High Utility
Episodio 41
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Flavia prese la sua giacchetta dal chiodo affisso sulla colonna del capannone, la pulì un po’ dalla polvere che si sollevava sempre dal telone cellophanato durante i loro rapporti sessuali più selvaggi e, una volta soddisfatta del risultato, la indossò. Questa volta, ebbe l’accortezza di controllare subito se avesse con sé le monete per comprare qualcosa al bar e trovò senza problemi qualche euro spicciolo oltre a qualcos’altro. Quando lo estrasse dalla tasca, si trovò in mano un cavetto Scart.
Glielo aveva prestato qualche giorno prima Jago, dopo che lei si era lamentata che il cavo che collegava il videoregistratore del paleolitico che sua madre si ostinava a usare (Flavia aveva preferito non aggiungere che l’unico impiego dell’apparecchio era quello di riprodurre il video del matrimonio di sua madre, quando sentiva la mancanza del loro uomo di famiglia, per poi passare il resto del pomeriggio sul letto, piangendo silenziosamente: non fosse stato per questo, la ragazza le avrebbe “consigliato vivamente” di passare ai DVD o allo streaming) aveva smesso di funzionare. Il ragazzo aveva detto che ne aveva qualcuno a casa, da qualche parte, e la volta successiva che si erano incontrati, con grande sorpresa della ragazza, gliene aveva davvero consegnato uno. Lei gli aveva chiesto quanto volesse, ma lui aveva riso, domandandole sé stesse scherzando, anche se era semplice intuire che lei lo pagava già ogni volta che era in quel capannone. In ogni caso, anche con quello il televisore era rimasto nero e Flavia era giunta alla conclusione che ad essere guasta era una delle porte del videoregistratore, e che avrebbero dovuto ripiegare su una prolunga del cavo dell’antenna per poter vedere le videocassette. Oltre a riversarle quanto prima su un supporto digitale. Considerando l’impianto di trasmissione audio-video che usava Sam per trasmettere i suoi spettacoli erotici, Flavia si stupì che non avevano nulla che permettesse di convertire il contenuto di VHS in un hard disk.
Rimise in tasca il cavetto e si diresse al corridoio che portava allo spogliatoio, dove erano rimasti solo lo stesso Jago, Yuri e Alena. Quando aprì la porta ed entrò nel locale piastrellato dall’atmosfera piena di vapore per le docce che avevano appena terminato il loro lavoro, li trovò insieme. Yuri aveva quasi finito di vestirsi, legandosi la stringa di una scarpa in pelle appoggiandola su uno dei panchetti da palestra in mezzo allo spogliatoio, mentre Jago era in piedi, nudo, con davanti Alena. La ragazza, anche lei priva di qualsiasi abito, la pelle ancora bagnata dalla doccia e che emanava il profumo del sapone liquido da quattro soldi che era in dotazione alle docce, era in ginocchio davanti al figlio del proprietario del capannone; stringeva in una mano il cazzo, muovendo la lingua sul prepuzio e strappando gemiti strozzati al ragazzo, il quale, però, sembrava quasi più interessato al discorso dell’amico.
Ormai Flavia sapeva che gli argomenti di Yuri erano tre: finanza, la sua Tesla e la sua ragazza fotomodella, in questo ordine di importanza. Quindi non si meravigliò quando, non riuscendo a sentire termini comprensibili riconducibili a motori o donne, comprese che stava discutendo di denaro, mercati e criptomonete. In realtà, aveva imparato più di finanza sentendolo parlare dopo la doccia post-orgia che da quanto le avevano insegnato a scuola, e diverse volte era stata tentata di chiedergli se avesse potuto spiegarle qualcosa a riguardo, ma non ne aveva mai avuto l’occasione. O, più onestamente, il coraggio.
– …e ieri sera mi arriva una e-mail da Opensea che mi informa che il mio “Cheeky raccoon ski resort” che avevo listato a sei Ether quattro mesi fa è stato comprato da qualcuno… – spiegava, finendo di allacciare la scarpa, con l’intonazione di voce che usava quando raccontava di aver guadagnato parecchi soldi.
Jago emise un paio di gemiti, ma Flavia non avrebbe saputo dire se erano di approvazione verso l’avventura economica del suo amico, spingendolo a continuare, o per la punta della lingua di Alena che si stava avventurando all’esplorazione del meato, incoraggiandola a non fermarsi. La ragazza sollevò la mano che stringeva il cavetto, senza dire una parola per non disturbare nessuno dei tre, ognuno apparentemente concentrato nel proprio passatempo preferito, ma sperando che Jago intercettasse con la vista quanto le aveva riportato. In ogni caso, nel caso non l’avesse notato, lo appoggiò sui vestiti del ragazzo.
Senza fare altro rumore, si voltò per uscire dallo spogliatoio, muovendo silenziosamente una mano per un saluto di cui nessuno diede segno di notare: la ragazza era intenta a fare scorrere la cappella tra le sue labbra, mentre Yuri continuava a blaterare di qualcosa che lo aveva soddisfatto quasi più di quanto lo fosse Jago in quel momento.
– Allora, con tutti quei soldi nel mio wallet, decido di andare a comprare qualche altro NFT – spiegò, mentre il tono della sua voce iniziava ad assumere un accento di divertimento. – Ti avevo detto che ero interessato a quelli di un progetto giapponese, il “World of Girls”, quello che è stato usato per finanziare quel cartone animato manga o qualcosa del genere e che, avevo letto, stava crescendo di valore.
Flavia, una mano sul maniglione antipanico della porta, pronta ad uscire, ebbe l’impressione di rivivere un discorso simile già accaduto in passato. Per un attimo ebbe la certezza che fosse un semplice déjà-vu, ma poi riaffiorarono il ricordo del vento tra i pini, la sensazione di libertà… il lancio con il parapendio di Alessio… Improvvisamente riuscì a ricostruire la situazione: era Giada che si stava vantando del suo coso che aveva raggiunto un prezzo elevato invece di contemplare il suo ragazzo che si lanciava dalla radura sopra Caregan per poi volare con le aquile. Un senso di benessere si sciolse tra le membra della ragazza a quel pensiero, qualcosa di ancora più profondo dell’acqua calda della doccia post coito.
– …e quando vado a vedere, ne trovo uno, il 281, a prezzo di sconto! – continuava Yuri, ridacchiando. – Ma quanto bisogna essere coglioni per vendere un NFT che ha il floor price a 0.85 a 0.4!
Flavia non riuscì a trattenersi, voltandosi verso i ragazzi. – Anche una mia amic… una che conosco ha il 281 del “World of Girls”! Ma lei non lo venderebbe mai, in realtà: vuole tenerselo per farci una fortuna.
Yuri sbottò una specie di risata. – Impossibile abbia il 281.
La rossa aggrottò la fronte. – Ne sono sicura: il numero del… ehm… disegno è la mia data di compleanno, 28 gennaio.
– Auguri – disse Yuri, stringendo i denti e gemendo, mentre metteva una mano sulla testa di Alena, – in forte ritardo, ma auguri, Flavia.
La bionda aprì la bocca, estraendovi il cazzo, quindi guardò il ragazzo: – Te lo do io un bel regalo di compleanno, stallone. – Quindi si rimise al lavoro, ma strappando a Yuri un ululato invece di un nitrito.
Jago contemplò per un istante l’operato di Alena, probabilmente pensando a come li faceva la sua ragazza che lavorava con indosso solo costumi da bagno, poi tornò a interessarsi del discorso di Flavia. – Quello che voglio dire è che non esistono due NFT della stessa collezione con il medesimo numero. Ognuno è diverso, sia per aspetto, cioè per i suoi metadati, che per il numero identificativo.
La ragazza lo guardò confuso. – Sarà – concesse.
– Magari ti sei sbagliata con un’altra collezione.
– Può essere – ribatté lei, sollevando le spalle. – Ricordo solo che il disegno era una tipa incattivita con i capelli rossi e la tipica uniforme scolastica in qualche stile giapponese, con una spada e un coso… un gatto o un coniglio bianco in testa.
Questa volta ad apparire confuso fu il ragazzo. – Hai qualche capacità di preveggenza, Flavia? – domandò. Prese dalla tasca il suo IPhone, premette qualche volta il touchscreen e poi lo voltò verso a favore della ragazza, che aggrottò le sopracciglia.
– Porca troia, è quello sputato! – esclamò la rossa. – Potrei giurarlo.
Il ragazzo rimise via il cellulare. – Allora la tua amica l’ha venduto ad un prezzo ridicolo. Una follia, lasciamelo dire. Onestamente, sarebbe una di cui io non mi fiderei troppo.
Flavia non rispose, ma pensò che, per quanto Yuri non conoscesse Giada, il ragazzo non aveva un’opinione tanto differente dalla sua. Comunque, da come lei ne parlava, a Flavia sembrava impossibile che avesse buttato via il suo NFT per pochi spiccioli, o quanto valessero quattro decimi di… qualsiasi valuta si usasse per comprare e vendere quei cosi. Ricordava che la bionda tettona si atteggiava a esperta, nemmeno avesse scoperto un giacimento di petrolio o una vena di oro sotto casa sua.
– Forse non le piaceva più – disse Jago, la voce che tradiva il piacere che stava provando grazie ad Alena, la quale sembrava fosse intenta a voler dimostrare di riuscire di far durare quel pompino per delle ore senza far sborrare il suo amante. Flavia pensò che dovesse essere da pazzi concentrarsi su un discorso di finanza quando un pezzo di figa di bionda era intenta a succhiarlo con maestria.
– Che cazzata, – ribatté Yuri, scacciando quell’idea con un gesto della mano destra come se fosse un insetto molesto, – è da paperhand liquidare un NFT perché la grafica o i passatempi sul canale Discord non sono il massimo. Se il progetto è valido, aumenterà comunque di valore.
La rossa sollevò le sopracciglia. – Grafica? Cioè? E cosa intendi con “passatempi”?
Con ancora il piede destro sulla panca, ormai vestito elegante come sempre, l’esperto di economia decentralizzata si appoggiò con un gomito al ginocchio rialzato. – La gente poco esperta dà peso a due cose, che alla fine non hanno alcuna importanza: la bellezza di un NFT o quanto possa essere divertente possederne uno con i giochi a cui dà accesso, come poker online o videogiochi di gruppo. In realtà queste sono idiozie. La bellezza, molte volte, è solo una cortina fumogena, uno specchietto per le allodole: uno lo guarda, affascinato da un bel viso, da occhi da cerbiatto, da un lavoro di rifinitura impressionante, ma questo lo distoglie da ciò che si trova davvero in profondità, da problemi che vengono nascosti per ingannare. Allo stesso modo, il divertimento sfrenato che viene proposto come qualcosa di introvabile altrove, le notti passate a spassarsela in videogiochi o le inutili “serate cinema”, il senso di appagamento che lascia soddisfatti e inclini a perdonare la mancanza di profondità, è qualcosa che può fregare un novellino o qualcuno che, allo stesso modo, non ha compreso cosa vuole davvero.
Flavia cercò di restare concentrata sul discorso di Yuri, ma la sua amica che proseguiva imperterrita il suo sforzo di far impazzire Jago continuava a catturare la sua attenzione. Ora aveva cominciato a muovere su e giù la testa lungo l’asta ora in bocca, usando nel frattempo una mano per giocare con le palle del ragazzo. Per un istante, la ragazza ebbe la strana idea di chiedersi che cosa sarebbero stati quei due, se fossero stati degli NFT… Alena sarebbe stata quella bella e Jago quello simpatico, giudicò: due che facevano scena ma che non sarebbe valsa la pena frequentare e soprattutto porre in loro la propria fiducia.
Yuri si sporse in avanti, richiamando la ragazza alla realtà. – Ricorda, Flavia: quello che devi cercare è la sostanza, è quello che si chiama nel gergo “high utility”, ovvero investire soldi e tempo in un progetto che ti ripaga lentamente ma costantemente nel tempo. Può non essere bellissimo a vedersi, non essere esattamente lo spasso migliore al mondo, ma è qualcosa di cui puoi fidarti, che ha i tuoi stessi valori e interessi, e magari ne fa conoscere altri celati dentro te stessa e che nemmeno sospettavi esistessero. – Il ragazzo puntò un dito verso il seno della rossa, ma lei comprese che stava indicando qualcosa che si trovava ben oltre e meno fisico. – Cerca qualcosa che vorrai avere ancora tra dieci anni, quando sarai stanca di guardarlo e i giochi avranno finito per annoiarti, ma lui continuerà a farti felice e spingerti ad essere migliore.
La ragazza rimase in silenzio, con tutti quei concetti che le vorticavano nella mente. Sbatté gli occhi, come se non fosse confusione mentale ma appannamento della vista, ma la cosa non sortì alcun effetto apprezzabile.
Yuri sogghignò vedendola in quello stato. – Lo so, sono concetti che sembrano andare contro ogni proprio istinto, ma se ci pensi è semplicemente buon senso. Purtroppo, pensare è un’attività che molti sembrano considerare al pari del volare o del respirare sott’acqua.
Flavia annuì, cercando di non dare troppo a vedere il suo scarso convincimento.
– Come dice Antonella, – continuò lui, citando, come faceva a volte, la sua ragazza: – “meglio mettersi con uno con cui si riesce a parlare di qualcosa di interessante dopo che le lo sei scopato”.
Quella perla di saggezza, in realtà, risultò ben più illuminante per Flavia. – È una ragazza intelligente – ribatté, più per educazione che per altro. In realtà, si domandò se dopo che avevano fatto sesso nella villetta di Yuri, Antonella e lui parlassero mai di NFT e orge. Fortunatamente, in quel momento Jago cominciò a lanciare i grugniti tipici dei suoi orgasmi e distolse l’attenzione del genio della finanza dal suo volto, su cui aveva cominciato a emergere un sorriso al pensiero della modella che ascoltava il suo amante raccontare di quanto le piacesse sbattersi il culo di Flavia, lei che annuiva affascinata e rapita, chiedendogli di scendere maggiormente nei particolari.
Nel frattempo, Alena aveva estratto il cazzo di bocca e si stava facendo annaffiate il volto e i capelli da fiotti bianchi, dichiarando, con una voce sensuale e calda, che Yuri era un amante fantastico e che adorava farlo godere.
Flavia non andò a casa subito, come si era posta in programma di fare prima di trovare il cavetto e ricevere quella lezione di vita da Yuri. Appoggiata al muro del corridoio accanto alla porta dello spogliatoio, rimuginando sulle parole del ragazzo, aspettava che Alena si facesse una seconda doccia per pulirsi dalla scarica di sborra extra orgia. Aggrottò le sopracciglia, chiedendosi se l’amica e Natalia si vedessero mai con i ragazzi anche fuori dal capannone. Lei non l’aveva mai fatto: le venne quasi da pensare che nel suo caso era possibile modificare una famosa frase e sostenere che “non mischiava perversioni e vita privata”.
Credeva di essere una ragazza che adorava stare sotto il getto della doccia, ma quando la porta si aprì e ne uscì Alena, comprese che l’amica la batteva di diverse misure in questa passione.
– Gentile, Flavia, ad aspettarmi – disse Alena sorridendo quando la vide.
– Mi sembra brutto lasciarti qui da sola. A proposito, sabato cosa facciamo? – domandò la rossa, aggiungendo, quasi come gesto scaramantico perché non succedesse, il loro tipico, trito programma: – Commedia e poi piadina?
Sul viso della bionda apparve un’espressione di rincrescimento. Un po’ troppo, secondo una parte decisamente sospettosa della mente di Flavia, per essere genuino. – Oh, mi spiace, amica mia… Ma ho convinto – e mosse una mano a tubo davanti alla bocca un paio di volte per lasciar intuire quali argomenti avesse utilizzato, – Yuri a portarmi in vacanza questo fine settimana. C’è un albergo sulle Dolomiti che Gala… hai presente, la famosa influencer… ha visitato tempo fa e che ha detto essersi divertita davvero molto, e in cui volevo proprio andare con lui.
Flavia si rese conto che, al contrario della sua amica, l’espressione che era comparsa sul suo, di viso, era decisamente debole per essere scambiata come una vera manifestazione di rallegramento, ma decise che non vi avrebbe posto rimedio.
Continua…
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william.kasanova@hotmail.com
grazie amore
Non credo di aver avuto il paicere, ma grazie intanto della lettura.
Leggendo i tuoi racconti continua a venirmi in mente Potter Fesso dei Gem Boi
grammaticalmente pessimo........
Ciao Ruben, sei un mito! Hai un modo di scrivere che mi fa eccitare! La penso esattamente come te. Se…