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Racconti Erotici Etero

Fuori pista

By 23 Novembre 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Cosa ti ha spinto a scegliere i ‘ mercatini di Natale’ vicino alla zona montana che io frequento? Forse la voglia di incontrarmi, forse curiosità . Chissà’. Fatto sta che uno di questi giorni del lungo “ponte ” lo hai dedicato allo sci da discesa, anche convinto dalla recente e precoce nevicata che quest’anno ha imbiancato i monti .

E così alla domenica mattina ci ritroviamo tutti ‘ casualmente’ nella località sciistica di *******, all’impianto di risalita più frequentato, quello che consente discese per vari tipi di difficoltà: pista nera, la più difficile, rossa, per sciatori medi, pista baby per bambini e principianti’
Ci siamo tutti, la mia e la tua famiglia: presentazioni, saluti, alcuni convenevoli e poi tutti via, ciascuno secondo le proprie competenze.

Tu non sei uno sciatore esperto e dopo un paio di discese a ‘ spazzaneve’ ed alcuni ruzzoloni conditi da risate, ti propongo di prendere, una volta in cima, un collegamento di risalita che ci porti ad una pista non più difficile, ma meno frequentata, in cui fare le tue evoluzioni e poter imparare senza l’incubo degli snowboard.
Avvisi tua moglie e partiamo.

Arrivati sul posto inizia la ‘ scuola di sci’. Tento di farti eseguire le curve elementari di base, hai buona volontà, impari in fretta’certo, siamo lontani dal ‘cristiania”ma è anche il primo giorno’
Hai il viso arrossato dal freddo, le labbra screpolate: mi fermo a metterti un po’ del mio burro di cacao’
‘Andiamo fuori pista? ‘ scherzo.
‘Sei impazzita? E’ pericoloso!’
‘Vieni con me” Ti rassicuro. Ti guido in un sentiero laterale. Il tuo è un continuo cadere: come potevo pensare che avresti saputo reggerti sulla neve fresca, non ancora battuta? E’ roba da esperti’e da scavezzacollo, quale io sono! Ancora una volta ti aiuto a rialzarti. Ti faccio togliere gli sci: finalmente la scorgo, tra gli abeti, la baita di sassi!

Ci arriviamo affondando gli scarponi nella neve morbida, lasciando le nostre impronte accanto a quelle di un coniglio selvatico. Biancore accecante intorno, freddo pungente sul viso, silenzio assoluto.. ‘..solo il rumore dei nostri respiri davanti alla porta di legno mal chiusa’
Uno strappo deciso e..si apre!. All’interno buio, odore di legno vecchio e di fieno, polvere e un certo tepore. Gradualmente i nostri occhi si abituano alla penombra. Soli! Certo, il luogo non è un hotel a cinque stelle, ma’.

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