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Racconti Erotici Etero

Da amante a..

By 8 Settembre 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Nel silenzio della stanza, l’unico rumore percepibile è il respiro pesante di Vincenzo, intento a montarmi con foga. Tengo il capo chino sul cuscino, i miei riccioli a ricadere sparsi su questo, i gomiti appoggiati al materasso e il busto a salire verso l’alto, con le natiche bene in vista. Lui è in ginocchio sul letto, dietro di me, mi tiene per i fianchi e spinge con una foga che non è da lui.
Non che farlo in questo modo mi dispiaccia. Ma quando mi scopa senza guardarmi in faccia è perché vuole dirmi qualcosa. Ormai facciamo sesso da troppo tempo, e lo conosco fin troppo bene. Sta persino usando un preservativo, quindi questo pensiero deve girargli parecchio forte, in testa.
Vincenzo abita nel condominio di fronte al mio, e siamo amanti. Ha un anno meno di me, ed è sposato. Io invece sono felicemente sola; questo ci permette di considerarci una coppia molto aperta, oltre che clandestina. E neppure questo mi dispiace.
Spinta dalla curiosità, scelgo di giocare d’anticipo.
gli domando, ruotando il viso all’indietro, per guardarlo con la coda dell’occhio.
Non cessa le sue spinte, anzi aumenta il vigore, impattando fino alla base; sento le sue palle urtare contro di me; allungo una mano tra le mie gambe, per accarezzarle ad ogni spinta.
Anche i suoi gemiti aumentano di intensità, quindi si decide a rispondermi
Sorrido, maliziosamente. Uno degli svantaggi di essere così dirimpettai, è che per quanto cerchi di avere una mia vita privata, non serve essere uno stalker per accorgersi di chi mi porto a letto.
gli rispondo mentre muovo all’indietro il bacino, amplificando le sue spinte.
Per tutta risposta sento solo i suoi gemiti aumentare, assieme alle sue spinte. Lascia andare i miei fianchi, e gode i miei movimenti con il bacino, mentre avverto le sue contrazioni dentro di me. Sta venendo.
Gemo anch’io, anche se non sono venuta. Voglio andare a fondo in questa faccenda.
Mentre è intento a chiudere il preservativo, mi siedo accanto a lui, sul bordo del letto, accarezzandogli la coscia con le dita.
gli domando, ancora, guardandolo.
mi risponde con un filo di voce
incalzo, fermando le mie carezze. Ora sono perplessa.
si ferma, sembra non riuscire a trovare le parole.
Resta in silenzio. Noto il suo membro ritornare duro, mentre fissa il mio seno.
Mi alzo in piedi, ponendomi davanti a lui, con le mani ai fianchi.
risponde lui, alzandosi anch’egli. Mi afferra i seni tra le mani, mi palpeggia, mentre sento la sua lingua sul collo e chiudo gli occhi. Che cosa vorrà dire? Aspetto. La punta umida del suo cazzo sfrega contro il mio ventre. Lo prendo in mano e inizio a muoverla, avanti e indietro, lentamente. Avanti, parla.
E lui infatti, parla, mentre mi bacia la spalla.
Ora ho capito tutto. rispondo, muovendo la mano più velocemente.
il suo è un gemito strozzato.
aggiungo mentre mi allontano di un passo indietro, togliendo le sue mani dai miei seni, mentre lo guardo negli occhi. La mia mano ancora sul suo sesso, ora va ai testicoli. Ci fissiamo negli occhi.
mi risponde lui
Lascio stare i suoi testicoli, e incrocio le braccia al petto, coprendo i miei seni, mentre lo guardo in cagnesco. , gli rispondo, colma d’astio, la soddisfazione che vedo sul suo volto è quasi capace di spegnere la mia rabbia. Quasi..
incalzo, alzando il tono di voce, , concludo, senza lasciargli spazio di replica.
ha accettato.
Lo spingo, facendolo sedere sul letto, e salgo a cavalcioni su di lui.
Dirigo il membro duro dentro di me, e cavalco come un’amazzone con una foga tale che lui si abbandona sul letto e mi lascia fare, godendosi i movimenti frenetici del mio bacino e il mio seno che dondola.
I suoi gemiti aumentano, rapida mi inginocchio ai piedi del letto, e lo infilo in bocca, aspirando avidamente mentre il suo piacere erutta denso in me. Continuo a succhiare finchè il suo membro non perde vigore, e allora mi allontano, rialzandomi in piedi mentre ingoio. Gli do le spalle, raccolgo i miei capelli in una coda, ed infilo una camicia.
Anche lui si alza, fa per abbracciarmi da dietro, ma scaccio via le sue braccia, allontanandomi da lui.
gli dico voltandomi verso di lui, con un sorriso in volto. Non so se sia stato più divertente vedere il suo sguardo sbigottito, o il fatto che mi abbia pagata senza battere ciglio.
Dopo quella volta, abbiamo avuto i nostri incontri privati con la solita cadenza, ossia circa due/tre sere a settimana. Viene a casa mia, che vivo da sola, con la scusa di uscire a farsi due birre con gli amici. Parcheggia l’auto dall’altro lato dell’isolato, in modo che dal suo condominio non si possa vedere che entra nel mio.
E anche se finora non c’è stata nessuna differenza nel nostro rapporto, mi ha sempre pagata. Beviamo qualcosa assieme, ci raccontiamo le nostre giornate, e via a scopare, sul divano o sul letto. Prima di uscire, lascia una banconota sul tavolo.
Sono passate poco più di due settimane, e si è deciso a proporre qualcosa.
mi dice mentre si riveste, con un tono che non ammette repliche. Anche se sa bene che da parte mia non ce ne saranno.
gli dico suadente, mentre rimango nuda sul divano, ad accarezzarmi la micia ancora bagnata.

gli rispondo indifferente, con una scrollata.
fa una smorfia,
Faccio ancora spallucce, leccandomi le dita ricolme di umori
esclama lui, in procinto di infuriarsi
rispondo, alzandomi in piedi

Lascia i soldi sul tavolo, e se ne va.
Venerdì è arrivato con mezzora di ritardo. Poco male, tanto non ero nemmeno pronta. Ho scelto di indossare un vestito multicolore, con una cintura alla vita che termina con una gonna ampia poco sopra il ginocchio. La parte superiore è a bretelle e lascia intravedere una piccola porzione della mia abbondante scollatura. A completare il tutto, delle collant color carne ed un coprispalle in retina semi-trasparente. L’ho fatto accomodare, mentre terminavo di mettere degli stivali lunghi al polpaccio, con tacco a spillo. Ci siamo scambiati un lungo bacio, prima che mettessi il rossetto.
gli ho chiesto mentre staccava le labbra

mi stringo nelle spalle,
Mi ha fatto mettere un anello, perché tutto sia credibile. Non so dove l’abbia preso e non ho intenzione di chiederglielo. Di certo non è quello di sua moglie.
Ci siamo incontrati con il suo amico e la rispettiva ‘consorte’ all’ingresso di un ristorante. Nonostante il tenore rigoroso e formale di due coppie di amici che fanno per la prima volta una normale serata a quattro, mi sono sentita subito gli occhi addosso.
Ci siamo seduti ad un tavolo rotondo, in modo che ciascuno potesse avere ad un lato il proprio partner originario, ed all’altro quello ‘nuovo’. Non ricordo neppure i nomi, di quei due. Lei è fisicamente più minuta di me, anche se dovremmo essere coetanee; sembra graziosa, con un fisico delicato ma ben proporzionato, esaltato da camicetta e pantaloni aderenti. Lui deve aver superato la mezza età da un po’ di anni, ma in compenso ha la pancia asciutta. Odio gli uomini con tutti quegli strati adiposi sul ventre.
Si cena, si chiacchiera del più e del meno. Nulla di meno ordinario. Terminata la cena, l’amico di mio ‘marito’ gli consegna la chiave di una stanza di albergo. E poi mi invita a seguirlo. Le coppie possono rimescolarsi.

dice passando una mano sulla mia coscia;
Mi stringo nelle spalle, sforzandomi di mostrare un’espressione impacciata e rigida. In condizioni normali, certamente non gli salterei addosso, ma sarei di certo più sciolta di quanto sono ora. Siamo seduti sul letto, in una lussuosa stanza, avvolta da una fioca luce rossastra.
mi domanda. E’ una domanda che mi aspettavo ponesse, ma non avevo mai pensato effettivamente a cosa rispondergli. Scelgo di improvvisare.
lascio cadere in sospeso la frase, con un mezzo sorriso timido.
risponde mentre la sua mano si insinua sotto la mia gonna, e le sue labbra vanno sulle mie. Sanno di tabacco.
Lo lascio fare, limitandomi a muovere appena le labbra. La sua mano continua a scorrere tra le mie gambe, fino a raggiungere la zona inguinale. Sento le sue dita sfregare contro i collant, mentre con la mano libera mi palpeggia i seni
dice mentre allontana le sue labbra e le mani da me.
Ubbidiente, sbottono la camicia, facendo tremare di tanto in tanto le dita, quindi passo ai pantaloni, con gesti più lenti e imprecisi. Quando è completamente nudo, il suo cazzo svetta imponente verso l’alto.
Ora è lui a mettermi le mani addosso. Non mi spoglia del tutto, anzi mi lascia praticamente il vestito addosso: abbassa le spalline, infila le mani tra i seni e li tira fuori, rivelando i miei capezzoli turgidi, quindi solleva la gonna, ed abbassa i collant fino a metà coscia; così non posso divaricare troppo le gambe, e mi sembra che lo sappia perfettamente. Mi strizza i capezzoli, quindi mi ordina
Deve essere un uomo abituato a ottenere qualunque cosa chieda, perciò faccio come dice. Sono lì per quello, dopotutto. Percorro la punta con la lingua, leccandolo fino alla base, quindi lo infilo in bocca, succhiando mentre muovo le labbra avanti e indietro. A giudicare dai suoi gemiti, apprezza
mi domanda, spostando i capelli dal mio viso.
Non fermo i miei movimenti, limitandomi ad annuire piano
mi domanda, facendomi alzare di nuovo in piedi.
Sgrano gli occhi. Certo che glielo do, ma lui non è mio marito. E non credo che sua moglie abbia mai avuto anche la lontana idea di far sesso anale. Certo che..
, balbetto, fingendomi impacciata, mentre il mio piano prende forma nella mente
esclama, dandomi una sonora pacca sulla natica
Abbasso la testa, imbarazzata

Non gli rispondo, ma gli do le spalle, mantenendo le gambe distese mentre piego il busto in avanti, divaricando le gambe per quanto consentito dai collant abbassati a metà coscia.
risponde tirando su la gonna, mentre sposta il perizoma scoprendo il mio sesso già umido. Ma non è quello il suo obiettivo. Mi da un paio di sculacciate sulle natiche, che lasciano il rosso segno dei palmi
commenta, palpeggiandomi. Non avverto più le sue mani, finchè un dito, ricoperto di lubrificante, s’insinua nella mia cavità anale, strappandomi un gemito. Lo ruota, lo muove all’intero, mentre con l’altra mano tocca il mio sesso umido, infilandone due, di dita.
Piego ulteriormente la schiena, poggiando il capo contro il materasso. Mi rilasso e lo lascio fare..
Ora le sue mani mi afferrano di nuovo le natiche, le divaricano, mentre sento la punta del suo membro, anch’essa lubrificata.
Spinge lentamente, fermandosi ogni volta che entra di qualche millimetro in me. Vuole farmelo sentire tutto. Mi accarezzo i capezzoli, che sfregano gonfi contro la superficie del materasso.
Quando ha infilato più della metà, si ferma, ed inizia a muoversi avanti e indietro, schiaffeggiandomi le natiche
dice mentre spinge con maggiore intensità, e se la mano sinistra va al mio sesso, a tormentarlo e lasciar colare umori sul pavimento, la destra va alla mia nuca, premendola contro il materasso, ad aumentare la mia condizione di costrizione. aggiunge, passando le dita colme dei miei umori lungo le natiche.
I suoi gemiti aumentano, come l’intensità delle sue spinte. Passa le sue mani intorno al mio ventre, sui seni, mentre distende il petto sulla mia schiena. Sento il suo fiato sul collo, mentre mi monta come un forsennato. Appoggio le dita sulle sue, guidandole verso il mio sesso. Gemo, mentre il piacere dell’orgasmo mi travolge, e poco dopo avverto nell’intestino il calore del suo sperma, mentre le sue spinte calano di intensità. Quando lo sento uscire da me, mi volto, e di nuovo mi inginocchio davanti a lui, leccandolo e ripulendolo per bene. Mi accarezza i capelli, gemendo soddisfatto.
, mi dice, mentre iniziamo a rivestirci,
Resto a guardarlo perplessa. Ci sarà una prossima volta?
Sembra aver intuito la domanda guardandomi in volto, a giudicare da quanto risponde
Sgrano gli occhi. Cos’è che ha in mente ora?

gli domando, scettica

continuo a mantenere il ruolo della ormai finta-santarellina
conclude, con una risata e una sonora pacca alle mie natiche.

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