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Racconti Erotici Etero

Cucù

By 30 Aprile 2018Dicembre 16th, 2019No Comments

‘Cucù!’ disse Ivan, mentre il glande faceva capolino tra le immense mammelle di Benedetta. La ragazza avvicinò vogliosa le labbra carnose verso la punta del pene, ma rapidamente lui mosse il bacino facendo sprofondare nuovamente l’asta in mezzo ai seni della donna. La guardò ridacchiando, ma lei gli rispose con un’espressione imbronciata.
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Quella sera a una birra ne era seguita rapidamente una seconda e da qui a un giro di cicchetti con gli amici il passo era stato breve. Per fortuna entrambi si sapevano regolare con l’alcol e si erano fermati abbastanza presto di bere, non senza ovviamente essere ormai più allegri e chiassosi del solito. Essendo gli unici rimasti vagamente lucidi, Ivan e Benedetta avevano deciso di proseguire la serata a casa di lei, bevendo l’ennesima birra e guardando un film. Tutto procedeva tranquillo fino a quando Ivan le disse senza preavviso, forse istigato dalle abbondanti quantità di alcol ingerite:
‘Ho voglia di scoparti le tette!’
Benedetta sulle prime rimase in silenzio; avrebbe voluto mostrarsi scandalizzata ma nemmeno lei era una santa e, soprattutto, anche lei era parecchio brilla. Inoltre sapeva che il suo seno era sempre stato apprezzatissimo dai ragazzi, data la mole a dir poco esagerata, e quindi la richiesta di Ivan non le suonava poi così strana. Tuttavia decise di non essere troppo accondiscendente: Ivan era solo un amico, non lo aveva mai visto sotto una luce diversa.
‘Hai bevuto troppo e ora spari cazzate! Continuiamo col film che &egrave meglio. Farò finta di non aver sentito…’, gli rispose pacatamente.
Ma Ivan non aveva tanta voglia di darsi per vinto, il pensiero di una spagnola era l’unico che aveva in testa in quel momento.
‘Dai, siamo brilli, rilassati, amici affiatati, che vuoi che sia una spagnola. Divertiamoci un po’. Lo sai che ho sempre avuto una passione smodata per le tue tette’, ribadì il ragazzo, che in effetti era sempre stato prodigo di complimenti e allusioni verso il seno dell’amica, chiamandola spesso scherzosamente ‘BeneTetta’.
Benedetta si sentì in un certo senso lusingata dalle parole di Ivan: sentiva di detenere un certo potere sul ragazzo e l’idea di dargli piacere non le dispiaceva poi troppo. Decise allora, forse perché le birre e i cicchetti le avevano abbassato i freni inibitori, di fare una proposta all’amico:
‘Hai una moneta?’, gli disse improvvisamente.
‘Uhm, credo di sì, qui in tasca dovrei averne un po”, rispose lui, stupito.
‘Perfetto, scegli tu se testa o croce per mettermelo tra le tette’.
‘Sicuramente testa, anzi ‘tetta”, rispose Ivan sottolineando l’assonanza tra i due termini.
‘Ok. Lanciala e sarà il destino a decidere l’esito della serata. Però sia chiaro, mi scopi le tette e basta; non farti venire altre strane idee in mente perché ti assicuro che ti lascio in bianco’.
‘Ok, tranquilla, ti assicuro che le uniche cose che rimarranno imbiancate stasera saranno le tue tettone’, rispose Ivan con una battuta che evidentemente trovava divertente.
Benedetta non rise e aspettò con impazienza che l’amico prendesse la moneta dalla tasca.
Ivan lanciò la moneta, ma la scarsa lucidità e l’eccessivo entusiasmo, portarono quest’ultima a cadere a terra e a rotolare sotto un mobile.
‘Aspetta, guardo io’, gli disse Benedetta.
Benedetta si abbassò sotto il mobile e vide che la moneta indicava ‘croce’. Tuttavia ormai pregustava come dare piacere all’amico e concludere la serata in bianco dispiaceva anche a lei. Decise quindi, stupendosi di se stessa, di cambiare le carte in tavola:
‘Sei fortunato stasera, &egrave uscita testa’, disse all’amico che attendeva impaziente e un po’ in tensione.
Trenta secondi dopo Benedetta era già in ginocchio vestita solo da un paio di jeans e con le grosse mammelle perfettamente a disposizione del cazzo di Ivan che, in piedi davanti a lei, era già eretto e pronto a esplorare quelle montagne di carne. Il seno della donna si presentava in tutta la sua abbondanza, alcune leggere smagliature all’attaccatura delle mammelle ne rovinavano un po’ l’aspetto, ma tutto scompariva di fronte a quell’enormità: i capezzoli dritti e larghi ornavano i seni che, a causa dell’eccessivo peso, risultavano un po’ tendenti verso il basso, ma probabilmente per questa morbidezza risultavano ideali per l’atto che lei si accingeva ad eseguire.
‘Ti do una buona notizia! Probabilmente sarai tra i primi a non rischiare di perderlo qua in mezzo’, disse lei, dopo aver attentamente osservato il pene dell’amico, che certamente vicino al suo seno sfigurava in quanto a grandezza, ma che in assoluto era tutt’altro che poco rilevante: l’asta, piuttosto lunga ma soprattutto larga, era innervata dalle vene che lo percorrevano per tutta la lunghezza, mentre il grande glande violaceo la coronava degnamente.
‘Le tieni strette tu o le tengo io?’, le disse il ragazzo riferendosi ai seni di lei.
‘Forse per quanto pesano dovremmo tenerle assieme!’, aggiunse poi lui, scoppiando in una risata compiaciuta.
‘Dai, le tengo io così tu ti rilassi’, disse Benedetta mentre l’amico posizionava l’asta nell’ampio incavo tra i seni.
‘Cucù!’ disse Ivan, mentre il glande faceva capolino tra le immense mammelle di Benedetta. La ragazza avvicinò vogliosa le labbra carnose verso la punta del pene, ma rapidamente lui mosse il bacino facendo sprofondare nuovamente l’asta in mezzo ai seni della donna. La guardò ridacchiando, ma lei gli rispose con un’espressione imbronciata.
Continuarono questo gioco per un bel po’. A volte Ivan era volontariamente più lento per lasciar sì che la lingua di Benedetta gli lambisse il glande. A volte invece si muoveva veloce impartendo alla spagnola il ritmo di una scopata.
‘La prendi una birra?’, disse lei a un certo punto, ‘mi si sta seccando la bocca’.
Era l’ennesima della serata ma Ivan si mostrò disponibile alla richiesta dell’amica e, un po’ a malincuore, si staccò dai seni della donna e, col pene eretto, si avviò verso il frigorifero.
‘Forse &egrave meglio che adesso le tieni un po’ tu, io devo bere’, disse Benedetta mentre raccoglieva la bottiglia che l’amico le porgeva. Ivan non si fece ripetere due volte l’invito e ereditò il peso dall’amica con entusiasmo. Poteva ora accorgersi di quanto le mammelle della donna fossero morbide e pesanti: le impastò un po’, quindi rimise il cazzo in mezzo, continuando come se nulla fosse mentre lei sorseggiava la birra direttamente dalla bottiglia.
Dato che anche Ivan aveva voglia di birra continuarono a passarsi la bottiglia, mentre Ivan beveva era Benedetta che teneva le tette e viceversa.
‘Mmm, sto venendo’, grugnì Ivan mentre la ragazza ingeriva l’ultima goccia di birra contenuta nella bottiglia. Lei non si scompose, avvicino il glande alla bocca e, mentre emergeva a fatica dai seni, lo serrò tra le labbra giusto in tempo affinché, con un gemito, l’uomo non prese a scaricarle in bocca abbondanti fiotti di liquido seminale. Dopo che lui ebbe finito, lei, senza dire una parola, lascio delicatamente scivolare il seme nell’imboccatura della bottiglia.
Gocce di sudore imperlavano la fronte di Ivan, mentre il suo seme giaceva, misto alla saliva di Benedetta, sul fondo della bottiglia di vetro.

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