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Racconti Erotici Etero

GUAI COL TELEFONO

By 19 Novembre 2006Dicembre 16th, 2019No Comments

E’ stata una nottata tremenda.
Un temporale come pochi visti in vent’anni ( almeno che mi ricordi ).
Sono le cinque del mattino di sabato e ormai di dormire non se ne parla più, quindi mi alzo, faccio colazione, mi preparo e anche se oggi non dovrei lavorare mi incammino verso la nostra azienda in periferia per verificare che il diluvio di stanotte non abbia fatto troppi danni.
A prima vista non si direbbe, almeno da noi, perch&egrave subito dopo la nostra azienda ci sono un paio di lotti vuoti e poi un’altra ditta ma tra noi e loro, in uno di quei lotti vuoti si vedono i resti di un palo del telefono abbattuto con i cavi spezzati.
Verifico la linea telefonica e sento che da noi il segnale c’&egrave ancora quindi sicuramente il problema riguarderà l’altra ditta che lunedì avrà una sgradita sorpresa all’apertura.
Faccio un’ultimo giro per verificare che tutto sia a posto dando corrente ai macchinari e stò chiudendo tutto per tornarmene a casa e provare a recuperare un pò di sonno perduto quando sento suonare il campanello posto al cancello d’ingresso. Mi affaccio all’entrata e vedo la moglie del titolare della ditta senza telefono(di cui sopra) che mi fa cenno di avvicinarmi al cancello.
Mi avvicino chiedendomi cosa potrà mai volere.
Mi chiede se il nostro telefono funziona e se può fare una chiamata per avvisare che il loro telefono non funziona e richiedere la riparazione perch&egrave ha il cellulare scarico.
Apro il cancello e faccio entrare Franca (si chiama così) che &egrave coperta da un cappotto pesante che le arriva poco sopra la caviglia. Le faccio strada fino all’ufficio,accendo il condizionatore e la faccio accomodare mentre cerco l’elenco telefonico dove trovare il numero per la segnalazione guasti.
Nel frattempo Franca si toglie il cappotto e finalmente riesco a vedere le sue curve coperte da una camicia con i primi bottoni slacciati e una gonna al ginocchio con spacco laterale a metà coscia che sedendosi mi permette di ammirare il bordo delle calze autoreggenti che indossa.
Trovo l’elenco e lo passo a lei che, messasi in piedi, lo apre e comincia a cercare il numero di telefono e, sfogliando l’elenco, si china in avanti mostrandomi,attraverso la scollatura formatasi dai bottoni aperti, il reggiseno di pizzo nero che racchiude, strizzandolo, un seno stupendo che mi fa letteralmente strabuzzare gli occhi e rimanere incantato tanto che lei sollevando gli occhi dall’elenco mi vede e subito si tira su dandomi dello screanzato.
Io comincio a balbettare qualche scusa continuando però a fissare il suo petto che per via della respirazione affrettata, penso per l’incazzatura, sale e scende.
Franca allora visto che io non stacco gli occhi si avvicina e mi stampa una sberla in faccia ma poi subito dopo mi bacia infilandomi la lingua alla ricerca della mia che non tarda ad intrecciarsi con la sua.
All’improvviso squilla il telefono e a malincuore rispondo staccandomi dalle sue dolci labbra.
Dall’altra parte della cornetta c’&egrave il marito di Franca che mi chiede se sua moglie &egrave ancora li e se posso passargliela al telefono. Gliela passo e mentre lei dice al marito che stava per chiamare mentre ha squillato il telefono io da dietro le afferro le tette e gliele strizzo tra le mani ma lei mi blocca subito scostandosi e dicendo al marito che avrebbe chiamato e poi sarebbe tornata subito alla ditta. Chiuse il telefono e mi disse che non sapeva cosa le fosse successo poco prima e che era meglio se se ne fosse andata immediatamente prima di commettere un errore madornale.
Io però ero troppo eccitato e afferrandola per un braccio la feci girare dandomi le spalle e facendola chinare in avanti sopra la scrivania le infilai la mano tra le cosce andando a toccarle le mutandine fradice dei suoi umori. Franca cercò di stringere le gambe ma io con le mie di gambe le impedivo di farlo e acchiappando il bordo delle mutandine le strappai e sollevandole la gonna le infilai un dito nella fica facendola godere immediatamente.
A quel punto lei allungò la mano dietro e mi carezzò il cazzo da sopra i pantaloni e voltando la testa verso me mi disse di liberarmi dei vestiti e di scoparla in fretta prima che il marito potesse sospettare per il ritardo. Non me lo feci dire due volte e abbassati i pantaloni e le mutande le infilai il cazzo tutto in una volta facendola gridare di andarci piano che il marito non era così ben fornito e per di più era da un pò che non se la scopava. Io continuavo a pistonarla e guardandola non riuscivo a capire come il marito non le saltasse addosso appena poteva : 35/40 anni, mora, alta 175 cm., una quarta bella soda con capezzoli come dei ditali, un culo a mandolino che si tiene su da solo e due gambe ben tornite, ma soprattutto una figa bollente che abituatasi alla dimensione del mio cazzo cominciava a risucchiarlo avidamente. Stavo pensando a tutto questo ben di dio quando squillò nuovamente il telefono. Franca rispose immediatamente riconoscendo il numero del marito mentre io mi bloccai col cazzo dentro la sua figa. Sentii che diceva al marito che aveva chiamato per il guasto e che la avrebbero contattata fra pochi minuti per la conferma dell’intervento in giornata, e, mentre diceva ciò, cominciò a muovere il bacino ricominciando a scoparsi da sola.
Chiuse il telefono dicendo al marito che tra poco sarebbe “venuta”.
Mi disse di accellerare che doveva andare via ma io mi fermai e le sfilai il cazzo dalla figa. Stava per protestare quando le infilai la punta nel buchetto posteriore e afferrandole le tette la tirai indietro facendole entrare la cappella nel culo. Gridò come una pazza di fermarmi che li non lo aveva mai preso ma io imperterrito continuai a spingere finch&egrave il mio cazzo non sparì del tutto dentro il suo culo lasciando fuori solo le palle. Franca gridava sempre meno e sempre più muoveva il culo avanti e indietro.
Venne altre due volte nel giro di pochi minuti e quando ormai stavo per venire anchio le tolsi il cazzo dal culo e facendola girare e inginocchiare le feci stringere le tette attorno al cazzo e lei con la lingua mi stimolava la cappella ogni volta che poteva finch&egrave non sborrai e la riempii dappertutto, in bocca, in faccia e sulle tette.
Ci ripulimmo e rivestimmo e l’accompagnai al cancello proprio nel momento in cui arrivò il marito che chiese se aveva fatto e Franca rispose che aveva fatto tutto e che stava “venendo”.

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