Skip to main content
Racconti Erotici Etero

Guide Turistiche a Fine Turno

By 29 Luglio 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Lorraine ha ventidue anni ed ha iniziato a lavorare durante l’estate come guida turistica due anni fa. Un impegno stancante, troppe ore in piedi tutto il giorno, indipendentemente dal tempo atmosferico, salendo e scendendo i gradini di pietra delle scalinate del castello cittadino, uno dei tanti castelli dei mille itinerari turistici della Valle della Loira.
Stare a contatto con le persone non le dispiace e spesso le fanno i complimenti per il suo bel sorriso, per il suo ottimo inglese, per la sua cultura e le risposte pertinenti alle domande dei turisti. Ma in fondo, se fa quel lavoro è solo per pagarsi gli studi universitari, corso di storia dell’arte adattissimo a questo lavoro stagionale.
Albert, invece, ha qualche anno di più ed ha finito gli studi da un pezzo, nel senso che ha deciso di smettere di studiare da molto tempo, da quando si è reso conto che i beni al sole di papà bastano ed avanzano anche per lui. Ma se non vuole contraddire il portafoglio ‘ cioé il padre ‘ deve lavorare. ‘Qualcosa, qualsiasi cosa’, gli han detto. Quindi eccolo a trovarsi un lavoro stagionale che non presuppone molto altro se non imparare a pappagallo quello che va ripetuto ai visitatori del Castello.
Tanto quanto Lorraine ha la reputazione di ottima intrattenitrice, anche Albert ha la sua reputazione. Ed anche stasera, chiuse le porte ai visitatori, si è attardato con Paul a discutere del fondoschiena della turista americana a cui ha dato il suo numero di cellulare. Lorraine li vede parlare ma non li guarda, non si interessa a ciò che dicono. Sono maschi, conosce la reputazione di Albert e sa perfettamente di cosa è probabile parlino. Di qualche bella sconosciuta passata tra la folla. Magari una bionda platinata come ultimamente pare piaccia ai ragazzi.
Non che Lorraine sia un brutta ragazza, ma di sicuro non ha nulla che possa attirare l’attenzione altrui. Capelli sempre raccolti in una coda corta, abiti pratici, scarpe da tennis per comodità, niente trucco sul volto e forme delineate ma per nulla procaci. Non è una donna che fa girare la testa e l’anonimato dell’uniforme da guida turistica, poi, la appiattisce in mezzo a tutte le altre guide agli occhi dell’osservatore. Jeans leggeri e camicetta bianca, con sopra il badge distintivo, appuntato al petto, con le bandierine indicanti le lingue che sa parlare.
Si avvia da sola verso le cantine del castello, da controllare. Qualche cartello da rimettere a posto, le luci da spegnere, le finestrelle da chiudere, il termostato da controllare prima di chiudere a chiave il cancelletto ed andare a cambiarsi. Ognuno ha il suo spazio da sigillare, ognuno la sua incombenza.
‘Perché non ti sei fermata a chiacchierare con noi?’
La voce di Albert arriva alle sue spalle mentre lei sta finendo di rimettere a posto le brochures multilingue della nicchia di servizio, nella stanza delle botti che mostrano ai turisti come era la cantina quando veniva ancora usata per il vino.
Lui è lì, sulla porta della stanza, con un sorriso strafottente disegnato sulle labbra che lei non gli ha mai visto prima. Non c’è mai stata tutta questa confidenza tra loro, né con Paul. Niente che giustifichi quell’approccio tanto informale.
‘Perché avrei dovuto? Non erano affari miei’ scrolla le spalle e torna a dedicarsi alle brochures ‘Tu non dovresti essere a spegnere le luci nei saloni degli arazzi?’ butta lì con pochissima verve di rimprovero, leggermente infastidita dalla presenza non richiesta del ragazzo. Alto, abbronzato, decisamente una presenza gradevole, restante, atletico come lo è chi non ha altro da fare nella vita che andare in palestra o giocare a calcio, ma comunque una presenza non richiesta.
‘Lo sai che Paul ed Annette vanno a letto assieme?’ chiede lui avvicinandosi senza alcuna fretta ‘i raccontava giusto adesso che ier sera hanno parlato di te’ sorride maliziosamente.
Annette… la Annette della biglietteria? L’unica persona con con cui Lorraine ha instaurato un simil rapporto di amicizia? Lei e Paul insieme? No, non ce li vedeva. Ma questo pensiero passa ovviamente in seconda battuta: cosa può aver detto Annette di lei che giustifichi la voglia di Albert di parlarle? Ah… sì… ora lo sa.
Lorraine alza gli occhi al cielo e lo guarda, sbuffando.
‘Non credevo facessi il gigolò…’ lo redarguisce un pochino ‘…checché ne pensi lei, non ho bisogno di fare sesso. Sto benissimo anche senza un ragazzo’ puntualizza allargando le braccia.
Già, essersi lasciati da un mese. Nessuna rottura drammatica, ma qualche commento sulle prime settimane senza rapporti con Annette potrebbe esserle sfuggito. Incurante della risposta, lui le si piazza davanti. Gli occhi vanno alla camicetta, ai rigonfiamenti dei seni non eccessivi ma visibilissimi sotto la stoffa bianca.
‘In questa cantina fa freddo, direi’ ridacchia malandrino aguzzando lo sguardo sulla punta dei capezzoli che preme leggermente per la temperatura.
Basta veramente così poco per iniziare a far arrossire Lorraine. Il suo ragazzo non era mai stato tanto spudorato. Nessuno dei suoi ex. Ma perfettamente nello stile di Albert.
‘Dai, stiamo lavorando’ protesta lei mettendosi le braccia conserte a nascondere il seno ‘E tu non mi piaci. Non hai appuntamento con qualche turista polacca?’
‘No. Nessun appuntamento. Ho voglia di fare sesso sul lavoro. Ho voglia di fare sesso adesso, in questa cantina e con te’ sa di essere affascinante, nel suo approccio spudorato. Con le turiste di solito funziona, mentre si avvicina e si piazza davanti a Lorraine, posandole le mani sui fianchi.
‘Ok, bello scherzo’ sarcastica, facendo per scostarsi e voltarsi per andarsene.
Ma lui è decisamente più veloce, più esperto, più risoluto.
Appena lei accenna a voltarsi, le mani di lui vanno alle spalle di lei, premendola con il minimo di forza necessaria contro una delle botti di legno vuote, facendo aderire il petto di lei ala cura del legno, mentre lui si appoggia contro le sue gambe, le sue natiche, la sua schiena, spostando le dita a piegare le braccia che lei e serrarle, ma senza violenza.
‘Non è uno scherzo… dai… facciamo un gioco…’ le sussurra malizioso.
Un lievissimo fremito la percorre lungo la schiena, la blocca per un attimo e le impedisce di reagire. Albert vuole veramente fare sesso con lei? Veramente la desidera? Uno come lui, che cambia donna ogni sera e che si gira turiste maggiorate… le si sta veramente premendo contro? Un attimo di sbandamento, un attimo di concupiscenza, prima che la testa cominci a ragionare di nuovo.
‘Lasciami o ti denuncio’ borbotta con stizza, tentando di sottrarsi alla stretta.
Ma lui la tiene saldamente con una mano, bloccando le braccia, e con il proprio pesto bloccando le gambe. La mano libera si insinua tra il corpo di lei e la botte, cercando i bottoni della camicetta, iniziando a tentare di aprirli alla cieca.
‘Ti sto facendo un favore’ sussurra maliardo, bastardo.
La ribellione, in effetti… non è decisissima. Una parte di Lorraine è… lusingata, eccitata dall’idea di essere oggetto delle voglie di Albert. E mitiga la ribellione della parte di lei che si sente… vincolata. In fondo, un mese senza sesso è realtà. Il tocco di un uomo che inizia ad insinuare le dita nella camicia, a sfiorare la carne a cercare di raggiungere i capezzoli già stimolati dal freddo. Non replica altro, Lorraine, mentre lui arriva con la mano ad afferrarle una delle coppe del reggiseno, a sfilarne la tetta per prenderla in mano.
‘Sì, ma non ti permettere di entrarmi dentro’ risponde Lorraine con un filo di voce, stupendosi quasi da sola di averlo detto, mentre piega la testa all’indietro e chiude gli occhi, per lasciare maggior spazio di manovra al ragazzo. Lui sorride, anche se lei non può vederlo.
Le lascia le braccia, porta entrambe le mani a afferrare a coppa, da dietro, i seni della donna. Ed adesso che ha le mani libere è Lorraine stessa a sbottonarsi la camicetta prima ed il reggiseno poi, reclinando la testa contro la spalla del ragazzo che è dietro di lei e chiudendo gli occhi per non guardare se stessa fare certe cose.
‘Lo sapevo che avevi voglia’ replica sornione lui mentre le mani, cominciano avidamente a stringerle i senti e sfiorarle i capezzoli.
Un brivido lungo la schiena della ragazza mentre lui posa la patta dei suoi pantaloni contro i glutei di lei, lasciandole percepire attraverso i vari strati di tessuto l’inizio di una erezione.
Piano piano una mano di lui comincia a scendere, lasciando solo la destra a stringere sempre più forte il capezzolo, torcendolo, mentre le dita della sinistra accarezzano il ventre e scendono fino alla zip dei jeans di lei.
Lorraine inizia pian piano a sentire il momento, a sentire un calore che combatte il gelo della cantina. La botte è ancora davanti a lei, ma lui non la preme più contro di essa, non ce n’è più bisogno. Anzi. Le mani di lei si piegano all’indietro per afferrare delicatamente il fianco di Albet e premerlo contro di sé man mano che la mano del ragazzo scende, adesso assieme alla zip dei jeans di lei. Solo un attimo ed i pantaloni sono a terra. In slip, nella cantina dove di solito accompagna i turisti. Ma non c’è nessuno. Solo loro ed il calore crescente che non viene assolutamente dal termostato.
‘Sei bagnata, vero?’ domanda insistente, spigliato, sempre più eccitato dalle risposte sempre più positive della ragazza. Non credeva che sarebbe stato così semplice. Con la destra prende la destra di lei, posa la sua mano sul dorso di quella di Lorraine e comincia a guidarla lentamente dentro al tessuto dello slip della ragazza, che si trova ad arrossire, a resistere un attimo. La presa di lui si fa salda, le due mani che in infilano nella mutandina percorrendo i peli pubici di lei fino a sfiorare entrambi, con dita, il sesso umido della ragazza. Lei volontariamente, le forzatamente… ma è sempre un qualcosa di decisamente poco rifiutato. La testa dice di no, ma il corpo… il corpo è alla scoperta di gesti nuovi, di qualcosa che non ha mai provato. Toccarsi ed essere toccata al tempo stesso è una esperienza inedita, che aumenta l’eccitazione.
Il suono di una seconda zip dichiara inequivocabilmente che la mano libera di lui, intanto, ha fatto scivolare anche i propri stessi pantaloni. Ed adesso mentre si preme contro il culo di Lorraine il senso dell’erezione è decisamente più pronunciato e più… vicino. Mentre un dito di lui ed uno di lei, guidato dalle sapienti mani di Albert, iniziano ad insinuarsi tra le labbra socchiuse dell’intimità della ragazza. Un mugolio di piacere per lei, un sorriso soddisfatto per lui.
Lorraine neppure se ne accorge, mentre il ventre comincia ad ardere e le dita a scavare ed esplorare dentro di lei. Neppure si accorge che lei ha continuato a spogliarsi, che è nudo, che dopo poco anche lo slip di lei è a terra, che la mano di lui ha smesso di tenerla e che si sta masturbando da sola mentre lui la stimola allo stesso modo: due mani, due dita dentro di lei, che diventano tre quando lui allarga l’apertura infilandone un altro e quattro quando lei inizia a stuzzicarsi il clitoride in un crescendo di mugolii sommessi, di respiri spezzati. Le dita di lui frugano per tutta la lunghezza della vagina, entrano, escono, umidificano le labbra mentre il pene sempre più rigido preme contro lo spacco tra le natiche, aggiungendo per entrambi una sensazione in più.
Per un attimo, l’idea che Albert voglia penetrarla da dietro le passa per la testa, la cappella di lui è qualcosa che le pulsa tra i glutei, ma non è ancora vicina all’ano. E lei non è più abbastanza lucida per protestare.
Ed è il momento che Albert aspettava. Il momento di usare la mano libera per premerla di nuovo contro la botte, stavolta nuda, legno su pelle, piegandola leggermente quanto la curva del fasciame.
Toglie le mani da dentro e le rende scomodo mantenere le proprie, costringendola a toglierle con un filo di dispiacere che dura solo un attimo, l’attimo necessario a penetrarla con un un colpo secco, solo, utilizzando l’eccitazione di lei per scorrere fino alla fine con l’intera asta dentro il suo corpo nudo e bollente nel gelo della cantina in tarda serata.
Gli aveva detto di non farlo.
Ma adesso lei è troppo vicina all’orgasmo per protestare. Allarga meglio le gambe, agevolandolo mentre lui inizia ad uscire e rientrare, a spingere, pompandola in maniera sempre più forte, sempre più vigorosa, sempre più rapita mano mano che i gemiti diventano urletti di piacere. Si è completamente dimenticata di avergli detto di no, si è completamente dimenticata di tutto. E lui adesso è dentro, sempre più dentro, tenendola per i fianchi per spingere mentre anche il suo respiro si spezza.
Lei è la prima a venire. Un orgasmo strozzato, che tenta di trattenere come grido ma non certo come piacere che le pervade le membra ed a cui lui non dà tempo di respirare, continuando a compare per cercare il suo piacere, inseguendo il suo desiderio crescente. Ed è mentre lui le esplode in un getto di godimento dentro il ventre che lei inizia a rendersi conto di cosa è successo.
‘Sei uno stronzo’ ansima.
Lui resta in silenzio, riprendendosi dalla sua esplosione e dal suo sudore. In ritardo replica dandole un nuovo colpo con il membro che non ha ancora ritratto, facendola sussultare, prima di sfilarsi da lei, lasciandola nuda e fradicia contro la botte. La guarda ridacchiando, senza fare più di un passo per non destabilizzarsi troppo e finire di godersi l’orgasmo.
‘Sei così troia dentro che mentre ti masturbavi non ti sei neppure accorta che ho messo il cappuccio…’ ride sfilando il preservativo mente lei si volta per guardarlo. Nudo, prestante, fino ad un attimo fa dentro di lei. Di nuovo arrossisce.
‘Sei così troia che lo vorresti ancora, vero?’ conosce le donne, conosce lo sguardo che la fa vergognare ‘Domani faccio chiusura alla stalla, se vuoi venire per una… monta…’ di nuovo spudorato, mentre si riveste, buttando il preservativo nel cestino dei visitatori senza farsi troppi problemi, per poi andarsene senza un saluto, lasciandola lì a rimettere assieme le idee. Ed i vestiti…

Leave a Reply