Skip to main content
Racconti Erotici Etero

Il corso di chitarra

By 10 Ottobre 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

l corso di chitarra.

Avevo da poco finito la scuola, mi ero diplomato; una felicità indescrivibile, mi sentivo il grado di fare qualunque cosa, ormai ero apparentemente libero sin quando non mi sarei iscritto all’università; avevo smesso di nuotare a livello agonistico da qualche mese e con lo smisurato aumento del tempo a disposizione avevo deciso di imparare a suonare la chitarra, cosa che non avevo mai neppure pensato di fare per scarsa volontà e, appunto scarsa quantità di tempo.
Era però ovvio che per cominciare avei avuto bisogno di qualche lezione, anche perché si può dire che non sapessi neppure come si tenesse in mano, comunque sia durante il mese di luglio è difficile trovare qualcuno disposto ad impartire lezioni anche perchè chiunque vorrebbe godersi le proprie vacanze, meritate o meno, e quindi stavo per perdere le poche speranze che avevo. Un bel giorno però, tornando a casa dei miei nonni, dove trascorrevo due settimane di relax trovai Valeria; una donna bellissima, madre di una figlia e ancora giovanissima; aveva 28 anni, capelli rossi, occhi nocciola e un fisico da favola, nonostante la gravidanza appena conclusa; quel giorno chiacchierava con mia madre che per caso le disse della mia volontà di suonare. Ne io ne mamma sapevamo che quell’angelo sapesse suonare la chitarra, infatti appena sentì questa possibilità, mi offrì l’occasione di andare con lei a casa sua dove faceva spesso le prove con il coro della parrocchia e li mi avrebbe dato qualche dritta; la guardai dritto negli occhi e il suo sorriso seducente mi fece drizzare il cazzo all’istante, mi venne in mente subito il suo viso in mezzo alle mie gambe con gli occhi che mi fissavano mentre andavano su e giù durante uno spettacolare pompino. Ad ogni modo cercando di controllarmi accettai volentieri l’offerta, sarebbe stato un modo per conoscerla meglio e magari in qualche caso, farci una bella scopata, perché ero sicuro che fosse una gran maiala; ancora con l’uccello duro la salutai e mi congedai da mia madre, scappai al piano superiore e mi distesi sul letto; il cazzo non si abbassava, era rimasta solo una possibilità una bella sega per calmare il bollenti spiriti, cominciai ad accarezzarmi l’area pubica ed il pene, poco alla volta la carezza diventava un massaggio e solo quando fui davvero arrapato infilai la mano nelle mutande trovandole giù leggermente umide. Valeria mi faceva davvero uno strano effetto, cominciavo ad avere paura di non saper controllare le mie azioni, temevo che le sarei saltato addosso violentandola; presi in mano il cazzo duro e cominciai una lenta sega, non mi ci volle molto a venire, mi sentivo eccitatissimo, rischiai di sborrarmi sui pantaloni se non mi fossi spostato al volo in bagno rischiando di incrociare mia sorella nel corridoio. Ad ogni modo ebbi un orgasmo favoloso pensavo di continuo a Valeria e al momento e al modo in cui me la sarei scopata, perché ormai avevo deciso, con le buone o le cattive sarei entrato dentro di lei; passarono alcuni giorni senza intoppi sin quando non dovetti andare a lezione, entrai in casa e la trovai in tuta e scarpe da ginnastica, con i capelli raccolti sul capo e giusto una punta di trucco. Mi sedetti immediatamente, mi sentivo già le mutande più strette del solito e speravo che quell’angelo non se ne accorgesse, ‘prima di cominciare’ disse ‘Posso offrirti qualcosa da bere?’ io di getto rifiutai pensando che se avessi tenuto la chitarra in grembo il mio pene eretto non si sarebbe visto perché coperto; mi guardò sorridendo e aggiunse: ‘Mi piace chi non perde tempo in chiacchiere!’ andò nella stanza accanto e da li mi chiamò invitandomi a raggiungerla, mi alzai e tenendo una mano davanti ai pantaloni cercai di coprire il mio amichetto. Mi accomodai sul letto e mi porse una delle sue chitarre, mi spiegò che aveva il manico in mogano e la cassa di risonanza in acero, o forse era il contrario, ero così concentrato a non farmi scoprire ad osservargli le tette che neppure me lo ricordo; aveva un seno spettacolare, una seconda non di più, ma la cosa che mi piaceva da matti era la sua forma perfetta, visibile anche sotto la felpa della tuta aperta a metà sulla maglietta gialla che indossava di sotto. ‘A questo punto’ disse ‘Cominciamo con qualche accordo di base’ prese in grembo la sua chitarra, del tutto simile alla mia, e cominciò a indicarmi la posizione delle mani, in quei momenti io pensavo a tutt’altre posizioni, comunque mi ritrovai quasi stregato nell’osservare le sua manine da fata, aveva le unghie lunghe e ben curate con un french particolare e dei fiorellini; cominciai a pensare a come potesse farmi una sega con quelle mani, il cazzo era sempre più duro, mi sembrava di stare per venire nelle mutande; lei notò il mio nervosismo e per calmarmi mi accarezzò il viso con affetto materno, la sua carezza ed il suo profumo così vicini non fecero altro che eccitarmi sempre più, riuscii però a mantenere la calma in quel frangente ma non sapevo ancora per quanto avrei retto.
Alla lezione seguente ricevetti una splendida sorpresa, Valeria aveva due nuove allieve, Angela ed Arianna, la bionda e la mora; solo da poco avevo cominciato a guardarle con gli occhi da uomo perchè le avevo sempre ritenute un po’ troppo bimbe per me, solo che da quel giorno dovetti ricredermi. Le trovai entrambe sedute sul divano con le gambe accavallate Angela, era la bionda, capelli lisci a caschetto, fisico snello ed atletico e occhi azzurri; il suo punto forte era il lato b, aveva un culetto a mandolino che voleva solo essere sfondato e due tette ben proporzionate al fisico ma non erano piccole, anzi solo dopo scoprii che era una bella terza; poi c’era Arianna, la più troia fra le due, aveva capelli mori ricci e lunghi sino all’altezza delle spalle, occhi marroni e profondi, non era molto alta, mi arrivava si e no alla spalla, aveva un fisico un po’ più rotondetto rispetto a Angela ma era il giusto nel senso che non era grassa anzi le tette ed il culo ringraziavano quel po’ di carne. Mi accomodai di fronte a loro che mi salutarono dandomi un bacio sulla guancia, cominciamo a chiacchierare in attesa di Valeria e notai che Arianna spesso osservava il mio pantalone e il rigonfiamento all’altezza del bacino mentre Angela mi parlava e la stessa cosa si ripeteva quando invece parlavo con Arianna, pian piano mi convincevo che avevano voglia di cazzo e più precisamente del mio.
Passò la lezione, alla fine salutai le tre donne e mentre uscivo notai che stavano confabulando tra loro, il motivo del loro discorso lo scoprii durante la lezione seguente che assunse una tinta piuttosto piccante.
Due giorni dopo andai a casa di Valeria per la solita lezione, faceva un caldo infernale ed ero già sudato, scansai la tendina ed entrai in casa, trovai subito le mie compagne di corso sedute sul divano come sempre ma sta volta indossavano entrambe una gonnina stretta e corta che lasciava ben poco all’immaginazione; Valeria mi venne incontro con un’aria soddisfatta, mi accarezzò il viso e sotto voce mi disse: ‘Io esco ti lascio le due ‘bimbe’, mi raccomando trattale coi guanti’; usci chiudendo a chiave la porta d’ingresso, a questo punto era evidente che avevano parlato di me il giorno precedente o meglio della possibilità di scoparmi; ad ogni modo volevo vedere fino a che punto volevano spingersi le mie due signorine e mi sedetti proprio di fronte a loro, in modo da poter guardare negli occhi sia Angela che Arianna. Sentivo poco alla volta il cazzo indurirsi, non sapevo nemmeno il motivo visto che non ero sicuro di scoparmi quelle due puttanelle, la conferma mi venne quando vidi le gambe di Angela aprirsi e mostrarmi la figa, mentre Arianna si alzava e veniva verso di me toccandosi le tette, adesso ero proprio arrapato, sentivo gli slip strettissimi. Arianna cominciò a baciarmi il collo massaggiandomi l’uccello mentre Angela rimaneva immobile a fissarci, non potevo crederci che non aveva le mutandine, infilai le dita sotto la gonna di Arianna e trovai subito la fighetta fradicia, si staccò dal mio corpo e sussurrò: ‘Cominciò io solo perchè Angela è ancora una candida verginella e poi ti toccherà sfondarle la figa, mentre io godrò nel guardarvi!’ io risposi di getto: ‘Dopo il mio cazzo non sarai più capace di godere da sola!’ la frase fu seguita da una risatina di piacere di Arianna che intanto aveva cominciato a sbottonarmi i pantaloncini tirando fuori il cazzo già bello duro. Arianna ne fu meravigliata a chiese: ‘Ma quello deve entrare anche dentro me??’ non ci fu alcuna risposta mentre Arianna cominciava a succhiarlo, era davvero brava e in quel momento non mi interessava neppure dove avesse imparato mi stava facendo godere da matti. Lo succhiò dapprima lentamente poi a colpetti più rapidi accompagnando il tutto con la mano, stavo già per avere l’orgasmo quando la fermai e la feci alzare, le sfilai il vestitino e ma la trovai davanti agli occhi completamente nuda, era davvero figa e non me ne ero mai accorto; osservai per qualche istante la figa bagnata e poi cominciai a leccarla sentendo dentro la mia bocca i suoi primi umori non passò molto che sentii i suoi mugolii e guardando la faccia di Angela vidi che era stupita di tanto godimento ma che cominciava lentamente a massaggiarsi la figa vergine in attesa di essere sfondata. Non continuai il mio lavoro a lungo perché sentivo il bisogno di penetrare la mia partner il prima possibile, allora la distesi sul divano e infilai la punta del cazzo nella figa bagnata, mi accorsi però di non avere il preservativo e per evitare rischi uscii immediatamente e me lo feci infilare da Arianna, che non appena ebbe finito si ridistese sul divano ed aprii le gambe indicandomi d’avvicinarmi. Mi distesi sopra di lei e cominciai una lenta e profonda penetrazione, ad ogni colpo aveva un sussulto ed un gemito, cominciai ad aumentare il ritmo e ad ogni colpo adesso cominciavano a corrispondere delle urla di piacere, la cosa mi diede lo stimolo per continuare sempre più insistentemente, dopo alcuni minuti sentii le pareti dell’uccello dilatarsi ed arrivare puntuale il mio orgasmo e la cosa che mi stupì fu che nel preciso istante in cui cominciai ad eiaculare sentii il muscoli vaginali di Arianna contrarsi sul mio cazzo ed espellere il liquido del piacere, eravamo riusciti ad avere un orgasmo simultaneo, soddisfatto uscii dal tunnel e vidi Arianna senza fiato che indicava Angela, sapevo che ora era il suo turno, una cosa mi bloccò mentre osservavo Angela tesa che si apprestava ad essere penetrata, notai che Arianna s’era rimessa in piedi e stava raccogliendo le mutandine a terra mostrandomi la fighetta con una fantastica pecorina. Osservai il culetto e non fui capace di resistere, mi avvicinai velocemente senza che se ne potesse accorgere e le infilai due dita nel culo, gemette sorpresa e spaventata mi disse: ‘Non vorrai mica sfondarmi il culo? Non ti è bastata la figa?’ non le diedi il tempo di rispondere e senza dire nulla sfilai le dita e ci infilai la punta del cazzo oramai tornato durissimo, mi pregò di fare piano perchè aveva paura del troppo dolore; la spostai verso la verginella, aspettai che potessero guardarsi negli occhi, piegai leggermente il suo busto in avanti e con un colpo deciso feci entrare tutto il pene nel suo intestino. Ne seguì un urlo straziante e alcuni insulti che non ricordo poiché ero in preda all’eccitazione, vidi la faccia di Angela seriamente spaventata da tanta violenza ma me ne fregai cominciai a muovermi velocemente dentro Arianna mentre non smetteva di urlare; le sue grida non facevano che eccitarmi, sapevo di farle male ma sapevo anche che a breve avrebbe apprezzato la penetrazione. Così fu dopo diversi colpi ben assestati Arianna cominciò a spingere il bacino verso di me favorendo la penetrazione, Angela cominciava a tranquillizzarsi mentre l’amica, ormai eccitata da morire cominciava ad avvicinare le labbra al suo viso; sapevo che in quel momento un bacio saffico tra le due amiche mi avrebbe fatto sborrare di getto, appena le due signorine si toccarono con le labbra sentii il cazzo gonfiarsi, loro due gemere e una contrazione all’altezza dell’addome; ormai ero in preda ad un fortissimo orgasmo avevo riempito il culetto di Arianna con il mio seme. Appena abbandonai il suo corpo, riprese fiato, si massaggiò il buco sfondato e mi urlò:’Sei un bastardo!!’ poi abbassò la voce e aggiunse: ‘Però con te ho goduto come una troia! Grazie’.

Continua… -2-

Non passò che qualche minuto e mi ritrovai il cazzo eretto di nuovo, sentivo la cappella bruciare, ce l’avevo rosso sembrava che volesse scoppiare Arianna si era distesa sul divano dopo aver accarezzato il viso della bellissima Angela che aspettava solo di essere penetrata dal mio amico; la presi per le spalle, la sollevai e portai le mie labbra vicino alle sue baciandola dolcemente, sentivo le sue labbra tremare e la sua lingua entrava di rado a contatto con la mia, avevo poggiato il cazzo contro il suo addome e sentivo sulla cappella, resa sensibile dagli orgasmi precedenti, il fastidio dovuto al contatto col tessuto della sua maglietta. Le tremavano le mani le sentivo leggere sulle mie spalle mentre cominciavo a tastarle il seno, era sodo e alto ben proporzionato al suo fisico snello e sensuale. Continuai a scendere lentamente con le mani sino ad accarezzarle le cosce nel punto in cui finiva la minigonna, tornai poi su tastandole di nuovo il seno e baciandole il collo, sentivo che stava per rilassarsi ma non osava toccarmi l’uccello che continuava a premere contro la sua pancia. Visto il suo esitare le sfilai la maglietta e le misi la mano destra sul pene eretto, sembrava stupita e stordita da tenerlo in mano sembrava che non sapesse cosa fare di preciso, accompagnai il primo movimento lento con la mia mano sentendo la pelle che lentamente lasciava uscire la cappella, stava cominciando una sega e devo dire che per essere la prima la presa era perfetta; mentre prendeva un po’ di sicurezza mi staccai dalle sue labbra e accarezzandole le spalle la feci inginocchiare ai miei piedi e le sussurrai: ‘Adesso succhialo tesoro!’ non era convinta ma cominciò lentamente a farlo entrare in bocca la sua saliva calda mi faceva sentire il cazzo sempre più duro e dolente. Non se la cavava male neppure coi i lavori di bocca. La lasciai li a lavorare quel che bastava poi la sollevai delicatamente e la feci sedere sul tavolo del salotto aprendole le gambe, era tesa, quasi tremava, la rassicurai e cominciai a leccarle la fighetta che nonostante il nervosismo era ormai fradicia. Cominciavo a sentirla gemere di piacere mentre lentamente si rilassava tra le mie braccia, cercai di irrigidire la lingua e cominciai con questa delle piccole e ripetute penetrazioni che le facevano aumentare il godimento, sentii la sua mano che cominciava a spingere la mia testa dentro di lei, ormai sentivo che era in mio possesso, avrei potuto far di lei ciò che preferivo senza troppi riguardi; mi staccai da quella posizione, mi sollevai all’altezza del suo viso e la baciai dolcemente, in quell’istante presi il cazzo duro e nudo e lo appoggiai alle labbra della sua vagina, la sentii tremare e con un colpo lento feci entrare la punta dentro di lei. Si staccò dalle mie labbra, guardò in basso e poi alzando lo sguardo mi disse: ‘Farai piano non è vero?’ senza penetrarla ulteriormente l’abbracciai e le sussurrai: ‘Sarà bellissimo vedrai!’ a quel punto cominciai ad entrare molto lentamente, sentivo le pareti della figa premere contro il mio cazzo, cercai di mantenere la calma ma la voglia di aprirla violentemente come una cozza cominciava ad essere sempre più insistente.
Continuai il mio lavoretto lentamente, cercando di trattenermi, arrivai sino a infilare il pene per intero dentro di lei che cominciava ormai a urlare di piacere, ero sicuro di non potere più farle male quindi aumentai il ritmo delle penetrazioni incitato in seguito anche dalla sua voce e dai suoi gemiti; aveva le mani sui miei glutei e mi spingeva dentro stringendomi i muscoli con le unghie, i capelli cominciavano a scompigliarsi gli occhi si chiudevano e andavano spesso indietro a causa del piacere che la stava inondando, sentivo quella troietta di Arianna dietro di me che godeva infilandosi le dita nella figa, ero ormai giunto vicinissimo all’orgasmo e proprio in quel momento mi ricordai dell’assenza del preservativo, uscii di scatto da lei e mi voltai verso Arianna, mi capì al volo, si inginocchiò e spalancò la bocca in modo che potessi sborrare liberamente, il primo schizzo fu così forte che le bagnò la fronte e per evitare altri ‘fiotti’ questa inghiotti il cazzo bevendo lo sperma. Appena finito tornai dalla mia adorata verginella, ormai non più così pura, mi infilai il preservativo e la feci voltare, spaventata mi supplicò: ‘No, ti prego il culo no, ti scongiuro!’ ed io senza dire nulla passai la punta vicino al suo ano e poi ripensandoci tornai a penetrare la figa aggiungendo: ‘Non ancora tesoro prima devi venire anche tu’ cominciai una penetrazione sempre più violenta sculacciandola ti tanto in tanto, la sentivo urlare di piacere, spingeva verso di me il suo bacino favorendo di nuovo la penetrazione; in questo caso non durò molto dopo poco sentii i muscoli vaginali stringere ripetutamente il mio membro, capii che stava per venire anche dagli spasmi che le impedivano di sorreggersi sulle ginocchia; dopo alcuni attimi lanciò un urlo che avrebbe spaventato chiunque si fosse trovato da quelle parti e fu colta da un spasmo fortissimo e di conseguenza di un orgasmo travolgente, ebbe quasi un movimento convulso e si aggrappò con le unghie al bordo del tavolo non trovando altro appiglio, io lasciai il mio pene dentro di lei sin quando non fu spinto fuori dal suo liquido vaginale, che mi bagnò le gambe fino al ginocchio.
Passarono pochissimi secondi che sentii il cazzo gonfiarsi, in attesa dell’ennesimo orgasmo, mi faceva male la cappella la vedevo rossa, afferrai per i capelli Angela e la feci inginocchiare rapidamente mentre mi stavo facendo una sega, spalancò la bocca e fu coperta da un getto di sperma che le riempi la cavità orale, Arianna continuava a masturbarsi guardandoci venire; mi prese in un secondo la voglia di sentirla urlare di nuovo dal piacere. Mi avventai su di lei e le infilai quattro dita nella figa agitandole violentemente, non durò a lungo il mio lavoretto, infatti alcuni attimi dopo la sentii trattenere il respiro, per poi ributtarlo fuori con un sol urlo e un getto di liquido che bagnò il pavimento. Ormai eravamo tutti e tre soddisfatti, il cazzo mi pulsava ancora dopo avere scopato quelle due troiette, le guardai mentre si asciugavano il liquido seminale di dosso ripensando alla mia superba prestazione. Mi infilai le mutande e i pantaloncini e andai a baciarle, le aiutai a rivestirsi e proprio nel momento in cui si riallacciavano le scarpe entrò in casa Valeria; si avvicinò prima a loro guardandole attentamente, notò il pavimento bagnato e appiccicoso e disse: ‘Vi siete dati da fare eh? Allora verginelle com’è stato, vi piace il cazzo?’ loro imbarazzate evitarono il suo sguardo e uscirono dalla casa. Li avvenne l’inaspettato, Valeria mi si avvicinò, mi tastò le palle e sussurrando mi disse: ‘ricaricati che la prossima volta ti faccio svenire dal piacere!’
quasi non ci credevo, il mio sogno erotico migliore poteva diventare realtà e l’indomani senza pensarci sarei tornato in quella casa dall’angelo che mi avrebbe trasportato nel più splendido dei peccati.

-3-

passai la notte senza pensare ad altro, l’unica cosa che mi riempiva la testa era l’appuntamento del giorno dopo, a dire il vero mi riempiva anche gli slip visto che al quel pensiero l’uccello si irrigidiva in anticipo. Passai la serata davanti al pc a non far altro che guardare video porno e segandomi di continuo, nonostante il cazzo mi facesse malissimo, continuavo a sborrare di continuo senza ritegno. La notte era quasi finita quando riuscii ad addormentarmi, non potevo far toccare l’uccello al lenzuolo che la cappella mi bruciava, per le troppe seghe del giorno prima, mi sentivo nervoso ma già eccitatissimo all’idea di scoparmi Valeria.

La mattinata scivolò via senza troppe complicazioni mentre mia madre passava il tempo a riassettare casa e mia sorella era uscita per andare al mare con le amiche; io continuavo a pensare a Valeria e a quello che avrei fatto poche ore dopo in sua compagnia. Avevo indossato un paio di calzoncini leggermente più larghi per rendere meno evidenti le continue erezioni dovute ai miei pensieri; mangiai con un certo nervosismo e parecchio di fretta. Aspettavo con impazienza le 15 e mi avviai un quarto d’ora prima del solito per cercare di far sbollire i bollenti spiriti; non riuscivo ad immaginare come mi avrebbe fatto godere vista la sua esperienza; arrivai davanti casa sua, esitai un attimo prima di suonare il campanello perchè sentii provenire dall’interno una musica, mi tornò alla mente che l’ora prima avevano lezione le tue ragazze con cui avevo scopato il giorno prima, il solo pensiero mi fece drizzare di nuovo il cazzo. Feci un respiro e suonai il campanello,venne ad aprirmi Angela, la bionda delle due troiette, appena mi vide mi diede un bacio a stampo sulle labbra e tastandomi l’uccello mi sussurrò: ‘Sei pronto? Oggi sarà dura per te!’la guardai negli occhi e le dissi un po’ con eccessiva spavalderia:’Se vorrai, poi ce ne sarà anche per te!’ma evidentemente non immaginavo cosa mi aspettava sul serio. Entrai in casa e vidi una scena che mi lasciò senza fiato: c’era Arianna che teneva in mano la chitarra, indossando un vestitino verde molto corto e provocante con dei sandali, di fronte a lei c’era Valeria, senza scarpe in reggiseno e mutandine, mi voltai e notai che anche Angela aveva addosso soltanto un vestitino come quello di Arianna ma rosso. Quasi mi sentii le gambe cedere quando sentii Valeria dirmi:’Allora hai chiuso la porta e aperto la zip dei pantaloni?’ ci pensò Angela a farlo sbottonandomi velocemente i calzoncini me li tirò giù assieme agli slip, l’avevo già durissimo. Arianna poggiò la chitarra e s’avvicinò a me inginocchiandosi come aveva già fatto Angela, mi presero il cazzo in bocca e cominciarono un lento pompino che stava facendomi godere come non mai visto che davanti a me Valeria si era sfilata l’intimo bianco e cominciava a masturbarsi. Durai davvero poco in pochi attimi sentii le pareti del cazzo gonfiarsi nella bocca di Arianna e il primo getto di sperma partire riempiendole la bocca, mi guardò con aria soddisfatta e baciò Angela dandole un po’ del mio sperma.

Anche Valeria mi osservava soddisfatta, aveva ancora addosso l’intimo e io non vedevo l’ora di farla godere a dovere. Scansai le due puttanelle e mi avvicinai all’insegnante, mi poggiò le labbra sulle mie e afferrò, stringendolo, il cazzo che non aveva perso vigore; cominciò un lento movimento aprendo completamente la pelle del mio pene, avevo la mia lingua nella sua gola e contemporaneamente le stringevo tra le mani il seno sodo. Le spostai il reggiseno e lo sbottonai lasciandolo cadere a terra, passai l’altra mano nelle mutandine, trovando la figa già bella bagnata; istintivamente le infilai 2 dita dentro sentendo contrarsi le labbra umide, sia quelle della bocca che quelle della vagina. Cominciai un veloce movimento di dita mentre ascoltato il suo respiro affannoso e il rumore provocato dalle mie dita a contatto con la sua parte bagnata; cercai di stimolare alla meglio il suo punto G o quanto meno cercai di trovarlo, poco dopo però fui preso dalla voglia di sentire il calore della sua bocca intorno al mio cazzo; estrassi la mani dalla vagina e accarezzandole il corpo salii fino alle spalle spingendola verso il mio pube, mi sorrise e assecondò il movimento fino ad inginocchiarsi. Continuava a guardarmi fisso negli occhi anche nel momento in cui ingoiò il mio uccello gonfio, i suoi occhi mi facevano arrapare ancora di più mentre cercavano di osservare in me il godimento provato; muoveva molto la lingua quella puttana, ogni tanto lasciava il cazzo per limitarsi a girare intorno alla cappella con la punta della lingua stessa. Il suo lavoro era lento e controllato, era davvero una gran succhiatrice, l’avevo sempre pensato ma non sarei mai arrivato a immaginarmi un’abilità tale; mi strizzava le palle mentre succhiava come se stesse aspirando una bibita con una cannuccia, sentivo lo sperma che faceva fatica a restare buono nei coglioni, sembrava che volesse succhiarmi l’anima. Ad un tratto ebbi uno spasmo, non riuscii più a tenermi dentro lo sperma che schizzò fuori con un nuovo getto più potente del precedente inondando la boccuccia calda di Valeria; continuai a venirgli sui bordi delle labbra mentre lei leccava lo sperma che colava. Sorrise, mi guardò e alzandosi andò ad allungarsi su tavolo aprendo le gambe e mostrandomi la sua fighetta ben depilata e ormai fradicia; mi avvicinai e cominciai a leccarla senza pensare al modo in cui lo facevo, mi bastava sentire i suoi gemiti di piacere per andare avanti con il mio lavoro; sentivo la sua mano premere la mia testa verso di se, fino a infilarle la lingua dentro la figa, ad un tratto mi tirò i capelli alzandomi la testa e dicendo, con i denti stretti: ‘Scopami ti prego!!!!! Fammi male!!!!’ non ci pensai due volte, mi presi il cazzo in mano e mi feci aiutare da Angela, che era rimasta li a masturbarsi con Arianna, a mettere il preservativo, appena a posto infilai il pene d’un colpo dentro Valeria sentendo un grido che era un misto tra dolore e godimento. Ormai avevo cominciato un movimento veloce e a tratti violento, incoraggiato dalla sue urla cercavo di aumentare il ritmo appena potevo, sentivo i suoi umori bagnarmi la zona intorno al pene, la cosa mi eccitava. Avevo scelto di indossare un preservativo ritardante, sentivo il legno del tavolo cigolare sotto i miei colpi, durai poco tutto sommato; dopo alcuni minuti di movimenti bruschi e violenti sentii dentro di me la sensazione di contrazione dovuta all’orgasmo, mentre cominciavo a sentire gli addominali irrigidirsi sentii Valeria pregarmi: ‘Non fermarti ti prego fammi venire!!!!’ passarono pochi secondi che il preservativo mi si riempì di sperma e vidi il volto di Valeria contrarsi in un espressione particolare, ebbe il suo orgasmo insieme a me, non trovava un punto di appoggio a cui aggrapparsi per giustificare la forza travolgente del godimento. Urlò di piacere, uscii da lei e mi guardò con sguardo riconoscente, mi osservò il cazzo, lo prese in mano e se lo rinfilò dentro la figa dicendo: ‘Adesso fammi venire di nuovo, è facile!!!!’ ricominciai il mio lavoro con il preservativo pieno del mio seme, dopo pochi colpi ebbe un’altra contrazione accompagnata da un getto di liquido vaginale che usciva da lei insieme al mio cazzo. Urlò di nuovo, le due ragazze l’ammiravano mentre si masturbavano a vicenda; Valeria si inginocchiò davanti a me, mi sfilò il profilattico è ripulì lo sperma che era rimasto sulla cappella, con le labbra ancora sporche mi disse: ‘Voglio un’ ultima cosa……..aprimi il culo come quello sfigato di mio marito non sa fare!!’

di nuovo non ci pensai due volte, senza dire nulla la feci alzare appoggiare i gomiti al tavolo e senza nemmeno lubrificare il buco entrai dentro di lei senza protezioni. La penetrazione fu ruvida, godevo come mai prima, lei urlava e mi imponeva di continuare, la presi per i capelli continuai a muovermi dentro di lei fin quando non ebbi l’ultimo orgasmo, le invasi l’intestino di seme, mi appoggiai alla sua schiena sudata mentre avevo le ultime contrazioni; sorrideva, era davvero soddisfatta, uscii da lei e mi sedetti sul pavimento esausto. Il cazzo mi faceva malissimo ma ne era valsa la pena, mi si avvicinò mi accarezzò il pene e mi baciò ringraziandomi, aspettammo insieme che le due allieve avessero i loro orgasmi, eravamo nudi seduti sulle poltrone e appena ebbero finito ci alzammo e ci rivestimmo con loro.

Era stata la scopata migliore della mia vita.

Leave a Reply