Salve a tutti!
Ecco a tutti il quarto capitolo di Coppia Inattesa. Spero che possa piacervi, per qualsiasi giudizio, o suggerimento, potete commentare tranquillamente.
Ricordo per chi volesse capire meglio la trama può incominciare a leggere dal primo capitolo.
Grazie a tutti. E buona lettura.
“Tuo Padre mi ha dato l’indirizzo. Wow ti fai davvero tutto questo tragitto, ogni giorno, con l’autobus?”
“Usare la macchina tutti i giorni costa.” Fece Davide dopo essersi stroppicciato gli occhi.
“Guarda che sono proprio io.” Disse con tono ironico.
“Posso disturbarti un secondo?”
Davide guardò dietro di lui lo zio che stava lavorando a sua volta con la macchina da cucire, sorrise.
“Vai pure tranquillo. Una pausa ti ci vuole.”
I due uscirono. Erano quasi tre mesi che non si vedevano più. Il suo sguardo nero da cerbiatta oltre a fargli passare la fatica gli procurava una sensazione di goduria.
“Come stai?”
“Molto meglio. Io invece ti vedo bene.” Affermò la ragazza sorridendo candida.
“Grazie. Tua madre lo sa che qui?”
“Certo che lo sa.”
Ti pareva. Si disse Davide.
“Ma non devi più preoccuparti troppo. Alla fine aveva ragione lei. Quella volta non ero in grado di ragionare lucidamente. Se avessimo continuato, ti avrei usato come una sorta di bambolotto e finito col ferirti.”
Davide ripensò a quella giornata d’Agosto, in effetti poco c’era mancato. Che dolce a preoccuparsi del fatto che, dopo uno sfogo sacrosanto, lui potesse prenderla nel modo sbagliato. Cosa che non sarebbe mai successa perché lui le voleva bene. Però era stata molto gentile ed empatica nel considerarlo così tanto.
“Ora ti sei ripresa?”
Lei scosse leggermente la testa. “Sì e no. Forse non mi riprenderò mai del tutto ma…” Fece un paio di sospiri. “Devo reagire. E devo farlo da sola.”
Davide annuì tutto contento. L’idea che fosse divenuta più combattiva gli faceva piacere.
“E’ bello sentirtelo dire.” Disse con un tono pregno di energia. “Spero che tu ci riesca.”
“Grazie.” Sorrise tutta contenta. “Passando ad altro: c’è una mia amica che compirà gli anni questo fine settimana. Mi ha invitato. Vorrei che mi accompagnassi, se vuoi naturalmente.”
Davide non credeva alle sue orecchie. Stava succedendo davvero? Inoltre, vide il suo visino sorridente arrossire abbastanza.
“Ci mancherebbe altro.” Rispose lui senza quasi pensarci. Lei annuì sorridente mostrando i denti bianchissimi.
“Mi fa molto piacere.”
Si fissarono negli occhi neri per secondo. Ancora sentiva un grande tocco di energia.
“Dai ti lascio lavorare. Ci sentiamo presto.”
Per Davide fu abbastanza difficile rimanere concentrato quel pomeriggio. Era davvero molto contento. Forse la madre voleva dargli la possibilità di dimostrarle che lui non era come Simone. E così avrebbe fatto.
Sabato sera, la festa, la fecero all’interno del locale che era sia ristorante che discoteca: la serata era divisa in quelle due parti.
La cena andò più che bene, con fiumi di alcol e tante risate. La maggioranza di quei ragazzi lui non li conosceva, ma andò bene comunque.
Quella, invece, che andò un po’ meno bene fu la disco notturna: tipo di serata che proprio non riusciva a sopportare.
In mezzo a quel casino gli si appiccicò anche una tipa, non proprio bella ma abbastanza simpatica. Il problema era che con quella maledetta musica assordante non riusciva a parlare.
I due dovettero uscire per riprendersi dal tremendo rintronamento.
Neanche fosse bella come musica. Le intenzioni della ragazza non erano neanche tanto malvagie, voleva il suo numero di cellulare per potersi rivedere in un posto più tranquillo. Davide a causa dell’ubriachezza stava anche per farlo. Poi una delle amiche di Claudia, tutta spaventata, uscì a cercarlo.
“Ma che diavolo è successo?” Chiese a gran voce.
“E’ Claudia! Ha collassato sui divanetti!”
Davide non riuscì a crederci. Maledizione! Un po’ gli dispiaceva di lasciare la tipa in quel modo, ma Claudia era una sua responsabilità.
Purtroppo era ubriaca fradicia. Del resto era da tanto che non beveva più a certi livelli. Lo spettacolo era quello che gli avevano descritto: la trovò inginocchiata sulla tavoletta del bagno, diceva frasi sconnesse, non si riprendeva, e fuori dal bagno c’era la fila. Prima la fece poggiare su di lui e la portò fuori con calma. Non emanava un buon odore.
“Ci penso io a riportarla a casa” disse Davide all’amica festeggiata.
Lei replicò di farle sapere non appena fossero rientrati.
Ci mancherebbe. Si disse Davide. Prima la caricò in macchina e poi decise di portala a casa di lei, lasciandola nella sua camera. Per fortuna la madre dormiva. Sarebbe stato un gran problema spiegarle della figlia.
Già che c’era, Davide, cercò di lavarla e toglierle un po’ di odore di votimo, ma non era semplice.
Anche perché era cosciente ma non riusciva a stare in piedi. Quindi doveva tenerla per tutto il tragitto fino al suo bagno.
“Scusa se ti ho rovinato la serata…”
Era diventato la sua frase principale per quella sera.
“Figurati!”
Gli rispondeva ogni volta, mentre cercava di ripulirla. Purtroppo i suoi movimenti sconnessi non gli rendevano la cosa facile. Per cercare di tenerla dritta, Davide dovette abbracciarla da dietro: i rispettivi bacini entrarono in contatto, sentiva il didietro di Claudia aderire al suo cavallo. Cercò di non farci caso, ma era molto difficile. Anzi…
Il contatto con quel culetto era davvero intenso, era molto morbido.
Il suo membro si era svegliato, sembrava aderire perfettamente allo spazio.
Davide fomentato strusciò l’uccello almento una decina di volte, tra le mordibe chiappe, palpandole senza pudore. Ansimava come un animale famelico, lo voleva.
Il cuore gli batteva forte, quel continuo strusciarsi…
Poi, per fortuna, si riprese. Cercando di scuotere la testa.
Anche perché Claudia sembrava incosciente. Maledizione! Che gli stava prendendo?
La portò di peso in camera che comunicava col bagno. Poi l’adagiò sul suo letto.
Le tolse le scarpe prima, poi i calzini, e infine tutti bagnati e puzzolenti. Non poteva lasciarla così.
Si fece coraggio, e le sbottonò i pantaloni Jeans. Erano piuttosto attillati e nel cercare di sfilarglieli, vennero giù anche le mutandine bianche e bagnate, segno che doveva essersi anche pisciata addosso.
Il vero problema per Davide che si trovava in ginocchio sul letto, fu quello che vide tra le gambe di lei. Erano oscenamente larghe, il monte di venere esposto senza un singolo pelo. Le labbra esposte erano una visione, che per un momento sembrò quasi brillare di luce angelica.
Certo che era davvero ubriaco.
Claudia gli piaceva troppo, ma non voleva dare l’impressione di approfittarsi di lei.
Eppure il desiderio recondido.
Lei ronfava alla grande, e lui non riusciva a distaccare gli occhi da quella meraviglia della natura.
Veloce finì di sfilarle i pantaloni. Non ragionava più, sentiva il cuore battergli a mille, il pensiero che Claudia fosse così vulnerabile, gli fece indurire il cazzo come una pietra. Non ricordava l’ultima volta che si era eccitato così.
Davide si chinò tra le sue gambe, e, quasi in automatico, iniziò a baciarla, sentiva un leggero odore di piscio. Non si fermò. Iniziò a leccarla, del sapore acre non gli importò, passò la lingua sulle labbra infuocate aprendola a forza di leccate, ed infilandola sempre più a fondo.
Claudia ebbe delle effusioni, possibile che si fosse svegliata?
Davide alzò un attimo gli occhi: dormiva profondamente.
Non gli era mai successo di fare una cosa del genere, di leccare una ragazza mentre dormiva. L’eccitazione e l’alcol, gli impedirono di fermarsi. Andò avanti, esplorando sempre più a fondo, con la lingua, il buco più sacro di Claudia. Il pensiero che non fosse cosciente ma godesse inconsciamente lo faceva eccitare davvero tanto. Più aumentava la frequenza delle leccate, soprattutto sul clitorite, più i sospiri di godimento si moltiplicarono, divenendo sempre più forti.
L’ultimo fu tale che scosse le fondamenta del suo corpo, inondando la bocca di Davide di caldi umori. Quello sì che avevano un gran sapore.
Claudia si mosse all’improvviso, Davide credette si fosse svegliata.
Invece si girò sul fianco destro, continuando a dormire.
Cavolo! Gli era davvero preso un colpo.
Davide decise di lasciarla dormire. Rientrò a casa vide il suo cazzo ancora pieno e fremente. Non poteva crederci: la sua voglia di scopare Claudia non lo faceva più ragionare. Si fece una sega, neanche un minuto che venne, imbrattando il muro del suo bagno.
Si fece una bella doccia, per calmarsi. Prima di addormentarsi si rese conto che aveva abusato di Claudia, e quella era stata una grande stronzata.
Continua.



scusa, al quarto sono bloccato!
ti ringrazio, mi fa molto piacere sapere che ti sia piaciuto! il secondo capitolo l'ho completato. nel terzo sono bloccato.…
ne ho scritti altri con altri nick...spero ti piacciano altrettanto.
Vedi la tua posta indesiderata
Ti ho scritto, mia Musa....attendo Tue...