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Racconti Erotici Etero

Il diario di Elle 5a puntata

By 9 Marzo 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Caro diario

sono terribilmente infelice e stupida. Però ho imparato dalla vita a non fidarmi delle amiche, vedi Alberta. Ma andiamo con ordine.
Devi sapere che Ludovico, dopo il nostro primo incontro a Bologna è dovuto partire con suo padre e mi ha mandato solo una cartolina.
Io non gli ho potuto scrivere e quindi ero un poco triste.
Non vedevo l’ora che passassero questi due mesi per poter tornare a Bologna e rivederlo. Mi mancano terribilmente le sue carezze, i suoi baci e… il resto. Ora l’altro giorno ho ricevuto una lettera da Alberta.
Curiosa mi sono precipitata a leggerla e quale è stata la mia disperazione quando ho saputo che i suoi cugini le avevano detto di aver visto Ludovico, prima di partire, amoreggiare con una villeggiante e che inoltre, lui si sarebbe vantato con i cugini di avermi vista nuda e di essersi divertito con me. Non puoi immaginare come mi sono sentita: mi è caduto il mondo addosso.
Con i miei parenti ho fatto finta di niente, ma appena sono stata sola, sono scappata nel bosco e mi sono messa a piangere come una disperata.
Non capivo ancora che la gente a volte per invidia, si inventa delle storie.
Io ho creduto che Alberta dicesse la verità e anche se sentivo di voler bene a Ludovico, mi è montata una grande rabbia.
Non sapevo cosa fare per sfogarmi. Prenderlo a pugni, secondo la mia indole, non potevo essendo lui lontano, che cosa potevo fare allora?
Mentre piangevo ho sentito dei rami spezzati. Mi sono voltata e ho visto Lorenzo, il nipote di mia zia che si avvicinava. Lorenzo ha due anni più di me. Fino all’anno scorso giocavamo a correrci dietro e io lo facevo arrabbiare combinandogli degli scherzi.
Quando lui mi inseguiva per picchiarmi io correvo a piedi nudi nelle stoppie del grano e lui che aveva i piedi delicati si doveva fermare.
E’ appassionato di funghi e spesso gira per il bosco da solo per trovarli. Appena mi ha visto mi è corso vicino
– Cosa ti è successo? Ti sei fatta male? –
Io sono stata zitta e lui è rimasto lì fermo a guardarmi.
Penso di piacergli, perché ogni tanto mi guardava con certi occhi se mi si scoprivano le gambe o quando salivo sui ciliegi mi sbirciava sotto la gonna, ma non ha mai fatto nient’altro.
Mi sono asciugata gli occhi.
– Sono inciampata – ho mentito – e mi sono fatta male alla caviglia –
– Fa vedere – ha detto. Si è chinato ed io ho alzato la gamba in modo da scoprire l’altra.
La gonna è risalita oltre il ginocchio ed ho fatto finta di non accorgermene.
Lui si è chinato ancora e sono sicura che voleva guardarmi le mutandine.
Poi ha cominciato a massaggiarmi.
– Sai che sei cambiata molto rispetto all’anno scorso – mi ha detto a testa bassa.
– E in che cosa? – ho chiesto con fare ingenuo.
Lui si è grattato la testa ed è diventato rosso.
– Sei… più donna… ecco –
– Hai finito? – l’ho interrotto perché ho visto che mi guardava le tette.
Lui mi ha lasciato andare la gamba e ha continuato a guardarmi.
– Come va? – mi ha chiesto indicando la caviglia –
– Bene – ho risposto – mi è venuta voglia di rusticani, sai se ce ne sono? –
– Si, qui vicino, se vuoi ti accompagno –
Ci siamo allontanati una cinquantina di metri, quando, dietro un grosso masso, in un avvallamento, c’era un albero di rusticani carico di frutti.
Ho guardato Lorenzo e ho pensato di vendicarmi di Ludovico.
Mi sono avvicinata all’albero e ho fatto per salire, poi ho finto di non farcela.
– Lorenzo, mi fa male la caviglia, mi dai una spinta per favore? –
Lui si è avvicinato e mi ha cinto la vita per spingermi.
Ho allungato le mani poi gli ho detto
– Spingi, prendimi per le anche –
Lui mi ha afferrato e io ho fatto finta di scivolare. Per sostenermi mi ha messo una mano sul sedere.
Non mi ha retto e così sono scivolata su di lui fino a che le sue mani si sono trovate sotto le mie ascelle.
Ho sentito col sedere che aveva il pisello duro ed ho pensato di approfittarne.
– Toglimi le mani dalle tette – gli ho detto, fingendomi arrabbiata.
– Scusa, non l’ho fatto apposta, mi è scivolata la mano – mi ha risposto rosso in viso –
– Non ti credo, ho visto come le guardi –
– E’ che dall’anno scorso sei proprio cambiata… in meglio –
– Ma ti piacciono tanto le mie tettine? –
Lui ha mandato giù la saliva, rosso come un pomodoro, poi
– Tu… mi piaci tutta, ti ho sognato anche di notte –
– Davvero? – ho continuato con fare malizioso – e perché non me l’hai mai detto? –
– Perché mi fai soggezione… sei così… seria –
– Ti piacerebbe vederle? – gli ho detto a bruciapelo con il cuore in gola.
Lui ha stralunato gli occhi, si è guardato attorno, poi rosso paonazzo ha mormorato.
– Perché mi prendi in giro? –
– Non ti prendo in giro. Ti piacerebbe vederle? –
– Non ci posso credere…certo che mi piacerebbe…-
Ho portato le mani alla camicetta e ho sbottonato due bottoni.
Lui è rimasto fermo a guardarmi con la saliva che gli colava dalla bocca. Ho continuato a sbottonarla, poi l’ho aperta: il reggiseno le copriva ma le coppe erano belle turgide.
– Ti basta? – gli ho chiesto.
Lui era immobile, con lo sguardo fisso sulle mie tettine.
– Le vuoi vedere meglio? – Gli ho detto.
Lui non ha risposto. Allora ho slacciato il reggipetto e l’ho alzato.
Lui ha chiuso gli occhi poi li ha riaperti.
– Ti piacciono? – gli ho chiesto –
– Sono bellissime… sei bellissima. santo cielo come sei bella! –
– Le vuoi toccare? – mi sono azzardata a dire.
Mi ha guardata meravigliato, poi ha alzato una mano e tremando mi ha toccato un capezzolo.
Al contatto ho avuto un fremito.
– Vieni – ho aggiunto, sdraiandomi in terra e allungando la mano.
Lui si è adagiato vicino a me, con lo sguardo fisso sul mio petto.
Ha continuato ad accarezzarle, poi si è chinato a baciarle. Con la lingua ha solleticato i capezzoli.
Io ho sentito il suo profumo vicino e mi sono eccitata.
Mi ha carezzato a lungo.
– Come sei bella, mi sembra di sognare… averti qui, poterti toccare… come sei bella –
Allora l’ho baciato sulle labbra e lui, prima è rimasto sorpreso, poi mi ha corrisposto.
– Mi vuoi vedere….tutta? – gli ho sussurrato in un orecchio.
Lui si è rialzato e mi ha guardato fisso. Aveva gli occhi che sfavillavano.
– Davvero? Davvero mi faresti vedere il resto? –
Gli ho preso una mano e l’ho portata sulla mia gonna all’altezza del ventre.
– Tira su la sottana – ho detto.
Tremando ha alzato la sottana, fino a scoprirmi le mutandine. Gli ho portato la mano sulle mutandine e ho chiuso gli occhi.
Lui le ha toccate, poi visto che mi sono sollevata col sedere, me le ha abbassate e ha visto la peluria che copre il mio sesso.
E’ rimasto in adorazione, muto.
– Accarezzami, per favore – ho sussurrato languidamente.
Lui ha messo la mano nella mia fessura e ha cominciato a passare le sue dita nell’incavo.
Ha trovato il grilletto e ha cominciato a stimolarlo.
Io mi sono inarcata e lui ha abbassato la testa e ha cominciato a leccarmi. Intanto con le dita lisciava le pareti accanto, procurandomi un grande piacere. Io, ero eccitata al massimo, e ho cominciato ad accarezzarlo fra le gambe dove ho sentito il suo pisello duro.
Gli ho aperto i pantaloni e mi sono trovata in mano il suo membro che era molto grosso.
Appena l’ho avuto nelle mani, lui ha sospirato ed ha spinto contro la mia mano. Io ho cominciato a muovere la mano, su e giù, mentre le sue carezze mi eccitavano sempre più.
Ad un tratto, lui ha avuto come una scossa e mi sono trovata la mano piena del suo liquido appiccicoso.
Lui però ha continuato a stimolarmi finché sono venuta anch’io. Ho cominciato a tremare, poi ho mormorato
– Basta…ti prego…basta…non resisto –
Allora mi ha abbracciato forte e ha sussurrato
– Mi hai reso la persona più felice della terra, non ci credo ancora… di averti avuta… così, ti prego, fammi vedere anche il tuo sederino –
Mi sono voltata e lui ha affondato le mani nelle mie natiche baciandole. Caro Ludovico, ti ho reso pan per focaccia! –

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