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Racconti Erotici Etero

Enza ed io

By 21 Maggio 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Sdraiato supino nel mio letto, le dita incrociate sotto la nuca, osservo il buio, a volta tagliato da lampi di luce, provocati dei fari delle macchine, che percorrono la strada e, che giungono fino alle mie finestre, alla mia destra, coricata sul fianco e dandomi le spalle, dorme Enza, ascolto il suo respiro tranquillo.
Chissà perché, ma la consapevolezza della vicinanza di Enza, mi fa tornare indietro con la mente per ricordare la nostra vita comune.
Mi chiamo Carlo, ho 59 anni, appena compiuti, ben portati dicono le amiche di mia moglie, Enza ne compirà 53 a Dicembre, ed &egrave ancora una bella donna, abbiamo due figli, una ragazza di 22 anni ed un ragazzo di 14 anni.
Ho conosciuto Enza quando, assieme alla sua famiglia &egrave venuta ad abitare nell’appartamento situato di fronte a quello che occupavo con i miei genitori sullo stesso pianerottolo, allora lei aveva 23 anni, una bella ragazza, alta 1,65, capelli castani scuri, occhi marroni con pagliuzze dorate, i tratti del viso regolari, tanto che un nostro conoscente pittore l’ha ritratta diverse volte, un seno bello abbondante, una quarta di reggiseno, fianchi invitanti, un fondo schiena alto e sodo e due belle gambe ben tornite.
Ci siamo incontrato per le scale ed &egrave stato il classico colpo di fulmine, io la guardavo ammirato e lei mi ricambio con uno sguardo, che non saprei come definire, che mi trafisse il cuore, e fu l’inizio di tutta una vita.
Inizialmente non fu facile, lei ed i suoi erano giunti nella cintura milanese proveniente dalla campagna padovana, avevano dovuto lasciare la casa che da generazione era abitata dalla loro famiglia; il proprietario del podere lo aveva venduto, ed il compratore li aveva sfrattati per andarci ad abitare, si sentivano allo sbando ed erano diffidenti, poi piano piano i suoi genitori erano entrati in confidenza con mio padre che, essendo veronese, rappresentava per loro un certo legame con la terra d’origine.
Questo era il quadro della situazione quando abbiamo iniziato ad amoreggiare, alla mattina prendevamo lo stesso mezzo pubblico per andare a Milano a lavorare, ed alla sera io l’aspettavo per tornare indietro insieme.
Il passo successivo &egrave stato riuscire ad uscire insieme alla domenica, avendo cura di rientrare a casa in tempo per la cena, onde evitare di prestare fianco ai rimproveri di suo padre.
E così un po’ alla volta, siamo riusciti a conquistare un ampia libertà, Enza aveva stretto amicizia con alcune delle sue colleghe e così uscivamo in compagnia di alcune coppiette di fidanzati.
Il risultato di quelle uscite di gruppo fu che andammo a limonare in camporella nelle colline della Brianza o più semplicemente al Parco Lambro, a questo punto mi resi conto dell’ingenuità di Enza.
Il sesso per lei era una terra sconosciuta, non che non sapesse la teoria, ma era assolutamente digiuna di pratica, aveva sì avuto delle cotte adolescenziali, ma più in là del bacio con la lingua non era mai andata, tanti ci avevano provato invano.
Questa era il frutto dell’educazione ricevuta, quando a l’età di 12 anni circa aveva avuto le prime mestruazioni, sua madre le aveva dato dei pezzi di stoffa di cotone dicendo ‘Adesso sai che questi li devi lavare tu ogni mese, e che se vai con un uomo rimarrai gravida.’ senza però dare alcuna spiegazione sul come ecc., queste le aveva scoperte da sola col tempo, ma comunque appena un ragazzo tentava di palparle le tette o il culo si irrigidiva, le passava tutta la voglia e scappava.
Mi aveva racconta tutto ciò, quasi vergognandosi della sua ignoranza, ho dovuto rassicurarla, non aveva niente da vergognarsi, ma era venuta l’ora d imparare a piccoli passi, evitando di agire troppo in fretta per non correre il rischio di vedermela scappare sotto il naso, e così andando ad appartarci in compagnia nei boschi ho iniziato una lenta opera di convincimento, iniziando con carezze sul seno o sul fondoschiena, ovviamente sopra i vestiti, piano piano ha iniziato a sciogliersi lasciandomi fare, fino a provarci gusto.
Il secondo passo &egrave stato sbottonare la camicetta per accarezzare il seno nudo, leccare le aureole e succhiare i capezzoli, non mi aspettavo la sua reazione e ne fu sorpreso, infatti temevo che avrebbe subito le mie carezze senza apprezzarle, invece appena le mie labbra si sono posate sul suo seno, lei mi ha abbracciato la testa e l’ha tenuta stretta su di lei, chiudendo gli occhi, palesemente soddisfatta.
Così mentre mi dedicavo alle sue tette mi lasciava passare la mano sotto la sottana per accarezzarle il culo, era una cosa tremenda, avrei voluto toccarle la figa, ma ricordando i suoi racconti mi sforzavo ad andarci piano, un passo alla volta.
Le donne quando parlano fra di loro sono peggiori degli uomini, si raccontano tutto spudoratamente, Enza ascoltava e quando le chiedevano cosa facevamo, non aveva granché da dire, sentiva su di sé gli sguardi di compatimento delle altre, allora si faceva spiegare tutto il possibile, in un certo senso queste spudorate mi facilitavano le cose, stuzzicando la curiosità di Enza.
E fu così che quando un giorno, provai ad insinuare la mano nella cinta della gonna e, da lì sotto l’elastico delle mutande mi lascio fare e finalmente strinsi la sua figa nel palmo della mia mano, era calda ed umida, e quando iniziai a titillare il clito, spinse in avanti il bacino allargando le cosce … miagolava come una gatta in calore … mugolava … gemeva e si lamentava … ma erano lamenti di piacere che uscivano dalle sue labbra socchiuse.
Dopo questo mi fu abbastanza facile a convincerla di masturbarmi, anche se inizialmente mi prese il cazzo con una certa riluttanza, però devo riconoscere che appena prese confidenza divento presto esperta nell’arte della sega.
Diventava ogni giorno più disinibita, tanto per fare un esempio, un giorno che ero andato a casa sua, la trovai sola che si preparava a fare il bagno, mi sono seduto in cucina ad aspettare, lei mi ha chiamato col pretesto di lavarle la schiena, era nuda immersa nell’acqua calda, ho avuto un erezione spettacolare, lei lo ha visto e sorrideva, ho preso le spugna e le frizionavo la schiena, con l’altra mano le accarezzavo le tette per poi scendere fino alla figa, lei allargava le gambe per lasciarmi fare … mi ha aperto i pantaloni .. abbassato le mutande e preso il cazzo in mano mi ha segato per bene … fino a farmi schizzare la sborra sulle sue tette …
Dopo quel giorno, la domenica andavamo via la mattina, in gita per le colline della Brianza oppure in Valsassina sopra Lecco, c’erano tanti posti dove poter stare isolati, ci spogliavamo e quando era nuda le leccavo la figa, andava matta per sentire la mia lingua titillare il clito e poi spingersi fra le grandi labbra ed esplorare l’interno della figa, era la cosa che le piaceva di più, una altra cosa che la faceva gridare di piacere era farsi succhiare i capezzoli mentre mi dedicavo a fare divertire il clito.
La sera quando la riaccompagnavo a casa sua, quasi sempre non c’era nessuno e ne approfittavamo per baciarci ed accarezzarci, finiva sempre che la spingevo contro il muro dietro alla porta d’ingresso … mi accucciavo di fronte a lei, le sollevavo la sottana .. tiravo giù le mutandine e le leccavo la figa … lei allargava le cosce … mi teneva stretta la testa spingendosela sulla figa e godeva … quando veniva le sue gambe non la sostenevano più le si piegavano le ginocchia ed io con le mani sul culo la tenevo in piedi .. un ultimo bacio in bocca e me ne uscivo di casa sua per correre a casa mia, chiudermi in bagno e farmi una sega.
Però, malgrado le cose, dal punto di vista sessuale, fossero cambiate, prima del matrimonio si &egrave tenuta la figa ben stretta fra le cosce, me la faceva vedere, potevo baciarla, leccarla, toccarla, ma non me l’ha mai voluta dare.
Il nostro fidanzamento, fra alti e bassi, &egrave durato 6 anni e per tutto quel tempo me l’ha fatta sospirare.

per commenti brubu@yahoo.it Lentamente, mentre i ricordi delle gioie e delle pene di quel periodo mi assalgono, scivolo nel sonno, stringendomi incoscientemente il cazzo eretto in pugno.
Dormo di un sonno agitato, mi giro e mi rigiro nel letto, tanto che Enza si sveglia e mi scuote.
‘Cosa hai, ti senti male?’ chiede premurosa, poi si accorge della posizione della mia mano.
Un po’ acida mi apostrofa ‘Ma non ti &egrave ancora passata quella voglia? dai che non sei più un ragazzino, stai fermo e dormi.’
Mi verrebbe da incazzarmi e di risponderle per le rime, ma preferisco grugnire e girarmi nella speranza di dormire.
E si nuovo la mia mente si affolla di immagini e di ricordi, il matrimonio ed il viaggio di nozze.
Ci siamo sposati d’estate era il mese di Agosto e faceva un caldo afoso, come succede spesso in Lombardia, non &egrave stato un matrimonio in grande stile, ci siamo sposati di Sabato, alle 11 della mattina, presenti solo i parenti stretti ed i testimoni.
Enza indossava un tailleur di raso colore crema ed in testa un cappellino, buffo al mio giudizio, delizioso secondo le sue amiche e le donne presenti alla cerimonia, scarpe di cuoio bianco e borsetta assortita, io un completo blu, camicia bianca, cravatta blu e scarpe di cuoio nero, insomma vestiti sempre utilizzabili, non da mettere in guardaroba e conservare per ricordo, non ce lo potevano permettere.
Dopo la cerimonia, tutta la compagnia si &egrave trasferita in una trattoria in campagna per il pranzo di nozze, devo dire che tutto &egrave andato bene, mio suocero, una volta tanto ha moderato la sua voglia di bere ed &egrave rimasto abbastanza sobrio fino alla fine, mia madre non ha tormentato mio padre con i suoi continui richiami a comportarsi bene.
Alle 7 di sera era finito tutto, siamo andati a casa per cambiarci, prendere le valigie per andare alla stazione centrale e prendere il treno per Bruxelles, dove abitava un mio amico, il quale era in campagna per il periodo estivo, mi lasciava le chiavi del suo appartamento in città.
Dopo 12 ore di treno, siamo giunti a destinazione sfiniti, non vedevamo l’ora di andare in quella casa, fare una doccia e poi metterci a letto, ed effettivamente dopo aver prelevato le chiave nel posto convenuto, siamo andati a casa, ansiosi di fare la doccia e di metterci a letto, iniziando così il nostro avventuroso viaggio di nozze, un succedersi di avvenimenti tragicomici durati una decina di giorni.
Dunque l’appartamento era situato al secondo piano di un elegante palazzina di tre piani, un abitazione per piano, quindi solo 4 famiglie che si conoscevano, eravamo appena uscito dalla doccia, intenti ad asciugarci che sentiamo bussare alla porta, mi copro in fretta e vado ad aprire, era la Signora del primo piano che avendo udito rumori era venuta a vedere, quella vedendomi sbarra gli occhi, poi si riprende e mi apostrofa in francese.
‘Chi siete e cosa ci fate qui?’
Fortunatamente, avendo vissuto e lavorato diversi anni a Bruxelles, parlo il francese correntemente e tento di spiegare alla donna come stanno le cose.
‘Sono un amico di Philippe, mi ha prestato la sua casa, mentre lui &egrave in campagna.’
Quella mi guarda sospettosa, gira i tacchi e scende le scale, sto ancora spiegando ad Enza cosa &egrave successo, che di nuovo bussano alla porta.
Sbuffo e vado ad aprire, mi trovo di fronte a due poliziotti che senza fare complimenti, entrano e ci chiedono i documenti.
Alla fine dopo lunghe discussioni, quelli volevano portarci al commissariato, li convinco di telefonare a Philippe, ma quando si dice la sfiga non si sbaglia mai, le linee sono intasate e non si riesce a prendere la comunicazione, poi quando si riesce finalmente, Philippe non &egrave in casa, e risponde una sua parente che non &egrave a conoscenza di niente.
Le cose si mettono male e già veniamo intimati a preparare i bagagli per essere accompagnato al commissariato, con l’accusa di violazione di domicilio, fortunatamente squilla il telefono, &egrave Philippe che essendo rientrato vuole sapere cosa succede, glielo dico, si fa passare i poliziotti e conferma quanto avevo detto io.
Tutto bene quello che finisce bene, ma intanto sono giunte le 20, sarebbe ora di uscire per andare a cena, prendiamo il tram ed andiamo in centro, dove un altro mio amico gestisce un bar.
Serge ci fa un accoglienza festosa, va a finire che stiamo lì a bere mangiando pane e salame o prosciutto, alle 23 usciamo per non perdere l’ultima corsa del tram e finalmente ci ritroviamo soli.
Ci abbracciamo … ci baciamo … ci accarezziamo … e lentamente iniziamo a spogliarci vicendevolmente.
Passo la mano fra le cosce di Enza … &egrave fradicia ed io da parte mia sono eccitatissimo … al punto che la minima carezza rischia di farmi eiaculare … mi muovo piano cercando di calmarmi e mentre le nostre labbra rimangono incollate spingo piano Enza verso il letto.
E’ un letto antico molto alto, quasi per coricarsi bisogna salirci sopra, ma non faccio neanche in tempo a sollevare Enza per sederla sopra il materasso che le mole della rete si mettono a cigolare forte, rimaniamo di sasso … interdetti .. ci fa l’effetto di una doccia gelata .. tutta l’atmosfera romantica ed erotica sparisce di colpo.
E come faccio non posso mica sverginare Enza in piedi o sul tavolo della cucina, so che lei desidera essere presa con passione ma anche con dolcezza e delicatezza ed ora l’incantesimo si &egrave rotto.
Stanchi e delusi, ci corichiamo cercando di muoverci il meno possibile per evitare quel rumoroso e fastidioso cigolio, ci abbracciamo … ci baciamo .. ci masturbiamo a vicenda .. le lecco la figa e succhio il clito … le appoggio il cazzo contro la figa .a non mi azzardo a rischiare di penetrarla, anche perché sento che lei &egrave tesa e si irrigidisce ad ogni rumore della rete.
Questa situazione intollerabile va avanti per un paio di giorni, durante i quali cerchiamo di trovare una soluzione, alla fine prendiamo l’unica decisione sensata, andremo alla ricerca di un albergo decente, almeno per alcune notti.
Presa la decisione, iniziamo la nostra ricerca, e ci troviamo di fronte ad altri problemi, non si trova una camera libera nel raggio di 50 km., la presenza degli uffici della CEE, ha attirato un numero impressionante di gente, fra funzionari, delegati, giornalisti, affaristi o più semplicemente gente che spera di potersi infilare in qualche modo nel giro e trarne un vantaggio.
Le poche camere disponibile, si trovano negli alberghi di lusso, 5 stelle, assolutamente fuori portata delle nostre disponibilità, ma non disperiamo e finalmente, troviamo un albergo, situato su una piazza nelle immediate vicinanze di una stazione ferroviaria.
Entriamo ed andiamo al banco, il portiere ci accoglie con un bel sorriso, mi chiede per quante ore intendiamo fermarci, la cosa mi pare strana, ma non mi formalizzo e rispondo che fermiamo la stanza per la notte, l’uomo annuisce, ci chiede i documenti e li mette nel cassetto consegnandomi una chiave con il numero della camera.
Andiamo verso l’ascensore, dove troviamo una giovane donna in attesa dell’uomo che sta parlando col portiere, ci sorride gentile per poi rivolgersi ad Enza, in francese.
‘Salve, sei nuova nella zona, non ti ho mai incontrata prima.’
Enza mi guarda, con aria interrogativa, come per chiedermi cosa dice quella donna, la quale non ottenendo risposta, insiste ripetendo la domanda in fiammingo.
Intervengo ‘E’ inutile che tu le faccia delle domande, mia moglie non capisce il francese e meno che meno il fiammingo.’
La ragazza ci guarda un po’ stranita ‘Oh! … &egrave tua moglie, scusami credevo ….’ non termina la frase non sapendo come fare, intanto arriva l’ascensore e saliamo al secondo piano dove c’&egrave la camera, appena soli Enza mi chiede cosa voleva quella ragazza, quando glielo dico sbarra gli occhi ed arrossisce ‘Ma per chi mi ha preso quella?’ e mi tocca calmarla.
Finalmente soli in camera, la porta chiusa a chiave, per precauzioni, visto il tipo di clientela, in effetti &egrave un posto frequentato dalle prostitute con i loro clienti, oppure da coppie clandestine che fermano la camera per un paio d’ore.
Ci abbracciamo, ci baciamo, oramai senza più il timore di essere disturbati, ci spogliamo a vicenda, agendo lentamente … non abbiamo più fretta, abbiamo molto tempo a disposizione.
Spingo Enza sul letto, la faccio sdraiare sulla schiena … le allargo le gambe … mi inginocchio fra le sue cosce e mi chino nascondendo il viso fra le sue cosce … la lingua va a stuzzicare il clito … ad accarezzare le grandi labbra .. poi quelle piccole ed infine varca la porta del piacere andando a sfiorare le pareti interne della figa fradicia.
Enza geme, ansima, si lamenta, muove la testa da destra a sinistra e viceversa .. si impasta le tette … si tortura i capezzoli … li tira … li schiaccia … li stringe fra le dita … solleva il bacino per venire incontro alla mia lingua.
‘Ahhhhhhh …. sììììì …. cosìììì … continua … non fermarti amore … oh … mi fai impazzire…’
Si agita sempre più, i suoi lamenti si fanno meno forti come se le mancasse l’aria … all’improvviso viene scossa da un orgasmo devastante … mi inonda la bocca ed il viso con il suo piacere … il miele cola abbondante dalla figa … tanto che non riesco a leccarlo tutto … lo raccolgo con la mano per portarla alla sua bocca … lei spinge fuori la lingua e mi lecca il palmo della mano poi mi succhia le dita una ad una,
Con voce piana dice ‘Ancora …’ ed io raccolgo altro miele che le porto alla bocca,
Rialzo il busto, mi bagno la mano alla sua figa e mi ungo il cazzo, lo tengo stretto e lo guido verso la figa, che vedo zuppa e spalancata, lo appoggio sul clito per una lunga carezza .. poi sulle grandi labbra … lei mi fissa ansimando … aspetta che mi decida a prenderla … mi dice ‘Non aspettare ancora … prendimi … fammi tua …’
Ed io inizio a spingere lentamente, il cazzo &egrave bagnato .. la figa &egrave fradicia … ma &egrave anche stretta e voglio agire con dolcezza.
Lei mi mette le braccia al collo … si stringe forte chiudendo gli occhi ma non si lamenta.
‘Ti faccio male tesoro? … se vuoi mi fermo.’
‘Noooo … non fermarti … continua … ti voglio tutto dentro di me.’
Spingo più forte, finché sento le palle sbattere sul suo culo … inizio a muovermi avanti ed indietro prima piano e poi sempre più velocemente.
Dopo un po’ sento che lei si rilassa … &egrave meno tesa … mi cinge i fianchi con le gambe e solleva il bacino adattando i suoi movimenti ai miei … ci baciamo le nostre lingue si cercano .. si trovano … si accarezzano … lei inizia a mugolare .. a gemere ed a lamentarsi, ma non &egrave di dolore &egrave di piacere.
Mi trattengo il più a lungo possibile fino a quando l’orgasmo travolge Enza che ora urla di piacere ‘Ahhhh … vengooooo … che belloooo … amore…. vengoooooo.’
Faccio appena un tempo a ritirarmi e lunghi getti perlacei colpiscono Enza sulla pancia, sulle tette … sul collo .. sul viso.
Rimaniamo abbracciati a lungo ansimando .. per riprendere le forze .. quella notte abbiamo scopato altre tre volte .. perché l’andirivieni delle coppie che vengono a scopare &egrave incessante e sicuramente non si preoccupano di essere discreti, riusciamo a sentire tutto quello che succede nelle camere adiacenti, cosa che non manca di risvegliare la nostra fantasia ed anche di eccitarci … né approfittiamo per recuperare il tempo perso.
Siamo rimasti a Bruxelles altri 5 giorni, nel corso dei quali siamo tornati in quell’albergo altre due volte, prima di tornare in Italia.

per commento brubu@yahoo.it Siamo rientrarti a Milano, finalmente a casa nostra, senza occhi od orecchie indiscrete, almeno lo crediamo, perché non abbiamo ancora disfatto le valigie, ed ecco arriva mia suocera, sicuramente piena di buone intenzioni, non lo metto in dubbio, ci porta una pentola di ragù con una borsa piena di provviste, ma se stava a casa sua ero più contento.
Fortunatamente dopo in po’ se ne torna a casa sua, non aspettavamo altro, ci buttiamo nelle braccia l’una dell’altro, suonano alla porta … ci stacchiamo e ci fissiamo seccati, vado ad aprire, &egrave mia madre che &egrave venuta a vedere se ci serve qualcosa, intanto ci porta un dolce.
Ci rassegniamo, però così chiacchierando, dico che siamo stanchi del viaggio e che andremo a letto presto, sembra che abbia capito l’antifona e ci lascia..
Ora speriamo di rimanere soli, e riprendiamo a baciarci e ad accarezzarci e ci dirigiamo verso la camera da letto.
La vita ha ripreso il suo corso normale, la routine quotidiana, l’ufficio, la cura della casa, la visita al Carrefour, o parenti e gli amici ed ora per fortuna le notte di passione.
Ma come dice il proverbio, tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino, si può adattare, tanto va il cazzo alla figa che la lascia incinta, ed &egrave questo che ci capita.
Enza non ha una gravidanza facile ed &egrave un freno ai nostri ardori, il tempo passa fino al giorno del parto, tutto bene, dopo dieci giorno torna a casa con la bambina.
Altra vita, pannolini, notti in bianco, ma per due innamorati non sono ostacoli, tutto si aggiusta.
C’&egrave però un problema che mi rode, la nostra vita sessuale &egrave molto abitudinaria, nella mentalità di Enza, il fatto di scopare nella posizione del missionario &egrave il massimo della libidine, acconsente ad una variante … si mette lei sopra di me, credo che lo considera una trasgressione.
Ed ora che possiamo scopare, non considera più la masturbazione, quando si fa sesso, una cosa normale, per mia pudica moglie, era solo un palliativo del quale può fare benissimo a meno, e se lo può fare lei lo posso fare anche io.
Non parliamo poi di altre fantasie, sesso anale! una perversione e basta non ne parliamo più! del sesso orale, lei gradisce ancora essere leccata, ma si rifiuta ostinatamente di rendermi lo stesso trattamento, fino a quanto rinuncio a chiederlo per non rovinare il nostro rapporto, perché l’amo e mi adeguo.
Gli anni passano, senza grandi emozioni, finché un bel giorno, dopo circa sette anni, mi annuncia di essere di nuovo incinta, con tutti i problemi che le causa la gravidanza, e questo porta un altro colpo alla nostra passione.
Dopo la nascita del bambino, non si &egrave mai rimessa in salute, ha continuamente dei disturbi, dolori al basso ventre, inizia il pellegrinaggio da un medico all’altro, senza risultati, anzi con un unico risultato, non abbiamo più rapporti intimi, oramai sono rassegnato e non posso neanche fargliene una colpa.
Agli occhi del mondo, siamo quello che si dice una bella famiglia, due persone per bene che crescono due figli, bravi ragazzi dei quali ogni genitore sarebbe fiero, non sanno che oramai &egrave soltanto una facciata, certo rimane l’affetto ed il rispetto reciproco, e poi ci sono i figli.
Col passare degli anni mi sono fatto una posizione nella multinazionale dove lavoro, in Italia sono il numero due, e almeno i problemi finanziari dei primi anni di matrimonio appartengono al passato, ovviamente Enza non lavora più da tempo oramai, e visto la sua salute non brillante ha una colf a tempo pieno, questa situazione le concede molta libertà e si &egrave creata una cerchia di amiche, che ogni tanto mi ritrovo per casa quando rientro.
Come sappiamo, le amiche vere sono forse poche, ma fra quelle poche non ci sono misteri, sanno tutto le une dalle altre, vita, morte e miracoli, ed &egrave ovvio che sanno dei disturbi di Enza e di quanto ne consegue.
Un bel giorno Enza mi dice che una sua amica, che si deve recare a Ginevra, per sistemare non so quale faccenda privata, le ha chiesto di accompagnarla, mi chiede il mio parere.
Ovviamente non ho niente in contrario e così due giorni più tardi l’accompagno alla stazione centrale, dove incontriamo la sua amica in compagnia del marito, mettiamo le due donne sul transeurop express e ce ne andiamo a prendere l’aperitivo.
Non sapevo ancora che dopo quel viaggio la mia vita matrimoniale sarebbe cambiata, me l’avessero detto non l’avrei creduto.
Non so con esattezza cosa quelle due hanno combinato a Ginevra, niente di riprovevole sicuramente, l’unica cosa che ho saputo &egrave che era andata a trovare un santone indiano, una specie di guru, dove la sua amica si recava regolarmente per curare certi disturbi, e che si era sottoposta alle sue cure, in che cosa consistevano quelle cure, non lo so, e non me l’ha potuto spiegare perché durante le sedute era ipnotizzata.
Il fatto &egrave che &egrave rientrata dal suo viaggio in Svizzera, completamente trasformata, orecchini, anelli e collane d’oro, truccata in modo un po’ strano, occhi bistrati, ciglia allungate col rimmel, le sopracciglia ridisegnate ed infoltite, la bocca resa più attraente da un rossetto di colore rosso vivo, le unghie delle mani e dei piedi ricoperte di uno smalto rosso acceso, e poi come ho constatato dopo quando a casa un camera, si &egrave spogliate, i capezzoli e le aureole delle tette anche esse dipinte di rosso fuoco, e per completare l’opera un bel segno rosso in mezzo alla fronte, tutte cose strane almeno per lei, che sempre aveva usati un trucco leggero.
Indossava una camicia di seta dai colori sgargianti, abbastanza scollata, ma senza eccesso, palesemente non indossava il reggiseno, camminava eretta ed a ogni passi il suo seno prorompente si muoveva, una specie di ballo erotico, oltre alla sua valigia, era carica di baratoli contenenti erbe medicinali, anfore di unguenti, vasetti di creme varia, profumi e belletti diversi, il tutto contenuto in una borsa di tela di juta.
Scende dal treno, mi vede e mi viene incontro sorridente, appena giunta vicina, lascia il suo carico al suolo, mi mette le braccia al collo e mi bacia in bocca, un bacio lungo, sensuale, erotico, lasciandomi di stucco, ma faccio presto a riprendermi .. la stringo per ricambiare le sue effusioni.
La mia riservata moglie, mi bacia in pubblica, un bacio come in vita sua non mi aveva mai dato, neanche nei momenti di massima passione.
Dopo quel bacio mozzafiato, e dopo aver salutato la sua amica, torniamo a casa, si sistema sul sedile vicino a me, mi guarda con un sorriso malizioso sulle labbra, si sbottona la giacca del tailleur, liberando il suo seno fino ad allora contenuto dalla giacca stessa, non posso impedirmi di guardarle le tette e solo allora mi accorgo che ha le gambe nude, ma nel traffico cittadino non posso distrarmi e mi concentro sulla guida, cosa non facile perché Enza mi mette una mano sulla coscia e l’accarezza partendo dal ginocchio e risalendo verso l’inguine, una carezza erotica come non ricordavo di aver goduto da tanti anni.
Arrivati a casa, metto la macchina in garage, prendo il bagaglio di Enza e saliamo per le scale. lei mi precede, sculetta ed ancheggia davanti al mio naso, a quel spettacolo il cazzo si gonfia ancora di più.
Entriamo in casa, i ragazzi vengono a salutare la mamma, notano i cambiamenti, li vedo stupefatti mentre la guardano, lei li bacia come fa sempre e dice ‘Ho portato qualche regali per voi, ma aspettate fino a domani quando avrò disfatto i bagagli, ora voglio ritirarmi sono stanca, devo riposare,’
I ragazzi annuiscono sempre più sorpresi, fino ad oggi non &egrave mai stata troppo stanca per loro.
Lei mi fissa sorridendo ‘Vieni con me caro, &egrave tanto che non stiamo insieme, ora ti vorrei vicino.’
Ora sono io ad essere esterrefatto, cerco di non darlo a vedere, e mi avvio per seguirla.
‘Certo cara, vengo con te, in fondo anche a me farà bene un po’ di riposo.’
Non ci capisco più niente, sono completamente disorientato, e già mi chiedo cosa sarà la sua prossima mossa a sorpresa.
Prendo i suoi bagagli e la seguo in camera, depongo il tutto su un tavolino basso situato in un angolo fra due poltroncine.
Lei prende la borsa di tela di juta e si dirige verso il bagno, intanto inizio a spogliarmi, mi leva la giacca, le scarpe, la camicia ed i pantaloni, poi i calzini, aspetto che venga fuori dal bagno per andarci, &egrave da tanto tempo che ci andiamo più insieme.
‘Non vieni in bagno, dai ti aspetto per lavarmi la schiena.’
Prendo le camicia per metterla, con i calzini, nel cestino della biancheria sporca, ed anche il mio pigiama, per indossarlo per andare a letto,
Entro in bagno, la vedo nuda davanti alla specchio si lava i denti mentre l’acqua caldo riempie la vasca, l’atmosfera &egrave invasa dal profumo di legno di sandalo del bagnoschiuma. Rimango piacevolmente sorpreso dal vederla così ed ammira il suo corpo, che a dispetto degli anni &egrave ancora sodo, il culo alto e le cosce senza cellulite, il seno prosperoso ancora compatto senza segni di cedimento, ma noto anche altre cose, sul fondo schiena, appena più sù della sommità del solco che divide le natiche, vedo un tatuaggio raffigurante una divinità indiana, sbarro gli occhi .. lei si volta verso di me … cosa vedo i capezzoli e le aureole delle tette colorate di rosso, ma quello che &egrave più intrigante, sul monte di Venere completamente depilato, un altro tatuaggio che rappresenta un altra divinità indiana.
Non avrei mai pensato di poter vedere un giorno Enza decorata di tatuaggi, sui i punti più intimi della sua persona, vista che aveva piantato un casino quando la nostra figlia aveva espresso il desiderio di farsi disegnare una farfalla sulla spalla,
Lei mi sorride maliziosa, vedendo la mia espressione, poi nota il pigiama che tengo sotto braccio.
‘Ti piaccio? dai dimmelo ..’ gira su sé stessa per farsi ben vedere, mentirei negando di essere ammirato.
‘Sì certo .. mi piaci … ma lo sai che mi sei sempre piaciuta,,,’ intanto non posso impedirmi di aver una reazione fisica ben visibile e lei se ne accorge e di nuovo sorride con malizia.
‘Ehmmm e cosa fai con quel pigiama… hai paura di prendere freddo? … dai spogliati che facciamo il bagno.’
Lascio cadere il pigiama … vado vicino alla vasca ed aiuto Enza ad entrarvi entro anche io e mi siedo di fronte a lei … tengo le gambe larghe per lasciarle abbastanza spazio per distendere le gambe … in effetti le distende .. sento i suoi piedini che mi accarezzano il membro … lo tiene stretto fra i due piedi e li muove … &egrave sì un massaggio, un po’ disordinato, ma &egrave comunque una carezza molto piacevole ed eccitante.
Lei mi sorride divertita dalla mia faccia ‘Ti piace eh! non negare lo vedo benissimo che ti piace.’ e così dicendo stringe i piedi più forte e li muove più velocemente.
La vasca non &egrave fatta per ospitare due persone e quindi ci stiamo un po’ stretti, non abbiamo molto spazio di manovre, ci accontentiamo di poco.
Lei continua ad usare i piedi per accarezzarmi il cazzo ed io sporgendomi in avanti allungo le mani per accarezzare le sue tette, palparle, stringerle, impastarle, giocare con i capezzoli duri ed eretti, tirandoli, schiacciandoli, facendoli girare fra le punte delle mie dita.
L’acqua si fredda e, volente o nolente, ci tocca uscire dalla vasca, prendo un grande asciugamani ed inizio a frizionare Enza, lei chiude gli occhi, le labbra socchiuse … si lascia fare, una volta asciugata lei, mi asciugo anche io, mentre si spalma una crema profumata sul corpo,
Mi fissa ‘Mi spalmi la crema sulla schiena amore?’
E come potrei rifiutare un simile invito, prendo il vasetto ed inizio a spalmare la crema partendo dalle spalle fino giù sul culetto, dove mi attardo a lungo, sicuramente più del necessario per semplicemente spalmare della crema per il corpo.
Lei volta il viso per fissarmi sorridente ‘Amore che fai? ti piace il mio culetto? … sì lo vedo, ti piace.’
Si passa una mano dietro la schiena e mi afferra il membro delicatamente, lo accarezza, lo
massaggia e se lo posa nel solco fra le natiche sporgendo il sedere indietro.
‘Vuoi farmi il culo amore? … non negare lo so, &egrave da una vita che vorresti farmelo … beh aspetta un attimo solo … ti preparo .. mi preparo e poi te lo dò’
Di certo non posso negare … rimango senza parole, non riconosco più Enza, mi sembra di vivere un sogno erotico ma temo che presto o tardi mi sveglierò.
Lei si appoggia al lavandino chinandosi in avanti, lascia andare il cazzo e si passa la mano sulla figa per raccogliere il suo miele. si sposta leggermente e se lo spalma fra le natiche ungendo l’ano, poi riporta la mano sulla figa … la bagna e mi unge il cazzo .. e per finire l’ultima sorpresa … dall’ano si estrae un plug di ceramica e lo deposita nel lavandino.
Mi prende il cazzo e lo guida fra le sue chiappe, sporge il culo indietro e mi dice ‘Spingi … piano però … lo sai che sono vergine da quella parte .. per questo ho messo il plug per prepararmi a riceverti.’
Spingo e lentamente il cazzo si fa strada nelle sue viscere, vedo il suo viso nelle specchio, si morde il labbro inferiore, tiene gli occhi chiusi stringendoli, mentre la penetro … mi muovo piano spingendo fino a quando sente i miei testicoli sbattere e bagnarsi sulla sua figa … a mano a mano che le scopo il culo vedo che si rilassa … tiene ancora gli occhi chiusi, ma non lo stringe più, ora le labbra sono socchiuse, se le lecca piano, sul suo viso appare un espressione di felicità e di piacere … preme il culo contro di me .. dalla sua bocca esce un lamento di piacere.
‘Ahhhh …. ohhhhh … mamma mia … che bello … dai amore non fermarti … spingi più forte voglio sentirti sborrarmi nel culo .. … dai amore voglio un clistere di sborra.’
Si mette una mano fra le cosce ed inizia a masturbarsi mentre la sto inculando, tengo le mani strette su i suoi fianchi e pompo, lei continua ad incoraggiarmi … ma non possiamo resistere a lungo così.
‘Amore … sto godendo come una troia … la tua troia … ohhhh … sììì … ancoraaaa … più forte … sono la tua troia … dimmelo tesoro … ahhh … VENGOOOOOOOO!
‘Sì sei una troia … la mia troia … una grande troia … la mia puttana personale … ahhhh … sto per sborrarti nel culo … ti faccio godere troia? AHHHHH VENGOOOOO.’

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A lungo rimango adagiato sulla schiena di Enza stringendola a me, ansimiamo tutti e due, il cazzo scivola lentamente fuori dal culo, ed ora il mio sperma fuoriesce lentamente andando ad imbrattare l’interno delle sue cosce, dove si mescola con il miele che rilascia in abbondanza la sua figa.
Enza, sentendo il culo liberarsi dalla mia presenza si muove, si libera gentilmente dal mio abbraccio e si volta, guardandomi in faccia, appoggia le chiappe sul lavandino ed allarga le cosce.
‘Puliscimi amore … sono tutta imbrattata.’ lo dice sorridendo fissandomi negli occhi.
Come soggiogato, incapace di pronunciare una parola, mi inginocchio di fronte a mia moglie ed inizio a leccare l’interno delle cosce, dove si mischiano i sapori, lo sperma più consistente .. un po’ acro, il miele trasparente e più liquido dal gradevole sapore leggermente salato.
Mi impegno a ripulirla, prima le cosce poi risalendo la figa ed infine abbassandomi ancora di più, l’ano spingendo la lingua in profondità per una pulizie perfetta, lei mi tiene le mani sulla testa, di fatto &egrave lei a gestire tutto sin dall’inizio, guida i miei movimenti e la sento fremere, finché all’improvviso si irrigidisce, le si piegano le ginocchia e viene scossa dall’orgasmo, solo allora lascia libera la mia testa.
Mi rialzo e la bacio, le nostre lingue si cercano, lei mi si stringe addosso .. poi senza pronunciare una parola si stacca da me … si accuccia … mi accarezza il cazzo … mi lecca e succhia i testicoli .. inizia a leccarmi l’asta iniziando dalla base … tira indietro la pelle del prepuzio … bacia il glande … lo colpisce con rapide leccate .. finalmente lo ingoia e succhia … alza gli occhi e mi fissa … si sente solo un lieve rumore di suzione … non ho parole … la guardo incredule .. &egrave la prima volta dopo anni di matrimonio che mi fa un pompino … non guardo alla qualità … mi basta il fatto … le metto le mani sulle spalle … ogni tanto le accarezzo le tette .. la lascio fare … chiudo gli occhi e mugolo di piacere.
Il cazzo sussulta … il godimento &egrave intenso ed il piacere sale piano ma prepotente e lei lo avverte .. lascia andare il cazzo con mia grande delusione .. si alza … lo prende in mano e lo accosta alla figa.
‘Scopami amore … sbattimi come una puttana … ti voglio sentire dentro di me … voglio sentire la tua sborra riempirmi la figa … sono una troia in calore amore .. la tua troia per sempre.’
Guida il cazzo fra le grandi labbra ‘Dai amore spingi entra nella figa della tua puttana .. fa felice la tua troia … forza amore.’
Ed io spingo, il cazzo scivola facilmente nella figa che lo avvolge, lo munge, lo risucchia, le nostre bocche si incontrano, si uniscono, quasi incollate, le nostre lingue si cercano, si trovano. si accarezzano.
Essendo già venuto in precedenza, la mia resistenza &egrave aumentata e riesco a scoparla a lungo prima di dover arrendermi all’orgasmo.
Enza ansima, mugola, geme e si lamenta, tiene gli occhi chiusi e la testa rovesciata all’indietro, si lecca le labbra, muove il capo da destra a sinistra e viceversa, prende una mia mano e se la porta sul seno.
Con la destra le impasto le tette, titillo i capezzoli, introduco la sinistra nel solco del culetto, il dito medio cerca l’ano e vi si spinge, trovandolo largo lo faccio raggiungere dall’indice, così sollecitata lei si muove in fretta, spinge il bacino in avanti per premere la figa sul mio cazzo … muove il culo facendolo girare …
‘Ohhh … porco cosa mi fai? … vuoi farmi morire di piacere? … ohhh … non smettere … continua … sì… così … ahhh … godo … sei un porco non la smetti mai … AHHHH … VENGOOOO!’
‘Sì sono il tuo grosso porco e tu sei una troia …che vuole essere sbattuta … sfondata … scopata come una puttana … forza godi troia che non sei altro .. muovi il culo e fammi godere!’
Si muove in fretta ‘Ecco che mi muovo ohh … mi eccito di nuovo … col tuo grosso cazzo dentro la mia figa vogliosa … vieni non fare lo stronzo … voglio tutto dentro … ahhh … sì .. così!’
A quel punto non mi trattengo più, faccio schizzare la mia sborra nella figa che mi stringe il cazzo.
‘Ahhh … ecco .. la senti … nella figa … la mia sborra … ohhhh…!’
Veniamo assieme sfiniti … senza fiato .. allacciati in un abbraccio che non smette mai … poi ci separiamo e sazi di piacere ci ripuliamo, io le lecco la figa e lei mi lecca il cazzo. Usciamo dal bagno .. torniamo in camera per buttarci sul letto … passo il braccio sotto le spalle di Enza e l’attiro contro di me … vorrei farle tante domande … tante questioni mi girano per la mente ma no so da dove iniziare.
Lei mi si stringe addosso forte, mi bacia sul collo, mi accarezza il petto, le spalle, il viso. scende sul torace, sulla pancia, mi stringe piano il membro .. poi si solleva su un gomito e mi fissa … sembra voler parlare, ma esita, forse &egrave come me, non sa da dove iniziare.
Finalmente si decide ‘Amore ti piace come sono adesso? … sono molto cambiata lo so .. me ne rendo conto da sola … ma dimmi ti piace come sono diventata … insomma sei felice di aver una moglie’ si ferme esitante … riprende ‘troia … esibizionista e puttana?’
Ridacchio tanto per darmi un contegno ‘Tesoro, finché sei troia, esibizionista e puttana con me .. non ci trovo niente da ridire.’
Lei annuisce seria … riflette prima di rispondere ‘E se lo fossi con altri uomini, cosa diresti?’
Sussulto e sbotto, quasi senza rendermene conto ‘Cazzo! Enza … per anni mi hai fatto fare una vita quasi monacale … poi te ne vai a Ginevra col pretesto di accompagnare la tua amica e te ne torni a casa completamente trasformata … non ti ho chiesto cosa avete fatto lì … non voglio rovinarmi il fegato … sono felice della tua metamorfosi ma da lì a tollerare che quella tua trasformazione sia anche a beneficio di altri ne passa della strada, te l’ho appena detto, finché sei troia, esibizionista e puttana con me, va tutto bene ma andare oltre no!’
Mi guarda e sorride ‘Tesoro … questo volevo sentirti dire … devo farlo sapere al Maestro.’ e mi bacia in bocca.
La guardo sorpreso ‘Al Maestro … non capisco … spiegami … chi &egrave e cosa c’entra con noi.’
Lei si siede, mi guarda sorridendo e mi si mette sopra a cavalcioni sistemandosi bene la figa appoggiato sul mio cazzo .. una volta a posto, inizia a parlare.
Mi racconta che ha accompagnato la sua amica che soffriva di un problema molto simile al suo, era in cura da un anno e già era molto migliorata, questa aveva convinto Enza di provare, se andava bene meglio se non andava avrebbe solo perso un po’ di tempo, ma almeno avrebbe provato di mettere le cose a posto.
Mi spiega tutto, il rito dell’iniziazione, quando aveva dovuto spogliarsi nuda di fronte al Maestro, mi dice della sua vergogna, della sua voglia di scappare e se non lo fa &egrave solo per la paura di non sapere cosa fare, mi racconta che si deve sempre presentare nuda oer il bagno rituale, quando si deve immergere completamente, all’inizio di ogni seduta, senza gioielli, orologio, catenine ecc. per non ostacolare il fluido del Maestro.
A questo punto non resisto più e le chiedo quanti anni ha quel Maestro che vuole sempre vedere mia moglie nuda, lei ride, mi chiama gelosone e mi da un bacio veloce prima di dirmi che il Maestro &egrave vecchio, molto vecchio, tanto che &egrave quasi cieco e si sposta sempre accompagnato da due ragazzini che lo sostengono, solo i suoi assistenti sono giovani.
Lei riprende il suo discorso, non mi può dire in che cosa consistono le sedute, perché una volta sdraiata ai piedi del Maestro, viene sempre colpita da una gran voglia di dormire, si risveglio solo quando la svegliano, ogni seduta porta un risultato, per iniziare viene liberata dei suoi problemi fisici e ne &egrave stata subito felicissima.
Poi si &egrave sentita liberata delle sue inibizioni, il Maestro ha preteso che si studiasse il Kamasutra per liberarsi di quel senso eccessivo di pudore, e a mano a mano che proseguiva quello studio, ogni volta che si svegliava, si ritrovava qualche novità addosso, il tatuaggio sul fondo schiena, poi il pube depilato, ed ancora il tatuaggio sul pube, le tette colorate e dopo l’ultima seduta quel punto rosso in mezzo alla fronte.
Si &egrave portata dietro una serie di erbe per infusi, sono per curare i suoi disturbi mi dice, ma io ho il sospetto che agiscono anche su i suoi sensi, deve seguire una dieta e tutte le settimane scrivere al Maestro per tenerlo al corrente della situazione.
Mi dice anche che ci sono vari livelli, lei ha raggiunto il primo livello, quello chiamato “Liberazione della sensualità” può fermarsi oppure proseguire verso il secondo livello, chiamato “Orgoglio del corpo”, quando le chiedo cosa sono gli altri livelli, non me lo sa spiegare con esattezza, ma ha incontrato diverse donne ed ha capito alcune cose e da quelle che mi racconta le cose sembrano chiare, si passa dalla casalinga disinibita col marito, ai livelli successivi per raggiungerli le Signore devono dimostrare, ad ogni livello, una maggiore disinvolture in materia di relazioni sessuali, fino a raggiungere il livello di “Danzatrice del tempio”, vere e proprie prostitute sacre.
Le ribadisco che per me dovrebbe fermarsi al livello raggiunto, non ho niente in contrario al fatto che rimanga in contatto con il Maestro, ma per me la sua iniziazione si dovrebbe ferma lì, invece lei insiste per essere iniziata almeno al secondo livello.
Per tutto il tempo della nostra conversazione &egrave rimasta con la figa premuta sul mio cazzo, il che già di per sé era arrapante, ma se poi si muove strusciando la figa sul cazzo diventa una cosa insostenibile, poso le mani sui suoi fianchi e la sollevo.
‘Mettitelo dentro amore … non resisto più.’
Lei che non aspettava altro mi accontenta prontamente ed una volta avuto il cazzo ben inserito nella figa inizia a muoversi velocemente … una scopata intensa … una cavalcata selvaggia piena di passione … sento i suoi umori colare dalla figa e bagnarmi il pube, allungo le mani e le palpo le tette, si abbassa versi il mio viso e ci baciamo.
Siamo troppo eccitati, non duriamo a lungo, l’orgasmo sale improvviso e prepotente .. ci travolge lasciandoci senza fiati e sfiniti, lei mi rimane addosso anche quando il cazzo &egrave scivolato lentamente fuori dalla sua figa.
Senza che ce ne accorgiamo scivoliamo piano nel sonno.

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La luce del sole che filtra fra le persiane mi colpisce il volto e mi sveglia, batto le palpebre e mi guardo intorno … Enza &egrave ancora coricata su di me con la testa posata sulla mia spalla, proprio come si &egrave addormenta esausta dopo le nostre performance erotiche, ed io non mi sono mosso, l’ho tenuta stretta tutta la notte.
Mi sento la vescica piena, ma non so come fare a muovermi senza svegliare il mio amore, adagio mi sposto, lei nel sonno mi si stringe e mugola, come una lieve protesta per il disturbo arrecato.
Mi guardo, ho il cazzo eretto … erezione mattutina, per ora niente di più, lo osservo … ieri sera ci siamo addormentati senza lavarci ed &egrave ancora imbrattato dei nostri umori, allungo il collo per guardare Enza, anche lei mostra i resti della nostra ultima lotta, l’interno delle sue cosce &egrave coperto dalle tracce dello sperma che, mescolato con il suo miele, le &egrave colato dalla figa e si &egrave seccato sulla sua pelle.
Ma non posso resistere più a lungo, devo andare in bagno, piano mi sfilo da sotto Enza e mi dirigo verso il bagno, col cazzo eretto e gonfio di pipì.
‘Amore dove vai?’
Mi volto verso Enza che &egrave seduta sul letto ‘A fare la pipì tesoro.’
‘Ehmmm .. che bel cazzo che mostri presto alla mattina … anche a me scappa la pipì.’
Faccio un pensiero e sorrido un po’ malandrino ‘Dai allora vieni che facciamo la pipì insieme.’ le porgo la mano, lei si alza ed afferra la mano che le offro, insieme andiamo in bagno.
Enza, in tono scherzoso, mi domanda ‘E chi fa la pipì per primo? la buona educazione vorrebbe che tu mi cedessi la precedenza … ma forse ti scappa troppo per essere educato.’
Ridacchio, sollevo la tavoletta e mi siedo sulla tazza del WC, allungo la mano verso di lei.
‘Vieni qui, apri le gambe amore e mettiti a cavalcioni sulle mie cosce.’
Lei mi guarda intrigata …’Cosa ti sei inventato ora? quale stranezza? … dai che sono curiosa.’
‘Dai vieni a fare la pipì con me.’ l’attiro su di me, il cazzo eretto premuto sul suo grembo, la sua figa sulle mie palle, mi guarda sempre più sorpresa.
‘Ed ora che facciamo amore.’ mi chiede premendo la figa forte.
‘Adesso amore facciamo la pipì.’ rispondo sorridendo.
Lei spalanca gli occhi incredula … balbetta ‘Ma ti farò la pipì addosso.’
‘Certo amore, così come io ti farò la pipì addosso … una cosa molto intima ed eccitante.’
Mi fissa … esita un attimo poi sento un fiotto caldo bagnarmi il pube, le palle e le cosce … non so se per aderire al mio invito o più semplicemente perché non era più in grado di trattenersi … mi lascio andare ed le piscio addosso .. il getto troppo a lungo represso si libera e parte potente bagnandola fino sulle tette.
Stranamente, non si ribella, chiude gli occhi e mi bacia appassionata, la sua lingua mi fruga la bocca, le sue mani mi tengono la testa impedendomi di muoverla, io le accarezzo la schiena ed il culo.
Ci stacchiamo, la fisso in silenzio, mi restituisce lo sguardo, le brillano gli occhi la vedo felice.
Ci dedichiamo alla toilette mattutina, dopo quello che abbiamo fatto sembra che fra di noi siano cadute le ultime barriere di pudore, mi faccio la barba mentre lei &egrave seduta sulla tazza del WC, cosa impensabile fino a questa mattina, facciamo la doccia assieme, altro momento molto piacevole, ci laviamo e ci asciughiamo a vicenda, scambiandoci di continuo baci e carezze.
Guardandosi allo specchio, Enza si sistema i capelli, si mette il rossetto sulle labbra, il bistro sulle palpebre, si ravviva la macchia rossa che porta in mezzo alla fronte, ed anche il colore sulle tette, per tutto quel tempo le sto dietro ad accarezzarle il culo, ma lei &egrave impegnata a prepararsi e non si lascia distrarre.
Finalmente usciamo dal bagno, tornati in camera, Enza va a frugare nella sua borsa di tela di juta, che contiene tutto quello che si &egrave portata dietro da Ginevra, ne estrae due candele rosse site su delle base di rame che portano incise dei disegni e dei segni, per me incomprensibili.
Posa quelle candele sul pavimento, le accende, mi passa la camera digitale, si inginocchia
fra le candele accese, seduta sui talloni, tiene le cosce leggermente scostate, ma comunque abbastanza da fare vedere distintamente la figa, congiunge le mani ed abbassa il capo.
‘Fammi una fotografia in questa posizione.’
Un po’ sorpreso e soprattutto curioso eseguo ed aspetto, per un lungo momento lei rimane così ad occhi chiuso, quando li riapre mi sorride e si alza.
‘Ora assumerò altre posizioni e tu amore mi fotograferai.’
Lei si mette in posa, posizioni strane che si richiamano alla tradizione indiana, alcune della quali francamente oscene.
‘E che te ne farai di queste foto.’ chiedo in po’ preoccupato.
‘Quando, alla fine di questa settimana, scriverò al Maestro per metterlo al corrente delle mie azioni, affinché egli sappia che seguo le sue istruzioni, le allegherò, la prima &egrave l’invocazione mattutina, le altre sono per essere ammessa al secondo livello, quello chiamato ‘Orgoglio del corpo’ dimostrano che sono orgogliosa del mio corpo e che non temo di mostrarlo, egli mi risponderà dandomi nuove istruzioni ed indicandomi le posizioni da assumere per le prossime fotografie che gli manderò, e così sarà tutte le settimane fino al mio prossimo viaggio a Ginevra.’.
Rimango un po’ disorientato e mi chiedo dove ci porterà questa storia.
Ora Enza si fascia un pezzo di stoffa colorata attorno al corpo, che la copre da sotto le ascelle fino alle caviglie, noto che sotto quell’abbigliamento non indossa biancheria intima, niente reggiseno e neanche mutandine.
Dalla borsa di juta estrae due pacchettini, scendiamo in cucina per fare collazione, troviamo i ragazzi e lei consegna ad ognuno il proprio regalo.
Non credo i miei occhi, alla ragazza ha regalato, un completino intimo molto sexy, perizoma e reggiseno di pizzo rosa, se penso che fino ad ora le aveva sempre comprato della biancheria che sembrava quella della nonna, come la sua d’altronde, al ragazzo una di quelle piccole console per giochi elettronici, da lei sempre ritenuti cose stupide.
Ma le mie sorprese non si fermano lì, lei fa collazione con latte e frutta, rifiuta il caff&egrave e le brioche calde … chissà quante altre novità scoprirò nel prossimo futuro.
Sono in ufficio, la giornata lavorativa sta per terminare, squilla il telefono, &egrave le centralinista.
‘Dottore, c’&egrave sua moglie al telefono.’
‘Bene .. grazie passamela.’ sono ansioso, e mi domando che sarà successo, Enza non mi chiama mai sul lavoro, a meno che sia per un motivo importante ed urgente.
‘Ciao amore, disturbo?’
‘No … che succede?’
‘Niente di grave, mi ha telefonato la Mirella, sai chi &egrave vero? &egrave la mia amica con la quale sono andata a Ginevra, per chiedermi se volevamo uscire questa sera con lei e suo marito, vanno all’inaugurazione di un nuovo ristorante, posso dirle di sì?’
Quella donna &egrave una delle poche fra le amiche di Enza che mi sia simpatica, e suo marito &egrave una persona di compagnia, quindi rispondo senza esitazione di essere d’accordo.
‘Passeranno a prenderci a casa verso le 20:30, farai in tempo a tornare ed essere pronto?’
‘Ma certo, non ho niente di urgente da fare, esco dall’ufficio subito.’
Detto e fatto, prendo la macchina dal parcheggio aziendale e torno a casa.
Arrivo a casa, trovo Enza con addosso un accappatoio che si asciuga i capelli col phon, un bacio veloce e mi spoglio per andare a fare la doccia.
Non c’&egrave fretta, quindi me la prendo con comodo e rimango sotto l’acqua abbastanza a lungo.
Mi asciugo, mi faccio la barba e vado in camera a vestirmi, Enza &egrave lì di fronte al grande specchio che si ammira, ha indossato un vestito nero, senza maniche, chiuso davanti e legato al collo, invece sulla schiena ha una profonda scollatura, &egrave lungo fino a circa metà coscia, di tessuto elasticizzato la fascia bene, mettendo in risalto tutte le suo curve, ovviamente &egrave senza reggiseno, quel vestito non lo consentirebbe.
Faccio un fischio di ammirazione e ridendo dico ‘Ecco l’Orgoglio del corpo … amore sei splendida.’
Lei arrossisce e si volta sorridendo, lusingata dal complimento ‘Grazie caro, ti piace questo vestito?’ gira su sé stessa.
‘Ma certo che mi piace, non te lo avevo mai visto.’
Ride ‘L’ho comprato oggi, per questa serata, sono contenta che sia di tuo gusto, temevo che l’avresti trovato troppo osé.’
‘No .. no .. va bene non preoccuparti.’ invece dovrei essere più attento, non mi accorgo della profondità della scollatura sulla schiena, limitandomi ad osservare l’aspetto castigato della parte anteriore di quel vestito.
Mi vesto, e siamo pronto ad uscire, sopra il vestito Enza si &egrave messa sulle spalle uno scialle di seta a fiori su fondo nero, scarpe con tacchi vertiginosi e calze nere con la riga della cucitura dietro, &egrave di un sexy tremendo.
Arrivano i nostri amici, saliamo in macchina, gli uomini davanti e le donne dietro, durante tutto il viaggio non fanno che bisbigliare e ridacchiare.
Dopo circa mezz’ora giungiamo al ristorante, Adolfo, il marito della Mirella, parcheggia la macchina, scendiamo e ci avviamo verso l’ingresso, Enza e Mirella si tengono a braccetto, non ci badano, ridono, si parlano a bassa voce, camminano sculettando ed ancheggiando, mi domando cosa avranno mai in mente.
Il capo sala ci viene incontro, con fare professionale ci accoglie, Adolfo gli dice della prenotazione, egli annuisce compito..
‘Signore e Signori, benvenuti, se vogliono seguirmi, vi accompagnerò al tavolo che vi &egrave stato riservato e si avvia.
Lo seguiamo, prima le donne e poi gli uomini, osservo Enza, lo scialle le &egrave scivolato dalle spalle, lei lo tiene all’altezza della vita, &egrave splendida, poi do un occhiata a Mirella, &egrave più giovane di Enza di un paio di anni, &egrave una bella bionda, carina, alta, slanciata, due tette da sballo, un culo alto e sodo e due belle gambe, indossa un tubino rosso, lungo fino a metà coscia, calze chiare, scarpe rosse con i tacchi a spillo che la fanno sembrare ancora più alta, insomma una bella figa.
Il nostro tavolo &egrave un po’ defilato, fuori dall’andirivieni dei camerieri ed anche dal passaggio dei clienti, &egrave un tavolo quadrato, sono seduto di fronte ad Adolfo, alla mia destra c’&egrave Enza, alla mia sinistra &egrave seduta Mirella.
Arriva il capo sala a portarci i menù, si piazza dietro Enza con la penna in mano pronto a prendere l’ordinazione, fatto questo viene il sommelier con la lista dei vini, e guarda caso, anche lui si ferma dietro Enza mentre aspetta.
Veniamo serviti, il cameriere spinge il carrello tra Enza ed Adolfo e lo posiziona di modo da essere dietro mia moglie per impiattare, ora incomincio a domandarmi cosa succede, quando poi viene il sommelier con il vino, dopo aver versato un dito di vino nel calice di Adolfo, si sposta dietro Enza per aspettare il suo giudizio, ma forse sono io inutilmente sospettoso, visto che nessuno di noi, tanto meno mia moglie sembra notare questi fatti, mi tranquillizzo e mi gusto la serata.
Ogni tanto il capo sala viene a domandarci se tutto &egrave di nostro gradimento, così come fa il sommelier che ci chiede se il vino &egrave di nostro gusto, mi sembra perfino una cortesia eccessiva, ma a parte questo il servizio &egrave eccellente, i camerieri si succedono per sparecchiare ed apparecchiare, mescere il vino nei calici o l’acqua nei bicchieri.
Abbiamo terminato di gustarci il dessert, quando Enza si alza, prende la sua borsetta ed invita Mirella ad accompagnarla in bagno, si allontanano attraversando la sala del ristorante, ed io le seguo con lo sguardo e le vedo sculettare ed ancheggiare con fare provocatore come due troie.
Quasi mi viene un colpo, solo allora mi rendo conto della profondità della scollatura del vestito di Enza, non solo si vede distintamente il tatuaggio che orna il suo fondo schiena, ma ad ogni passo si intravede l’inizio del solco che separa le sue natiche, rivelando così che non porta niente sotto quel vestito.
Stranamente la cosa non mi fa incazzare, anzi mi eccita, e probabilmente Enza se lo aspettava, perché si volta verso di me, mi sorride e mi soffia un bacio prima di sparire nella toilette delle signore.
Dopo un po’, le nostre mogli tornano, allegre, pimpante … mi alzo e sposta la sedia di Enza per aiutarla a sedersi, il mio sguardo si concentra sulla scollatura, reprimo a stento un esclamazione, le vedo il culo … non posso impedire al mio cazzo di reagire, torno a sedermi sperando che nessuno abbia notato il gonfiore che ho all’inguine, mi guardo intorno ed incontro lo sguardo divertito di Mirella che ha visto e capito, ben sapendo cosa avrei visto.
Ora capisco le premure del personale del ristorante, tutti hanno potuto vedere il culo di mia moglie, e quel pensiero mi eccita ancora di più.
Enza si porge verso di me, posa la sua mano sulla mia, mi bacia velocemente a fior di labbra.
‘Ti &egrave piaciuto amore vedermi così, sai sono dovuta andare in bagno, ero troppo eccitata nel sentire tutto quegli sguardi su di me, e tu amore ti sei eccitato a guadarmi?’
Cosa potrei rispondere, non sono eccitato … sono eccitatissimo temo di venire così di colpo nei pantaloni senza neanche toccarmi.
‘Sì amore, muoio dalla voglia … sei stupenda tesoro, e poi pensare a tutti quelli che con libidine ti guardano il culo mi eccita da morire.’
Lei mi dà un altro bacia veloce sulle labbra ‘Porta pazienza .. fra poco andremo a casa nostra .. ho già parlato con Mirella .. abbiamo già organizzato uno spettacolo per i nostri Signori e Padroni.’
Lasciamo il ristorante per andare a casa nostra, le donne escono a testa alta sculettando ed ancheggiando, lanciando, con fare da troie, sguardi e sorrisi provocatori in giro, ed io mi domando fino a che punto hanno deciso di spingersi.

Per commenti brubu@yahoo.it Venuti via dal ristorante ci dirigiamo verso casa nostra, la casa &egrave vuota, i ragazzi sono via, la ragazza &egrave andata al mare assieme ad una sua amica ed i suoi genitori, il ragazzo &egrave in gita scolastica, la casa &egrave nostra non dobbiamo preoccuparci di niente.
Appena giunti, le donne ci fanno accomodare nel salotto, ci raccomandano di metterci al nostro agio, e ci portano dei bicchiere ed una bottiglia di Ferrari, ed anche la cinecamera digitale, noi ci leviamo la giacca e ci allentiamo la cravatta.
Le Signore mettono un compact disk con musica orientale, sicuramente indiana, quattro delle solite candele rosse accese, poi spariscono,
Il tempo passa, intanto Adolfo ed io iniziano a bere, guardo il mio orologio, &egrave quasi mezz’ora che sono uscite dal salotto ed ancora non tornano, quasi mi verrebbe da andare a cercarle, ma ecco che si apre la porta ed entrano.
Adolfo sorride, probabilmente non &egrave alla prima esperienza, così non &egrave per me, le guardo incredule, a parte un minuscolo straccio di cotone bianco che copre la figa ed il solco del culo, tenuto sù da due cordicelle, non indossano niente altro, si sono pettinate stirandosi i capelli in un chignon sulla nuca, sono pesantemente truccate, il rosso sulle tette e sulla fronte &egrave stato ravvivato, entrano con le mani giunte camminando al ritmo di quella musica, si mettono di fronte a noi per inchinarsi, poi si inginocchiano sedute sui talloni, inizia lo spettacolo.
Tengono le cosce scostate, il bacino rimane fermo, muovono solo il busta, le braccia, le mani e la testa al suono della musica, sapendo di farle un piacere, inizio a scattare fotografie poi metto la camera sul mode film, e la poso sulla credenza per riprendere tutta la scena.
Non c’&egrave niente da fare, mi sto eccitando, ma vedo che Adolfo si eccita anche lui, si accarezza piano la patta del pantaloni.
La musica cambia ritmo, diventa più veloce, si alzano per eseguire una serie di passi abbastanza complicati, sempre muovendo il busto, le braccia, le mani ed la testa.
Il mio sguardo rimane incollato sulle tette, che sussultano a secondo dei loro movimenti, ma ora si spostano, hanno iniziato a ballare nello spazio delimitato dalle quattro candele, che formano un quadrato ideale, lo lasciano per avvicinarsi a noi, Mirella si mette di fronte a me ed Enza va davanti ad Adolfo, iniziano ad eseguire dei movimenti elaborati a sfondo erotico, sbarro gli occhi, un rapido movimento della mano e quella specie di perizoma di cotone bianco sparisce, hanno la figa ben in vista, si portano le mani sul petto e si sollevano le tette impastandole, giocano con i capezzoli, lentamente si abbassano fino a sdraiarsi sul tappeto, allargano le gambe e sollevano il bacino seguendo sempre il ritmo della musica.
Non posso impedirmelo, sopra i pantaloni mi accarezzo il cazzo guardando a turno la figa di Mirella e quella di Enza, quelle due puttane hanno deciso di farci impazzire, vedo Adolfo guardare ipnotizzato la figa di mia moglie, si &egrave aperto la patta dei pantaloni e la mano nelle mutande sta menando il cazzo.
Vorrei urlare … BASTA … afferrare Enza e portarla in camera di peso e scoparla fino a consumarmi il cazzo … ma ho la gola secca, sono senza fiato, a fatica riesco a bagnarmi le labbra con la lingua … mi sembra di essere sul punto di impazzire.
Improvvisamente la musica cambia, si alzano ed incominciano a ballare allegramente, altri quattro o cinque passi e fuggono di corsa.
Adolfo le guarda andare dispiaciuto ‘Cavoli, ogni volta che Mirella organizza uno di quei spettacolini, mi eccito come un maiale, non &egrave molto signorile, ma non ci posso fare niente.’
‘Beh, non c’&egrave niente da vergognarti, anche io sono eccitato come un maiale se &egrave per questo, ma scusa Mirella lo fa spesso quella rappresentazione.’
Ridacchia ‘Anche una volta alla settimana, se le sembra che il mio ardore si sta affievolendo, però sempre da sola, &egrave la prima volta che coinvolge un altra donna, perché Enza non si esibisce così con te?’
Ora sono io a ridere ‘Certo qualche piccola esibizione, lo fa anche Enza, ma Mirella da quello che ho capito &egrave più avanti di Enza di almeno un livello, quindi &egrave più esperta.’
Lui annuisce ‘Hai ragione ma temo che non finisce qui, di solito questo &egrave l’aperitivo … dopo … ehmmm scusa il termine … si chiava, ma oggi non so proprio cosa succederà.’
‘Ehmmm … vedremo .. chi lo sa .. mi sono sembrate sù di giro … non ci rimane che aspettare.’
Non dobbiamo aspettare a lungo, eccole che tornano, hanno indossato dei sari indiani colorato si fine stoffa trasparente, si vede benissimo che sotto non indossano niente, Enza viene a sedersi al mio fianco e Mirella raggiunge suo marito.
Enza mi si stringe addosso e mi bacia appassionata, anche Mirella si stringe al marito, con la coda dell’occhio vedo la sua mano sparire e muoversi nella patta dei pantaloni di Adolfo.
Sono impacciato, la presenza di Mirella e di suo marito mi blocca, non so come comportarmi, Enza invece sembra al suo agio, mi bacia, mi tocca il cazzo, prende la mia mano e se la porta sul seno, non smette di baciarmi con ardore, mettendomi in grave imbarazzo.
Adolfo non ha di questi problemi, in pochi minuti il sari di Mirella sparisce .. buttato al suolo, e dopo un po’ anche lui &egrave nudo e si scopa la moglie sul divano vicino a me, mi basta guardare per vedere Mirella con le gambe larghe che si prende il cazzo di suo marito nella figa sbrodolosa, riesce a percepire il suo odore di femmina eccitata.
Malgrado tutto il mio disagio, non posso certamente rimanere indifferente ai baci ed alle carezze di Enza ed allo spettacolo di quei due nudi che scopano sul mio divano, sotto il mio naso, tanto più che oramai sono ore che sono eccitato.
Non ce la faccio più a ragionare, sono troppo eccitato, stringo Enza e la spoglio, tanto Adolfo l’ha appena vista nuda, lei mugola e si lascia fare … mi sbottona la camicia, mi sbottona i pantaloni, non ci vuole molto e sono nudo anche io.
Enza mi guarda con gli occhi persi ‘Scopami amore … prendimi … sbattimi … come una puttana … come una troia … hai visto oggi che razza di troia sono diventata … ti sei eccitato eh porco … ti piaceva vedere tutti quei maschi in calore attorno a me … dai dimmelo … mi eccita.’
Glielo metto dentro ed inizio a scoparla, non me ne frega niente se ci guardano, lo facciano pure.
‘Sì ho visto sei diventata una troia e mi eccita di saper che mia moglie &egrave una puttana una grande troia … dai muovi quel culo fammi godere.’
Lei mi stringe i fianchi con le gambe, mi mette le braccia al collo, mi bacia, mi mette la bocca all’orecchio per dirmi oscenità.
‘Forza porco sfondami la figa … sbattimi sono una puttana e lo divento sempre più ogni giorno … guarda Mirella come gode .. lei sì che &egrave una gran puttana ma lo diventerò anche io .. ti eccita eh maiale … dai dimmelo voglio sentirtelo dire ….’
‘Sì sei una grande troia … sei una puttana … la mia troia … la mia puttana … me lo devi dire … cosa sei tu?’
‘Sono la tua troia … sono la tua puttana … e tu sei un grosso porco che mi scopa, un maiale che gode di vedere la sua donna diventare troia e puttana … ohhhh … spingi più forte … continua … non fermarti … sborrami dentro la figa … voglio sentire la tua sborra calda nella figa … dai forza vieni!’
Ed io raddoppio i miei sforzi, la cavalco con maggior ardore … ora lei sta perdendo ogni controllo.
‘Ahhhh … sì … ohhhhh … spingi più forte non fermarti … ohhh … continua così …. siiii godooo … ohhhh VENGOOOOOOO!’
Vengo anche io e scarico tutta la mia sborra nella sua figa, ci stringiamo, ad un certo punto sento una mano che mi sfiora la schiena … poi va ad accarezzare il viso di Enza .. &egrave Mirella che anche lei ha raggiunto l’orgasmo, ed ora ancora languida ci rivolge la sua attenzione mentre Adolfo, si sta rivestendo.
Enza cattura la mano di Mirella e la bacia sul palmo, un bacio veloce, leggero, pieno di tenerezza.
Adolfo ha finito di rivestirsi e palesemente si prepara ad andare via, mi si rivolge pacato.
‘Io vado, ti lascio mia moglie … sono certo che sarà trattata bene, spero che non hai niente in contrario, io mi devo assentare per un lungo periodo per lavoro, non mi piace lasciarla sola e con voi starà bene, &egrave molto amica di Enza.’
Mi prende alla sprovvista, non saprei cosa rispondere, guardo Enza .. lei mi fissa sorridendo … Mirella mi guarda con aria interrogativo, ancora una volta tutto &egrave stato preordinato ed Adolfo &egrave d’accordo.
‘Va bene .. Mirella &egrave la benvenuta in casa nostra, per tutto il tempo che servirà, non aver pensieri per lei.’
Non &egrave granché come discorso, ma sul momento non riesco a pensare a niente di meglio, mi si stanno preparando tempi duri, ho già il sospetto di come andranno le cose, mi ritroverò quelle due puttane in giro nude per la casa, e sarò sottoposto ad una sollecitazione sessuale continua.
Fra me e me, impreco ‘Cazzo!!! basta Enza per vuotarmi i coglioni, se adesso ci si mette Mirella quelle due mi prosciugheranno.’ perché non ho il minimo dubbio, presto o tardi si metteranno d’accordo e mi ritroverò a scopare Mirella.
Non che scopare Mirella sia una cosa da disdegnare, &egrave bella, sensuale, puttana e troia almeno quanto, se non di più di Enza, se non ci fosse mia moglie, lo farei con piacere.
Adolfo bacia Mirella sulle labbra, Enza sulla guancia, mi stringe la mano ed esce dicendo.
‘Non disturbatevi, conosco la strada, statemi bene.’
E così va via, scaricandomi la moglie sul gobbo,
Ci muoviamo ed andiamo in bagno, siamo sudati e sporchi dagli umori del sesso, e poi mi scappa la pipì.
Giunto in bagno mi siedo sulla tazza del WC e chiedo ad Enza ‘Amore non ti scappa la pipì.’
Lei sorride e mi si avvicina ‘Facciamo la pipì insieme amore?’ si siede sulle mie cosce a cavalcioni, la figa premuta sulle mie palle, sento il fiotto caldo che mi bagna, mentre mi libero la vescica colpendola della mia urina fino alle tette, tutto questo mentre ci baciamo con foga.
Mirella ci guarda stupefatta ‘Mamma mia … questa poi! non me la sarei mai immaginata, ma che effetto fa?’ domanda curiosa.
Lascio che sia Enza a rispondere ‘Cara non te lo saprei spiegare, &egrave una cosa strana, unica, &egrave l’intimità totale, fatto questo diventiamo proprio una persona sola, devi provare per capire.’
‘Ah sì… mi fate provare?’
‘No cara mia devi provare con tuo marito, non con il mio.’
‘Capisco lo proverò appena torna.’
Ci infiliamo sotto la doccia. in tre ci si sta stretto, ma in fondo &egrave molto piacevole stare chiuso fra quelle due splendide donne.

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Quando, dopo la doccia, usciamo dal bagno, la prima cosa che faccio, vado di fretta in salotto, a recuperare la cinecamera, che, ancora accesa, vi avevo dimenticato.
La prenda ed inizio a guardare le riprese, sbarro gli occhi e fra me e me sbotto ‘Accidenti che roba …’ non &egrave che quel film sia un capolavoro, anzi direi che fa pena, le riprese sono fatte tutte dalla stessa angolazione, non c’&egrave fantasia nella regia, non ci sono primi piani o dettagli, i movimenti sono unicamente quelli fatti dai protagonisti, ma comunque &egrave un bel esemplare di video porno amatoriale.
In fretta torno in camera, le due donne sono ancora lì nude a chiacchierare, vado ad accendere il mio portatile che sta sullo scrittoio, e vi collego la cine camera per scaricare il filmato.
Si avvicinano curiose ‘Sedetevi ed aspettate un attimo, vi faccio vedere quello che la camera ha immortalato.’
Si siedono vicine l’una all’altra, premo l’invio … inizia lo spettacolo … vedo la curiosità apparire sulle loro facce … sorridono … commentano … e si eccitano … lo so perché vedo le loro tette gonfiarsi …i capezzoli erigersi e mostrarsi … ed io le riprende … non voglio perdermi quello spettacolo ..
‘Adesso potete scrivere al vostro Maestro per raccontargli le vostre imprese … allegherete le foto ed i filmati … sono certo che quel vecchio sporcaccione sarà soddisfatto di voi.’
Enza mi guarda con aria di sfida ‘Credi che non avrei il coraggio di farlo?’
Ridacchio ‘Dai guarda il film invece di fare discorsi, rischi di perdere qualche scena interessante, dopo lo manderai ne sono certo.’
Non mi risponde e riporta la sua attenzione sul monitor, il silenzio &egrave interrotto solo dallo sfondo sonore del film, stiamo zitti tutti e tre, con lo sguardo fisso sulle immagini che scorrono davanti ai nostri occhi … vedo le donne sempre più eccitate … sento l’odore della loro eccitazione … si agitano … si muovono … si passano la punta della lingua sulle labbra .. quasi inconsapevolmente le mani si possono sulle tette, le accarezzano … le impastano .. titillano i capezzoli … scendono sul ventre … sul pube .. scostano le cosce e si toccano la figa … il clito … le grandi labbra … spingono l’indice ed il medio nella figa e si scopano da sole … ed io riprendo girando attorno a loro .. scegliendo le inquadrature .. usando lo zoom per filmare i dettagli più arrapanti, come le dita che vanno avanti indietro nella figa.
Enza si volta verso di me, ha lo sguardo perso … il respiro veloce …. una mano sulle tette e l’altra a toccarsi la figa.
‘Amore … guarda tua moglie puttana .. vedi che gran troia &egrave diventata … lo vedi? dimmelo … ti piace guardarmi … guarda anche Mirella … chi di noi due &egrave più troia?’
Mi sta per scoppiare il cazzo … ma non mi faccio distrarre continuo a filmare.
‘Sì vedo una gran puttana … la più troia di tutte … si chiama Enza … ma le cambierò il nome … d’ora in poi il tuo nome sarà troia .. perché sei più troia di quella puttana di Mirella.’
Lei sorride ‘Allora bacia la tua troia … porco mio!’
Ed io la bacio mentre viene all’improvviso urlando il suo piacere ‘VENGOOOOOO … OHHHH … SEI UN PORCO .. MA SEI MIOOOOO.’
Con la cosa dell’occhio vedo Mirella che si masturba di brutto allungando la mano verso il mio cazzo, ma finché mi &egrave possibile, voglio evitare storie, e facendo finta di niente mi sposto fuori dalla sua portata.
Di tutta quella storia, l’unico che sia andato in bianco sono io, quelle due troie hanno avuto il loro piacere, volevano andare in bagno a rinfrescarsi la figa, ma mi sono opposto.
‘Dove volete andare ragazze?’
Mi risponde Enza ‘A lavarmi la figa amore.’
‘No … no mi piacete con le vostre belle fighette sgocciolanti … invece sedetevi e scrivete al vostro Maestro sono certo che apprezzerà molto le vostre storie e gli allegati.’
Non sembrano molto convinte ‘Ma vuoi proprio che mandiamo tutto?’
‘Beh intanto scrivete, poi deciderete se mandare tutti gli allegati o solo una parte.’
Sono lì affiancate, pronte a scrivere .. io continuo a fotografarle così nude di fronte al computer .. iniziano ma quasi subito si fermano.
‘Ma cosa scriviamo … non sappiamo come iniziare.’
‘Scrivete, vi detto io ….Caro Maestro o come diavolo lo chiamate … da quando abbiamo lasciato Ginevra, molte cose sono successe, abbiamo ritrovato i nostri mariti e con loro abbiamo dimostrato di essere orgogliose del nostro corpo, ed anche di apprezzare i piaceri dei sensi, come potrai vedere, aspettiamo le tue istruzioni al più presto … ecco scritto questo, aggiungete i saluti ed i vostri nomi.’
Hanno scritto il testo &egrave pronto con tutti gli allegati, mi guardano … annuisco .. premono il tasto invio … non rimane che aspettare la risposta.
Non c’&egrave altro da fare che andare a letto, però prima dobbiamo accompagnare Mirella nella stanza degli ospiti, ma quando glielo dico, lei si volta verso Enza ‘Avresti il coraggio di mandarmi a dormire da sola mentre tu dormiresti stretta al tuo uomo?’
‘Senti se non vuoi dormire da sola, andrò io a dormire nella camera degli ospiti e tu dormirai con Enza.’ le dico io con tono accomodante.
Lei mi fissa come se avessi detto una bestemmia ‘Ma io non vi voglio separare.’
Interviene Enza in tono canzonatorio ‘E cosa vorresti eh? .. lo so io cosa ti piacerebbe … staremo in tre nel letto matrimoniale … forse un po’ stretto … ma ci staremo … il mio porco in mezzo con la sua troia alla sua destra ed una puttana alla sua sinistra … vi va così?’
Mi va, per questa notte, ma quando torneranno i ragazzi, dovremo riparlare della faccenda, non voglio festini sessuali se sono in casa, però per una volta, sarà molto piacevole stare a letto sdraiato fra due corpi morbidi.
Non mi va perché passerò la notte con il cazzo in tiro, non voglio scoparmi Mirella, anche e soprattutto perché non voglio dare ad Adolfo un pretesto per poter pretendere di scoparsi Enza.
Si sa come vanno queste cose, una volta iniziato difficilmente si riesce a fermarsi e la teoria delle coppie aperte non mi convince, e credo che non convinca neanche Enza, &egrave una troia .. vero … ma &egrave una troia fedele e la sua insistenza a ribadire in ogni occasione che sono SUO porco lo dimostra.
In quanto a Mirella, lei annuisce in silenzio alla proposta si Enza, andiamo a coricarci.
Sono coricato in mezzo al letto, Enza ha la testa posata sulla mia spalla destra, la mano sinistra sul mio petto, la coscia sinistra sopra la mia gamba destra e la figa umida premuta su di me.
Alla mia sinistra ho la Mirella, la testa sul mio petto, la mano destra sul mio ventre e la figa che preme sulla mia coscia.
Chiudo gli occhi, cerco di dormire e di non pensare a questa strana situazione, piano mi addormento, ignoro se le ragazze dormono o se sono sveglie, non lo voglio sapere, devo convincermi di essere solo.
Mi sveglio, per un attimo rimango stupefatto … non capisco che succede, chi mi stringe il cazzo muovendosi pianissimo? .. &egrave una carezza non una masturbazione .. guardo alla mia destra Enza mi &egrave sempre stretta addosso … il mio sguardo scende sul cazzo … &egrave prigioniero …. due mani lo stringono e si muovono assieme.
La debole luce lunare che entra dalla finestra filtrando attraverso le persiane mi permette di vedere e di capire.
Enza mi stringe il cazzo, le dita di Mirella si sono sovrapposta sulla sua mano … il palmo sta sul mio cazzo.
Enza si accorge che sono sveglio, mi bacia sulla bocca, poi bisbiglia al mio orecchio ‘Lasciami fare amore, non muoverti … non voglio che Mirella si accorga che sei sveglio.’
Detto questo inizia a muovere la mano più in fretta, torna a baciarmi spingendomi la lingua in bocca, chiudo gli occhi assaporo i suoi baci e le sue carezze.
Sento il cazzo irrigidirsi, il piacere sale piano, lunghi fremiti mi percorrono il corpo, non riesco ad impedire ad un lamento di piacere di uscire dalle mie labbra.
‘Ehmmmm …. sì amore … ohhhh …’
Lei maliziosa accosta la bocca al mio orecchio ‘Come mi hai chiamato? … amore … non ti ricordi come mi chiamo ora? dai dimmelo.’
‘Sì che lo ricordo troia .. &egrave questo il tuo nome … troia … troia mia … ecco chi sei.’
Ridacchia piano ‘Bravo il mio grosso porco … e quell’altra che si stringe a te chi &egrave? come si chiama?’
‘Lei si chiama puttana … ma &egrave di un altro uomo non &egrave la puttana mia.’
‘Sei un bravo porco … tu hai solo me .. la tua troia e se vuoi puoi chiamarmi anche puttana, perché sono una puttana per te …’
Mi si stringe forte ‘Amore mi viene da piangere se penso a tutti gli anni persi … solo adesso capisco veramente cosa vuole dire il piacere.’
La bacia per farla tacere … non &egrave il momento dei rimpianti … voglio venire adesso .. prima sono andato in bianco … ora voglio il mio piacere.
Lei muove la mano sempre più in fretta, sento l’orgasmo arrivare prepotente.
‘Troia … sto per venire … oohhhh … sì …. sto godendo … più forte …’
Mirella si sveglia completamente e mi stringe le palle, Enza lascia il cazzo e si china … lo prende in bocca … lecca … succhia … Mirella si &egrave impadronita del cazzo e lo sega con forza … sono scosso dall’orgasmo che mi cattura all’improvviso … vengo nella bocca di Enza che raccoglie la mia sborra sulla lingua ingoiandone solo una parte.
‘Ohhhhh …. sì … ohhhh … VENGOOOOOO.’
Sono sfinito .. mi lascio andare … vedo Enza baciare in bocca Mirella e passarle la parte di sperma che non aveva ingoiato.
Torniamo a dormire, ci svegliamo che &egrave mattina avanzata, il sole &egrave già alto nel cielo.
Ci alziamo, Enza ed io andiamo in bagno a fare la pipì, Mirella ci guarda sempre più curiosa e desiderosa di provare, ma Enza si oppone e neanche io ci tengo … non voglio storie.
Tornato in camera, accendo il portatile ed ecco che mi segnala una mail in arrivo, &egrave indirizzata alle donne, &egrave la risposta del Maestro … sarà vecchio ma non addormentato, le chiamo ed accorrono per leggere ansiose di conoscere il giudizio del santone.
Questo scrive di essere molto soddisfatto di quanto ha saputo, scrive di aver molto apprezzato le foto ed il filmato inviato, da nuove istruzioni, che non capisco, dovrebbero colorarsi la yoni di rosso, cosa diavolo sarà quella yoni? e conclude scrivendo che le aspetta al più presto a Ginevra per una settimana per essere iniziate a livelli superiori.
‘Ragazze cosa significa quella parola YONI?’ avrei anche un vago sospetto, ma in certe cose &egrave meglio essere certo
Ridono … mi risponde Mirella ‘E’ la figa caro mio, dobbiamo colorarci sopra una macchia rossa … tutto lì … significa che abbiamo scoperto i piaceri dei sensi.’
L’idea di un altro viaggio a Ginevra non mi entusiasma, ma preferisco lasciare perdere ora, ne riparleremo al momento opportuno.

per commenti brubu@yahoo.it Sono curioso per natura, e così appena uscito dal bagno dopo la toilette mattutina, mi preparavo ad aspettare le donne per vedere la YONI colorata di rosso, visto che le avevo appena lasciate sole, ero quasi certo di aver molto temo a disposizione per fare tutti i miei comodi prima che si facessero vive.
Invece mi sbagliavo, stavo ancora frugando nel cassetto della mia biancheria intima quando escono dal bagno, chiacchierando allegre, mi volto curioso di vedere finalmente quella novità, e rimango deluso.
Hanno dipinto sul pube, sotto il tatuaggio che rappresenta Ganesh, il dio dalla testa di elefante, alla sommità delle grandi labbra una macchia rossa, dalle dimensioni di una monetina da 1 cent di euro, assolutamente uguale a quella che hanno in mezzo alla fronte, io mi aspettavo chissà che cosa.
‘Tutto lì il segno del vostro progredire sulla via tracciata dal vostro Maestro?’
Ridono ed Enza mi chiede canzonatoria ‘E cosa ti aspettavi caro un quadro?’
‘E che ne so io, non ho ancora capito perché sopra la figa avete un tatuaggio che raffigura Ganesh, e sul fondo schiena la rappresentazione di Krishna, mi devo fare una cultura sull’induismo per capirci qualcosa.’
Si fanno serie ed ora &egrave Mirella a rispondermi ‘Caro mio, vorremmo poterti rispondere, ma veramente non lo sappiamo neanche noi, sappiamo chi sono per gli indù questi dei, ma perché ce li ritroviamo addosso &egrave un mistero.’
Lascio perdere il discorso e mi vesto, indosso solo slip, jeans, camicia sportiva e scarpe da ginnastica, e mentre mi preparo le vedo che frugano nel guardaroba.
Enza indossa un tubino di stoffa elasticizzata nera, senza maniche né bretelline e lungo fino a metà coscia, Mirella ne prende uno identico, solo il colore &egrave diverso, lo sceglie rosso, e niente biancheria intima per nessuna delle due, e sandali con i tacchi alti, non dico niente oramai mi sto abituando a tutto.
‘Se andate via per una settimana, mi toccherà cercarmi una nuova colf, visto che Ramona se ne &egrave tornata in Romania.’
‘Ci penseremo noi caro, facciamo collazione ed andiamo al mercato, vedrai che ti troviamo una colf.’ mi dice Enza,
Dopo collazione usciamo, sono lì a passeggiare per strada in mezzo a quelle due che sotto il tubino non indossano niente, avrei una voglia pazza di palpare i loro culetti.
Ci avviciniamo all’area del mercato ed ecco la prima sorpresa, incrociamo un gruppo di donne indiane, avvolte nei loro sarì colorati, si scostane per cedere il passo, congiungono le mano e fanno un inchino rivolto alle donne, e queste ricambiano allo stesso modo.
Rimango stupefatto ‘Ma mi potete spiegare cosa succede? perché quelle donne, mai viste prima di oggi, vi hanno salutato?’
‘Caro’ mi dice Enza ‘hanno visto il marchio che portiamo in mezzo alla fronte, indica che siamo persone di casta superiore.’
‘Ma dai, che storia &egrave questa? non siamo in India e voi non siete indiane’ alzo le spalle ‘Rinuncio a capirci qualcosa.’
Raggiungiamo il mercatino, senza esitare si dirigono verso quella parte del mercato, dove sono concentrati gli extracomunitari, Indiani, Bengalesi e Pakistani, giriamo fra le bancarelle dove c’&egrave di tutto, spezie, erbe e molte altre cose che non riesco a classificare, e la stessa scena di prima di ripete diverse volte,
Mi sento un po’ a disagio e le lascia andare avanti, le segue ad un paio di passi di distanza, ne approfitto per osservare la loro camminata, ancheggiano e muovono il culo in un modo eccitante, difficilmente riesco a non allungare le mani, ma siamo in mezzo alla gente e conservo un po’ di ritegno.
Si dirigono verso un gruppo di ragazze indiane, solita storia saluti ed inchini, ma questa volta si fermano a parlare, i discorsi durano poco, si voltano verso di me e mi presentano una giovane donna.
‘Ecco caro’ mi dice Enza ‘questa &egrave Sharifa, la mostra nuova colf, non temere, &egrave regolare, ed &egrave già tutto sistemato, vitto, alloggio e paga.’
Osservo quella giovane, non &egrave molto alta, &egrave un po’ grassotella ma &egrave carina, ha due occhi neri splendidi, lei congiunge le mani e s’inchina di fronte a me borbottando chissà che cosa, non ci ho capito niente.
‘Ma scusa cara, come farò ad intendermi con lei se non parla italiano?’
‘Niente paura, lo capisce e se non lo parla &egrave solo perché si vergogna, a paura di sbagliare.’
Riprendiamo i nostri giri fra le bancarelle, fanno degli acquisti e Sharifa si incarica di portare i pacchi, siamo letteralmente stretti fra la gente e ne approfitto per allungare le mani e palpare il culo di Enza.
Volta il viso, sorridendo, verso di me e mormora ‘Ehi porco! .. che fai in pubblico?’
‘Ti palpo il culo Troia.’ rispondo io a bassa voce.
Lei annuisce e, sempre mormorando, dice ‘Bravo il mio porco, continua così e non azzardarti di smettere.’
E penso … e chi vuole smettere … intanto palpo il culo sodo di Mirella, so che non dovrei farlo, ma &egrave più forte di me.
Mirella non dice niente, mi lancia un sorriso complice e spinge il culo indietro verso la mia mano.
Guardandomi attorno mi accorgo che Sharifa vede tutto e si mette in modo da coprire i miei maneggi rendendosi complice.
Dopo un po’ Enza torna a votarsi ‘Andiamo a casa, mi fai bagnare, sento i miei succhi colarmi all’interno delle cosce.’ e tanto per convincermi si porta la mano dietro e mi da una strizzatina al cazzo.
Anche Mirella si &egrave bagnata ‘Enza ha ragione, andiamo a casa, sono così bagnata che ho paura di gocciolare per terra.’
Ci affrettiamo a tornare a casa, appena entrati, mandiamo Sharifa in cucina e saliamo in camera, ci spogliamo in fretta.
Le donne si sdraiano sul letto, l’una accanto all’altra, aprono le gambe metendo le fighe gocciolanti ben in mostra, piazzo la cinecamera su un supporto mobile, inquadro bene il letto e l’accendo facendo una zoomata sulle fighe, mi inginocchio indeciso, oramai &egrave inutile fuggire. mi dovrò occupare anche di Mirella.
La voce di Enza mi toglie dall’incertezza ‘Vieni qui mio bel porco … ci hai fatto bagnare, se siamo così &egrave colpa tua, ci devi soddisfare e pulire per benino, forza porco inizia … fa godere la tua troia ed anche la sua amica puttana.’
C’&egrave poco da resistere, mi chino sulla figa di Enza, la bacio, la succhio, la lecco .. cerco il clito e lo mordicchio, lei geme e si lamenta … si impasta le tette e solleva il bacino ..
‘Ahhh … sì … così … mamma mia … come lecchi bene porco,,, fa piano non voglio venire subito ohhhhh … mmmmmm’
Mi sollevo e mi chino sulla figa di Mirella … &egrave un vero lago … lecco .. il suo sapore &egrave più salato di quello di Enza … sotto la mia lingua lei si agita … sussulta … il bacino tenuto sollevato .. si stringe le tette fra le mani e quando inizio a succhiarle il clito lancia un urlo di piacere.
‘Sììììì … AHHHHH …. COSììììììì … NON FERMARTI … OHHHHH … CONTINUAAAA.’
Intanto Enza si sta accarezzando il clito guardandomi leccare la figa della sua amica.
Mi stacco da Mirella e torno a leccare Enza che freme e sussulta.
‘Scopami porco … scopa la tua troia … mettimelo dentro … voglio sentirti riempirmi la figa … voglio sentire la tua sborra bagnarmi dentro … ohhhh … dai.’
Mi inginocchio e senza esitare glielo metto dentro … il cazzo entra nella figa come un coltello nel burro … scivola dentro … aspirato e munto dalla figa.
Mirella si inginocchia e si mette a cavalcioni con la figa sulla bocca di Enza, con voce rauca le ordina.
‘Leccami troia … adesso sei la mia puttana … forza lecca fammi godere… puttana.’
Le mani di Enza si stringono sulle cosce di Mirella ..questa si muove sulla faccia di Enza … chiude glo occhi … rovescia la testa all’indietro .. tiene la bocca socchiusa e si lamenta piano.
‘Ahhh …. brava puttana … lecchimi bene … ohhh … sììì … cosììì … ehmmmmm … che troia che sei cara … brava puttana mia … mi fai godere …. ohhh … sto venen … dooooo.’
Si agita scossa dall’orgasmo … viene in bocca ad Enza che non la lascia andare fino a quando non l’ha ripulita bene di tutto il miele che cola.
Ora Enza si concentra tutta sulla nostra scopata sta godendo come una vera troia … mi stringe i fianchi con le gambe … mi mette le braccia al collo e mi attira per baciarmi.
Non riesco a resistere ancora mormora ‘Troia prepara la tua figa sto per inondarla … di sborra.’
‘Dai vieni brutto porco … non farmi aspettare ancora … voglio sentirti sborrare dentro di me.’
Ed io mi lascio andare … schizzi di sborra le riempiono la figa … veniamo insieme gridando di piacere.
‘AHHHHH ….. VENGOOOOO … LO SENTI TROIA ….’
‘Sìììì porco mio lo sento e vengo anche io … leccami porco pulisci mi bene.’
Mi chino sulla figa e lecco, succhio ed ingoio il mio sperma che mescolato al suo miele cola dalla figa.
Mirella ancora ansimante ci guarda accarezzandosi la figa.
Solo allora mi accorga che ferma sula porta della camera c’&egrave Sharifa che ci guarda, si muove veloce … sparisce in bagno e poco dopo torna con delle salviettine umide e degli asciugamani.
Si occupa prima delle donne, le pulisce e le deterge dal sudore, poi si occupa di me, vado a spegnere la videocamera e la scarico sul mio portatile.
‘Stasera le manderete a Ginevra annunciando il vostro arrivo.’
Fra due giorni partiranno per Ginevra e rimarrò solo per una settimana con quella ragazza, ma non ci sono problemi, torneranno i miei figli e, volente o nolente, dovrò stare buono.

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E’ passata una settimana da quando quelle due spudorate hanno preso il treno per Ginevra, i ragazzi sono tornati a casa, e Sharifa si sta abituando piano piano a me ed inizia a parlare nel suo italiano un po’ stentato, la vita ha ripreso il suo tran tran abituale,
Al loro ritorno i miei figli sono rimasti sorpresi di trovarsi la Sharifa in casa, ma con i suoi modi dolci e garbati li ha conquistati, anzi credo che ha conquistato anche troppo il mio ragazzo, bisognerà che stia attento.
Si sono anche meravigliati di non trovare a casa la loro madre, ma si sono rassicurati subito quando ho detto che era tornata a Ginevra per completare le cure alle quali si sottoponeva.
La sera, quando i ragazzi escono con i loro amici, rimango solo con Sharifa e ne approfitto per insegnarle a parlare l’italiano con maggiore disinvoltura, ed anche per interrogarla sugli usi e costumi del suo popolo.
La ragazza &egrave un indiana del nord, nata e cresciuta ai piedi della catena dell’Himalaya, ed ha la carnagione molto chiara, tanto che la si potrebbe confondere facilmente per un europea se fosse vestita all’occidentale, ma più di tutto mi interessa di conoscere il motivo dello strano comportamento che lei e le sue connazionali tengono nei confronti di Enza e Mirella.
Si lancia in lunghe spiegazioni, un po’ confuse a dire il vero, ma alla fine riesco a capire alcune cose molto semplici, ai loro occhi Enza e Mirella sono delle prescelte, ed un potente santone guida i loro passi, benché europee, portano in fronte il marchio della casta più alta e quindi meritano rispetto, poi prendendosi cura di loro ha visto i tatuaggi di Ganesh e di Krishna, e da buona indiana devota agli dei ne &egrave rimasta colpita.
Tutte le sere Enza mi telefona, mi fa piacere sentirla, ma mi lascia un po’ perplesso, in occasione del suo primo viaggio a Ginevra non mi aveva chiamato solo la sera prima del suo ritorno per avvisarmi dell’orario del suo treno, e poi non mi parla della sua giornata, si limita a dirmi che va bene tutto, e poi mi chiede dei ragazzi e notizie varie, oltretutto noto un certo nervosismo nella sua voce,
Sono alla stazione, fermo sul marciapiede, il treno si ferma, i passeggeri iniziano a scendere ed ecco che vedo Enza, le vado incontro sorridendo, lei quando mi vede si affretta quasi correndo, mi raggiunge, posa il suo bagaglio al suole e mi getta le braccia al collo, mi bacia, mi si stringe forte, la tengo stretta per ricambiare il suo bacio pieno di passione.
Si stacca da me e mi sussurra ‘Amore portami a casa …’
Ora mi accorgo che &egrave sola ‘Non &egrave tornata Mirella?’
Lei scuote il capo in silenzio, la vedo turbata e preferisco non insistere, invece la squadro dalla testa ai piedi, porta i capelli stirati in un chignon sulla nuca, la solita macchia rossa in mezzo alla fronte, &egrave truccata in modo abbastanza pronunciato, le labbra rosse fuoco, gli occhi bistrati, ciglia allungata col rimmel, sopracciglia allungate verso le tempie ed infoltite, indossa una minigonna nera al limite della decenza, una camicetta bianca di velo che lasciano vedere chiaramente le tette, sotto un giacca di raso bianco a maniche corte che fatica a chiudersi sul suo petto prospero, gambe nude ed un paio di sandali dai tacchi vertiginosi.
Non dico niente, raccolgo il suo bagaglio e ci avviamo verso il parcheggio a pagamento dove ho lasciato la macchina.
Durante il tragitto verso casa non parlo, sto attento al traffico, anche lei sta zitta, si &egrave sbottonata la giaccia, sospirando di sollievo, mettendo così bene in mostra il suo seno, sulla tetta destra ha un nuovo tatuaggio, mi mette una mano sulla coscia e la muove piano, dal ginocchio all’inguine per poi tornare indietro.
Giunti a casa, metto la macchina in garage, prendo il bagaglio di Enza nel baule, saliamo le scale, la seguo e lei ancheggia sotto il mio naso, muovendo il culo in modo provocante, sposto il sacco di tela di juta nell’altra mano per portarlo assieme alla valigia, e con le mano libera le palpo il culo, passo la mano sotto l’orlo della minigonna e subito trovo i glutei, &egrave nuda non indossa né perizoma né tanga, lei ferma il suo incedere e si volta a guardarmi, sorride ‘Sei sempre il solito porco eh! … mi fa piacere.’
Ridacchio ‘E ti sei sempre la solita troia che va in giro senza mutande.’
Le passo la mano fra le cosce scostate, un piede su un gradino e l’altro sul gradino inferiore, la trovo bagnata.
‘Ehmmm … sei proprio una brava troia … sei bagnata … hai voglia di cazzo troia?’
Mi fissa intensamente ‘Sì … dai non farmi tribolare .. mettimelo dentro .. sono giorni che aspetto questo momento.’
Depongo il bagaglio, le arrotolo la minigonna sui fianchi, apro i jeans per tirare fuori il cazzo già pronto, mi bagno la mano sulla figa e passo la mano bagnata sul cazzo, lo guido sulla figa, le afferro le chiappe per tenerla ferma e spingo un colpo solo … forte … il cazzo entra … scivola fra le pareti bagnate … inizio a muovermi in fretta.
Lei mi mette le braccia al collo, mi bacia, mi morsica i lobi delle orecchie, mi lecca il viso.
‘Ohhhhh … sì … così … forte … spingi forte … fammi godere … ti amo porco … dai sbattimi come una puttana … sono io la tua troia puttana … dimmelo amore.’
Ansimo e mi trattengo … non voglio venire prima di lei …’Ahhhh . sììì … sei la mia troia … la mia puttana ..’
Non riesco a dire altro … le sue labbra mi chiudono la bocca … la sua lingua mi fruga .. si irrigidisce …. improvvisamente &egrave scossa da un orgasmo che le toglie il fiato.
Non mi trattengo più e lascio la mia sborra inondare la sua figa.
Ancora allacciati ci baciamo … ci fissiamo … le mordicchio il labbro inferiore e subito lei rende lo stesso servizio …le lecco le labbra che subito apre per aspirare la lingua che l’accarezza.
Ci stacchiamo … per andare in casa .. lei si ferma e mi guarda con un sorriso malizioso.
‘Mi porteresti in casa senza prima pulirmi fra le gambe?’
E’ ancora lì, con la minigonna arrotolata sulla vita, le gambe spalancate, e posso vedere il mio sperma mischiato al suo miele che cola lentamente dalla figa bagnandole l’interno delle cosce.
Non rispondo … mi inginocchio ed inizio a leccare, prima le cosce per pulirle, poi quando ho raccolto tutto quello che c’&egrave da raccogliere, mi dedica alla figa, ripulendola coscienziosamente sia all’esterno che a l’interno.
Sento le sue mano che mi stringono la testa, tenendo la mia bocca incollata sulla sua figa… ansima e geme piano.
‘Ohhh … sììì … cosììì … lecca porco … ancora … non fermarti … continua … come lecchi bene … bravo porco mio … lecca bene la tua troia amore … lecca la tua puttana …’
All’improvviso mi schizza in bocca … ingoio … succhio quel clito che mi sembra straordinariamente lungo.
Mi rialzo .. le abbasso la minigonna e torniamo a salire verso casa, appena entriamo ci troviamo di fronte a Sharifa che saluta Enza nel suo modo tradizionale, mia moglie le restituisce il saluto sorridendo gentilmente alla ragazza, che allunga il collo per vedere se c’&egrave qualcuno dietro di me, non dice niente ma vedo che &egrave sorpresa di non vedere Mirella.
Sharifa prende i bagagli e li porta in camera, saliamo anche noi, una volta nella stanza la ragazza depone i bagagli poi portandosi alle spalle di Enza le sfila la giacca, poi le passa davanti per sbottonare la camicetta, il suo sguardo cade sul nuovo tatuaggio, sulla tetta destra, alza gli occhi pieni di stupore … fissa mia moglie … con rispetto posa le labbra sul disegno e lo bacia, le slaccia la cinta della minigonna per termina l’opera della svestizione, le prende la mano e l’attira verso il bagno.
Rimango a guardare senza capire perché ha baciato la tetta di Enza, alzo le spalle e le seguo, entro proprio mentre Enza so sta immergendo nella vasca, Sharifa si leva il sari rimanendo con un perizoma addosso ed inizia a lavare Enza, la pettina liberando la sua chioma, le lava i capelli, la fa alzare ed uscire dalla vasca, la friziona per asciugarla, poi la fa sedere, le applica sui capelli una tinture all’henné, si allontana e torna con un sari dei colori sgargianti, la fa alzare ed avvolge l’indumento sul suo corpo.
Così preparata Enza si &egrave trasformata, pare proprio una Signora dell’alta società indiana, scendiamo a sederci in salotto, aspetto in silenzio, perché vedo che mia moglie vorrebbe parlare ma probabilmente non sa da che parte iniziare, tanto per darle uno spunto le chiedo dove sta Mirella.
Mi guarda come sollevata ‘E’ rimasta a Ginevra, vuole proseguire sulla via tracciata dal Maestro, io ho deciso di fermarmi al quarto livello.’
‘Ah! lei invece fin dove vuole arrivare? e poi cos’&egrave il quarto livello?’
Abbassa gli occhi e quasi bisbigliando mi dice ‘Prometti di non arrabbiarti … di non alterarti … non ho fatto niente di male … prometti?’
Quel preambolo mi innervosisce, ma cerco di apparire disteso e sorrido ‘Perché dovrei arrabbiarmi oppure alterarmi se non hai fatto niente di male? comunque te lo prometto … dai ti ascolto.’
‘Dunque il quarto livello si chiama ‘Colei che conosce il piacere’, e noi siamo state iniziate a quel livello, dopo aver visto le nostre foto ed i filmini che abbiamo mandato &egrave stato quasi automatico, il bagno rituale e dopo essere stese nude ai piedi del Maestro, come sempre io mi sono addormentata, quando sono tornata in me avevo quel nuovo tatuaggio sul seno, ma non era l’unica cosa.’ si ferma esitante, si alza e scosta il sari, mi mostra la figa e l’apre invitandomi ‘Guarda, il clito.’
Sbarro gli occhi … vedo il clito privo del suo cappuccio naturale e molto più grosso da come me lo ricordavo, cerco di stare calmo ‘Cavoli … chi ti ha fatto questo?’
Mi rivolge uno sguardo da cane bastonato ‘Non lo so … ero addormentata … ‘
‘Ma non ti ricordi proprio niente?’
‘Dopo sono venuti gli assistenti del Maestro, col pretesto di medicarmi la ferita, mi toccavano il clito e mi si bagnava la figa … me lo succhiavano e mi volevano scopare … ma mi sono messa ad urlare e sono andati via … dopo il Maestro mi ha rimproverata dicendo che facendo così non sarei mai passata al quinto livello.’
‘Vecchio sporcaccione … cos’&egrave il quinto livello?’
‘Si chiama ‘Colei che dispensa il piacere’ capisci cosa significa?’
‘Certo che capisco il quinto livello &egrave quello delle puttane … vero?’
‘Sì &egrave proprio così e quelle brave vanno a danzare nel tempio … ricevono regali e monete d’oro.’
‘Ehmmmm … interessante … e Mirella?’
‘Mirella &egrave rimasta ,, non ha voluto ascoltarmi … mi ha detto di baciarti per lei … adesso &egrave il giocattolo degli assistenti del Maestro, gliene fanno di tutti i colori, impara a sottomettersi ma anche a dominare, ad accontentare uomini e donne con qualsiasi perversione.’
‘Mi spiace .. mi era simpatica e la credevo una brava ragazza ,,, piuttosto chi &egrave quella dea
che ti hanno disegnato sul seno … ho visto Sharifa baciarla.’
‘E’ Devi, la dea madre.’
Intanto quei discorsi hanno acceso la mia fantasia, già prima sulle scale avevo notato qualcosa di strano .. mi sembrava più grosso e più lungo, ma ora che so, voglio proprio dedicargli tutta l’attenzione che si merita.
‘Senti andiamo in camera e chiudiamo la porta a chiave che non voglio Shafira fra i piedi.’
Si alza sorridendo, mi tende la mano ‘Andiamo mio bel porco … la tua troia &egrave tutta tua.’
Le stringo la mano e ci avviamo guardandoci negli occhi.

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Non ci siamo risparmiati, non ci siamo fatti mancare niente, Enza ha dimostrato una disponibilità totale, quasi volesse conquistare il Guiness dei primato, la più grande troia dell’anno, ed io le sono stato di valido aiuto essendo più porco che mai.
Ora sfiniti, giacciamo allacciati nel nostro letto ridotto ad un vero e proprio campo di battaglia, ci sono passati i Quattro Cavalieri dell’Apocalisse distruggendo tutto, sono sdraiato sulle schiena ed Enza mi sta letteralmente addosso, la testa poggiata sul mio petto, mi abbraccia, preme il suo corpo su di me, le sue gambe intrecciate con le mie in un groviglio inestricabile, la figa, appoggiata sulla mia coscia destra, rilascia lentamente tutto lo sperma che le ho riversato dentro mescolato col miele prodotto in abbondanza dalla figa stessa.
Enza alza il viso sporgendo le labbra, con voce suadente dice ‘Baciami amore, dimmi che mi ami … voglio sentirmi amata … mi fa bene al cuore.’
La bacio, prima con tenerezza, poi con passione, avvicino la bocca al suo orecchio, mordicchio e succhio il lobo, le sussurro ‘Ti amo tesoro mio, ti ho sempre amata dal primo giorno … da quando ti ho vista per la prima volta, tu sei sempre stata nel mio cuore … sei il mio piccolo raggio di sole.’
Mi si stringe addosso ancora più forte, fa le fusa come una gattina … mi fa sciogliere.
‘Sai oggi mi ha telefonato la Mirella.’
‘Ah … come sta? .. che racconta quelle spudorata?’
‘Dai non essere cattivo, Mirella non &egrave una spudorata, &egrave soltanto sventata, comunque mi ha detto che Adolfo &egrave andato a Ginevra a riprendersela, una lunga storia, egli ha parlato con il Maestro da solo, lei non sapeva che lui c’era, poi il Maestro l’ha fatto chiamare, e le ha chiesto cosa le avevano fatto i suoi assistenti, lei si vergognava di rispondere di fronte ad Adolfo ma il Maestro l’ho obbligata a farlo.’
‘Beh interessante, ed ora dove sta? e poi che &egrave successo?’
‘E’ tornata a casa … ma ascolta, quando il Maestro ha saputo cosa pretendevano da lei i suoi assistenti, si &egrave arrabbiato molto, li ha fatto chiamare e li ha cacciati.’
‘Ehmmm … bene però quello che &egrave stato &egrave stato … non si cancella …’
‘Amore chi ama perdona, ed Adolfo ama Mirella.’
‘Meglio così, dai pensiamo a noi invece di pensare agli altri.’ e la bacio …
‘Sì … devo ancora pulirmi … o ci pensi tu?’ mi dice maliziosa.
Ridacchio ‘Non sia mai detto che non mi sono prestato a pulirti amore mio.’ e con un veloce movimento la rovescio, si ritrova stesa sulla schiena a gambe spalancate, affondo il viso fra le sue cosce ed inizio subito a leccarle l’interno delle cosce, con la mano raccolgo i nostri umori mischiati e li porto alla sua bocca, le apre le labbra e spinge la lingua fuori, leccandomi il palmo della mano per poi succhiarmi le dita.
Solleva il bacino per spingere la figa sulla mia bocca, le sue mani mi tengono stretta la testa, sporgo la lingua e l’introduco nella sua figa leccando le tenere pareti, lei mugola … si agita … geme e si lamenta …
‘Ahhhh … sì … così … bravo il mio porco … lecca bene la tua troia amore …. ohhh … mi fai godere … sì … ancora.’
Ed io incoraggiato dai suoi incitamenti, raddoppio il mio ardore e non posso fare a meno di menarmi il cazzo, lei percepisce i miei movimenti.
‘Ma cosa fai maiale? … devi lasciare che sia io ad occuparmi del cazzo tuo mio caro porcellone, dai stai fermo.’
Invece io mi rialzo … lei mi fissa sbarrando gli occhi ‘Ma che fai … torna qui … succhiami il clito … dai!’
Ma io ho altro in mente, continuo a menarmi il cazzo ‘Guarda cosa faccio … toccati la figa … accarezzati il clito … voglio sborrarti sulle tette guardandoti.’
Scuote il capo ‘Che porco che sei … va bene ti voglio accontentare guardami:’
Fra il pollice e l’indice si stringe il clito, gonfio e lungo e la accarezza e lo sega come se fosse un cazzo in miniatura.
‘Ti piace … eh! … vedermi fare … la troia … sei un maiale … ma mi piaci porcellone mio … ahhh … mamma mia … sto per venire … godoooo …. vengooooo.’
Irrigidita spinge con i piedi sul materasso e solleva il bacino… schizzando miele.
Mi meno il cazzo con maggior vigore … gli occhi incollati sulla sua figa e sento l’orgasmo salire ed impadronirsi di me … vengo schizzando il mio sperma su di lei … la pancia .. il busto .. le tette.
‘Ahhhhh … vengooooo amoreeeee.’
Ansimiamo tutti e due … lei raccoglie lo sperma che le sta addosso e se lo porta alla bocca …continua fino all’ultima goccia.
Io mi chino per stringere fra le labbra il clito e succhiarlo, un vero e proprio pompino.
Finalmente sazi scivoliamo nel sonno abbracciati strettamente.
La giornata mia &egrave stata piena, esco dall’ufficio che già il sole scompare dietro i palazzi, trasformando le strade in canyon scuri, salgo in macchina e mi affretto verso casa.
Messo la macchina in garage. salgo le scale ed entro in casa, mi accoglie Sharifa col suo saluto, al quale fatico ad abituarmi, ma in fondo sono contento di lei … &egrave brava.
Salgo in camera per mettermi al mio agio, speravo di incontrare Enza, ma non c’&egrave, invece c’&egrave un biglietto sullo scrittoio vicino al mio portatile, &egrave di Enza, mi avverte che &egrave andata da Mirella e che tornerà presto, sbuffo un tantino seccato, accendo il portatile e controllo la posta in arrivo.
C’&egrave una mail indirizzata a me, inviata da Ginevra, il Maestro mi scrive che egli avrebbe piacere di incontrarmi per chiarire alcuni aspetti della sua dottrina, avrebbe inoltre piacere di vedere Enza, e mi prega quindi di accompagnarla a Ginevra.
Rimango un po’ perplesso, da una parte non voglio che mia moglie spinga la sua esperienza oltre al livello raggiunto, dall’altra parte però devo ammettere che egli l’ha guarita dei suoi disturbi e poi egli l’ha liberata dei suoi freni inibitori dandoci una seconda possibilità, dopo averci pensato decido che se Enza &egrave d’accordo andremo a Ginevra insieme.
Il viaggio da Milano a Ginevra col transeurop express &egrave tutto sommato breve, appena giunti prendiamo un taxi per recarci all’albergo situato in riva al lago, di fronte a quella specie di fontana che spruzza potenti getti d’acqua verso il cielo, dove ho prenotato una camera, sistemati i bagagli, usciamo ed andiamo a cena, su quel ristorante galleggiante ancorato poco distante.
Dopo una notte tranquilla, passata a chiederci cosa vorrà da noi quel santone, ci prepariamo, io mi vesto con cura, indosso un completo di lino chiaro, camicia bianca portata senza cravatta, scarpe di cuoio chiaro.
Enza invece, come ha imparato a fare da quando ha conosciuto il Maestro, &egrave vestita in modo molto sexy, minigonna nera di un indecenza sfacciata, tanto più che non indossa biancheria intima, una camicetta di seta bianca che porta allacciata sopra l’ombelico, la tiene completamente sbottonata ed appena si muove scopre le tette, gambe nude e sandali con tacchi vertiginosi, e tanto per completare l’opera un trucco abbastanza pesante, insomma sembra proprio una troia da marciapiede, ma lei non se ne preoccupa, &egrave orgogliosa del suo corpo e le piace mostrarlo.
Oramai il suo guardaroba contiene solo vestiti sexy, minigonne, canottiere striminzite, camicette che nascondono ben poco, e per le occasioni eleganti, ha una serie di vestiti di alta sartoria, che hanno tutti alcune cose in comune, sono costosi e sono confezionati di chiffon con inserti di pizzo che, nell’intenzione dello stilista, dovrebbero coprire le grazie di chi li indossa, ma di fatto servono anzitutto ad attirare l’attenzione sui punti che si pretenderebbe mascherare.
Siamo al ristorante a fare collazione, quando giunge un inserviente ad avvisarci che &egrave arrivata la nostra macchina, &egrave giunto il momento, ci avviamo, io curioso e lei enigmatica, non riesco a capire cosa pensa.
Mezz’ora di percorso fra le colline che circondano la città, costeggiamo un muro, fino ad un cancello che si apre per fare passare l’automobile, che va a fermarsi davanti all’ingresso di una grande villa.
Siamo aspettati, perché appena si ferma la vettura, si fanno avanti due ragazze vestite con lo sari, congiungono le mani, si inchinano pronunciando parole di benvenuto nella loro lingua.
Mi sorprende vedere e sentire Enza, ricambiare il saluto e rispondere nel loro idioma, poi mi soffia un bacio e si allontana seguendo una delle ragazze, lasciandomi in compagnia dell’altra fanciulla che mi accompagna in una vasto locale, al centro del quale c’&egrave una vasca piena d’acqua, probabilmente calda visto che rilascia un denso vapore che emana uno strano profumo.
Il pavimento &egrave di marmo bianco, I muri sono decorati di fregi e di pitture, alcune delle quali mi fanno pensare al Kamasutra, non ci sono mobili, ma solo tappeti stesi al suolo e grandi cuscini per sedersi a gambe incrociate.
Con un gesto la mia guida mi invita a prendere posto su una di quei cuscini che lei mi indica, veramente non &egrave una posizione molto comoda, vorrei una sedia o quanto meno uno sgabello, ma sembra che in questo posto ci si deve accontentare dei cuscini.
Ed ecco che giunge il Maestro, &egrave una vera sorpresa, mi aspettavo di incontrare una specie di fachiro, decrepito e quasi cieco, invece mi trovo di fronte ad un uomo anziano, capelli e barba bianca, curato nell’aspetto, avvolto in un telo bianco, &egrave sostenuto da due ragazzini, ma ritengo che non sia per necessità, ma fa parte di una certa scenografia, porta gli occhiali, ma non mi sembra per niente mezzo cieco come mi aveva detto Enza.
Faccio per alzarmi, ma egli mi ferma dicendomi, in perfetto italiano di stare pure comodo, mi dà il benvenuto e si siede di fronte a me, inizia col dirmi di essere felice di poter incontrarmi e mi ringrazia di avere accettato di accompagnare Shabana a visitarlo, rimango un attimo spiazzato, poi capisco quello sarebbe il nome che egli a dato ad Enza.
Mi dice anche di essere rimasto molto dispiaciuto quando Shabana ha deciso di interrompere il suo percorso verso la serenità.
A questo punto gli faccio notare che non voglio assolutamente che mia moglie dispensi il piacere, quindi non se ne parla, egli sospira, poi mi spiega che c’&egrave un equivoco, il quinto livello si chiama ‘Colei che divide il piacere’ … non colei che lo distribuisce o lo dispensa .. lo divide con il proprio compagno per rinsaldare la loro unione.
Mi spiega anche che il sesto ed ultimo livello, difficile da raggiungere &egrave quello che permette alla sua discepole di provare la serenità totale avendo realizzato un perfetto equilibrio fra i sensi ed i sentimenti, allora la felicità sarà tale che danzerà nel tempio.
Gli faccio presente che non erano queste le spiegazioni che Enza mi aveva dato, anche perché erano quelle che le erano state trasmesse.
Egli si scusa per il malinteso, causato ad arte da personaggi infidi, che egli ha già cacciato dalla sua dimora, i quali avevano come scopo di approfittare della situazione per scoparsi le sue discepole.
La nostra conversazione viene interrotta dall’arrivo di Enza, indossa un sari di colore rosso, cammina a piedi nudi, &egrave stata pettinata e truccata con cura, mi sorride passando e se ne va verso il santone, congiunge le mano e s’inchina pronunciando le parole di saluto.
L’uomo risponde in tono gentile e tende le mani tenendo il palmo in sù, vedo Enza in preda all’emozione, avvicinarsi, inginocchiarsi e posare le mani su quelle dello santone che le stringe piano, la lascia andare e la ordina di immergersi nella vasca.
Spogliatasi scende in acqua, guardo catturati dall’ambiente, mi sembra tutto normale, neanche le cose più strane, lei sparisce completamente sotto la superficie, non so per quanto tempo, ma mi sembra un tempo infinito, finalmente esce dall’acqua, subito alcune fanciulle si premurano ad asciugarla, avanza verso il Maestro e si stende ai suoi piedi.
Lui le mette le mani sulle tempie ed inizia a cantilenare, lei chiude gli occhi e si abbandona, ora capisco perché non sa e non ricorda, &egrave ipnotizzata, lo sospettavo già, ma ora ne ho la certezza.
Il santone passa le mani sul corpo di Enza, senza mai sfiorarla, va su e giù, dalla radici dei capelli alla pianta dei piedi, senza mai smettere quella cantilena che fa venire sonno, ma io resisto non mi arrendo alla voglia di dormire, sono troppo curioso, ora vengono due ragazzi che con delicatezza girano Enza a pancia in giù, e si ripete la scena.
Egli alza le mani, Enza viene rigirata e messa supino, il santone porta la mano sopra la tetta sinistra … facendo alcuni gesti il cui significato mi sfugge .. ritira la mano … sbarro gli occhi … non ci posso credere … si vede nettamente apparire la sagoma di un oggetto di forma ovale lungo circa 3 cm. … non &egrave possibile … egli neanche l’ha sfiorata eppure ha impresso quel marchio indelebile sulla sua carne.
Ora si volta verso di me, mi sorride e con voce pacata dice ‘Aspetta con pazienza, ora Shabana porta il marchio del Lingam, si sveglierà e ti tenderà la mano, prendila e seguila, ti condurrà nella stanza che vi ho fatto preparare, ora &egrave Colei che divide il piacere, lo dividerà con te e così sarà per sempre.’
Si alza, mi saluta nel modo formale della sua gente e esce dal locale lasciandomi solo con
Enza addormentata.

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Lentamente Enza esce dal suo torpore, &egrave ancora sotto l’effetto dell’ipnosi, si guarda intorno e mi vede, sorride dolce … si mette a sedere .. poi si alza e mi tende la mano, gliela prende alzandomi a mia volta, senza curarsi di vestirsi si avvia tirandomi dietro di sé, usciamo dal locale, percorriamo un corridoio, giunti davanti ad una porta si ferma e l’apre, entriamo e lei chiude la porta alle nostre spalle.
La stanza &egrave illuminata solo da alcune candele rosse, posate su portacandele di ottone, proprio uguali a quelle che abbiamo a casa nostra, ci sono anche bastoncini di incenso che si consumano piano, c’&egrave un letto in centro alla stanza, in un angolo, un grande catino di ottone per le abluzioni, delle salviette di lino, ed una grande brocca, anche questa di ottone colma d’acqua, ci sono alcuni cuscini vicino ad un tavolino intarsiato, sul quale c’&egrave un vassoio di rame, due bicchieri ed una bottiglia di vetro colorato piena di un liquido dorato.
Senza pronunciare una parola Enza si dirige verso il tavolino, apre la bottiglia e riempie i bicchieri, ne prende uno e mi porge l’altro, aspetta che lo prenda ed inizia a sorseggiare il liquore, perché di liquore si tratta, lo assaggio &egrave dolciastro, ma probabilmente &egrave forte. lei vuota il suo bicchiere e mi porge la mano per attirarmi sul letto.
Mi siedo sulla sponda del letto, l’attiro a me e la bacio, mi ricambia il bacio con trasporto, intanto le sue mani non rimangono ferme, agendo in fretta inizia a spogliarmi .
Quello che mi sorprende &egrave che non ha ancora pronunciato una parola, come se tutte le sua azioni fossero il frutto dello stato ipnotico nel quale era sprofondata, e non mi azzardo neanche a verificare questa ipotesi, preferisco lasciare che le cose seguano il proprio corso.
Appena finisce di spogliarmi, mi attira sul letto facendomi sdraiare supino, mi scosta le gambe e si inginocchia fra le mie cosce, mi bacia, mi lecca, mi accarezza, mi tocca le palle e le succhia piano, mi stringe il cazzo e lo sega lentamente, lo bacia, lo lecca piano e poi lo prende fra le labbra ed inizia a farmi un pompino, di quelli da strapparti l’anima.
Ansimo, gemo e mi lamento di piacere ‘Ahhhhh … ohhhh …. sì … cosìììì … continua … vengoooo’.
Non riesco a trattenermi … schizzo il mio sperma nella sua bocca … lei lo ingoia con impegno leccando fino all’ultima goccia prima di lasciare il cazzo.
Ora sono io a rovesciarla sul letto, le spalanco le cosce e mi impossesso del clito .. lo stringo fra le labbra … lo mordicchio e lo succhio forte per farlo crescere ancora se fosse possibile .. all’improvviso lei esplode in un grido di piacere … schizza il suo miele bagnandomi il viso.
‘AHHHHHHH …. OHHHHH …. Amoreeee. … sì … ti amo … fammi godere porcellone mio … fa godere la tua troia … ohhhh.’
La lecco per ripulirla bene poi mi stacco dalla figa … intanto il cazzo mi &egrave tornato rigido e duro, lo afferro e lo guido sulla figa … lo uso per accarezzarla … torna a bagnarsi … ansima e geme … miagola come una gatta in calore ..
‘Ohhh … che fai? … mi vuoi fare morire? brutto bastardo mettimelo dentro … smetti di torturarmi … ahhh’
Ma io continuo il mio giochetto … facendola eccitare sempre di più … voglio farla impazzire
e lei si spazientisce.
‘Che aspetti a mettermelo dentro … sei un bastardo … un porco …. perché mi fai tribolare.’
Cambia tono si fa lamentosa ‘Ti prego amore .. prendimi … sono tutta tua ,, fa di me quello che vuoi … prendi la figa … prendi il culo … mettimelo in bocca … ohhh … &egrave tutta roba tua amore mio …’
Mi si stringe addosso e non resisto alla tentazione …. glielo metto dentro … mi cinge i fianchi con le gambe e spinge la figa contro di me.
La bacia e la scopo lentamente con tenerezza tenendola stretta come per cullarla mentre la scopo.
Lei tiene gli occhi chiusi .. le labbra socchiuse … il suo respiro si fa più veloce … mugola piano … pronuncia suoni senza senso … sta godendo … un godimento senza fine e va avanti così fino all’esplosione finale quando l’orgasmo sale liberatorio … impetuoso ed inarrestabile come la collera di un vulcano in eruzione … il miele cola dalla figa abbondante come la lava cola dal cratere … il suo grido di piacere &egrave straziante
‘AHHHHH …. OHHHHHHH …. ANCORAAAAAA …. VENGOOOOOO … ANCORAAAAAA … LO VOGLIO ANCORAAAAA … AMORE:’
Non posso trattenermi oltre, chiudo gli occhi, stringo i denti per ascoltare il suo grido quando finalmente viene travolta da quell’orgasmo che la scuote fino allo spasimo, mi mordo le labbra per non gridare e non inquinare la bellezza del suo grido di gioia, inondo la figa del mio sperma.
Crolliamo sfiniti e felice, invasi da un senso di appagamento sconosciuto … abbiamo veramente diviso il piacere … anzi lei mi ha fatto sentire partecipe al suo piacere .. l’ho diviso …
Lo sperma mischiato al miele cola lentamente dalla figa aperta, lo raccolgo con la mano, ce lo dividiamo, fino a ingoiarlo tutto .. ci baciamo e scivoliamo nel sonno.
Ci svegliano le mani delle ragazze che con le salviette umide ci lavano il sesso e ci detergono dal sudore, le nostre vesti sono lì ben piegate pronte ad essere indossate, ancora frastornati ci rivestiamo per lasciare la villa per tornare in albergo, la macchina ci aspetta e ci viene detto che verrà a prenderci domani alla stessa ora di oggi.
Giunti in albergo, andiamo in camera, ci cambiamo per andare a cena.
Al ristorante Enza non parla, si limita a sorridermi stringendomi la mani, si diverte molto a stuzzicare i camerieri ai quali fa intravedere le tette allargando casualmente la scollatura chinandosi in avanti verso di me, oppure le cosce accavallando le gambe, con movimenti casuali che fanno risalire sempre più l’orlo della minigonna, tutte mosse fatte con studiato tempismo.
Quando a tarda sera torniamo in albergo, siamo allegri ed anche eccitati, ci chiudiamo in camera, ci prepariamo per la notte e ci corichiamo, ci coccoliamo ma gli eccessi della giornata pesano e poi domani ci aspetta un altra giornata fisicamente impegnativa e così controlliamo i nostri bollenti spiriti e ci addormentiamo teneramente abbracciati l’uno l’altro.
Siamo rimasti altri quattro giorni a Ginevra prima di rientrare a Milano, il copione &egrave sempre stati lo stesso, l’incontro con il guru, l’ipnosi e poi andavamo in camera a dividere il piacere, il ritorno in albergo, la cena e la passeggiata per la città, ovviamente con visita ai negozi di abbigliamento e relativi acquisti.
Quando siamo rientrati a casa, Sharifa vedendo il nuovo tatuaggio di Enza, quasi su prostrava, i ragazzi invece sono sempre più sorpresi dei cambiamenti della loro madre, ma visto che &egrave diventata molto meno rigida nei loro confronti non se ne lamentano.
Rimarremo in contatto con il Maestro che spera di portare Enza o meglio Shabana, come la chiama lui, fino al sesto livello sulla via della serenità, e poi ogni tanto faremo un salto fino a Ginevra.

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