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Racconti Erotici Etero

Il culo di mia cognata

By 3 Giugno 2016Dicembre 16th, 2019No Comments

Mia cognata &egrave una ragazza poco più che ventiquattrenne, alta 1.60 circa, capelli da leonessa ricci e neri, un corpicino con le curve come se fossero disegnate, bel culetto ed una terza di seno soda e ben proporzionata al resto. Diciamo che non passa inosservata, anche se &egrave molto semplice sia nel modo di vestire che nel modo di porsi. E’ un po timida, ma non sprovveduta. Sono ormai quasi due anni che lavoriamo insieme, abbiamo un’azienda di famiglia dove lei dopo essersi sposata con il fratello di mia moglie, mi aiuta in amministrazione. Siamo seduti in due scrivanie una di fronte all’altra ed abbiamo un rapporto bellissimo. Oltre a parlare di lavoro, scherziamo spesso, pranziamo insieme ed ultimamente lei ha preso a confidarsi, sia di problemi suoi familiari che di problemi di coppia con il marito. Io essendo un buon ascoltatore le do modo di parlare e di aprirsi per far sì che si possa sfogare e liberare dalle angosce. Gli argomenti variano da i problemi con la madre, il caratteraccio del marito, i problemi con la suocera ed ultimamente abbiamo affrontato, anche se preso alla larga, l’argomento sesso. Se devo essere onesto problemi di coppia riguardanti il sesso non ne hanno, anzi, dalle battute che fa e da qualche discorso di mio cognato scopano che &egrave una meraviglia ed anche ripetutamente. Lui &egrave molto esigente e lei da buona ventenne non gli basta mai, si completano sotto questo punto di vista. L’argomento sesso &egrave trattato in questi termini, ‘Non capisco come faccia a scendere così presto la mattina per andare dai clienti dopo tutto quello che abbiamo fatto stanotte. Abbiamo finito oltre le tre. Io alle 8.30 e non mi volevo svegliare figuriamoci prima, che cazzo di sonno ho stamattina.’ Queste sono le sono le nostre chiacchierate sull’argomento, senza mai entrare nel particolare ma discorsi che fanno ben intuire l’intesa sessuale della coppia. Un bel giorno però arrivò con molto ritardo a lavoro, e palesemente nervosa. Io da persona discreta non chiesi nulla e così finì la giornata. Il giorno dopo sembrava tutto normale. Ovviamente era palese che i due avevano litigato, però da quello che potevo vedere era tutto risolto. Le giornate passavano normali il solito lavoro, le solite chiacchierate e confidenze ma mi accorgevo che le litigate tra i due erano aumentate. Tanto che dopo l’ennesima volta che si presentò in ufficio molto nervosa, quasi con le lacrime agli occhi non potetti fare a meno di chiedere cosa stava succedendo e perché nell’ultimo periodo era sempre così nervosa. Alla mia domanda scoppiò in lacrime, ma dell’argomento non disse niente. Io mi avvicinai per consolarla ma lei non volle affrontare la discussione e di conseguenza dopo essersi calmata ritornammo a lavoro, come se niente fosse successo. Ovviamente dopo quello sfogo, ogni volta che veniva nervosa si sfogava con qualche lacrima e dalla sua dolce e carnosa boccuccia usciva qualche parola in più. ‘Niente di particolare solo che mio marito &egrave troppo esigente.’ ‘Niente di particolare, &egrave solo che lui pretende sempre di più.’ ‘Niente di particolare &egrave che lui si spinge sempre troppo oltre.’ A queste frasi senza un soggetto dopo un po’ mi venne automatico chiedere, in quale ambito della loro vita di coppia facesse riferimento. Lei prima facendosi rossa in viso poi non facendocela più a trattenere questo segreto rispose. ‘In ambito sessuale, desidera andare sempre oltre, ma io non &egrave che non voglio &egrave solo che’ &egrave solo che’ &egrave solo che determinate cose non le ho mai fatte e mi piacerebbe pure ma’ ma mi faccio male. Ecco l’ho detto.’ Io rimasi un po disorientato, non mi aspettavo fossero problemi di natura sessuale, soprattutto dopo i loro discorsi. Facendo un po la faccia tosta e prendendola un po alla larga cercai di capire cosa significasse il (mi faccio male). Questo discorso anche se iniziato senza secondi fini mi fece subito alzare il livello di eccitazione. Ovviamente imbarazzata non volle dirmi di cosa si trattasse e con quel tergiversare dei discorsi senza andare al nocciolo del discorso finì la giornata ed ognuno ritornò alle sue cose. Nei giorni successivi ogni volta che mi voleva raccontare qualcosa, io avevo la sensazione che lei mi volesse dire di cosa si trattava l’argomento sesso affrontato in passato. Sarà stata la mia curiosità o l’argomento che per me viene prima di tutto, ma da quel giorno in poi mia cognata iniziava ad arraparmi, così facendo la faccia tosta iniziai ad insistere sull’argomento. Poi un bel giorno, forse dopo l’ennesima litigata, venne da me ed abbracciandomi mi disse che voleva spiegarmi tutto, perché le sue amiche le davano solo pareri da donna ed a lei ne serviva uno dato da un uomo, per riuscire ad immedesimarsi nella richiesta di suo marito. Ormai toltasi la maschera di timida innocente iniziò a raccontarmi i loro rapporti sessuali, spiegandomi che non era schizzinosa, o passiva nel rapporto, anzi. Affrontò l’argomento pompino in questo modo ‘cosa credi, a me piace fare i pompini’ oh mio dio, detto così fa un po brutto, ma &egrave la verità. Non riesco a scopare se prima non gliel’ho preso un po in bocca. E poi molto spesso lo succhio sia prima di iniziare a scopare, come preliminare, che dopo, per farlo concludere in bellezza. Perché molto spesso scopiamo tanto. Lui non viene mai, ha una resistenza enorme, allora io dopo essere venuta anche tre, quattro volte non ce la faccio più e così preferisco succhiarglielo’ A questo punto ti dico tutto. Mi faccio venire anche in bocca, a me non fa schifo, ingoio anche, cosa credi! Ti dico tutte queste cose per farti capire che io non sono una frigida’ anzi!’ Ed io in estasi solo a sentire quelle parole, arrapato all’inverosimile le dico ‘E quindi cosa vuole di più, scopate come ricci!’ e mi faccio una risata. Lei prima inizia a ridere con me, poi mi guarda e con sguardo serio affermò: ‘Vuole il culo!’ Alche io ribattei ‘Argomento difficile il culo’. Guardandomi con lo sguardo da cagnolino e annuendo con la testa ‘Devi sapere che il problema non &egrave il culo in quanto tale, nel senso, quando facciamo i preliminari lui mi lecca e mi masturba, infilandomi anche due dita in culo, ed io già sento le stelle, ma per amor suo sopporto. Il problema &egrave quando vuole inserire il suo cazzo, ho difficoltà. Lui ha un cazzo enorme. Mi faccio troppo male e non riesce mai ad entrare. Abbiamo provato con lubrificanti di tutti i tipi. Ma mi faccio troppo male. Allora lui dice che io non lo amo abbastanza. Che non riesco a concedermi completamente a lui. E per colpa di tutte queste minchiate, che iniziamo a litigare. Quando riesco, addirittura metto via l’orgoglio e per farmi perdonare, per non farlo rimanere completamente a secco, gli faccio un pompino. Ma altre volte non finiamo neanche di scopare. E tu cosa ne pensi, come posso fare?’ Cercavo di rimanere sul diplomatico per non far sentire a disagio lei e per non mettere in difficoltà mio cognato, e poi speravo che mi raccontasse qualche altro aneddoto. In un botta e risposta tra culo, problemi di coppia ed il sesso dice ‘Ci vorrebbe qualcosa per allargarmelo’, e scoppiamo a ridere, ed io faccio ‘o qualcuno’ e subito altra risata. D’un tratto ritorna seria, ‘perché secondo te con un altro non sentirei dolore lo stesso?’ ‘Dipende, da quanto ce l’ha grosso’ ‘Ci pensi, vado tra la gente e faccio’ mi scusi, mi faccia vedere il suo pisello, vediamo se non &egrave troppo grosso ‘ bene la dimensione giusta. Mi vorrebbe scopare in culo, così me lo allarga un po” E dopo una massiccia risata. Ritornammo a lavorare. Tra me e me pensavo di aver sbagliato a non continuare sul discorso, dovevo battere il ferro finché era caldo. Nei giorni successivi, nessun cenno all’argomento marito, figuriamoci sull’argomento sesso e soprattutto culo. Fino a che, forse complice un’altra litigata, la mia bella cognatina mi disse ‘Sai, per quel fatto che ti spiegai’ il sesso anale?’ ‘Si, si certo’ tutto risolto?’ ‘Ma che’ sempre peggio. Addirittura ho comprato un aggeggino di plastica” ‘Un dildo’ ‘Si bravo, e sto provando da sola, ma non mi riesce, mi sento stupida.’ Al che io la guardai, mi alzai e mi avvicinai a lei. La guardai ed accarezzandole le spalle ‘devi sapere che per fare certe cose, bisogna essere rilassati, bisogna creare l’ambiente giusto, ci vuole la giusta complicità. Ti devi fidare dell’altra persona, deve essere una fiducia dettata dal godimento, una fiducia quasi inconsapevole.’ Ed il mio massaggino passò dalle spalle a dietro la testa. Facendomi anima e coraggio le girai la sedia ed accovacciandomi all’altezza del suo viso la guardai e prendendole le mani ‘Se vuoi ti aiuto io’. Ed iniziai ad accarezzargli le gambe. Si irrigidì per un attimo e guardandomi con sguardo serio ‘Ma sei pazzo’ ‘Non fraintendiamo se lo faccio &egrave per voi a me non me ne torna niente. Cosa pensi che voglia approfittare della situazione?’ Ed intanto le mie mani non smettevano di accarezzarle le gambe. Poi con fare serio tolsi le mani dalle gambe la guardai fisso negli occhi e impostando la voce ‘Ovviamente sei liberissima di non accettare il mio aiuto. Io lo facevo solo per voi. Non mi andava di vedere una così bella coppia buttare in fumo un rapporto per una cosa risolvibile.’ A queste parole, riprense le mie mani e se le riportò sulle gambe, accompagnando il mio movimento di accarezzarle. ‘Dicevamo, ti aiuto io a superare l’ostacolo del sesso anale.’ Vedevo che pendeva dalle mie labbra, come se fossi un guru. ‘Conta solo la risoluzione del problema.’ La feci alzare ed accomodandoci sul divano uno di fianco all’altro le continuai ad accarezzare le gambe spingendomi però, sempre più in avanti con la mano. Intanto continuai a parlare, come a volerla convincere che non era importante il mezzo ma il raggiungimento dell’obbiettivo. Dalle carezze passai ai baci, dapprima sulle braccia per poi passare al collo. Lei alzò la testa accompagnando il mio movimento ed addirittura girandosi verso di me per consentirmi di baciarla sulle labbra. Ci abbandonammo ad un bacio appassionato. Intanto la mia mano inoltratasi fino a sotto la sua gonna accarezzò da sopra le mutandine la sua depilata fichetta. Accorgendomi che si stava bagnando spostai le mutandine e con le dita penetrai quella fica pulsante. Intanto continuai a baciarla e scendendo sul collo iniziai a leccarglielo per far aumentare il suo piacere. Con la mano libera sbottonai la camicetta quel tanto che bastava per iniziare a toccarle le tette da sopra il reggiseno. Lei si lasciava guidare assecondando ogni mio movimento. L’intento di farla rilassare stava riuscendo. Staccandomi da lei la feci alzare e riprendendola a baciare iniziai a spogliarla, togliendo prima la camicetta e poi facendo cadere a terra la gonna. Una volata denudata si sedette sul divano ed aprendo le gambe mi diede una visione completa del suo sesso, come ad invitarmi a mangiarlo. Mi fiondai con la testa tra le sue gambe iniziando a baciarle la fica da sopra gli slip. Con il suo aiuto liberatasi delle mutandine le mie leccate diventavano sempre più ampie e profonde. Da sola si tolse il reggiseno e mentre la stavo leccando una mano si avvicinò a quelle turgide mammelle iniziando ad accarezzarle. La mia lingua andava sempre più in profondità in quel sesso completamente aperto e contemporaneamente si insinuava in anfratti più nascosti. Appena si sentì inumidire l’ano si irrigidì aprendo gli occhi, ma io facendo finta di niente continuai a baciare e leccare fino a quando non mi resi conto che stava ritornando a rilassarsi. Questo trattamento durò il tempo giusto per farla venire. Mi fissava con sguardo compiaciuto, quasi sorpreso, ‘Non sono mai venuta con una persona che non fosse mio marito’. Mi alzai sbottonandomi la camicia, lei mi aiutò a slacciare i pantaloni ed a liberare il mio cazzo imprigionato negli slip. Nonostante non fosse grosso come quello del marito prima di toccarlo disse ‘ma siamo sicuri che non mi farà male?’ Senza parlare avvicinai alle sue lebbra il mio arnese e prima che le toccassi aprì la bocca per accoglierlo. Entrò in un sol fiato, tutto in bocca, senza resistenza. Si vedeva che era abituata ad altre dimensioni, ma poco importava, avevo il mio cazzo nella sua bocca e stavo godendo di tutte le sue attenzioni. A malincuore, ma con una mossa che serviva a conquistare ancor di più la sua fiducia, lo sfilai da bocca ‘Oggi il protagonista non sono io, ma sei tu, anzi il tuo splendido culo’ Ed abbassandomi ritornai a farla stendere per dedicarmi ancora un po a quello splendido orifizio stretto. La feci girare a pancia sotto ed inarcare un po la schiena, era uno spettacolo quel culo così alto e sodo, per continuare a massaggiare con il dito l’ano e intervallarlo a profonde leccate. Tra una carezza e l’altra spingevo il dito sempre più dentro, notando che l’orifizio cedeva ad ogni mia pressione. Intanto non smettevo con l’altra mano di sgrillettarle il clitoride così che la sua attenzione non fosse incentrata solo sulla sua parte posteriore. Tanto era passionale quel momento che il dito medio usurpò quell’anfratto non provocando neanche un sussulto alla donna ma, anzi, aumentando notevolmente il suo piacere. Al primo dito ne seguì un secondo, che data la mia abbondante salivazione non trovò difficoltà nell’entrare ed iniziare a mandare in estasi la donna. Stavolta l’orgasmo che la travolse fu sconquassante, iniziò ad ansimare a voce alta, senza contegno e si lasciò andare ad un ultimo ‘si sono venuta, che bello, mettimelo in culo per favore voglio godere ancora.’ Questo era il momento di approfittarne. Avevo il cazzo di pietra. La lasciai un attimo sul divano, quasi abbandonandola, andai in bagno e tornanai con il sapone intimo, ‘così non sentirai niente’. Ne spalmai una goccia solo sul buchetto giusto per agevolare l’entrata e facendola inginocchiare sul divano inarcando la schiena mi consegnava quel buchetto che non vedeva l’ora di essere usurpato. Puntai la cappella sul buco e spingendo con maestria, senza fermarmi, violai quell’orifizio. Qualche lamento di dolore usciva dalla sua bocca ma il mio entrare lentamente senza pause, fece si che si ritrovò il cazzo in culo che la scopava. ‘Mi fai male, bastardo’. Poteva lamentarsi come voleva, ormai il cazzo era entrato. Dalla mia bocca uscirono poche parole ‘Pensa a rilassarti, pensa a quanto ti farò godere.’ Ed intanto il mio bacino continuava ad andare avanti ed indietro nel suo culo. Col palparle delle tette e con qualche carezza da sotto al clitoride sotto i miei colpi continui e mai irruenti iniziò a rilassarsi ed a godere del trattamento che stavo riservando a quello che fino ad oggi nessun uomo aveva mai avuto la fortuna di avere. Aumentai il ritmo della scopata assecondato dal movimento della sua schiena che accompagnava i miei colpi. Prendendola per i capelli, le tirai la testa verso di me e contemporaneamente aumentai la potenza dei miei colpi. Era in estasi, godeva, e lo si capiva dai gemiti che faceva, quasi a volermi incitare a darci ancor di più dentro. Non smettendo mai di stuzzicarle il clitoride non ci mise molto a venire un’altra volta. Anche io ero al limite della resistenza, quel buchetto stretto fasciava il mio cazzo perfettamente amplificando ancor di più le sensazioni, e poi avevo il cazzo in culo a mia cognata che godeva e ne voleva ancor di più. Le sussurrai all’orecchio ‘sto per venire, però non voglio farti perdere la sensazione di farti riempire il culo da lui, prendimelo in bocca’. Così scivolando delicatamente dalle sue terga gli sfilai il cazzo da culo, godendomi la visione del suo buchetto oscenamente dilatato. Lei con movimenti cauti si girò ed inginocchiandosi a terra prese a pompare con la bocca immediatamente quel cazzo. ‘Che sapore disgustoso sto cazzo di sapone’ E cacciandoselo da bocca gli sputò un sopra. Mentre con le mani mi faceva una sega come a volerlo lavare si dedicò qualche istante a succhiarmi le palle per poi rificcarselo un’altra volta tutto in gola, toccando con le labbra i peli pubici. Non ci misi molto a riversarle, senza neanche avvisarla, tutta la sborra in bocca. Come diceva nei discorsi dei giorni precedenti non battette ciglio ed ingoiò in un sol colpo tutto il mio nettare. Ci mettemmo sul divano senza dire una parola. Andò in bagno a sciacquarsi. Ritornata dal bagno neanche mi guardava. Fui io a rompere il silenzio. ‘Pensa che l’abbiamo fatto per lui. Approfittate del fine settimana per provarci.’ Non capivo le sensazioni che stesse provando in quel momento. Non mi pareva che le era dispiaciuto il trattamento che avevo riservato al suo splendido sederino. Dopo un po’ si alzò e salutandomi frettolosamente disse che doveva andarsene, lasciandomi perplesso, soddisfatto ma perplesso. Nel tempo successivo che rimasi in ufficio ovviamente non feci altro che pensare alla splendida scopata che mi ero fatto. Feci un’osservazione tra me e me, per come era andata la scopata non c’entrava niente le dimensioni del pisello era lui a non essere in grado di farla rilassare al punto tale da ficcarglielo in culo. Arrivando alla conclusione che era meglio per me, se no mi sarei perso quella splendida inculata.

Per commenti e consigli… maxxximissimo@gmail.com

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