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Racconti Erotici Etero

Dolcemente ruvido

By 9 Aprile 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

Luigi sarebbe rientrato il giorno dopo. Rientrava a casa praticamente dopo due settimane di trasferta. Per ingannare il tempo organizzai una serata fuori con le amiche e rientrai brilla verso le tre del mattino. Carla, mi scaricò davanti al portone, per poi ripartire appena mi vide entrare e chiuderlo. Mi tolsi le scarpe per non fare rumore. E scalza salì fino al mio appartamento. Ci misi qualche secondo in più a trovare le chiavi nella borsa, e aprì la porta un secondo prima che la luce della scala si spegnesse. Allungai la mano per accendere quella del mio ingresso, quando qualcuno mi spinse con violenza dentro, mettendomi una mano sulla bocca per paura gridassi.
Pensai subito a Luigi. Pensai fosse rientrato prima per farmi una sopresa, ma poco dopo compresi, nonostante il buio che non era di certo lui. L’odore di quel uomo era forte, agro, come quello di chi indossa un abito asciugato male. Si era messo sopra di me, non toglieva ancora la mano da sopra la mia bocca e aiutandosi con le gambe, si era inserito con decisione tra le mie. Sollevandomi la gonna come meglio poteva.

Con una voce rauca e profonda mi disse:

‘se urli ti ammazzo! hai capito?’

feci cenno di si con la testa e lui lentamente tolse la mano dal mio viso. Puzzava di alcool, di sigarette e aveva le mani molto ruvide. Dal suo accento compresi che era del sud e certe volte non capivo affatto cosa mi diceva, perch&egrave usava un dialetto molto veloce e stretto.

Provai a spostarlo, ma era praticamente un macigno su di me, e nel vedere il mio cercare di liberarmi, rideva, sostenendo che stavo perdendo tempo ed era meglio se impiegavo le mie forze per dopo.

Si alzò, mi fece alzare e mi disse di portarlo in camera. ‘Non fare cazzate o non ne esci viva’ continuò a ripetermi sino a quando mi gettò sul letto e si tuffò nuovamente su me. Strappò la mia gonna, la mia maglia con forza e furia, poi tirò il mio slip verso lui facendomi male. Trattenni un urlo, anche se fu l’unica cosa che avrei voluto fare. Mi tolse lo slip, mi girò e slacciò il reggiseno. Il suo arnese, lo sentivo premere contro il mio culo, mentre lui mi baciava sul collo, e cercava di leccarmi sul viso.

Con le mani ruvide, scostò le mie natiche, appoggiò la sua cappella al mio buco e prese a spingere per fare entrare il suo uccello. ‘Mi stai facendo male, fermati’ gli ripetevo senza essere ascoltata. Il dolore che provavo non era esagerato, ma temevo potesse farmi di peggio e quindi forse più per paura che resto continuavo a ripetergli di andare piano. Poi ad un tratto, decisi che era meglio se cercavo di giocarmi diversamente quella situazione. Mi imposi di rilassarmi e nel sentirlo spingere il suo uccello dentro al mio culo, presi a lamentarmi, ma questa volta di piacere. Poco dopo, oltre al mugolare, pensai di fargli degli apprezzamenti e nel sentirsi dire ‘continua, mi piace’ ‘ l’uomo allentò la pressione e forza su di me.
‘Ti piace il cazzo troia? Lo sapevo che ti sarebbe piaciuto come ti sfondavo il culo! Ridimmelo che ti piace zoccola!!’

‘Hai un cazzo stupendo, scopi da favola’ dissi con voce calda, e a quel punto lo pregai di farmi girare, perch&egrave desideravo prendermelo tutto in bocca.

Mi diede qualche altro colpo e acconsentì alla mia richiesta, mise le sue ginocchia sulle mie braccia e mi strusciò il suo arnese sul viso, dicendomi che voleva lo leccassi ed ingoiassi sino ai suoi coglioni.

Con una sua mano, mi guidava la testa su e giù, certe volte chiudendomi il naso con le dita, mentre la cappella arrivava oltre alla mia ugola.

Era ancora violento, ma percepivo in certi momenti una sua arresa. Scese con le ginocchia dalle mie braccia, mise il suo cazzo tra le mie tette e stringendosi l’uccello tra loro, iniziò a farsi una spagnola.

‘Hai dei cocomeri al posto delle tette, e i tuoi capezzoli sono durissimi, mi arrapano da impazzire.’

risposi che potevamo fare tutto con calma, che la voglia che mi aveva fatto venire l’avrebbe goduta a pieno e che non aveva idea di quello che avrei potuto fargli se avesse smesso di usare la forza.

L’uomo si fermò, scese e provò a ribaciarmi, non potevo distogliere il viso e optai per limonarlo. Si sdraiò al mio fianco e mi disse che voleva prorpio vedere che cosa avrei fatto.

Accesi la lucetta sul comodino, lo presi per mano e lo pregai di seguirmi nel bagno.

Entrai sotto la doccia e lo feci entrare con me, non era un bel uomo, ma devo ammettere che era un bel tipo, ad occhio e croce poteva avere cinquant’anni. Era brizzolato, abbronzato, muscoloso al punto giusto e finalmente profumava di Vaniglia. Lo baciai a lungo sotto la doccia, lo sfiorai e toccai di continuo facendogli rimanere alta l’erezione, poi spensi l’acqua, presi un asciugamano immenso e ci asciugamano.
Mi sedetti a quel punto sulla lavatrice, misi le gambe aperte sul marmo del lavandino e gli dissi che desideravo mi leccasse. Partì dai piedi, salì lungo le gambe e si tuffò col viso sulla mia figa, che ora non fingeva più, ma desiderava davvero di essere scopata.

Di continuo stringeva i miei capezzoli, palpava a piene mani i miei seni e leccava.

E quando non gli fu più possibile resistere tornò a baciarmi, impuntò il suo arnese sulla mia patata rovente e lo infilò dentro, piano piano e poi sempre più forte, con me che ansimavo goduriosa e lui che ad ogni colpo mi ripeteva che ero una vera porca.

‘Girati ora, voglio fotterti ancora il culo’

non me lo feci ripetere, scesi dalla lavatrice, mi girai e strusciai il culo contro la sua nerchia, entrò subito dietro e i colpi furono ancora più forti e intensi, nel farlo mi tirò i capelli. Adoro quando mi si tirano i capelli mentre scopo!

Mentre l’uomo mi inculava e tirava i capelli, io portai la mia mano davanti per masturbarmi.

‘Che gran bagascia che sei! Era da giorni che desideravo fotterti, ma mai avrei pensato sarebbe stato così bello!’ Godette dentro al mio culo, poi lo sfilò e mettendomi il suo pesce in bocca, me lo fece ripulire del tutto.
‘Quasi mi dispiace andarmene, ma non posso rischiare brutti scherzi. Altrimenti dormirei pure con te’

‘Se vuoi puoi restare, mio marito torna nel pomeriggio’

mi venne normale dirgli questo baciandolo. L’uomo mi prese in braccio, baciandomi ripetutamente il viso ed il collo, mi portò sul letto, si mise al mio fianco e abbcciandomi si addrmentò insieme a me.

Dormimmo pesantemente, sino a quando Luigi entrò in camera e sorpendendoci abbracciati e nudi, ci fece un applauso, svegliandoci.

L’uomo scattò dal letto come una molla, io invece mi buttai al collo del mio amato e mentre lo sommergevo di baci, continuai a ripetergli, che non avrebbe mai creduto a quello che era successo la notte prima.

‘Sei una gran mangia cazzi Miranda, senza cazzo non resisti e non &egrave una novità, cosa mai dovrebbe essere successo di così tanto strano?’

L’uomo intanto aveva preso a rivestirsi, la tensione era calata su di lui, perch&egrave era palese che Luigi fosse tranquillo. Mentre lui si ricomponeva, io stavo già spogliando l’altro, e mentre l’uomo era ancora nella stanza, io e Luigi avevamo preso ad amoreggiare.

Restammo soli in casa, ci amammo per ore, sin quando ad un tratto mi alzai velocemente dal letto e corsi in sala. ‘Che ti prende Miranda?’

Tornai sorridente, l’uomo oltre me non aveva toccato nulla nell’appartamento, spiegai finalmente tutto a Luigi, mentre lui divertito continuava a prendermi in giro e dirmi che al massimo mi avrebbe denunciato l’uomo per violenza carnale, perché di sicuro dopo due settimane senza fottere di certo a spolparlo ero stata io.

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