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Racconti Erotici Etero

Gli effetti della crisi

By 25 Febbraio 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Sono Marco se avete letto qualche mio precedente racconto già mi conoscere, la storia che vi racconterò e accaduta circa 2 anni fa, quando ero ancora all’università.

Eravamo a casa io e i miei 2 coinquilini, mancava il terzo Davide che aveva iniziato da 2 giorni a lavorare come buttafuori in un night.

Serata decisamente noiosa passata fra una partita alla play e qualche sms con le varie amiche con cui provavamo a flirtare, finchè Alessio altro mio coinquilino non propose – Ehi perché non andiamo a trovare Davide a lavoro almeno vedremo qualche bella ragazza!-

L’idea non era malvagia visto l’andazzo della serata, cosi accettammo e andammo al locale.

Appena arrivati vediamo Davide che parlottava col suo collega, ci avviciniamo e cominciamo a sfotterlo un po’, poi ci fa – dai raga volete entrare stasera non c’è quasi nessuno e ci sono delle belle ragazze ukraine! Almeno vi rifare gli occhi.-

Entriamo e come già preannunciato i clienti saranno stati si e no una ventina, quasi tutti al palco dove si dimenava una giovane biondina.

Osserviamo un po’, commentando le forme della signorina che ballava sul palco, finchè la mia attenzione non fu catturata da una donna sui 40 che aveva appena fatto il suo ingresso sul palco a fianco, applaudita da soli 2 uomini che seguivano la sua performance.

Cosi mi avvicinai anche io e più mi avvicinavo più quella donna mi era familiare. Quando fui li insieme agli altri 2 a guardarla da vicino finalmente la riconobbi era Maria la mamma di un mio compagno di scuola delle medie Alessandro, col quale ero molto amico, e dal quale passavo interi pomeriggi fino all’età di 16 anni circa quando il padre fu trasferito per lavoro e la famiglia lo seguì.

A giudicare dall’espressione del viso anche lei mi riconobbe, ma proseguì il suo spettacolo, rimase cosi in topless con solo su il perizoma (culo ancora notevole) nel quale i 2 affezionati clienti aveva messo qualche euro.

Appena finito il suo numero si rimise la minigonna di pelle e in reggiseno che stringeva quella quarta abbondante tanto da sembrare che stessero per esplodere da un momento all’altro, mi si avvicinò e mi salutò poi mantenendo sempre un certo distacco mi disse –offrimi da bere cosi parliamo un po’-

Ci dirigemmo verso il bancone, ovviamente avere quella donna mezza nuda vicino non mi lasciava indifferente e lo sguardo spesso cadeva sulle sue forme, specie il seno che era in bella vista.

Maria era una donna sui 40 anni come detto mora con occhi scuri, capelli lisci e lunghi fin sotto le spalle, quarta di seno e sedere abbondante come le donne della sua età ma molto sodo, si vedeva che faceva palestra. Quando da ragazzini andavamo a casa sua ovviamente non facevamo altro che prendere in giro Alessandro sul fatto che ognuno di noi avrebbe passato ore a fottersi sua mamma.

Ordinammo da bere ma vedovo che era molto a disagio specie quando quasi inconsciamente le chiesi notizie sul figlio, subito buttò giù il suo drink e mi disse- qua no, vieni ti offro un privè cosi possiamo parlare- .

Prendendomi per mano mi guidò in uno stanzino stretto dove c erano una poltroncina e un tavolino, una volta dentro chiuse la porta e pigiò su un pulsante e partì la musica.

A quel punto mi spinse sulla sedia e cominciò ad esibirsi, e mentre si dimenava cominciò a parlare – sai il capo del locale non vuole che venga gente che ci conosce, potrebbero succedere casini per questo ti ho portato qua- e continuava il balletto.

Mi raccontò che Alessandro stava studiano a Roma, il fratello più piccolo si era diplomato e cercava lavoro ma al momento era a casa, lei invece aveva perso il suo di lavoro perché il negozio dove faceva la commessa era chiuso per colpa della crisi.

La storia era come quella di molte altre famiglie in questo periodo davvero triste, ma il balletto e le forme di Maria non mi lasciavano indifferenti anzi il mio cazzo cominciava ad impennarsi.

Cercai di pensare ad altro,e cosi le chiesi –ma tuo marito dovrebbe guadagnare bene o no?!-

E lei – si una volta ormai dove lavora non fanno più straordinari, e in più il coglione si gioca metà stipendio a schedine e superenalotto-

Intanto il suo spettacolino privato andava avanti, era rimasta solo in perizoma e reggiseno che tolse in proprio mentre si misi a cavalcioni su di me e poi continuò a parlarmi stando su di me a smorzacandela – ecco perché sto lavorando qua, si guadagna bene, e vengo 2 o 3 volte a settimana massimo, ma appena trovo altro ovviamente lascio perdere-

Il mio cervello non funzionava più tutto il sangue veniva pulsato verso il cazzo e più di una volta le misi le mani sulle tette, erano ancora belle sode!

Cosi le chiesi ancora – ma quindi tuo marito non sa che lavoro fai?-

E lei dandomi ora le spalle e chinandosi in avanti mostrandomi quelle chiappe che tante volte avevo immaginato di vedere cosi vicine – no, non lo sa, sa che lavoro qua ma pensa faccia la cameriera, ovviamente anche Ale non sa niente!- mi disse risedendosi su di me.

Io ero davvero ingrifato e così provocatoriamente esclamai – chissà se lo sapessero anche gli altri ragazzi che venivano a casa tua per giocare con Alessandro, avresti sicuramente il pubblico più vasto-

Quasi sbiancando esclamò a sua volta –cosa!??!- si ricompose subito e si inginocchiò davanti a me, e mi disse –ok, ho una cosa da proporti- ma non finì la frase, in pochi secondi armeggiò con i miei pantaloni e io avevo già il cazzo di fuori senza che me ne accorgessi. –ah però sei cresciuto davvero molto- furono le parole che udì e subito dopo senti il caldo della sua bocca avvolgermi il cazzo, furono pochi secondi poi si staccò e maneggiandomi il cazzo con la manina delicata, scappellava la mia verga, finì di proporre le condizioni dell’accordo – dicevo, un pompino in cambio della tua discrezione nel mantenere il mio piccolo segreto!- intanto con la mano continuava a muovere su e giù il mio cazzo, la guardai, la scena sembrava quella del film di Tinto Brass, Fallo, quando la bionda succhia e maneggia il cazzo del produttore sul divano.

Beh sicuramente di bocca la signora aveva doti non comuni, ma un pompino non mi sarebbe bastato, cosi alzai la posta –solo un pompino, se mi dai qualcosa di più sarò una tomba!- le dissi sorridendo.

Alchè lei cercando di farmi cedere il prima possibile, si mise il cazzo in mezzo alle tette e iniziò il massaggio che tanto piace a noi maschietti una spagnola davvero super chiese – e cosa sarebbe questo di più?-

Non volevo perdere troppo tempo sapevo che la mia resistenza era minata da qual trattamento e cosi senza giri di parole –il tuo culo lo sogno da quando avevo 12 anni, fattelo mettere dietro e l ‘accordo è fatto!-

Mi guardò perplessa – Marco hai più di 25 cm di pisello, non l’ho mai preso uno così dietro mi faresti malissimo!-

Spingendole la testa in modo da farle riprendere il mio cazzo in bocca la tranquillizzai – dai proviamo se ti faccio male smetto subito.-

Alzò la testa riprese il cazzo in mano –ok, ma lo metto io dentro, te non spingi finchè non te lo dico io!-

Ovviamente la mia scontatissima risposta fu –ok-

Si alzò in piedi si poggiò al tavolo, mi diede le spalle, in un secondo le abbassai il perizoma e lei prese il mio cazzo in mano menandolo ancora un po’.

Finalmente lo puntò proprio al buchino, continuando a menarmelo ancora, e fu lei che piano piano, mentre io  le stringevo le tette ,veniva verso di me.

Io sentivo il suo culo che si apriva grazie alla pressione che il mio cazzo esercitava, e dopo qualche minuto di giochini, finalmente sentii che la mia cappella era avvolta dall’ano di Maria. Mi accorsi che era dentro anche perché lei mi ricordò –fai piano, mi fa già male, mi muovo io!-

Cosi faceva si muoveva lentamente, avanti e dietro, io godevo, ma volevo liberarmi, cosi ogni tanto davo degli affondi, e Maria prontamente –Piano! Marco mi fai male!-

Quando ormai sembrava essersi abituata alla presenza del mio cazzo nel suo culo, visto che comunque faceva entrare metà cazzo, le chiesi di cambiare posizione.

Senza mai uscire da quel buchino desiderato fin dall’adolescenza, ci trascinammo vicino la poltroncina, le feci alzare una gamba e poggiare il piede proprio sul sedile della poltrona, e io sempre da dietro continuavo a scoparla.

Poi le proposi – dai, fammelo mettere tutto dentro! Anche per vedere com’è?-

-ma sei matto mi farai malissimo- il suo però non sembrava un no convinto, cosi, con un affondo deciso entrai tutto e lei –AH! Cosi mi fai male!-

Ormai avevo capito che mi lasciava fare, cosi alla scopata classica alternavo affondi decisi, e lei sempre –ah! Non farlo più!- oppure –smettila!- e faceva seguire però sempre un risolino malizioso.

Ad un certo punto  mi disse – Marco ma quanto duri! comincia a bruciarmi il sedere-

–        Fatti scopare come dico io, cosi vengo subito!-

Si girò verso di me e disse –e come vorresti scoparmi?!-

Le ordinai –sdraiati!-

Lei guardandomi perplessa si sdraiò pancia in giù, non le diedi il tempo di chiedermi altro, le fui sopra mi sdraiai su di lei, e visto che il suo buchino era dilatato entrai nel suo culo senza fatica con un colpo solo.

-ahia! Marco cazzo cosi sembra ancora più grosso!-

Ma quelle furono le ultime parole che udii, iniziai a pomparla come un forsennato, finchè sentii che ormai l’orgasmo era vicinissimo.

Mi avvicinai al suo orecchio –Mary sto venendo!-

-non addosso, devo fare un altro spettacolo dopo, alzati!-

Le diedi altri 2 colpi e mi alzai, lei inginocchiandosi dietro di me, mi prese il cazzo in mano, furono sufficienti 3 o 4 su e giù con la mano che iniziai ad eruttare sperma, imbrattando il pavimento e quanto capitava in traiettoria.

Poggiò la testa sulle mie gambe tenendo ancora il cazzo in mano e mi disse – cavolo mi hai sfinita!-

Si alzò, si avvicinò al tavolo prese dei fazzolettini e iniziò a pulirsi, poi me ne porse uno e sorridendo–pulisciti dai!-, presi il fazzoletto ma tenendo il cazzo con l’altra mano le dissi –pensavo lo facessi tu!-

Maria mi si avvicinò e prendendo il fazzoletto che avevo in mano stava per pulirmi l’uccello, la fermai –pensavo lo facessi di bocca! non vuoi sapere che sapore ho!?-

-vuoi che te lo prenda in bocca dove che me lo hai messo nel culo!?-

Io molto serenamente risposi –si! Perché non lo hai mai fatto?-

-veramente no!- fu la sua risposta lapidaria.

-beh c’è sempre una prima volta!- fu la mia altrettanto pronta risposta.

Piegandosi sulle gambe, prese il cazzo in mano e si avvicinò con la bocca, lo inghiotti in un colpo solo, ma dopo solo 2 o 3 succhiate lo tolse, e disse –aveva un sapore migliore all’inizio ora sa di culo!-

Ridemmo entrambi, me lo prese in mano e con un fazzoletto mi pulì il cazzo, mentre operava mi chiese –ma quando sei diventato cosi porco?!-

-in realtà lo sono sempre stato, e da quando avevo 12 anni che mi faccio pugnette pensando a te! E al tuo culo!-

Scoppiò a ridere e mentre ci rivestivamo aggiunse – pensavi più al mio culo visto che hai voluto solo quello!,sai che qualche giorno fa un cliente mi aveva proposto 300 euro per il incularmi! E io ho rifiutato! Oggi invece l ho preso gratis!-

-ma no ora ti do dei soldi!- dissi imbarazzato.

-smettila, mi sentirei una puttana! Non dirlo neanche per scherzo!, piuttosto mi raccomando acqua in bocca!-

-ti ho dato la mia parola stai tranquilla. Ma senti Maria posso tornare a trovarti?!-

-se ti fa piacere certo, ma scordati il mio sedere!- disse sorridendo e abbracciandomi, poi dandomi un bacio sulla guancia aggiunse –al massimo ti faccio un pompino!-

Dandole una bella pacca sulla chiappe –allora mi rivedrai molto presto!- scoppiammo a ridere e ci avviammo verso il bancone.

Ovviamente dei miei amici non c’era più traccia, dovetti poi inventarmi storie assurde per giustificare la mia “sparizione”.

 

Per commenti e pareri o per chi volesse solamente scambiare 2 chiacchiere rrmartin8@gmail.com

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