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Racconti Erotici Etero

Dedicato a Sara

By 20 Gennaio 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Conobbi Sara su una chat per adulti sulla quale giravo spesso tempo
fa. Non ricordo che nick avesse, ma sicuramente mi colpì visto che fui
io a contattarla. Eravamo lì per lo stesso motivo. Puro e semplice
sesso virtuale. Per comodità ci scambiammo subito i contatti msn. E fu
così che ci trovammo a divertirci. Fu da subito una goduria. Si
instaurò quasi instantaneamente un gran feeling, e continuammo a
sentirci in questo modo per molti mesi.
Poi, per un mio sbrigativo cambio d casa, ci “perdemmo di vista” per
un po’. Almeno fino a che non riuscii a mettere il collegamento
Internet nel nuovo appartamento.
Dopo qualche tempo la ritrovai in linea e ricominciarono i nostri
pomeriggi di “passione”.
Ma, sinceramente parlando, il mio desiderio era d’incontrarla.
Non gliene parlai subito. Cominciai però ad ampliare i nostri
discorsi, per conoscerla e per farmi conoscere.
Scoprii così che oltre ad essere una ragazza passionale e amante del
sesso in quasi tutte le sue forme (per non dire porca), era anche
gentile, intelligente e simpatica. Oltre ad avere molti gusti in
comune con me. E come se nn bastasse, a giudicare dalla foto, era
anche estremamente bella.
Così oltre all’erotismo virtuale ci furono anche lunghe chiacchierate.
Ogni tanto mi capitava anche di infilare “accidentalemente” vaghe
allusioni ad un ipotetico incontro, ma mai con troppa convinzione.
E si andò avanti così per qualche altro mese.
Oramai erano passati quasi 2 anni dalla prima volta che ci siamo
sentiti e di confidenza comunque ce n’era. Ma come c’era questa, era
presente anche il timore per un eventuale rifiuto. Ed ecco il perché
della mia poca convinzione.
Ma se volevo realizzare il mio sogno dovevo prendere coraggio e
proporglielo.
Attesi ancora qualche giorno, aspettando il momento giusto.
Finalmente riuscii a buttare la mia richiesta, quasi con noncuranza,
ma con decisione.
Aspettai la risposta col cuore in gola. Passarono 5 minuti, finchè nn
sentii il trillo che annunciava l’arrivo del messaggio.
Quasi non potevo crederci!! Era la risposta che volevo!! Esito
positivo!!
Sentii subito salirmi l’eccitazione, e ostentando una calma che al
momento non possedevo, cominciai ad organizzare il come, il dove e
soprattutto il quando!
E tutto fu pronto per il primo week end disponibile.
Albergo prenotato per due notti e biglietti del treno per un viaggio
che mi avrebbe portato fino al paese dove abita.
Il giorno della partenza mi svegliai su di giri. Corsi fino alla
stazione arrivando con 30 minuti d’anticipo sulla partenza del treno.
Non potevo rischiare di perderlo.
Il tragitto fu monotono, ma per fortuna mi ritrovai spesso a sognare a
occhi aperti.
Un paio di cambi e finalmente arrivai. Scesi, feci qualche passo verso
l’uscita mentre emozionatissimo la cercavo in mezzo ai passanti.
Eccola là. Bellissima. Braccia conserte, gambe unite e, a giudicare
dall’espressione, emozionata quanto me.
Fui io a muovermi per primo per accorciare lo spazio che ci separava.

Eccoci!! Il mio sogno era davanti a me!!
Come esordire senza fare figuracce???
Come comiciare tutto questo???
Dopo qualche secondo di esitazione scelsi per il semplice.
– Ciao Sara, è un piacere poterti vedere finalmente!! Dal vivo sei 
molto più bella di come ti immaginavo!!-
Ed era vero!! Sara è alta circa 1,70 cm, un fisico magro, sui 50 kg 
credo. Capelli biondi che porta mossi e lunghi sino alle spalle. Gli 
occhi che mi fissavano erano di uno stupendo azzurro. Tra di loro 
spuntava un piccolo nasino ma ben proporzionato. E sotto delle belle 
labbra non troppo carnose.
Dei seni prorompenti, all’apparenza sodi e sfidanti la gravità. Ad 
occhio direi una bella terza piena. Unghie curate, non troppo lunghe e 
non coperte da brillantini, disegnini o smalti vari. Scendendo ancora 
si poteva incontrare un attraente e invitante sedere. Era una calda 
giornata di maggio e indossava una semplice maglietta azzurra non 
troppo scollata, un paio di jeans a vita bassa e delle scarpe da 
tennis bianche. Su di lei comunque si presenta tutto tremendamente 
sexy. Anche lei esordì con un semplice:
– Ciao Sergio, anche io sono felice di conoscerti finalmente. Non 
credevo neanche avessi il coraggio di chiedermelo.-
– E invece eccomi qui. Anche se devo ammettere che trovare il coraggio 
è stato molto dura.-
– Bè comunque ora eccoti qui. Vuoi andare subito in albergo?-
– Sinceramente prima non mi dispiacerebbe un caffè veloce.-
– Perfetto! Allora andiamo. Ho detto all’albergo che saremmo arrivati 
per le 11 circa.-
Raggiungemmo la macchina, una punto, e ci fermammo al primo bar sulla 
strada. Due caffè e poi via verso l’albergo.
Classico check-in, a suo nome, e dritti in camera.
Terzo piano, una doppia semplice, spoglia, ma confortevole.
Chiusi la porta alle nostre spalle.
– Bene Sara, se non ti spiace andrei un attimo a darmi una 
rinfrescata. Sai…dopo tre ore di viaggio!!-
– Certo tranquillo. Io intanto accendo la tv e mi rilasso sul letto.-
– Ok. Ci metto un attimo.-
Presi le due, tre cose che mi servivano e mi chiusi in bagno.
Una doccia veloce, durante la quale i miei pensieri furono sempre 
rivolti verso la splendida creatura stesa sul letto nella stanza 
adiacente. La mia eccitazione si faceva sentire. Ma dovevo rimanere 
calmo. Al momento dovevo e volevo contenermi. Spensi l’acqua e passai 
più tempo del dovuto ad asciugarmi, forse proprio a causa 
dell’emozione. Mi rivestii e finalmente uscii dal bagno. Lei era lì 
dovevo l’avevo lasciata.
– Allora Sara che vuoi fare?-
– Visto che effettivamente è la prima volta che ci vediamo direi di 
fare due chiacchiere. Che ne dici?-
– Dico che sono pienamente d’accordo.-
Mi misi sulla sedia di fronte al letto. Non volevo gettarmi fin da 
subito di fianco a lei, per non dare l’impressione di essere un 
disperato ed un arrapato qualsiasi.
Ma a questo punto lei mi ammonì.
– Guarda che non ti mangio mica. Puoi venire a sederti qui di fianco a 
me.-
Come avrei potuto dire di no?
Ed eccomi lì, steso sul letto di una camera d’albergo insieme ad una 
bellissima “sconosciuta”, che mi attraeva da matti.
Le nostre chiacchiere passarono per argomentazioni come sport, musica, 
passioni, vecchie storie di scuola.
Poi passammo a parlare degli ex e delle esperienze sessuali.
Tutti argomenti di cui avevamo già discusso. Ma di persona era tutta 
un’altra cosa. L’eccitazione si poteva sentire nell’aria.
E finalemente accadde.
Poggiai le mie labbra sulle sue. Morbide e calde. Iniziò come un bacio 
quasi casto. Poi la mia lingua andò in cerca della sua.
Dischiuse le labbra e finalmente si incontrarono. Si cercavano, si 
conoscevano, si trovavano. La perdevo e poi la ritrovavo. Litigavano, 
si azzuffavano, la sua mi provocava, la mia le correva dietro. Si 
nascondeva, la mia la cercava, ed ecco che riappariva. Fu un bacio 
lungo e intenso, che accresceva il desiderio di entrambi.
Le mie mani le accarezzavano i capelli biondi, scendevano sfiorandole 
il viso, il collo, fino ad arrivare a quel magnifico seno. Cominciai a 
giocarci da sopra la maglietta e, meraviglia, mi accorsi che non 
portava reggiseno. I capezzoli si erano già risvegliati. Non potevo 
resistere oltre.
Le sfilai la maglietta, con irruenza, e afferrai quelle tette a piene 
mani. Sode come avevo immaginato. Capezzoli nella norma, ma magnifici 
ai miei occhi. Le mie labbra ne avvinghiarono subito uno. 
Mmmmmm…gustosi, dolcissimi. Una goduria da tenere in bocca. Leccai, 
succhiai e mordicchiai per lunghi minuti, passando da un capezzolo 
all’altro con foga. Sentivo i suoi gemiti di piacere. Una mia mano 
scese ancora, seguendo tutta la linea del suo corpo, fino ad arrivare 
in mezzo alle gambe. Massaggiai con calma, sentendo l’umidità e il 
calore che emanava la sua figa. Slacciai i suoi jeans e la mano si 
intrufolò sotto di essi. Ripresi a massaggiare con più vigore. La 
sentivo sempre più bagnata. Poi la mia bocca seguì lo stesso percorso 
della mia mano, scendendo in paradiso. Le sfilai i jeans 
completamente, e m fiondai con la testa in mezzo alle sue gambe. 
Annussai il suo odore. Leccai da sopra il tanga. Ne afferrai il bordo 
con i denti e sfilai piano anche quello. Avevo quella magnifica figa, 
completamente depilata davanti a me. Portai le mie labbra al suo 
clito. Leccai e succhiai. Buonissima.
Intanto un mio dito si intrufolò nell’ambito pertugio. Caldissimo. 
Cominciai a sditalinarla mentre la mia lingua continuava il suo lavoro 
sul clito, interrompendosi solo per passare sul contorno delle grandi 
labbra. Aggiunsi un dito. Ora la stavo masturbando velocemente ma con 
delicatezza. Sentivo il mio cazzo che si muoveva nei pantaloni.
Lei si contorceva, si dimenava in preda al godimento. Il respiro era 
affannoso e i gemiti sempre più frequente. Finchè, dopo aver aggiunto 
il terzo dito, non esplose in orgasmo nella mia bocca. Si rilassò 
mentre leccavo, aspettando che calmasse il respiro. Una volta 
sistematasi mi guardò con un sorriso malizioso e gli occhi lucidi per 
l’orgasmo appena provato.
Si alzò e la baciai per farle sentire il suo sapore. Si staccò da me. 
– Ora tocca a me!!-
Mi fece stendere, come era stesa lei poco fa.
Era all’altezza del mio cazzo che formava un bozzo evidente nei miei 
pantaloni. Li fece scendere subito. Tirò fuori la lingua e leccò da 
sopra le mutande. Ebbi un fremito. Poi seguì qualche morsetto. E 
decise che era il momento di liberarlo. Via anche i boxer. Il mio 
cazzo si alzò come una molla. Avvicinò le labbra dando qualche bacio 
sulla cappella rossa e gonfia dall’eccitazione. Poi lo ingoiò in un 
solo instante. Tutto in una volta fino in gola. Mentre una mano 
carezzava le mie palle gonfie. Prese a pompare con calma, vedevo la 
sua testa salire e scendere. Arrivava sempre a prenderlo tutto. Stavo 
godendo come non mai. Poi tenne in bocca solo la cappella mentre con 
l’altra mano mi segava veloce. Smetteva e riprendeva a pompare, 
alternando succhiate veloci con succhiate lente.
La sua bocca era una goduria. Lo prese in mano, per leccarmelo dalle 
palle fino alla punta. Si soffermò sul filetto. Mamma mia che bello. 
Fece girare poi la lingua intorno alla cappella. E d nuovo in bocca 
fino in fondo. Non avrei risestito molto. E infatti dopo ancora 
qualche minuto di questo trattamento senti salire l’orgasmo. La 
avvertii che stavo per venire. Non disse una parola, non fece un 
cenno, e continuò a pompare. Uno dei migliori, forse il migliore 
pompino della mia vita. Ed ecco che sborrai, copiosamente e 
violentemente nella sua bocca. Non se ne perse una goccia, continuando 
a succhiare per svuotarmi completamente. Lo pulì per bene. Si alzò e 
sorridendomi soddisfatta si stese di fianco a me.

Sara chiuse gli occhi. Credo stesse riassaporando nella sua mente i 
minuti appena trascorsi.
Non ricordo di preciso per quanto tempo rimasi a fissarla.
Ma vederla così, stesa al mio fianco, completamente nuda e con la 
pelle resa lucida da una lieve sudorazione, fece risvegliare il mio 
cazzo. Poggiai una mano sul suo capo, accarezzandole i capelli. Lei 
riaprii gli occhi, abbassò lo sguardo e notò il mio membro eretto.
Riportò la sua attenzione sui miei occhi. Sorrise, un sorriso che 
valeva più di mille promesse. Mosse veloce la mano e afferrò la mia 
erezione, in modo da poter constatare di persona quanto fosse di nuovo 
duro. Cominciò a segarlo lentamente, quasi con dolcezza. Poi si alzò 
e con una gamba scavalcò il mio corpo. Ora era sopra di me. Era lei a 
comandare. Strusciò la sua figa sul mio cazzo. Completamente bagnata. 
Bellissima sensazione. Le mie mani si muovevano sulle sue stupende 
cosce. Ancora faticavo a credere di essere lì con la donna dei miei 
sogni. Per essere sicuro di non sognare, afferrai le sue tette con 
prepotenza, stringendo, impastando, massaggiando, tirando e rigirando 
i capezzoli tra le mie dita. Sara si passò la lingua sulle labbra, per 
poi mordersi quella inferiore. Lo presi come un apprezzamento al mio 
lavoro manuale. Si tese sulle gambe, sollevandosi. Riafferrò il mio 
cazzo, poggiando la cappella alle sue labbra gonfie e umide. Si calò 
lentamente. Sentii il calore avvolgere il mio membro eretto, l’umidità 
che ne facilitava l’entrata. Scese fino a che il suo culetto non di 
appoggiò sulle mie gambe. Decisi di facilitarle il compito e tirai su 
il busto. Arretrai fino alla testata del letto, in modo che lei 
potesse appoggiarvi i piedi. Portai le mani al suo sedere, 
afferrandolo forte. Cominciai a stantuffarla piano e una volta preso 
il ritmo aumentammo la velocità. Lei si spingeva sulle gambe per farmi 
uscire, mentre io la facevo tornare indietro con le braccia. Chiusi 
gli occhi per godermi il momento.
La sentii dire: – mmmmmmm…Dio mio come si sente bene!! Mi piace da 
matti!!!!-
Riaprii gli occhi cercando di far nascere un sorriso dalla mia smorfia 
di estasti.
– Lo puoi ben dire. E la tua bella figa è così accogliente!!-
Come risposta mi arrivarono solo dei lunghi gemiti di piacere.
Aumentai ancora il ritmo.
– mmmmmm…voglio…cambiare…posizione…- mi disse tra un gemito e 
l’altro. La spostai da sopra di me. Scesi dal letto, la presi per le 
cavilie trascinandola verso di me. Le aprii le gambe, puntai e colpii, 
entrando fino alle palle. Un sospiro, come di sollievo, uscii dalle 
labbra di Sara. La scopai in quella posizione per 10 minuti. 10 minuti 
di pura goduria. 10 minuti in cui non fu proferita parola. Nella 
stanza si potevano sentire solo i nostri respiri affannati, i suoi 
gemiti e i miei sospiri.
La fissavo mentre la colpivo a ripetizione. Giocava coi suoi seni, 
stringendoli forte, tirandosi i capezzoli, completamente in estasi. 
Non sarei durato ancora molto. Finalmente sentii quello che volevo.
– oddio…mmmmmm…siiii….sto venendo…sisi…oh si…continua così 
ti prego, non fermarti…dio siiii!!!-
Sentendo questo non potei fare altro che accellerare per il suo sprint 
finale. La sentii esplodere in un forte e prolungato orgasmo, che la 
fece fremere da capo a piedi. Si contorse e trattenne il respiro 
lasciandosi poi andare in un liberatorio – oddio siiii-. Ora toccava a 
me, ma prima volevo un’ultima cosa.
Lei era semi-inerte e scombussolata dall’orgasmo appena avuto. La 
rigirai di peso e la feci mettere a 4 zampe. Portai una mano alla sua 
figa, ancora grondante di umori. Massaggiai superficialmente per 
inumidirmi le dita. Risalii poi soffermandomi sul quell’invitante 
buchetto che tanto desideravo. Lo stuzzicai, inumidendolo e 
preparandolo per la penetrazione infilando la prima falange 
dell’indice. Sara comprese subito le mie intenzioni e rivolse il viso 
verso di me, regalandomi uno dei suoi magnifici sorrisi, che 
interpretai come incitamento a continuare. Presi in mano il cazzo e 
puntai la cappella al suo sfintere. Entrai lentamente ma con 
decisione. La sentivo trattenere i gemiti di dolore. Quando fui 
completamente dentro aspettai che si abituasse. Quando decisi che 
bastava cominciai a pomparle il culo con vigore, a ritmo spedito. I 
suoi gemiti di dolore furono sostituiti da gemiti di eccitazione. Ma 
oramai ero al limite.
– Posso venirti dentro bella porcella??-
La risposta non si fece attendere.
– DEVI!!!-
Assestai gli ultimi decisi colpi, riversandole un fiume di sborra 
nell’intestino. Lanciammo un ultimo grido all’unisono. Sara si 
accasciò lunga sul letto e io mi lasciai cadere al suo fianco.
La sentii sussurrare:
– Com’è bollente. È bellissimo sentirselo dentro!!-
– Fantastico- fu il mio unico commento.
– Oh si, non avrei potuto sperare di meglio!-
E ci addormentammo. Il week end continuò così, tra lunghe scopate e 
fugaci uscite per un poco di cibo.
La mattina della partenza mi accompagnò fino al treno.
– Ci rivedremo?- le chiesi
– Certo, che domande! Non credo nelle storie a distanza. Ma vederci 
ogni tanto per del buon sesso non costa nulla!-
– Pienamente d’accordo!-
Ci lasciammo come era iniziata, con un ultimo casto bacio.
Salii in carrozza e la guardai allontanarsi finchè non scomparve tra 
la folla.

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