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Erotici Racconti

IL DESIDERIO PROIBITO DI TIZIANA

By 28 Giugno 2018Aprile 21st, 2024No Comments

Conobbi Tiziana via email, mi contattò dopo aver letto un mio libro. Ci scrivemmo per qualche tempo, poi capitò l’occasione di invitarla a Firenze dove lavoravo in quel periodo. La sede fiorentina di un’università internazionale organizzava una festa in collina e ricevetti un invito per due persone. Tiziana arrivò in treno da Torino, andai a prenderla in stazione e la accompagnai all’hotel che le avevo prenotato a due passi da casa mia. Era una bellissima giornata di giugno, andammo in giro per Firenze. Tiziana era un’ex modella, aveva gambe lunghissime e un viso bellissimo con occhi e capelli scuri raccolti in uno chignon.
Decidemmo di riposarci e mangiare qualcosa a casa mia prima di andare alla festa. Tiziana si cambiò e indossò un abito leggero senza maniche. Iniziammo a preparare insieme un’insalata. Avevamo appena iniziato a mangiare quando Tiziana si avvicinò a me e cominciò a baciarmi. Continuammo a baciarci seduti al tavolo per un po’, poi Tiziana mi prese per mano e mi portò in camera. Si spogliò completamente, tenendo solo indosso le minuscole mutandine. Aveva un corpo bellissimo e abbronzato. Mi spogliò, togliendomi anche gli slip e scoprendo il mio cazzo già in erezione. Nel frattempo io avevo raggiunto con le mani la sua vagina completamente depilata e fradicia di umori. Tiziana si buttò voracemente con la lingua sulla cappella. Accennai a prendere un preservativo, ma lei mi fermò con un gesto ‘Prendimi così, per favore, voglio sentirlo tutto’. Si accucciò sopra di me e in un colpo solo se lo infilò tutto dentro. Fu una scopata piena di passione. Tiziana venne tremando un paio di volte. ‘Dove vuoi che venga?’ le chiesi alla fine. Lei si inginocchiò sul letto e mi porse il seno dove schizzai copiosamente sotto il suo sguardo soddisfatto e voglioso. Ci stendemmo sul letto, uno di fianco all’altra. La posizione ideale per ammirare il suo culo strepitoso, la curva perfetta delle sue natiche. Non ci volle molto perché tornassi ad eccitarmi. Ancora umido della sua fica e del mio seme, provai ad avvicinarmi al suo buchetto. Tiziana mi incoraggiò inarcandosi verso di me. Fu una dolcissima penetrazione anale. Sentivo il suo buchetto pulsare intorno alla mia cappella, e spinsi piano fino ad entrarle tutto nel culo. La scopai lungamene così, abbracciandola e baciandola. Completamente perso di lei, non pensai neppure a tirarlo fuori stavolta e le sborrai tutto nel culo mentre entrambi eravamo scossi da brividi di piacere.

Pian piano ci riprendemmo e ci preparammo per andare alla festa. Tiziana era elegantissima nel suo vestito nero, i sandali con il tacco non troppo lungo facevano risaltare ancora di più le sue belle gambe. Chiamammo un taxi e arrivammo all’ingresso del parco in cui si teneva la festa. Facemmo un po’ di strada all’interno del parco, il percorso non era molto chiaro. Lungo la strada c’era un piccolo edificio in pietra. Tenendoci per mano, entrammo a curiosare. Sembrava fatto apposta per noi. Tiziana si appoggiò al muro, le sollevai il vestito e la calai le mutande e la penetrai in un sol colpo. Incuranti del rischio che arrivasse qualcuno, continuammo a scopare per un po’ e dovetti metterle la mano sulla bocca per impedire di mugolare’In lontananza si udivano i rumori della festa e a malincuore dovemmo sospendere e rimetterci in cammino. La festa era piena di gente, il giardino della villa rimbombava di musica e risate. Salutai qualcuno, bevemmo un po’ di vino e ballammo. Ma i nostri pensieri erano altrove e bastava che i nostri corpi si avvicinassero per far di nuovo scattare l’eccitazione. Ci avventurammo lungo una scala, arrivammo in una specie di mezzanino buio. Tiziana si appoggiò ad una scrivania e mi incitò di nuovo a prenderla alla pecorina. Scopammo ancora e ancora, la sua vagina umida e mai sazia del mio cazzo che le scivolava dentro e fuori.. Tornammo a casa verso le due, a piedi, con tiziana che reggeva in mano i suoi sandali. Ancora pieni di voglia, salimmo in camera sua e ancora una volta la sodomizzai, stavolta però schizzandole alla fine sul viso e sul corpo.

Qualche tempo dopo andai a trovare Tiziana a Torino. Mi portò in un ristorante in collina. Dopo la cena, andammo a fare un giro con la macchina. Finimmo con l’appartarci sul sedile di dietro. Di fianco a lei, la penetrai in fica. Sentii la sua mano stringersi attorno al mio cazzo, sfoderarlo dalla fica e dirigerselo verso il buco culo. ‘Dai, dai’ mi incitò più volte, finché le riempii il culo con il mio seme.

La volta successiva si presentò al mio ufficio con pochissimo preavviso. L’accolsi in una saletta al piano di sotto, mentre al piano di sopra i colleghi lavoravano. A quattro zampe sul divano, accolse senza preliminari il mio cazzo in culo, agitandosi come un’indemoniata. Andammo poi a pranzo in un ristorante fuori città. Dopo pranzo, un po’ brilli, ci inoltrammo tra i campi. Qui, stesi tra gli alberi, la presi ancora e ancora da dietro baciandole lascivamente il collo.. Tornammo alla fine in ufficio, nel frattempo i colleghi se ne erano andati. Tiziana si accucciò nuda sul divano, ai piedi un paio di scarpe elegantissime, e mi porse il culo per la terza sodomia della giornata

L’ultimo incontro fu nel residence dove mi trovavo per lavoro. Tiziana arrivò in macchina e come sempre scopammo con grande passione e trasporto. Al mattino, Tiziana volle raccontarmi un sogno che aveva fatto.. ‘ho sognato’ disse ‘che mi facevi la pipì addosso’. Rimasi un po’ stupito da quel racconto. ‘Pensi che sia una fantasia’che vorresti realizzare?’ chiesi. ‘Non so, però il sogno era molto intenso e mi ha eccitato parecchio” La presi per mano e la condussi in bagno. Tiziana si inginocchiò vicino a me nella doccia. Con il cazzo già abbastanza eretto, non fu immediato iniziare ad orinare. Oltretutto Tiziana stava già cominciando a smanettarmi. Le allontanai la mano e pian piano cominciai a pisciarle addosso. Tiziana mi guardava negli occhi mentre la mia piscia le scorreva lungo la bocca, sul seno e sul corpo. Dopo che ebbi finito di pisciare, le porsi il cazzo da ripulire. Tiziana lo lecco e succhiò, scivolando con la bocca lungo l’asta umida di urina. ‘Adesso voglio un altro bello schizzo’ disse. E io obbediente, le sborrai in bocca. Non la vidi mai più.

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