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High Utility – Episodio 38

High Utility

Episodio 38

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A Flavia le folle non facevano né caldo né freddo: forse un’orgia, per lo meno quelle che frequentava lei, non avevano un numero sufficiente di persone per essere considerata tale, ma quando era in un parco giochi, in una di quelle file chilometriche, accalcate, in attesa di salire su un ottovolante o una montagna russa, con sua madre Samantha che l’aspettava in un bar nelle vicinanze perché su quei trabiccoli non ci sarebbe entrata nemmeno con una pistola puntata ad una tempia, non le davano affatto fastidio. Ciò nonostante, quando la campanella che segnava la conclusione delle lezioni, non voleva essere in mezzo ai suoi compagni che, al pari di una mandria impazzita, si riversavano all’esterno dell’edificio scolastico.
Si sentiva come se tutti avessero disgusto di lei, quasi potesse infettarli facendo respirare loro la sua aria, trasmettere un morbo incurabile sfiorandoli con i suoi abiti. Sentiva le loro occhiatacce colpirla alla schiena, i loro sussurri avere l’effetto di schiaffi in faccia che lasciavano, però, il segno sulla sua considerazione di sé. Il tutto perché lei aveva deciso di seguire la propria sessualità, il proprio desiderio di essere libera di esprimersi come meglio voleva, si diceva, ma lei stessa sapeva che era solo una stupida scusa che si raccontava per non accettare il fatto di essere solo una puttana, una sgualdrina insoddisfatta e insoddisfacibile. Un’affamata di sesso che aveva lasciato un ragazzo come Luca per quattro stronzi che la sbattevano senza troppi problemi in un lurido capannone.
Abbassò lo sguardo mentre attraversava il piazzale, dove buona parte dei ragazzi si fermava a chiacchierare prima di andare a casa, ma le sembrava sempre che si riunissero solo per fissarla e parlottare tra di loro, commentando quanto fosse lurida, quanto fosse schifosa. Tutte le volte si sentiva morire dentro, il cuore che si sfaldava come un fiore appassito perde i petali. Non fosse stato per il fatto che proprio in quel momento passava Vittorio a caricarla sulla moto per portarla all’orgia, sarebbe rimasta nella scuola, fingendo di bere un the alla macchinetta, quasi fosse un ristoro dopo una mattinata di duro lavoro, un conforto prima di raggiungere casa a piedi per le infinite strade di Caregan.
Ecco, la cosa si era presentata differente quando stava con Luca, quando poteva passare del tempo tra l’edificio dove trascorreva le mattinate e il cancello che teneva fuori il mondo in compagnia di lui, Alessio e… sì, anche di quella stronza di Giada. Allora si sentiva accettata, i suoi muscoli erano rilassati e il sorriso non doveva comparire a comando sulle sue labbra.
Sollevò appena la testa, voltandola verso il Rifugio, come aveva finito per chiamare quei due metri quadri dove passava qualche minuto di piacere, a chiacchierare con il ragazzo che l’amava e il suo migliore amico, nonostante sapesse che, vedendoli ancora lì, con la stronza bionda ma senza di lei, un moto di dolore le avrebbe stretto il petto come una morsa.
Sbatté gli occhi, fermandosi, confusa. Non c’era nessuno appoggiato al muretto che conteneva il piccolo giardino in cui stavano comparendo i primi boccioli sulla pianta che sarebbe fiorita entro qualche settimana. Non c’erano Luca a parlare di fotografia, Alessio a sognare i venti che avrebbero gonfiato la vela del suo parapendio, Giada che… che parlava di sé. Non era mai successo che mancassero dalla conclusione delle feste di Natale…
– Come… – sussurrò, quasi senza rendersene conto. Poi, per qualche motivo inspiegabile, spostò l’attenzione sul gruppetto di ochette che Giada frequentava quando non era con i due ragazzi, e la sorpresa aumentò ulteriormente.
Giada, impossibile non riconoscere il suo corpo da fotomodella, i suoi grossi seni e il culo che Flavia guardava con malcelato, sprezzante invidia, era in mezzo alle ochette, che stavano starnazzando come al solito. E, nel club esclusivo femminile, come un quadro del rinascimento in mezzo ad opere della pop art, si stagliava Luca, incapace di nascondere un certo imbarazzo, nemmeno fosse un manzo ad una fiera del bestiame con i possibili acquirenti che lo studiavano e davano giudizi non richiesti.
La rossa si fermò, scrutando meglio, cercando ma non trovando Alessio nel gruppo. La cosa la lasciò stupefatta. Quando mai aveva visto, se non mentre erano lei e Luca nudi, lui dentro di lei, a letto, i due ragazzi separati?
Qualcuno le si avvicinò da dietro. Il pensiero che fosse Alessio le sfiorò le mente, ma subito riconobbe che era una figura femminile quella che stava comparendo al suo fianco. Quando si voltò, si accorse che era la ragazza secchiona con i capelli castani che, aveva ormai capito da tempo, ronzava attorno a Luca, sebbene lei fosse tanto discreta da non farglielo capire.
– Da non crederci, vero? – domandò Olivia, a bassa voce, facendo uno sforzo per vincere la sua timidezza. Doveva essere qualcosa di davvero grosso se l’aveva spinta a parlare con Flavia, sebbene quest’ultima non avesse idea quale fosse il soggetto.
– Cosa? – ribatté lei, cercando di non essere aggressiva. – Temo di essermi persa qualche passaggio. – Non aggiunse che nessuno apriva bocca con lei, ma suppose che Olivia fosse nelle sue stesse condizioni e lo capisse benissimo.
Olivia parve sorpresa. – Non c’eri alla festa di sabato scorso alla villa dei Favaro, quella organizzata da Lorenzo?
La rossa nascose il suo sconcerto nello scoprire che anche la timida secchiona avesse una vita sociale superiore alla sua. – Ho avuto un impegno – disse, fingendo che non fosse il solito impegno, che si ripeteva da mesi: prima un paio di ore a vedere un film, possibilmente d’amore o una commedia, come piacevano ad Alena, che si emozionava mentre lei sonnecchiava, annoiata, e poi una dannata piadina subito dopo, con la sempre maggiore convinzione che alla sua amica interessasse più il tipo tatuato che le serviva quanto piuttosto per la pietanza stessa.
Olivia chiuse la distanza già minima che la separava da Flavia, la quale percepì un appena accennato profumo di fiori, e abbassò la voce, come se stesse per confidarle un segreto che, però, scoprì un attimo dopo la rossa, conosceva chiunque tranne lei. A conferma di quanto sospettava sul fatto che la secchiona fosse innamorata di Luca, la ragazza non nascose un accento di dolore quando confidò: – Giada ha scoperto Alessio fare… fare sesso orale con Sofia…
La sorpresa di Flavia a quella scoperta sfumò presto nel disgusto. – Sofia? Quella… – non aggiunse una parola, ma la smorfia che comparve sul suo volto non lasciò adito a fraintendimenti sull’opinione che aveva di quella ragazza.
L’altra confermò con un movimento del capo. – E non è tutto. Giada ha… beh, ha letteralmente urlato ai quattro venti che Luca aveva appena fatto sesso con lei e che era stato… – la voce della ragazza si incrinò, mentre le sue parole morivano nella sua gola. Un’ombra di dolore comparve sul suo volto.
Flavia, comunque, non ebbe bisogno che Olivia terminasse la frase per immaginare cosa avesse detto Giada, visto che lei stessa era stata a letto con Luca, e diverse volte si era trovata, quando si era stretta a lui, per le coccole post coito, entusiasta per il tempo trascorso insieme.
– Adesso Luca e Giada sono insieme, e, come vedi, lei lo sta mostrando alle sue amiche – continuò Olivia, senza che tutto il dolore che l’aveva interrotta prima fosse scomparso. – Sembra essere il suo fidanzato-trofeo…
– E Alessio? – domandò Flavia, anche se non era necessaria una grande fantasia per immaginare cosa potrebbe essere accaduto, dopo.
Olivia scosse la testa. – Credo che l’amicizia tra Luca e Alessio sia finita – spiegò, e da come lo disse sembrò che lei fosse uno dei due ragazzi.
Un pensiero riempì la mente di Flavia, sebbene il suo effetto ebbe luogo nel suo petto: la consapevolezza che la rottura dell’amicizia era tutta sua, con l’abbandono di Luca. Al pari di Olivia, lei si era accorta (solo un maschio non se ne sarebbe reso conto) che Giada era molto interessata a Luca, e proprio quella competizione tra loro due aveva portato a tutti quei battibecchi e rabbia ogni volta che si incontravano. La stronza bionda dal corpo da fotomodella mancata non accettava che una zoccola priva di curve come lei le avesse soffiato il ragazzo dei suoi sogni, il quale, per quanto l’apprezzasse fisicamente, era deciso a non metterle un dito addosso perché era la fidanzata del suo migliore amico.
Per un istante, Flavia fu consapevole dell’ironia del fatto che Giada, per avvicinarsi a Luca, si fosse messa con l’unica persona che il ragazzo rispettasse più di sé stesso e che quindi la rendesse intoccabile, ma subito dopo tornò alle realtà: Giada aveva approfittato della depressione che Luca stava vivendo a causa della rottura del loro fidanzamento. Bisognoso di amore, sesso e, soprattutto, della consapevolezza che fosse un uomo che riceveva apprezzamento in quanto tale, Luca si era gettato tra le braccia, e non solo quelle, di Giada quando si era presentata offrendogli tutto questo.
La ragazza chiuse gli occhi e si sentì svuotare mentre un lungo sospiro usciva dalle sue narici. Quando li riaprì, notò che Olivia sembrava sul punto di mettersi a piangere mentre guardava il gruppo delle ochette starnazzare attorno al ragazzo che amavano entrambe.
– Coraggio – le disse, quando sentì il rombo della moto annunciare l’arrivo del suo passaggio. Improvvisamente, scoprì che la secchiona, dopotutto, non le stava così antipatica.

Continua…

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