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Racconti Erotici Etero

E anche se so già la risposta….

By 8 Marzo 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Quello che state per leggere è vero. Ovviamente ho modificato un pochino i nomi e le circostanze per evitare che i soggetti presenti siano in qualche modo anche lontanamente identificabili ma vi assicuro che a parte piccoli dettagli questa è la ricostruzione fedele della mia esperienze personali.

Lei si chiama Elena, era figlia di nostri amici di Famiglia, ne avevo sentito tanto parlare ma non l’avevo mai conosciuta di persona.

L’occasione giusta venne durante un battesimo di nostri lontani parenti in comune, dove entrambe le nostre famiglie presenziarono. Una volta completata la cerimonia, lei si avvicinò con i suoi al seguito e, pur non essendo una bellezza mozzafiato, molti sguardi maschili la adocchiarono incuriositi, notai: Non troppo alta di statura, occhi castani, un viso un po’ rotondo ma ben dissimulato da un paio di occhiali alla moda ma soprattutto una cascata di riccioli rossi le cui punte sul davanti sfioravano una scollatura davero invidiabile. Una buona quarta soda e alta incorniciata da un bel reggiseno e una maglietta aperta al punto giusto, l’ideale per mettersi in mostra senza essere per questo volgare.

Fortuna volle che i nostri genitori decisero di andare a pranzo assieme, così potei conoscerla meglio e, cosa più importante di tutte, scambiarci i nostri contatti msn ( a quei tempi face book era solo agli albori in italia).

Cominciò così una settimana fitta di chiacchierate virtuali, durante le quali fissammo un primo appuntamento a quattr’occhi.

Era giugno, la portai a prendere un gelato in un bellissimo parco appena fuori città, con una collinetta erbosa che dava su un elegante panorama notturno di un laghetto coi cigni.

La feci ridere, la presi in giro e lei rispose alle mie battute aggiungendo anche un pizzico di malizia, dimostrandosi la fama di “peperino” che la precedeva. Alla fine della serata, quasi naturale, venne un intenso bacio, sulla panchina del laghetto, che degenerò in una passionale pomiciata di circa 10 minuti dalla quale mi dovetti divincolare a malincuore perché si era ormai fatto tardi e la mattina dopo la sveglia suonava presto.

La vera serata di fuoco Elena me la regalò 4 giorni dopo. La andai a prendere sotto casa sua, lei scese le scale mettendo in mostra due gambe fasciate da una bella gonna di jeans sopra il ginocchio e una maglia scura un po’ attillata che faceva risaltare il generoso seno. La trovai bellissima, andammo a fare un giro in centro città, del quale non ricordo quasi nulla, ero troppo concentrato a osservarla, scrutare la curva delle natiche muoversi sotto la gona, la tensione della maglia piena di un bel seno alto. Il risultato di tutto ciò fu una vigorosa erezione che mi accompagnò per buona parte della sera e che mi spinse ad  osare di + nei momenti successivi…

Quando eravamo alle battute finali, con la classica pomiciata nella mia macchina a lato della strada, le confessai, candidamente, che avrei voluto farle qualche coccola ulteriore, lontano da occhi indiscreti. Lei, inaspettatamente, si rimise la cintura e mi disse di partire, che poco lontano c’era un piccolo podere, di proprietà dei suoi, lontano dalla strada trafficata.

In 10 minuti di macchina arrivammo ed il posto era magnifico: una piccola staccionata dava come panorama la città illuminata a giorno dalla luce elettrica delle abitazioni, uno spettacolo mozzafiato. Smontai, e Elena mi venne a fianco…iniziammo a baciarci, dolcemente e con molta calma, facevamo sfiorare le nostre lingue appena appena, accompagnate dalle labbra inumidite, una sorta di danza mortale, mentre le mie mani le accarezzavano i fianchi.

Ben presto i miei baci si fecero più accesi, e anche le mie mani iniziarono a sforare da sopra i vestiti quei seni che tanto mi avevano fatto sognare fino a poco tempo prima; lei sembrava gradire le carezze, ma fu solo quando cominciai a baciarle il collo che iniziai a sentirla ansimare leggermente di piacere. Aveva un buon profumo, e una pelle liscissima, che era un piacere accarezzare con la lingua…

Le misi le mani sotto la maglia, arrivai fin alle coppe del reggiseno, le sfiorai coi pollici mentre continuavo a baciarla dietro l’orecchio e il collo, finchè non feci un respiro lungo e  con una mossa lesta le infilai un dito sotto il sottile lembo di stoffa tra le due coppe…e le sollevai…

Per la prima volta accarezzavo quelle due gran tette sode, sentivo i capezzoli sotto i polpastrelli indurirsi pian piano, mentre Elena mi guardava mordicchiandosi il labbro…una cosa che a me personalmente manda in solluchero, vederla eccitata in quel modo.

Sganciai il reggiseno…Elena aveva ancora la maglietta addosso alzata all’altezza delle ascelle e i seni al vento. Mi chinai un poco…leccai piano un capezzolo, poi l’altro, li sentii inturgidirsi ulteriormente al contatto con la mia lingua, mentre ne prendevo in bocca uno titillavo l’altro con le dita, per poi magari passare a limonare <="" p="">

Non me lo feci ripetere due volte e ci accomodammo sui sedili dietro, lei si sedette di fianco a me e in un attimo il reggiseno e la maglia volarono via, finendo sul sedile davanti. Mi fiondai su quei seni totalmente liberi, bombardandoli di baci ma Elena mi fermò dopo pochi secondi, per togliermi la maglia e per piazzarsi a cavalcioni su di me, esattamente sopra il mio pene in trazione, comodamente appoggiata nello spazio tra i due sedili.

Iniziammo a limonare con passione, mentre le afferravo i seni a piene mani stringendoli con foga, poi ci tuffai la faccia in mezzo mulinando colpi di lingua, risalendo poi nella scollatura tra i seni fino al collo, in un’unica leccata, bagnandole il petto con la mia saliva. Iniziò piano a strusciare il suo sesso su di me, una sensazione paradisiaca, se non fosse che i bottoni della patta mi premessero contro il membro e mi facessero male. Mi fermai un secondo, sbottonandomeli, al che Elena mi guardò un filo perplessa chiedendomi : “non sarà troppo presto?!?” al che le spiegai la natura del problema e lei non sollevo più obiezioni.

Ricominciammo a limonare, e io continuai a succhiare avidamente quel ben di dio che mi si parava davanti, lei iniziava ad accelerare il respiro e a strusciarsi sempre con più foga. Il tessuto delle sue mutandine sfregava contro i miei boxer, le sentivo inumidirsi fino a diventare fradice di umori, mentre la mia lingua succhiava tutto quello che le capitava a tiro.

Alla fine, dopo svariati minuti di questo intenso petting, con entrambi gli indumenti intimi bagnati dai succhi di lei, ci fermammo un secondo…Elena si strinse + forte a me e diede il via ad uno dei momenti più eccitanti della mia vita.

Incominciò con lo strusciarsi ancora, ma molto più lentamente e con molta più foga, mentre mi accostò la bocca all’orecchio e, con voce suadente rotta dall’eccitazione mi sussurrò queste esatte parole: “io lo vedo che stai soffrendo….ma anche se so già la risposta…la domanda te la faccio lo stesso…” al che, forse intuendo cosa stava per accadere, dissi “prego…” e lei “…vuoi un pompino….?”. Poco ci mancò che non venissi in quel momento lì ma mi trattenni con un enorme sforzo e le dissi “non vedo perché no…”.

Al che lei, senza dire una parola, si scosto da sopra di me, si sistemò accucciandosi un poco dietro il sedile del guidatore e mi sfilò con una mossa repentina i boxer, iniziando ad accarezzarlo e a masturbarmi. Come la vidi abbassare la testa le chiesi “vuoi un fazzolettino per dopo?” e lei: “non serve” (e anche lì capendo cosa sarebbe successo da lì a poco non ci mancò molto a venire in quel medesimo istante).

Me lo prese in bocca, e notai subito la sua abilità: iniziò a girarci attorno con la lingua, accarezzando la cappella e insistendo sul frenulo più e più volte, mentre con le mani iniziò un ritmo che mi fece ammattire dal piacere: me lo segava tre volte piano, con delicatezza, così come delicatamente ci giocava con la lingua, per poi stringerlo forte e succhiarlo avidamente, affondando con decisione la testa sul mio cazzo. Era una sensazione unica, meravigliosa, godersi quel magico pompino con lo sfondo della città illuminata. Per pura cortesia nei sui confronti riuscii non so come a balbettare un “sto venendo”. Al che lei cercò di farlo penetrare nella sua bocca ancora più a fondo, fino a che non uscirono i primi fiotti di sborra calda, che lei pulì celermente con la lingua fino a che non smisi di ansimare. Non mollò la presa neanche per un istante finchè, dopo che si accorse che ero ampiamente soddisfatto, lo segò per altre 4-5 volte per far uscire le ultime due gocce di sperma, che leccò via immediatamente prima di staccarsi da me e ricomporsi un secondo.

La chiamarono i suoi dopo qualche secondo, stava ancora ripulendosi le labbra da qualche filino di saliva e da qualche goccia di liquido seminale che gli era sfuggita di mano.

La riaccompagnai a casa poco dopo, baciandola e con la promessa di rivederci di lì a poco, cosa che puntualmente successe…ma questa è un’altra storia. ;)

Grazie dell’attenzione, per suggerimenti, commenti e altro: oxidosf@libero.it

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