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Racconti Erotici Etero

Creature della notte: il bagno

By 12 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

L’aveva invitata a passare la notte da lui.

Portati il costume voglio farti provare la mia nuova jacuzzi.

E così l’aveva portato, un bel due pezzi acquistato durante l’ultima vacanza: Ibiza, due mesi fa.

Non aveva mai fatto il bagno in una vasca jacuzzi, era fantastico! Quel ragazzo sembrava avere tutte le qualità di questo mondo! Fascino, carisma, intelligenza… Ed i soldi chiaramente: era l’ultimo di una ricca dinastia russa fuggita prima che la povertà divorasse il loro paese.

Suonò il campanello e poco dopo lui aprì la porta. I suoi capelli castano chiaro erano sempre pettinati in maniera diversa, sempre strani, ma mai ridicoli. Portava la camicia slacciata sul davanti mostrando la tartaruga che aveva al posto dell’addome ed i suoi pettorali scolpiti. Era bellissimo. Chissà come era possibile… Non andava in palestra e non faceva alcun genere di lavoro (tranne l’occuparsi del patrimonio di famiglia) come poteva avere un fisico del genere?

Dimenticò tutti i suoi quesiti quando lui la baciò portandola dentro:

-L’hai portato il costume? Altrimenti dovrò costringerti a fare il bagno nuda!

-Nooo, c’&egrave l’ho indosso…

Disse lei facendo scivolare a terra il vestito leggero mostrandosi con solo quel bikini, tanto piccolo quanto trasparente:

-Mmhm, sei davvero una svergognata cara mia…

La strinse forte a s&egrave:

-Mi piace. Vieni, ti faccio vedere.

La portò al piano di sotto, in una stanza tutta di legno e parquet con al centro una gigantesca vasca idromassaggio.

-Hai fatto costruire una stanza apposta per la vasca?

-Bh&egrave, ne ho una apposta per la sauna, perch&egrave non una apposta per la vasca?

Disse lui con un sorriso prima di togliersi la camicia ed i pantaloni rimanendo in costume:

-Ti conviene entrare perch&egrave l’acqua &egrave fantastica ed ogni secondo fuori &egrave un secondo buttato…

L’acqua era davvero stupenda e le bolle la carezzavano in ogni dove, quasi come la carezzava lui. Si diedero un bacio lunghissimo e lui ne approfittò per portare una mano nelle sue mutandine trovandola completamente dilatata e pronta a folleggiare:

-Sei proprio una svergognata…

-Che posso farci…

Disse lei rossa in viso per l’eccitazione:

-Sarà la vasca, sarai tu, non riesco a resistere, ti voglio adesso!

E confermò quello che aveva appena detto abbassandogli i pantaloncini per afferrare il suo sesso:

-Vacci piano, sei fortunata che immaginavo sarebbe finita così…

“Immaginavo”, l’aveva senz’altro invitata per quello, comunque prese un preservativo dai pantaloni:

-Con tutte queste bolle reggerà?

-Tranquilla, lui se ne starà dentro.

Lei si spostò le mutandine e salì su di lui che si era messo in posizione seduta. Lo voleva davvero, lo voleva subito, era la prima volta che le mutande le spostava soltanto pur di non perdere tempo.

Lui la penetrò lentamente per far sì che entrasse fino a dove poteva, poi con calma cominciò a muoversi su e giù, lei però non aveva intenzione di continuare con quel ritmo da funerale, gli mise le mani sul petto e cominciò a muoversi più velocemente, ansimando e lasciando che i lunghi capelli le finissero sul volto ad ogni pompata. Sentiva un calore dentro che cresceva sempre di più e la sensazione dell’acqua in continuo movimento non era da sottovalutare… Lui cambiò posto rimanendo nella stessa posizione e lei ora sentiva uno dei getti d’aria che le sfiorava le natiche proprio all’ingresso del canale due… Ed era lei la svergognata! Le aveva giocato un bel tiro, l’orgasmo era sempre più prossimo! Lui cominciò a succhiarle i capezzoli mordicchiandoli in punta e facendo scorrere la lingua sull’areola mentre le afferrava le natiche con la mani e decideva il ritmo, ora più lento, ma anche più possente e deciso. Lei ora si era fatta andare all’indietro e si poggiava con la mani sul fondo della vasca che non era tanto profonda, ma abbastanza larga da non permetterle di toccare i bordi. C’era qualcosa sul fondo, sembrava un anello attaccato alle pareti… Forse era una componente dei getti… Lui ora cominciò a spingere sempre più forte, era vicino all’orgasmo, ma mai quanto lei, che si lasciò andare ad un urlo liberatorio seguito da forti gemiti mentre lui, ormai spompato, usciva dopo essersi avvicinato per baciarla sul collo…

Con un movimento rapidissimo le ammanettò un polso all’anello sul fondo della vasca ed uscì dalla vasca senza dire una parola. Lei non capiva e fece per liberarsi senza riuscirci.

Lui si rivestì e mostrò le chiavi delle manette poggiandole su un tavolo lì vicino:

-Mi spiace tesoro, &egrave stato bello davvero, ti dirò al verità: sei stata una delle migliori con cui sono stato e mi sembra sbagliato averti mentito fino ad ora… Vedi cara, mia madre non era una nobile russa, era una Baba Yaga ed il motivo per cui sono orfano di padre &egrave che lei se l’&egrave mangiato. Ora, urla pure quanto vuoi, e mi raccomando spaventati, non reprimere la tua paura, sai migliora moltissimo il sapore…

Lei non riusciva ancora a capire mentre lui usciva dalla stanza dopo aver alzato il termostato della vasca ben oltre i cento gradi…

Nota: Le Baba Yaga sono streghe della tradizione russa, cannibali mangiatrici di uomini, volano sui calderoni che usano per le loro pozioni e si riconoscono per i buffi copricapo che portano.

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