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Racconti Erotici Etero

ero fedele II

By 4 Aprile 2005Dicembre 16th, 2019No Comments

Oramai era consuetudine.
Quando il sesso chiamava più di quel che i nostri rispettivi rapporti ci concedevano tornavamo a cercarci per esperienze sempre nuove.
Era giunto uno di quei momenti in cui il livello di ormoni divveniva inarrestabile.
Il giorno prima avevamo fatto una gita in barca con una sua amica un po’ bigotta che aveva concesso alla lussuria ed a me la possibilità di massaggiarle a lungo e molto sensualmente la schiena.
– Sai Mariela mi ha detto che i tuoi massaggi l’hanno fatta eccitare.
– Però non la da!
– Figurati!
– Peccato un bel trio in barca ci stava benissimo!
– Lei non lo farebbe mai e non deve sapere nulla di noi. Vedo a farmi la doccia.
Non resistetti
– Hei che fai!
Avevo il cazzo dritto come un fuso.
– Faccio la doccia con te.
– Sei pazzo! Se ci sente Mariela!
– Non ci sente c’è l rumore dello scroscio che ci copre.
La toccavo tra le gambe e lei prendeva in mano la mia arma con dolcezza.
Le infilavo la lingua in bocca mentre con le dita lì insinuavo l’indice e il medio: era già bagnata di suo.
– Vattene via non possiamo!
– Ok ma non possiamo resistere a per troppi giorni.
– Ci organizziamo!
– Che ne pensi di mercoledi con un’altra uscita in gommone? Questa volta a due però!
– Ok
Ed eccoci nella casa al mare per una sosta; La voglia di scoparla senza pietà mi trascinava in un vortice impetuoso da cui non volevo uscire.
Mantre discorrevamo con un dink in mano con l’altra frugavo dentro i suoi leggeri indumenti estivi. Lei, dopo un attimo di indifferenza, fletteva le gambe facendo fatica a reggere il bicchiere. In un attimo ero nudo e la prendevo in piedi da dietro. Con il progresso delle spinte ansimava e per tenersi in piedi si reggeva con le mani sul tavolo.
– Fermati abbiamo tutta la giornata.
– Ok, ma sei tu che me lo fai diventare d’acciaio.
Il mare era una distesa d’olio trasparente con i suoi abitanti a vista.
– Dobbiamo cercare un angolino dove il passaggio delle barche sia poco frequente o nullo.
Mentre dicevo questo la mano sfiorava il suo sesso sotto il costume.
– meglio se lo troviamo presto, ho il sesso che cola.
– Non c’è molta gente in giro ma i ridossi classici sono sempre frequentati.
Ma il mare era dalla nostra. Un giornata favolosa in assoluto ed ancor di più al luopo per cui erano solo gli sguardi altrui gli unici potenziali seccatori di una performance che si preannunziava epica.
– Mi faccio un bagno, fa troppo caldo.
– Ti seguo a ruota non si può restare a lungo sotto questo solleone
All’immersione, anziché l’effetto ‘acqua’ (riduzione ai minimi termini) il mio cazzo fece l’ennesimo balzo in avanti con il costume che non toccava più la pancia. Due bracciate ed ero addosso a lei
-Heiii, che fai!!!?
Da dietro le avevo già infilato le mani nel costume e le strusciavo le bestia tra cosce e culo.
– Aspetta, richiamo d’affogare
– Ferma ti reggo io
Con un colpo ero dentro di lei che ansimava; con le gambe ed una mano mi tentevo a galla con l’altra toccavo a turno tette e figa: la scogliera di calcare faceva da eco ai suoi gemiti sempre più forti.
Stremati restavamo a lucertolarci sui cuscini ardenti del gommone.
Non ne avevo abbastanza però; Lei aveva certo goduto ed io non ancora; per questo le mie mani si allungavano prima sulla sua schiena per poi raggingere i punti più sensibili.
Gli umori vaginali si confondevano con l’acqua del mare, ma la loro consistenza vischiosa mi faceva capire quanto calassero ancora copiosi. A quel punto ero sul suo sesso con la lingua che, velocissima, si faceva largo fra le grandi labbra per percotere ritimicamente il clito ora durissimo.
Non le davo tregua
– Ma non sei ancora stanco
– Per nulla ne ho ancora per te e per un’altra, peccato per la tua amica che si è persa tanto’
– Looo hooo saaaiii (siii così) noooon è la tipa cheeeeeh fa certeeee cose’
– Tu invece si’.
– Hooooo siiii, così prendimi con quel cazzo enorme; ma fai piano che non riesco a prenderlo tutto dentro.
– Ora ti faccio godere così!
Mentre Le mani si spalmavano per tutto il suo corpo la lingua restava ancora concentrata sul piccolo monticello di carne. Prima lento poi veloce, poi vellutato ed ancora martellante, una due, tre dita dentro la sua figa ed un nuovo orgasmo si rovesciava sul mio viso complentamente bagnato, Mentre lei si ritrovava il mio cazzo gonfio su per la gola
– Scopami ora; non restisto!
Il mio cazzo, mai domo ora la penetrava con la sua gamba distesa lungo il mio torace.
Ad ogni colpo del mio bacino lei si contraeva e sospirava.
– Siii sto venendo ancoraaaaa.
Il massimo per farmi eccitare ancora di più e non era finita. Mentre riprendeva una posizione più umana:
– Ora però mi devi fare il culo! – Avevo già provato ad entrare nel suo cielo scuro, lei lo desiderava ma era entrata solo la cappella e con grande fatica frenato da suoi dolori violenti ‘ ho portato anche una cremina adatta; prendila, è nel borsellino
– Che bella sorpresa, e da un po’ che aspiro ad aprirti dietro perché ho capito che lo desideri parecchio.
– Si lo voglio spicciati
Ora era nella posizione giusta: petto sui cusicini e culo invitante agitato per aria.
Con dolcezza spalmavo sulla vittima una cremina profumata non tracurando di inserire di tanto in tanto una o du dita all’interno. Ad ogni inserimento lei sussultava lievemente
accompagnado con: – dai, ti voglio sentire tutto dentro.
Vai gradatamente con quel manganello, altrimenti, mi rompi in due.
Ero quasi emozionato al momento in cui il mio glande iniziava l’esplorazione del suo retto
– Fai piano, ooooo si cosi, piano lo sento sta entrando’
– Rilassati ed entrerà ancora meglio
Piccoli colpi ritmati, oramai ero dentro il suo culo: una emozione forte
– oddiiooo!!! spingi, dolce, dolce ma fallo entrare tutto
– Si, voglio fartelo sentire sino in gola
– Lo sento già ma deve entrare tutto intero
Spingevo forte ora, le mie palle per i colpi andvano ad urtare la sua figa. Con una mano continuavo a sfiorare il clitoride e con l’altra a torturare i suoi capezzoli
– si dai, spingi daiii daiii, sto venendo godoooooo GODOOOOO
Le alte pareti di tufo vibravano; ogni barca nel raggio di divese miglia si sarà chiesta di chi erano quelle urla.
Ed era anche il mio momento, tutta la sborra accumulata in una mattina di petting intenso si riversava felicemente nel suo intestino affondando il cazzo fino alla radice: ero stremato.
In un attimo eravamo immersi nel verde fantastico del mare d’agosto abbracciati prolungare i brividi di un orgasmo devastante
– Ho creduto di morire
– Anche io sono ancora sconvolto. Era da tanto che non passavo una mattina così intensa. Ora ti accompagno dal tuo fidanzato.
– Va bene
Nessun altra parola sino allo sbarco su una spiaggia
– Ciao, sono Sandro
– Piacere Massimo
– Grazie della bella gita – lei prima di congedarci
– Figurati ci saranno altre occasioni.
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