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Racconti Erotici Etero

Fare la stronza ripaga

By 16 Aprile 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Penso proprio di aver capito…
L’unico modo per farmi sentire da te è quello di fare la stronza…
Bene, sarai accontentato. Ho cancellato il tuo numero, non posso farlo con il tuo account di facebook perchè i nostri amici in comune si chiederebbero il motivo, ma io so che posso fare di meglio…
Ho scritto che a un tuo cenno potrei essere la migliore delle gheisce e la più troia delle puttane. Bene, dovrai sudare e farti perdonare per arrivare a questo.
Prima di sapere che sentirai ancora le mie labbra su di te, che mi sentirai rispondere come una gatta in calore ai tuoi richiami, prima ancora di pensare che il mio corpo sarà a tua disposizione dovrai sudare, e parecchio.
Oh tu sai quanto e cosa io ti potrei fare, questo è la mia forza.
Ne vuoi un assaggio??? Bene, ti toglierei la maglietta, la mia lingua ti conosce, sa perfettamente dove andare per farti eccitare. Potrebbe posarsi lieve prima e e avida poi sui tuoi capezzoli, potrei morderti sui fianchi perchè saprei di farti male, ma anche di darti piacere, potrei spingerti su una sedia e spogliarmi piano per te. Potrei togliermi la maglietta e rimanere in reggiseno, di pizzo nero, ovviamente. Potrei slacciarmi i bottoni della gonna e girandomi farla scivolare sopra il mio culo, chinandomi a 90 gradi per farti ammirare il panorama, rimanendo in autoreggenti e quello slip che in realtà sono solo striscioline che non coprono nulla, ma lasciano scoperti i punti interessanti… Avresti una bella visione di skin depilata apposta per te. Slaccerei il reggiseno e mi passerei le mani sul seno, come se te lo volessi offrire, ma tu dovrai rimanere immobile, questa è la tua punizione.
Mi metterei a sedere su una poltroncina, portando una gamba sul bracciolo; avresti una bella visione, ma sarebbe solo l’inizio. Con una mano allargherei skin, mi metterei un dito in bocca e dopo averlo succhiato me lo passerei sul clitoride e poi più in giù…
Dal cassetto prenderei un grosso pennarello, e dopo averlo leccato per bene me lo farei scivolare sul collo, tra i seni, sull’ombelico e poi scenderei lasciando una striscia di saliva sulla pelle…
Me lo appoggerei sul clitoride, facendolo sussultare appena, per poi proseguire e allargandomi le labbra di skin ti farei vedere la prossima destinazione di quell’intruso, che non sei tu, ma che sarà il tuo sostituto per stasera. Te lo meriti.
Lo posizionerei all’entrata del mio paradiso, e piano piano lo metterei dentro, gettando la testa all’indietro sospirando di piacere.
Scivolerei ancora più in giù sul cuscino per farti godere meglio della scena, Facendoti intravedere anche il mio sedere, quello che hai posseduto, ma che non so quando ti verrà (forse) concesso nuovamente.
Prima comincerei a far entrare e uscire il mio amico di emergenza piano piano, voglio che tu ti gusti il tutto per un bel po’.. Chissà forse a quel punto mi chiederesti qualcosa, magari di poterti avvicinare, oppure di poterti sostituire al mio pennarello. Forse se fossi per un attimo meno stronza potrei concederti di leccarlo, per potermi riassaporare di nuovo. Ti farei avvicinare, solo per farti annusare meglio quanto sono eccitata.
Ma di sostituirti non se ne parla. Ti darei il permesso di toccarti, in fondo sono buona… Ti slacceresti velocemente i pantaloni, dai tuoi boxer spunterebbe lui, duro pronto… Cominceresti a massaggiarlo velocemente solo per me…
Il mio movimento aumenta di velocità, sempre più… e tu con me…
Sento che sto per venire, un orgasmo che è solo per me, perchè nonostante tutto quello che sto passando sono una sopravvissuta…
Godo, sapendo che tu mi guardi, sapendo che vorresti sostituire la tua lingua al pennarello, sapendo che avresti voluto essere tu a farmi sospirare e gemere come sto facendo, non solo con la lingua…
Ma questa sarebbe la tua punizione. Vorrei che tu venissi, abbiamo un’intesa che non si può sciogliere, e verremmo insieme, pur non essendoci ancora toccati recirocamente.
Avresti avuto, a quel punto, la tua punizione, ma ti farei inginocchiare per leccare tutto il mio miele, per ricordarti che i tuoi silenzi producono effetti. La prossima volta potresti essere tu a farmi gemere così, ti farei ricordare meglio il mio sapore, per far si che tu abbia ben in testa quello che c’è girato l’angolo.
Mio caro stai perdendo tante cose, questo è uno degli ultimi avvertimenti. Non intendo usare pennarelli ancora per molto, tienilo bene in mente.

nottestellata@live.it

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