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Racconti Erotici Etero

Domenica sera

By 15 Agosto 2005Dicembre 16th, 2019No Comments

Fuori piove…
Tu sei nel tuo salotto, comodo, rilassato, allungato sul divano a guardare la tv senza vedere molto di quello che trasmettono perché stai pensando ad un’amica conosciuta su Internet, di cui non sai molto, ma che ti sa intrigare molto e riesce ad entrare nei tuoi pensieri quando meno te lo aspetti. E mentre l’immagine di questa tua amica ti sta portando lontano da dove sei seduto, senti suonare il campanello… Eppure non aspetti nessuno! Chi mai sarà alle 11 di sera in una giornata di pioggia autunnale? Inutile tergiversare. Ti alzi, infili le ciabatte e vai verso la porta d’ingresso. Un’occhiata dallo spioncino ,ma non vedi bene chi c’&egrave fuori. Mah si, apriamo tanto sono un uomo, chi potrebbe farmi del male? Scatta la serratura, la porta si apre un po’ e dalla fessura intravedi una figura femminile. Ma chi &egrave? Apri di più mentre la ragazza si gira verso di te. Un corpo esile, una figura delicata che si confonde con la penombra, un viso ovale ancora un po’ nascosto dai lunghi capelli bagnati. La ragazza rimane ferma un attimo senza parlare, poi una mano si alza verso il viso, scosta una ciocca di capelli che ancora copriva una guancia e un sorriso sboccia sulle sue labbra sottili.
Francesca!?! Sei tu? La domanda &egrave retorica. L’istinto ti guida e ti dice che sono io. Ma aspetti un mio cenno col capo e un mio sorriso ti risponde senza bisogno di parole.
“Ma sei fradicia!”
E io con disarmante semplicità: “piove”
Tu: “già, non l’avevo capito…”
Io: “ho dimenticato l’ombrello” “E poi mi piace la pioggia sui capelli”
Tu: “ma ti verrà un accidente!”
Io: “No, se mi fai entrare e mi asciugo”
Tu: “entra, ti preparo qualcosa di caldo” “Vai vicino al camino”
Entro con fiducia e vado verso il salotto da dove arriva una luce fioca e calda. Un tappeto mi giuda e mi fa subito sentire il calore della casa. Sento le scarpe bagnate. Me le tolgo tanto a me piace camminare scalza e poi ho deciso di farti notare che sono a mio agio anche se sono appena enrata. Tu lo noti ma non mi dici nulla.
Il salotto &egrave caldo, accogliente, l’atmosfera morbida, per le luci soffuse e per il camino scoppiettante che riscalda l’ambiente.
Rimango per un po’ immobile a guardarmi intorno. Le poltrone morbide, il tappeto ben curato, i tendaggi lunghi e ampi sulla finestra, una libreria, anzi due, colme di volumi e di sapere.
Da dietro: “Ti piace?”
Sobbalzo: “credevo fossi andato in cucina”
Tu: “Ti stavo guardando”
Sorrido e mi scosto i capelli dal viso: “hai una casa molto accogliente”
“peccato che troppo spesso ci viva solo”
“adesso ci sono io”
Tu mi sorridi e ti avvicini: “ma sei proprio tu?”
“si”
“non mi sembra possibile”
Un attimo di silenzio
“posso abbracciarti?”
Io: “se vuoi…”
Il tuo abbraccio mi avvolge forte, caldo e rassicurante. Mi sento meglio e spero che duri ancora un po’.
“sei bagnata come un pulcino”
“lo so”
“non vuoi farti una doccia calda?”
“non saprei…”
“dai, vai. Il bagno &egrave in fondo a sinistra. Intanto io ti faccio un the caldo”
Non me lo faccio ripetere. Lascio cadere il maglioncino bagnato sul divano e vado verso il corridoio sempre a piedi nudi come fossi a casa mia.
Mi fermo: “ti lascerò le impronte sul parquet”
Tu mi sorridi: “non importa”
Io ti sorrido, mi volto ed entro in bagno.
Il bagno &egrave molto luminoso, con le mattonelle chiare, una bella doccia ampia, con le ante scorrevoli. Socchiudo la porta e inizio a spogliarmi. La camicia ha il colletto e i polsini bagnati; &egrave un sollievo toglierla. I pantaloni bagnati fin sopra il ginocchio. Poi la canottiera di cotone, il reggiseno bianco perlato. Poggio tutto sul mobiletto vicino al lavandino. Poi mi volto rapidamente indietro per vedere se mi stai spiando tenendomi un braccio sui seni per coprirli, ma tu non ci sei. Allora, con un po’ di disappunto, ero convinta che cu fossi, mi sfilo gli slip di cotone ornati di un giro di pizzo e li poggio sopra tutto il resto. Entro nella doccia e lascio che l’acqua calda scivoli piacevolmente su tutto il mio corpo accarezzandolo e riscaldandolo dal freddo della pioggia presa prima. Annuso il tuo bagnoschiuma: &egrave maschile ma delicato. Me ne lascio scendere un po’ sui seni e poi lo spalmo delicatamente sulla pancia e sulle spalle, più per coccolarmi che per lavarmi. L’acqua scende sui miei capelli e corre sulla schiena, calda scende sulle natiche e mi accarezza le gambe. Assaporo quel calore. Mi sento bene e non vorrei uscire. Mi giro e mi rigiro nella tua doccia godendomi il momento piacevole. L’anta che dovrebbe proteggermi dall’esterno non &egrave ben chiusa e vedo che ti stai affacciando silenziosamente dalla porta del bagno che ho lasciato apposta socchiusa. Faccio finta di non accorgermene e lascio che guardi la forma del mio corpo attraverso il vetro offuscato. Segui i miei movimenti, che io faccio volutamente sinuosi, poi allunghi una mano verso i miei vestiti, accarezzi delicatamente i miei slip infilando due dita verso l’interno del pizzo per cercare qualche traccia del mio intimo… Poi guardi di nuovo verso di me. Io allora passo le mani dietro la nuca e mi alzo i capelli. Li lascio riempire d’acqua e poi li lascio ricadere sulla schiena. Mi accarezzo i seni, porto le mani sotto di essi e li alzo aumentandone la rotondità e mettendo in evidenza la forma appuntita dei capezzoli. Mi metto un po’
di sapone sui fianchi e poi li accarezzo verso il basso spingendo il petto in fuori, il ventre in dentro e sporgendo il sedere all’indietro. Mi insapono le gambe poi risalgo lungo le cosce verso l’interno girandomi volutamente verso di te. Tu ti ritiri un po’ dietro la porta per non essere visto, poi chiudo l’acqua e tu istantaneamente sparisci . Apro la porta della doccia e sento che mi dici da lontano: “usa il mio accappatoio che &egrave appeso”. Io lo prendo, &egrave fresco e profumato. Mi copro ma mi va un po’ grande. Un po’ tanto per la verità, ma stringo la cintura in vita e mi copro la scollatura. Poi prendo un asciugamano, me lo metto tra i capelli ed esco dal bagno.
Quando arrivo in salotto ti trovo seduto sul divano, con i gomiti poggiati sulle ginocchie e le mani incrociate che fanno da appoggio al mento:
“stai meglio?”
“mi ci voleva”
Davanti a te sul tavolino, un vassoio, due tazze e una teiera fumante, più una diecina di bustine di varie infusioni di the sparpagliate intorno alla zuccheriera. ”
Scegli quella che vuoi”
“grazie” e ti sorrido tra i capelli che mi scivolano sul viso.
Mi sento strana ad essere lì, ma a mio agio. Il camino scoppietta, l’ambiente &egrave caldo e tutto &egrave molto rassicurante.
Mi avvicino a piedi nudi e mi siedo sul divano di fronte a te.
“Stai bene col mio accappatoio”
“mi va un po’ grande”
“ti dona moltissimo”
Ti sorrido e mi prendo una bustina di the tra i vari gusti che mi hai messo a disposizione.
Mi muovo lentamente per evitare che l’accappatoio si apra improvvisamente.
Tu scruti i miei movimenti, mi osservi e io mi compiaccio di essere al centro della tua attenzione.
“Tu non prendi niente?”
Tu: “ah, si” “Mi ero perso…”
Ti sorrido.
Non ci diciamo molto. Io ti guardo un po’ di nascosto da sotto i capelli bagnati mentre tu mi osservi.
Mescoliamo il the. Nella stanza si sente solo il tintinnio dei cucchiaini sulla ceramica. Mi allungo per raggiungere lo zucchero e mi accorgo che l’accappatoio si apre un po’ sul seno. Forse intravedi qualcosa perché vedo il tuo sguardo fisso su di me, ma non faccio nulla per coprirmi. Forse ne percepisci solo i contorni. Poi rompi il silenzio parlandomi di come avevi immaginato questo momento. Mi sembri un po’ imbarazzato…
Stringo la tazza calda tra le mani e l’avvicino per sentirne il profumo. Ti guardo con le labbra immerse nel the fumante. Muovo un po’ le gambe per attirare le tua attenzione. Tu cerchi di tenere il filo di un discorso un po’ distaccato dalla situazione, ma a tratti ti interrompi guardandomi. Con molta naturalezza lascio che le gambe si scoprano un po’. Prima le ginocchia, poi le ricopro per far finta che sia casuale, poi si scoprono nuovanmente, poi un po’ di coscia…
Tu mi guardi, poi ti interrompi: “E’ notevole il tocco di sensualità che dai a quell’accappatoio da uomo … solo che ti cade un po'”
“già”
“hai freddo?”
“no”
“ma ti sei rivestita ?”
“no”
Silenzio per un attimo.
Sento che la mia ultima risposta ti ha eccitato.
Forse se ti avessi raccontato questa situazione per e-mail avresti pensato che a questo punto ti saresti avvicinato e avresti lasciato scivolare le tue mani sotto l’accappatoio per farlo scendere per terra e poter stringere a te il mio corpo nudo. Ma adesso che la cosa sta accadendo davvero qui davanti ai tuoi occhi non sai bene cosa fare.
Mi accorgo del tuo momento di imbarazzo ma non voglio farlo passare. Mi piace vederti silenzioso ed immobile senza sapere cosa fare.
Ti sorrido appena, poi lascio scivolare ancora un po’ il tessuto di spugna sulla mia gamba e lascio che si scopra un altro po’ della mia coscia. Mi tolgo l’asciugamano dalla testa e lascio scendere tutti i capelli sulla schiena. Li tampono un po’:
“vuoi un phon?”
“no grazie, li lascio asciugare così”
La scollatura si apre ancora un po’, ma io non la chiudo.
“Si sta bene su questo divano”
“sdraiati pure se vuoi”
Raccolgo l’accappatoio sulle gambe, le sollevo e mi distendo sui cuscini morbidi che hai messo ai lati del divano.
Tu osservi con curiosità ogni mio movimento.
“Come sei sensuale
“ti piaccio!?”
“dire che mi piaci &egrave un eufemismo… mi fai girare la testa”
Ti sorrido. Entrambi giochiamo. Io so di piacerti e provo gusto nello stuzzicarti. Tu sai che mi piace sentirmi ammirata e rincari la dose con parole di elogio.
Io sono distesa sul tuo divano coperta solo dal tuo accappatoio di spugna che ha avvolto te per tante volte ed ora racchiude il corpo più piccolo, esile e delicato di una fanciulla che in questo momento desideri fortemente.
Allungo la testa sul cuscino poggiato ad uno dei braccioli e lascio volutamente che i lati dell’accappatoio si aprano sul mio petto mentra un lembo di spugna che copriva le gambe scende e ne scopre il profilo. Potrei coprirmi, ma non sono il tipo che non approfitta dell’occasione di attirare su di s&egrave lo sguardo interessato di un maschietto. Mi diverte e mi gratifica l’attenzione con la quale segui i miei movimenti e mi piace che mi scruti cercando di carpire ogni dettaglio di me. Mi piace piacere e in questo momento sono al centro dei tuoi interessi; non voglio fare altro che godere della bramosia del tuo desiderio di me.
Mentre posi la tua tazzina ancora mezza piena tenti di rompere il silenzio con qualche frase studiata per farmi capire che non sai come rendere omaggio alla mia presenza nella tua casa:
“non osavo immaginare che il mio divano potesse avere la fortuna di accogliere il corpo della persona che mi ha fatto più sognare negli ultimi tempi, e per giunta avvolto nel mio accappatoio!”
“siamo sicuri che non sto sognando?” “dammi un pizzicotto”, “anzi no”, “stai ferma li”, “sei troppo bella appoggiata delicata come una piuma su quei cuscini”, “sembri un’opera d’arte materializzata sul mio divano”.
Io ti guardo e mi gusto tutte le soavi parole con le quali mi coccoli e ti ricompenso con un sorriso tanto dolce quanto malizioso.
Mi piace sentirmi ammirata, ma l’ammirazione &egrave un vizio, un lusso, &egrave come una droga: più ne hai e più ne vorresti. E più mi vizi di parole e più vorrei farmi ammirare
So come fare, so che sei sensibile alla bellezza femminile, qualche arma ce l’ho e mi sarebbe difficile non usarla in questo momento …
Intanto che tu mi elargisci sorrisi e parole dolci io mi volto leggermente su di un fianco.
L’accappatoio morbido che mi copre accompagna il mio movimento ,ma la cintura che mi cinge la vita si lascia un po’ andare e non lo tiene più così aderente al mio corpo come prima. La spugna si apre sempre di più e, come se facesse il mio gioco, lascia che si possa intravedere un po’ della mia scollatura. Io controllo con disinvoltura di non scoprirmi troppo ma stringo un po’ il tessuto sotto i seni in modo che i tuoi occhi possano percepirne la forma. Con una mano poi mi accarezzo un fianco in un gesto sensuale che mi permette di scoprire leggermente una gamba fino a lasciar vedere un po’ della coscia. Il mio movimento ti appare naturale come se mi fossi fatta una carezza, ma la vista di quella parte di pelle vellutata che risale lungo la gamba ti fa aguzzare gli occhi.
Decidi di metterti più comodo, forse perché vedi me sdraiata o forse per dissimulare l’eccitazione che sta salendo e non sai bene come mascherare. Così ti allunghi un po’ e senza sdraiarti ti poggi su un fianco sorreggendoti con un gomito sul bracciolo. Così facendo distendi leggermente le gambe in avanti e mostri in maniera un po’ più evidente le forme del tuo fisico. Un petto pieno e voluminoso sotto una camicia che porti lasciando due bottoni aperti attraverso cui si intravede la pelle e un po’ della villosità che contraddistingue la tua mascolinità. Due braccia robuste ma non troppo muscolose, la vita non troppo larga e due gambe ben piantate per terra che tradiscono qualche ora di palestra o per lo meno una vita non del tutto sedentaria. E poi non posso fare a meno di notare che a livello dell’inguine, per via della posizione un po’ sdraiata, qualcosa reclama il suo spazio e i pantaloni prendono una forma non del tutto piatta. Forse lo hai fatto apposta a metterti così, non lo so, ma mentre ti osservo non posso fare a meno di soffermarmi di tanto in tanto sui tuoi pantaloni, di pensare che sotto sei maschio, di carpire le pieghe del tessuto per capire se sono casuali o sollevate da qualche volume sottostante.
Io continuo ad accarezzarmi una gamba con sensualità. Tu osservi la mia mano sperando che ogni volta che risalgo porti con me un po’ del tessuto che mi copre.
“Mi stai facendo impazzire con quella mano”
“perché?”
“perché vorrei essere io ad accarezzare quella gamba”
Io: “fallo se vuoi”
Tu ti avvicini e con un gesto delicato poggi una mano sulla mia gamba scoperta. Subito quasi non la muovi, poi lasci scivolare leggero il palmo lungo la mia pelle. Sento il tuo calore, un brivido mi percorre la schiena e mi fa socchiudere gli occhi. Tu lo noti e aumenti leggermente la pressione portando le dita a sfiorare un po’ della coscia, poi torni verso il basso e poi risali con delicatezza, leggero, ma senza fermarti raggiungi di nuovo la coscia e ti spingi più verso l’interno dove la pelle &egrave più sottile e sensibile… Rabbrividisco ancora, chiudo gli occhi per un istante godendomi quel tocco delicato e inebriante, poi li riapro e ti guardo fissa e seria: “ehi dove vai…?”
Tu ti fermi, ma senza staccare la mano dalla mia pelle.
Io “ti piace?”
“moltissimo”
“sono morbida vero?”
“sei eccitante”
“sei eccitato?”
“tu che dici?”
Involontariamente lancio un’occhiata sui tuoi pantaloni. Te ne accorgi e mi sorridi: “si vede?”
“non molto”
“peccato”
“ma tra poco si vedrà bene!”
Un attimo di silenzio
Tu mi guardi con uno sguardo tra l’interrogativo e il divertito.
“torna sul divano”
Tu, senza replicare, stacchi a malincuore la mano dalla mia coscia, indietreggi e torni a poggiarti semisdraiato su un lato del divano di fronte a me.
Prima avevo mentito: non era vero che non si vedeva la tua eccitazione. Ora che sei un po’ coricato si percepisce benissimo che il contatto con la mia pelle ti ha causato un picco ormonale che si manifesta in un evidente ingrossamento di quel meraviglioso organo che madre natura ti ha messo tra le gambe per riprodurti (e per far godere le femmine della tua specie).
Ora ho deciso di continuare col mio gioco della seduzione e visto che tu ti sei pacificamente adeguato alla mia richiesta e ti sei placidamente accomodato sul divano, voglio regalarti un momento di piacere sfruttando l’effetto che ho capito che ti fa la vista del mio corpo.
Se ti ho fatto accomodare non era per allontanarti. Anzi questo gioco di seduzione oltre che divertirmi e farmi sentire bella e desiderata piace anche me dal momento che solo l’idea di mostrarmi ai tuoi occhi sta eccitando anche me. Me ne accorgo dalla sensazione di umido calore che sento formarsi all’interno del mio intimo. E’ il primo segno tangibile di desiderio sessuale ma che in questo momento posso percepire soltanto io. Ma so che quando questo processo comincia poi mi &egrave difficile fermarmi, perché mi piace, mi stimola e aumenta indipendentemente dalla mia volontà…. tu mi chiami “troietta” e stasera ho deciso di esserlo davvero…
Ti guardo fissa negli occhi e intanto mi giro lentamente a pancia in giù. Sono ancora tutta coperta dal tuo accappatoio e ora non si vedono nemmeno più le gambe. Lo so che ti piaceva la mia gamba allora con il gesto della carezza sul fianco che facevo prima mi tiro dietro il tessuto dell’accappatoio sollevandolo e lasciandoti vedere di nuovo il polpaccio, poi la coscia. Intanto che scopro la gamba sollevo leggermente la pancia, passo la mano sotto il ventre e poi risalgo sul fianco tirandomi dietro un altro po’ di tessuto e lasciando comparire la coscia in tutta la sua lunghezza fino all’inguine.
Lascio la gamba scoperta, il fianco, inarco un po’ la schiena compiendo un movimento ondulatorio che mette in evidenza la flessuosità del mio corpo.
Poi ruoto di nuovo lentamente e mi riporto in posizione supina tendendo le gambe lungo i cuscini del divano perché, tu possa ammirarmi nell’invitante allungamento delle mie membra, curvando le ginocchia, sollevando leggermente le natiche dal cuscino e inarcando un po’ la schiena per mettere in evidenza la forma del mio seno, con la testa un po’ all’indietro per darti l’idea del desiderio. Tu resti immobile, quasi incredulo che questo stia avvenendo proprio davanti ai tuoi occhi e che io voglia regalarti questo spettacolo, non ti muovi. Ti allunghi ancora di più sul divano e ti tocchi i vestiti che vorresti togliere. Qualcosa tra le tue gambe cresce e prende forma…
Io continuo a muovere sapientemente il mio corpo che adesso &egrave l’oggetto che brami, molto più della mia mente in questo momento, vorresti toccarlo, carezzarlo, esplorarlo liberamente senza limitazioni, ma il desiderio ti paralizza. E io non faccio calare la tensione, lascio scendere prima una gamba poggiando la punta del piede sul tappeto, poi l’altra tenendole ancora un po’ chiuse e sorridendo maliziosa e impertinente al tuo sguardo curioso che cerca di cogliere il minimo spiraglio che si possa aprire tra le mie cosce. Porto la mano destra sotto il seno destro sollevandolo un po’ e percorrendolo lungo l’attaccatura inferiore e proseguendo verso sinistra portando il braccio a sollevare entrambe le mie coppe per evidenziarne la forma sotto la spugna del tuo accappatoio. Qualcosa si vede sotto la scollatura. L’intersezione tra i due seni, il loro gonfiore nella parte alta, sospinti dal mio braccio.
Tu mi guardi, mi studi, indaghi tra le curve del mio corpo alla ricerca di particolari che ancora non voglio lasciarti vedere ma solo immaginare. Mi sorridi e mi trasmetti una sensazione di desiderio, di voglia di possesso. Ti sorrido compiaciuta, ti lancio uno sguardo complice mentre mi volto lasciando cadere i miei capelli all’indietro, ancora un po’ bagnati. Mi volto dandoti le spalle, i capelli corrono lungo la schiena, tu li segui con lo sgardo, ti guidano verso il basso dove ti soffermi ad osservare le mie natiche ancora coperte dal tessuto che immagini di togliere per carezzare delicatamente il mio sederino tondo. Mi abbasso con il busto, chino la testa fino a far toccare i capelli per terra e ti guardo al contrario tra le gambe e ti sorrido. Allargo un po’ lo spacco dell’accappatoio, scopro le gambe, risalgo e allargo, e risalgo ancora, poi lascio ricadere il tessuto e mi giro velocemente togliendoti dalla vista e dall’immaginazione il mio sedere e sotto il mio sesso ancora coperto.
Tu sudi e cominci a spogliarti.
Mi passo le mani sui fianchi poi risalgo ed apro un po’ la scollatura fino a lasciarti intravedere un po’ la rotondità del mio seno. Tu indugi su quel che vedi, io anche, tengo aperta la scollatura quel tanto che basta per farti vedere e non vedere.
Apro ancora un po’, lascio che si affacci un capezzolo, tondo, scuro e turgido. Ti chiama, ti dice “mordimi”…
Tu ti aggiusti sul divano e ti sfili la camicia mentre aspetti che io continui a scoprire il mio corpo.
Mi giro di spalle, sollevo un po’ i capelli per poi farli ricadere come una cascata lungo la schiena, poi raccolgo delicatamente il tessuto dal basso, lo sollevo lentamente, dolcemente, lascio comparire prima le gambe poi mi soffermo, poi alzo ancora, sempre lentamente ma senza fermarmi scopro la rotondità delle mie natiche che ti invitano a farsi toccare. Poi sollevo ancora… ancora… e scopro lentamente la mia schiena nuda e vellutata. Tu vorresti lasciar scivolare le tue dita sulla mia pelle di pesca. Mi accarezzo i fianchi, risalgo fino all’attaccatura del seno, mi fermo, poi scendo nuovamente lasciando che il tuo accappatoio avvolga di nuovo il mio corpo.
Mi volto lentamente.
Il tuo sguardo &egrave ormai quello di un lupo che punta la preda. Ti sorrido, mi stringo i seni sotto le mani, li massaggio dolcemente, mando la testa all’indietro per farti immaginare il mio piacere. Vorresti togliermi le mani e mettere le tue, ma io continuo a coprirmi e a massaggiarmi con movimenti lenti e circolari.
La tua bramosia si legge nel tuo sguardo.
Io abbasso la testa, i capelli mi scivolano sulla fronte, rialzo lo sguardo e ti guardo seriamente con i capelli sugli occhi. Lascio la presa sui miei seni caldi e abbasso lentamente le mani, le lascio scorrere verso il basso fino al ventre.
Mi slaccio la cintura e accopagno i lembi dell’accappatoio per non lasciarlo aprire, poi risalgo verso il seno, mi fermo un attimo, ti guardo fissa e comincio ad allargare lentamente la scollatura.
I miei seni rimangono scoperti in tutta la loro rotondità. Sento i tuoi occhi fissi su di loro, mi pare di sentirmi toccare dal tuo sguardo. Vorresti accarezzarli, baciarli, mordicchiare i miei piccoli capezzoli, ma il mio sguardo ti blocca sulla poltrona. Io rimango ferma qualche istante a godermi i tuoi occhi fissi su di me, ti guardo compiaciuta, poi socchiudo leggermente gli occhi e lascio proseguire le mie mani che si erano fermate sul ventre.
Tengo chiuso il tessuto sotto l’ombelico che fa appena capolino. Con una mano scendo lungo l’inguine e mi accarezzo l’interno delle cosce. Poi risalendo prendo un po’ del tessuto e lo premo tra le gambe contro il mio sesso ormai caldo e umido,
“Ops, scusa, forse ti ho sporcato un po’ l’accappatoio…!”
Tu ti distendi un po’ all’indietro e involontariamente ti accarezzi il sesso mettendo in risalto la forma di un’erezione ormai completa.
La visione mi eccita e avrei voglia di toccare quel pene gonfio di piacere che si nasconde sotto i tuoi pantaloni ma resisto alla tentazione di avvicinarmi per spogliarti aspettando che sia tu a farlo sotto i colpi della mia “offensiva erotica”.
Detto fatto. Forse mi hai letto nel pensiero o forse negli occhi. Ti sfili i pantaloni e lasci che io veda attraverso i boxer scuri la forma del tuo sesso ormai completamente gonfio ed eretto.
Io mi stendo nuovamente sul divano ed offro alla tua vista il mio profilo che segui in tutte le sue curve. Con le mani accompagno il tuo sguardo soffermandomi sulla pancia, poi sui capezzoli, poi sul collo. Mi volto a pancia in giù e sollevo un po’ le natiche per fartene apprezzare la forma, poi prendo l’accappatoio e lo sollevo e tu puoi ammirare le mie rotondità senza impedimenti. Ma ti lascio poco tempo e mi ricopro. Scendo dal divano, mi volto di spalle e mi accarezzo i fianchi. Poi mi abbasso con la schiena poggiando il viso sul cuscino e lasciandoti ammirare lo spettacolo del mio sedere ancora coperto. Infilo una mano tra le gambe, raggiungo il fondoschiena e lascio scendere un dito premendo il tessuto nel solco tra le natiche.
Tu muori dalla voglia di farlo tu ma io ti guardo a testa in giù e ti lancio uno sguardo che ancora una volta ti blocca dove sei.
Mi volto e mi siedo, divarico un po’ le gambe e lascio scivolare le mani tra le cosce piegandomi leggermente in avanti.
Dalle cosce lascio che una mano si muova verso l’inguine. La mia mano scende sotto quel poco di tessuto che ancora copre le mie parti più intime.
Mi accorgo che quell’umido calore che prima sentivo formarsi nel mio intimo più profondo ora sta affiorando all’esterno del mio sesso tradendo il mio stato di eccitazione. Percepisco i segni di questo stato di benessere, sento che per ogni movimento che compio la mia vagina reagisce lasciando che un po’ del suo umore fuoriesca per prepararsi ad accogliere un maschio che voglia andare a trovarla.
Sono eccitata e ho voglia di accarezzare le parti del mio corpo che in questo momento desiderano solo essere toccate e coccolate.
Rimango ferma e premo la mano sul sesso. Socchiudo gli occhi e con un dito simulo il movimento della masturbazione. Indugio , premo ancora e lascio che gli umori della mia eccitazione impregnino le mie dita.
Quando le sento sufficientemente bagnate mi protendo verso di te fissandoti intensamente e avvicinando la mano al tuo viso ti accarezzo le labbra lasciando che tu percepisca il gusto e il profumo del mio sesso.
Tu al tocco delle mie dita umide chiudi gli occhi, lasci uscire un poco la lingua dalle labbra per cercare di percepire il mio gusto e inspiri profondamente. Porti una mano sul tuo sesso e lo premi forte come per volerlo tenere a bada. Io lo noto e capisco benissimo che il tuo pene sta impazzendo dalla voglia di impossessarsi di me, della mia carne calda e bagnata, insomma della mia figa…
Mentre indietreggio per tornare sul divano vedo che ti accarezzi, che ti tocchi e che cerchi di sfilarti i boxer per sentire meglio la durezza del tuo pene.
Ti osservo mentre ti muovi in preda al desiderio di avermi e mi eccito maggiormente. Continuo ad accarezzarmi passando le mani tra le cosce e il pube, toccandomi i seni di tanto in tanto.
Prendo i lembi dell’accappatoio e li tiro verso l’interno lasciandoti intravedere i lati un po’ nascosti dell’inguine. Poi porto le mani sulla pancia, scendo, aggancio il tessuto con due dita e lo porto verso il basso lasciando che si possa vedere la parte alta del pube con un po’ di quella femminile pelosità che indica la strada verso il frutto proibito. Tu speri che prosegua scoprendo per intero il mio sesso, ma mi fermo e poi lascio che l’accappatoio si richiuda tornando lentamente a coprirlo .
Ti spio di nascosto e mi diverto a vedere le tue espressioni e a leggere il desiderio nei tuoi occhi. Se potessi mi salteresti addosso e mi strapperesti via con violenza quell’accappatoio ma non lo fai perch, sai che mi arrabbierei e che finirebbe il gioco.
Mi volto nuovamente di spalle e di nuovo mi abbasso col viso sui cuscini. Porto le mani sul sedere, me lo accarezzo percorrendone la forma. Prendo i lembi del tessuto e li raccolgo verso l’interno tra le gambe per mostrarti la forma nuda delle mie tonde natiche tutte da accarezzare. Tu apprezzi il mio sederino, piccolo e sodo che vorresti palpare e scorgi appena di sotto il mio sesso bagnato.
Ti guardo a testa in giù attraverso le mie gambe e vedo che ti stai accarezzando il pene. Capisco che sei già molto eccitato allora decido di lasciarti finalmente ammirare ciò che brami tanto.
Mi volto lentamente, mi siedo nuovamente sul bordo del divano, porto le mani sulle ginocchia e percorro le cosce verso l’inguine. Raccolgo un po’ di tessuto e lo premo forte sulla vagina per impregnarlo del mio umido e del mio odore. Poi sollevo le gambe coricandomi perpendicolrmente a te.
Stringo ancora l’accappatoio tra le gambe. Mi slego quel poco di cintura che ancora cingeva la mia vita. Porto le mani sui seni, li premo e li accarezzo scendendo verso il basso, mi accarezzo la pancia e con molta naturalezza faccio scendere i lembi del tessuto dai fianchi lasciando che si scopra il mio corpo in tutta la sua desiderabile nudit..
Rimango ferma per un po’, mi lascio guardare senza guardarti. Sento il tuo sguardo, lo sento come se mi toccasse. Chiudo gli occhi e mi sento esplorata dalla tua bramosia di possedermi. Poi volto solo il capo e ti sorrido.
Tu sei li, immobile, incapace di prendere qualunque iniziativa se non quella di masturbarti intensamente il sesso eretto.
“Ti piaccio?”
Tu non rispondi ma mi rispondono i tuoi occhi
“Sei eccitato?”
“non lo vedi?”
“anch’io lo sono”
Ti sorrido, sempre rimanendo immobile, allungata nuda sul tuo divano.
Lascio scendere una mano verso terra, placidamente raccolgo quell’accappatoio che finalmente non ti nasconde pi-ùl mio corpo. Lo porto verso il viso:
“te l’ho bagnato un po’…”
“sa di me…”, “vuoi sentire?”
Tu sorridi e i tuoi occhi mi rispondono.
Te lo lancio addosso.
Tu lo raccogli, lo distendi, poi lo porti al viso e lo annusi con insistenza e morbosità.
Io ti guardo e mi diverto compiaciuta. Tu indugi su quel tessuto ancora caldo. Cerchi la parte che premevo contro il mio sesso. La trovi, la annusi per sentirne il profumo e la porti alle labbra per sentirne il sapore.
Ti ecciti ancora di più, il tuo pene &egrave molto duro, tu lo tocchi e lo accarezzi, poi infili una mano sotto i boxer e lo stringi forte. Muovi la mano su e giù rapidamente alcune volte e poi lasci che il glande gonfio esca fuori dall’elastico.
Io lo vedo e mi eccito maggiormente. Sono ancora sdraiata. Mi volto su di un fianco e, mentre con una mano mi accarezzo il seno, con l’alta mi tocco il sesso tendolo ancora nascosto da una gamba piegata. Mi sfioro il clitoride e un fremito mi fa inarcare un po’ la schiena distendendo le gambe e facendoti intravedere il mio pube peloso.
Anch’io desidero eccitarmi e vedere la tua eccitazione.
Capisco che vuoi vedere meglio il mio corpo, allora mi metto seduta, mi volto verso di te e poggio la punta dei piedi sul tappeto. Tengo le gambe chiuse e infilo le mani tra le cosce. Piano piano le divarico e lascio comparire le mie labbra, quelle che nascondono il mio frutto proibito, quelle che ogni ragazzo vorrebbe toccarmi, accarezzarmi, aprirmi ed entrarci; le mie labbra morbide, inturgidite, calde, aperte e imperlate di quel caldo umore che ora non posso più nascondere.
Il tuo sguardo si acuisce, mi sento osservata e indagata nell’intimo. Mi sento “penetrata” dal tuo sguardo.
La cosa mi diverte e divarico ancora di più le gambe. Lascio che tu mi osservi e ti ecciti.
Tu non riesci staccare lo sguardo dalla mia figa, ne sei attratto come da una calamita, non riesci a non toccarti e continui a masturbarti.
Io porto una mano tra le gambe e con le dita seguo la forma delle labbra che tu vorresti tanto toccare, le accarezzo dolcemente, le sfioro veso l’interno, le seguo fino al perineo, poi risalgo e con l’indice e il medio le allargo leggermente per lasciarti vedere le parti più nascoste e la lucidità della mia carne bagnata di desiderio.
Risalgo lasciando scorrere le dita e cercando il clitoride, lo trovo e comincio a giragli un po’ intorno senza toccarlo. Risalgo sul pube, mi accarezzo sul pelo e poi scendo lungo la fessura della vagina e lascio entrare un dito tra le labbra più interne. Mi sento calda dentro, morbida, sento che il mio sesso &egrave pronto ad accogliere il maschio dentro di se.
Con l’indice sento la mia carne intrisa dei miei vischiosi umori e con una leggerissima pressione il mio dito medio si fa strada e mi scivola dentro con facilità. Sento la mia carne ben calda, umida, liscia, accogliente.
Vedo che la cosa ti provoca un aumento dell’eccitazione, il tuo pene &egrave visibilmente gonfio, tu lo premi contro il tuo ventre, ne vedo bene la forma e vedo la punta uscire dall’elastico dei tuoi slip che non riescono più a contenerne la propompente dimensione.
Io comincio a provare un velo di piacere nel gioco delle carezze intime, e per provocarti mi lascio cadere sul tappeto, allungo le gambe e appoggio la testa sul cuscino del divano.
Le mie dita sul mio sesso bagnato continuano a muoversi tra il clitoride ormai inturgidito e le mie labbra più interne. Il mio dito medio continua a ruotare tra le mie “pieghe lussuriose”. Provo a spingerlo più a fondo per soddisfare il mio bisogno di qualcosa che riempia il “vuoto” che sento in questo momento tra le gambe, ma non basta, ormai lo sento entrare con troppa facilità. Lascio che l’indice provi a seguirlo, lo premo verso l’interno, sento che si apre la strada e mi penetra delicatamente allargandomi piacevolemente la carne. Lascio che le due dita esplorino la mia cavità del piacere mentre con l’altra mano mi accarezzo il pube, cerco il clitoride e lo stuzzico.
Tu intanto non puoi fare a meno di masturbarti il sesso indurito e smanioso di prendere il posto delle mie dita. Lo tiri completamente fuori dagli slip, lo stringi con la mano destra e ti accarezzi con dolcezza e delicatezza tra il glande e i testicoli.
Vederti che ti tocchi e assecondi la tua eccitazione fa aumentare la mia. Inarco un pochino la schiena per sporgere più verso di te le mie parti intime. Ruoto le mie due dita alcune volte per stimolarmi con un movimento diverso poi le lascio uscire lentamente. Le mie labbra si richiudono lentamente alla loro uscita mentre un po’ del mio umore le segue quasi si portassero dietro un ricordo del mio piacere… Lo trattengo tra le dita e lo porto verso il pube. Lo accarezzo e lo bagno così da inumidire la pelle liscia e i peli sottili che ornano il mio sesso. Proseguo lungo il mio ventre vellutato, mi accarezzo la pancia con i polpastrelli che sento ancora un po’ bagnati e risalgo verso il morbido seno cercando i capezzoli turgidi e sensibili in questo momento al mio tocco erotico. Li stringo leggermente tra le dita e li accarezzo.
Poi porto la mano verso il viso, mi accarezzo le labbra e lascio entrare in bocca le due dita che poco prima penetravano la mia vagina. Ne sento ancora un po’ il gusto. Apro leggermente le labbra, lascio uscire di poco la punta della lingua e ci gioco con le dita inumidendole con un po’ di saliva. Scendo di nuovo lungo il collo e torno a giocare con i miei capezzoli. Con un movimento circolare spargo la saliva intorno al capezzolo, sull’areola che si indurisce leggermente e accoglie le mie carezze delicate trasmettendomi un fremito di riflesso lungo la schiena.
Tu ti accorgi del piacere che provo e il tuo stato di eccitazione non ti permette più di fermare le mani che stimolano intensamente il sesso ormai durissimo. Lo accarezzi, lo stringi, lo masturbi a momenti con delicatezza, a momenti con forza, gustandoti sia il mio che il tuo piacere. Mi piace vedere la tua mano che si muove ritmicamente lungo il tuo pene, mi piace pensare che stai provando piacere gurdando me.
Io mi sento eccitata, accaldata, smaniosa di andare avanti nel gioco e nelle sensazioni.
Le mie gambe si allargano, ho voglia di accarezzarmi le cosce. Sento caldo tra le gambe, stringo e rilascio i muscoli dell’inguine e sento l’umido uscire lentamente a piccole gocce dalla mia vagina pulsante. Ho voglia di toccarmela, di accarezzarmela, di penetrarmela… Riporto entrambe le mani verso il basso e torno ad accarezzanrmi seguendo il percorso dell’inguine, verso le cosce per arrivare velocemente alle labbra calde, aperte, bagnate… Ricomincio a ruotare con i polpastrelli intorno al clitoride, lo stuzzico ogni tanto sulla punta poi riprendo a stimolarlo girandoci intorno, premendolo dalla base e spingendolo un po’ verso l’alto.
Con l’altra mano raggiungo il punto in cui la mia carne si apre e cerco la via ormai segnata da un filo di liquido che solca le mie parti più nascoste e scende lungo le natiche. Mi inumidisco due dita che poi lascio entrare facilemte dentro. Le spingo, le ruoto, le piego e cerco di stimolarmi in punti e modi diversi.
Tu stringi sempre forte il pene tra le mani che muovi ritmicamente, a volte velocemente a volte rallentando e aumentando la stretta. Te lo leggo in faccia che stai per godere… e io anche…
Mentre muovo velocemente la mano sinistra sulla zona del clitoride con un movimento circolare poggiando il palmo sul pube bagnato, affondo nella vagina le dita dell’altra mano più che posso, poi le lascio uscire un po’, poi le affondo di nuovo. Poi le lascio uscire del tutto, bagnate, tu le guardi, vorresti fossero le tue e intanto continui a stimolarti, guardi le mie labbra richiudersi, mentre lasciano uscire un po’ del caldo umore prodotto dal mio piacere, vorresti leccarlo… Ne seguo il percorso, mi porta verso l’ano, lo trovo, lo bagno, ci giro intorno con l’indice e poi gli spingo leggermente contro il medio, sento che si apre, entro e cerco di affondare un po’ il mio dito che sento stretto in un anello di carne molto più consistente di quello vaginale. Non mi fermo, sento un po’ di resistenza ma mi piace, sento una specie di dolore o di fastidio ma mi sento godere. Sento la voglia di penetrarmi di più e continuo a spingere. Dentro &egrave morbido, spingo finch&egrave riesco, entra quasi tutto. Sento la carne dentro, sento il
piacere della penetrazione, sento le contrazioni dell’ano intorno al mio dito… ho voglia di godere. Continuo a stimolarmi la vagina con la sinistra, spingo quel dito e sento piacere…
Tu sei in estasi, non riesci a fermarti, ti stai masturbando molto rapidamente, ormai stai godendo, mi guardi come un lupo che sta per buttarsi sulla preda.
Nemmeno io riesco a fermarmi, sento il piacere diventare sempre più forte, sempre più inarrestabile.
Ora sento di non potermi più fermare. Muovo velocissima la mano sul clitoride, lo cerco, lo prendo e lo stringo facendogli girare velocemente le dita sopra. Sto per godere… Cerco di aumentere il piacere, spingo il dito nell’ano più a fondo che posso immaginando che sia un pene, poi lo muovo rapidamente dentro e fuori masturbandomi anche lì con vigore, con l’altra mano sono sulla vagina e mi penetro con forza con due dita cercando di arrivare a fondo.
Sento le gambe indurirsi… sento le mie membra tendersi ad acro senza che io le possa controllare. Sento le gambe dure sotto le ginocchia. Le spingo in avanti, non posso fare a meno di masturbarmi velocemente, sento aumentare il piacere, sento che sto godendo, sento delle contrazioni all’inguine e cerco di lasciare andare ogni controllo. Mi penetro fortemente, inarco un po’ il bacino e mi lascio andare al massimo piacere che sento salire irrefrenabile, insistente, coinvolgente, sonvolgente, pulsante e meraviglioso. Sto godendo… sto avendo l’orgasmo… ahhhhhhhhhh………..
Sto con gli occhi chiusi cercando di sentire ogni minimo brivido o contrazione di piacere che attraversi il mio corpo. Sono priva di controllo sui miei movimenti e completamente in balia delle sensazioni che provo.
Percepisco anche la tua reazione e capisco che anche tu ti sei lasciato andare al piacere. Sento i tuoi ansimi, non ho voglia di aprire gli occhi ma mi rendo conto che stai godendo anche tu fortemente. Sento i segni del tuo piacere e provo soddisfazione nel sapere che stai provando sensazioni simili alle mie.
Quando i miei sensi cominciano a tornare verso una condizione di maggior controllo e sento il piacere diminuire gradualmente apro gli occhi senza muovere alcun altro muscolo e rivedo la tua sagoma lì davanti a me.
Ti metto a fuoco e ti vedo completamente nudo semi sdraiato sul divano con le gambe un po’ divaricate e il sesso ancora stretto tra le mani. Non mi ero accorta che ti fossi spogliato completamente.
Rimani immobile anche tu, mi osservi ma nei tuoi occhi non c’&egrave più la bramosia di prima, mi sorridi dolcemente, mi guardi e osservi la posizione del mio corpo.
Nei tuoi occhi leggo compiacimento e soddisfazione, sul tuo corpo leggo i segni del piacere avvenuto: il tuo membro ancora gonfio, ma non più rigido rimane fermo tra le tue mani, mentre il tuo ventre &egrave coperto di grandi spruzzi di liquido bianco che tu lasci colare lentamente lungo la pancia fino alla base del pene dove impregnano di odore di sesso il tuo pube e l’aria che arriva fino a me.
Anch’io ho fatto un po’ di macello, lascio uscire le dita dalla vagina e sento che qualcosa &egrave colato sul tuo tappeto…
“lo dovrai lavare…”
Tu: “beh, ne &egrave valsa la pena!”
Dopo averti guardato immobile per un po’ ed aver risposto ai tuoi sorrisi, decido di muovermi. Ripiego le gambe, poggio i gomiti per terra e mi alzo lentamente. Mi accorgo che segui i miei movimenti e che scruti il mio corpo. Mi lascio guardare rimanendo ferma di fronte a te per un attimo. Poi mi avvicino, protendo una mano verso di te e ti accarezzo il viso, il collo, il petto e osservo il tuo corpo nudo.
Tu mi prendi la mano e mi tiri con dolcezza verso di te, io mi avvicino ancora, poggio le mie gambe sulle tue e mi distendo sul tuo corpo ancora caldo, adagiandomi delicatamennte, lasciando che i nostri sessi ancora bagnati si incontrino, e posando la testa sulla tua spalla… mi addormento.

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