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Racconti Erotici Etero

Dipendenza da prof.

By 23 Dicembre 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

successo qui, in una piccolo liceo di provincia.
Quanti pensieri attanagliavano la mente di Monica quel giorno, come se tutto fosse successo la notte prima.
Una giovane studentessa di 18 anni, studiosa, amichevole, dal fisico atletico.
Capelli neri lunghi, tanto lunghi da arrivargli quasi al fondoschiena, bocca carnosa, rosea e gli occhi color miele nascosto dal quel solo paio di occhiali orribili che la mortificano terribilmente.
Monica non si è mai curata molto del suo aspetto.
Ha sempre avuto priorità sullo studio, che su tutto il resto.
Tra tutte amava particolarmente le lezioni di storia, tenuta dal professor S, un uomo di 25 anni molto brillante.
Molto spesso Monica guardandolo a pensato che fosse proprio affascinante, come darli torto.
Non era l’unica a pensarlo, era al centro di fantasie erotiche di molte studentesse e anche di qualche collega, ma quello che Monica apprezzava di lui non era il fisico, ma come rendeva le lezioni di storia appassionanti.
Raccontava quelle avventure medievali, rinascimentali come se fossero delle favole e Monica si perdeva su quei testi che nel suo cuore prendevano vita.
Spesso sognava e fantasticava di trovarsi in quelle epoche lontane, piene di segreti, complotti e misteri.
Finita la lezione Monica si recava sempre nella biblioteca scolastica, all’interno dell’istituto.
Voleva approfondire le lezioni del giorno fino a tarda sera.
La biblioteca era, per Monica, il paradiso.
Tanti libri a sua disposizione e nessuno a disturbarla, la sola ad amare la lettura e lo studio.
Quella sera fu sorpresa di non essere sola, ma in dolce compagnia.
Il professor S entrò in biblioteca, voleva fare una ricerca di approfondimento su una lezione di storia greca per degli alunni di seconda. Sorrise a Monica e notò i libri con il quale stava ripassando la sua lezione.
Si stupì molto dell’interesse della sua allieva e rimase con lei a parlare.
Monica era confusa, ma felice, non le dispiaceva condividere i suoi studi con il professore.
Si fece tardi, la scuola era già chiusa, solo la biblioteca che dava all’ingresso secondario rimaneva aperta per così tanto tempo. Nell’uscire Monica salutò il professore e si diresse verso la scalinata.
Immersa nei pensieri della serata non si accorse di cadere. Gli occhiali caddero e si ruppero, ma finalmente mostrarono il bel volto e gli stupendi occhi color miele della ragazza.
Il professore l’aiutò ad alzarsi e vedendola finalmente bene in volto non riuscì a trattenersi, il suo istinto era più forte della sua mente.
La baciò e lei non ebbe la forza di staccarlo travolta da confusione e sorpresa.
Sicuro di sé non si limitò a baciarla e proseguì, palpeggiò il suo caldo e morbido seno, Monica cercò di reagire, ma fu inutile, era rapita dalle sue mani esperte, come caduta in trappola.
Raccolte i polsi della ragazza nel palmo della sua possente mano e con l’altra la spogliava sul pavimento freddo di quella biblioteca.
Monica cercava di ribellarsi, ma lui era più forte di lei, si sfilò la cintura e gli legò i polsi per avere maggiore mobilità.
Gli morse le labbra carnose, il collo, e la cima del suo prosperoso seno.
A stento Monica trattenne i gemiti di piacere, ma non riuscì a trattenere le grida di doloro e piacere insieme di quella sua prima penetrazione.
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Le urla risuonarono all’interno dei corridoi di quella scuola ormai buia e deserta.
Monica non poteva capire come faceva a sentirsi così viva.
Aveva scoperto un piacere che nemmeno tutti i libri del mondo le potevano dare, un piacere che nessun libro poteva spiegare.
Le mani di lui si muovevano sinuosamente sulle sue gambe, poi sul tondo sedere.
Dandole ogni tanto dei colpi sul sedere, che Monica sembrava apprezzare e che di certo gli dava un ulteriore impulso sessuale.
I loro corpi erano così in sintonia da sembrare che fossero amanti da sempre.
Era inutile resistergli, non riuscivano a fermarsi.
Lui si sollevò dal pavimento e alzò anche lei, la giro dolcemente mordicchiandole il collo e l’orecchio.
Le sue mani andarono in due direzioni opposte.
Una sul seno e l’altra dove Monica era appena stata violata nella sua intimità.
Mentre lo strumento del professore trovò uno spazio proprio dietro di lei.
Monica urlò ancora di più. Non riusciva a controllarsi e in cuor suo non ci voleva neanche provare.
Aveva scoperto quanto era piacevole essere donna.
Quella passione le piaceva, oh quanto le piaceva.
Anche il professore risultava soddisfatto, forse persino più di lei.
La sentiva sua, come se non avesse mai posseduto davvero qualcun’altra.
Quando ebbe finito di possederla la marchiò, lasciandole un succhiotto.
Lei era sua e di nessun’altro, questo doveva essere chiaro.
Non avrebbe avuto bisogno delle parole, il suo corpo e i suoi occhi parlavano per lui.
Monica capiva di essere totalmente rapita da lui e che lo voleva ancora, ma la notte era alle porte e le sue voglie dovevano aspettare.
Anche questo non aveva bisogno di parole, per entrambi era tutto troppo chiaro.

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