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Racconti Erotici Etero

Galeotto fu il massaggio v.2

By 24 Maggio 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

Circa 2 anni fa attraversavo un periodo un po’ buio, per vari motivi avevo perso alcuni amici e mi ero ritrovato piuttosto solo. Finché un giorno casualmente ho incontrato Franco, un mio vecchio amico dei tempi dell’università, che non vedevo più da parecchi anni. Sedeva sulla terrazza di un bar con la sua fidanzata Dina e mi invitò ad unirmi a loro. Parlammo per oltre un’ora dei ricordi dei bei tempi dell’università e di tante altre cose, mi disse di essersi trasferito nella mia città circa un anno prima. Cominciammo a frequentarci con regolarità e ben presto mi inserii nella sua cerchia di amici. Tra di essi c’era la sua collega di lavoro Veronica e (purtroppo) il suo fidanzato Federico. Veronica ha 34 anni (4 meno di me), &egrave una persona semplice, con la quale &egrave facile fare amicizia, ma anche molto intelligente. Nei modi non &egrave molto femminile, ma fisicamente non &egrave niente male. Alta circa 1.65, magra, ma non esageratamente, capelli castani lunghi fino oltre metà schiena, occhi castani, il seno non molto grande, ma ben proporzionato e un sederino da urlo. Più conoscevo Veronica, più scoprivamo di avere cose in comune, passioni, interessi, idee. Una volta mi disse ‘abbiamo così tanto in comune, che se non fossi già insieme a Federico, mi metterei insieme a te’. Non so in che misura lo pensasse veramente, comunque seppure ci avessi pensato diverse volte, non sono il tipo da fare la corte ad una donna fidanzata, tantomeno se &egrave mia amica.

Tra le passioni che abbiamo comune c’era quella delle escursioni in montagna. Anche Federico amava fare escursioni in montagna, ma a causa degli orari di lavoro differenti, lui e Veronica, raramente riuscivano a trascorrere una giornata in montagna insieme. Fu così che Veronica ed io cominciammo ad andare a camminare insieme all’incirca una o due volte al mese; perlopiù facevamo escursioni semplici di mezza giornata, saltuariamente di una giornata intera.

Durante una di queste escursioni, Veronica, che camminava alcuni metri davanti a me, si fermò di colpo e si sedette, dicendo di avere un crampo al polpaccio. Le dissi di alzarsi il pantalone, in modo che potessi massaggiarle il polpaccio. Esitò un attimo, come se si vergognasse di mostrarmi le gambe, cosa senza motivo, dal momento che in altre occasioni indossava pantaloni corti. Dopo un attimo sollevò il pantalone fino sotto il ginocchio e presi a massaggiarle vigorosamente il polpaccio; in poco tempo il crampo era sparito. Mi disse ‘non sapevo che eri bravo anche a fare massaggi…’, con tono un po’ scherzoso, risposi ‘e non solo ai polpacci…’, vidi sul suo viso un’espressione dubbiosa, quindi aggiunsi ‘provare per credere!’. Lei per troncare il discorso si rimise in marcia.

Con l’arrivo dell’inverno e della neve terminò il periodo delle gite in montagna e vedevo Veronica con meno frequenza. Avevo dimenticato il discorso del massaggio, quando un giorno mi arrivò un suo SMS ‘Ti ricordi che alcuni mesi fa mi avevi offerto un massaggio?’ ‘Si certo’ risposi. ‘Sono scivolata su una lastra di ghiaccio e ho dolori al sedere e alla schiena, penso che un massaggio mi farebbe bene’, l’idea di avere davanti il corpo semi-nudo di Veronica e di massaggiarla, mi attizzava parecchio, ma decisi di essere cauto, così risposi ‘io faccio massaggi per diletto, penso sarebbe meglio che tu veda un chiropratico o un fisioterapista’, mi rispose ‘per prima cosa un professionista costa caro, e secondariamente mi sento a disagio a spogliarmi davanti ad uno sconosciuto’ io un po’ per sfidarla replicai ‘e davanti a me non ti senti a disagio?’ la sua risposta tardò qualche attimo più del solito ‘beh, non lo so, penso di sentirmi comunque a disagio, ma meno che con uno sconosciuto’. ‘Se sei convinta, io lo faccio volentieri’ fu la mia replica e così ci accordammo per il giorno successivo.

All’orario previsto si presentò a casa mia, tolse il cappotto, le versai una bibita e ci sedemmo in salotto a chiacchierare. Dopo un po’ la invitai a seguirmi in camera e le dissi di spogliarsi e sdraiarsi sul letto. Esitò, era ovvio che si sentiva a disagio’ Dopo qualche attimo mi voltò le spalle, si sfilò gli stivaletti, poi tolse la felpa, i jeans e la maglietta. Mentre si spogliava sentivo il mio pacco gonfiarsi nei pantaloni. Rimase con slip e reggiseno neri e calzette bianche. Si sdraiò sul letto pancia sotto e scostò i capelli dalla schiena. Io ero abbastanza eccitato, ci era già capitato di andare a fare il bagno o a prendere il sole assieme, quindi avevo già visto Veronica in bikini, ma il pensiero delle mie mani sul suo corpo, faceva drizzare il mio coso. Rimasi per un attimo ad ammirare il suo corpo, poi cominciai a tastare la parte bassa della sua schiena per capire dove aveva dolore, ogni volta emetteva un ‘ahi’ di dolore. Dal bordo degli slip spuntava un ematoma, che doveva essere parecchio esteso. Le dissi ‘Veronica ti farò male, probabilmente alla fine mi odierai, però domani dovresti sentirti un po’ meglio.’. Mi rispose semplicemente con un ‘Fai piano però’

Cominciai a fare una leggera pressione sui punti in cui aveva dolore. Poi aumentai pian piano l’intensità, i suoi gemiti di dolore si facevano più frequenti, decisi così di spostarmi sulla zona delle spalle e della nuca per farla rilassare. Cominciai così ad alternare fasi di massaggio nella zona lombare e nella zona delle spalle. Ad un certo punto le dissi ‘ti dispiace se ti abbasso gli slip, per massaggiarti i glutei?’ Ci pensò un attimo e poi con la testa fece un cenno affermativo, e aggiunse ‘non approfittarne però’. Non risposi, le abbassai gli slip quel tanto che basta per poter finalmente ammirare quel fantastico culetto, anche se rovinato dall’ematoma, come prevedibile parecchio esteso. In quel momento invidiavo più che mai il suo fidanzato Federico. Cominciai a massaggiarle vigorosamente i glutei, la tentazione di passare le dita nello spacco tra i glutei era forte, e il mio cazzo premeva sempre di più nei pantaloni, ma decisi di non tradire la sua fiducia e rimasi per così dire, professionale.

Terminato il massaggio, le dissi che poteva utilizzare la doccia, ma rispose che preferiva rientrare a casa, così si rivestì, mi ringraziò con un bacio sulla guancia e tornò a casa. Il mattino successivo, mi arrivò un suo SMS ‘Il massaggio ha funzionato, mi sento un po’ meglio, ma saranno necessarie altre sedute’ Così nei giorni successivi, ci furono altre 3 sedute, finché Veronica si sentì nettamente meglio e anche il suo ematoma si era visibilmente ridotto…

Non ebbi notizie di Veronica per oltre una settimana, pensai che ormai stava bene e non ci sarebbero stati altri massaggi. Invece una sera arrivò un SMS inatteso ‘mi servirebbe ancora un massaggio’. Non dava altre spiegazioni, pensavo le fossero ritornati i dolori alla schiena, quindi la invitai a passare il giorno successivo. Quando arrivò le chiesi dei dolori, e mi disse ‘Tutto ha posto, non ho più dolori, ma volevo ringraziarti’ ‘E come?’ chiesi perplesso. ‘Ho notato come ti eccitavi mentre mi massaggiavi, ci tengo a ringraziarti per avermi fatta star meglio, perciò questa volta puoi massaggiarmi come e dove vuoi tu’. Ci rimasi di sasso e dopo un attimo di esitazione dissi ‘&egrave un bel gesto da parte tua, ma potrei eccitarmi troppo e andare oltre un certo limite…’, ‘non preoccuparti…’ disse e si diresse verso la camera, dove la seguii. Si spogliò, questa volta senza darsi la pena di voltarmi le spalle, indossava un intimo più sexy del solito, reggiseno semi-trasparente e perizoma che poco lasciavano all’immaginazione. ‘Wow’ esclamai esterrefatto, capii di avere carta bianca.

Misi una musica rilassante di sottofondo e cominciai a massaggiarle la zona delle spalle e della nuca, sentivo pian piano i suoi muscoli che si scioglievano. Le presi un braccio e lo massaggiai dalla spalla fino alla punta delle dita, poi ripetei la medesima operazione con l’altro. Con le mani percorsi la sua schiena dall’alto verso il basso, le mie dita inciamparono nel reggiseno, esitai un attimo, ma poi senza dire o chiedere nulla lo slacciai, lei accennò un sorriso in segno di approvazione. Continuai per lunghi attimi a massaggiarle la schiena, talvolta spostavo le mie mani lateralmente e sfioravo l’esterno dei suoi seni. Il suo viso aveva un’espressione rilassata e al contempo compiaciuta. Per il momento lasciai stare il suo bel culetto e passai a massaggiarle le gambe, dal punto in cui finivano gli slip, scesi pian piano fino ad incontrare i calzini. Le sollevai un piede, sfilai il calzino e cominciai a massaggiarle la pianta del piede, poi feci la stessa cosa con l’altro piede. Risalii con le mani lungo le sue gambe, fino al sedere, da sopra gli slip cominciai a massaggiarle i glutei, mi sembrò di vedere un’espressione di disappunto sul suo viso, forse si aspettava che le togliessi gli slip, ma decisi che non era ancora il momento.

Quando ebbi terminato mi avvicinai al suo viso e le sussurrai ‘ora girati’, eseguì senza nemmeno aprire gli occhi. L’espressione del suo viso era assolutamente rilassata. Per la prima volta dopo oltre due anni che conoscevo Veronica, ebbi l’occasione di ammirare il suo seno nudo, aveva un seno ben proporzionato, non piccolo, ma nemmeno prorompente, e bello sodo, i capezzoli erano ritti, segno che anche lei era eccitata. Presi a massaggiarle le spalle, poi scesi verso i seni, ne percorsi più volte il contorno, poi li afferrai tra le mani e cominciai a palparli, continuai così per lunghi attimi, poi presi a titillare i suoi capezzoli con un dito e in seguito a premerli tra due dita, sul suo volto vedevo un’espressione di godimento, era in estasi, e anch’io ero assai eccitato… La voglia era di passare subito al sodo, ma mi trattenni e continuai con il massaggio, concentrandomi sulla sua pancia. In seguito percorsi le sue gambe da cima a fondo e viceversa un paio di volte. Non stavo più nella pelle dalla voglia di sfilarle gli slip, ma non sapevo fino a che punto voleva che mi spingessi, perciò sollevai il bordo degli slip e ne percorsi la lunghezza con un dito. Lei con voce soffocata dall’eccitazione, disse ‘fallo ti prego’ quindi con un colpo deciso le abbassai gli slip, aveva la fighetta rasata, con solo una striscia di peli al centro. Era già grondante di umori, infilai due dita dentro di lei e cominciai a muoverli avanti e indietro sempre più rapidamente, mentre con un altro dito le torturavo il clitoride; non ci volle molto prima che venisse in un primo orgasmo, accompagnato da un urlo liberatorio…

Finalmente mi spogliai anch’io, lei fece un gesto per invitarmi a metterglielo in bocca, ma non glielo lasciai fare, avevo troppa voglia di scopare la sua fighetta. Sollevai leggermente Veronica e la girai di novanta gradi, in modo che il suo buchino fosse a bordo del letto, mi portai in mezzo alle sue gambe, con il mio membro pronto a infilarla, lentamente ma in modo deciso, lo infilai fino in fondo, lei emise un primo urletto e avvinghiò le gambe dietro la mia schiena. Cominciai a stantuffare, aumentando progressivamente il ritmo e con le mani le torturavo i capezzoli. Lei grondava di umori, e man mano che io aumentavo il ritmo, aumentava anche l’intensità e il volume della sua voce, finché un secondo orgasmo le tolse il respiro. La baciai e accarezzai dolcemente per alcuni minuti, finché si riprese. Mi sdraiai sul letto con il mio membro che svettava e le feci capire di impalarsi a smorza candela, quando fui dentro tutto, cominciai a muovere il bacino su e giù e ben presto riuscimmo a sincronizzare il ritmo. Ero prossimo a venire, non volevo venirle dentro, ma probabilmente lei capì il mio pensiero e si posizionò in modo che non potevo uscire da lei, così inondai copiosamente la sua fighetta.

Eravamo entrambi esausti, lei si accasciò sopra di me, dalla sua fighetta colava il mio seme, le sue tette premevano contro il mio petto, e sentivo il suo respiro affannoso, sulle labbra aveva stampato un sorriso. Io le accarezzavo dolcemente i suoi lunghi capelli. Rimanemmo così per parecchi minuti, che speravo non terminassero mai. Concludemmo con una doccia (che fortunatamente &egrave abbastanza spaziosa da accogliere due persone). Mentre ci rivestivamo la chiesi ‘Come farai con Federico?’. La sua risposta mi lasciò di stucco ‘Non preoccuparti, abbiamo una relazione abbastanza aperta, io ho dei trombamici, lui ha delle trombamiche, ci diciamo tutto’. ‘Quindi ora sono un tuo trombamico? Ci saranno altre volte?’ chiesi io. ‘Vedremo, può darsi…’ rispose in maniera molto evasiva. Ci salutammo con un lungo bacio.

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