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Racconti Erotici Etero

IL GARAGES

By 3 Ottobre 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

Mentre guidava la sua panda nel traffico del pomeriggio Claudia continuava a ripensare alla brutta discussione avuta con un cliente dello studio legale presso il quale &egrave impiegata.
Dopo quella discussione le era entrato in corpo un sentimento misto tra angoscia e paura.Quello era un cliente un po’ losco che lei aveva considerato da sempre un mafioso. E ora si sentiva impaurita per quella discussione telefonica.Non vedeva l’ora di arrivare a casa e parlarne con suo marito Giorgio.
Anche con lui la sera prima aveva avuto una discussione perché Giorgio le chiedeva alcune trasgressioni sessuali alle quali lei non voleva cedere.
A dire la verità l’idea di trasgredire la eccitava ma la sua educazione cattolica le impediva di abbattere quel muro di perbenismo costruito in trentotto anni di vita.
Claudia era nel pieno della sua maturità sessuale e sensuale.Era alta quasi un metro e settanta,magra e con gambe lunghe e affusolate . I suoi capelli mori scendevano sinuosamente lungo il suo corpo fino quasi a raggiungere i suoi seni.
E così immersa nei suoi pensieri arrivò ben presto a casa.
Vide che suo marito era in garage e decise di rivelargli subito della brutta giornata di lavoro.
Posteggiò la Panda e scendendo notò immediatamente che Giorgio appariva pallido e agitato.
Ben presto capì il perché! Cinque brutti ceffi erano lì nel garage ed era chiaro che non avevano belle intenzioni. A prima vista Claudia giudicò che dovevano essere nord africani.
Il silenzio che regnò per qualche secondo parve eterno.
Poi una voce alle sue spalle echeggiò:’ Sono qui per finire la discussione che abbiamo avuto in ufficio’.
A Claudia il sangue si gelò nelle vene. ‘Vi prego non uccideteci’ furono le uniche parole che riuscì a proferire.
‘Non preoccuparti, ti do la mia parola che non vi uccideremo’ rispose il cliente.
Detto questo fece un cenno ai cinque scagnozzi che immediatamente presero Giorgio lo legarono e lo chiusero nell’auto.
Dopo di che furono subito su di lei.
La presero senza tanti complimenti e le strapparono di dosso lo splendido tailleur blu che indossava.
Claudia rimase con il reggiseno,il perizoma nero e le autoreggenti dello stesso colore.
Nonostante il gran caldo stava tremando.
Tremava perché ora aveva capito le intenzioni dei cinque africani.
Gli uomini dopo aver chiuso il garage incominciarono a spogliarsi e per Claudia la paura si trasformò in panico quando vide i 5 enormi cazzi che avevano in mezzo alle gambe, comunque li guardò certo intimorita ma affascinata.
Lei aveva avuto rapporti solo con Giorgio che era normodotato e ora si chiedeva come avrebbe potuto ricevere quegli uccelli giganti.
Venne fatta inginocchiare e dopo averla circondata la obbligarono a incominciare a succhiare i loro cazzi che nel frattempo erano diventati ancora più grandi a causa dell’erezione.
Claudia cercò di allontanare la testa dalla prima verga che le venne posta davanti al viso, ma poi capì che era meglio non opporsi, schiuse le labbra e con la lingua saggio la carne bollente, ma l’uomo spinse la cappella contro le labbra e lei fu costretta ad aprire la bocca, il cazzo scivolo fino in fondo, lei si sentiva soffocare, ma cominciava a godere di un misterioso insano piacere, il primo cazzo lasciò il posto al secondo, poi al terzo poi agli altri nessuno aveva nulla da invidiare agli altri. Tutti le riempirono tutta la bocca a turno a volte spingendo sino in fondo con il naso contro il ventre dell’uomo le impedivano quasi di respirare. La paura però la faceva rimanere concentrata e lei cercava di assecondarli in tutto per tutto.
Quando finì di lubrificare per bene i cinque uomini la voce fuori campo disse:’ Ok ragazzi ora fatele male’.
Claudia venne presa e gettata sul cofano dell’auto supina. Fu immobilizzata mani e piedi da quattro uomini mentre il primo incominciò a penetrarla violentemente. Non aveva mai subito l’introduzione di un cazzo così grosso, sentì un dolore acuto percorrerle la figa. Si sentiva la figa riempita come mai le era capitato prima e inoltre l’africano la stava scopando con una violenza selvaggia dandole colpi fortissimi che le facevano sussultare tutto il corpo, sentiva la carne bollente strofinare contro la mucosa, sentiva il clito che impazzito e sanguigno aveva avuto una pseudo erezione e lo sfregare della cappella le dava brividi di piacere.
Dopo un paio di minuti gli uomini si diedero il primo cambio.
Claudia notò ben presto che il secondo cazzo nonostante fosse più grosso, le faceva meno male del primo cominciò ad assaporare il piacere in u crescendo di eccitazione che la coinvolgeva in modo vertiginoso.
Quando Claudia accolse il terzo cazzo nella sua figa ormai bagnata incominciò a godere, dalle sue labbra usciva un flebile lamento ogni volta che il cazzo la penetrava.
Appena gli uomini si accorsero che si erano imbattuti in una cagna in calore smisero di tenerle gambe e piedi e gliene misero altri due in mano.
La donna non poteva crederci aveva tre cazzi enormi, uno le trapanava la figa, gli altri due erano stretti nel palmo delle sue mani e lei li masturbava godendo di tutto.
Per la prima volta in vita sua si sentì troia e pensò:’ ora quello stronzo di mio marito sarà contento!’.
Giorgio nel frattempo era riuscito a liberarsi ma si accorse ben presto che stava avendo un erezione violenta e notò anche l’espressione goduriosa sul viso di Claudia.
Intanto la sua dolce mogliettina raggiunse il suo primo orgasmo mentre l’ultimo uomo la stava scopando. Fu un orgasmo che le diede le vertigini, che le partì da dentro e risalì fino al cervello grazie a quell’enorme uccello che sentiva arrivare fino all’utero, sollevò le gambe, lasciò i cazzi che stringeva in mano e strinse a se l’uomo con le mani e con le gambe, lanciando un grido che era quasi un ululato.
Claudia non fece nemmeno in tempo a riprendersi dalla vertigine che venne trascinata giù dal cofano,presa per i capelli e obbligata a sedersi sul cazzo di uno degli africani che nel frattempo si era sdraiato.
La fecero protendere in avanti, voltata verso il finestrino dell’auto dove era il marito che vide con chiarezza il cazzone nero che puntò dritto verso il culo.
Claudia era vergine di culo, era questo che voleva da lei Giorgio e lei glielo aveva sempre negato, non appena sentì il cazzo africano sfiorarle lo sfintere gridò che non voleva, ma l’uomo si limitò a carezzare lo sfintere con la cappella viscida degli umori della figa, poi le introdusse un dito nel culo, Claudia non riusciva a capire se le facesse piacere o meno, il dito la frugò a lungo, poi un altro allargò il buco aprendo il muscolo, poi con un brivido senti di nuovo la grossa cappella sullo sfintere, cercò di rilassarsi aveva paura ma era eccitata, l’uomo spinse il cazzo tenendolo con una mano mentre con l’altra lo teneva fermo, pian piano forzò la stretta apertura, Claudia senti il cazzo scivolarle dentro l’intestino e incominciò a singhiozzare per il dolore insopportabile, si sentiva aperta, era una sensazione nello stesso tempo piacevole e dolorosa. Giorgio vide la carne della moglie aprirsi al passaggio della grossa asta che le dilatava le natiche, vide le mani che artigliavano la carne bianche e la allargavano per facilitare l’entrata del cazzo.
Lei supplicò che la smettessero, ma in cambio ricevette in bocca un altro uccello.
‘Succhia puttana bianca’ disse uno degli uomini e lei continuò il flebile lamento mentre la saliva le colava dagli angoli della bocca riempita sino in fondo.
Come già successo in precedenza il dolore si trasformò presto in eccitazione e Claudia incominciò a godersi tutte le doppie penetrazioni che a turno le furono dedicate, ormai lo sfintere era aperto e riceveva i grossi cilindri di carne con facilità, le mani di lei era scese fra le cosce e si masturbava la figa grondante mentre continuava a succhiare con foga i cazzi che a turno le mettevano in bocca.
Giorgio oramai era al culmine dell’eccitazione vedendo quelle scene e ascoltando i gemiti di sua moglie e di quegli uomini animaleschi, la vedeva sollevare le gambe e quasi saltare sull’altro uomo che era sdraiato accanto a lei e lasciarsi impalare dalla grossa asta protesa.
Quando Claudia fini di cavalcare tutti i maschi la fecero alzare e poggiare sul cofano dell’auto a pancia in giu’ e di nuovo a turno la scoparono nel culo tenendola con forza per i capelli e ordinandole di guardare negli occhi suo marito, lei era stravolta dal piacere sentiva le mani sui fianchi e i cazzi entrare ed uscire a turno dal culo ormai dilatato, man mano le vennero dentro tutti, lei percepì nettamente gli schizzi di sperma e gemette di piacere, Claudia attraverso i vetri dell’auto vide Giorgio che si masturbava, qualche minuto prima aveva desiderato il suo aiuto ora gli piaceva vederlo eccitato, improvvisamente senti salire il suo primo orgasmo anale sentì degli spasmi alla pancia, alla figa e il culo che si contraeva violentemente sull’uccello del suo aguzzino, strinse le natiche in una stretta selvaggia lanciando un urlo di piacere, quando anche il quinto uomo la inculò nel buco ormai aperto e viscido Claudia lo sentì i suoi buchi pulsare per il trattamento che le era stato riservato, l’uomo lo sfilò e lei sentì tutto lo sperma che le era stato pompato dentro uscire con una rumorosa scoreggia e defluire fra le cosce.
A questo punto il mafioso disse :’ E ora la ciliegina sulla torta’.
Anche lui tirò fuori il cazzo e gettò la donna per terra supina.
Incominciò a scoparla dicendole:’ Hai visto cosa succede alle sgualdrine che osano litigare con me?’.
E poi aggiunse:’ Forza ragazzi adesso voglio che le facciate una doccia di sperma’.
Gli uomini la circondarono e incominciarono a masturbare le loro aste mentre il mafioso continuava a scoparla e a insultarla.
All’improvviso tutti e sei gli uomini incominciarono a sborrare e a Claudia parve che litri di sborra si riversassero su e dentro di lei di lei.
Fu così che ebbe l’ennesimo orgasmo.
Giorgio sborrò direttamente sul volante della panda.
Dieci minuti dopo i sei aguzzini se ne erano andati e Claudia giaceva ancora in garage a riprendere fiato. Giorgio era di fianco a lei senza proferire parola.

Qualche giorno dopo Giorgio ricevette una telefonata da Claudia al lavoro.
‘Ciao tesoro’. Ho mandato a cagare quel cliente che conosci anche tu”.. si &egrave incazzato come l’altra volta forse ci aspettano anche oggi in garages, . Ciao amore ci vediamo lì alle 17′

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