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Racconti Erotici Etero

E mancò loro la terra sotto i piedi

By 10 Aprile 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Il loro amore era grande, forte, più forte dei pregiudizi e delle invidie. Da due anni resisteva alle resistenze delle famiglie, alle battute della gente, al giudizio della coscienza popolare.
Anna aveva 17 anni quando conobbe Assad. Lui il doppio di ogni sua compagna di corso, di ogni ragazza che incontrava nei corridoi di quella casa che lo aveva accolto da molto lontano.
Si erano incontrati la prima volta durante le lezioni del corso superiore che lei frequentava negli anni corretti della sua vita e che lui, abbandonata per forza la proprio terra, ebbe la possibilità di seguire solo a 35 anni compiuti.
Lo sguardo sveglio di Assad, i lineamenti dolci ma diversi dal solito e quindi difficilmente databili del suo volto apparivano fuori luogo quando accostati agli occhi colore del mare e al biondo naturale dei capelli di Anna: la gente non tollerava che uno straniero avesse rubato agli italiani il cure di una così bella ragazza.
Ma questa storia ormai andava avanti da 24 mesi e, proprio quella notte, i due amanti decisero che avrebbero festeggiato l’anniversario del loro primo bacio come meglio potevano. Molto era cambiato da allora: complice l’arrivo della maggiore età di lei la timidezza aveva lasciato il posto alla convinzione, l’invaghimento all’amore, il desiderio alla passione. Il primo pomeriggio passato insieme due anni prima, parlando di studi, di terra, di famiglia e di valori era stampato nelle loro menti a caratteri indelebili: ricordavano ogni parola, ogni sguardo, ogni emozione di quella giornata. E del semplice bacio che aveva siglato la fine del loro primo incontro rimase nella loro memoria l’umida sensazione di poter dare di più.
Quella sera era speciale.
Lui si era dimostrato molto maturo e paziente: un uomo adulto in una terra straniera che incontra e si innamora di una giovane ragazza non ancora pronta a lasciarsi alle spalle la grazia della verginità’ la prova d’amore data fu grande e lei non poté che ricambiare offrendo a lui tutto l’amore e l’affetto che nel suo paese gli era stato negato dalla miseria e dalla guerra. Ma quella sera tutto sarebbe cambiato.
Tutte le amiche di Anna sapevano che quella sera sarebbe stata la ‘loro’ sera.
L’evento era stato organizzato nei minimi particolari: un invito semplice a ritrovarsi nel solito punto del grande istituto, lo stupore nel trovare al posto di Anna una sua amica, l’invito a recarsi nella camera delle ragazze perché ‘.. Anna non sta molto bene’, la sorpresa nell’aprire la porta della camera e non riconoscere nulla di quell’ambiente.
Assad bussò alla porta con delicatezza, quasi a non voler disturbare la ragazza che stava riposando. Il suono sordo delle calzature da camera lasciò il posto a ticchettare delle scarpe indossate da Anna: vernice nera, tacco 10.
Bastarono pochi secondi dall’apertura della porta perché questo atipico studente capisse cosa stava succedendo. Il viso di lei apparve sorridente come sempre, come lui si era abituato a vederla in questi due anni di carezze e gentilezze. Quella sera però le labbra erano state truccate con cura, usando un rossetto color carne e una matita contorno labbra leggermente più scura: non era mai stata brava a truccarsi da sola e certamente si era fatta aiutare da qualcuna delle sue amiche. Anche gli occhi avevano ricevuto le dovute cure. Anna si era preparata a quell’incontro con la serietà che si addice ad un evento importante ed indimenticabile.
Al primo bacio ne seguì un altro, e un altro ancora. Stretto a lei com’era, Assad non poté nemmeno vedere con la dovuta calma l’abito che Anna indossava: un tubino nero molto scollato e talmente corto la coprire con difficoltà la biancheria intima. Non aveva mai indossato un abito così succinto e i commenti da lei fatti verso le coetanee che sfoggiavano gonnelline giropassera e perizomi a vista erano sempre stati negativi. Ma quella sera era diverso. Quella sera Anna voleva stupire il suo uomo. E lo fece.
L’aria era piena di note e di profumi: una canzone di Britti, il suo cantante preferito, usciva dalla cassa dell’Ipod mentre le essenze sciolte nella vasca da bagno avrebbero inebriato chiunque.
Continuarono a baciarsi con dolcezza, ma smisero di usare le mani solo per stringersi ma iniziarono a cercare il corpo l’uno dell’altro, il caldo della pelle.
Anna aveva conosciuto Assan a 17 anni: era ancora minorenne e questo le aveva permesso di dettare i tempi dei loro approcci sessuali.
Assan capi che quella sera sarebbe stata la più importante della loro vita di coppia.
Anna si girò e si appoggiò al corpo del suo uomo, spostando a lato il capo in modo da esporre il collo ai suoi baci. Lui non gliene fece mancare. Con le mani la abbracciò davanti solo sfiorando il giovane seno ancora coperto dall’abito.
Lei prese le mani di lui e le guidò dove voleva, prima sull’addome, poi più su, stringendo attraverso le mani del suo uomo i capezzoli. Attraverso il tessuto sottile dell’abito poteva sentire il gonfiore del membro appoggiato al sedere, poteva sentirlo pulsare nel tentativo di emergere dagli abiti e di raggiungerla. Giocò con le mani di Assan ancora per un poco, portandole a sollevare l’abito fino a scoprirle i perizoma nero. Lui non si fece desiderare più, si liberò dalla presa, da dietro accompagnò la gamba di Anna e la fece appoggiare sul bordo del letto. Riprese a massaggiale l’addome ma questa volta, con la gamba alzata, poteva raggiungere anche l’interno coscia fino a toccarle attraverso l’indumento intimo il monte di Venere. Quando lo raggiunse si accorse che la ragazza si era depilata per l’occasione e si rese conto di quanto lei si fosse preparata per questa serata, sia fisicamente che psicologicamente. Il perizoma era fradicio di umori, lo scartò di lato e iniziò a toccarle e allargarle le labbra fino a far fiorire i petali dolci e carnosi della sua passerina.
Anna era eccitatissima e con le mani aveva raggiunto, slacciando il pantaloni e abbassando i boxer, il membro del suo uomo che ora poteva accarezzare per tutta la sua grandezza.
Si girò verso di lui, ripresero a baciarsi, le loro lingue ad intrecciarsi in un gioco di movimenti e di pause. I loro corpi erano divisi da pochi indumenti che, gradualmente, finirono a terra uno sopra all’altro, così come uno sopra all’altro finirono anche i due amanti, sul letto di lei.
I baci di Assan si spostarono velocemente lungo il collo, i seni, l’addome.. poi ancora verso la bocca e di nuovo a stimolare e accarezzare i capezzoli con la lingua e le labbra.
Anna era eccitatissima e lui se ne rese conto ancora di più quando, con i suoi baci, raggiunse con delicata passione l’intimità. La stimolò con lunghi baci e delicate leccate, contornando il clitoride e penetrandola con la punta della lingua. Quando schiudeva con le dita le piccole labbra, da essere scorrevano abbondanti umori che andavano a preparare il suo corpo alla prima penetrazione.
– Voglio essere tua, completamente! –
Lui aveva capito che quella era l’intenzione, ma come già in altre occasioni, aveva preferito attendere che fosse lei a chiedere quello che voleva e fino a dove voleva arrivare. Per quella volta, per la prima volta, lei voleva concedersi completamente al suo uomo e lui, con onore e con piacere la accontentò’ riempiendola con la sua carne.
Anna non provò dolore ma solo piacere.
L’eccitazione era tale che le pareti della vagina si lasciarono subito allargare dal membro durissimo di Assan che, immaginando la tensione della ragazza, la penetrò in modo graduale e dolce, riempiendo di baci il volto di lei e di parole dolci le sue orecchie.
Una lacrima scese dagli occhi di Anna’ aveva donato al proprio uomo la verginità di sempre, creando con lui un legame che sarebbe durato in eterno.
Quel che successe dopo fu un terremoto di passione, di piacere e di sentimenti, che andarono a rendere il momento unico ed indimenticabile.
Si addormentarono così, stretti l’uno all’altra, in un abbraccio soddisfatto ed eterno.

E mi piace ricordarli così, come se quel che successe nell’ora successiva non avesse interrotto il loro riposo. Come se non avesse spostato loro la terra sotto i piedi. Come se quella sera l’unico terremoto fosse avvenuto nel loro letto e non nella loro città.

Mi piace pensarli in qualche posto misterioso a consumare il loro amore in eterno.

Dedicato alle giovani e innamorate vittime del terremoto

Ogni commento a sognatore.73@libero.it

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