Giordano comprò il libro una piovosa giornata di febbraio, il titolo rapì la sua attenzione mentre trafelato si apprestava a raggiungere la metro che l’avrebbe portato a casa dopo un’intensa giornata di lavoro. Dall’altra parte della città, Silvia comprò il medesimo libro durante una delle sue solite visite in libreria, era solita passarci le ore, prima di andare al corso serale di specializzazione che stava seguendo in quel periodo.
All’unisono misero il libro nella propria borsa, dimenticandosi quasi di averlo comprato e la loro vita continuò il suo percorso programmato e inesorabile per quella giornata: Giordano arrivò a casa dopo due ore passate sui mezzi pubblici, Silvia tornò a casa la sera tardi, dopo la sua lezione e un’estenuante sessione di allenamento in palestra. Entrambi single, con lunghe storie alle spalle, Silvia e Giordano non si conoscevano, vivendo due esistenze separate, come su due binari paralleli.
Silvia era una ragazza semplice, con un gusto nel vestire tutto suo. Non si può dire che passasse inosservata, comunque tendeva a celare il suo fisico rotondo nei punti giusti. Bassa di statura, non amava ostentare la sua invidiabile forma fisica raggiunta grazie ad anni di nuoto agonistico e a lunghe sessioni in palestra. Era minuta ma proporzionata in tutto.
Giordano non possiamo definirlo un ragazzo che facesse girare la testa. Non molto alto neanche lui, robusto di corporatura e con un accenno di pancetta dovuta al lavoro sedentario, aveva però un fascino seducente che molte donne trovavano irresistibile suo malgrado.
Per entrambi, il libro finì quasi nel dimenticatoio, fino ad una sera nel quale come spinti da un’invisibile forza, entrambi si ricordarono che l’avevano comprato, lo sbirciarono e attratti da quella curiosità di chi sta per cominciare un nuovo libro cominciarono a sfogliarlo.
Giordano seduto sulla sua poltrona, la sigaretta poggiata sul posacenere che faceva salire le spire di fumo che si dissolvevano, il libro e la poltrona illuminati da una lampada piccola su un tavolino da pub in legno scuro con l’unica zampa di ghisa. Il movimento della mano un arco descrivente una danza, fino a quando sembra soffermarsi, tremare sulla pagina. Ciò che Giordano lesse lo eccitò, il contenuto di quelle pagine non conta, ma fu dalla prima riga che sentì il suo battito accelerato e quella sensazione di fiato corto inequivocabile. Si, i suoi boxer si gonfiarono, quasi a voler estendere un punto di contatto verso quelle parole, quel veicolo di emozioni che scorrevano dai suoi occhi fino al basso ventre, passando per ogni muscolo, nervo, follicolo. Si sorprese a tremare.
Silvia era uscita dalla doccia nel suo mini appartamento, cercava le sigarette nella borsa. L’accese e con fare svogliato aprì il libro con la sigaretta serrata tra le labbra assottigliate, un occhio semi chiuso e il fumo che le accecava l’occhio. Il vapore della doccia e il dolce profumo dei suoi capelli appena lavati riempivano l’aria. Cominciò anche lei a sfogliarlo svogliatamente, fino a quando un passaggio non attirò la sua attenzione. Spense la sigaretta, si sistemò sul letto e cominciò a perdersi tra le righe. Sembrava in trance, la sua mente vagava e cominciò a sentire un calore crescere dal basso e diffondersi piano: un calore che aveva un solo significato per lei e che conosceva molto bene. Si scoprì essere percorsa da piacevolissimi brividi, come se una mano fantastica avesse deciso di far scorrere una piuma nell’incavo della sua schiena, su e giù, inesorabile.
Consci di queste loro sensazioni, Giordano e Silvia nelle loro rispettive realtà, stavano viaggiando sullo stesso filo. Null’altro successe quella sera se non una presa di consapevolezza: ciò che stavano leggendo avrebbe scavato nel loro io più profondo, liberando sensazioni sopite da tempo o forse mai esistite.
Giordano e Silvia il giorno dopo, dopo un sonno si ristoratore ma albergato da immagini confuse che nulla davano ad apparire ma tutto dicevano, continuarono ognuno con la propria vita. Durante il giorno, presi dalle loro attività, relegavano un piccolo spazio al pensiero del libro fino a quando il ritornare a casa e immergersi di nuovo in quelle parole non diventò un bisogno impellente, una sorta di necessità fisica che rese entrambi nervosi e irascibili fino a che non riuscirono a chiudersi dietro le spalle la porta delle loro rispettive abitazioni, quasi a chiudere fuori la realtà e lasciarsi avvolgere dalla fantasia e le emozioni che il libro scatenava in loro.
Quella notte un altro capitolo fu sviscerato, altre emozioni scorsero come un fiume in piena. Giordano e Silvia quella notte lasciarono che le sensazioni prendessero il sopravvento. Le loro mani cercarono i punti più reconditi del loro piacere, con una danza sensuale, perversa allo stesso tempo fino a quando entrambi non esplosero godendo del frutto della loro fatica, innalzando il proprio corpo alla quintessenza del piacere.
Silvia si toccò alternando momenti di dolcezza a momenti di decisione, lasciando che le immagini confuse nella sua mente si tramutassero in sensazioni tattili, percorrendo tutto il suo corpo, ogni singolo centimetro del suo ventre, delle sue gambe, dei suoi seni gonfi di desiderio fino a quando non potendo più resistere, scatenò le dita su e dentro il suo sesso in una danza frenetica che la portò, con le gambe oscenamente aperte al limite ad urlare ed essere percorsa da brividi di piacere intensi che sembravano non aver mai fine. Per tutto il tempo il suo cuore fu accelerato e tutto ciò che la circondava sembrò perdere forma e colore.
Giordano lasciò scorrere la mano sul suo sesso turgido, umido di piacere, lasciò che le sue dita scorressero sul frenulo, stuzzicandolo, le dita scorsero sulla punta e una mano indugiò sullo scroto, stringendolo. Lascio che il liquido pre-seminale gli bagnasse le mani e l’asta, con una pressione alternata al movimento si perse nelle sue sensazioni fino a quando non senti quella pressione inequivocabile sulla punta e si lasciò esplodere sussultando con il bacino. Uno, due, tre, quattro schizzi di piacere imbrattarono le sue cosce e il suo ventre, lasciando che un senso di spossatezza lo assalisse.
Potremmo pensare che tutto ciò accadesse simultaneamente, può anche darsi.
La scena di cui sopra si ripeté per alcuni giorni alla fine di ogni capitolo, fino a che i due non cominciarono a sentirsi più audaci e decisero che quelle sensazioni gli avrebbero accompagnati durante gli spostamenti giornalieri.
Fu così che un giorno il fato volle che sia Silvia che Giordano prendessero la medesima metropolitana. Si lasciarono sommergere dalla folla fino a quando la carrozza non si svuotò. Ascoltando le note strimpellate da un ambulante e annoiato dai graffiti che ostentavano messaggi sui vari paramenti della carrozza, Giordano tirò fuori il libro e cominciò a leggere, nei suoi occhi una luce di sfida e un sorriso provocatorio. Silvia fece altrettanto, fino a quando alzando gli occhi entrambi si notarono, videro che stavano leggendo il medesimo libro.
Il cuore di Silvia cominciò ad accelerare e fu presa da un misto di eccitazione e vergogna, sembrava quasi che Giordano potesse leggerle dentro. Sapeva quello che provava? Immaginava cosa faceva la sera dopo aver letto un capitolo, ma soprattutto, provava quello che provava lei? Giordano rimase di stucco, inebetito, incapace di alzare gli occhi da quella copertina e quelle dita affusolate che sorreggevano il libro per affrontare lo sguardo di quella creatura che lo stava guardando. In un secondo percepì la netta sensazione di essere guardato dentro il suo profondo io e la sensazione di vergogna cominciò a pervadere la sua mente. Chissà perché, il coraggio prese entrambi e il loro sguardo si incrociò, diventando, dopo un attimo di esitazione complice. Nonostante il messaggio ben recepito, entrambi si sentirono dei bambini colti sul fatto. Ad un osservatore esterno, la scena potrebbe essere simile a quelle tanto viste nei film dove due persone si guardano, abbassano lo sguardo e sorridono nervosamente.
Arrivò la fermata di Silvia, la quale si alzo, si soffermò sulla copertina del libro che Giordano aveva in mano e sempre con lo sguardo basso si avviò all’uscita della carrozza. Giordano venne spinto da chissà quale forza ad alzarsi e a debita distanza aspettare che la carrozza si fermasse. Era insicuro di cosa fare, qualcosa di oscuro l’aveva spinto a fare quel gesto, non era neanche la sua fermata! Silvia si accorse che Giordano gli stava dietro, cominciò a tremare, un misto di paura e curiosità. La carrozza ebbe un sussulto e lei si rese conto che le gambe stavano per mancarle, si sorresse al corrimano verticale. Senti il cuore batterle dentro il petto e un senso di spossatezza prese il sopravvento. La metro si fermò e Silvia scese, Giordano la seguì incerto sul da farsi fino a quando arrivarono al girello per uscire, e li vi fu un primo contatto. Silvia si girò e sorridendo imbarazzata lo salutò, i loro occhi finalmente si soffermarono uno sull’altra, un vortice li avvolse, un vortice dove tutto ciò che è intorno sembra perdere forma, tutti i suoi diventano attutiti e sembrano scomparire nell’oblio. Per un attimo i loro cuori ebbero un sussulto, persero il fiato.
‘Ciao’, rispose Giordano con voce spezzata, un filo di voce che stentava ad uscire, le corde vocali attanagliate dall’emozione.
Rimasero li impacciati, dopo il tornello, fino a quando Giordano non prese in mano la situazione ‘Posso offrirti un Caffè’? ‘ ‘Si’ Rispose Silvia, lasciando che la risposta rimanesse librata in aria come in sospensione.
Salirono le scale, attraversando la stazione che stagnava di odore di urina, ferodi di freni. Ogni loro passo si rifletteva sulle mattonelle che ricoprivano le pareti, rotte in alcuni punti e che attraverso le scritte raccontavano storie di amori, proposte, denunce e tradimenti. Usciti dalla stazione della Metropolitana trovarono un bar e si sederono. Vi fu un momento di silenzio impacciato, il buffo era che entrambi avevano poggiato il libro sul tavolo, li in bella vista. I loro occhi si incontrarono e si persero uno nell’altra.
‘A quale capitolo sei arrivata’, chiese lui
‘Al nono’ ‘ ‘Anche io’.
Da li la conversazione continuò, si raccontarono, passando per le loro vite come in un film dove i fotogrammi si susseguono a volte nitidi a volte sfuocati.
Il tempo volò. Si fece l’ora di tornare a casa per entrambi ma vi era una sorta di magnetismo, tra gli sguardi di Silvia che erano languidi e quelli di Giordano quasi commossi. La netta sensazione di entrambi era quella di aver trovato una parte mancante di se.
‘Vieni a cena con me?’ ‘ azzardò Giordano.
Silvia arrossì. Il cuore cominciò a batterle così forte che lo sentiva in gola. Il suo primo istinto fu quello di non accettare, ma nel profondo non voleva lasciar sfuggire quell’occasione che sembrava così intrigante. Un libro, tutto era iniziato con un libro, non le sembrava vero, quel libro poi! Quel libro che le aveva risvegliato i sensi, che l’aveva portata a toccarsi in una maniera che non conosceva da tempo, cosi sfrontata, cosi ‘. libera. Per un attimo la sua mente tornò a quello che aveva fatto e sentì le farfalle che ben conosceva, arrossendo di nuovo, una vampata di calore, si chiese cosa stesse succedendo, sembrava quasi che non avesse più controllo del suo corpo. Cominciò a muoversi incontrollatamente sulla sedia.
Giordano dal canto suo non sapeva cosa pensare. Era perso negli occhi di quell’essere femminile che gli era di fronte, una persona alla quale sentiva di poter confessare i suoi segreti più intimi. Anche lui si soffermò sull’audacia di tutta la situazione, sul libro che in maniera quasi fatata lo aveva portato a scambiare quell’occhiata in metropolitana con Silvia. Sorrise pensando alla sua reazione e a quella di Silvia, sentendosi pervadere da una sensazione di dolcezza. Percepì anche un senso di eccitazione ed essendo uomo questo si tramutò immediatamente in una sensazione fisica che lo fece arrossire.
‘Vorrei cambiarmi prima” esordì Silvia come a cercare invano di prendere tempo a quella richiesta che l’aveva lasciata senza fiato.
‘Come vuoi, anche se penso che certe cose vanno vissute come vengono, senza cambiare nulla’
Silvia sorrise tra se, pensando che in fondo Giordano aveva ragione. In fondo era uscita dall’ufficio, era abbastanza elegante e anche se tra se voleva farsi una doccia, voleva che quel flusso positivo non si interrompesse.
‘Va bene’ dove andiamo?’ ‘ ‘Cucina Cinese?’ ‘ ‘Si dai’ ma andiamo in uno ristorante senza troppe pretese, qualcosa di semplice insomma’, squittì Silvia.
‘Prendiamo un Taxi dai!’ disse Giordano. Trovarono il taxi dietro l’angolo, fortunatamente c’era una piazzola di sosta. Occuparono entrambi il sedile posteriore e dopo che Giordano ebbe dato le indicazioni all’autista, si rilassarono. Le loro braccia e i bacini vennero quindi in contatto per la prima volta. Giordano sentì una scossa, fece quasi un sobbalzo li seduto. Si girò verso Silvia, la quale stava combattendo per celare il brivido di piacere che aveva cominciato a serpeggiare lungo la spina dorsale a causa di quel contatto furtuito. Silvia apparve a Giordano sotto una luce diversa. Le sue labbra erano più gonfie e sembravano umide, gli occhi avevano assunto una forma da cerbiatta, la lingua che si intravedeva attraverso i denti sembrava morbida, irresistibile. Si soffermò sul suo odore e si scoprì eccitato. Silvia dal canto suo si soffermò sui tratti di Giordano e si scoprì attratta dal suo odore e da quella sensazione. Arrossì di nuovo e si sentì avvampare, scoprì il suo cuore battere velocemente. Come se nulla fosse le loro mani si incontrarono e incrociarono le dita. Ancora una scossa, ancora una sensazione di dolcezza infinita, ancora quel battito che non accennava a smettere neanche fosse una locomotiva a vapore lanciata lungo una rotaia in discesa.
A questa scena assistettero le loro copie del libro che casualmente entrambi avevano in grembo. I loro occhi si incontrarono e il messaggio che le iridi trasmisero e che fu recepito era inequivocabile. Qualcosa si era acceso, un nodo era stato usando due capi di una corda simile ma che fino a quel momento erano estranei l’uno all’altro.
‘Che sta succedendo?’ irruppe quasi sottovoce Giordano.
‘Non lo so” disse Silvia con una voce melliflua ‘ma qualunque cosa sia mi intimorisce, non fino al punto di volerla distruggere però. E’ come se’.’- si gira verso il finestrino, per poi girarsi di nuovo verso di lui ‘ ‘è come se in questo momento stessimo sotto una campana ovattata, senza nulla intorno se non le nostre essenze’. Giordano notò che le iridi di Silvia si erano allargate come per riempirsi della sua immagine.
‘Qualunque cosa sia, è strana. Non ho mai sentito una cosa simile, mai.’, disse Giordano prendendo anche l’altra mano di Silvia tra le sue. Altra scossa, altra accelerazione dei battiti.
‘Ma anche a te il cuore’ sobbalza?’ ‘ ‘Si.. tutte le volte’, rispose Giordano riempiendosi gli occhi di quel viso.
Rimasero in silenzio a guardarsi, ogni sguardo una parola non pronunciata ma talmente chiara da echeggiare nel silenzio, tagliandolo come una lama taglia la seta dei loro pensieri, fino a quando l’autista si fermò annunciando l’arrivo a destinazione.
Giordano pagò la corsa, lanciando un’occhiata di sfida a Silvia che già aveva messo mano alla sua borsetta cercando il portafoglio, la quale rispose imbronciata a tale sfida ma accettandone di buon grado l’esito. Mano nella mano si avviarono al ristorante, notandone la fatiscenza in maniera divertita e ridendo all’evocativo nome che ricordava un ben noto personaggio di un romanzo di Salgari.
Entrando, la cameriera li fece accomodare in un separé. Il tavolo era tondo e gli permetteva di stare seduti uno accanto all’altra. Si accomodarono guardando la sala. Sedendosi e i loro occhi si immersero di nuovo gli uni negli altri.
‘Ma guarda te se un libro doveva creare tutto questo’ ‘ esordì Silvia.
‘Che male c’è? In fondo è solo un libro. E’ come se ci fossimo trovati di fronte ad un dipinto in una galleria d’arte.’
‘Ehm, non proprio, dato quello di cui parla’. La bocca di Silvia, rispondendo, assunse una piega sorridente che Giordano trovò irresistibile.
‘Beh, allora se proprio dobbiamo considerarlo come qualcosa di strano, e visto che entrambi siamo arrivati al nono capitolo, meglio non pensare alla scena del ristorante. Te la ricordi vero?’
A quel punto Silvia arrossì davvero. Ricordava esattamente la scena del ristorante. Era quella che le aveva creato più confusione tra emozioni e sensazioni. Cominciò a sfogliare il menù, scegliendo le pietanze con fare distratto. Non sapeva cosa avrebbe mangiato, non le importava.
‘Con questo che vorresti dire” lasciò Silvia in sospeso a mo di sfida.
‘Nulla, assolutamente nulla’, disse in maniera quasi canzonatoria Giordano
‘Secondo me vorresti che mettessimo in pratica quello che c’è scritto’ azzardò Silvia
‘Chissà.. ma analizzando come sono andate le cose, di certo non dipende da me’, la sfidò Giordano.
Silvia si soffermò. Ma che stava per fare? Non conosceva assolutamente quel tizio che le si parava di fronte. Eppure, dal profondo qualcosa la spingeva ad andare oltre. Superare quella sottile linea immaginaria tra decenza e bon ton atto alla situazione, ovvero un primo appuntamento. ‘Al diavolo!’ disse tra se. Era eccitata, aveva fame, sete. Voleva giocare. I suoi pensieri vennero interrotti dalla cameriera che venne a prendere le ordinazioni.
Ordinarono entrambi riso alla cantonese, pollo alle mandorle e maiale in agrodolce. Il tutto innaffiato da una birra cinese consigliata dalla cameriera.
Sparita la cameriera, i loro sguardi si incontrarono di nuovo. Silvia sorrise a mezza bocca e si avvicinò ancora di più a Giordano. Sapeva esattamente cosa avrebbe fatto. Posò la mano sulla coscia di Giordano sotto al tavolo e cominciò ad accarezzarla. I seni gonfi accolsero il braccio. Silvia cominciò a muoversi.
‘E’ questo che volevi vero? Dimmelo’.’ Esordì Silvia con la voce che lasciava trasparire desiderio. La sua mano salì dal ginocchio fino a quasi all’inguine di Giordano per poi scivolare giù di nuovo. Avvicinò il viso al suo orecchio e gli sussurrò ‘Dimmelo”, continuando a muoversi cosi che i seni accarezzavano il braccio impercettibilmente ma in maniera inequivocabile. Silvia si scoprì a stringere ritmicamente le gambe. ‘Si.. ‘ ‘ ‘Si cosa’ ‘ ‘ ‘Si è questo quello che ‘ volevo’, rispose Giordano con voce roca. La mano di Silvia salì ancora lungo la gamba e trovò l’erezione. Attraverso la sottile stoffa dei pantaloni ne avvertiva il calore e si scoprì bagnata, d’altro canto quel muovere il bacino e stringere le gambe stava sortendo il suo effetto. L’erezione di Giordano ebbe un sussulto e Silvia l’afferrò. Cominciò poi a passarci i polpastrelli sopra lungo tutta la sua lunghezza, spingendo su quella che lei avvertiva essere la punta.
‘Lo sai che non puoi toccarmi, vero? Sul libro non è previsto’ ‘ disse Silvia. ‘Si, lo so.. ‘ ‘ rispose Giordano. Le dita di Silvia lo stavano facendo impazzire. Sentiva il suo sesso gonfio e cominciava ad avvertire quel piacevole e inequivocabile pizzicorio in punta. Passò il braccio dietro le spalle di Silvia la quale si accoccolò sulla sua spalla. Dall’esterno sembravano due innamorati che aspettavano di essere serviti e che parlavano, nulla lasciava intendere quello che stava succedendo sotto al tavolo.
Silvia afferrò di nuovo l’erezione e cominciò a massaggiarla più vigorosamente, guardando negli occhi Giordano il quale ormai non poteva più fare a meno di tradire il piacere. Divertita Silvia notò che il respiro di entrambi era accelerato. Quanto le piaceva avere quel potere sugli uomini! Avere il loro piacere tra le mani, decidere come e quando, guardare il loro desiderio sprigionarsi da ogni poro della loro pelle e dalla luce degli occhi! In quel momento Giordano era suo, poteva fargli quello che voleva. Decise quindi di rendersi più audace e tirò giù la zip, infilando la mano dentro i pantaloni e cercando l’erezione. Giordano quasi sussultò e venne al contatto della mano di Silvia sul suo pene. Era come seta.
‘Che bello” disse. ‘Ti piace?’ rispose Silvia, stringendolo e tirando indietro la pelle dentro i pantaloni. ‘Da morire’.ma se torna la cameriera?’ ‘ ‘Farò come nel libro’.
Così accadde. La cameriera arrivò e servì le pietanze a tavola mentre Silvia continuava a tenere la mano nei pantaloni di Giordano. La povera cinese se ne andò con uno sguardo interrogativo, chiedendosi perché i due avventori continuavano a guardarsi negli occhi e ridere mentre venivano serviti.
‘Lo sai che adesso devi mangiare così vero?’ disse Giordano.
‘Sarai tu ad imboccarmi, io non posso toccare il cibo, dato quello che sto facendo’.
Cosi accadde. Silvia continuava a masturbare Giordano sotto il tavolo, fermandosi quando sentiva o veniva avvertita dell’orgasmo imminente. Giordano tentava di coordinare i movimenti per mangiare e imboccare Silvia cercando anche di gustarsi quel dolce lavoro di mano che stava subendo.
Finirono di mangiare. Giordano non ce la faceva più. Sentiva il pene che stava per esplodere. Silvia si avvicino all’orecchio del suo amante, lo leccò. ‘Dammi il desert’.’ Facendo un implicito riferimento alla scena del libro. Giordano la guardò esterrefatto, non si aspettava di certo che finisse veramente come nel libro! Chiuse gli occhi, ormai abbandonato al piacere, Silvia sentì nelle mani l’orgasmo imminente e accelerò il ritmo, quasi venne per quello che stava per succedere.
Il povero ragazzo venne. Il suo corpo fu sconvolto da sussulti e il seme sembrava non finire mai. Uno, due, tre, quattro copiosi schizzi andarono a imbrattare la mano di Silvia che nel frattempo l’aveva spostata verso la punta. La accarezzò un po’, si avvicinò a Giordano e lo baciò sulla guancia per poi scivolare verso il suo orecchio con la lingua e sussurrargli di guardarla. Avvicinò quindi la mano piena di sperma alla bocca, la annusò per un po’ rimpiendosi le narici di quell’odore di sesso e di maschio e poi cominciò a ripulirla tutta succhiandola e leccandola, lasciando intravedere a Giordano lo sperma a contatto con le sue labbra morbide e la sua lingua rosea. Trattenne lo sperma in bocca, si avvicinò all’orecchio di Giordano e ingoiò rumorosamente.
Giordano guardò Silvia con gli occhi pieni di dolcezza. ‘Voglio baciarti’ e cosi dicendo l’attirò a se e la baciò nel modo più dolce che conosceva. Silvia si abbandonò a quel bacio così tenero, avvolgente: le loro lingue si intrecciarono e Giordano poté sentire il suo sapore attraverso il contatto con quelle labbra e quella lingua di seta.
Il cuore di Silvia quasi scoppiò di piacere e si sentì bagnare ancora di più. Nessuno l’aveva mai baciata dopo, per lei fu quasi come se la sua anima si unisse a quella del suo compagno. Il bacio durò a lungo e fu morbidissimo, intenso, appagante tanto che Silvia provò una sensazione simile all’orgasmo che la fece rabbrividire.
Furono interrotti dalla cameriera che portò il conto. Giordano si guardò e constatato che non si era macchiato, pagò e invitò Silvia ad alzarsi.
Fuori dal ristorante un altro bacio senza fine, la promessa di rivedersi unita alla consapevolezza che ciò che era appena successo era stato solo l’inizio di qualcosa da vivere a pieno, senza pensare al dopo, senza inutili ragionamenti sul futuro.
grammaticalmente pessimo........
Ciao Ruben, sei un mito! Hai un modo di scrivere che mi fa eccitare! La penso esattamente come te. Se…
Ti ringrazio, sono felice che ti piacciano. Vedremo cosa penserai dei prossimi episodi, quando si chiuderà anche la sottotrama di…
Davvero molto bello. Piacevole come gli altri e decisamente pregno di sentimenti espressi senza risultare melensi o ripetitivi. D'impatto leggiadro,…
Come ti ho detto, in pochi e poche sanno sa scrivere in maniera così eccitante sia dare un senso ad…