Caro diario
sono terribilmente infelice e stupida. Però ho imparato dalla vita a non fidarmi delle amiche, vedi Alberta. Ma andiamo con ordine.
Devi sapere che Ludovico, dopo il nostro primo incontro a Bologna è dovuto partire con suo padre e mi ha mandato solo una cartolina.
Io non gli ho potuto scrivere e quindi ero un poco triste.
Non vedevo l’ora che passassero questi due mesi per poter tornare a Bologna e rivederlo. Mi mancano terribilmente le sue carezze, i suoi baci e… il resto. Ora l’altro giorno ho ricevuto una lettera da Alberta.
Curiosa mi sono precipitata a leggerla e quale è stata la mia disperazione quando ho saputo che i suoi cugini le avevano detto di aver visto Ludovico, prima di partire, amoreggiare con una villeggiante e che inoltre, lui si sarebbe vantato con i cugini di avermi vista nuda e di essersi divertito con me. Non puoi immaginare come mi sono sentita: mi è caduto il mondo addosso.
Con i miei parenti ho fatto finta di niente, ma appena sono stata sola, sono scappata nel bosco e mi sono messa a piangere come una disperata.
Non capivo ancora che la gente a volte per invidia, si inventa delle storie.
Io ho creduto che Alberta dicesse la verità e anche se sentivo di voler bene a Ludovico, mi è montata una grande rabbia.
Non sapevo cosa fare per sfogarmi. Prenderlo a pugni, secondo la mia indole, non potevo essendo lui lontano, che cosa potevo fare allora?
Mentre piangevo ho sentito dei rami spezzati. Mi sono voltata e ho visto Lorenzo, il nipote di mia zia che si avvicinava. Lorenzo ha due anni più di me. Fino all’anno scorso giocavamo a correrci dietro e io lo facevo arrabbiare combinandogli degli scherzi.
Quando lui mi inseguiva per picchiarmi io correvo a piedi nudi nelle stoppie del grano e lui che aveva i piedi delicati si doveva fermare.
E’ appassionato di funghi e spesso gira per il bosco da solo per trovarli. Appena mi ha visto mi è corso vicino
– Cosa ti è successo? Ti sei fatta male? –
Io sono stata zitta e lui è rimasto lì fermo a guardarmi.
Penso di piacergli, perché ogni tanto mi guardava con certi occhi se mi si scoprivano le gambe o quando salivo sui ciliegi mi sbirciava sotto la gonna, ma non ha mai fatto nient’altro.
Mi sono asciugata gli occhi.
– Sono inciampata – ho mentito – e mi sono fatta male alla caviglia –
– Fa vedere – ha detto. Si è chinato ed io ho alzato la gamba in modo da scoprire l’altra.
La gonna è risalita oltre il ginocchio ed ho fatto finta di non accorgermene.
Lui si è chinato ancora e sono sicura che voleva guardarmi le mutandine.
Poi ha cominciato a massaggiarmi.
– Sai che sei cambiata molto rispetto all’anno scorso – mi ha detto a testa bassa.
– E in che cosa? – ho chiesto con fare ingenuo.
Lui si è grattato la testa ed è diventato rosso.
– Sei… più donna… ecco –
– Hai finito? – l’ho interrotto perché ho visto che mi guardava le tette.
Lui mi ha lasciato andare la gamba e ha continuato a guardarmi.
– Come va? – mi ha chiesto indicando la caviglia –
– Bene – ho risposto – mi è venuta voglia di rusticani, sai se ce ne sono? –
– Si, qui vicino, se vuoi ti accompagno –
Ci siamo allontanati una cinquantina di metri, quando, dietro un grosso masso, in un avvallamento, c’era un albero di rusticani carico di frutti.
Ho guardato Lorenzo e ho pensato di vendicarmi di Ludovico.
Mi sono avvicinata all’albero e ho fatto per salire, poi ho finto di non farcela.
– Lorenzo, mi fa male la caviglia, mi dai una spinta per favore? –
Lui si è avvicinato e mi ha cinto la vita per spingermi.
Ho allungato le mani poi gli ho detto
– Spingi, prendimi per le anche –
Lui mi ha afferrato e io ho fatto finta di scivolare. Per sostenermi mi ha messo una mano sul sedere.
Non mi ha retto e così sono scivolata su di lui fino a che le sue mani si sono trovate sotto le mie ascelle.
Ho sentito col sedere che aveva il pisello duro ed ho pensato di approfittarne.
– Toglimi le mani dalle tette – gli ho detto, fingendomi arrabbiata.
– Scusa, non l’ho fatto apposta, mi è scivolata la mano – mi ha risposto rosso in viso –
– Non ti credo, ho visto come le guardi –
– E’ che dall’anno scorso sei proprio cambiata… in meglio –
– Ma ti piacciono tanto le mie tettine? –
Lui ha mandato giù la saliva, rosso come un pomodoro, poi
– Tu… mi piaci tutta, ti ho sognato anche di notte –
– Davvero? – ho continuato con fare malizioso – e perché non me l’hai mai detto? –
– Perché mi fai soggezione… sei così… seria –
– Ti piacerebbe vederle? – gli ho detto a bruciapelo con il cuore in gola.
Lui ha stralunato gli occhi, si è guardato attorno, poi rosso paonazzo ha mormorato.
– Perché mi prendi in giro? –
– Non ti prendo in giro. Ti piacerebbe vederle? –
– Non ci posso credere…certo che mi piacerebbe…-
Ho portato le mani alla camicetta e ho sbottonato due bottoni.
Lui è rimasto fermo a guardarmi con la saliva che gli colava dalla bocca. Ho continuato a sbottonarla, poi l’ho aperta: il reggiseno le copriva ma le coppe erano belle turgide.
– Ti basta? – gli ho chiesto.
Lui era immobile, con lo sguardo fisso sulle mie tettine.
– Le vuoi vedere meglio? – Gli ho detto.
Lui non ha risposto. Allora ho slacciato il reggipetto e l’ho alzato.
Lui ha chiuso gli occhi poi li ha riaperti.
– Ti piacciono? – gli ho chiesto –
– Sono bellissime… sei bellissima. santo cielo come sei bella! –
– Le vuoi toccare? – mi sono azzardata a dire.
Mi ha guardata meravigliato, poi ha alzato una mano e tremando mi ha toccato un capezzolo.
Al contatto ho avuto un fremito.
– Vieni – ho aggiunto, sdraiandomi in terra e allungando la mano.
Lui si è adagiato vicino a me, con lo sguardo fisso sul mio petto.
Ha continuato ad accarezzarle, poi si è chinato a baciarle. Con la lingua ha solleticato i capezzoli.
Io ho sentito il suo profumo vicino e mi sono eccitata.
Mi ha carezzato a lungo.
– Come sei bella, mi sembra di sognare… averti qui, poterti toccare… come sei bella –
Allora l’ho baciato sulle labbra e lui, prima è rimasto sorpreso, poi mi ha corrisposto.
– Mi vuoi vedere….tutta? – gli ho sussurrato in un orecchio.
Lui si è rialzato e mi ha guardato fisso. Aveva gli occhi che sfavillavano.
– Davvero? Davvero mi faresti vedere il resto? –
Gli ho preso una mano e l’ho portata sulla mia gonna all’altezza del ventre.
– Tira su la sottana – ho detto.
Tremando ha alzato la sottana, fino a scoprirmi le mutandine. Gli ho portato la mano sulle mutandine e ho chiuso gli occhi.
Lui le ha toccate, poi visto che mi sono sollevata col sedere, me le ha abbassate e ha visto la peluria che copre il mio sesso.
E’ rimasto in adorazione, muto.
– Accarezzami, per favore – ho sussurrato languidamente.
Lui ha messo la mano nella mia fessura e ha cominciato a passare le sue dita nell’incavo.
Ha trovato il grilletto e ha cominciato a stimolarlo.
Io mi sono inarcata e lui ha abbassato la testa e ha cominciato a leccarmi. Intanto con le dita lisciava le pareti accanto, procurandomi un grande piacere. Io, ero eccitata al massimo, e ho cominciato ad accarezzarlo fra le gambe dove ho sentito il suo pisello duro.
Gli ho aperto i pantaloni e mi sono trovata in mano il suo membro che era molto grosso.
Appena l’ho avuto nelle mani, lui ha sospirato ed ha spinto contro la mia mano. Io ho cominciato a muovere la mano, su e giù, mentre le sue carezze mi eccitavano sempre più.
Ad un tratto, lui ha avuto come una scossa e mi sono trovata la mano piena del suo liquido appiccicoso.
Lui però ha continuato a stimolarmi finché sono venuta anch’io. Ho cominciato a tremare, poi ho mormorato
– Basta…ti prego…basta…non resisto –
Allora mi ha abbracciato forte e ha sussurrato
– Mi hai reso la persona più felice della terra, non ci credo ancora… di averti avuta… così, ti prego, fammi vedere anche il tuo sederino –
Mi sono voltata e lui ha affondato le mani nelle mie natiche baciandole. Caro Ludovico, ti ho reso pan per focaccia! –
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Bhe...è difficile che si ricevi un commento, Questo sito non è tantissimo frequentato da gente attiva :)
Una serie di racconti sempre più eccitanti, alla fine Gianni ha raggiunto il suo scopo
Mi sa che alla prossima Gianni raggiunge l'obbiettivo
Un vero cuck, lei senza problemi gli racconta, d'altronde lui glielo aveva permesso al telefono