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Racconti Erotici Etero

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By 7 Marzo 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

“Che cosa ti prende?” – mi voltai a guardarla,incuriosito

“Niente” – rispose in fretta

“Sei diversa da poco fa” – continuai io

“No amore davvero”

Mi guardava negli occhi senza nessun esitazione, fiera come al solito
Questa era una delle tante cose che amavo di lei
Non abbassava mai lo sguardo per prima
Ogni tanto la provocavo, cercavo a tutti i costi di farla cedere ma lei resisteva finchè alla fine, non li abbassavo io
Allora ridevamo entrambi e il gioco finiva li
Ora però stava mentendo, lo sapevo
Mi era parso quasi di sentirlo il brivido che le aveva percorso la schiena
Ma insistere sarebbe stato come scontrarsi contro un muro in picchiata… un suicidio
Non ci provai neanche, non avevo voglia di litigare

“Ok allora andiamo”

Lei annui soltanto mentre io ripresi a guardare la strada, guidando tranquillo
Ogni tanto la spiavo dallo specchietto: guardava fuori, assorta
Era troppo distante anche per accorgersi che la stavo spiando e questo la diceva lunga
Queste situazioni si presentavano con una cadenza regolare ormai
All’inizio non dicevo niente, pensavo che avesse qualche problema al lavoro o qualcosa di simile quindi sopportavo
Ma col tempo, quando vidi che anzichè diminuire,aumentavano, cominciai a preoccuparmi
Arrivai a pensare di tutto: che non mi amasse più,che si fosse stufata di me, che avesse un altro,che mi avesse tradito
Ma non c’era nessun segnale che me lo confermasse,anzi
Tolti questi momenti, eravamo più uniti che mai
Nei suoi sguardi c’era l’ amore di sempre però c’erano anche volte in cui mi guardava e sembrava cercasse di ancorarsi a me
Questo mi faceva sentire importante e ne ero orgoglioso ma non mi piaceva il perchè lo stesse facendo; qualcosa dentro di lei si stava sgretolando ed io avevo paura degli effetti che avrebbe avuto su di noi,qualunque cosa fosse

Abbassai un pò il volume della radio e poi appoggiai la mano sul suo ginocchio
Lei mi guardò alcuni minuti poi mi sorrise,rilassata

“Sei bellissima”

Si avvicinò per darmi un bacio poi si rimise comoda e dormì per il resto del viaggio
Arrivammo a notte inoltrata
La temperatura si era alzata di parecchi gradi
Io ero abbastanza coperto, lei indossava soltanto un vestito leggero
Però il cielo era magnifico
Scesi dalla macchina per aprire il vecchio cancello in ferro e parcheggiai all’interno, a pochi metri dalla porta pensando di farle prendere meno freddo
Lei aprì gli occhi mentre scaricavo i bagagli

“Siamo arrivati”

Aveva ancora il tono impastato dal sonno ma non si capiva se la sua fosse una domanda o un’affermazione
Decisi di prenderla un pò in giro

“No amore stai sognando e io sono soltanto un riflesso
In realtà dobbiamo ancora partire ma desideri così tanto stare con me che…” – cominciai a sorridere mentre il suo sguardo passava dall’attento al curioso e poi al divertito.
Il suo volto si allargò in un sorriso

“Ah si? – era di nuovo gioia – Se è un sogno posso scendere dalla macchina,togliermi il vestito e tuffarmi in piscina senza sentire freddo” – mi guardava,sfidandomi

“Prova,in fondo il sogno è tuo -lasciai borse e borsoni e mi avvicinai a lei- ma se poi il tuo sogno non funziona e congeli,sono fatti tuoi”

“Potresti tuffarti con me” – il suo sguardo stava cambiando mentre le mie braccia le circondavano la vita

“Si, potrei” – le parlavo a pochi centimetri dalla labbra

“Vuoi?” – la sua voce era un sussurro

La presi in braccio senza lasciarle il tempo di ripensarci e mi tuffai nell’acqua, tenendola stretta
Lei non lasciò mai la presa

“Allora? – incalzai divertito- il tuo sogno prevedeva soltanto un bagno?”

Lei rise divertita e sgusciò via
Si tuffò sott’acqua e passandomi sotto, riemerse alle mie spalle, abbracciandosi a me
Sentivo il suo respiro sul collo, il suo seno premere sulla mia schiena e le sue gambe attorcigliarsi intorno
Lasciai scivolare le braccia all’indietro per farle scorrere sui suoi fianchi e stringerla di più

“Mi piacciono questi tuoi sogni,lo sai?”

“A me piaci tu”

La semplicità con cui se ne usciva a volte, era disarmante
Cominciai a baciarla mentre lei mi scivolava accanto per poi tornare di fronte a me
La spogliai mentre lei spogliò me
Le sue dita si strinsero attorno al mio sesso mentre con la lingua, giocava sul mio collo
Io baciavo ogni centimetro di lei che riuscivo a raggiungere
Il calore della sua pelle a contrasto con quello dell’acqua mi dava delle sensazioni fortissime ma quella settimana ci eravamo visti poco o niente e la mia voglia era alle stelle, non volevo più aspettare
Le accarezzai la schiena ormai nuda e lasciai scivolare le mani sul suo sedere per spingerla verso me
La mia erezione faceva quasi male

“Adesso ti voglio però”

Mi guardò un’istante, si strusciò un pò poi sentì la sua mano scendere e sovrapporsi tra il suo sesso e il mio

“Adesso?”

Il suo tono aveva una punta di malizia ma era dolce; il mio solo un sussurro

“Si”

Tolse la mano e mi lasciò scivolare dentro di lei senza mai smettere di guardarmi

Era dolce
Era intensa
Ma era anche infastidita
Qualcosa la stava disturbando
Io?
No,era stata lei a cercare un contatto con me

La strinsi senza smettere di muovermi e di baciarla
Mi spingevo fino in fondo e poi ruotavo il bacino per stuzzicare meglio le sue pareti
Alternavo colpi lenti e profondi a movimenti veloci
Lei era partecipe ma non riuscivo a sentirla completamente mia
La presi dalla vita e l’avvicinai di più a me, facendola distendere
Ero fermo,piantato tra le sue gambe mentre lei era sdraiata sul filo dell’acqua con quel cielo magnifico davanti agli occhi
In quella posizione dipendeva soltanto da me
La penetrai cosi e cominciai a sussurrarle tutto quello che mi ispirava in quel momento, sapendo che le sue sensazioni, sarebbero state amplificate
Lei finalmente si lasciò andare
La sentì diventare morbida e spingersi a sua volta contro di me, cercarmi

“Si amore, così” – sussurravo- “sentimi così”

Lei chiuse gli occhi e mi strinse le mani

Aumentai un pò la velocità e sentì il suo orgasmo avere la meglio
Rimasi immobile dentro di lei per lasciarglielo gustare e poco dopo venni anche io
Lei riaprì gli occhi, spalancandoli nei miei
Vedevo di nuovo quel bisogno di ancorarsi a me

“Bentornata” – le sorrisi incerto

Lei però ricambiò il sorriso,stringendosi di più

Restammo a cullarci così finchè la notte non abbandonò la collina, lasciando spazio al giorno
Quando uscimmo dall’acqua ci asciugammo alla veloce con delle asciugamani che avevo in macchina, poi lei entrò in casa mentre io mi rimasi a occuparmi dei bagagli rimasti
Quando entrai, la trovai già sotto le coperte
Mi stesi accanto e lei si girò per rannicchiarsi contro di me
Ripresi a cullarla come nell’acqua finchè non il suo respiro non si addormentò
Un altro giorno era passato

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