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Racconti Erotici Etero

*DIPENDENZA CARNALE**

By 9 Maggio 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Dimmi, non &egrave assurdo, inconcepibile, che lui non sia qui, vicino a me, che in questo momento non lo possa baciare, accarezzare, eccitare ed eccitarmi con il suo odore, per portarlo con la bocca all’orgasmo e sentirlo venire nel ventre?
Che non gli possa permettere di saccheggiare tutto il mio corpo, dai seni, al sesso,al sedere, in modo da saziarlo della mia carne, quanto e come vuole?
Che non gli possa comprimere il sesso eretto tra i seni, per poterli poi pulire orgogliosamente del suo seme?
Perch&egrave non c’&egrave la sua lingua dentro di me, quando tanto disperatamente la voglio a penetrarmi con perizia, facendomi sussultare dal piacere?
Perch&egrave non lo posso stendere sulla schiena, mordicchiargli i capezzoli, leccargli l’ombelico e prenderlo in bocca fino a farlo mugolare per l’eccitazione per salirgli sopra e permettergli di entrare lentamente dentro di me per cavalcarlo con furia fino ad abbattermi vinta sopra di lui?
… per poi scivolargli accanto e restare distesi, vicini, a parlare di qualsiasi cosa anche degli angeli con naturale confidenza, mentre gli accarezzo il sesso, piccolo e indifeso, giusto così, per un eccesso di vitalità?

Perch&egrave non posso farlo finire nella mia bocca, in modo che il suo sapore penetrante mi rimanga sulla lingua, e qualunque cosa mangi per un po’ sappia di lui?
Perch&egrave non posso porgergli i seni da baciare per guardarlo quando succhia i capezzoli con l’espressione di un lattante, a occhi chiusi, schioccando con gusto la lingua sul palato per poi avvicinare il mio sesso dai riccioli umidi alla sua bocca, affinch&egrave lo rovisti e lo divori, fino a che per tutto il corpo si diffondono spasmi di contrazioni quasi insopportabili?
Perch&egrave non posso appoggiargli le gambe sulle spalle e lasciarmi guardare da lui, aperta, in modo freddo, distaccato, scostando le mie labbra di femmina, ed &egrave talmente vicino che ne avverto il respiro e vengo senza neanche aver bisogno della sua lingua?
Perch&egrave non &egrave qui, per mettermi a pancia in giù e disegnarmi con le unghie sulle natiche decorazioni simili a quelle delle uova pasquali, fino a farne zampillare piccole gocce di sangue?
Perch&egrave non &egrave qui, per stringermi e dirmi :

-Sai Fede, io non so stare con te e neppure senza di te; quando son lontano ti voglio da star male, quando sei con me ho paura di questo amore così lungo, di questa mia dipendenza carnale…-

Perch&egrave non possiamo abbracciarci con la rabbia che &egrave solo nostra sibilando tutte le parole morbose e volgari che conosciamo, parole che riempiono la bocca, per poi prenderci con pudore, quasi timidamente?
Perch&egrave non posso svegliarmi accanto a lui, preparargli, nuda, una opulenta colazione, sventolando le tette sopra le tazze di cioccolato caldo e il pane tostato, per poi, seduti vicini, occhiaie gloriose a testimoniare una notte memorabile, parlare stancamente di golosità, quanto &egrave buona la sacher, come la divoreremmo volentieri e alla fine, sazi, guardarci negli occhi, scoppiare a ridere e ricominciare a far l’amore…?
Ma questa volta con una normalità assoluta che ci &egrave quasi estranea, al ritmo regolare di una posizione angelica e l’unica perversione &egrave quella delle lingue che si toccano.

Un far l’amore che dura a lungo, ma non &egrave faticoso, non siamo mai stati così vicini, ci tocchiamo coi corpi così intimamente da lasciare tra noi uno spazio tanto esiguo che non riusciamo a farci passare una mano per accarezzarci, un far l’amore in cui si insinuano movimenti convulsi solo poco prima di raggiungere il piacere.

Perch&egrave, perch&egrave, perch&egrave… sono stanca di pensare, potrei accarezzarmi, ma non voglio far l’amore da sola, io voglio lui e le sue dita non le mie, voglio la sua lingua e il suo sesso e da questo desiderio le mie mani non riusciranno davvero a liberarmi.
Domattina avrò di nuovo tutto sotto controllo, ma intanto, dimmi, non &egrave assurdo, inconcepibile, che io non possa….


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