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Racconti Erotici Etero

Dolce e amaro

By 23 Agosto 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

E’ mattino.
Sono già passati due mesi da quando hai fatto le valigie e te ne sei andata senza alcuna spiegazione, portandoti via anche quel pezzo d’anima che mi era rimasta. Da allora vivo come un automa, ogni giorno le stesse azioni che mi permettono di sopravvivere: mangiare, bere, andare a lavoro.
Gli amici, quelli che dovrebbero esserti vicino e farti forza per andare avanti, sono spariti tutti, impegnati da lavoro, moglie, figli, viaggi.
I colleghi, tutti impegnati a fare carriera, nemmeno mi calcolano.
L’indifferenza regna sovrana nella città, non vale la pena attaccare bottone con una sconosciuta, ti guarderà male e non la reincontrerai più.

Vivo senz’anima, vivo senza di te.

Una ragazza in metro mi sorride. Abozzo un sorriso. Arriva la sua fermata e scende. La seguo con gli occhi pensando: ‘forse non stava sorridendo a me’

Torno a casa, quello che è stato il nostro nido d’amore, la gabbia dove abbiamo discusso e fino a tirarci i piatti addosso. Litigavamo, si, ma quant’era bello dopo fare la pace e l’amore a letto, sulla lavatrice, a terra tra i cocci dei piatti.

Che matti che eravamo. Ogni giorno con te significava vivere per poi morire e rinascere ancora una volta. E ogni volta che facevamo l’amore appassionatamente non mi rendevo conto che la mia anima moriva, perdeva pezzi.

Adesso sono solo. Guardo quel letto desiderando il tuo corpo.
Ho voglia di fare l’amore, di sfogarmi per poi sentirmi stanco e appagato.
Faccio un respiro profondo e prendo la mia decisione. Scendo in strada e prendo la macchina. Il sole è ormai un disco arancione all’orizzonte. Imbocco la strada della perdizione e mi fermo accanto a una prostituta. Le chiedo quanto vuole. Dalla voce sembra italiana, il suo corpo e alcuni tratti del viso mi ricordano te. Forse non ti assomiglia completamente, probabilmente la mia ossessione per te mi porta a vedere il tuo viso nel viso di ogni donna che incontro.

Finisco per farla salire in macchina e portarla da me. Trovo squallido scopare in strada, trovo squallido pagare per scopare. Ma ho sete di sesso, il mio corpo mi chiede il calore che solo una donna può darmi.

Entriamo da me e senza troppi convenevoli ci spostiamo in camera da letto.
Ci spogliamo senza parlare. Lei ha lo sguardo basso, forse non è una professionista ma una ragazza che ha deciso di provare l’emozione di prostituirsi. Non lo so. Non lo voglio sapere. Adesso voglio solo godere di quel corpo, delle sue forme.

La spingo sul letto e comincio a baciare la sua pelle morbida. Il suo profumo mi ubriaca sempre di più.

Sono visibilmente eccitato. Dopo averle messo una mano tra le gambe e aver costatato che anche lei è pronta allungo una mano sul comodino per prendere un preservativo.

Comincio a penetrarla lentamente. Chiudo gli occhi cercando di annegare nelle sensazioni.
Improvvisamente vengo assalito ancora una volta dal pensiero di te. Riapro gli occhi per cercare di sfuggire al dolore e ti ritrovo li, sotto di me.

La mia vista viene offuscata dalle lacrime. ‘Perchè sei andata via?’ ‘ ti chiedo ‘ ‘Perchè mi hai lasciato?’
Non rispondi alle mie domande, il tuo viso meravigliato non si aspettava queste mie parole.

Forse ho vissuto un incubo? Forse non sei mai andata via. Sei stata li, sei li sotto di me e stiamo facendo l’amore.

Mi sento confuso.

Cerco di ascugare le lacrime con una mano. Poi ti guardo e tu sei li sotto di me.
Mi convinco che è solo stato un incubo, frutto della mia insicurezza. Mi rendo conto che quel che importa è che tu sei li, con me, che stiamo facendo l’amore ancora una volta.

‘Nulla’lascia stare’era un attimo strano’ ‘ ti dico allungando una mano per accarezzarti il viso.

Comincio a muovermi sopra di te con gesti dolci e lenti, quasi eterni, in un amplesso che vorrei non finisse più.
Le mie labbra hanno sete della tua bocca. Mi avvicino al tuo viso lentamente. Poggio le mie labbra sulle tue.

Non reagisci. Non rispondi al mio bacio. Fai la dura.

E allora un’altro bacio sulla bocca, poi sulle guance, sotto le orecchie e sul collo.
Interrompo la penetrazione con un nuovo obiettivo: farti godere come solo io so fare.

Le mie labbra scivolano lentamente sul tuo petto fino a sfiorare i seni. Ti bacio a lungo attorno alle aureole prima di cominciare a stuzzicare i tuoi capezzoli. Le mie mani nel frattempo scivolano sui tuoi fianchi, le mie dita premono sulla pelle lasciando una leggera scia rossa che scompare rapidamente.

Con l’intensità di un’improvvisa onda del mare che si infrange su uno scoglio propagando schizzi in tutte le direzioni, mi infrango sul tuo corpo, tuffando le mie labbra su uno dei tuoi capezzoli, mentre con una mano raggiungo il tuo sesso e comincio ad accarezzarlo e con l’altra comincio a torturare il capezzolo che è rimasto libero.

La mia lingua saetta sulla punta del tuo seno allo stesso ritmo delle mie dita sul tuo clitoride e sull’altro capezzolo.

Sento il fuoco accendersi nel tuo corpo. Sento la tua carne accompagnare i miei movimenti. Sento crescere la tua eccitazione.

Adesso che ho acceso in te la fiamma della passione voglio scaldarti e bruciare insieme a te. Accelero i movimenti della mano e della lingua. Il tuo bacino segue il ritmo delle mie dita, il tuo respiro si fa affannato.

Adesso che sei persa nel piacere posso prendermi quel che mi spetta: stacco le mie labbra dal tuo seno e le poso sulla tua bocca.
Stavolta le tue labbra si schiudono prontamente, come i petali di un fiore al tepore della primavera.

Ci baciamo con passione. La mia lingua penetra nella tua bocca alla ricerca della tua. I tuoi occhi si chiudono mentre le nostre lingue si uniscono in una danza appassionata. Ballano freneticamente, si sfiorano, si toccano e si stringono sfregandosi con la passione che ricorda un tango argentino.

Conosco bene i movimenti del tuo corpo che mi annunciano che il tuo orgasmo è vicino.
‘Godi, amore mio, lasciati trasportare dal mio amore’ ‘ mi ripeto nella testa, come se tu potessi ascoltare il mio pensiero.

Ed ecco la furia prorompente dell’orgasmo, i gemiti incontrollati che ti costringono a staccare la bocca da me, le intense contrazioni dei tuoi muscoli, delle tue mani che afferrano le lenzuola, delle tue gambe che spingono il bacino verso di me, della tua testa che spinge sul cuscino come a completare l’arco che la tua schiena sta tentando di descrivere.

Godi amore mio. Godi delle mie carezze e disseta il tuo corpo con il piacere che ti sto regalando. E mentre le onde del piacere cominciano a scemare penetro con il mio sesso dentro di te. Mi gusto le ultime contrazioni della tua vagina e attendo che il tuo respiro si faccia più regolare.

Poi comincio una cavalcata verso il piacere con te in sella alla mia spada di carne. Ti prendo con un ritmo sempre più frenetico e intenso che richiama le note finali dell’overture del Guglielmo Tell di Rossini. Il tuo corpo segue i miei movimenti preda di un piacere indescrivibile.
Un orgasmo lo scuote, facendoti gemere una prima volta.

Rallento leggermente l’intensità dei colpi, poi riprendo a scuotere con passione il tuo corpo. Un lungo gemito, un secondo orgasmo.
Le tue mani cercano la carne della mi schiena, le tue gambe si avvolgono al mio corpo. Sei ormai preda del piacere che ora con parsimonia, ora con furia prorompente, ti dono.

Ci avviciniamo al gran finale insieme uniti in questo che è diventato un incredibile amplesso. Ti sento ancora godere, tremare di piacere, affondare le unghie nella mia carne, stringermi vigorosamente il sesso. E’ troppo anche per me. Chiudo gli occhi e godo lasciando che il mio piacere esca dal mio corpo con le urla di piacere e con il seme che da troppo tempo covavo nelle viscere del mio corpo.

Mi sento di nuovo vivo, come non accadeva da tempo remoto. Sento la pienezza dell’anima che invade e accende la luce nel mio corpo, vittima per troppo tempo delle tenebre dell’abbandono. Tocco il cielo con un dito prima di venir schiantato nuovamente sulla terra, sul tuo corpo affaticato.

Mi ritrovo ansimante su di te. Il mio e il tuo respiro sembrano quasi coincidere.
Sebbene sento bruciare i graffi sulla schiena non ho il coraggio di muovermi, di staccarmi dal nostro abbraccio.

Vorrei che il tempo si fermasse proprio adesso, vorrei morire così, perso in un abbraccio immenso.

‘Ti amo’ ‘ sussurra incontrollata la mia voce ‘ ‘Dio, come ti amo!’

Le tue dita risalgono la pelle della mia schiena e si tuffano tra i miei capelli.
Mi accarezzi e mi coccoli teneramente.

Sono gli ultimi istanti di dolce estasi.

La cruda e amara realtà di averti perso per sempre è lì, dietro le mie spalle, pronta ad afferrare la mia anima e a portarsela via.

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