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Racconti Erotici Etero

Diario di una vacanza

By 16 Ottobre 2005Dicembre 16th, 2019No Comments

Finalmente, dopo aver frequentato uno stage lunghissimo per tutta estate, Federica il primo di settembre era pronta per ritagliarsi una decina di giorni di vacanza nella tanto sognata Sardegna. Aveva letto su un giornale l’inserzione di un alberghetto, niente di costoso, e subito aveva telefonato per chiedere informazioni. Così, decise’avrebbe trascorso dieci giorni da sola in completo relax, in questo albergo situato nella zona di Alghero, per la verità non proprio sul mare, ma a circa un chilometro nell’interno. Così, la sera prima di partire Fede, una bella 22enne dai capelli castano chiari e occhi neri, poco formosa nel seno, ma alta e snella, stava preparando le valigie, perché di lì a poco, accompagnata dai genitori in stazione avrebbe preso il treno per Genova, dove si sarebbe imbarcata per raggiungere Porto Torres in traghetto. Fede era pronta, erano circa le tre di notte, così fu accompagnata in stazione, che in un paio d’ora l’avrebbe portata a Genova: salì sul treno, insieme alla sua valigia e ad uno zainetto; indossava una canotta lilla, con le spalline sottili e di cotone molto fine, coordinata al reggiseno di pizzo lilla, e sotto un paio di jeans chiari, a vita bassa’ai piedi un paio di sandolini col tacco lilla. Il treno era di quelli vecchi, con gli scompartimenti divisi: salita sul treno percorse il corridoio e si sistemò nel primo libero. Guardava dal finestrino il cielo ancora buio, e poco dopo si assopì. Al risveglio, trascorse ormai un paio d’ore, la ragazza vide che non era più sola nello scompartimento: infatti di fronte a lei sedeva un uomo ben vestito, con pochi capelli solo ai lati, un paio di baffi neri e dei grossi occhiali rotondi.

L’uomo: Buongiorno signorina, mi scusi se l’ho svegliata!
Federica: Si figuri, mi ero solo assopita un attimo; ma devo restare sveglia perché a Genova devo scendere.
L’uomo: Mi dispiace deluderla, ma Genova l’abbiamo passata da almeno venti minuti.

La ragazza cambiò colore, la vacanza che aveva tanto desiderato sembrava svanire in quell’attimo. L’uomo capì che la ragazza era in difficoltà, aveva un problema, e per questo volle indagare.

L’uomo: Deve fare qualcosa di importante? Vedo che ha delle valigie, sta partendo?!
Federica: Sì, ho il traghetto alle 10 al porto di Genova, non posso perderlo, altrimenti le mie vacanze vanno in fumo.
L’uomo: Guardi signorina, non si disperi, io alla prossima fermata scendo e se vuole l’accompagno con la macchina al porto, tanto sono solo le 7 e ci vuole al massimo mezz’ora.
Federica: Davvero farebbe questo per me? Le sarei davvero grata. Farei qualsiasi cosa pur di partire.
L’uomo: Si figuri, non deve fare niente’è così carina che questo basta!

Federica era molto sollevata grazie all’offerta dell’uomo di accompagnarla. Così alla fermata successiva i due scesero, caricarono le valigie sulla macchina dell’uomo e così partirono verso Genova. Durante il viaggio i due parlarono, Fede spiegò nei minimi particolari il programma della sua vacanza, mentre l’uomo la ascoltava e di tanto in tanto era attratto da quei due piccoli seni che di lato poteva intravedere dalla modesta scollatura della canotta; la ragazza, non smetteva mai di ringraziare per il favore ricevuto e si sentiva in debito con l’uomo, ma presto la situazione prese un’altra direzione. Infatti, l’uomo, circa a metà del viaggio accostò l’auto in una piazzola, spense il motore e si rivolse alla ragazza dicendo: ‘Bene, signorina Federica; siamo a metà strada e poco più avanti sulla destra c’è un motel di passaggio. Sono solo le 7,30 e da qui al porto saranno al massimo 15 minuti. Se vuole che l’accompagni’beh, ha capito! Altrimenti la posso lasciare qui, ma credo che perderà il suo traghetto!’. Federica rimase spiazzata da quelle parole, non avrebbe mai creduto che la situazione potesse prendere quella piega’ma viste le altre opzioni non aveva grandi alternative. Ci pensò su e poi disse all’uomo che era d’accordo, che sarebbero stati insieme al motel. L’uomo accese l’auto e ripartì alla volta del motel; arrivarono ed entrarono: l’uomo affittò una camera e subito si diressero di sopra. La stanza era grande circa 5 metri per 5, arredata soltanto con un letto matrimoniale e una scrivania con una sedia. Vicino alla finestra invece c’era una poltrona vecchia e ammuffita e di fianco la porta che dava in un piccolo bagno.

L’uomo: Entra pure mia cara e spogliati lentamente, qui davanti a me (l’uomo si era seduto sul bordo del letto).

Federica entrò nella camera e chiuse la porta a chiave, poi come le aveva ordinato l’uomo iniziò in un lento spogliarello: si avvicinò all’uomo e si iniziò a slacciare i jeans, ondeggiando leggermente coi fianchi; poi, appoggiando la mano destra alla spalla dell’uomo, sfilò il pantalone sinistro e poi il destro, mostrando le sue mutandine, anch’esse di pizzo lilla. L’uomo le disse di avvicinarsi di più, dicendo ‘Fammi assaggiare la tua patatina!’ e così dicendo le scostò la mutandine e con il dito medio penetrò la sua fessura; poi andò su e giù per qualche attimo e uscì portando il dito alla sua bocca: lo assaporò con la lingua dicendo: ‘Che buon profumo di fighetta giovane! Sarà un piacere usare il mio cazzo con un stupenda ragazza come te!’. L’uomo si stava visibilmente scaldando: ‘Dai levati la canotta, abbassati e slacciami i pantaloni che ho qualcosa per te!’. La ragazza eseguì alla lettera e levatasi la canotta (ora eri in mutandine e reggiseno, con le scarepette, tutto color lilla) con la mano destra fece resistenza sulla patta e con l’altra abbassò la cerniera. L’uomo disse: ‘Dai tiralo fuori e fammi un bel pompino!’. La ragazza, ormai perfettamente entrata nella parte, lo tirò fuori e porto alla bocca quel pene di discrete dimensioni. Dapprima lo fece scivolare su e giù con la mano, scoprendo il glande, poi quando divento completamente eretto lo prese in bocca: dapprima a piccoli colpi di lingua, poi iniziò a ingoiarlo completamente facendo attrito con le labbra’di tanto in tanto si aiutava con le mani. L’uomo sempre più eccitato le disse: ‘Dai lecca più forte che voglio schizzare su quel bel visino’. La ragazza, un po’ eccitata da quelle parole, aumentò il ritmo sempre di più fin quando l’uomo, al culmine del piacere scaricò su di lei un grosso schizzo di sperma, calda e densa, che dapprima colpì la bocca e le labbra. L’uomo non soddisfatto, prese in mano il suo arnese e muovendolo su e giù fece uscire ancora il residuo di sperma rimasto andando a colpire il nasino e gli occhi della ragazza, ora completamente ricoperta di liquido bianco colante. Allora l’uomo si fermò e disse a Federica di andare a pulirsi in bagno il volto, mentre lui si sarebbe ripreso. La ragazza si lavò il viso alla meno peggio e torno in camera. L’uomo le disse ancora di avvicinarsi e gli fece cenno di spogliarlo’rimase completamente nudo, e si sdraiò sul letto dicendo: ‘Dai Federica, spogliati e vieni qui insieme a me che ora ti faccio godere per benino!’. A quel punto la ragazza si spogliò e si sdraiò con l’uomo, il quale inizio a toccarle il sesso, ancora una volta introdusse il medio nella sua fessura stimolando il clitoride’di tanto in tanto le sfiorava anche il sedere, accennando a penetrarlo col dito’Federica, in quella situazione insolita, stava godendo, trasportata da quell’uomo tutt’altro che bello. Ora l’uomo smise di masturbarla e indossato un preservativo la fece girare a pancia in su e iniziò a penetrarla. Dopo il pompino sembrava aver acquistato più durezza e grossezza, così l’uomo continuava a pomparla, rinfrancato anche dai versetti che la ragazza di tanto in tanto emetteva. Dopo un po’, cambiarono posizione, l’uomo la fece mettere sul letto a novanta gradi, e da dietro continuò a penetrarla con vigore: tutti e due stavano godendo per benino! Continuò a pomparla per qualche minuto poi tolse il pene e puntò col glande direttamente al suo sedere’ormai eccitata Federica acconsentì, anche se era una pratica che non era solita fare, così sentì perfettamente quel pene insinuarsi dentro di lei. L’uomo iniziò a pomparla piano, poi sempre più forte, alternando il sedere al suo sesso’continuò a pomparla davanti e dietro per alcuni minuti, mentre lei rimaneva a novanta gradi, colma di piacere, finché l’uomo, al culmine del godimento tolse il preservativo e riempì la schiena della ragazza con un altro schizzo denso di sperma, che le colò inevitabilmente sul sedere. Erano ormai le nove, così i due si ricomposero e l’uomo accompagnò Federica al porto; i due si ringraziarono a vicenda per piaceri reciproci, così Federica poté raggiungere quel traghetto che l’avrebbe portata di lì a poco in Sardegna, in vacanza.

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