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Racconti Erotici Etero

Gli amici del vicino Cap 1

By 14 Agosto 2019Dicembre 16th, 2019No Comments

Sto finendo di prepararmi quando suonano. Mi sporgo dalla porta della camera per vedere il signor Mario che sta andando ad aprire e poi torno a concentrarmi sugli ultimi ritocchi al trucco. Un ombra di blush corallo sulle guance, un velo di rossetto e sono pronta. Percorro il corridoio, sento delle voci maschili che parlano ma il tono è così basso che non riesco a capire cosa stanno dicendo. Quando mi affaccio alla porta del salone comunque si zittiscono immediatamente e quattro paia di occhi si posano su di me.
– Ecco la meraviglia di cui vi parlavo. Vieni Marina, ti presento i miei amici – dice il signor Mario, in piedi al centro del salone. Gli altri tre uomini mi osservano in silenzio, mi squadrano, posso quasi sentire i loro sguardi risalire lungo le mie gambe e cercare di indovinare cosa celino i miei abiti. Non che ci voglia molto, la gonna bianca e attillata com’è non lascia nulla all’immaginazione e anche il top traforato lascia intravedere la totale assenza di intimo al di sotto. Anche io comunque li sto studiando, hanno tutti un’età che varia tra i 60 e i 70 anni, sono curati, persino eleganti nei loro abiti di sartoria, ma non vedo traccia di vanità, non fanno nulla per sembrare più giovani.
– Come vi stavo dicendo… – riprende il padrone di casa, facendomi mettere accanto a lui, – questa fantastica creatura è una vera ninfomane, perennemente vogliosa di cazzo. Io da solo fatico a starle dietro, ma noi quattro potremmo dividercela comodamente – spiega.
– Potremmo scoparcela a turni, o organizzare delle serate in cui montarla due o più alla volta, del resto, Marina, ti piace farti scopare da due uomini contemporaneamente, vero? – mi domanda.
– Sì, signor Mario – annuisco io.
– Una puttana in multiproprietà, in sostanza – taglia corto l’uomo che mi è stato presentato come Luciano. Tra i tre è quello che mi guarda con più voracità, sembra sul punto di alzarsi e venirmi a strappare gli abiti di dosso con quelle sue grosse mani.
– Sì, ma che puttana… guardatela! –
– Sembra una di quelle escort di lusso – conviene pacatamente Carlo, – Nulla a che vedere con le puttane che trovi in via Ravizza – aggiunge con un mezzo sorriso.
-Bella è bella, su questo non ci piove, ed è evidente che si tratta di una cavalla da monta… ma il costo? – domanda Paolo, accendendosi una sigaretta. Il suo tono è piatto, quasi annoiato. Sembra stia parlando di come compilare una fattura elettronica e non della possibilità di fottermi.
– Ho creato un tariffario, i costi variano in base alla prestazione e alla durata della stessa, ma vi assicuro che varrà fino all’ultimo centesimo che spenderete.
promette il signor Mario, facendo girare tra gli uomini un foglio su cui ha appuntato le cifre che abbiamo concordato assieme.
– Io non compro a scatola chiusa – dice Luciano, – voglio vedere bene com’è fatta –
Senza che il signor Mario dica nulla mi avvicino al suo amico e mi sfilo il top, liberando i seni. Li tocco, gioco con i capezzoli, li strizzo. Devo ammettere che questa situazione mi sta eccitando più di quanto immaginato, sento la fica pulsare e sono sicura che se avessi indossato delle mutandine a quest’ora sarebbero zuppe.
– Bene, ora fammi vedere fica e culo – taglia corto l’uomo. Obbedisco, mi sollevo la gonna fino alla vita.
– Fica completamente depilata, sempre bagnata, calda e stretta come una guaina – spiega Mario.
La vedo che è bagnata – commenta Luciano, – e la sola idea di montarla me l’ha fatto diventare duro – dice, slacciandosi i pantaloni, – Voltati e chinati, avanti – mi ordina, mentre si afferra il cazzo e inizia a segarsi.
Faccio come vuole, allargo le gambe e mi piego in avanti mostrandomi completamente.
– Bel culo anche, l’hai già aperto, Mario? – domanda Luciano, il respiro accelerato.
-Certo che l’ho già inculata – risponde il signor Mario, – e non ho nemmeno dovuto usare tante accortezze visto che la cagna gode ad essere strapazzata per bene. Amici, questa giovane donna è disposta a farsi fare praticamente di tutto… volete rinunciare alla possibilità di realizzare le vostre fantasie più depravate? –
– Io ci sto – taglia corto a questo punto Paolo, – Che dici Luciano, potremmo farle quella cosa di cui parlavamo l’ultima volta che siamo andati nelle langhe… –
Non so a cosa si riferisca, ma Luciano deve saperlo e deve eccitarlo molto visto che aumenta il ritmo della sega e riesce a mormorare solo – Sì cazzo, sììì – prima di venire.
Caldi schizzi mi colpiscono il culo e le cosce, mentre Carlo sfotte Luciano, – Se sei sempre così veloce forse dovremmo pensare ad una tariffa ridotta solo per te – lo stuzzica, provocando le risate degli altri uomini.
Il signor Mario mi dice di andare pure a ripulirmi mentre lui e i suoi amici si mettono d’accordo sugli aspetti pratici della questione. Così vado in bagno, lascio la porta aperta per cercare di sentire cosa si stanno dicendo e tolgo la gonna. Noto che è imbrattata di sperma e la metto subito sotto l’acqua corrente, poi prendo un asciugamano, lo bagno e inizio a ripulirmi guardandomi allo specchio. Ho appena finito di farlo quando Carlo mi raggiunge. Bussa sullo stipite della porta, – Posso?- domanda.
-Certo – rispondo.
Anche se ha il portamento eretto e un fisico ancora vigoroso, tra i tre è sicuramente il più anziano, deve essere persino più vecchio del signor Mario. Mentre mi gira attorno mi guarda, mi squadra con attenzione.
– Avete raggiunto l’accordo? – domando sedendomi sul mobile del lavandino, rabbrividendo per il contatto tra il marmo freddo e la mia pelle calda.
– Quasi, stanno discutendo cosa possono o non possono farti Luciano e Paolo, Mario non vuole rischiare che il suo giocattolo venga rovinato da quei due – mi spiega toccandosi il cazzo da sopra i pantaloni. Da come tende la stoffa deve essere durissimo.
– Ti spiace se lo tiro fuori? – mi chiede quando vede il mio sguardo sul suo cavallo, – come vedi hai fatto un certo effetto anche a me –
Annuisco e, mentre lui tira fuori il cazzo, bello, largo, allargo le gambe e inizio a toccarmi pigramente il clitoride.
Carlo mi si avvicina, – Quanti anni hai? – domanda, afferrandosi il cazzo con una mano.
– Venticinque – rispondo, mentre lui con l’altra mano mi accarezza un seno, poi l’altro, prima di salire a toccarmi il volto. – La stessa età di mia nipote. Un po’ le somigli, stesso colore di capelli, stesso taglio… e anche lei ha labbra carnose come lei tue – dice, toccandomi la bocca con il pollice – Non ti dispiace farti scopare da un vecchio?- mi chiede.
– No, anzi – confesso, e per chiarire ulteriormente il concetto gli poso una mano sull’uccello tremendamente teso ed inizio una lenta sega.
– Ti eccita l’idea di scopare uno che potrebbe essere tuo nonno? – insiste.
Annuisco, sospettando il motivo di tanto interesse, – Sì, mi eccita… e a te nonno? – gli domando, continuando a segarlo, – Ti piacerebbe fottere tua nipote? Hai mai pensato di scopartela? – sussurro e dalla rigidità del cazzo che ho in mano capisco che sì, se la vorrebbe scopare. – A me puoi dirlo, nonno, non devi vergognartene – lo incito.
– Sì sì, è così. Voglio scoparla, sono anni che mi sego fantasticando di affondare il cazzo in tutti i suoi buchi – ammette, – All’inizio volevo solo chiavarla, ora voglio riempirla di sborra fino a metterla incita e avere il suo giovane corpo solo per me – confessa, finalmente libero di dire la verità.
– Ora hai me nonno, montami, fammi tutto quello che vuoi – lo incito, scendendo dal mobile e dandogli le spalle, – scopa la tua dolce nipotina – lo sfido, prendendoli le mani e posandomele sulle tette. Il suo cazzo teso preme contro il mio fondoschiena, duro e pronto a riempirmi.
– Prendimi nonno, fottimi nonnino mio – lo imploro e lui finalmente perde il controllo, mi stringe forte i seni, strappandomi un gemito di piacere.
– Sì sì, ti sfondo la fica – sussurra, facendomi piegare sul lavabo. Attraverso lo specchio lo vedo armeggiare con i pantaloni, il volto trasfigurato dal desiderio animalesco, poi mi punta il cazzo contro la fica e con un unico colpo di reni e tutto dentro.
– Oh sì, Sara, porcellina mia – geme, – il cazzo del nonno è tutto nella tua fica – sospira.
– Lo sento tutto nonno, lo sento – gemo di rimando, nascondendo il volto tra le braccia mentre lui inizia a chiavarmi. La mia fica è così bagnata che il suo uccello scorre veloce come un treno in una galleria, con affondi sempre più veloci e potenti che mi strappano piccoli urli.
– Sara, Sara – continua a chiamarmi con il nome della nipote, – è così bello essere nella tua fica, ti ho desiderata tanto – mormora, – dimmi che anche tu lo volevi, dimmi che sognavi il cazzone del nonno – dice.
– Sì nonno, lo volevo, volevo sentire il tuo cazzo nella fica – dico.
– Piccola maiala, sto per venirti dentro… ti sborro nella fica, dimmi che lo vuoi – ringhia.
– Sì nonno, sborrami nella fica, riempimi – lo imploro, muovendomi per andargli incontro ogni volta che affonda nel mio sesso.
– Oh Sara, ecco, sto per venire… godo amore di nonno, godo – urla, piantandosi con forza alla mia fica.
Il suo seme mi invade, mi colma e vengo anche io.
Mi appoggio al mobile, sfinita, e Carlo si appoggia a me, restando dentro la mia fica finché il cazzo non si ammoscia del tutto. Poi si stacca, si ricompone e prende dalla tasca il portafogli, – Grazie – dice tirando fuori delle banconote da 50, – Sei stata fantastica, ti sei meritata un extra – aggiunge, poi mi mette i soldi in mano e se ne va.

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