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Racconti Erotici Etero

Eva a colazione

By 21 Dicembre 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Questa è una storia universitaria, da studente fuori sede, come credo tante simili ne siano accadute ad altri…o no? Comunque, questa è la mia:

Mi trovavo da circa un mese a convivere con un ragazzo e la sua fidanzata in un piccolo appartamento. Era vicino all’università e quindi la mattina potevo alzarmi con calma e arrivare a lezione puntuale. IL mio coinquilino era un ragazzo tranquillo, ossessionato dalle donne in maniera quasi patologica, c’erano foto di donne nude ovunque per casa. Non che mi desse fastidio, anzi. Trovavo solo strano il fatto che la sua fidanzata fosse anche lei fissata con i nudi femminili. Faceva disegni devo dire molto belli, con donne statuarie e meravigliose e non mancava di mostrarmeli chiedendomi pareri.
Era una ragazza abbastanza nella norma, bionda, non molto alta, ben proporzionata, non si vastiva in maniera molto appariscente, una ragazza come tante.
Una mattina abbastanza presto mentre mi preparavo qualcosa per colazione, lei uscì di corsa dalla stanza in cui dormiva con il nmi ocoinquilino per andare in bagno. Per farlo però doveva attraversare la cucina dove mi trovavo io, così me la trovai davanti nuda, mezza addormentata. Rimasi un attimo bloccato a guardarla e lei come si accorse di me urlò e tornò in camera di corsa, per uscire poco dopo con una maglietta che a dire il vero non copriva poi molto. Nulla mi toglierà mai dalla testa che l’avesse fatto apposta.
Dopo un po’ tornò dove stavo facendo colazione e accese la televisione con fare incurante. Io odio la televisione la mattina presto e pensai che la giornata era iniziata proprio male.
Comunque mentre lei guardava lo schermo io guardavo lei. Così svestita presi nota delle sue forme non esagerate, un bel seno che si vedeva da sotto la maglietta e i capezzoli che si ergevano impertinenti. Le mutandine quasi trasparenti lasciavano vedere il ciuffo in mezzo alle gambe e mentre mi ero incantato su quello spettacolo lei mi chiese se avevo intenzione di farle un ritratto. Mi scossi e feci il vago, piuttosto imbarazzato per essermi lasciato cogliere a fissarla. Le dissi che non ero in grado e di scusarmi ma la mattina non sono molto cosciente dei miei atti, spesso mi incanto e mi immergo in riflessioni fissando il vuoto.
“E così questo sarebbe il vuoto per te?” mi disse aprendo le gambe in maniera provocatoria.
Non sapevo se scherzava o che, ma l’ultima cosa che volevo era una discussione di prima mattina con una tipa strampalata a due passi dalla stanza da dove dormiva il suo ragazzo.
“Scusa” dissi solo e mi alzai per andarmene.
“Dai vieni qua un secondo, non mi dava fastidio, anzi” mi disse sorridendo allora.

Mi avvicinai al divano dove era semisdraiata e nel farlo mi accorsi che stavo avendo un’erezione e che indossando solo i boxer si vedeva pure.
“E poi mi pare che lo spettacolo ti interessasse, guarda che ti si muove qualcosa lì” e rise indicandomi il pube.

“Finiscila di fare la scema che ho un sacco di cose da fare oggi e se si sveglia Alessandro si incazza”.

“Quello? Figurati dorme fino ad oggi pomeriggio. Dai fammi un po’ di compagnia prima di uscire”. E mi fece sedere vicino a lei.
Avevo ancora in mente l’immagine di lei nuda come si era presentata poco prima e il desiderio di rivederla così si fece avanti nella mia mente come una priorità assoluta.
Per cui decisi di assecondarla. O mi stava prendendo in giro oppure la situazione poteva avere degli sviluppi interessanti.

Mi posò la testa in grembo guardando la televisione e io presi a carezzarle i capelli, ancora un po’ imbarazzato ed indeciso sul da farsi. Il mio pene però aveva già deciso perchè si stava indurendo sotto il peso della testa di Eva. Mi sembrava addirittura che facesse pressione apposta con la testa, o forse era solo una mia impressione?
La mano che sentii all’interno della coscia però era assolutamente reale, stava salendo e arrivò a prendere il mio pene quasi completamente eretto. Cominciò una deliziosa masturbazione mentre io avevo preso a massaggiarle il seno sotto la maglietta.
Allungai le mani e le palpai il sedere morbido, passando casualmente un dito in mezzo al solco, lei allora spostò la testa e me lo prese in bocca, ma con un ritmo troppo sostenuto e temevo di venire subito, mentre ormai il mio progetto era di scoparla. La fermai e la feci alzare. Preso da frenesia incontrollabile le tolsi la maglietta e mi avventai sui seni con un’avidità che non immaginavo, le tolsi le mutandine e mi liberai anch’io dei pochi indumenti che avevo. Eravamo nudi uno di fronte all’altra, guardandoci, ma le mani non riuscivano a stare ferme e la buttai sul divano deciso ad assaporare i frutti di quel ventre generoso. La assaggiai e gustai leccandola dentro e fuori mentre gemiti di piacere uscivano dalla labbra che poco prima mi avevano accolto. La sentii tremare e poi venne mentre ero ancora con la faccia immersa nella sua intimità. Mi prese la testa e la vidi tutta rossa in faccia, con gli occhi che brillavano di una strana luce. Mi portò sopra di lei e io la penetrai, con un colpo solo.
“Stai attento a non venirmi dentro, non voglio sorprese” mi sussurrò all’orecchio.
Ma io ero lanciato, che fica stretta che aveva, anche se era molto lubrificata mi stringeva e mi stava facendo impazzire. La sentivo ansimare e sentivo le sue unghie nella schiena e questo non mi permetteva certo di controllarmi a dovere, pensavo solo ad affondare dentro di lei. Le stringevo la natiche con le mani e stavo per gosere quando lei mi fermò bruscamente e mi scansò. Io rimasi stordito dall’interruzione, ma non feci in tempo a pensare a nulla che lei mi aveva di nuovo preso in bocca. Avevo gli occhi spalancati e assenti e rantoli incontrollati mi sfuggivano mentre le tenevo la testa per scoparle la bocca. Che delizioso rumore che faceva la sua bocca…urlando le venni dentro e lei mi bevve. Fu un orgasmo incredibile, non finivo più di venire e lei bevve tutto, lasciandomi completamente svuotato e distrutto.
“hai un buon sapore lo sai?” disse sorridendo mentre si dirigeva verso il bagno e poi
“magari un’altra volta che mi sveglio presto facciamo di nuovo colazione insieme…” strizzò l’occhio e chiuse la porta.

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