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High Utility – Episodio 55 – Epilogo

High Utility

Epilogo

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Le punte degli abeti ondeggiavano dolcemente nella brezza tesa che, da quando l’aveva visitata la prima volta ormai due anni prima, a Luca sembrava dominasse costantemente la zona della Malga Ermete, tenendo costantemente sollevata una parte della manica a vento in cima del palo che appariva come un oggetto alieno in quell’ambiente alpino. Alessio, mentre controllava per l’ennesima volta lo zaino con il parapendio di sua moglie Flavia, continuava a lanciare occhiate all’anemoscopio bianco e rosso.

– Pensi che possa bastare? – domandò Luca, mentre apriva il contenitore in plastica con le bistecche comprate poco prima di partire da Caregan con la jeep per portare tutti e quattro fin lì.

L’amico distolse lo sguardo dalla manica a vento, alzandosi in piedi. Un accenno di sorriso sollevò gli angoli delle sue labbra. – Sì, nessun problema. È un buon posto per i lanci: non ho mai sentito nessuno lamentarsi.

Olivia, davanti al barbecue in metallo accanto alla panchina, finì di spalmare olio e aceto sulla griglia che avevano portato da casa per l’occasione. Indossava una maglia in pile a maniche lunghe che le copriva completamente il seno generoso, cosa che, Luca aveva notato, faceva sempre quando erano in presenza di Flavia, come se avesse l’intenzione di non rinfacciarle la differenza dei loro petti, quando, in realtà, se erano solo loro due, ormai non si faceva problemi a portare abiti che dessero giustizia al suo décolleté. Sotto aveva uno di quei pantaloni tecnici da escursionismo che rendeva giustizia al suo meraviglioso sedere. – Avete scelto un festeggiamento particolare per il vostro primo anniversario di matrimonio, – disse. – Non oso immaginare come festeggerete quello di stagno. – E aggiunse, scorgendo lo sguardo confuso degli altri tre: – Il decimo, intendo.

– Ho certe idee, ma preferisco non parlarne, – rispose Alessio. – Male che vada, potremmo fare un safari. Potrebbe venire anche tua madre, – aggiunse, rivolgendosi a Flavia.

La ragazza smise per un attimo di affettare una zucchina su un piatto di carta, sollevando lo sguardo verso il marito. – Di certo preferirebbe vedere i leoni o i ghepardi che la fissano leccandosi i baffi dai finestrini di una jeep che venire qui a guardarmi mentre mi lancio, – rispose.

– Un peccato che non sia voluta venire con noi: il posto sulla jeep c’era, – ribatté Luca, indicando la Wrangler color sabbia di seconda mano che aveva comprato per le frequenti occasioni in cui erano costretti a salire in quota per lavoro portandosi dietro chili di attrezzature elettroniche.

Olivia lo guardò di sottecchi. Sapeva che continuava ad esserci una certa attrazione del suo fidanzato verso la sua ex insegnante di sesso, così come lui era a conoscenza del fatto che anche lei aveva chiesto alla donna qualche consiglio su come comportarsi a letto con il suo vecchio alunno: la ragazza, dopo un primo periodo in cui il loro sesso era stato molto più tranquillo di quanto lo fosse stato tra Luca e Flavia, tutto incentrato sulla dolcezza e coccole, lei, probabilmente convinta di impedire al fidanzato di godere come piaceva a lui, gli aveva chiesto, sebbene con un po’ di timore, di possederla con forza. All’inizio, Luca aveva usato uno stile più leggero, ma man mano che continuavano, Olivia si scopriva sempre più entusiasta del piacere che gli dava essere sottomessa a letto, e ben presto si erano ritrovati con lei che chiedeva di essere legata o bendata, godendo sempre più. Con sollievo di Luca, lei non aveva mai nemmeno accennato a frustini o cera di candele da far gocciolare sul suo corpo.

Nel frattempo, era nata una grande amicizia tra la ragazza e Flavia, nonostante si trovassero praticamente agli antipodi per quanto riguardava le personalità, perlomeno all’inizio: spesso, quando si incontravano tutti e quattro, erano loro due a sostenere le conversazioni più interessanti, a organizzare i finesettimana e a decidere cosa fare la sera. Luca fu sollevato all’idea che, da quando Flavia si era fidanzata con Alessio, avesse interrotto completamente la sua frequentazione delle orge o, probabilmente, avrebbe convinto anche Olivia a parteciparvi. Comunque, per qualche motivo, forse perché la mora aveva confessato alla rossa il suo (infondato, per Luca) timore di non riuscire a soddisfare il suo ragazzo come lui sembrava fare con lei, Flavia aveva convinto Olivia a incontrarsi con Sam: nel giro di qualche settimana, la conoscenza del sesso della ragazza era passata da accettabile a profondamente avanzata, con la felicità di Luca che aveva riconosciuto comunque lo stile della sua ex insegnante. Fu una sorpresa piuttosto gradita per il ragazzo quando, un giorno, mentre facevano sesso, Olivia fosse salito sopra di lui, si fosse impalata sul suo cazzo, e dopo avergli messo le mani al collo e iniziato ad apostrofarlo, sebbene con una certa vergogna, “stronzo” e “pezzo di merda”, termini che non erano mai usciti dalle labbra di Olivia, avesse cominciato a cavalcarlo fino a portarlo al più soddisfacente orgasmo della sua vita.

Luca voleva credere che fosse stato il loro fidanzamento a rendere Olivia più spigliata e a liberarla dall’insicurezza che aveva caratterizzato i suoi primi diciotto anni di vita, ma era comunque convinto che la frequentazione di Sam avesse avuto il suo peso. Anzi, l’aveva così presa a cuore che sembrava essere diventata quasi una zia per Olivia, e spesso, quando tornava a Caregan da Padova, dove studiava, Olivia voleva sempre passare a trovarla, anche solo il tempo di un tè, e le portava una torta che preparava con le sue stesse mani.

Le bistecche sfrigolarono quando vennero adagiate sulla griglia calda, sollevando un vapore profumato che subito si diffuse nella radura. A giudicare dai commenti degli altri tre, Luca comprese di non essere l’unico ad apprezzarlo mentre voltava la carne per farla cuocere su entrambi i lati e aggiungeva accanto la verdura tagliata a fette.

– E voi due quando vi sposate? – domandò Flavia, appoggiando i piatti di carta sul tavolo in legno.

– Fosse per me mi sposerei anche subito, – rispose Luca, voltandosi verso gli altri tre, – ma abbiamo deciso che Olivia finisca prima l’università.

La fidanzata lo fissò con uno sguardo sornione. – Secondo me, vuole aspettare perché intanto si sbatte qualche troietta mentre io sono a farmi il culo sui libri.

– Ah, fidati: – ribatté Alessio, mettendosi seduto a tavola, ricompensando Flavia con un sorriso per il piatto di carta che gli mise davanti, – il nostro Luca pensa solo al lavoro e a rendere la nostra piccola società sempre più profittevole.

– Sì, – disse la rossa, – e se tu la smettessi di far precipitare i droni magari sarebbe meglio. Ancora un po’ e quello che ce li vende ci manda i cestini a Natale come migliori clienti.

– Oh, Flavia, quanto la metti giù dura. – la redarguì Luca sogghignando. – Il video dimostra senza ombra di dubbio che lo scoiattolo non l’abbiamo nemmeno sfiorato quando il drone è finito sull’albero.

– E nemmeno quella volta il cane. – continuò Alessio, sollevando una mano come a scacciare la preoccupazione della moglie. – O quella bambina.

– Quale “bambina”? – sbottò Flavia. In quanto segretaria della piccola azienda di fotografia e rilevamento aereo di Luca e Alessio, aveva il compito, oltre a quello di preoccuparsi della cancelleria e che strumenti di lavoro come i droni e i computer fossero sempre in buono stato e disponibili, di redigere e sottoscrivere contratti con i clienti, e trovarsi a rispondere di danni a cose, ma soprattutto a persone, era una cosa che terrorizzava la ragazza, anche perché avrebbero rovinato il nome e la serietà dell’azienda, una delle poche in zona specializzata in un campo simile.

– Oh, niente, niente… – la rassicurò il marito, – Le abbiamo detto che era una fatina che aveva avuto un infarto mentre era in volo quella cosa caduta vicina a lei.

Flavia lo fissò con gli occhi spalancati, incapace di dire qualsiasi cosa, e capì che la stava prendendo in giro solo quando Olivia scoppiò a ridere. Il viso della rossa passò dalla rabbia al trattenere anche lei una risata.

– Dai, adesso basta storie che è pronto il pranzo, – tagliò corto Luca, mettendo le bistecche fumanti su un piatto e ponendolo in mezzo al tavolo, quindi si sedettero tutti sulle due panchine in legno, iniziando a prendere e distribuire cibo e bevande, chiacchierando.

– Avete poi saputo più nulla di Giada? – domandò Flavia.

Alessio bevve un sorso di Coca Cola per inghiottire il boccone prima di rispondere. – Io, l’ultima volta che l’ho vista, è stato agli esami di maturità. Che non sono nemmeno sicuro abbia passato.

Luca annuì mentre cercava di concludere qualcosa con il coltello di plastica sulla bistecca. – Sì, l’ultima volta che ci siamo parlati è stato quando abbiamo litigato nel parco, – poi si voltò verso Olivia, sorridendole, – quando poi ci siamo conosciuti.

Il sorriso della ragazza fu meno casto. – Conosciuti ma non quanto avrei voluto io. Meno male che nel pomeriggio ci siamo conosciuti meglio, – aggiunse.

– Beh, ho saputo che si è trasferita a Milano e lavora sotto pseudonimo per una casa di produzione di… – Flavia abbassò la voce, facendole assumere un tono cospiratorio, sporgendosi sul tavolo come se non avesse voluto far sentire nulla a chi non fosse loro quattro, sebbene nella radura non fosse presente nessun altro, – …film pornografici.

Luca scosse la testa, ricordando quanto si era dimostrata sessualmente fredda con Alessio e lui, per poi finire, per qualche motivo, con il prendere il posto di Flavia nelle orge che si svolgevano in un capannone, da qualche parte nel comune di Caregan.

Questa volta Alessio parlò con la bocca piena. – Quale casa di produzione?

– Certo, te lo dico così vai a cercarlo su Internet e ti guardi i porno della tua ex.

Il ragazzo fece finta di avere un’illuminazione a quelle parole. – Oh, bella idea! Non ci avevo pensato.

La moglie gli mollò una gomitata nelle costole. I due, aveva ormai capito Luca, fingevano spesso di litigare, ma erano una coppia fantastica. Sperò che anche quella che lui aveva formato con Olivia potesse vivere in un simile stato di complicità e amore.

Verso l’una del pomeriggio, dopo aver riposto i piatti di carta in un sacco della spazzatura rinchiuso poi nel bagagliaio della jeep e pulita la griglia del barbecue, Flavia e Alessio si prepararono al lancio. Luca e Olivia si portarono in una posizione della radura già stabilita, poco distante da dove il ragazzo si poneva anni prima, durante i primi voli dell’amico, e montarono i rispettivi cavalletti; vi innestarono sopra le loro fotocamere professionali.

Olivia aveva preso qualche lezione a Padova, integrando quanto aveva imparato da Luca sulla fotografia paesaggistica, mentre, a sua volta, lei istruiva lui sulla macrofotografia negli anni precedenti, ma, nonostante ciò, mentre metteva a punto le impostazioni, continuava a chiedere al fidanzato consigli e ne forniva a lui. – Le nuvole sulla cima delle montagne sono sovraesposte, – sostenne, infastidita, dopo un paio di scatti di prova.

– Sì, ho notato… – rispose Luca, osservando a sua volta lo schermo del tablet che, attraverso il bluetooth, comunicava con la fotocamera. – Ho abbassato il valore di esposizione a meno punto sei. Compenserò in postproduzione.

La ragazza fece lo stesso, quindi controllò lo scatto sullo schermo della fotocamera. Soddisfatta, diede una pacca sul sedere di Luca. – Ottimo, amore. Pensavo di fare una foto con una profondità di campo ridotta, appena oltre il punto di lancio… diciamo, un f/5,6.

Luca annuì. – Allora io metto a f/22 e un’ISO elevato, – rispose, sfruttando le caratteristiche avanzate della fotocamera che usava anche per il lavoro.

– Dovreste usare anche un drone, la prossima volta, – propose la ragazza.

– Ha avuto la stessa idea anche Alessio, – rispose Luca, senza togliere lo sguardo dal monitor del tablet. – Voleva pilotarlo lui mentre era in volo, ma dopo la storia della bambina gliel’ho sconsigliato vivamente.

Olivia lo guardò perplessa. – Ma allora non era una battuta.

Luca la guardò di sbieco. – Non dire nulla a Flavia…

Alessio, sulla sommità della radura, lanciò una voce che li richiamò. Flavia, con indosso lo zaino e la vela del parapendio spiegata alle sue spalle, era davanti a lui. – Noi siamo quasi pronti!

– Va bene! – rispose Luca, sollevando un pugno con il pollice alzato.

Olivia innestò sulla sua fotocamera il cavetto per lo scatto remoto mentre Luca impostava il telecomando. Osservarono l’amica iniziare a correre lungo il pendio, la vela multicolorata gonfiarsi e sollevarsi e, pochi metri prima di raggiungere il precipizio, staccare Flavia dal maggengo, strappandole un grido di gioia. I due fecero lavorare le fotocamere, immortalando quel momento, mentre il giubilo lanciato dalla rossa veniva rapito dal vento. Un attimo dopo, anche Alessio fu in volo, e anche la sua immagine salvata sulle unità di memoria.

Luca lo fissò rimpicciolirsi appeso ad un pezzo di tela blu e verde, sballottolato dalle correnti d’aria di alta quota. Non riusciva a contare quante volta aveva assistito a quel momento e, per quanto non vivesse le stesse emozioni del primo lancio, sentì ugualmente le gambe diventare un filo molli. – Non lo farei per tutto l’oro del mondo.

Olivia, che in un’occasione precedente, alla domanda di Flavia perché non ci provasse, aveva risposto che nel fine settimana passava al massimo quattro ore indossando le mutandine in compagnia del suo ragazzo e durante quel periodo non voleva sporcarle facendosela addosso, si voltò verso Luca, quel suo tipico sorriso che campeggiava sulle labbra. Appoggiò una mano sul cavallo di lui. – Io avrei un’idea migliore per usare delle corde, – disse, facendogli l’occhiolino, – altroché legarle ad un lenzuolo, meglio ad un letto.

Il pensiero di cosa stava proponendo la ragazza cancellò l’ombra di disagio che Luca stava vivendo. Rispose solo con un sorriso, iniziando a smontare la fotocamera e il treppiedi velocemente ma con cura, considerando anche quanto costavano e che erano quelli del lavoro.

– Hanno una macchina, al laghetto? – domandò Olivia, mentre riponeva l’obiettivo nello zaino.

– Sì, Flavia ha lasciato la sua questa mattina, – rispose Luca ritirando le gambe del treppiede.

– Allora abbiamo tempo fino a cena per divertirci come piace a noi, – ribatté lei, usando la stessa voce che preannunciava il suo desiderio di fare sesso grezzo. Molto grezzo. – giusto, amore? – Si avvicinò a Luca, pose le mani sulle sue spalle e lo baciò sulle labbra. – Hai visto quel video sui nodi di cui ti ho mandato il collegamento?

Lui annuì. – Non sono sicuro di averlo capito benissimo, ma suppongo che potrò fare parecchia esperienza, questo pomeriggio, – disse, non aggiungendo che sperava anche di riuscire a scioglierli in tempo per la cena che avevano quella sera con i due parapendisti. Male che fosse andata, avrebbe tagliato anche quella corda: ormai, aveva scoperto di essere più capace con il coltello che coi nodi. Ammise che non avrebbe avuto un futuro come marinaio.

Olivia prese il suo zaino con la fotocamera e, tenendolo in mano, si avviò verso la jeep, risalendo lungo il pendio. Luca rimase qualche metro indietro per ammirare meglio le natiche che si muovevano nei pantaloni aderenti. – Hai messo in carica il vibratore? Mentre mi scopi, lo voglio nel culo, – disse lei con un tono sognante ed un sospiro che somigliava ad un gemito di piacere.

Giunta al mezzo, appoggiò lo zaino a terra, voltò la testa verso Luca e infilando un dito sotto l’elastico dei calzoni, lo abbassò quanto bastava per mostrare che sotto non portava l’intimo. – Ma prima, voglio qualcos’altro, tra le mie chiappe.

Il ragazzo si lasciò sfuggire dal naso un sospiro di soddisfatta eccitazione. Mise a terra anche lui la sua sacca, appoggiò una mano sulla nuca della fidanzata e la spinse contro la fiancata della Wrangler, bloccandole la testa contro un finestrino, mentre con un piede le apriva le gambe. Lei non riusciva a nascondere l’eccitazione che faceva brillare i suoi occhi e respirare a brevi tratti, annebbiando il cristallo accanto alle sue labbra. Lui infilò una mano sotto i pantaloni della ragazza, abbassandoli con poca grazia.

– Fottimi, Luca! – lo implorò lei quasi ne andasse della sua vita. La sua vagina stava colando contro il metallo dell’auto.

Il ragazzo avvicinò il volto accanto all’orecchio di Olivia mentre lavorava con ancora più irruenza ai suoi jeans e, senza nemmeno abbassarli, tirava fuori il cazzo già pronto al suo dovere. – Prima che ci “conoscessimo” eri una brava ragazza… – le sussurrò, quasi ringhiò, provocandola.

– Non puoi immaginare quanto sia doloroso essere una sfigata con il cuore di una puttana, – confessò lei con una cantilena che la faceva sembrare sotto l’effetto di una droga. Allungò una mano dietro il corpo del ragazzo all’altezza dei lombi, invitandolo a proseguire.

Lui non si fece pregare e, con grande soddisfazione, entrò fino in fondo nel suo retto. L’espressione di piacere che si disegnò sul volto di Olivia, il fiato che si mozzò, il gemito che si sollevò dalla sua gola, però, dimostrarono che non era lui quello che si stava godendo maggiormente quella loro unione.

– Sono la tua troia, Luca! – gemette lei.

Lui la baciò sui capelli castani, contemplando il volto giovane e dolce, con quella spolverata di efelidi che sembravano una piccola galassia e che possedevano la peculiarità di apparire più luminose mentre lei era eccitata. Sentì il suo cuore stringersi in un moto di profonda felicità. – No: sei la mia vita, Olivia… – rispose lui, ma sottovoce, con gli occhi che gli bruciavano e la gola che si chiudeva in un dolce malessere.

FINE

Per contattarmi, critiche, lasciarmi un saluto o richiedere il racconto in PDF, scrivete a <a style=”background-color: #e8e470″ href=”mailto:william.kasanova@hotmail.com?subject=HUEp”william.kasanova@hotmail.com> o raggiungetemi su Telegram

4 Comments

  • Rebis Rebis ha detto:

    Ottimo epilogo. Mi piace molto come Olivia sia passata dal non apparire quasi mai al divenire protagonista.
    È una rivalsa. Gli ultimi saranno i primi…
    È stata una narrazione bellissima, non solo eccitante ma anche squisitamente umana e ben strutturata. Attendo la prossima!

  • La serie che ho apprezzato finora più di tutte, dove i personaggi sono parsi più “vicini” al lettore a mio avviso

    Peccato sia finita, mi sarebbe piaciuto leggere uno o due capitoli su Luca ed Olivia, che rimane un personaggio che entra in scena all’ultimo e la sensazione è come rimasse l’unico personaggio principale “sconosciuto”

    Adesso aspetto con impazienza la prossima serie

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