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Racconti Erotici Etero

Honda CB 400 F (super sport)

By 9 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

(A chi sempre riesce a trasmettere ‘ col pensiero, le azioni, le parole – ‘sensualità e passione’)

La donna scostò lentissimamente le lenzuola e rimase in attesa nel silenzio della notte. Qualche istante: niente. Suo marito, sdraiato alla sua destra, dormiva profondamente ed il loro ospite si era appena ritirato nella sua stanza.

Scese dal letto, calzò le sue pantofole azzurre e, prestando attenzione a non far rumore, si vestì di tutto punto e si avviò emozionata verso la sua meta.

Attiguo alla villetta, il garage spiccava nel buio con le sue pareti pallide come la luna. La saracinesca d’ingresso era chiusa, come si aspettava, ma dalle finestre laterali si poteva osservare perfettamente l’interno del locale.

La donna si avvicinò furtiva alla prima di quelle finestre e schiacciò il suo viso sopra il vetro per annullare i riflessi che, altrimenti, le avrebbero impedito la visuale. Sapeva cosa avrebbe visto, non si aspettava sorprese. Un enorme sorriso illuminò il suo volto in quell’istante’

Con estrema cautela, tirò verso di sé la saracinesca fino ad ottenere lo spazio necessario per poter entrare. Si chinò silenziosa come un gatto, penetrò all’interno del garage e, tirando ancora una volta verso di sé la saracinesca, lasciò che il resto del mondo sparisse alle sue spalle.

L’odore pungente ed inebriante della benzina investì immediatamente i suoi sensi – forte come quello dei feromoni, eccitante come quello del sesso. Un brivido attraversò veloce la sua schiena e raggiunse come una lama affilata la parte più profonda del suo ventre.

Nella semioscurità del locale, la prima sensazione provata fu esattamente quella che aveva immaginato: di trovarsi ad un passo da una splendida bestia dormiente e dalle carni calde e desiderabili. Una bestia, però, fatta d’acciaio, di resina e di pelle’

Aveva ammirato la bellezza un po’ retrò di quel motore proprio quella mattina, quando il giovane che lo guidava – un ex campione di nuoto allievo del marito – era rimasto in panne nei pressi della loro villetta ed aveva chiesto garbatamente di poter posteggiare il motore in attesa di un meccanico. Un bel giovane – alto, biondo, occhi tra il verde e l’azzurro, portamento e abbigliamento di gran classe ‘ dall’aspetto rassicurante.

‘Ma figurati, non c’è problema’ ‘ era stata la risposta del marito. ‘La città è distante qualche decina di chilometri e di domenica un meccanico non lo si troverebbe neppure pagandolo a peso d’oro. Puoi ritenerti nostro ospite fino a domani, vedrai che sarà una buona occasione per ricordare i tempi passati’.

E così, quella che sarebbe stata, altrimenti, una banale domenica d’inizio autunno, si era all’improvviso trasformata per lei in una giornata diversa. Diversa perché quel giovane, dai modi così garbati e dallo sguardo così profondo e penetrante, giunto dal nulla a bordo di quel suo motore grande e potente, aveva d’un tratto risvegliato in lei sensazioni ormai dimenticate da tempo.

Nel pomeriggio, il giovane aveva accettato di buon grado l’invito del suo ex-allenatore a fare un bagno in piscina.

‘Per il costume risolviamo subito il problema’ ‘ gli aveva detto gentilmente il padrone di casa ‘ ‘noi ne teniamo sempre di nuovi a disposizione di quegli ospiti che ne fossero sprovvisti’, e subito lo aveva accompagnato a sceglierne uno.

Osservando il fisico notevole di quel giovane, modellato esclusivamente dai tanti anni dedicati all’amore per il nuoto e tutt’altro che gonfiato dalle solite sostanze dopanti, la donna si era sentita pervadere da due sentimenti contrastanti. Da una parte, infatti, i suoi sensi reclamavano a gran voce quel giovane corpo, quegli occhi, quella carne; dall’altra, l’idea di poter tradire il marito, anche solo col pensiero, le provocava dei terribili sensi di colpa.

Eppure, quel pomeriggio lei aveva letteralmente passato ai ‘raggi X’ con lo guardo il corpo del bel giovane.

Aveva osservato a fondo i suoi piedi – perfetti e dalle dita armoniose – le caviglie divinamente tornite, le gambe snelle e ben modellate, il torace ampio ma non esagerato, la linea sottile che si estendeva dal plesso solare fin verso l’ombellico, i suoi glutei sodissimi e tuttavia molto ‘maschi’, le sue grandi mani e le sue spalle incredibilmente diritte. Aveva immaginato, infine, il suo sesso – biondiccio come la sua carnagione e di sicuro altrettanto bello e desiderabile.

Nient’altro che pensieri, naturalmente, che l’avevano pure fatta arrossire. Si sentiva quasi ridicola. Una follia: lei, ormai quarantenne, trovarsi a fantasticare sopra un giovane mai visto prima e che poteva avere, al massimo, non più di trent’anni!

Ad un certo momento, con una scusa si era appartata in camera da letto per guardarsi allo specchio, e come tante altre volte si era scoperta ancora bella ed attraente. Ma’ sarebbe mai stata capace di tradire suo marito? Quello di sicuro non l’avrebbe mai fatto, anche se l’assenza di passione nel loro rapporto – forse dovuta pure ai tredici anni d’età che il marito aveva in più di lei – poteva ben essere invocata quale più che valida giustificazione.

Poi, però, casualmente il suo sguardo era caduto sul motore di lui, non ancora riposto all’interno del garage, ed allora nella sua mente aveva preso corpo un’idea eccellente per salvare, per così dire, ‘capra e cavoli”

Adesso la donna era all’interno del garage, complice la notte…

Lasciandosi guidare dalla poca luce che filtrava attraverso le finestre, si avvicinò alla moto quasi con timore e subito sentì emanare da quella un intenso calore. Non si stupì: fino a poco prima, infatti, il giovane aveva tenuto acceso il motore nella speranza di riparare il guasto, ma di sicuro non doveva essere riuscito a rimettere a posto il sofisticato meccanismo della frizione, sicché, da alcuni minuti, si era ritirato in quella camera degli ospiti a lui destinata dai due coniugi. Senza dubbio, in quel momento lui stava già dormendo profondamente’

Per puro caso, la donna indirizzò lo sguardo sopra la tanica azzurro metallizzato da 11 litri e lesse una sigla: ”Honda CB400F’ super sport”. Si morse subito le labbra e fu colta da un fremito inatteso.

Quella sigla accese in un attimo nella sua mente sensazioni di pura potenza, soprattutto la nota conclusiva, quel ‘super sport’ che pareva lì scritto per sottolineare le indubbie qualità fisiche del suo proprietario: quel giovane biondo, solido, aitante.

La donna fece scivolare istintivamente le sue mani lungo il bordo della tanica, sentì netto sul palmo il rilievo della scritta, sfiorò ciascuna lettera quasi fosse stata carne viva. Poi avvicinò il suo corpo alla moto e ne osservò attentamente la sella. Pelle nera, ancora lucida, ma comunque non più nuovissima poiché usurata dal contatto continuo col corpo di lui.

La donna immaginò subito le splendide gambe del giovane mentre inforcava quel motore, le sue cosce fasciate dai jeans aderenti premere con forza contro quella sella di pelle nera, i suoi glutei perfetti occuparne la superficie. Immaginò lui inclinato sul motore reggerne tra le mani il manubrio, vide il suo torace nobilmente proteso in avanti ed il suo ventre ritirato all’indietro. Chiese infine a sé stessa in quale punto si sarebbe trovato ‘il suo sesso in quella posizione!

‘Si troverebbe all’incirca nel punto di incontro tra la sella e la tanica’ ‘ fu la risposta che le venne da dentro, ed allora spostò le sue mani esattamente sopra quel punto. Lo strinse, lo strofinò quasi si trattasse di una lampada magica capace di esaudire ogni suo desiderio, fino a che non sentì le ginocchia non riuscire più a reggerla e si ritrovò col viso proprio sopra quel punto.

Il suo primo pensiero, quasi un riflesso incondizionato, fu di annusare. Annusare quell’unione di pelle ed acciaio ove, nel tempo, si era conservato sicuramente l’odore dell’intimità di lui. Poi aprì la sua bocca e serrò i denti sopra l’estremità della sella. Un primo morso, poi un secondo, un terzo e via di seguito muovendosi con lentezza longitudinalmente. Abbracciò il motore e, adagiandovi sopra il suo corpo, continuò a muoversi strofinando questa volta per intero il suo viso sopra il sedile.

Quasi contemporaneamente, con un braccio strinse a sé la moto, mentre con la mano dell’altro raggiunse le sue ginocchia. Avvertì il contatto con le calze bianche trapuntate indossate alla svelta nella notte, riconobbe al tatto l’orlo della minuscola gonna e vi affondò le unghia mentre la tirava verso l’alto. Si maledisse per aver indossato quegli slip di pizzo bianchi, che le impedivano ora di trovarsi immediatamente a diretto contatto con ogni parte di quel motore’

Non sapeva bene cosa avesse intenzione di fare, verso dove la stessero conducendo languidamente i suoi sensi. Ma di una cosa era certa: quella bestia di acciaio, di resina e di pelle, in quel momento era ‘lui’. Allora non le restava che montarlo e muoversi e possederlo fino allo sfinimento.

In un attimo, la donna si liberò degli slip, sollevò quanto bastava la sua gonna e, afferrato saldamente il manubrio, inforcò la moto. Fu proprio in quell’istante che qualcuno aprì la saracinesca, la richiuse con calma e comparve inatteso alle sue spalle.

Lo stupore disorientò entrambi nello stesso momento: lei, che riconobbe riflesso sul piccolo specchietto laterale l’immagine di lui perfetta; e lui, che non si aspettava di trovarla in sella alla propria moto a quell’ora della notte. Il giovane parlò per primo.

”Oh, scusami, forse ti ho spaventata’ non potevo immaginare di trovarti qui a quest’ora. Stavo per mettermi a letto quando mi sono accorto d’aver dimenticato qui sotto il mio cellulare. Vuoi che accenda la luce?’

‘Luce?’, pensò in un attimo tra sé la donna. Meglio di no, lui avrebbe colto senza dubbio il rossore del suo volto e, forse, avrebbe pure notato le sue mutandine ancora in terra in un angolo.

‘Ehm’ no, meglio di no. C’è già questo chiarore di luna’, e nel frattempo pensava tra sé: ‘Sono stata proprio una stupida”

‘D’accordo, in effetti c’è proprio una splendida luna questa notte’ Scusami ancora se ti ho spaventata”

Ripresasi dal primissimo momento di panico, la donna ritornò subito in sé e capì che poteva ancora uscire dignitosamente da quella situazione a dir poco ‘imbarazzante’. Tutto sommato, lui non poteva sapere che lei si era disfatta delle mutandine ed in quel momento aveva la fica a diretto contatto con la sella del suo motore!

‘No, no, non preoccuparti. Sono io piuttosto a dover spiegare a te cosa ci faccio qui sopra nel cuore della notte’, e stava per scendere giù dalla moto, quando il giovane le si avvicinò sorridendo.

‘Rimani, ti prego, rimani sulla moto. Non devi spiegarmi nulla. Immagino che tu ti trovi qui perché ti piacciono i motori, giusto?’

‘Io??? Ehh’ sì! In effetti è proprio per quello! Non riuscivo a prender sonno, sono uscita in giardino per rilassarmi ma’ quando ho visto la moto attraverso i vetri del garage, non ho potuto fare a meno di venire qui dentro!’

Il giovane l’aveva osservata negli occhi mentre lei si sforzava di mettere assieme una scusa che risultasse credibile. Poi la prese gentilmente per le mani e ricominciò a parlare.

‘Eh sì! Questa è proprio una gran bella moto! Pensa che l’ho comprata d’occasione e l’ho rimessa in sesto con le mie mani’ Honda CB400F ‘super sport’, il sogno di tanti giovani negli anni settanta, a mio modesto avviso il modello più riuscito della prestigiosa casa giapponese’.

La donna rimase in silenzio a cavallo del motore, mentre lui le teneva teneramente le mani e le trasmetteva una forza ed un calore fortissimi. Attraverso le finestre, frattanto, le luci della strada e quella della luna si mescolavano assieme trasmettendo al locale un chiarore quasi surreale.

‘Vedi’ tutto inizia quando tu ci sali sopra e giri questa chiave qui”

Il giovane spostò le mani della donna sulle chiavi inserite nel quadro di accensione, le girò di centottanta gradi e subito il motore, ben saldo sul cavalletto, prese a ruggire nella notte.

‘Adesso è messo in folle, puoi ruotare lentamente l’acceleratore e sentire la potenza del motore crescere sotto di te e attorno a te’.

La donna si lasciò guidare dalle mani del giovane, girò per un istante l’estremità del manubrio e subito sentì quella macchina sotto di lei liberare superba la propria potenza.

‘Ok, adesso allentiamo, altrimenti rischiamo di svegliare il mio vecchio allenatore!’ ‘ e così dicendo il giovane le strizzò simpaticamente l’occhio.

La donna asserì con un lieve sorriso sulle labbra, poi lasciò che lui le guidasse le mani sopra la tanica.

‘Questa è la tanica. Scendere verso il basso è come dirigersi verso l’intimità più profonda della moto’ Smonta un istante e accovacciati qui sotto, così potrai vedere meglio’.

La donna scese dal motore facendo attenzione a non far sollevare la gonna, quindi si accovacciò vicino al giovane per osservare meglio ogni minima parte del motore. Lui le prese daccapo le mani e le condusse in quel groviglio di perfezione meccanica al di sotto della sella.

‘Ecco qui: copritestata, testata, 4 cilindri in linea, 4 carburatori’ E all’interno dei 4 cilindri ‘altrettanti pistoni che si muovono su e giù animati da una potenza perfetta!’

Con fermezza, il giovane teneva tra le sue mani quelle della donna, le parlava con dolcezza e contemporaneamente la guidava alla scoperta delle parti che di volta in volta descriveva. Dentro al garage, solo il rumore bassissimo della moto accesa e al minimo dei giri accompagnava la voce calda e suadente di lui.

Ascoltando le parole del giovane, la donna aveva sentito pian piano seccarsi la sua gola ed inumidirsi la sua fica, segno questo che un’eccitazione molto profonda cominciava ad impossessarsi di lei.

‘Figlio di pu’, questo mi sta facendo scopare dal suo motore senza che neppure me ne accorga!’ – fu l’ultima cosa che riuscì razionalmente a pensare prima di lasciarsi guidare senza alcuna remora in quella eccitante ‘esplorazione’.

Le parole di lui la distolsero da tali pensieri.

‘Questo qui, in basso sulla destra, è il piattello centralina, una sorta di ipofisi del motore, e quest’altro il vano frizione con i suoi sette dischi’ è lì che deve essersi guastato qualcosa. Si sente un certo calore, vero?’

In effetti, le mani del giovane avevano condotto pian piano quelle della donna quasi nel cuore del motore, che, sebbene al minimo dei giri, era già sufficientemente caldo.

‘Vedi queste qui sotto? simili a delle trombe? Avvicina pure le mani’ Sono le marmitte’, ‘4 in uno’ si dicono, poiché confluiscono in un unico finale sulla destra, questo qui cromato e caldissimo’ no, non toccarlo! Potresti bruciarti’. Con uno scatto felino, il giovane bloccò la mano della donna prima che il contatto con la superficie cromata del finale di scarico potesse scottarla.

La donna si arrestò di colpo ed ebbe un lieve sussulto. All’improvviso, si sentiva come tornata indietro nel tempo: una ragazzina inesperta felice di lasciarsi guidare dal suo principe azzurro alla scoperta del ”peccato’! Le procuravano una strana sensazione le parole di lui, la eccitava quel suo modo di toccarla, di infonderle sicurezza mentre la portava a muoversi proprio ‘sull’orlo del baratro’.

Lui la guardava, le parlava, conduceva le sue mani tra le ‘fauci’ possenti di quella bestia di acciaio eppure lei, inconsciamente, sapeva di potersi fidare. Prima il giovane aveva fatto in modo che lei avvicinasse pericolosamente le sue mani nei punti più pericolosi della moto, ma proprio quando lei avrebbe potuto farsi male davvero, ad esempio bruciandosi, lui era intervenuto a ‘salvarla’ in extremis trasmettendole irresistibile la sua passione e la sua forza.

Ci fu un attimo di silenzio. La donna sentì il bisogno di accostare al viso la mano salvatrice del giovane e di baciarla, quasi in segno di ringraziamento. Cosa le stava accadendo? Perché quel giovane le procurava quelle sensazioni mai provate prima?

Lui allargò il palmo della sua mano e lo adagiò sulla guancia di lei. Col pollice seguì lentamente il contorno delle sue labbra e le sorrise rassicurandola. Lei chiuse un attimo gli occhi e non riuscì a fare a meno di schiudere le sue labbra carnose. Fu un piccolo, impercettibile movimento quello che portò la sua lingua a sporgere tra le labbra per sfiorare, ruvido e caldo, il contorno del pollice di lui. Per un attimo, riuscì a percepirne l’odore profondamente maschio, l’aroma aspro ed inebriante. Così, mentre sentiva perfettamente la propria intimità ‘dilatarsi’, pensò di somigliare ad un serpente in grado di annusare l’aria con i piccoli guizzi della sua lingua.

Tutto era accaduto in un attimo: lui che prima l’aveva guidata, che ad un certo punto l’aveva fermata e che adesso aveva sfiorato il suo volto con l’abile tocco della sua mano. Poi, mentre lei assaporava ancora nel palato il sapore maschio e salato del pollice di lui, il giovane si sollevò in piedi e riprese a parlarle.

”Ma è il motore il vero capolavoro di questo modello. Forza, rimettiti in sella’.

La donna obbedì senza neppure chiedersi il perché. Tenne stretta a sé la piccola gonna ed inforcò nuovamente la moto. Nello stesso momento, il giovane fece una breve pausa ad effetto e, senza che la donna se lo aspettasse, salì pure lui dietro di lei e le accarezzò le gambe attraverso le calze bianche trapuntate. Poi le indirizzò le mani sopra il manubrio.

La donna rimase immobile a quel gesto improvviso del giovane. Sentì d’un tratto il torace di lui premerle contro le spalle, il suo fiato caldo e sensuale solleticargli irresistibilmente il collo.

Sapeva di non poter resistere a lungo, sentiva ormai la sua fica sciogliersi sopra la sella, ed allora immaginò terrorizzata le tracce che i suoi umori avrebbero di sicuro lasciato lì sopra e che, senza dubbio, sarebbero state scoperte semmai lui l’avesse invitata a scendere ancora una volta! Ma lui non la invitò più scendere. Le sue parole, a quel punto, cominciarono soltanto a farla ‘salire’.

‘Un motore davvero eccezionale’ Comincia a ruggire lentamente, mentre parte e ti trasporta nel vento. Poi lo senti crescere di potenza, prepotentemente, quasi vivesse di vita propria. Sempre più presente, sempre più padrone dei tuoi movimenti e dei tuoi pensieri, mentre tu con le tue mani fai salire eccitata tutte le marce, la prima, la seconda, la terza, la quarta, la quinta”

A quel punto le mani del giovane, nuovamente intrecciate a quelle della donna, si erano spostate sul ventre di lei ed ora lo accarezzavano attraverso la sottile camicetta di seta rossa. Poi, d’un tratto, presero ad avanzare con decisione verso il basso, fino a toccare la prima peluria del suo sesso in perfetta sincronia con le parole che lui le sussurrò improvvise e cariche passione’

”fino a raggiungere la soglia sublime dei 6000 giri, il punto di non ritorno. Ed in quel momento il motore entra magnificamente ”in coppia’!’

Il medio di lui la penetrò a fondo e con decisione proprio mentre pronunciava quelle parole. La donna emise un sospiro rauco e profondo, una specie di grido soffocato. Cercò di divincolarsi, ma in realtà finì col girarsi verso di lui ed urlare quanto le dettarono i suoi sensi.

‘Ti prego prendimi, impazzisco! Come hai fatto a capire che”

Le parole le morirono in gola, tanto forte era il suo desiderio. Adesso il giovane, sempre fermo dietro di lei, la stava spogliando della sottile camiciola di seta rossa e spingeva verso l’alto con le proprie mani il suo seno.

La donna inarcò il capo all’indietro e sollevò le braccia cercando la nuca di lui. Sentiva la sua bocca baciarle avidamente il collo, la sua lingua insinuarsi tra le sue orecchie, le sue mani muoversi alternativamente per carezzarle ora il seno ora il ventre, sempre più tremante per l’emozione. Poi il giovane riportò il dito medio della sua mano destra sopra il sesso di lei e lo mosse velocemente, dentro e fuori, senza sosta, finché non sentì la donna reclamare per qualcosa di più robusto e certamente più caldo. Sapeva che anche per lei, adesso, era giunto il punto di ‘non ritorno’.

‘Girati, avanti, sdraiati sul motore”

In un attimo, la donna si distese supina sul motore facendo attenzione a tenere l’equilibrio. Stava per liberarsi della gonna, ma lui la trattenne.

‘No, ferma. Quella lasciala’.

Il giovane, ormai eccitatissimo, si era già liberato della t-shirt. In un attimo, fece scivolare jeans e boxer sotto le proprie ginocchia ed attirò a sé la donna con grande passione. Non voleva denudarsi del tutto. Aveva la sensazione che a lei piacesse osservare l’immagine di lui semivestito sul potente motore.

La donna, da parte sua, lo guardava negli occhi: sapeva che lui, con le mani aggrappate al manubrio, in quel momento non poteva abbracciarla, e pertanto fu lei ad inarcare il bacino e ad aggrapparsi a lui con tutta se stessa.

Lui capì che era quello il momento: le sollevò la piccola gonna e si preparò a penetrarla.

La donna ebbe appena il tempo di intravedere – biondo, umido e perfetto – il sesso di lui robusto e proteso in cerca di lei. Un attimo dopo, lo sentì riempire la sua intimità e per lei fu l’inizio del piacere.

Con un unico colpo forte e profondo, il giovane affondò il suo cazzo all’interno della donna. Quindi rimase un attimo immobile per gustare fino in fondo i primi gemiti liberatori di lei.

‘Continua, sbattimi, avanti. Voglio sentire la tua potenza, la stessa potenza del tuo motore quando raggiunge i 6000 giri’ ‘Entra in coppia’ per me, avanti, non ti fermare!’

Per un attimo, quelle parole spiazzarono il giovane. Aveva condotto con grande arte il suo gioco e a quel punto non si aspettava una tale reazione della donna, quasi una sfida’ Ma riprese immediatamente il controllo di sé.

‘Tranquilla donna, proprio così. Ma dobbiamo prima cominciare ‘dalle marce più basse!’

Il giovane estrasse lentamente il suo cazzo dal sesso della donna, che subito prese energicamente a protestare’

‘No, che fai? No’, ti prego, non così, continua, continua”

Lui si spostò un po’ più indietro, lanciò lontano boxer e jeans che gli impedivano i movimenti ‘ al diavolo se lei, davvero, lo avesse preferito semivestito! – e sistematosi meglio in sella al suo motore, si chinò a baciare con passione il ventre della donna. Poi, d’un tratto, fece scendere la sua lingua – già in moto sopra di lei – verso il basso, procedendo lentamente a partire dall’ombellico’

Per un attimo delizioso, la donna lo aveva sentito dentro di sé e ciò aveva infiammato i suoi sensi. Adesso, invece, lui ricominciava daccapo a stuzzicarla e lei si sentiva quasi impazzire dal desiderio.

‘Ferma, non muoverti’, gli ordinò lui mentre con la lingua cominciava a tormentarle il clitoride gonfio e già rosso, ‘concentrati sul motore e sul suo calore. Senti la sua potenza?’

La donna prese ad ansimare con forza sempre maggiore. Si sentiva impotente. Avrebbe voluto schiacciare sopra il suo pube il volto splendido di lui, per offrirglisi completamente, ma in questo modo avrebbe perso di sicuro l’equilibrio. Fece scivolare, quindi, le braccia lateralmente e con le mani cercò proprio il cuore del motore, adesso spento ma ancora sufficientemente caldo. Maledizione, non ci arrivava!

La donna strinse forte tra le mani tutto ciò che riuscì a raggiungere da quella posizione, in pratica quel groviglio di tubi e metalli che dipartiva dall’interno del motore stesso. Vi spostò sopra le gambe ed immediatamente ne percepì il calore quasi scottante. Ciò lenì la sua frustrazione.

Così aggrappata, riuscì a spingere in avanti il bacino per sentire più forte il contatto col viso di lui e con la sua bocca. Il fatto che lui, già da un po’ di tempo, la stesse mordicchiando ad intervalli irregolari, le aveva instillato in corpo una smania insopportabile.

Ad un passo dall’estasi, la donna ebbe un’unica impressione: che il giovane fosse la controparte carnale di quella splendida macchina e potente!

‘Sei bellissima!’, le parole di lui la raggiunsero e la fecero ulteriormente sussultare. ‘Stringi il motore, così! Toccalo in ogni sua parte’ Riesci a sentirne il calore e la potenza?’

La donna era con le mani ad appena pochi centimetri dal motore. Non riusciva a stringerlo con le mani, ma ne percepiva perfettamente tutto il calore.

‘Siiii’ lo sento, sento la sua potenza’ la ‘tua’ potenza’ continua, non fermarti, portami sopra i 6000 giri”

Lui le strinse il seno tra le mani, quindi fece scivolare quelle stesse mani, parallelamente, lungo il corpo di lei, per fermarsi infine sopra il suo sesso e farle sentire nuovamente, all’interno, le proprie dita. Allo stesso tempo, con quegli occhi a metà tra il verde e l’azzurro non smetteva di guardarla con grande ammirazione.

‘Ahh, ahh, ahh, ahh!’, la donna ormai gemeva senza inibizioni emettendo grida brevi soffocate dall’affanno’

A quel punto, lui le si fece più vicino e la spinse in avanti, così che il sedere di lei finisse esattamente sopra la tanica ed il suo busto nel piccolo spazio del manubrio. Le adagiò sul ventre il suo cazzo umido e caldo e la baciò con passione.

Quell’improvviso calore e la percezione dello scroto tesissimo di lui su di sé, fecero sì che la donna portasse istintivamente le proprie mani sul sesso gonfio e durissimo del giovane. Subito ne sentì le bellissime vene in rilievo, la rotondità meravigliosa della punta e, più in basso, la compattezza perfetta dei testicoli, lievemente avvolti in una serica peluria. La donna avrebbe voluto chinarsi e riempire avidamente la sua bocca con quella carne giovane e calda, fino a sentirla esplodere in gola. E proprio questo stava cercando di fare quando, inaspettatamente, lui la schiacciò sul motore.

‘D’accordo donna, adesso capirai cosa vuol dire entrare ‘in coppia”.

Il giovane la penetrò in un attimo. Ma questa volta non si fermò, la attirò a sé per i fianchi, la liberò della gonna e si mosse dentro di lei assestandole dei colpi forti, decisi e profondi.

La donna, da parte sua, ricambiò subito le spinte di lui con grande ardore. Sentiva sulla sua carne nuda il calore della tanica riscaldatasi in precedenza; sentiva sotto di lei, inoltre, terribilmente eccitante, il tappo del serbatoio strofinarle l’ano. Affondò le unghia sui glutei perfetti di lui e liberò con le parole tutta la frustrazione accumulata in quei minuti.

‘Sfondami, avanti, sfondami con tutta la forza e la potenza dei tuoi 6000 giri’.

‘Urlalo, dai, urlalo ancora una volta! Dimmi che vuoi essere presa col calore e la potenza del mio ‘motore”, le disse lui di rimando mentre spingeva con furia.

‘Siiiiii, siiiiii”’

Furono le ultime sillabe urlate dalla donna durante l’amplesso. Poi un improvviso grugnito di lui, un unico gemito più forte di lei ed il giovane le esplose violentemente dentro.

Lui la baciò nuovamente, questa volta con tenerezza. La tenne abbracciata a sé e lei sentì perfettamente addosso il calore del sesso di lui che, lentamente, tornava allo stato di riposo.

Rimasero così per alcuni minuti. Poi la donna tornò nel suo letto alla sinistra del marito ed il giovane nella camera degli ospiti.

La mattina seguente, quando la donna riaprì gli occhi, il marito si era già alzato e fumava tranquillamente la pipa. Lei lo raggiunse timorosa in veranda, con il cuore che ancora le batteva per quanto accaduto quella notte. Lui la salutò col suo solito sorriso dolce ma ‘tristemente ‘scarico’. Lei gli chiese subito del loro ospite.

‘Ah, deve essere ripartito all’alba. Pensa che non l’ho neppure visto! Ha lasciato queste due parole con le quali ci ringrazia per l’ospitalità e ci chiede di scusarlo per la fretta. Proprio un caro ragazzo”

La donna prese velocemente il foglio datole dal marito e cominciò a leggere in silenzio.

‘Caro mister,

questa notte, dopo aver a lungo armeggiato con la frizione della mia Honda CB400F ‘super sport’, sono riuscito finalmente a riparare il guasto che mi aveva momentaneamente bloccato. Inutile dirle che, sebbene sfigato, ho avuto la fortuna di essere stato ospite suo e della sua adorabile consorte, trascorrendo quella che è stata per me una piacevolissima domenica.

Sono mortificato di dover ripartire così, quasi come un ladro, ma impegni inderogabili mi chiamano urgentemente altrove’

Non si preoccupi per le condizioni della moto: ho già avuto modo di provarla questa notte, subito dopo essere riuscito a ripararla. Ho la sensazione che adesso vada addirittura meglio di prima! è sempre una grande emozione sentire il motore raggiungere elasticamente i 6000 giri ed entrare inarrestabilmente ‘in coppia’. Anzi, se mi permette il licenzioso accostamento, direi che è quasi ”come raggiungere un orgasmo con la donna dei nostri sogni’!

Grazie ancora di tutto,

saluti a lei e alla sua consorte.

Con la stima e l’affetto di sempre,

‘il migliore dei suoi allievi’.

‘Proprio un caro ragazzo’ – disse la donna non appena ebbe finito di leggere. ‘Ricco di fantasia, oltretutto’.

Poi sorrise, lasciò cadere quel foglio ancora pregno dell’odore di lui e si diresse verso il bagno per fare una doccia.

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