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Racconti Erotici Etero

Come vorrei che le mie parole fossero realta’

By 2 Aprile 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Come vorrei che tu fossi qui per poterti abbracciare, baciare e con le mie mani cingerti a me.
Come vorrei spogliarti per farti rimanere in intimo, e baciarti il collo, le tette, il culo.
Come vorrei toglierti gli ultimi indumenti rimasti e leccarti i capezzoli, per sentirli divetare sempre piu’ duri, ad ogni mia leccata; e, infame, scendere; scendere aiutato solo dalla lingua, per poi toglierti quel provocante perizoma e buttandoti sul divano, aprirti le gambe.
Come vorrei vederti in tutto il tuo splendore, bagnata, eccitata, vogliosa, guardinga con aria di sfida, accettare le mie leccate in mezzo alle tue gambe; leccate che cercano di dimenarsi forsennate tra le tue labbra, assaporando i tuoi evidenti umori, cercando il clitoride, cercando di farti impazzire di piacere, sentendomi cullato dal tuo respiro affannoso e dai tuoi lamenti di piacere.
Come vorrei usare le mie dita per fotterti, e nel mentre guardarti, questa volta, io, con sguardo di sfida, capendo che questa battaglia l’ho vinta io ma la guerra è solo iniziata. Sai che non mi basta guardarti, voglio anche leccarti, voglio fare miei i tuoi umori, perchè solo leccando il tuo clitoride capisco quanta voglia hai di farti scopare su quel benedetto divano, inutile suppellettile della mia sala da pranzo. E io li con le mutande che mi esplodono,e il mio dolore fisico per un cazzo che ha solo voglia di scoparti, in bocca, nella figa e nel culo, ma sa benissimo che la pazienza è la virtu’ dei forti. Ti voglio leccare e toccare la figa fino a che non ti reggono le gambe e continuo veloce, e piu’ veloce, con un dito dentro, poi due poi tre… insomma ti scopo con la mia mano e con l’ultimo dito cerco lui: il tuo meravoglioso buco del culo. Voglio deliziarlo: non lo inumisco con la saliva ma gli sputo sopra come un animale, facendoti capire che la guerra è ancora lunga.
Come vorrei alzarmi, leccarmi le mie dita, e prenderti per i capelli e prepotentemente infilartelo in bocca, sapendo che tu con solo la lingua puoi farmi venire prepotentemente: te ne accorgi, che ad ogni tuo colpo di lungua, ad ogni tua succhiata, ad ogni tuo affondo, io mugugno io vacillo come un combattente che viene condannato a morte. Ma sai che non sono uno sprovveduto: io in mano ho sempre i tuoi capelli, che tringo con forza e per non venirti in bocca, cerco violentemente di scopartela. E’ l’unico modo per non essere sconfitto, per rifiatare.
Sei bellissima, mentre mi guardi negli occhi con il mio cazzo in bocca. Ti sussurro TI AMO AMORE, e tu mugugni con l’uccello in bocca.
Come vorrei girarti a pecora, puntare il mio cazzo gonfio tra le tue labbra, strofinarlo sulla tua figa gonfia di piacere, bagnata e passarlo in fine sul tuo culo lievemente dilatato. E’ qui che inizia la vera battaglia: due cavalieri,noi due, forti prestanti e un campo di battaglia, il divano.
Allora violentemente te lo infilo nella figa e inizio a scoparti come un forsennato, cercando ad ogni mio colpo un tuo urlo di piacere, e uno schiaffo sul quel tuo culo meraviglioso. Voglio farti godere, voglio farti eccitare perche’ tu voglia solo il mio di cazzo; allora un altro schiaffo e con la mano destra ti tiro quella chioma bionda urlandoti SEI LA MIA TROIA. Siamo eccitati, le mie palle sbattono violentemente sul tuo clitoride e ti mordi le labbra per non urlare. Capisco che stai venendo, ma capisco che ti sto per riempire la figa di sborra, e non voglio, avrei perso. Allora lo tiro fuori e ti guardo negli occhi , mi dai dello stronzo e uno schiaffo, sapendo che solo cosi ti scoperei ancora piu’ forte: e li capisco che sei tu che stai conducendo la partita; ti spingo seduta sul divano, ti apro le gambe e vedo la tua meravigliosa figa, aperta. E’ il finale: qui un solo vinto e un solo vincitore. Finalmente si metteranno a dura prova le mie palle, le mie gambe e la resistenza del mio cazzo. Te lo infilo, ma sono stronzo come hai detto tu prima, e carico le tue meravigliose gambe vicino al mio collo, sulle mie spalle, e inizio selvaggiamente a scoparti sentendo le mie palle che violentemente sbattono sul tuo buco del culo. Vieni una volta, due e mi pianti le unghie nella schiena implorandomi di continuare e io li, sempre a scoparti noncurante delle mie gambe che sono ormai a pezzi. Non ce la faccio più, vorrei scaricarti tutta la mia sborra in pancia, dentro quella figa che mi ha fatto tanto penare, ma mi alzo sudato, ansimante pronto per venirti in bocca, sapendo inesorabilmente di aver perso, sapendo che le mie gambe dovevano reggere. Mi guardi soddisfatta, distrutta, con il mio cazzo in bocca, sapendo di aver tu l’ultima parola. Ma è li che il vero spirito del cavaliere, che illude l’avversario di aver vinto, viene fuori. E’ li che io ti dimostro che hai fatto male i tuoi conti: sento che sto venendo, te ne accorgi e aumenti il ritmo. La sborra sale, mi guardi negli occhi e ti distrai: è qui che vinco la guerra, lo tiro fuori e ti esplodo con tutta la mia cattiveria in faccia, sulla bocca, sul naso sul mento. Vinto, ho portato a casa baracca e burattini: mi dimostri quanto sei troia, e ti pulisci la bocca mandando giu’ ogni mio succo, dicendomi TI AMO, PERO’ TI DO LA RIVINCITA…

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