina dorsale si spegnevano come scariche elettriche in prossimità del fondo schiena. In concomitanza mi sussurrava parole dolci, alternandole a piacevoli leccate che accrescevano in me il desiderio dell’amplesso. Manuele m’eccitava: come avrei voluto avventarmi sul suo cazzo leccandolo e succhiandolo a dovere, sapevo però che a lui piaceva moltissimo leccarmi la fica prima che io gli praticassi il rapporto orale, cosicché raggiunto il giusto stato d’eccitazione mi coricavo supina divaricando ampiamente le cosce, per permettere al mio mandrillo d’abbeverarsi alla fonte dell’amore.

Manuele mi leccava per svariati minuti, lentamente e senz’alcuna fretta, facendomi letteralmente perdere il lume della ragione facendomi delirare dal piacere. Nel frattempo il mio piede andava alla ricerca del suo cazzo duro come un tondino d’acciaio imbrigliandolo, incominciando a masturbarlo, dopo quando avvertivo le dita impiastricciate di sperma mi mettevo alla pecorina con il volto in prossimità del suo cazzo asciugando ben bene quest’ultimo fra i miei lunghi e lisci capelli, finché non lo ripulivo dalla secrezione rilasciata. Allorché m’avventavo sull’asta di carne baciandola e succhiandola a perdifiato: Manuele m’afferrava per i capelli quando gli praticavo il pompino, dato che cercava di raccoglierli dietro la nuca in un’improvvisata coda, liberando il mio volto in maniera tale che potessi guardarlo diritto negli occhi.

In quella precisa circostanza io mi sentivo veramente una donna, una sgualdrina capace d’accontentare e saziare il proprio partner con la bocca e con lo sguardo: la mia fica trasudava lussuria rilasciando un fluido denso, capace di lubrificare le intere pareti vaginali. In quell’istante avevo voglia d’essere penetrata, eppure sapevo che se avessi aspettato ancora un po’ il mio orgasmo sarebbe stato ancora più appagante e intenso, così agguantai in mano il cazzo di Manuele strofinandolo su entrambi i capezzoli: dopo avvicinai i seni con le mani per permettere a quell’attributo di scivolarvi in mezzo. Lui stava quasi per sborrare quando allontanò il cazzo dal mio petto sdraiandosi supino sul materasso con il membro che s’ergeva imponente come un campanile dominando su tutto il resto del corpo. Io m’impalai nella posizione della smorza candela volgendo le terga al mio uomo adagiandomi sul suo petto.

Manuele mi scopò con passione, con sentimento, sfiorandomi con le dita il clitoride. Fu un amplesso indimenticabile, memorabile, percepii la sua verga dentro il mio corpo dimenarsi come un’anguilla, mentre i nostri respiri e i nostri battiti cardiaci si fondevano in un compiacente e piacevole gioco dei sensi. Baci, carezze ed effusioni d’ogni sorta mi regalava con generosità Manuele concentrandosi sul mio orgasmo, poiché sapeva che se io avessi goduto l’avrei fatto godere con tutta me stessa. Alla fine venni stringendo la sua nuca, mentre la lingua del mio amante assaporava la mia più intima essenza, il mio naturale profumo di donna. Manuele s’abbeverò alla mia fonte, leccando tutto il nettare con smania come un cane assetato. Un profondo senso di benessere e di serenità percorse il mio indemoniato corpo, liberando la mia mente da ogni affanno e da qualunque preoccupazione, sennonché venni con gusto, placando e rabbonendo la mia voglia di sesso che pian piano, giorno dopo giorno mi stava letteralmente convertendo e trasformando in un’indegna cagna assatanata di cazzo. Feci in seguito godere il mio partner com’ero solita fare: dapprima scopammo senza ritegno, concedendo all’uomo di penetrare e d’invadere entrambi gli orifizi fra le mie cosce, successivamente terminai la prestazione accogliendo il suo cazzo fra le arroventate e carnose labbra in maniera che potesse eiacularmi in bocca.

L’orgasmo di Manuele era sempre abbondante e irresistibile, con tanta pressione il fiotto di sperma s’incollava alla mia gola, dove io prontamente ingoiavo il tiepido e viscoso seme. Da brava amante e puttana, trangugiavo sennonché tutto delle mie prede, perché sapevo che gli uomini apprezzavano e gradivano particolarmente questa pratica, anche perché in confidenza, l’inconfondibile gusto dello sperma mi fa ribollire il sangue dall’eccitazione.

In conclusione sono diventata una pervertita, una sregolata e viziosa di prima categoria: da brava mogliettina qual ero mi sono modificata e trasformata in una donna senza confini, perché ho letteralmente abbattuto tutte le barriere, ho smantellato i falsi pregiudizi spianando in modo definitivo tutte le preclusioni che avevo nei riguardi del sesso. Ho solamente voglia di scopare e di divertirmi con quanti più uomini possibili, per soddisfare ed esaudire sia il mio quanto il loro desiderio d’amore.

E’ davvero un guaio, che Mario in questo periodo sia sempre in trasferta. Peccato e sfortuna per lui, ovviamente.

{Idraulico anno 1999}

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