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Racconti Erotici Etero

Gli effetti di una trombamicizia

By 15 Febbraio 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Io e Cristina siamo amici da tantissimi anni, ci conosciamo fin dalle elementari e abbiamo avuto sempre uno splendido rapporto.
Da qualche anno a questa parte però, una novità ci sta rivoluzionando le giornate.
Dopo esserci confidati molto intimamente, abbiamo intrapreso una solida e costante “trombamicizia”.

Questa sera, dobbiamo incontrarci per raggiungere i nostri amici in un noto ristorante della zona, per una festa di compleanno.
Cristina mi ha proposto quindi, per non andare con due macchine, di raggiungerla a casa sua e poi avremmo utilizzato una sola auto.
Visto che io sono solito bere qualche alcolico a queste feste, molto probabilmente guiderà lei e quindi prenderemo la sua.

L’appuntamento da lei è per le 7 di sera, però io avendo finito prima alcune commissioni, suono il suo campanello di casa alle 6.
– Marco? cosa fai già qui?
– Scusa Cri. Ho finito presto le commissioni che dovevo fare e essendo già in zona ho fatto che venire qui.
– Capito. Sali, ti apro la porta di casa e torno sotto la doccia.
– Ok, salgo.
Entro nel portone del condominio e dopo essere salito in ascensore, premo il tasto per l’ultimo piano.
Ha un bellissimo attico nella zona storica della citta, con il lavoro di assicuratrice può permettersi alcuni lussi che io mi posso solamente sognare.
Entro in casa e dopo aver chiuso la porta, sento il classico rumore di doccia che arriva dal bagno.
Arrivato di fronte al bagno, la porta è spalancata e posso intravedere dai classici vetri “vedi non vedi” che ti rendono le figure dall’altra parte sfuocate, la mia amica che si sta insaponando.
– Sono arrivato.
– Oh bravo, giusto in tempo, a venirti ad aprire ho lasciato l’asciugamano in sala. Portamelo che ho quasi finito.
Rispondo affermativamente e vado a cercare l’asciugamano.
Quando torno, ha già spalancato la porta-vetro e si sta strizzando i capelli.
– Bravo, passamelo.
Vedere Cristina nuda è sempre un colpo al cuore. Pur essendo passati quasi due anni dalla prima volta che la vidi nuda, mi fa sempre effetto.
Capelli castano scuro, riccioli e lunghi poco oltre le spalle, incorniciano un viso solare, sempre con il sorriso che molti rimangono incantati a fissare.
Ma del suo corpo non c’è solo quello da fissare. Una terza piena di seno che sembra sfidare le leggi di gravità, attira molti sguardi, mentre i restanti, ossia la maggiorparte, vengono calamitati dal suo fondoschiena e dalle sue gambe, modellate da tanti anni di pallavolo.
– Marco! Molla di guardarmi e passami sto asciugamano!
Mi risveglio di colpo e scuotendo la testa mi avvicino e consegno l’asciugamano.
– Ogni volta mi tocca ripeterti che sono sempre io. Non sono cambiata dalla scorsa settimana!
– Si scusa, ma conosci bene l’effetto che mi fai.
Così dicendo, con le mani vado a indicare il bozzo formatosi nei miei jeans.
– Maiale. Al posto che pensare solo a quello, vai a prendermi qualcosa da vestire. Scegli tu, tanto so che hai buon gusto.
– Tanto è inutile che ti dica di no, perchè con te non ci sono storie che tengano. Vado.
– Bravo fai questo sacrificio. Hahahaha.
Abbassando il capo e dopo essermi voltato, mi incammino verso camera sua. In questi casi Cristina è terribile, quando può, fa di tutto per farmi aumentare a dismisura l’eccitazione.
Entrato in camera sua mi tuffo immediatamente nel suo armadio alla ricerca di qualche abito che piaccia sopratutto a me. In breve tempo mi accorgo che deve avere fatto shopping da poco, molti vestiti non li avevo mai visti prima d’ora nel suo armadio.
Finalmente trovo qualcosa che possa andare bene. È un tubino rosso, molto elegante, senza bretelline e non credo che le arrivi a più di metà coscia.
Vado poi a frugare nei cassetti e seleziono un perizoma nero, molto semplice e sopratutto molto striminzito. Voglio vendicarmi per le sue provocazioni.
Le scarpe invece le sceglierà lei.
Porto i due indumenti in bagno e la trovo intenta ad asciugarsi i capelli.
– Fammi vedere cos’hai scelto.
Dopo aver mostrato i due pezzi, continuando a fissarli, scuote la testa.
– Oggi siamo in economia? Solo due pezzi mi tocca indossare?
Sorrido e con la voce da bambino indifeso rispondo :
– Beh,ma hai ancora le scarpe da mettere.
– Sei il solito maiale.
Sorride e torna ad asciugarsi i capelli.
Ho un’idea e provo a metterla in pratica. Quando finisce di asciugarseli e inizia a truccarsi, poso i suoi vestiti sul mobiletto posto affianco al wc e mi avvicino a lei da dietro. Mi vede dallo specchio e sorride :
– Che vuoi. Mi sto truccando. Non disturbarmi.
Non rispondo, mi avvicino ancora mettendo a contatto il mio pacco con il suo culo, mentre con la mano destra, alzo l’asciugamano che l’avvolge e inizio a massaggiare le labbra della figa.
– Porcello, così mi fai eccitare.
Infilo con prepotenza un dito dentro di lei. Sussulta, si ferma dal truccarsi e mi fissa allo specchio.
– Io però sono eccitato. A me non pensi?
Una sua mano si intrufola tra i nostri corpi e va ad impugnare il cazzo da sopra i pantaloni.
Alza un sopracciglio e poi sorride :
– In effetti qui sotto siamo un po agitati.
Dopo aver stretto maggiormente il cazzo, mi toglie la mano dalla sua figa e appoggiato il culo al mio pacco, da una spinta improvvisa indietro.
– Stai lontano per due minuti. Fammi finire di truccarmi.
– Uff. Ok
Incrocio le mani e dopo essermi seduto sul wc mi metto a fissarla.
Ogni tanto gira la testa per guardarmi e sorridere. Dopo poco tempo arriva un’altro malefico verdetto :
– Dai mentre aspetti toglimi l’asciugamano e mettimi il perizoma.
– Ma sei una stronza. Mi vuoi proprio far morire dalla voglia.
– Hahaha smettila porcello. Dai muoviti.
Mentre continua a truccarsi eseguo i suoi ordini, le sfilo l’asciugamano che l’avvolge e poi mi accovaccio affianco a lei per indossarle il perizoma.
Dopo averle fatto alzare un piede per volta faccio risalire il perizoma lungo le sue gambe,quando arrivo al suo bacino, noto che è notevolmente bagnata e questo non è sicuramente per la doccia appena fatta!
Prima lo faccio aderire alla sua figa e poi passo alla parte dietro, che man mano che sale, scompare nelle sue chiappe.
Concluso questo supplizio, prima di ritornare in posizione eretta, dopo avergli dato un bacio ad una chiappa, gli lascio un morso ben visibile.
Un urletto parte dalla sua bocca e una volta arrivato a portata delle sue mani, mi tira uno scappellotto.
– Scemo ! Prepara il vestito che ho finito.
– Si mia signora!
Ride fissandomi mente mi allontano.
Le porgo il vestito, se lo infila e noto che non ha messo il rossetto.
– Come mai non hai messo il rossetto?
– Non mi andava sta sera. Andiamo in sala che dobbiamo risolvere una questione.
– Uff. Cosa vuoi ancora ?
La seguo un po svogliato credendo che mi voglia schiavizzare ancora come suo solito.
Si appoggia con il sedere al tavolo e dopo aver incrociato le braccia mi guarda :
– Cosa c’è?
– C’è che non puoi rimanere in quello stato per tutta la sera.
Dice la frase indicando con gli occhi il mio pacco e poi prosegue :
– Dai tiralo fuori e appoggiati al tavolo.
Mi stupisce un po tutta questa sua ” fredda determinazione”, comunque sia eseguo per l’ennesima volta i suoi ordini e una volta appoggiato al tavolo, dopo essersi alzata un po il vestito, si accovaccia ai miei piedi e si attacca immediatamente con la bocca al mio cazzo.
Nel mentre che pompa, si abbassa il vestito tirando fuori le tette.
A questa visione credo di trovarmi in paradiso e reagisco chiudendo gli occhi, alzando la testa verso il soffitto e iniziando a respirare rumorosamente.
Un sollievo intenso invade tutto il mio corpo, la sua lingua saetta sulla cappella, mentre le sue labbra percorrono l’asta.
Il colpo di grazia mi viene inflitto qualche minuto dopo,quando una sua mano va a impugnare le palle e inizia a massaggiarle.
Dopo tutta l’eccitazione provocata nella mezzora precedente e quella che sto provando ora, non resisto più e dopo un’urlo liberatorio vengo nella sua bocca.
Ingoiata anche l’ultima goccia di sperma, si rialza e mentre mi fissa, passa un dito sulle labbra raccogliendo le gocce fuoriuscite, dopodichè, succhiato e ripulito il dito si ricompone e dice di andarmi a dare una lavata rapida in bagno.
Quando ho concluso è già davanti la porta ad attendermi. Pronta con un paio di sandali alla schiava ai piedi.
– Forza andiamo. Prendo io la macchina.
Lascio quello che non mi serve sul suo divano e la seguo. In ascensore non perdo occasione per palparla ancora mentre lei mi fissa sorridendomi.

In macchina non capita più niente. Nemmeno durante la cena, mangiamo pensando a tutt’altro, scherzando con i nostri amici.
Finita cena consegnamo il regalo al festeggiato e dopo aver brindato con lo spumante, salutiamo tutti e ci incamminiamo verso il parcheggio.
È andato tutto bene e ora siamo in auto, partiti per il viaggio di ritorno.
Il ristorante è parecchio lontano da casa di Cristina e il tragitto dura all’incirca venti minuti.
Dopo 10 minuti che stiamo viaggiando noto però come Cristina continui a girare lo sguardo verso di me.
– Cosa c’è da guardare?
– Niente di particolare. Guardavo se ti stavi addormentando.
Ripercorro nella mia mente la serata appena trascorsa e quando arrivo ai momenti passati in casa di Cristina, mi torna una notevole voglia.
Allungo subito una mano in mezzo alle sue gambe e dopo aver alzato il vestitino, mi intrufolo nel suo perizoma andando a passare un dito tra le sue labbra.
– Porco di un pervertito. Sto guidando.
Le dita diventano due, il massaggio si intensifica e inizio a sfiorare anche il clitoride.
– Se hai paura a guidare mentre ti masturbo, fermati.
Non risponde ma dopo meno di un minuto, trova una piazzola isolata da qualche albero e si ferma.
– Sei un maiale.
Continua però a guardare davanti e vedo che cerca di mettere a fuoco in un punto preciso.
– C’è una stradina.
L’auto riprende il cammino infilandosi tra gli alberi fino a raggiungere un piccolo spiazzo d’erba.
Parcheggia l’auto in un’angolo in cui ci sono parecchie sterpaglie ai lati e dopo avermi tolto la mano dalla sua figa, con un tono di voce che non ammette repliche mi comanda :
– Ora scendi.
Entrambi scendiamo dall’auto. Il posto è molto buio ma la luna riesce a darci quella poca illuminazione che basta per riconoscere i nostri corpi.
– Vieni qui davanti.
Mentre dice la frase, spalanca le gambe e piegato il busto a 90 si appoggia con i gomiti sul cofano.
Invito piu chiaro di questo non ci potrebbe essere.
Inginocchiato dietro di lei, alzo il vestitino fino a scoprirgli completamente il culo e preso il perizoma con i denti, lo abbasso fino alle ginocchia.
Mi tuffo immediatamente tra le sue gambe con il viso, leccando quasi voracemente la sua figa. La lingua percorre le sue labbra, affonda all’interno e picchietta quà e là. Poi raggiungo il clitoride con le labbra e dopo una serie infinita di piccoli baci, lo succhio.
La sento gemere e poco dopo, una sua mano, raggiunta la mia testa, mi spinge maggiormente contro la sua figa.
Continuo a leccare, succhiare, baciare e cerco di affondare dentro di lei con la lingua il più possibile.
Con le mani mi appendo alle sue chiappe, massaggiandole mentre ogni tanto con il pollice vado a stimolare l’ano.
Dopo qualche minuto di questo trattamento in cui lei non ha ancora smesso di mugolare, non ce la faccio più, il cazzo mi sta facendo malissimo per quanto è duro.
Mi alzo, calo pantaloni e boxer e lo appoggio nel solco delle sue chiappe.
Stringo le chiappe attorno al mio cazzo e faccio qualche volta su e giù andando con le palle a sbattere ripetutamente contro la sua figa.
– Non ce la faccio più.
La voce è strozzata, quasi una supplica è quella di Cristina.
Mi abbasso  con la bocca a baciare un’altra volta la figa e dopo essermi alzato, non ci penso più.
Punto il cazzo tra le labbra e con un colpo di reni sprofondo in lei.
– Aaaahhh! non resistevo più.
Inizio con affondi lenti, uscendo quasi interamente da lei per poi riaffondare con prepotenza fino a sbattere il bacino contro il suo culo.
Dopo un po la sua voce mi distrae dal mio stato di goduria :
– Sbattimi piu forte.
– Ok troietta.
Questo è il via. Come un treno affondo dentro di lei con sempre maggior vigore e sempre maggior velocità.
In questo momento mi sento un toro. Un toro che monta la sua vacca e come un toro mi comporto.
In pochi attimi si sparge nel bosco il suono di una scopata selvaggia, di un bacino che batte violentemente contro un paio di chiappe sode e sporgenti.
Invitanti come sono, le stringo con una certa forza.
La prendo poi per i fianchi e ad ogni affondo la attraggo a me.
Sbava mentre continuano a uscire dalla sua bocca mugolii di piacere.
Con le mani vado ad allargare le sue chiappe e dopo aver sputato sull’ano, sprofondo al suo interno con un pollice. Entro e esco diverse volte, poi sprofondo anche con l’altro. Ora con entrambi i pollici vago dentro di lei.Prima lentamente e poi velocemente. Alterno la velocita mentre continuo a scoparla nella figa.
Questa sera niente culo però, voglio solo la sua figa.
Continuo a scoparla a lungo in questa posizione, con i pollici che vagano nel suo culo, fino a quando la sento ansimare piu forte e mi annuncia che sta venendo.
– Vengo… Vengo…. Vengo…
Le sue parole le accompagno scopandola a piu non posso, aumentando il ritmo.
Un fiume di umori invade immediatamente il cazzo e scende tra noi, lungo le nostre gambe.
Dopo poco mi fermo e lei si lascia cadere con tutto il peso sul cofano dell’auto.
Mi accovaccio tra le sue gambe e lecco per qualche minuto la figa che gronda ancora umori.
Una sola parola esce dalla sua bocca :
– Finalmente.
Mi stacco da lei e sorridendo le do una pacca sul culo.
Ho ancora il cazzo di marmo e lei girandosi se ne accorge.
– Fammi fare a me.
Lo prende in mano e dato un bacio sulla cappella, lo porta tra le sue tette iniziando una spagnola stupenda.
Va avanti qualche minuto, dopodichè si alza, si rimette a 90 sul cofano dell’auto e dopo essersi allargata le chiappe con le mani mi invita :
– Dai mettimelo dentro.
L’eccitazione aumenta e una volta puntato il cazzo sull’ingresso del suo culo, spingo e sprofondo in lei.
Mi lamento per l’eccitazione e inizio a scoparla lentamente, godendomi ogni singola sensazione che mi procura il suo culo.
Torna con le mani ad appoggiarsi al cofano dell’auto e con il culo inizia ad assecondare le spinte venendomi ogni volta incontro.
I miei respiri si fanno piu rumorosi e il ritmo aumenta. Mi aggrappo ai suoi fianchi mentre la scopo con una certa violenza, sbatto con forza contro le sue chiappe e cerco di affondare in lei il piu possibile.
Vado avanti pochi minuti, ormai sono al culmine e sento che sto per venire.
– Vengo. Sto per venire.
Detto fatto, si stacca da me e in un lampo ho già il cazzo tra le sue labbra.
Mi pompa con vigore, succhia e lecca continuamente la cappella.
Mi prende in mano le palle e con un dito dell’altra mano va a stuzzicarmi l’ano.
È troppo, non resisto piu e vengo nella sua bocca.
Ingoia tutto e una volta ripulito completamente con la lingua, mi aiuta a rivestirmi alzandomi boxer e pantaloni.
Prima di entrare in macchina, mi da ancora una palpata al cazzo e poi si risistema il vestito.
Arrivati a casa sua, mi lascia salire.
La notte la passiamo nel suo letto.

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